martedì 20 dicembre 2016

(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?

VANGELO
 

(Lc 1,39-45) A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’ adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.


 
RIFLESSIONE DI LELLA
 
PREGHIERA : O spirito di Dio,vieni a portare in me la luce della tua parola, perché io sono qui che dico,sia fatta in me la tua volontà.

- I disegni di Dio, non sono così facili da scoprire ed accettare, perché ci portano in una totalità della storia del mondo che non possiamo conoscere; quindi la differenza la fa il nostro modo di accettare la sua volontà.
Elisabetta si era quasi nascosta, sconvolta dal destino che le era capitato, in un silenzio simile a quello del marito Zaccaria che era diventato muto.
Alla visita di Maria, tutto in lei esulta, e riconoscono insieme di essere state scelte dal Signore; insieme ringraziano e benedicono il miracolo che in loro veniva compiuto.
Donne che hanno accettato che il figlio che loro aspettavano era un dono di Dio, o donne di oggi che considerano un figlio come una cosa loro!
Donne che erano fuori dalle regole e che hanno vinto le loro paure confidando in Dio, o donne di oggi che vogliono gestire la loro gravidanza anche nei tempi!
Elisabetta riconosce che Maria è piena di grazia, ossia che il Signore ha operato in lei grandi grazie e le dice: - beata te che hai creduto! -
Riconosce che mentre lei ha avuto mille dubbi e mille paure nell’ accettare, la piccola Maria si è concessa completamente all’ azione dello Spirito Santo,dicendo: - eccomi,sono la serva del Signore, si compia in me la sua parola. -
Beati coloro che accettano il Signore nella loro vita, che gli fanno posto dentro di se, che hanno il coraggio di sfidare il mondo con la forza della fede; che la condividono con i fratelli, così come ha fatto Maria.

lunedì 19 dicembre 2016

(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio, e lo chiamerai Gesù.

VANGELO DI MARTEDI 20 Dicembre 2016

(Lc. 1,26-38): (Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio , e lo chiamerai Gesù.

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.


RIFLESSIONE DI LELLA 

PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito e guidaci come facesti con Maria alla conoscenza del volere di Dio, e come lei, fa che sappiamo accettarlo.
 
- Quello che oggi ascoltiamo e il vangelo dell’ annunciazione dell’ Arcangelo Gabriele a Maria, proviamo a capire che cosa succede tra gli uomini e Dio.
Maria è una giovanissima ebrea, vive la sua adolescenza come tutte le brave ragazze di buona famiglia della sua regione. Chi ha letto L'Evangelo come mi è stato rivelato " della mistica Maria Valtorta," sa che Gesù la definisce la secondogenita del Padre.
Dio interviene nella sua vita e lei, che già faceva tutto quello che era in suo potere, per compiacere Dio, si trova a dire un si che stravolge tutta la sua vita e quella delle persone che sono legate a lei.
Appartenere a Dio, non esclude la Vergine dalla sua vita terrena, ma questa deve fare i conti con questa nuova dimensione di vita. Essere nel mondo, ma non essere del mondo, così come ci ripete Gesù.
Gli ebrei che non l’ hanno riconosciuto, la speranza non è ancora nata, e la salvezza non è stata riconosciuta, ma per noi cristiani questo piccolo bambino firmerà con il suo sangue il nostro perdono.
Gesù è il cambiamento che avviene, l’ uomo nuovo che nasce per noi e per farci vivere non più come semplici uomini, ma per riconoscerci in lui figli dello stesso Dio.
Con Lui siamo riscattati dal peccato, ma dobbiamo essere anche coerenti con la nostra nuova condizione.
Nulla è impossibile a Dio, nulla è impossibile all’ uomo che ha fede, spesso Gesù ci ripeterà che è la fede che salva, che guarisce, e noi dobbiamo fare tesoro di ogni attimo di vita di Gesù, per farlo nostro, cominciando proprio dalla semplicità nella quale è nato, che getta le basi sulle quali fondare la nostra fede, nell’ umiltà.
Imitazione di Cristo e di Maria.... non un libro da leggere, ma la nostra storia da vivere. So benissimo quanto è facile a dirsi e difficile da farsi, ma credo che per vivere in comunione con Gesù, dobbiamo proprio fare come tanti santi prima di noi, per non restare inermi ad aspettare l’unione, dobbiamo incamminarci verso di essa ; procedere sulla via della santità, invece di fermarci ad ogni passione.... e fare che l’unica grande passione, sia raggiungere l’unione con Dio!

domenica 18 dicembre 2016

(Lc 1,5-25) La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.

VANGELO DI LUNEDI 19 DICEMBRE 2016
(Lc 1,5-25) La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.
+ Dal Vangelo secondo Luca


Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».


Parola del Signore.






 LA MIA RIFLESSIONE


PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito, ti prego, vieni e soffermati su di me che voglio capire; vieni e aiutami a discernere quello che tu vuoi insegnarmi da quello che viene dalla mia scarsa intelligenza, e aiutami a vedere quello che tu vuoi insegnarmi.


Zaccaria è nella tenda del Signore e si preoccupa di quello che pensa la gente di fuori, del tempo che passa, di quello che deve dire…. preoccupazioni inutili, perché il Signore lo rende muto. Per gli ebrei la sterilità era una grave disgrazia, tanto che c’ era la possibilità di ripudiare la moglie o di fare figli con le schiave, perché la discendenza era molto importante.
Zaccaria ed Elisabetta dedicavano la loro vita al tempio e mentre era in preghiera, ecco che il Signore si china verso di lui e accoglie quella che era la preghiera di sempre del povero Zaccaria.
Uno si aspetta che a quel punto, alla promessa dell’ angelo, egli venga preso dalla gratitudine, ed invece ecco giungere per prima la paura, il dubbio… Non basta essere del tempio per saper riconoscere la verità, e questo perché non sempre si riesce a staccarci dalla parte umana, non sempre si decide veramente per Dio, magari le intenzioni iniziali ci sono, le promesse sono state fatte, ma poi ci si allontana dal servizio con i dubbi e le tentazioni prettamente umane.
Oggi vorrei invitarvi a pregare per i sacerdoti, perché sono le mani consacrate attraverso le quali passa la nostra salvezza, perché sono i discepoli consacrati di Gesù, e poverini, se noi siamo tentati, loro lo sono molto di più, e non è certo giudicandoli che li aiutiamo.



sabato 17 dicembre 2016

(Mt 1,18-24) Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.

