VANGELO
(Gv 6,37-40) Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore
Fra. Agustí BOADAS Llavat OFM (Barcelona, Spagna)
Oggi il Vangelo evoca il fatto più fondamentale del cristiano: la morte e risurrezione di Gesù. Facciamo oggi nostra la preghiera del Buon Ladrone: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). «La Chiesa non prega per i santi come prega per i defunti, i quali dormono già nel Signore, ma li affida alle loro preghiere» diceva Sant’Agostino in un sermone. Una volta all’anno, almeno, i cristiani ci interroghiamo sul senso della nostra vita e sul senso della nostra morte e risurrezione. E`questo il giorno della commemorazione dei fedeli defunti, della quale Sant Agostino ci ha mostrato la distinzione dalla festa di Tutti i Santi. Le sofferenze dell’Umanità sono le stesse che quelle della Chiesa e, senza nessun dubbio, hanno in comune il fatto che ogni sofferenza umana è in qualche modo privazione di vita. Pertanto, la morte di una persona cara produce in noi un dolore indicibile che neppure la fede può alleviare. Per questa ragione gli uomini hanno sempre voluto rendere onore ai defunti. La memoria, in effetti, è un modo per rendere presenti gli assenti, di perpetuare la loro vita. Tuttavia i meccanismi psicologici e sociali, con il trascorrere del tempo, attutiscono i ricordi. Se questo può umanamente essere angosciante, cristianamente, grazie alla risurrezione, troviamo la pace. Il vantaggio di credere in essa è che ci permette di fare affidamento al fatto che, nonostante l’oblio, torneremo a ritrovarli nell’altra vita. Un secondo vantaggio del credere è che, al ricordare i defunti, preghiamo per loro. Lo facciamo dal di dentro, in intimità con Dio, e ogni volta che preghiamo assieme, nell’Eucaristia: non siamo soli davanti al mistero della morte e della vita, ma lo condividiamo con i membri del Corpo di Cristo. Inoltre: vedendo la Croce sospesa tra cielo e terra, sappiamo che si stabilisce una comunione tra noi e i nostri defunti. Per questo San Francesco proclamò riconoscente: «Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella, la morte corporale».
(Gv 6,37-40) Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Parola del Signore
Fra. Agustí BOADAS Llavat OFM (Barcelona, Spagna)
Oggi il Vangelo evoca il fatto più fondamentale del cristiano: la morte e risurrezione di Gesù. Facciamo oggi nostra la preghiera del Buon Ladrone: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). «La Chiesa non prega per i santi come prega per i defunti, i quali dormono già nel Signore, ma li affida alle loro preghiere» diceva Sant’Agostino in un sermone. Una volta all’anno, almeno, i cristiani ci interroghiamo sul senso della nostra vita e sul senso della nostra morte e risurrezione. E`questo il giorno della commemorazione dei fedeli defunti, della quale Sant Agostino ci ha mostrato la distinzione dalla festa di Tutti i Santi. Le sofferenze dell’Umanità sono le stesse che quelle della Chiesa e, senza nessun dubbio, hanno in comune il fatto che ogni sofferenza umana è in qualche modo privazione di vita. Pertanto, la morte di una persona cara produce in noi un dolore indicibile che neppure la fede può alleviare. Per questa ragione gli uomini hanno sempre voluto rendere onore ai defunti. La memoria, in effetti, è un modo per rendere presenti gli assenti, di perpetuare la loro vita. Tuttavia i meccanismi psicologici e sociali, con il trascorrere del tempo, attutiscono i ricordi. Se questo può umanamente essere angosciante, cristianamente, grazie alla risurrezione, troviamo la pace. Il vantaggio di credere in essa è che ci permette di fare affidamento al fatto che, nonostante l’oblio, torneremo a ritrovarli nell’altra vita. Un secondo vantaggio del credere è che, al ricordare i defunti, preghiamo per loro. Lo facciamo dal di dentro, in intimità con Dio, e ogni volta che preghiamo assieme, nell’Eucaristia: non siamo soli davanti al mistero della morte e della vita, ma lo condividiamo con i membri del Corpo di Cristo. Inoltre: vedendo la Croce sospesa tra cielo e terra, sappiamo che si stabilisce una comunione tra noi e i nostri defunti. Per questo San Francesco proclamò riconoscente: «Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella, la morte corporale».
VERSIONE IN FRANCESE DI GIOVEDI 2 NOVEMBRE 2017.
