VANGELO
(Lc 14,15-24) Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e indica alla mia mente il pensiero di Gesù perchè questo passo del Vangelo possa entrare fin dentro le mie ossa ed essere la struttura portante della mia vita.
A me sembra che Gesù stia parlando in quel tempo, così come parlerebbe proprio oggi; tempo in cui ognuno crede di sapere cosa è importante per Dio e cosa è importante per l'uomo.
Vediamo che l'invito è aperto a tutti, ma ancora cerchiamo di escludere quello o quell' altro, come se il discorso di Gesù non lo ascoltassimo neppure.
Aprire le porte ai ciechi, agli storpi, ai poveri, questa è l'indicazione del Signore, allargare le braccia alla carità, alla comprensione e alla comunione con i fratelli, ed invece che cosa facciamo?Proprio come allora la nostra risposta al Signore, è identica a quella degli invitati al grande banchetto.
C' è sempre qualcosa da fare di più importante, qualcosa di più urgente, ed intanto il tempo passa e non decidiamo mai di accettare quell'invito. C' è poi chi ci prova, chi cerca di corrispondere al richiamo del Signore, ma spesso concediamo al Signore i ritagli del nostro tempo; basti pensare alle nostre funzioni, con l'orologio alla mano, ed il pensiero altrove, come per compiere più un dovere che per vivere con intensità l'incontro con l'amato.
Vero è che oggi dobbiamo faticare per riconoscere nella nostra messa Gesù, che dopo averlo tolto dal centro dell'altare e spostato di lato, con tutto quell' andare e vieni sull' altare anche il Signore è relegato un po' come un figurante.
Vero è che pochi sono quei sacerdoti che tendono a scomparire per mettere al centro Cristo.
Vero è che ascoltiamo senza assumerci nessun impegno.Vero è che usciamo dalla messa nello stesso modo in cui siamo entrati, senza che il Signore sia riuscito a penetrarci il cuore.Vero è che passiamo davanti al nostro bisogno di felicità senza fare nulla, continuando a cercarla dove non si può trovare, proprio come passiamo davanti al derelitto, senza riconoscere in lui il Signore.Eppure solo il Signore mantiene le promesse, solo il Signore è vita e verità, allora perchè continuiamo a rimandare di accettare quell' invito, per seguire l'invito di satana, che ci porta a cercare nel benessere del mondo il nostro cibo... ricordiamo che lui ha già mentito e che sempre ci ha ingannato: "Quello che aveva promesso Satana non si avverò, perchè non si raggiunge la conoscenza disobbedendo alla parola di Dio, ma il timore di Dio è il principio della sapienza."(Proverbi 1:7)
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COMMENTO DI:
Rev. D. Joan COSTA i Bou
(Barcelona, Spagna)
Oggi, il Signore ci offre un'immagine dell'eternità che viene rappresentata da un banchetto. Il banchetto è il luogo in cui la famiglia e gli amici si incontrano e godono della compagnia, della conversazione e dell’amicizia intorno allo stesso tavolo. Questa immagine ci parla di intimità con il Dio trinitario e della gioia che troveremo nella stanza del cielo. Tutto quello lo fa per noi e ci chiama perché "Venite, è pronto" (Luca 14:17). Ci vuole con Lui; vuole che tutti gli uomini e le donne del mondo siano al suo fianco, tutti e ognuno di noi.
E' necessario, tuttavia, voler andare. E pur sapendo che è qui dove meglio si sta, perché il cielo è la nostra casa eterna, che supera tutte le aspirazioni più nobili dell'uomo -"Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano" (1 Cor 2,9) e, quindi, non c'è nulla di paragonabile-, tuttavia, possiamo rifiutare l'invito divino e perdere per sempre il meglio che Dio ci può offrire: partecipare della sua casa, del suo tavolo, della sua intimità per sempre. Che grande responsabilità!
Noi, purtroppo, siamo in grado di cambiare Dio per qualsiasi cosa. Alcuni, come leggiamo nel Vangelo di oggi, per un campo, altri per dei buoi. E tu ed io, per cosa siamo disposti a cambiare per quello che è il nostro Dio e il suo invito? Qualcuno per pigrizia, per negligenza, per comodità non adempie ai suoi doveri di amore verso Dio: Dio vale così poco che viene sostituito con qualsiasi altra cosa? Che la nostra risposta all’offerta divina, sia sempre un sì, pieno di gratitudine e di ammirazione.