VANGELO DI DOMENICA 18 DICEMBRE 2016

(
Mt. 1,18-24):
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
RIFLESSIONE DI LELLA
 
PREGHIERA :
Vieni Signore mio,con il tuo Santo spirito,ad aiutare la mia mente a capire quello che Tu ritieni giusto che io debba capire e a liberare la mia mente da tutto il resto.


Matteo continua a raccontarci la storia della nascita di Gesù,vedendola dalla parte di Giuseppe.

La notte di Giuseppe! Questo dovrebbe essere il titolo di questa pagina di vangelo; ve la immaginate la notte del povero Giuseppe? Dubbi, angosce, paura, delusione… credo che nella sua mente sia passato veramente di tutto, e molto probabilmente ha anche pianto e a lungo, perché alla fine è crollato in un sonno profondo….
Ecco ora l’uomo Giuseppe finisce di comportarsi da uomo, ora stremato si lascia andare, allenta le difese, smette di pensare, e il Signore riesce ad intervenire mandando un suo angelo.
Quello che mi colpisce e mi fa riflettere è proprio questo, quando l’uomo ha provato tutto, ha pensato tutto, si arrende a Dio, e da lì in poi tutto è possibile. Giuseppe, semplice falegname, aveva come promessa sposa la piccola Maria; una fanciulla mite e sicuramente degna del massimo rispetto, tanto che anche a lui riesce difficile pensare male di lei, quando le dice che aspetta un bambino.
 Giuseppe sa di non averla toccata, come può essere successa una cosa simile? E adesso che sarà di lei? Anche oggi come 2000 anni fa una ragazza che deve affrontare una gravidanza da sola si trova in mille difficoltà, dirlo alla famiglia, il giudizio della gente, ma in quei tempi era ancora peggio; una ragazza era messa al pubblico sdegno ed addirittura lapidata. Egli sente che non può farle questo, ma non può neanche sposarla! Non la sta giudicando, ma non comprende; le sue intenzioni erano altre: una casa, dei figli suoi, una bottega di falegname….. ed ora questa cosa gli sembra inaccettabile.
Molti uomini cercano di capire come una Vergine possa aver partorito ed essere restata tale, ed a questo proposito io vorrei dire: che questo possa essere un dubbio legittimo in chi non crede in Gesù Cristo, è normale, ma quando si riesce a scoprire ed accettare il mistero dell’incarnazione di Dio, perché questi dubbi? Perché resistere al miracolo della fede? Perché cercare di capire e limitare Dio? Che tipo di fede è questa?
Nella nostra vita avremo avuto e avremo sempre dei momenti in cui ci sarà difficile comprendere i disegni di Dio, ma se ci affidiamo a lui, tutto ci sarà poi comprensibile. Senza il Sì di Maria e di Giuseppe noi non saremmo qui dopo 2000 anni a parlare dei disegni di Dio, non aspetteremmo ancora una volta un Natale che ci rappresenta la nascita di “Dio con noi”, non spereremmo in un mistero ancora più grande di noi, in cui un piccolo esserino che sceglie di nascere in una stalla e morire su una croce, cambierà la storia della nostra vita!
Ma quando Dio decide di intervenire nel mondo, non ci chiede il permesso, anzi, a volte sconvolge i nostri piani ed è proprio quello che ha fatto con Giuseppe, che, poverino, credeva di aver già programmato la sua vita.
Se la nostra vita, non è sconvolta dall’arrivo di Gesù, se non cambia nulla, c’è qualcosa che non quadra, forse non è a Gesù che diamo ascolto, ma al nostro IO che grida più forte di DIO!
La vita del mondo ci spinge a cercare il benessere e la sicurezza nelle cose materiali, nel lavoro la solidità del futuro, ecc. e seguendo questi schemi è facile che quando qualcuno dei paletti su cui poniamo le basi della nostra esistenza, ci viene a mancare, ci sentiamo franare la terra sotto ai piedi e temiamo che tutto possa crollare, ma se la nostra vita è basata su solide fondamenta e sulla fede, niente, neanche la prova più dura, ci metterà paura, perché in ogni cosa cercheremo di accettare e di riconoscere la mano del Signore e faremo riferimento a Lui.
Non sarà sempre facile, Gesù ci ha avvertito che seguirlo non è una passeggiata, ma ci ha anche convinto che è l’unica via possibile per la nostra salvezza.
San Giuseppe, tu che hai ascoltato la voce dell’angelo mandato dal Signore, proteggici e guidaci come hai fatto con il piccolo Gesù, che ti fu affidato da Dio, e guidaci nella vita verso il progetto di Dio per noi. Grazie, amen.

venerdì 16 dicembre 2016

(Mt 1,1-17): Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide.



Testo del Vangelo 

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

 
RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA
Vieni Spirito Santo di Dio, illuminami, fa che io possa riconoscermi in questa famiglia, in questa stirpe, come Figlia Di Dio. Vieni, datore di doni, riempimi di sapienza per poter conoscere tutto quello che Dio mi concede di sapere, per seguire la luce che indica la via segnata dalla stella fino all' umile stalla dove nacque Gesù e, da lì in poi vivere con il Figlio, il volere del Padre, alla luce del tuo Spirito. Amen.

