sabato 17 novembre 2012

9 IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di LORENZO SCUPOLI


CAPITOLO VIII
Le cause per cui non discerniamo rettamente le cose.
Il metodo che si deve usare per conoscerle bene
La causa per cui non discerniamo rettamente tutte le cose suddette insieme a molte altre è che al
primo loro apparire vi attacchiamo o l'amore  o l'odio. Da questi oscurato, l'intelletto non le
giudica con rettitudine per quelle che sono. Tu, perché in te non trovi luogo questo inganno, sii
accorta nel tenere sempre quanto più puoi la tua volontà purificata e libera dall'affetto disordinato
a qualunque cosa. E quando ti viene posto innanzi qualunque oggetto, osservalo bene con
l'intelletto e consideralo con maturità prima che da odio, se si tratta di cosa contraria alle nostre
naturali inclinazioni, o da amore, se ti apporta diletto, tu sia mossa a volerlo oppure a rifiutarlo.
Perché allora l'intelletto, non essendo ingombrato da passione, è libero e chiaro; può conoscere il
vero e penetrare dentro al male, che è nascosto sotto il falso piacere, e al bene coperto
dall'apparenza del male.
Ma se la volontà si è prima inclinata ad amare la cosa o l'ha presa in aborrimento, l'intelletto non
la può ben conoscere, perché quell'affetto, che si  è interposto, lo offusca in modo da fargliela
stimare diversamente da quella che è, e per tale rappresentandola alla volontà, essa si muove più
ardentemente di prima ad amarla oppure a odiarla contro ogni ordine e legge di ragione. Da tale
affetto viene a essere oscurato maggiormente l'intelletto e, così oscurato, fa di nuovo sembrare
alla volontà la cosa più che mai amabile o odiosa. Perciò, se non si osserva la regola che ho detto
(il che in tutto questo esercizio è di somma  importanza), queste due potenze tanto nobili ed
eccellenti, intelletto e volontà, vengono miseramente a camminare sempre, come in un vortice, di
tenebre in più folte tenebre e di errore in errore maggiore. Guardati dunque, figliuola, con ogni
vigilanza da ogni non bene ordinato affetto a  qualsiasi cosa, che prima non sia da te ben
esaminata e riconosciuta per quella che è veramente con il lume dell'intelletto, e principalmente
con quello della grazia e dell'orazione e con il giudizio del tuo padre spirituale. Il che intendo che
tu debba osservare, talora più  che nelle altre cose, in alcune opere esteriori che sono buone e
sante, perché in queste, per essere tali, vi è più che in quelle pericolo di inganno e di
indiscrezione da parte nostra. Onde per qualche circostanza di tempo, di luogo e di misura, o per
rispetto dell'obbedienza, alcune volte ti potrebbero recare non piccolo danno, come di molti si sa
che nei lodevoli e santissimi esercizi hanno corso pericolo.

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