(Lc 14,15-24) Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e indica alla mia mente il pensiero di Gesù perchè questo passo del Vangelo possa entrare fin dentro le mie ossa ed essere la struttura portante della mia vita.
A me sembra che Gesù stia parlando in quel tempo, così come parlerebbe proprio oggi; tempo in cui ognuno crede di sapere cosa è importante per Dio e cosa è importante per l'uomo.
Vediamo che l'invito è aperto a tutti, ma ancora cerchiamo di escludere quello o quell' altro, come se il discorso di Gesù non lo ascoltassimo neppure.
Aprire le porte ai ciechi, agli storpi, ai poveri, questa è l'indicazione del Signore, allargare le braccia alla carità, alla comprensione e alla comunione con i fratelli, ed invece che cosa facciamo?Proprio come allora la nostra risposta al Signore, è identica a quella degli invitati al grande banchetto.
C' è sempre qualcosa da fare di più importante, qualcosa di più urgente, ed intanto il tempo passa e non decidiamo mai di accettare quell'invito. C' è poi chi ci prova, chi cerca di corrispondere al richiamo del Signore, ma spesso concediamo al Signore i ritagli del nostro tempo; basti pensare alle nostre funzioni, con l'orologio alla mano, ed il pensiero altrove, come per compiere più un dovere che per vivere con intensità l'incontro con l'amato.
Vero è che oggi dobbiamo faticare per riconoscere nella nostra messa Gesù, che dopo averlo tolto dal centro dell'altare e spostato di lato, con tutto quell' andare e vieni sull' altare anche il Signore è relegato un po' come un figurante.
Vero è che pochi sono quei sacerdoti che tendono a scomparire per mettere al centro Cristo.
Vero è che ascoltiamo senza assumerci nessun impegno.Vero è che usciamo dalla messa nello stesso modo in cui siamo entrati, senza che il Signore sia riuscito a penetrarci il cuore.Vero è che passiamo davanti al nostro bisogno di felicità senza fare nulla, continuando a cercarla dove non si può trovare, proprio come passiamo davanti al derelitto, senza riconoscere in lui il Signore.Eppure solo il Signore mantiene le promesse, solo il Signore è vita e verità, allora perchè continuiamo a rimandare di accettare quell' invito, per seguire l'invito di satana, che ci porta a cercare nel benessere del mondo il nostro cibo... ricordiamo che lui ha già mentito e che sempre ci ha ingannato: "Quello che aveva promesso Satana non si avverò, perchè non si raggiunge la conoscenza disobbedendo alla parola di Dio, ma il timore di Dio è il principio della sapienza."(Proverbi 1:7)
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COMMENTO DI:
Rev. D. Joan COSTA i Bou
(Barcelona, Spagna)
Oggi, il Signore ci offre un'immagine dell'eternità che viene rappresentata da un banchetto. Il banchetto è il luogo in cui la famiglia e gli amici si incontrano e godono della compagnia, della conversazione e dell’amicizia intorno allo stesso tavolo. Questa immagine ci parla di intimità con il Dio trinitario e della gioia che troveremo nella stanza del cielo. Tutto quello lo fa per noi e ci chiama perché "Venite, è pronto" (Luca 14:17). Ci vuole con Lui; vuole che tutti gli uomini e le donne del mondo siano al suo fianco, tutti e ognuno di noi.
E' necessario, tuttavia, voler andare. E pur sapendo che è qui dove meglio si sta, perché il cielo è la nostra casa eterna, che supera tutte le aspirazioni più nobili dell'uomo -"Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano" (1 Cor 2,9) e, quindi, non c'è nulla di paragonabile-, tuttavia, possiamo rifiutare l'invito divino e perdere per sempre il meglio che Dio ci può offrire: partecipare della sua casa, del suo tavolo, della sua intimità per sempre. Che grande responsabilità!