La genealogia di Gesù, è riportata in due versioni nei Vangeli, quella di Matteo e quella di Luca, abbastanza dissimili tra loro, per vari motivi, ma questa è la parte che interessa gli studiosi teologi, o quelli che amano spaccare il capello in quattro.
Io non sto ad indagare sulle differenze, vi dico solo che probabilmente Luca sta riportando la genealogia di Maria mentre Matteo sta riportando quella di Giuseppe.
Attraverso entrambe i lignaggi Gesù è un discendente di Davide e quindi corrisponde alle caratteristiche del Messia. Tracciare la genealogia dal lato materno è una pratica insolita, ma era insolita anche la nascita da una vergine.
La spiegazione di Luca è che Gesù era il figlio di Giuseppe, “ così si pensava ” (Luca 3:23) Ma la fede in Gesù Cristo segna la fine di tutte le diatribe possibili, riunisce tutto i popoli della terra, ci rende tutti figli di Dio.
Nasce dalla famiglia di Davide, è vero, ma nella sua storia terrena manda i suoi discepoli ad ammaestrare i popoli di tutta la terra, è il primo grande eroe
dell’ unità, in un mondo che non sa far altro che dividersi, Lui rivoluziona tutto e ci dice che pur essendo diversi, di etnie, razze, popoli, colori, tutti siamo figli dello stesso Dio, fratelli in Cristo.
Non serve sapere altro, ma vivere questo è secondo me, già sufficiente per entrare a far parte di questo benedetto Regno di Dio. Una famiglia è unita da legami di sangue, d’ amore e, se solo pensassimo ogni giorno, prima di adirarci con un nostro fratello, che in lui scorre lo stesso DNA di figlio di Dio, forse potremmo pian piano, riuscire a vivere in pace e letizia.
Oggi il Vangelo, sembra solo una lunga lista di nomi, per ricordarci che la genealogia di Gesù, è riconoscibile nella storia, e Matteo che è ebreo, la scrive per gli ebrei. Eppure sappiamo che molti di loro non hanno riconosciuto in Gesù il Messia che aspettavano,.....perché?
Perché aspettavano un re, un vincitore, un conquistatore, uno che li avrebbe resi ricchi e potenti, conquistato terre per loro; un trascinatore che li avrebbe vendicati.....
Ed ecco che invece Gesù, viene in un umile stalla e, anche se non trova posto tra la sua gente, attira già da neonato, moltitudine di folle da ogni parte, che guardando al cielo, e seguendo una stella ed il canto degli angeli, vengono a vedere il Bambino Gesù.
Non sanno ancora bene chi è; vengono per conoscerlo e si avvicinano alla culla con venerazione e curiosità. Salutano Maria e Giuseppe e portano i loro doni, chi poco chi tanto, ma tutti lo fanno con il cuore. Persino i re venuti da lontano, non conoscendolo si erano dapprima messi d' accordo con Erode, che lo cercava per ucciderlo, per denunciare dov' era quel bambino che avrebbe cambiato la storia del mondo.
Ma Dio scrive una storia diversa da quella degli uomini e davanti a quel piccolo capiscono per dono Divino, che debbono tornare per un altra via, che debbono prendere un' altra direzione, per aiutare Gesù nel suo disegno di salvezza.
Dio ha scritto per noi la storia della salvezza, possiamo come molti non accoglierla, nonostante sia confermata dalla storia, oppure correre da Gesù Bambino, fare festa intorno a Lui, riconoscendo chè è nato il salvatore del mondo e, come i re magi, aiutarlo nel suo progetto di salvezza.

giovedì 15 dicembre 2016

(Gv 5,33-36) Giovanni era la lampada che arde e risplende.


Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: 
«Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato».

Parola del Signore





RIFLESSIONE DI LELLA


PREGHIERA :
Spirito di illuminazione,fammi vedere tutto ciò che desideri farmi vedere, per rendermi partecipe di tutta la luce che abita in te.
Gesù dice ai giudei, che loro avevano mandato dei messaggeri a Giovanni per ricevere testimonianza da lui, ma Lui invece è stato inviato dal Padre per essere la nostra salvezza.
E’ Lui la luce che arde e risplende ,e noi dobbiamo essere grati a Dio di averlo inviato per illuminare la nostra vita.
In questo “essere inviati”, in questo “accogliere “, c’è racchiusa la missione del Figlio e di tutti quelli che sono chiamati a testimoniare la luce.
Essere testimoni dell’amore di Dio che  si rivela a noi con la salvezza per mezzo di Gesù, della sua parola e delle sue opere; possiamo essere testimoni di questo, se sappiamo far risplendere la luce di Dio nella nostra vita, se sappiamo riflettere la Sua grazia ,se ci rendiamo disponibili ad aprirci a Gesù e ai fratelli.



mercoledì 14 dicembre 2016

(Lc 7,24-30) Giovanni è il messaggero che prepara la via al Signore.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: 
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: 
Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, 
davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. 
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro».

Parola del Signore.





RIFLESSIONE DI LELLA 
PREGHIERA :


Vieni o Santo Spirito, vieni e dona al mio cuore l’emozione di contenere la tua parola, di assaporarla e sentirla entrare nel mio sangue e di farla scorrere nelle mie vene .

Torniamo anche oggi a rivisitare ” il fatto ” che ha creato la complicità tra Giovanni Battista e Gesù.
Non è stata la loro parentela ad unirli, né il crescere insieme, perché Giovanni ha vissuto nel deserto. La sua persona mi fa pensare a un uomo di grande coraggio, che accetta di portare con se un messaggio di coerenza e di fede, che va ben oltre gli schemi e i dettami degli scribi e dei dottori della chiesa dell’epoca.
Segna il passaggio dal vecchio al nuovo testamento, da un adorare Dio teorico ad un seguire Cristo pratico. Prima di Gesù il rispetto del volere divino, l’accettazione di una vita priva di  ogni tentazione, perché priva di attaccamento alle cose terrene, tanto da saper rinunciare anche alla vita per coerenza con la sua scelta.
Giovanni è venuto a preparare la strada a Gesù, attraverso il battesimo, come il primo sacerdote della storia che Dio ha saputo scrivere per noi e solo chi accetta questo battesimo in Cristo, decide di  fare parte di questa storia di salvezza.


martedì 13 dicembre 2016

(Lc 7,19-23) Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.

VANGELO.
(Lc 7,19-23) Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Parola del Signore.



