sabato 18 marzo 2017

(Gv 4,5-42) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

VANGELO
(Gv 4,5-42) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


O Signore, che mi chiedi di dare da bere a chi è assetato della Tua parola, ti prego, usami, anche se sono indegna, se sono solo un otre pieno di buchi che disperde le grazie che concedi, ti prego, usami e fa che nulla della tua parola vada perso, fa che possa scorrere lì dove Tu vuoi portarla.
Prima di pregare su questo brano, pensavo a cosa avrei potuto dirvi a questo proposito. Grande errore, io non devo dirvi, ma lasciare che sia lo Spirito Santo che vi dice qualcosa attraverso la mia riflessione e quindi per prima, insieme a voi, mi metto all’ascolto.
Una donna vede uno straniero avvicinarsi al pozzo e prima di dargli da bere, lo studia, lo interroga e lo classifica. Non vede quasi l’ uomo e non riconosce in lui Gesù, lo tratta con sufficienza e quasi lo sfida; come avrebbe potuto quell’uomo straniero prendere acqua dal pozzo senza secchio? Povera stolta che non si avvede di quanto è potente la grazia di Dio, che non ha bisogno dei nostri mezzucci, ma che si disperde a fiumi e ci inonda, che ha bisogno solo del nostro assenso per essere raccolta.
L’acqua come fonte di vita, che rigenera, che fa germogliare, nutre, leviga scorrendo come sui sassi dei torrenti, trasporta… oppure immobile ristagna e imputridisce.
Gesù parla alla donna con naturalezza, ma anche ai suoi discepoli questo sembra strano, perché anche per loro la samaritana era una straniera, una diversa da loro e si meravigliano di questo Gesù così che rompe gli schemi fissati dalla differenza. Troppo spesso usiamo le parole uguaglianza, solidarietà, antirazzismo, a sproposito; perché in teoria siamo aperti a tutti,ma in pratica tendiamo a privatizzare quello che consideriamo nostro, fregandocene dei diritti degli altri di avere quello che noi abbiamo, anzi, spesso speculiamo sui loro bisogni. Quando gli altri lo fanno con noi la chiamiamo speculazione ( vedi petrolio, energia,acqua, ) ma non ci avvediamo di farlo a nostra volta.
Rifletto su quanto sia importante ricordare le parole di Gesù per essere degni di essere chiamati figli, gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, La grazia è dono che si riceve e rimane grazia perché è dono ricevuto che si restituisce, facendo ritorno al vuoto, alla gratuità. Se invece accumuliamo senza restituire diventa attaccamento e la grazia imputridisce. Davanti a Gesù noi siamo come la samaritana, che si attesta nella sua posizione senza vedere quanto è in peccato, che si preoccupa di non dare, ma riceve a piene mani dal Signore.Un particolare però mi ha colpito più di tutti, è l'orario in cui questo incontro avviene, l'ora in cui la samaritana esce per non incontrare nessuno al pozzo, col sole alto. Le altre donne sono intente nelle faccende di casa e gli uomini al lavoro. penso quanto ci somiglia questa donna che non vuole correre il rischio di essere vista, giudicata; non vuole sentirsi dire nulla sul suo modo di vivere, non ha il coraggio di uscire alla luce, perché troppi sarebbero i lati oscuri che verrebbero fuori, ma Gesù non vuole portarci alla luce per svergognarci, infatti intorno non c'è nessuno, ma perché possiamo decidere senza aspettare di essere perfetti, e testimoniare alla luce che tutti, anche i peccatori come noi, possono rinascere in Spirito e Verità.

venerdì 17 marzo 2017

(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

VANGELO


(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore








LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito d'amore,fammi riconoscere il vero volto dell'amore che Dio vuole farci comprendere in questo brano del vangelo,in ogni sua più piccola sfaccettatura.
Comincerò col leggere insieme a voi, tra le righe, l'amore del Padre.Un padre che ha lavorato sodo per non far mancare niente ai figli, che li ha educati al lavoro, alla responsabilità, ha fatto questo con tutti e due, ma all'improvviso, uno di loro, stanco e con una irrefrenabile voglia di ribellarsi al padre, decide che vuole partire, vuole andare lontano per avere tutto quello che il padre per buon senso gli negava. Il padre con il cuore infranto,non può trattenerlo,e così gli dà la sua parte di eredità e lui va. All'inizio,non si rende conto dell'errore fatto,gode di tutto quello che vuole,ma dopo un po' si rende conto che tutto quello che ora ha,non gli ha dato la felicità,ma anzi,ha ancora di meno di quello che aveva quando si sentiva sottomesso al padre,infatti nel vangelo Luca ci parla di una grave carestia in quel paese,facile da rapportare alla tristezza del suo cuore.Non aveva conquistato nulla ed aveva perso anche quello che aveva...ripensava alla sua casa,dove tutti potevano godere dei beni e dell'amore del padre,persino l'ultimo dei suoi servi,e lui se n'era andato per rincorrere cosa?Si era perduto!Ecco la nuda e cruda verità,si sentiva perduto e disperato e con fatica,perchè era molto orgoglioso,decide di tornare dal padre. Chissà cosa pensava ,chissà come sarebbe stato accolto,certamente non si sentiva degno,ma avrebbe trovato le parole per chiedere scusa? Quanti pensieri prima di incamminarsi,quanto tempo perso in inutili elucubrazioni...Appena il padre lo vede da lontano gli corse incontro e lo abbracciò, lo strinse forte e ordinò ai suoi servi di portare il vestito più bello, l'anello e i calzari e gli restituisce la sua dignità di uomo e di figlio, e così anche il figlio ingrato capisce quanto è grande la gioia del padre per il suo ritorno, quanto è grande il suo amore! Ed ora passiamo all'altro figlio, quello che aveva sempre fatto il volere del padre, quello che gli era stato sempre vicino....cosa succede in lui? Non gli sembra giusto che per il padre questo ritorno sia motivo di gioia, non accetta che sia messo sul suo stesso piano, forse invidia, forse rabbia, o forse solo dolore, ma qualcosa lo spinge a voler giudicare il modo di agire del padre, addirittura criticarlo...quante volte noi ci mettiamo in questa condizione? Ecco quello che per me è un punto fondamentale di questo brano del vangelo,il punto in cui la mia riflessione,mi ha portato a capire che noi troppo spesso giudichiamo,condanniamo e vogliamo decidere chi fa il bene e chi il male, dimenticando troppo spesso che Dio non la pensa come noi, ma noi dobbiamo pensare come lui!