RispondiEliminaJour liturgique : 2 Novembre: Commémoration de tous les fidèles défunts
Texte de l'Évangile (Lc 23,33.39-43): Lorsqu'ils furent arrivés au lieu appelé Crâne, ils le crucifièrent là, ainsi que les deux malfaiteurs, l'un à droite, l'autre à gauche. L'un des malfaiteurs crucifiés l'injuriait, disant: «N'es-tu pas le Christ? Sauve-toi toi-même, et sauve-nous!». Mais l'autre le reprenait, et disait: «Ne crains-tu pas Dieu, toi qui subis la même condamnation? Pour nous, c'est justice, car nous recevons ce qu'ont mérité nos crimes; mais celui-ci n'a rien fait de mal». Et il dit à Jésus: «Souviens-toi de moi, quand tu viendras dans ton règne». Jésus lui répondit: «Je te le dis en vérité, aujourd'hui tu seras avec moi dans le paradis».
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Commentaire de l'Abbé Agustí BOADAS Llavat OFM
(Barcelona, Espagne)
«Souviens-toi de moi, quand tu viendras dans ton règne»
Aujourd'hui, l'Évangile remémore l'événement le plus remarquable du monde chrétien: la mort et la résurrection de Jésus. Faisons donc nôtre, aujourd'hui, la prière du Bon Larron: «Jésus, souviens-toi de moi» (Lc 23,42). «L'Église ne prie pour les saints comme elle le fait pour les défunts, qui dorment dans le Seigneur, mais elle se recommande aux prières des ceux-là et prie pour ceux-ci», disait saint Augustin dans un Sermon. Une fois par an, au moins, les chrétiens nous demandons sur le sens de notre vie et sur celui de notre mort et résurrection. C'est le jour de la commémoration de tous les fidèles défunts, sur laquelle saint Augustin nous a montré sa différenciation par rapport a la fête de la Toussaint. Les souffrances de l'Humanité sont les mêmes que celles de l'Église et, sans doute, elles ont en commun que toute souffrance humaine renferme en quelque sorte une privation de la vie. C'est pour cela que la mort d'un être bien-aimé peut constituer une douleur si indicible que, même la foi, ne peut pas l'apaiser. Ainsi donc, les hommes ont toujours voulu vénérer les défunts. La mémoire, en effet, c'est en peu comme si les absents pussent être présents, en perpétuant sa vie parmi nous. Mais les mécanismes psychologiques et sociaux des hommes, avec le temps, amortissent les souvenirs. Et si cela peut humainement mener vers l'angoisse, pour nous, chrétiens, grâce à la résurrection, nous amène la paix. L'avantage d'y croire c'est qu'elle nous permet de confier que, malgré l'oubli, nous allons les retrouver dans l'autre vie. Un deuxième avantage d'y croire c'est que, en remémorant nos défunts, nous prions par eux. Nous le faisons profondément, en intimité avec Dieu, chaque fois que nous prions ensemble dans l'Eucharistie: nous ne sommes pas seuls devant le mystère de la mort et la vie, car nous le partageons comme membres du Corps du Christ. Mieux encore: en repérant la croix, suspendue entre le Ciel et la Terre, nous savons qu'on établit une communion entre nous et nos défunts. C'est pour cette raison que saint François d'Assis a proclamé reconnaissant: «Loué sois-tu, mon Seigneur, pour notre sœur la Mort corporelle».
VERSIONE IN SPAGNOLO DI GIOVEDì 2 NOVEMBRE 2017
RispondiEliminaDía litúrgico: 2 de Noviembre: Conmemoración de todos los fieles difuntos
Texto del Evangelio (Lc 23,33.39-43): Cuando los soldados llegaron al lugar llamado Calvario, crucificaron allí a Jesús y a los malhechores, uno a la derecha y otro a la izquierda. Uno de los malhechores colgados le insultaba: «¿No eres tú el Cristo? Pues ¡sálvate a ti y a nosotros!». Pero el otro le respondió diciendo: «¿Es que no temes a Dios, tú que sufres la misma condena? Y nosotros con razón, porque nos lo hemos merecido con nuestros hechos; en cambio, éste nada malo ha hecho». Y decía: «Jesús, acuérdate de mí cuando vengas con tu Reino». Jesús le dijo: «Yo te aseguro: hoy estarás conmigo en el Paraíso».