Noi, purtroppo, siamo in grado di cambiare Dio per qualsiasi cosa. Alcuni, come leggiamo nel Vangelo di oggi, per un campo, altri per dei buoi. E tu ed io, per cosa siamo disposti a cambiare per quello che è il nostro Dio e il suo invito? Qualcuno per pigrizia, per negligenza, per comodità non adempie ai suoi doveri di amore verso Dio: Dio vale così poco che viene sostituito con qualsiasi altra cosa? Che la nostra risposta all’offerta divina, sia sempre un sì, pieno di gratitudine e di ammirazione.
VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDì 3 NOVEMBRE 2015
RispondiEliminaLiturgic day: Tuesday 31st in Ordinary Time
Gospel text (Lc 14,15-24): One of those at the table said to Jesus, «Happy are those who eat at the banquet in the kingdom of God!». Jesus replied, «A man once gave a feast and invited many guests. When it was time for the feast he sent his servant to tell those he had invited to come, for everything was ready. But all alike began to make excuses. The first said: ‘Please excuse me. I must go and see the piece of land I have just bought’. Another said: ‘I am sorry, but I am on my way to try out the five yoke of oxen I have just bought’. Still another said, ‘How can I come when I have just married?’.
The servant returned alone and reported this to his master. Upon hearing the account, the master of the house flew into a rage and ordered his servant: ‘Go out quickly into the streets and alleys of the town and bring in the poor, the crippled, the blind and the lame’. The servant reported after a while: ‘Sir, your orders have been carried out, but there is still room’. The master said: ‘Go out to the highways and country lanes and force people to come in, to make sure my house is full. I tell you, none of those invited will have a morsel of my feast’».
MY REFLECTION
PRAYER
Come Holy Spirit and indicates to my mind the thought of Jesus as this passage from the Gospel can enter deep into my bones and be the backbone of my life.
It seems to me that Jesus is talking about at that time, as well as speak just today, a time when everyone believes they know what is important to God and what is important for the man.
We see that the invitation is open to all, but still we try to exclude one or the other, as if the discourse of Jesus did not we listen either.
Opening the doors to the blind, the lame, the poor, this is the indication of the Lord, open my arms and love, understanding and communion with our brothers, and instead what do we do? Just like then our response to the Lord, is identical to that of those invited to the great banquet.
There is always something more important to do, something more urgent, and while time passes and we do not decide never to accept the invitation.
There are some who try us, those who try to match the call of the Lord, but often we give to the Lord the scraps of our time, just think of our functions, with watch in hand, and the thought elsewhere, such as a duty to fulfill more that to live with intensity the encounter with the beloved.
It is true that today we have to work hard to recognize in our mass Jesus, who after removing it from the center of the altar and moved to the side, with all that come and go on the altar of the Lord is also relegated to a bit like a set.
It is true that there are few priests who tend to disappear to put Christ at the center.
It is true that we listen without assuming any commitment.
It is true that we leave the set in the same way we entered, without the Lord was able to fill us the heart.
It is true that we spend in front of our need for happiness without doing anything, continuing to look for it where you can not find, just as we pass the derelict, without recognizing him as the Lord.
Yet only the Lord keeps his promises, the Lord alone is life and truth, then why do we continue to put off accepting the invitation, the invitation to follow Satan, who leads us to seek the welfare of the world our food ... remember that he has always lied and deceived us.
"What he had promised Satan did not come true, because you reach knowledge disobeying the Word of God, but the fear of God is the beginning of wisdom" (Proverbs 1:7)
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EliminaFr. Joan COSTA i Bou
(Barcelona, Spain)
Today, the Lord offers us an image of eternity represented by a banquet. The banquet denotes the place where the family and friends gather together to celebrate and enjoy the company, the conversation and the friendship, sitting around the same table. This image speaks of our intimacy with God as Trinity and the joy we will find in the Promised Land. He has made everything for us and He calls us in «for everything was ready» (Lk 14:17). He wants us with him; He wants all men and women by His side, each one of us.
We must, however, yearn to go. And, despite we know quite well that Heaven is where we can be at our best, where we should stay eternally, exceeding the noblest humans ambitions —«What eye has not seen, and ear has not heard, and what has not entered the human heart, what God has prepared for those who love him» (1Cor 2:9) and, therefore, without any possible comparison—, we are, all the same, capable of refusing the divine invitation missing forever the best offering God could ever make us: to share His home, his table, his intimacy, forever and ever. What a responsibility!