giovedì 16 marzo 2017

(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo

VANGELO
(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito di Dio, insegnami a stare in ascolto della tua parola, per comprendere l’ essenza del tuo messaggio e saperlo rendere attuale nella mia vita.
Ancora una parabola sulla vigna, ma questa volta, vediamo che il padrone della vigna, la lascia in mano ai contadini perché la coltivino. Ma questi non vogliono dare al Signore il raccolto, non vogliono riconoscerlo come padrone, né tanto meno riconoscere il Figlio come padrone, per questo decidono di ucciderlo.
Questo è quello che l’uomo fa quando diventa superbo e vuole fare a meno di Dio, vuole guidare la propria vita, senza riconoscerla come un dono, perdendo di vista che quella vigna è già sua, che non ha bisogno di uccidere e rubare niente, perché tutto quello che è del Padre, è dei figli.
Ma Gesù che è stato ucciso, è diventato la pietra su cui poggia la Chiesa; questa chiesa che spesso noi non vediamo come la nostra casa, ma come un’ istituzione che ci è estranea, come un regno di pochi. Questa Chiesa che alcuni credono di loro proprietà, e che altri non accettano…
Quanta competizione, quanto cercare di mettersi in mostra, quanto guardare i propri interessi. Che c’entra tutto questo con Gesù? Che ha a che fare con la mitezza ed il coraggio di Maria? Non è stando ai primi posti che si fa la volontà di Dio, ma anzi, Gesù ci diffida dal farlo, ci invita ad essere servitori per essere eredi del regno.
Chi è stato chiamato a coltivare la vigna, lo fa nel nome di Dio, o lo fa nel suo interesse? Lavora su se stesso per poter portare frutti al regno di Dio, con la parola e l’esempio? Ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza per scoprire come ci comportiamo, per capire se questo atteggiamento del" tutto ci è dovuto" ci appartiene e, fino a che punto, vogliamo continuare a rifiutare di essere partecipi eredi con Cristo, del regno dei cieli. Cos’ altro deve fare Dio per farci comprendere quanto è grande il suo amore più che dare la vita del suo Figlio per la nostra redenzione?

mercoledì 15 marzo 2017

(Lc 16,19-31)Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

VANGELO 
(Lc 16,19-31)Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Vieni o Santo spirito e aiutami a capire il desiderio di Dio, aiutami a non sbagliare strada e a non perdermi nelle tentazioni della vita, aiutami a seguire solo i lumini che portano al regno di Dio e a non farmi abbagliare dalle luci sfavillanti del mondo che illude. Quante volte Gli apostoli ci hanno riportato le parole di Gesù che dicevano di non cercare le ricchezze nel mondo. Sembrano un poco discorsi per stolti, come si fa a non esserne attirati, tutto è così sfavillante, basta un pochino di corruzione, bastano le amicizie giuste, uno scambio di voti, e si aprono tante possibilità, che chi è” fuori dal giro” se le scorda. Bei vestiti, cene e feste, e il mondo cammina in quel senso, senza curarsi dei poveri cui manca tutto, degli ammalati che sono soli e abbandonati alle loro famiglie spesso in gran difficoltà. Un terzo del mondo ha fame, ma noi non vogliamo saperlo, tanto che possiamo fare? Ancora queste faccine di bambini denutriti e pieni di mosche mentre stiamo mangiando? Che schifo! Ma se non ci sono i soldi per nutrirli perché fanno i figli? Ed una parte di mondo soffre ed è costretta dal nostro egoismo a soffrire anche in silenzio, per non darci fastidio. Dov’ è Gesù? Perché Dio non interviene? Gesù è proprio lì che puoi trovarlo, lì dove noi non vogliamo guardare, tra gli ultimi della terra, là dove il dolore non ha voce, dove si muore in silenzio. Andando a fare una passeggiata nei centri commerciali, vediamo i nostri bambini fare i capricci in continuazione per l’ultimo gioco alla moda, per lo zainetto firmato, e per tutte quelle cose che vogliono avere, e per quanto in difficoltà, i genitori oggi non sono capaci di negargli niente. Stiamo creando dei mostri d’ egoismo, potremmo insegnare loro che con i soldi di un gelato, potremmo adottare un bambino a distanza e garantirgli il diritto di mangiare e studiare, ma non siamo capaci di dirglielo, perché preferiamo non sapere, non vederlo! Non domandiamo allora dov’è Gesù, perché Dio non fa niente… noi siamo le mani e gli occhi di Dio, quello che faremo al più piccolo dei nostri fratelli ci sarà restituito da Gesù. Decidiamo finché siamo in vita di fare qualcosa per gli altri e per la nostra anima, perché verrà per tutti il giorno in cui dovremo rendere conto di quello che NON ABBIAMO FATTO.

martedì 14 marzo 2017

(Mt 20,17-28) Lo condanneranno a morte.

VANGELO
(Mt 20,17-28) Lo condanneranno a morte.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Ti prego Spirito Santo, di entrare nel mio cuore, per fare posto alla persona nuova che Gesù vuole per me. Te lo chiedo per poter vivere in comunione con Cristo nostro Signore. Amen. 
- Per chi è abituato a riflettere sulla parola, è facile incontrare le parole; vederle ondeggiare e farsi pressanti per distribuirsi ordinatamente, dando un senso a quello che il cuore e la mente cercano di coniugare. Sembrano note che cercano il loro posto in un pentagramma, ma per quanto io faccia, non oso servirmi delle parole, perchè l'unica cosa che desidero e so che è giusta, è SERVIRE LA PAROLA! Questo brano mette in risalto una cosa che io constato troppo spesso in noi, e che stona molto con quello che invece dovremmo fare. Non ascoltiamo! Gesù ha appena detto che che morirà e Salomè, la madre di Giacomo e Giovanni, moglie di Zebedeo, gli si avvicina per chiedere di favorire i figli con posti d'onore. Povera donna non sapeva neanche cosa chiedeva, nè forse si rese conto di quale fu la risposta di Gesù. Un po' come noi quando capiamo che seguire il Cristo, non sarà una passeggiata in pianura, ma ad ogni ostacolo, ad ogni sofferenza, siamo pronti a chiedere di esserne esonerati. Quando una persona soffre, continuamente, senza mai vedere la fine, pensa solo alla pesantezza del suo dolore ed è per questo che non riusciamo ad elevare la sofferenza al cielo, ma riusciamo solo a soccombere sotto al suo peso. Sant'Agostino nel commento al salmo 140, dice ad un certo punto: " Niente è più gradito del profumo del Signore. Di questo soave profumo olezzino tutti i credenti." Fa o Signore che il nostro desiderio sia quello di offrire con te, per rivivere di Te.

lunedì 13 marzo 2017

(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.