LA RIFLESSIONE DI LELLA

 PREGHIERA:
 Vieni o spirito Di Dio, e d illumina il mio cuore e la mente, fa che nella mia piccolezza io possa percepire la grandezza del messaggio Divino e la faccia mia.

Torniamo a leggere anche oggi la pagina che ci racconta Luca, in cui il povero Giovanni Battista manda a chiedere a Gesù se è Lui l’uomo mandato da Dio o debbono aspettare ancora un altro. Tornando indietro vediamo che al momento del battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano, Lo Spirito aveva rivelato e se vogliamo aggiungere, confermato quello che già dal grembo della mamma Elisabetta, il piccolo Giovanni aveva intuito alla visita di Maria. Allora perché Giovanni manda i suoi uomini? Lui è in prigione e quindi quelli che sono i suoi discepoli, si fanno e gli pongono delle domande; quel Gesù che Giovanni annunciava era dunque questo. Questo "andate e chiedete di Giovanni", è un andate e conoscete chi è Gesù, quello che fa guarire i malati, che ridà la vista ai ciechi, che porta la speranza ai poveri, agli esclusi, agli emarginati, a quelli che hanno fiducia in Lui e lo invocano. E’ da Gesù che anche Giovanni attende una risposta, lui prigioniero nel suo nome, attende e spera, ma non chiede di essere liberato, accetta questa sua condizione e non si vergogna di essere suo discepolo, ma anzi, proprio in questo suo accettare la prova, si rivela la sua grazia. “Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!” dice il Signore, beato colui che accetta le prove come occasione per pregare, per crescere, per cercare il Signore e non si fa trascinare dal nemico nel rinnegare Cristo. Beato colui che riconosce nel nostro essere peccatori, nella disobbedienza a Dio, la causa della distruzione del corpo e nella grazia e misericordia da parte di Gesù Cristo, la vittoria sulla morte, la vittoria sul peccato. Quando le cose vanno bene è facile ringraziare il Signore e riconoscerlo come Signore della nostra vita, ma quando vanno male, riusciamo ancora a farlo? Impariamo dai discepoli di Gesù che cosa vuol dire seguire Gesù, non cerchiamo di farci un Messia che ci piace, ma seguiamo quello che ci ridà la dignità di essere figli di Dio. 

lunedì 12 dicembre 2016

(Mt 21,28-32) È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.

 
VANGELO DI MARTEDì 13 DICEMBRE 2016
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: Sì, signore. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Parola del Signore
 


RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA
Spirito Santo, Spirito di Conoscenza, Spirito d’Amore, Tu solo conosci la Verità, Tu solo puoi scrutare l’essenza e il vero significato d’ogni realtà.
Tu solo sai perfettamente ciò che è bene e ciò che è male per me.
Spirito di Dio, io mi abbandono a Te.
Non voglio sapere più di quello che devo sapere.
Non voglio dire più di quello che devo dire.
Non voglio nulla più di quello che hai deciso per me.
Tu mi ami e conosci il mio bene.
Spirito d’Amore, effondi su di me tutto quello che ora posso ricevere da Te.
Sia lode a Te.
Com' è chiaro il nostro Gesù! Ci tiene talmente tanto a noi, che lo spiega in tutti i modi: non basta dire, io vengo, ma bisogna fare le cose con meno superficialità, con un vero interesse, se ci vogliamo salvare.
Di nuovo quel: che ve ne pare? Che equivale ad un : che ne pensate?
Questa è una domanda che Gesù fa direttamente a noi, perché vuole che capiamo che la fede non è una questione apparente, non si può dire si, io credo in Dio e poi comportarci come chi non crede.
È allora preferibile chi, pur dicendo di non credere, vive rispettando gli altri e se stesso; chi, magari nel dubbio, compie opere di carità verso i più poveri e così via, perché Gesù è venuto, anche per rompere certi schemi, creati dagli scribi e dai farisei, che impedivano ai piccoli di poterlo avvicinare, di poterlo conoscere.
Non sono leggi scritte è vero, ma sono praticate nella durezza dei loro cuori. Gesù ci ha spiegato che nostro Padre, è un Dio potente, ma non il Dio dei potenti; di chi lo invoca per conquistare territori, di chi lascia le donne, i bambini e gli ammalati ai margini della società; non è il Dio di chi dice Signore Signore e si batte il petto senza aprire il cuore.
Un cuore nuovo! È questo che Gesù cerca, questo che offre a chi si affida a Lui.
Un cuore nuovo, con il quale vivere dei magnifici doni che Dio ci ha fatto; un cuore puro che sappia amare ed andare oltre le differenze e le difficoltà; oltre le incomprensioni, oltre i dubbi,moltre le razze, le condizioni ed i territori.
Gesù ci chiede di avere il cuore pronto all’ abbraccio del mondo, di chi non dimentica indietro nessuno dei suoi fratelli.
Che ve ne pare? Siamo pronti per ricevere un cuore nuovo?
Bisogna innanzi tutto ammettere di essere peccatori e volersi redimere, capire dove sbagliamo, chiedere al Signore stesso di aiutarci.
Lui ci chiama e noi appoggiamoci a Lui, mettiamo la testa sul suo cuore e facciamoci guidare dalle sue parole; ma guidare veramente, facciamoci insegnare la strada della solidarietà, del perdono, dell'amore; facciamoci prendere per mano e tranquillamente affidiamoci a Lui, non gli diciamo si vengo, sono pronto a camminare dietro di Te, ma poi rimaniamo fermi su noi stessi.
Vorrei solo ricordare un piccolo particolare, non di poco conto, siamo noi ad avere bisogno di Lui, non il contrario.
La ricerca di Dio è amore, ma siamo liberi di non rispondere... solo che poi ne pagheremo noi le conseguenze e faremo contento satana, fate un po' voi! 

domenica 11 dicembre 2016

(Mt 21,23-27 ) Il battesimo di Giovanni da dove veniva?

VANGELO DI LUNEDì 12 DICEMBRE 2016
 
(Mt 21,23-27 ) Il battesimo di Giovanni da dove veniva?
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: Dal cielo, ci risponderà: Perché allora non gli avete creduto?. Se diciamo: Dagli uomini, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parola del Signore.



RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e svelaci le parole di Gesù; fa che il nostro animo e la nostra mente siano puri davanti al Signore; che la malizia umana non ci impedisca di capire e di riconoscere il Messia.
Certo che l’intelligenza di Gesù, a volte ci lascia senza parole; il fatto che ci stupisce è che, senza neanche innervosirsi, riesce a trovare le parole giuste per far chiudere nella trappola da soli quelli che cercano di trarlo in inganno.
I sadducei ed i capi dei sacerdoti, non riconobbero in Giovanni un profeta, coloro che dovevano guidare il popolo verso Dio, non seppero leggere i segni delle sacre scritture ed ora che Giovanni era morto, i loro dubbi non si erano per niente chiariti, eppure già il loro pensiero era di insidiare Gesù.
Chi è Gesù? Chi lo autorizza a fare quello che fa?
Forse è il momento di domandarci chi è per noi, e se noi lo autorizziamo a guidare la nostra vita, e se facciamo come chi si sente più giusto, più saggio, più importante, e cerchiamo di metterlo a tacere.

sabato 10 dicembre 2016

(Mt 11,2-11) Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?


VANGELO


(Mt 11,2-11) Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Parola del Signore





 

LA RIFLESSIONE DI LELLA 

PREGHIERA :

Vieni Spirito Santo, e liberati nel mio cuore, inebriami e donami la luce della parola di Dio, perché desidero con tutto il cuore essere fedele al mio Dio, servirlo e lodarlo. Aiutami!
Questa è la pagina in cui vediamo come tutti siamo preda dell’errore e del nostro io, anche se prescelti, come Giovanni Battista e vicini a Gesù come gli apostoli.
Non basta quindi essere sicuri di voler seguire Gesù, perché il dubbio, l’inganno, il nostro io sono sempre in agguato. Probabilmente Giovanni passava un momento di scoraggiamento, era in prigione, e sapendo che Gesù era vicino, probabilmente si aspettava da Lui una qualsiasi dimostrazione di salvezza, era un uomo come noi, anche se sicuramente migliore, ed aveva anche lui paura di morire. Il Signore risponde ai discepoli di Giovanni in maniera molto chiara, gli dice che quel loro maestro, quell’uomo che loro avevano seguito dal deserto, era un profeta, e ancora di più, era quello di cui si parlava nell’antico testamento colui che spianerà la via al Messia, non era una canna che ondeggiava al vento, eppure quell’uomo che era il più grande, era l’ultimo di una storia che cambiava, e che attraverso il sacrificio di Gesù sarebbe stata la storia della salvezza per tutti gli uomini, che grazie al suo sacrificio potevano entrare nel regno dei cieli. 


venerdì 9 dicembre 2016

(Mt 17,10-13) Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.

VANGELO
(Mt 17,10-13) Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito che mi fosti donato il giorno del battesimo in Cristo Gesù, tu che sei nascosto nel mio cuore, soffocato dal mio io inutile, ti prego vieni ad illuminarmi e a farmi capire come vivere la Parola del Signore, per l' amore misericordioso che il Padre ci elargisce, riempimi di Te. Amen.
È venuto il Signore nella nostra vita? Si siamo cristiani, crediamo in Dio creatore e Signore, in Gesù Cristo; ma veramente gli abbiamo dato il posto che gli spetta?
Gesù trasforma la nostra fede in fuoco vivo, e noi siamo fuoco vivo? Bruciamo di amore inestinguibile verso tutti gli uomini? Bruciamo d’ amore per Lui? Quanto e come preghiamo il Signore? Con le labbra o con il cuore?
Molti quando il Signore ha bussato gli hanno aperto, ma poi… visto che era così difficile seguirlo, visto che ci chiedeva di essere fedeli, onesti, umili… hanno preferito lasciarlo lì, in un angolino del cuore, giusto il tempo di pregarlo quando ci serve qualcosa? Se questo è il Messia che è venuto... anche noi non l’abbiamo riconosciuto?
Facciamo un bell’ esame di coscienza, e svegliamoci!
Dio ci ama e ci vuole felici, ci ha insegnato che la felicità non è quella che crediamo noi, il benessere materiale, a tutti i costi, e neanche la salute a tutti i costi, perché chi vive Gesù, sa accettare anche la croce, ma chi non vuole riconoscerlo, non lo farà, nascondendosi dietro a mille scuse, ed ancora il Signore busserà alla nostra porta… amore infinito che aspetta solo che aprendo diciamo: eccomi, sono qui, trasformami in quello che solo grazie a te posso diventare, fammi lasciare a terra il pesante bagaglio della mia nullità, dei miei falsi idoli ai quali non mi rendo neanche conto di dare un valore e sollevami su ali d' aquila!

giovedì 8 dicembre 2016

(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.

VANGELO
(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e conduci la nostra intelligenza, vivificata dal tuo Spirito, sui sentieri dove tu ti riveli nella tenebra luminosa del silenzio. Dà a noi occhi limpidi per contemplarti, e un umile cuore per lasciarci contemplare da te.
Un detto proverbiale dice: -L’erba del vicino è sempre più verde.-
Si sa che i proverbi non sbagliano mai; non siamo mai contenti di quello che succede intorno a noi. Vennero i profeti, prima di Gesù che parlavano nel nome di Dio, ma non li ascoltarono; venne Giovanni e lo presero per pazzo, e nel dubbio gli tagliarono la testa; venne Gesù e lo crocifissero; ancora oggi viene dal cielo Maria, e la gente va a vedere il miracolo, attirata dalla straordinarietà della cosa, ma la percentuale delle persone che si rende veramente conto di quanto amore c’è in tutto questo, che non si limita ad ascoltare i messaggi, ma cerca di fare di tutto per viverli, è ben misera.
Siamo duri di cuore e la storia non ci insegna nulla, eppure ci viene chiesta la santità, ed io credo che veramente, se solo riuscissimo a vivere almeno al 50% la grazia del Signore, se sapessimo apprendere dalle parole del vangelo e dai messaggi di Maria la voglia del Signore di inondarci di grazie, forse capiremmo cosa vuol dire “essere davanti al Signore”, ”vivere nel regno di Dio”.
La difficoltà di essere umili, di rinunciare a quello spicchio di mondo frivolo per vivere in preghiera, di annullare i propri desideri per ascoltare quelli del Signore, io vorrei veramente riuscire a capire che cosa mi sto perdendo! Cerco di ascoltare, di afferrare, mi sembro un aspirapolvere a volte che cerca di raccattare le briciole di questo amore e che non riesce a stringerle tra le mani se non per qualche secondo.
Facciamo di questo avvento la nostra grande occasione, facciamoci aiutare dalla Madre perfetta, dalla migliore collaboratrice di Dio ad essere come Lei, perché solo attraverso Lei potremo sperare di far nascere in noi Gesù, solo attraverso il grembo immacolato che è stato prescelto da Dio come sua prima dimora .
Sto “leggendo” il segreto di Maria di San Luigi Maria Grignion de Montfort e vi invito a leggerlo ed assaporarlo.