Unfortunately, we are capable of swapping God for practically anything. Some, as we read in today's Gospel, for a piece of land; others, for some yoke of oxen. And you and I, what are we willing to trade He, who is our God, and his invitation, for? There are those that out of laziness, sloppiness, convenience, refrain from fulfilling their duties of love towards God: is God so unworthy we can replace Him with anything? Let our response to the divine offering be always a yes, full of gratitude and admiration.
VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDì 7 NOVEMBRE 2017
RispondiEliminaDía litúrgico: Martes XXXI del tiempo ordinario
Texto del Evangelio (Lc 14,15-24): En aquel tiempo, dijo a Jesús uno de los que comían a la mesa: «¡Dichoso el que pueda comer en el Reino de Dios!». Él le respondió: «Un hombre dio una gran cena y convidó a muchos; a la hora de la cena envió a su siervo a decir a los invitados: ‘Venid, que ya está todo preparado’. Pero todos a una empezaron a excusarse. El primero le dijo: ‘He comprado un campo y tengo que ir a verlo; te ruego me dispenses’. Y otro dijo: ‘He comprado cinco yuntas de bueyes y voy a probarlas; te ruego me dispenses’. Otro dijo: ‘Me he casado, y por eso no puedo ir’.
Regresó el siervo y se lo contó a su señor. Entonces, airado el dueño de la casa, dijo a su siervo: ‘Sal en seguida a las plazas y calles de la ciudad, y haz entrar aquí a los pobres y lisiados, y ciegos y cojos’. Dijo el siervo: ‘Señor, se ha hecho lo que mandaste, y todavía hay sitio’. Dijo el señor al siervo: ‘Sal a los caminos y cercas, y obliga a entrar hasta que se llene mi casa’. Porque os digo que ninguno de aquellos invitados probará mi cena».
MI REFLEXIÓN
ORACIÓN
Ven Espíritu Santo, e indica a la mente la idea de Jesús como este pasaje del Evangelio puede venir hasta el interior de mis huesos y la columna vertebral de mi vida.
Me parece que Jesús está hablando en ese momento, así como hablarìa hoy; momento en el que todo el mundo cree que sabe lo que es importante para Dios y lo que es importante para los seres humanos.
Vemos que la invitación está abierta a todos, pero todavía tratamos de excluir a uno o de que "otro, como si el discurso de Jesús no escuchamos aún.
Abrir las puertas a los ciegos, los cojos, los pobres, esta es la indicación del Señor; abrir los brazos a la caridad, la comprensión y la comunión con nuestros hermanos, y lo que hacemos en su lugar? Al igual que entonces nuestra respuesta al Señor, es idéntica a la de los invitados a la gran banquete.
Siempre hay algo más importante que hacer, algo más urgente, y mientras el tiempo pasa y no decidir nunca a aceptar la invitación.
Hay algunos que nos tratan, los que tratamos de coincidir con la llamada del Señor, pero a menudo le damos a Dios las sobras de nuestro tiempo, basta pensar en nuestras funciones, con el reloj en la mano y el pensamiento en otra parte, como el deber de cumplir más que vivir con intensidad el encuentro con el amado.
Es cierto que hoy en día tenemos que trabajar duro para reconocer en nuestra masa Jesús, que después de sacarla del centro del altar y se movió hacia un lado, con todo lo que van y vienen en el altar del Señor también es relegado a un poco como un conjunto.
Es cierto que hay pocos sacerdotes que tienden a desaparecer a poner a Cristo en el centro.
Es cierto que escuchamos sin asumir ningún compromiso.
Es cierto que salimos a la iglesia de la misma manera que entramos, sin el Señor fue capaz de llenar el corazón.
Es cierto que pasamos por delante de nuestra necesidad de la felicidad sin hacer nada, sin dejar de buscarla donde no se puede encontrar, justo al pasar el abandonado, sin reconocerlo como Señor.
Sin embargo, sólo el Señor cumple sus promesas, el Señor es la vida y la verdad, entonces ¿por qué seguimos postergar la aceptación de la invitación, la invitación a seguir a Satanás, que nos lleva a buscar el bienestar del mundo, nuestra comida ... recuerda que siempre ha mentido y nos engañó.