VANGELO
(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito del Signore,stammi vicino, illumina il mio cuore con la parola di Dio, perchè io possa conoscerlo veramente e comprendere come onorarlo con la mia vita.
Quante volte ho riflettuto su questa parola di Dio, è così facile criticare i ministri di Dio, che ormai così fan tutti.
Noi discepoli infedeli, diamo la colpa a loro delle nostre mancanze, e loro danno la colpa a noi del nostro scarso rispetto per la parola di Dio, ma siamo gli uni, lo specchio degli altri.
In questo gioco al massacro, restiamo fermi senza fare passi avanti, e non riusciamo ad uscire per andare incontro a Dio.
La falsità è una dote che ci accomuna tutti; l'ipocrisia altrettanto, ma vediamo solo quella degli altri.
Ho paura del tempo che passa e vorrei saper fare di più, amare di più, pregare di più, perdonare di più....ma non mi sento mai degna, sempre troppa poca pazienza, insofferente alle provocazioni.
Vorrei essere capita, non interpretata, ma compresa nei miei gesti, nelle mie parole, nelle mie assenze e presenze, e soprattutto nei miei silenzi.
Ma Gesù ci ha avvertito, non dobbiamo cercare di piacere alla gente, o di piacere al parroco di turno, ma dobbiamo seguirlo su quella via che è spesso fatta di mortificazioni, di giudizi ingiusti, di chiacchiere cattive e, quello che conta, non è quanto ci sapremo far rispettare, ma quanto sapremo offrire tutta la nostra sofferenza a Dio, rinunciando al nostro orgoglio per amore Suo e dei fratelli, specialmente dei nostri nemici e di chi è lontano.

domenica 12 marzo 2017

(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.

VANGELO
(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Parola del Signore.



LAMIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e guidaci tra le parole, insegnaci a far si che il sogno di Dio su di noi, diventi realtà.
Qual’è la misura della misericordia? L'invito è a misurare con la stessa misura di Dio, ossia senza misura, all'infinito.
Oggi torna questo grande valore, che è la misericordia, che non vuol dire essere buoni, ma molto di più.
Per capirlo bisogna prima di tutto renderci conto che senza la misericordia del Padre, nessuno di noi sarebbe salvo; perchè la miseria del nostro animo, è talmente grande da non potersi mai plasmare abbastanza all’idea del bene di Dio.
Ci basta pochissimo per sentirci quasi santi, per guardare tutti dall’alto in basso, per pensare di non meritare quello che ci accade quando tutto non va secondo i nostri progetti; anche se in cuor nostro sappiamo di poter essere migliori e che troppe sono le tentazioni che ci vincono e poche le virtù che ci permettono di resistere.
A volte invece, il nostro sentirci colpevoli ci fa schierare dalla parte sbagliata e ci fa rinunciare alla salvezza, ma con Dio tutto è molto più semplice di come noi lo giudichiamo, tutto è dono, tutto è grazia infinita.
La liberazione nasce da un semplice riconoscimento di giustizia , il Dio che si manifesta in Gesù non è il Dio che guarda i meriti, non abbiamo nessun merito, non è un Dio che guarda le virtù, non abbiamo molte virtù, ma è il Dio che guarda i bisogni e le necessità, un Padre che concede la salvezza, non come un premio, ma come un regalo, così come fa Gesù.

sabato 11 marzo 2017

(Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole



VANGELO DI DOMENICA 12 MARZO 2017
(Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni vicino a me o Santo Spirito, ed aiutami a comprendere il senso della lettura d’oggi, e saperla applicare alla mia vita.
In questo brano, Matteo ci porta con Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor.
Gli apostoli non comprendevano bene il perché di questa scelta di Gesù di sottoporsi volontariamente a tanta sofferenza, ricordiamo che Pietro che non voleva andare a Gerusalemme con Gesù, dopo che questi aveva detto a lui e agli altri, quello che l’aspettava e lo esortava a non sottoporsi a tale supplizio. Gesù allora propone ai suoi discepoli di salire sul monte e una volta giunti si misero a pregare. Non volle spiegare a parole, ma volle che potessero condividere con Lui quel momento di preghiera, per aiutarli a capire, gli mostra come questa accettazione poteva diventare la loro trasfigurazione. Notate la differenza tra il pregare di Gesù, che trasfigura davanti ai loro occhi, e quello assonnato degli apostoli. Apparve ai loro occhi, riflesso di luce e parlava con Mosè ed Elia era una visione meravigliosa che li fece restare svegli anche se cadevano dal sonno.Ad un tratto furono avvolti da una nube ed udirono una voce: -ecco il mio Figlio, l’eletto, ascoltatelo- La voce di Dio confermava quello che disse al battesimo nel Giordano, riporre la propria fede in Gesù Cristo Figlio di Dio, non è un optional, ma è un preciso comando di Dio stesso, e non riconoscerlo come tele vuol dire disobbedire a Dio, opporsi al volere di Dio. I discepoli erano colpiti da questa manifestazione di Gesù e vedere Elia e Mosè li aveva riempiti di una nuova consapevolezza, che ancora non comprendevano fino in fondo, ma che apriva il loro cuore alla speranza e faceva intravedere che la fede è andare oltre la nostra umanità, e che diventa un connubio con Dio. Dio aveva detto ascoltatelo e avevano visto i patriarchi defunti nella gloria con Gesù, avevano ancora tanta confusione e stettero tre giorni prima di capire bene il senso di quello che era successo, conservando tutte quelle cose in silenzio nel loro cuore.
Rispetto a questo brano io posso aggiungere, per esperienza, che quando il Signore ci concede una sua grazia, anche noi rimaniamo esterrefatti e stupiti, anche se non è la trasfigurazione, ma in ogni modo è sempre un qualcosa che ci lascia senza parole e senza spiegazione, allora anche se al momento non capiamo a fondo, non realizziamo subito il senso dell'accaduto, viene automatico restare tre giorni senza dire nulla e poi pian piano si riesce a mettere a fuoco quello che è successo.
Quanto sarebbe bello poter essere trasfigurati in Gesù, riuscire a fare della nostra preghiera e della nostra vita una ricerca intensa di comunione con il regno dei cieli, il nostro desiderio sarebbe legittimo, come lo è stato per gli apostoli, che hanno chiesto di poter fare tre capanne.
Legittimo voler restare con Gesù, ma ancora non era risorto dai morti, e gli chiese di tacere, fino a che tutto fosse compiuto; ed oggi che senso dare a queste parole?
Gesù è risorto, è con noi, possiamo vivere con lui la nostra esperienza di vita sulla terra, possiamo dimostrare di aver compreso almeno in parte il suo messaggio, possiamo chiedergli di trasformarci in uomini e donne nuove, ma per farlo, dobbiamo credere che Gesù è il figlio che Dio ci chiede di ascoltare ed affidarci a Lui.

venerdì 10 marzo 2017

(Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.