mercoledì 7 dicembre 2016

(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.





VANGELO
(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’ angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’ essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.






 LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci come facesti con Maria alla conoscenza del volere di Dio, e come lei fa che sappiamo accettarlo.
Il disegno di Dio, era sconosciuto a Maria, agli apostoli, ma non è più sconosciuto a noi, eppure ancora ci poniamo di fronte a questo Dio che si fa uomo, pieni d’incredulità, quasi come se ci aspettassimo che qualcun altro scriva per noi la nostra storia.
É Dio che si fa uomo, che viene tra noi, che è pronto a vivere con noi, a vivere nel nostro cuore, a dare un valore alla nostra vita. Guardiamolo negli occhi, vediamo di quanto amore è capace, e lasciamoci prendere dalla sua piccola mano… lasciamoci condurre tra le pieghe della storia della salvezza, di quel progetto che ha bisogno di noi, si, anche di noi, per scrivere la nostra storia.
Leggendo il brano penso che la piccola Maria forse, era timorosa come chiunque di noi sarebbe stato e che l’angelo la porta ad avere delle conferme. Gli dice che il Signore aveva già fatto una grazia alla cugina Elisabetta, che oltre ad essere sterile era anche vecchia… vecchia e sterile, quindi impossibilitata a concepire, ma al Signore tutto è possibile e Maria lascia la sua casa di corsa e va a trovare la cugina per avere conferma delle parole dell’angelo.
Noi nati da Adamo ed Eva, siamo liberi di scegliere come vivere, chi prendere ad esempio, se Eva madre dell'egoismo, sul cui esempio, Caino per invidia uccise Abele, o Maria, che chiede a Gesù, di manifestarsi a Canan, che lo serve seguendolo fino alla sua morte e che ancora oggi interviene nella storia per chiedere a Dio di compiere miracoli per la salvezza degli uomini, affidategli da Gesù sotto alla croce mentre rivolto a Giovanni diceva: <ecco tua madre> e a Lei disse: <donna ecco tuo figlio>



martedì 6 dicembre 2016

(Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi.



VANGELO
(Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, nel mio cuore e disponilo ad accoglierti. Dammi la capacità di capire e di scrivere quello che tu desideri far conoscere. Amen.

Venite a me ... non andate cercando chi vi consoli, perché le ferite dell’anima e del corpo possono essere curate solo da chi vi ama veramente e vuole il vostro bene, sembra dirci Gesù.
Insieme al Signore tutto diventa più facile, il giogo si fa leggero, perché Lui lo porta con noi.
Possono sembrare solo parole, belle ma inutili, per chi è disperato, ma credetemi, non le direi se non avessi la certezza che è così, se non lo avessi provato sulla mia pelle!
Io non sono una persona facile da convincere, peggio di San Tommaso, se non ne avessi fatto esperienza, non starei qui a raccontarvelo, ma non ho la pretesa di essere creduta sulla parola, figuriamoci...non hanno creduto a Gesù, non crederete certo a me!
Io vi invito a parlare nel vostro cuore con Gesù, quando siete stanchi ed oppressi dalla fatica quotidiana, quando la sopportazione sembra venir meno.
Preghiamo con parole nostre, se non sappiamo pregare,;preghiamo mettendoci all’ ascolto, magari con la Bibbia.
Io amo molto il libro di Giobbe, e posso garantirvi che mi ha insegnato più la Bibbia che tutti i filosofi del mondo.
Molti di noi si lamentano come Giobbe," Le mie viscere bollono e non hanno riposo, sono venuti per me giorni di afflizione." (Giobbe 30:27)
Prendete il mio giogo, fate come me, dice Gesù, che ho accettato per amore vostro di caricarmi delle vostre colpe per liberarvi dalla schiavitù del peccato.
L’amore rende dolce ogni sforzo, ogni fatica; sant’ Agostino diceva: “ L'amore, in effetti, rende assolutamente facili e riduce quasi a nulla le cose più spaventose ed orrende. “

lunedì 5 dicembre 2016

(Mt 18,12-14) Dio non vuole che i piccoli si perdano.