"Lo que él había prometido a Satanás no se hizo realidad, ya que el conocimiento llegue a desobedecer la Palabra de Dios, sino el temor de Dios es el principio de la sabiduría" (Proverbios 01:07)
Rev. D. Joan COSTA i Bou
Elimina(Barcelona, España)
Hoy, el Señor nos ofrece una imagen de la eternidad representada por un banquete. El banquete significa el lugar donde la familia y los amigos se encuentran juntos, gozando de la compañía, de la conversación y de la amistad en torno a la misma mesa. Esta imagen nos habla de la intimidad con Dios trinidad y del gozo que encontraremos en la estancia del cielo. Todo lo ha hecho para nosotros y nos llama porque «ya está todo preparado» (Lc 14,17). Nos quiere con Él; quiere a todos los hombres y las mujeres del mundo a su lado, a cada uno de nosotros.
Es necesario, sin embargo, que queramos ir. Y a pesar de saber que es donde mejor se está, porque el cielo es nuestra morada eterna, que excede todas las más nobles aspiraciones humanas —«ni el ojo vio, ni el oído oyó, ni al corazón del hombre llegó, lo que Dios preparó para los que le aman» (1Cor 2,9) y, por lo tanto, nada le es comparable—; sin embargo, somos capaces de rechazar la invitación divina y perdernos eternamente el mejor ofrecimiento que Dios podía hacernos: participar de su casa, de su mesa, de su intimidad para siempre. ¡Qué gran responsabilidad!
Somos, desdichadamente, capaces de cambiar a Dios por cualquier cosa. Unos, como leemos en el Evangelio de hoy, por un campo; otros, por unos bueyes. ¿Y tú y yo, por qué somos capaces de cambiar a aquél que es nuestro Dios y su invitación? Hay quien por pereza, por dejadez, por comodidad deja de cumplir sus deberes de amor para con Dios: ¿Tan poco vale Dios, que lo sustituimos por cualquier otra cosa? Que nuestra respuesta al ofrecimiento divino sea siempre un sí, lleno de agradecimiento y de admiración.
VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 7 NOVEMBRE 2017.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps ordinaire - 31e Semaine: Mardi
Texte de l'Évangile (Lc 14,15-24): En entendant parler Jésus, un des convives lui dit: «Heureux celui qui participera au repas dans le royaume de Dieu!». Jésus lui dit: «Un homme donnait un grand dîner, et il avait invité beaucoup de monde. A l'heure du dîner, il envoya son serviteur dire aux invités: ‘Venez, maintenant le repas est prêt. Mais tous se mirent à s'excuser de la même façon. Le premier lui dit: ‘J'ai acheté un champ, et je suis obligé d'aller le voir; je t'en prie, excuse-moi. Un autre dit: ‘J'ai acheté cinq paires de boeufs, et je pars les essayer; je t'en prie, excuse-moi’. Un troisième dit: ‘Je viens de me marier, et, pour cette raison, je ne peux pas venir.» A son retour, le serviteur rapporta ces paroles à son maître. Plein de colère, le maître de maison dit à son serviteur: ‘Dépêche-toi d'aller sur les places et dans les rues de la ville, et amène ici les pauvres, les estropiés, les aveugles et les boiteux’. Le serviteur revint lui dire: ‘Maître, ce que tu as ordonné est fait, et il reste de la place’. Le maître dit alors au serviteur: ‘Va sur les routes et dans les sentiers, et insiste pour faire entrer les gens, afin que ma maison soit remplie. Car, je vous le dis, aucun de ces hommes qui avaient été invités ne profitera de mon dîner».
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE : "Viens, Esprit Saint et indique à mon esprit la pensée de Jésus pour que ce passage d'Evangile peut pénétrer profondément dans mes os et être la colonne vertébrale de ma vie."