VANGELO DI SABATO 11 MARZO 2017
(Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, fortezza di chi spera in Te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
La logica che ci lega alla terra è fatta di simpatie e di antipatie, di cose belle e cose brutte, di odio e di amore. Tutti siamo capaci di provare dei sentimenti, anche gli animali, che sicuramente sono migliori di noi anche in questo.
In genere i nostri sentimenti debbono essere corrisposti, ricambiati, perché non siamo proprio abituati a dare gratuitamente e siamo più inclini all’ indifferenza e al rancore che all’ amore.
Ma noi non siamo solo uomini, siamo anche Cristiani e nella logica di Cristo,
l’ amore supera i nostri limiti. Ama il tuo nemico, perché Dio lo ama, è tuo fratello.
Se ami Dio, se vuoi condividere con lui il sogno, non puoi essere tu a decidere chi amare, devi fidarti di Dio. Io sono sicura che molte persone che per noi non hanno speranza, saranno invece davanti a noi sulla via del paradiso.
Il Signore sa come e quando chiamarci, ricordate la frase: “ non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi “? Poi si, è vero, abbiamo il libero arbitrio; la scelta è la nostra, se dire si o no a quella chiamata, ma come con Paolo, così fa con tutti noi, sono solo i tempi ed i modi che differenziano.
Gesù ci invita ad amare, sempre e nonostante tutto, perché è da questo che si riconosce il Cristiano, anche i pagani sanno amare chi li ama, ma il Cristiano deve tendere ad amare anche il suo nemico.
Abbiamo tanti esempi di gente che ha saputo amare e perdonare come ha fatto Gesù; un esempio è suor Maria Laura Mainetti, la suora uccisa a Chiavenna da tre ragazze, che hanno dichiarato al processo, che mentre la colpivano, chiedeva a Dio di perdonarle.
Dal gesto insano di tre ragazze, all’ amore incondizionato della piccola suora, e da allora, tanti piccoli fiori sono fioriti da quel seme d’amore. I disegni del Signore non sono i nostri, ma noi possiamo farne parte nel bene o nel male. Satana propone ma Dio con il nostro aiuto Dispone!

giovedì 9 marzo 2017

(Mt 5,20-26) Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.

VANGELO
(Mt 5,20-26) Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore. 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Santo Spirito a recepire con quanto amore Gesù ci invita alla pace, ci guida a capire che non è seguendo una legge che si conquista la pace, ma vivendo l'amore si costruisce.
Quaresima e pace, occasione di crearla, occasione per imparare a viverla. Il mondo fuori grida le sue battaglie, alza la voce sui deboli e usa la prepotenza per affermare le sue ragioni. È così difficile vivere la pace! Basta accendere la tv e la violenza varca la porta, riempie la casa ed ho voglia di piangere! Tutti arrabbiati, tutti nervosi, pronti a saltarci addosso per nulla, pronti a reagire per non farci schiacciare... E ci definiamo Cristiani... Ma come? Ma quando ? Presi a vivere di corsa, ad afferrare tutto quello che capita, a non voler rinunciare a nulla... Tutto è così fallace in questo mondo, ma noi siamo presi a viverlo da non saper vedere altro. Ecco che allora le parole di Gesù fanno male, suonano forte nel mio cuore e mi fanno capire che per seguire Gesù, non è questa certo la strada... Convertirci, ricominciare nonostante i nostri fallimenti e cercare di capire che l' unica vera via è quella dell' amore, non ce ne sono altre. Forse non abbiamo ancora capito quale dono ci fa Gesù, con quanto amore ci guarda, ci implora di amare e di amarlo. Un giorno riflettevo con un sacerdote, di quanto mi dia fastidio vedere che tutti si rivolgono agli altri con superiorità, che tutti si innalzano sugli altari ed ogni volta cercano di insegnare ad un altro come deve vivere, come pregare, come fare questo, come fare quello! Siamo prigionieri delle parole, dei preconcetti e della nostra superbia; tutti ci sentiamo così giusti da poter dire agli altri come agire, ma non è altro che la nostra superbia che parla, ecco perchè poi non sappiamo accettare un consiglio e diventiamo permalosi, non riusciamo ad ascoltare neanche i consigli di Dio, pensando che ci vuole obbligare ad essere diversi da quello che siamo, e non che ci guida per il nostro bene! Ti prego Signore perdonaci, liberaci da tutte le nostre catene, insegnaci a vivere la gioia dell' amore, Tu che ti sei speso tutto per noi, insegnaci a donarci perchè nello scoprire l'amore, possiamo imparare a seguirti davvero!

mercoledì 8 marzo 2017

(Mt 7,7-12) Chiunque chiede, riceve.

VANGELO DI GIOVEDì 9 MARZO 2017
(Mt 7,7-12) Chiunque chiede, riceve.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Parola del Signore  

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ispirami o Dio, attraverso lo Spirito Santo, quale strada deve seguire il mio cuore per percorrere le Tue vie, senza timore di sbagliare e di ascoltare falsi profeti.
Dopo averci insegnato a pregare, Gesù ci fa conoscere la meravigliosa bontà e disposizione del Padre.
Per farlo ci fa il paragone con il nostro padre terreno, che si presume ci ami al di sopra di tutto, ma come noi non è perfetto nell'amore come Dio.
“ Chiedi e ti sarà dato, bussa e ti sarà aperto” sono le parole con le quali Gesù ci dice che se ci rivolgiamo a Dio con tutto il cuore, e con una vera disposizione a seguire le sue vie, a conoscerlo, Egli ci darà tutto quello che chiediamo, perché non aspetta altro che la nostra conversione a Lui e alla sua parola. Ora si tratta di capire qual' è la giusta disposizione per porci davanti a Lui, e sicuramente non è quella di pretendere già di sapere quali sono le cose giuste per noi, quindi accettiamo la sua volontà e cerchiamo di comprendere che se il Signore permette determinate cose e situazioni, lo fa per il nostro bene, perché sa qual' è il nostro bene, e quello di tutta l'umanità, poiché Lui è l'unica via per la nostra salvezza.
Un' altra cosa che possiamo notare e come in questo brano Gesù ci parli di quello che negli uomini è la normalità, invece per Dio può essere la risposta del mondo al nostro bisogno di aiuto. Avere gli uomini per amici, non è che sia sbagliato, assolutamente, non è questo che ci vuole dire Gesù, ma ci avverte che gli uomini sono un pochino egoisti, e non è che abbiano a cuore il nostro benessere, ma pensano molto più al loro. Dio invece ci ama e sa che cosa è meglio per noi, perciò quando preghiamo, e facciamolo spesso, anche per le piccole cose, non chiediamogli di accontentarci, ma di fare quello che è meglio per noi, e fidiamoci, Lui sa quello che fa! Gesù ci sprona a fidarci di Dio anche nel dare, non solo nel chiedere, perché la legge di Dio è giusta in tutto, e in proporzione a quello che sapremo dare, potremo ricevere.

martedì 7 marzo 2017

(Lc 11,29-32) A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.