 VANGELO
(Mt 18,12-14) Dio non vuole che i piccoli si perdano.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Parola del Signore 


 LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Gesù, di stendere su di me la tua mano santa e di imporre lo Spirito di sapienza che mi darà la possibilità di capire, tutto quello che Tu vuoi che io capisca, e di vivere in coerenza con la tua parola.
Queste poche righe sembrano povere a prima vista, semplici, perché in fondo è normale che il pastore ci tenga alle sue pecore, fin qui non ci piove… ma se guardiamo più attentamente, scopriremo che il discorso è rivolto anche a noi. Che ve ne pare di questo pastore che corre dietro alla pecora smarrita fino a che non l’ha trovata? Sembra chiederci Gesù!
Che amore pensate che sia quello che lo spinge a sacrificare anche se stesso per darci la possibilità di entrare a far parte del suo regno? Scoprire quanto e come Dio ci ama, ci fa notare che non è proporzionabile al nostro modo d’ amare, né a come noi concepiamo l’amore.
Nella lettura del Vangelo, si parla di Gesù come dell’ agnello che è messo sul trono da Dio e che sarà il pastore per tutti noi, ma anche dell’ agnello che per primo ha accettato di essere sacrificato, di donare la sua vita, con una rassegnazione che è tipica di quest’ animale, che va incontro alla morte senza neanche un lamento, con docile accettazione. Gesù ha accettato di servire fino alla fine il progetto di Dio e per questo sarà ritenuto degno di diventare il pastore di tutti, quello che c’ indicherà la via da seguire.
Una sola pecora in cambio di 99… sicuramente tornerà pensiamo, speriamo, ma sarà difficile che qualcuno di noi sarebbe disposto ad abbandonare le altre per correre mille pericoli ed andare a cercarla. Eppure questo è quello che fanno centinaia di missionari che corrono mille pericoli in terra straniera per far conoscere Gesù, perché questo sentimento di condivisione della salvezza, dono per tutti, deve essere quello che anima i nostri cuori di Cristiani per essere conformi a Cristo e non un rapporto egoistico.
Sempre più spesso si parla di una chiesa troppo ricca, ma poi, quando sentiamo di quanti perdono la vita solo perché cristiani che cercano di far conoscere il Signore in ogni parte del mondo, capiamo che la chiesa con è soltanto una banca che prende per arricchirsi, ma un’ opera di grande umanità che porta nei posti più sconsolati del mondo tanto amore, istruzione e cibo per il corpo e per l’anima.
Quanti di noi che stiamo caldi e comodi nelle nostre case, sono disponibili a camminare diverse miglia nella foresta o nel deserto per poche anime, quanti come Gesù sanno essere buoni pastori? Dacci o Signore la forza di non perderci mai e di poter aiutare chi non conosce le tue vie.

domenica 4 dicembre 2016

(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose.

VANGELO
(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Signore, con l'effusione del Tuo Santo Spirito, a leggere la Tua parola per trasmetterla, contemplando le Tue intenzioni, per il nostro Signor Gesù Cristo.
Con questo brano del Vangelo, Gesù c’insegna che la fede è qualcosa che va oltre le barriere e gli impedimenti, che se uno vuole conoscere veramente il Signore, non ci sono impedimenti che tengano.
In questa narrazione troviamo Gesù nel tempio, attorniato dai dottori della legge, che insegna e molti venivano da tutti i territori vicini, per conoscerlo, ascoltarlo ed essere guariti.
Alcuni uomini cercano di portare un paralitico da Gesù, ma la folla glielo impedisce, perché tutti vogliono essere lì, tutti fanno a gomitate per assistere. Sì per assistere, ma quanti tra loro hanno capito chi era Gesù?
Molti si avvicinavano, ancora oggi lo fanno, a Gesù come ad un maghetto che con un colpo di bacchetta magica può fare la magia.
Da una parte ci siamo noi, che siamo increduli e non riusciamo a comprendere il senso della venuta di Gesù sulla terra; ci aspettiamo chissà quale cambiamento, solo assistendo.
Dall'altra parte c'è Gesù, pronto per noi, subito disposto a perdonarci i peccati e a sanare le ferite della nostra anima.
Riconosciamo d’essere paralitici e d’avere bisogno di lui, di non saper camminare da soli. Dobbiamo riuscire a capire che solo vivendo le leggi dell’amore e del perdono che Lui c’insegna vedremo grandi miracoli; come la fede ci farà correre incontro al Signore e poi a portare la testimonianza del suo amore ai fratelli......
Possiamo scegliere d’essere lo spettatore egoista che non fa passare il povero paralitico, o d’essere l’amico che l’aiuta a passare attraverso la folla; di essere dei contestatori o di lodare il Signore, possiamo anche continuare ad aspettare di riconoscere Gesù come il nostro Salvatore, ma allora non vedremo mai le meraviglie di cui Dio è capace e quello che più conta è che non sapremo mai che anche attraverso noi il Signore compie meraviglie.

sabato 3 dicembre 2016

(Mt 3,1-12) Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!

VANGELO
(Mt 3,1-12) Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’ acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami tra le righe del Vangelo, fa che la mia mente si fermi dove Tu vuoi che si fermi, e che il cuore si lasci condurre dove Tu mi vuoi condurre.


Leggendo questo brano del Vangelo, il mio occhio si ferma, torna e ritorna su tre elementi che prendono forma nelle prime righe.
Per prima cosa, Giovanni il Battista si nutre di cavallette e miele selvatico, ed anche se spesso si associa questo animale alla disgrazia

( una delle piaghe d'Egitto ) a me viene più spontaneo ricordare invece che Giole invece le definiva " l' esercito di Dio".
Conosciamo il "potere devastante" delle locuste, di cavallette che sciamano e distruggono i campi di raccolto ma non sempre ci viene in mente il coraggio di gruppo che ha questo piccolo animale, tale da sfidare persino le barriere di fuoco e la capacità di riprodursi molto elevata che ne permette il numero sempre elevato.
Seconda cosa che mi salta agli occhi è la cinta di pelle con cui Giovanni cinge la povera veste di pelle di cammello.
In Efesini leggiamo: " prendete la verità per cintura dei vostri fianchi" proprio per rivestirsi dell' armatura di Dio.
Terzo punto che non può restare inosservato è il modo imperativo con cui Giovanni dice "convertitevi" .
La scena che ho davanti è quella di un popolo diviso in due, chi va per essere salvato, si riconosce peccatore e cerca il battesimo per essere immerso nella nuova vita con Cristo, dall'altra farisei e sadducei che ,nella loro superbia pensavano di salvarsi solo perché seguivano la tradizione liturgica...un pò come dire oggi, io vado a messa , seguo le regole,quindi entrerò di diritto nel regno di Dio.
Ai primi Giovanni annuncia la venuta del Messia, ai secondi invece urla: "razza di vipere" attribuendogli il ruolo di figli del serpente.
Anche Gesù si rivolse a loro con questo epiteto, ambedue i santi di Dio, denunciarono tutto il loro sdegno ed indurre alla nausea e al rigetto nei confronti della degenerazione della religiosità che divide .
Cara costò questa frase a tutti e due....ma l' imperativo è questo, non c'è via di mezzo, o si sceglie per Cristo o si resta con satana.

venerdì 2 dicembre 2016

(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.