- Moi il semble que Jésus est en train de parler dans notre temps, comme il parlerait vraiment aujourd'hui, temps dans lequel chacun croit savoir ce qui est important pour Dieu et ce qui est important pour l'homme. Nous voyons que l'invitation est ouverte à tous, mais nous cherchons encore d'exclure celui-ci ou cet autre, comme si nous n'écoutions pas non plus le discours de Jésus. Ouvrir nos portes aux aveugles, aux estropiés, aux pauvres, est-ce que ceci est l'indication du Seigneur, élargir nos bras à la charité, à la compréhension et à la communion avec nos frères, et nous que faisons nous? Justement comme alors notre réponse au Seigneur, est identique à celle des invités au grand banquet. Il y a toujours quelque chose à faire de plus important, quelque chose de plus urgent, et petit à petit le temps passe et nous n'acceptons jamais cette invitation. Il y a ensuite celui qui nous le prouves, qui cherche à correspondre au rappel du Seigneur, mais nous accordons souvent au Seigneur les coupures de notre temps, juste penser à nos fonctions, avec la montre à la main et la pensée ailleurs, plus comme pour un devoir accompli que pour vivre avec de l'intensité la rencontre avec l'aimé. Il est vrai qu'aujourd'hui nous devons peiner pour reconnaître dans nos messe Jésus, parce qu'après l'avoir enlevé du centre de l'autel et déplacé sur le côté, avec tout ce va et viens sur l'autel le Seigneur aussi est relégué un peu comme un figurant.C'est vrai que peu sont les prêtres qui tendent à disparaître pour mettre au centre le Christ. Vrai que nous écoutons sans assumer aucun engagement. Il est vrai que nous sortons de la messe de la même façon dans lequel nous y sommes entrés, sans que le Seigneur ait réussi à pénétrer notre coeur. Vrai aussi que nous passons devant notre besoin de bonheur sans rien faire, en continuant à le chercher là où il ne peut pas se trouver, justement comme quand nous passons devant un malheureux sans reconnaître en lui le Seigneur. Pourtant seul le Seigneur tient ses promesses, seul le Seigneur est vie et vérité, alors parce que nous continuons à refusé cette invitation, pour suivre celle de satan, qui nous porte à chercher dans le bien-être du monde notre nourriture.. rappelons nous qu'il a déjà menti et qu'il nous a toujours trompé. "Ce qu'avait promis Satan ne se réalisa pas, parce qu'on n'atteint pas la connaissance en désobéissant a la Parole de Dieu, mais la peur de Dieu est le début du savoir ", Proverbes1:7)
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Commentaire de l'Abbé Joan COSTA i Bou
Elimina(Barcelona, Espagne)
«Va sur les routes et dans les sentiers, et insiste pour faire entrer les gens, afin que ma maison soit remplie»
Aujourd'hui, le Seigneur nous offre une image de l'éternité représentée par un banquet. Le banquet signifie le lieu où la famille et les amis se retrouvent, se réjouissant de la compagnie, de la conversation et de l'amitié autour de la table. Cette image nous parle de l'intimité avec Dieu Trinité et du plaisir que nous trouverons dans notre séjour au ciel. Il a tout fait pour nous et nous appelle car «Venez, maintenant le repas est prêt» (Lc 14,17). Il veut que nous soyons avec Lui; il veut tous les hommes et toutes les femmes du monde à ses côtés, chacun et chacune d'entre nous. Il est nécessaire, cependant, que nous ayons envie d'y aller. Et bien que l'on sache que c'est là où l'on est le mieux, car le ciel est notre demeure éternelle, qui dépasse toutes les aspirations humaines les plus nobles -«des choses que l'œil n'a point vues, que l'oreille n'a point entendues, et qui ne sont pas montées au cœur de l'homme, des choses que Dieu a préparées pour ceux qui l'aiment» (1Co 2,9) et, par conséquent, rien ne lui est comparable-; cependant, nous sommes capables de repousser l'invitation divine et de laisser passer à jamais la meilleure offre que Dieu pouvait nous faire: partager sa maison, sa table, son intimité pour l'éternité. Quelle grande responsabilité! Nous sommes, malheureusement, capables d'échanger Dieu pour toute chose. Certains, comme nous lisons dans l'Évangile d'aujourd'hui, par un champ; d'autres par des bœufs. Et toi et moi, contre quoi sommes-nous capables d'échanger celui qui est notre Dieu ainsi que son invitation? Il y a celui qui le fait par paresse, par laisser-aller, qui par confort arrête d'accomplir ses devoirs d'amour pour Dieu: Dieu vaut-il si peu pour que nous le substituions par n'importe quelle autre chose? Que notre réponse à cette invitation divine soit toujours un oui, plein de reconnaissance et d'admiration.