VANGELO
(Lc 11,29-32) A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Parola del Signore  

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito di Dio, ad indicarmi i segni che contano per il mio Signore; a dirmi cosa è giusto che veda e che faccia per non sbagliare ai Suoi occhi, perché solo questo io voglio.
In primo luogo, mettiamoci di fronte a Gesù con tutti i nostri difetti, ritrovandoci purtroppo, insieme a quelle persone che seguivano Gesù in cerca di segni e non per ascoltare la sua parola e metterla in pratica.
Facendo questo invece, potremmo vedere i segni dentro di noi e sarebbero dei segni di quanto Dio può operare in ogni uomo che segue la sua parola con fede. Giona ragiona con il suo cervello e mette in dubbio quello che Dio gli chiede di fare, non ha fede, ma poi, viste le conseguenze del suo rifiuto al Signore, si pente e ammette la sua colpa.
L'ammissione della colpa davanti agli uomini, non ottiene lo stesso risultato che la richiesta di perdono davanti a Dio, perché gli uomini lo buttano in mare per salvarsi, ma il Signore gli concede ancora la possibilità di redimersi e dopo tre giorni lo fa ritrovare sulla spiaggia.
Compie la sua missione e nonostante il suo pensiero negativo, il popolo di Ninive si converte; ma lui ancora non ha capito e vorrebbe che Dio punisse quel popolo… dimenticando che anche lui aveva disobbedito a Dio, e che anche lui allora era degno di essere punito.
Dio ama il suo popolo, i suoi figli, non cerca vendetta né cieca obbedienza, ma come un Padre misericordioso, invia suo Figlio tra noi per aiutarci a comprendere il senso del suo amore.
Se non crediamo che il Cristo sia la più alta espressione dell’amore di Dio e non seguiamo la sua parola, non ha senso che cerchiamo dei segni di prodigio negli avvenimenti che ci circondano, perché il prodigio che conta per il Signore è la conversione di tutti i suoi figli alla sua parola, perché attraverso i suoi insegnamenti riusciamo a passare per quella porta stretta che ci fa entrare nel regno dei cieli, già da questa terra.
Seguiamo la parola di Gesù, ascoltiamola con il cuore e cerchiamo di farla entrare in noi con avidità, perché diventi l’ unica strada da percorrere.
Non giriamo la testa in cerca di segni, perché da soli non saremmo neanche in grado di riconoscere il vero dal falso, e solo grazie all’ azione dello Spirito Santo, e per grazia di Dio, possiamo farlo.

lunedì 6 marzo 2017

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

VANGELO
(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami per capire le meravigliose parole di Gesù.
Credo che sul Padre Nostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato, si sia detto e spiegato tutto; quindi non mi soffermerò ancora una volta a riflettere sulle parole della preghiera, ma cercherò di trovare il senso che ha questo discorso di Gesù, aiutata dalle indicazioni che la Chiesa ci da, unendo questa lettura alle altre di oggi. Perchè la preghiera sia efficace, non servono le parole, ma quanto ci lasciamo trasformare dalla preghiera stessa. Le parole possono essere anche belle, ma vane se non sono accompagnate da intenzioni sincere e dal desiderio di un vero colloquio, senza finzioni, con il nostro Dio. Nessun cammino porta lontano se gira intorno a se stesso; infatti a volte parliamo di amore, ma non riusciamo ad amare; parliamo di perdono, ma non proviamo neanche a perdonare. Nelle parole che Gesù ci insegna è scritta la nostra salvezza o la nostra condonna, perchè senza giri di parole ci dice : -Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.- Quindi non sprechiamo parole, ma cerchiamo di disporre prima tutto perchè le nostre parole possano essere prese sul serio da Dio. Il perdono che desideriamo per noi, dobbiamo desiderarlo anche per i fratelli, erchè,per quanto possiamo fare,è comunque un perdono al quale non avremmo diritto, ma che ci viene concesso per la grande misericordia del nostro Padre. Un bel fioretto sarebbe imparare a non giudicare e non condannare nessuno, ma dire una preghiera per chiedere perdono per coloro che sono lontani “secondo noi” dal cammino di conversione, tenendo presente che noi per primi, siamo ancora in cammino, e purtroppo, spesso giriamo a vuoto.

domenica 5 marzo 2017

(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

VANGELO
(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
A Te o Santo Spirito mi rivolgo per capire quello che non posso capire, aiutami, secondo quello che tu ritieni giusto.
Leggendo questo brano non possiamo restare indifferenti pensando, come davanti a certe parabole, che Gesù parli in modo troppo semplice,di cose veramente difficili da attuare, come perdonare ed amare i propri nemici, tanto per fare un esempio.
Una vita non basta per imparare a vivere da cristiani, ma la nostra aspirazione dovrebbe essere quella di vivere imitando Cristo, quella di vivere già sulla terra da Santi, come il Santo di Dio, ma poiché il divario è troppo, spesso rinunciamo. Quello che però riusciamo a percepire è che la nostra vita da cristiani non finisce qui, non si ferma con la morte del corpo come un qualsiasi ingranaggio che si rompe e che si butta, ma ha in se qualcosa di più, qualcosa di santo, di divino, che ci permette di passare oltre. Quello che il Signore ci fa oggi , non è una proposta, ma un avvertimento.
Un avvertimento è un messaggio che ci avverte di un pericolo vero, che incombe, ed in questo caso quello che incombe è il giudizio finale che, sia che crediamo o no, toccherà a tutti. Come dico io, quando passeremo alla cassa a pagare il conto, non ci saranno sconti, non potremo dire nulla in nostra discolpa, che possa cambiare le cose, perchè saremo davanti al Signore che conosce ogni cosa, e credo che allora avremo anche una piena coscienza del peccato.
Io penso che quando l' anima, si sarà staccata dal corpo, perderà quella terrena incoscienza, perdendo la parte mortale contaminata dal peccato di superbia, e si riconoscerà in tutta la sua innocenza, tanto che ogni peccato sarà come una macchia enorme sull' abito candido e sarà visibile anche a noi.
L’immortalità è stato sempre il sogno degli uomini, ma non è di questa immortalità che Gesù ci parla, ma dell’ immortalità dell’ anima e ci promette cieli nuovi e terra nuova, perché tutti quelli che muoiono in Adamo possano rinascere in Gesù ed in Lui risorgere.
Farci troppe domande non serve, bisogna imparare a conoscere Gesù Cristo, ascoltare la sua parola, e solo così potremo imparare a fidarci di Lui, perché senza fede, potremmo parlare di tante forme di vita, ma non potremmo mai comprendere il mistero dell’ eternità che ci dona solo Dio.
Però Gesù parla chiaramente anche di premio e di pena ed è chiaro che un Dio giusto, darà una pena giusta. Pertanto a colui che pecca mortalmente è dovuta la pena di essere totalmente escluso dal conseguire l’ ultimo fine.

sabato 4 marzo 2017

(Mt 4,1-11) Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.