COMENTARIO DE:
Fra. Agustí BOADAS Llavat OFM
(Barcelona, España)
Hoy, el Evangelio evoca el hecho más fundamental del cristiano: la muerte y resurrección de Jesús. Hagamos nuestra, hoy, la plegaria del Buen Ladrón: «Jesús, acuérdate de mí» (Lc 23,42). «La Iglesia no ruega por los santos como ruega por los difuntos, que duermen en el Señor, sino que se encomienda a las oraciones de aquéllos y ruega por éstos», decía san Agustín en un Sermón. Una vez al año, por lo menos, los cristianos nos preguntamos sobre el sentido de nuestra vida y sobre el sentido de nuestra muerte y resurrección. Es el día de la conmemoración de los fieles difuntos, de la que san Agustín nos ha mostrado su distinción respecto a la fiesta de Todos los Santos.
Los sufrimientos de la Humanidad son los mismos que los de la Iglesia y, sin duda, tienen en común que todo sufrimiento humano es de algún modo privación de vida. Por eso, la muerte de un ser querido nos produce un dolor tan indescriptible que ni tan sólo la fe puede aliviarlo. Así, los hombres siempre han querido honrar a los difuntos. La memoria, en efecto, es un modo de hacer que los ausentes estén presentes, de perpetuar su vida. Pero sus mecanismos psicológicos y sociales amortiguan los recuerdos con el tiempo. Y si eso puede humanamente llevar a la angustia, cristianamente, gracias a la resurrección, tenemos paz. La ventaja de creer en ella es que nos permite confiar en que, a pesar del olvido, volveremos a encontrarlos en la otra vida.
Una segunda ventaja de creer es que, al recordar a los difuntos, oramos por ellos. Lo hacemos desde nuestro interior, en la intimidad con Dios, y cada vez que oramos juntos, en la Eucaristía, no estamos solos ante el misterio de la muerte y de la vida, sino que lo compartimos como miembros del Cuerpo de Cristo. Más aún: al ver la cruz, suspendida entre el cielo y la tierra, sabemos que se establece una comunión entre nosotros y nuestros difuntos. Por eso, san Francisco proclamó agradecido: «Alabado seas, mi Señor, por nuestra hermana, la muerte corporal».
VERSIONE IN INGLESE DI GIOVEDì 2 NOVEMBRE 2017
RispondiEliminaLiturgical day: November 2nd: All Souls
Gospel text (Lc 23,33.39-43): There at the place called The Skull he was crucified together with the criminals —one on his right and another on his left. One of the criminals hanging with Jesus insulted him, «So you are the Messiah? Save yourself and us as well!». But the other rebuked him, saying, «Have you no fear of God, you who received the same sentence as he did? For us it is just: this is payment for what we have done. But this man has done nothing wrong». And he said, «Jesus, remember me when you come into your kingdom». Jesus replied, «Truly, you will be with me today in paradise.
COMMENT OFF:
Fr. Agustí BOADAS Llavat OFM
(Barcelona, Spain)
Today, the Gospel calls forth Christianism most significant deed: the death and resurrection of Jesus. Today, we also make the Good Thief's plea: «Jesus, remember me» (Lk 23:42). «At the Lord's Table we do not commemorate martyrs in the same way that we do others who rest in peace so as to pray for them, but rather that they may pray for us that we may follow in their footsteps» —St. Augustine said in one of his Sermons. Minimum once a year, we Christians wonder which is the sense of life and which is that of our death and resurrection. It is at All Souls' day, which St. Augustine has separated from All Saints' Day.
Mankind sufferings are the same than those of the Church and, without any doubt, they have in common that all human suffering means somehow the loss of life. This is why the loss of a dearest one provokes such an unbearable pain than not even faith may alleviate it. Thus, men have always desired to bestow honors on their departed ones. Memory is, in fact, one way to make present those who are no longer by our side, to perpetuate their life. But time makes our remembrances of their psychological and social mechanisms fall off gradually. Yet, if from a strict human point of view this can drive us to be anguished, as Christians, and thanks to the resurrection, we may have peace. The advantage of our believing in it is that it allows us to trust that, despite our oblivion, we shall meet again in the other life.
A second advantage is that, by remembering the deceased, we also pray for them. We do it from the bottom of our heart, through our intimacy with God, and each time we pray together in the Eucharist: in front of the mystery of death and life, we are not alone but we share it as members of Christ's Body. Even more so: we see the Cross, suspended between Heaven and Earth, and we know that a communion between us and our at peace ones has been established. Hence, that St. Francis gratefully proclaimed: «Praise to You, O Lord our God, for our Sister Death».