VANGELO 
(Mt 4,1-11) Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato. 
Dal Vangelo secondo Matteo 
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE 

PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e guida i passi della mia anima tra i viali della tua parola, perchè possa coglierne i frutti. 

Due sono i personaggi, ma la posta in gioco è talmente importante che satana è disposto a concedere (a suo dire) tutto quanto è in suo possesso, per vincere su Gesù. Due sono i luoghi in cui Gesù venne condotto: il primo fu il deserto, da dove il diavolo dopo 40 giorni lo prese e cominciò a tentarlo. La cosa che io vedo, è che satana propone a Cristo di essere un Dio diverso da quello che è, e gli propone di essere un Dio che si mostra in tutta la sua potenza, che dimostra e quindi impone la sua presenza; un Dio che serve, come un maghetto, pronto a soddisfare ogni capriccio dell’ uomo, per piacere agli uomini. Ma non è questa la scelta! Gesù non accetterà i suggerimenti del demonio, e resisterà alle sue seduzioni, pur sapendo che quello che satana propone gli darebbe una maggiore stima nel mondo, perché gli esseri umani cercano proprio un Dio così, che usi tutti i suoi poteri al loro servizio. La corona che Gesù però, sceglie di portare, per la salvezza di tutti quelli che vengono sedotti dal male, è la corona di spine, quella della sofferenza, dell’amore; una corona che fa dubitare della sua potenza anche i discepoli più fedeli e che ancora oggi si chiedono, quando le cose vanno male: Dio dove sei?

venerdì 3 marzo 2017

(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

VANGELO
(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.
+ Dal Vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di vivere nel mio cuore con la tua sapienza, di illuminarmi la mente ed il cuore, amore unico e perfetto.
Stupendo Gesù, che passa tra i peccatori e non vede il loro peccato, ma vede il fratello da salvare, è così che egli va davanti a Levi e lo chiama, e lui, che sembrava senza cuore, cede e lo segue. Ma la storia non finisce qui per far comprendere come il suo messaggio di salvezza sia per tutti, si reca con lui nella sua casa, e siede al tavolo con i suoi amici, anch’ essi considerati degli emarginati dai farisei e dagli scribi. Questo naturalmente è una provocazione per questi ultimi, ma Gesù spiega che non è venuto per i sani, ma per gli ammalati; non per i giusti, ma per i peccatori. Questa frase può significare forse che i farisei non avevano bisogno del Signore perché rispettavano la legge?Assolutamente no, perché già il fatto che facevano delle discriminazioni li rendeva ingiusti. Tutti siamo bisognosi della parola di Dio, tutti abbiamo un cammino da fare per raggiungere la santità, e nessuno di noi deve sentirsi migliore degli altri e già salvo, ma ricercare continuamente la perfezione attraverso la Sua parola, facendo continuamente un confronto con la nostra vita e la vita di Gesù, per cercare di non fare come i farisei, che a parole erano perfetti, ma nei fatti, non facevano altro che recintare e mettere dei paletti alla misericordia di Gesù.

giovedì 2 marzo 2017

(Mt 9,14-15) Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.

VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di rinnovare in questo periodo di quaresima, la mia fede, la mia anima ed il mio cuore, perché sempre fedele alla tua parola, possa seguire la via segnata per noi da Gesù.
Quanto è viva la nostra fede? Quanto in noi c'è la speranza? Il cristiano sa che al di là della morte del Signore, c'è la sua resurrezione e non dobbiamo interpretare questo periodo di quaresima come un periodo di tristezza, ma di conversione profonda, di impegno reale, di ricerca di comunione, di tenerezza. Fare Quaresima, non significa fare a meno, ma fare di più, fare meglio.
Incontro Gesù nel Getzemani e lo vedo triste, allora mi chiedo da dove viene questa tristezza. Gesù non ha altri interessi nel mondo che noi uomini, vederci voltare le spalle alla grazia lo rende triste, per cui la cosa che dobbiamo fare è accettare con slancio ogni grazia ci viene trasmessa. Percorriamo la via crucis e cerchiamo di lenire il suo dolore, non lo tradiamo, come ha fatto Giuda. Non siamo falsi, ma testimoni di una fede si faticosa, ma autentica. Viviamo da amici di Gesù, amici degli altri uomini, rinunciando a voler predominare su tutti. In questi momenti di angoscia per il mondo, comportiamoci da cristiani, accogliendo i fratelli in difficoltà e non sventolando ideologie politiche ed egoismi. Non facciamo di Cristo un re di burla, incoronandolo con bugie, dicendo di amarlo e dimostrandogli il contrario. Quella croce che Gesù ha abbracciato per noi grida al nostro dovere di prenderne coscienza, di cambiare atteggiamento .
Formiamo famiglie in cui si cantino inni alla vita, si percepisca il dono che ogni figlio rappresenta, e cerchiamo di trasmettergli questi valori, non di vestirli all'ultima moda. Sotto alla croce Maria ci insegna che l'amore non é fuggire la sofferenza, ma condividerla. La quaresima ci insegnerà che la fede non è teoria d'amore, ma pratica d'amare; è stare tutto il tempo che possiamo con Gesù, è tenerlo stretto e farci stringere al suo cuore, grondante d'amore per noi.

mercoledì 1 marzo 2017

(Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.



VANGELO
(Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Signore a perdere la mia natura terrena per vivere sulla terra come Tu ci hai insegnato.
Siamo così impregnati del nostro fango, dal quale siamo stati tratti, che togliercelo di dosso è davvero difficile.
Anche chi ha scelto di seguire il Signore, non riesce a rinnegare e se stesso; purtroppo questo è spesso motivo di scandalo, anche se per i loro peccati sono molto più indulgenti che per i nostri.
Anziani e sacerdoti allora, come ora, più che seguire quello che fa Gesù, sono impegnati a rinnegarlo. Ogni volta che la decisione si fa difficile, ogni volta che c'è da fare uno sforzo, rinunciano più facilmente a seguirlo... e noi dietro a loro.
La nostra vita sempre sul bordo di un baratro, sempre in bilico tra bene e male e noi che non riusciamo mai a decidere definitivamente perchè spostiamo i confini secondo il nostro comodo.
Lasciamo che Cristo ci guarisca, lasciamo che ci rivesta d' amore ed usiamo tutta la nostra forza, per piegare le nostre ginocchia, per tacere pettegolezzi e giudizi, ed apriamo gli occhi del cuore a Lui ed a LUI SOLO. Amen .

martedì 28 febbraio 2017

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

VANGELO
(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci verso la beatitudine dei figli di Dio, istruisci le nostre menti su come dobbiamo comportarci; insegnaci a sopportare con pazienza ed umiltà le cose che non possiamo cambiare.


Inizio una nuova riflessione, perché le parole " la vostra giustizia " mi fanno pensare che spesso quello che per noi è giusto, non è giusto per Dio e lo sappiamo benissimo, ma fingiamo di ignorarlo e ci giriamo le cose, fino a che non convinciamo noi stessi e gli altri, che Dio ci darebbe ragione...
Si parla spesso oggi di buonismo, che è come dire falsa bontà.
Lo si fa nei confronti degli extracomunitari, dei profughi e di ogni altro tipo di persone, semplicemente diverse da noi.
Lo fanno i politici, per non perdere i consensi e lo fanno tante persone per
" sembrare " politicamente corretti, che vuol dire in fine apparire una persona aperta, libera, nella forma e nella sostanza, da ogni tipo di pregiudizio razziale, etnico, religioso, di genere, di età, di orientamento sessuale, o relativo a disabilità fisiche o psichiche della persona.
Ma è tutta una bufala!!!!
Un esempio ce l' abbiamo quando ci troviamo davanti ad una scelta che ci riguarda, del tipo per esempio, se far nascere un figlio con la possibilità che nasca malato; quante volte ho sentito dire, non è giusto... allora è giusto farlo morire?
Quante volte l' uomo si indigna davanti ad un' ingiustizia?
Quante volte agisce contro chi la commette?
Siamo capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo, come diceva Che Guevara?
Spesso commette ingiustizia non solo colui che fa qualcosa, ma anche colui che non la fa.....
Quante volte chiamiamo giustizia la vendetta?
Dobbiamo imparare a vivere nel mondo, senza farci contaminare dal mondo e dalla sua falsa giustizia e dobbiamo imparare ad avere rispetto delle idee altrui, ma anche e prima di tutto, a far rispettare ed a rispettare per primi, il pensiero di Dio, il piano che Lui ha formato per le Sue creature e che è meraviglioso.
Il Dio della Bibbia agisce " dall'interno ", cambiando il cuore umano, " verso l'esterno " per influenzare la società.
L’uomo senza timore di Dio e senza rispetto della Sua Parola, agisce
“ dall’ esterno ”, cambiando la società, per arrivare “ all’ interno ”, pensando di cambiare il cuore dell’ individuo.
L' unica nostra salvezza è la misericordia di Dio che non si stanca mai di richiamarci e perdonarci...

lunedì 27 febbraio 2017

(Mc 10,28-31) Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.


VANGELO
(Mc 10,28-31) Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Concedimi o mio amato, la luce del tuo Spirito, per comprendere a pieno le tue parole, per inserirle nella mia vita e farmi muovere sui tuoi passi. Io sento di amarti e vorrei essere veramente come Tu mi vuoi, insegnami.
Il giovane ricco è appena andato via… non se la sentiva di vendere tutti i suoi averi per seguire Gesù, non se la sentiva di rinunciare a qualcosa che, secondo lui, gli apparteneva. Pietro guarda Gesù e timidamente gli si avvicina e gli chiede se loro che hanno lasciato tutto per seguirlo, sono a posto? C’è qualcosa in Pietro che gli fa presagire che la risposta non sarà quella che si aspetta, sembra che con Gesù non si riesca mai a capire fino in fondo, quello che è giusto, quello che vuole. Infatti, Gesù fa una precisazione che come al solito, lo lascia esterrefatto. Dice che, già solo il fatto di seguire la sua parola, apre degli scenari completamente diversi nella nostra vita; il sapere che essa non è fine a se stessa, ma che è inserita in un progetto di Dio, è una proposta accattivante che dite? Lasciare tutto, non vuol dire mettersi a fare il barbone, ma non essere attaccati a nulla, non avere delle cose più importanti di Dio, che ci possono fuorviare ed è questo per noi molto difficile. Lo era ai tempi di Gesù, in cui si viveva di poco e lo è ancor di più oggi che tutto sembra essere di primaria importanza, irrinunciabile e per avere tutto si è disposti a tutto, anche a lavorare per tante ore. C’è la macchina, i videogiochi, la discoteca, le serate divertenti, gli impegni dei figli… tutto così importante da non avere il tempo per il Signore. Una fugace messa di domenica e se il sacerdote fa un’ omelia troppo lunga, quanti visi scocciati…. Ma com’è bello ogni giorno aprire la giornata con la preghiera, affrontare le difficoltà con la fede che ci sorregge, sapere che non si è soli, leggere le scritture e cercare di capire alla luce dello Spirito Santo, che cosa ci dice il Signore. Io lo faccio con voi, ma vorrei tanto che tutti lo facessimo ognuno per proprio conto, per aver la possibilità di stare a tu per tu col Signore, aprire a Lui il nostro cuore, scoprire che quello che riceviamo e di gran lunga superiore di quello a cui rinunciamo. Anche Pietro capirà che deve rinunciare al suo orgoglio, alla sua presunzione, al suo carattere irruente, all'idea di essere perfetto, e lo capirà quando sarà messo alla prova in tutta la sua debolezza, e rinnegherà di conoscere Gesù per paura. Dobbiamo far posto a Gesù nel nostro cuore, e non ci rimetteremo, questo è sicuro!

domenica 26 febbraio 2017

(Mc 10,17-27) Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!

VANGELO
(Mc 10,17-27) Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e manda a noi dal cielo, un raggio della tua luce... Illumina i nostri cuori, perchè sappiamo riconoscerti e seguirti nel mondo in cui ci è concesso di vivere. Amen.
Il giovane che si presenta a Gesù, probabilmente non ha mai avuto problemi, viene definito ricco, e pensa che, dato che ha sempre vissuto onestamente, la salvezza gli spetti quasi per diritto, eppure c’è qualcosa che la sua coscienza gli dice, qualcosa che gli sfugge. Sa che quello che fino a quel momento ha fatto, non gli è costato sacrificio, gli è stato naturale, rispondendo ad una legge che gli hanno tramandato e che è scritta naturalmente nel suo cuore. Gesù chiede però una scelta radicale, non un modo per aggirarla. Essere ricchi non è una colpa, e non è con la ricchezza che Gesù ce l’ha, ma con l' avarizia, che è spesso uno stato d'animo, un modo di essere di chi tende a cumulare per tranquillizzare se stesso. La paura di perdere quello che ci tranquillizza.... e qui torniamo al discorso iniziato nella riflessione di ieri: (http://bricioledivangelo.blogspot.it/2017/02/mt-624-34-non-preoccupatevi-del-domani.html , che spesso ci fa confondere e credere di poter essere padroni delle nostre sicurezze, ma troppe volte è come se mettessimo i nostri soldi in una scatola in cui possono entrare i topi per nutrirsene. “Rinuncia a tutto, dallo ai poveri”, questa pretesa può sembrare assurda al giovane, che aveva sì fatto una domanda al Signore, ma si aspettava che gli dicesse che quello che faceva era sufficiente. Ora invece capisce che non basta, che ci vuole una vera conversione; che quello che faceva poteva essere buono prima che incontrasse Gesù, ma ora non bastava più, perchè se l’incontro con Gesù non ci cambia la vita, non è certo per colpa sua, ma nostra che gli voltiamo le spalle, rifiutando di accoglierlo in tutto e per tutto.

sabato 25 febbraio 2017

(Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani.

VANGELO
(Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni su di noi Santo Spirito e insegnaci a vivere affidandoci a Te; dacci la forza di non lasciarci trascinare dal mondo, ma di godere della tua creazione con il massimo rispetto.
A volte pensiamo che non fare scelte decisive possa essere più conveniente, possa metterci al riparo , ma c’è una scelta che non possiamo evitare, che è quella che ci troviamo a fare quando ci troviamo in difficoltà: attaccarci a tutto ciò che è tangibile o affidarci a Dio. Purtroppo molti di noi, si sono ricordati di Lui solo nel momento del bisogno, quando hanno perso tutto quello che gli sembrava indispensabile ed hanno sentito la terra vacillare sotto ai piedi. Viviamo come se il denaro, il benessere, la situazione immobiliare; possano essere garanzie per il futuro, quando purtroppo, non siamo neanche sicuri di averlo un futuro! Molte persone appena perdono le loro sicurezze terrene si preoccupano e disperano, e questo, anche se umanamente è comprensibile, è segno che non è nel Signore che confidano. Quello che è accaduto in questi ultimi tempi nella nostra patria avrebbe dovuto far riflettere tutti, ma non mi sembra che sia cambiato molto. Si continua a vivere senza il minimo imbarazzo rispetto a chi ha perso tutto; senza preoccuparci di dare una mano, di chiedere cosa possiamo, nel nostro piccolo, fare; delegando ad uno stato completamente assente la situazione di tante situazioni che solo per caso, non ci hanno toccato da vicino. Matteo mette in risalto le parole di Gesù con le quali ci dice con una chiarezza sconcertante, che nella vita è una questione di scelta d’appartenenza. Non si può vivere nel mondo ed essere del mondo e allo stesso tempo servire Dio. Appartenere a Dio vuol dire confidare che da Lui ti verrà tutto quello che ti serve per vivere e questo è importante che lo ricordiamo, come è necessario che ci rendiamo conto che noi siamo le mani di Dio. Usciamo dai nostri egoismi e adottiamo un fratello...se ognuno di noi al mondo , si occupasse almeno di un’altra persona, non ci sarebbe più nessuno che vive disagiato.

venerdì 24 febbraio 2017

(Mc 10,13-16) Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.


VANGELO
(Mc 10,13-16) Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Aiutami o Santo Spirito a comprendere ed a riferire quello che Tu desideri sia compreso.
“ In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. “
Basta già solo questa frase per capire che i discepoli di Gesù avevano una concezione del loro Maestro abbastanza errata... loro che lo seguivano, in fondo non riuscivano a comprendere la sua apertura a tutti gli esseri viventi.
In questo caso vediamo che sono infastiditi dai bambini, e da chi,probabilmente le loro madri, glieli portava.
Ma queste però, avevano compreso, a questo riguardo, più dei Suoi stessi discepoli.
Gesù amava e chi ama veramente non può fare che bene.
Potrei dire tante altre cose, ma credo che questo basti per capire il messaggio che oggi le scritture ci danno; di mio vorrei aggiungere solo, preghiamo per chi non permette ai bambini che gli sono affidati da Dio, di avvicinarsi al Signore.

giovedì 23 febbraio 2017

(Mc 10,1-12) L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

VANGELO
(Mc 10,1-12) L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Aiutami Signore ad essere attenta alla voce dello Spirito, per farla mia ed attuarla nella mia vita.
Un nuovo incontro con questa parola che Gesù vuole sia ben compresa .
Mosè da uomo si piegò al volere degli uomini, alle loro usanze, ai loro desideri, ma Gesù  ha relativizzato l’importanza, attribuendo a Mosè e non a Dio alcune parti della legge stessa: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così” .
Questo per gli ebrei non era certamente cosa da poco, perchè per loro “ Il LIBRO DELLA LEGGE “ veniva da Dio stesso e Gesù “sostituiva “ alle regole la pratica dell’amore che va oltre.
Dio non si manifesta solo nel Libro, ma nella vita del Figlio che ce lo ha rivelato; non nei codici da osservare, ma nell’amore da accogliere; non chiede obbedienza alla Legge, ma somiglianza al suo modo di vivere dimostrato da Gesù.
per questo Gesù ha detto: “ Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.”

mercoledì 22 febbraio 2017

(Mc 9,41-50) È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.

VANGELO
(Mc 9,41-50) È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e insegnami a comprendere la parola del Signore, dammi la possibilità di spiegare bene quello che tu vuoi che io inserisca in questa mia riflessione, perché possa arrivare là dove tu vuoi che arrivi. Amen.
Continuala spiegazione di Gesù su quello che vuol dire appartenere a Cristo e già da questa prima frase: - Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome- fa comprendere che ogni cosa fatta nel nome del Signore sarà ricompensata e viceversa ogni cosa fatta male ai Suoi occhi, che sia motivo di scandalo, sarà punito.
Questo potrebbe sembrare un discorso rigido e freddo, ma se leggiamo tra le righe il senso del discorso, vediamo che invece è dettato dal grande amore che vuole spingerci ad una scelta definitiva e non basata sull’apparenza, ma nella concretezza e consapevolezza che una vita cristiana va vissuta dalle piccole alle grandi scelte.
Niente indecisioni quindi, perché le stesse sono tentazioni di vivere contro il volere di Dio e possono portare alla perdizione.