VANGELO
(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore sei Tu il mio Pastore,non manco di nulla......Tu guidi la mia vita ed io provo a seguirti con amore,a volte cado mio pastore e tu sei sempre pronto per rialzarmi, concedimi ancora la luce del tuo spirito per illuminare la mia via e quella di chi leggerà... gratuitamente hai dato, gratuitamente vorrei restituire. Amen.
Gesù conosceva la gente mano a mano che avanzava nel suo cammino, nelle sinagoghe, nel deserto, nelle città, nei villaggi… ed ovunque andava provava compassione per le persone, le vedeva così sbandate, come pecore senza pastore, perché vagavano ma non sapevano neanche loro a chi rivolgersi per reindirizzare la propria vita. Ecco perché la folla si accalca intorno a Gesù, perché lui porta con se qualcosa di nuovo, di diverso. Lui solo ha parole di vita eterna. La parola di Gesù è valida ancora oggi e, a noi cristiani, suoi discepoli, affida il compito di vivere la sua parola e di portarla ai nostri fratelli, la stessa parola che aiuta a vivere una vita che ha un senso, una vita che ci introduce nel regno dei cieli.
Dove altro potremmo andare altrimenti, dietro a chi? Il mondo è pieno di sfavillanti lustrini, di tentazioni, di abbagli, ma tutto è fittizio, tutto è falso ed ingannevole, anche gli affetti non durano o si trasformano, difficilmente i legami superano le difficoltà, uno solo è l’amore eterno che ci cerca, il buon pastore che ci rincorre, che si incammina nel nostro deserto, nella nostra notte più nera e prendendoci per mano ci riporta all’ ovile, alla casa del Padre.
In questa pagina notiamo il parallelismo con quella di Luca, che discepolo di Paolo che era in prigione, come Matteo, mette in risalto quello che era il compito affidato ai discepoli: guidare il suo gregge. È chiaramente Gesù il Buon Pastore per eccellenza, ma affidando ai discepoli il compito di guidare il suo gregge noi vediamo che per prima cosa raccomanda la preghiera per la sua Chiesa, per i pastori. La preghiera è fondamentale perché crea quel legame profondo tra gli uomini e Dio, come se avessimo un lume accanto e lo accendessimo, allora potremo alla luce dello Spirito Santo vivere in comunione con Gesù Cristo. Ma se teniamo il lume spento, non alimentiamo la nostra fede, se vogliamo decidere di andare avanti da soli, inciamperemo molto presto.
Qualcuno potrebbe pensare che una persona non può pregare in continuazione, che non sarebbe vita, perché spesso ci pensa alla preghiera in maniera errata, come ad un obbligo da adempiere, e forse all’inizio è un po’ così per molti, ma pian piano, con il Suo Santo aiuto, si riesce ad entrare veramente in comunione, a vivere sentendo che il Signore è al nostro fianco, che ci guida e ci assiste in ogni nostra esigenza.
È il Signore che ci viene incontro, ma ci chiede di fare dei passi ben precisi verso di Lui, ed uno di questi è quello di conoscerlo veramente; di capire attraverso le sue parole, quello che è giusto e quello che è sbagliato ai suoi occhi, ma più di tutto, per il nostro bene, perché su una cosa non dobbiamo mai avere dubbi, anche nelle varie prove che si succedono nella nostra vita, ed è che Dio ci ama.
La sua presenza assidua, ci guarirà dall’ insoddisfazione, dalla cattiveria, dall’ egoismo, dalla paura di perderci e, finalmente, potremo riuscire a sentirci fratelli di tutti nel mondo, figli di uno stesso Padre, membra del corpo di Cristo.
Quando Gesù passa nella nostra vita, ci guarisce e niente è più come prima, per questa grazia che abbiamo ricevuto, dobbiamo dare testimonianza, perché come Gesù, dobbiamo provare amore e compassione, per le altre pecore sperdute del gregge, e non sentirci salvi e giusti, fregandocene degli altri o giudicandoli.
È facile smarrire la via, il nostro nemico è molto astuto, ci abbaglia con il suo mondo di lustrini appariscenti e illudendoci, non ci permette di riconoscere i fratelli più piccoli e bisognosi.
In questo avvento, perché Gesù trovi veramente un posto nel nostro cuore, apriamolo a Lui, e lasciamoci trasformare. E’ un Natale di crisi per molti, facciamo che sia anche un Natale d’amore.

giovedì 1 dicembre 2016

(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.

VANGELO
(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui. + Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, trova il posto che è Tuo di diritto nel mio cuore e nella mente; fa che tutto di me viva di Te, perché la fede che il Signore mi ha donato, possa essere luce riflessa e lampada per i momenti di buio dei nostri piccoli cuori infedeli ed umani.
Gesù sì allontanava….Questa frase mi colpisce, perché Gesù non si allontana, ma certo noi spesso lo facciamo ed ecco che appena lontani, diventiamo come ciechi.Se viviamo fuori della visione del Cristianesimo, quindi limitandoci a vivere da uomini, tutto è ammesso, tutto è normale, anche il male che fa parte della nostra vita ha una sua ragione d’essere, perché l’unico scopo dell’essere umano è il raggiungimento del proprio benessere, anche a scapito degli altri; è questo che gli uomini cercano, con tutti i mezzi, leciti e non.La vita senza Cristo è veramente di un’aridità incredibile, quasi come se tutto dovesse essere vissuto velocemente e per forza, come se un istinto incontrollabile prenda possesso del nostro io e lo costringa a vivere incurante delle conseguenze dei propri gesti.In un mondo così non c’è spazio per nessun altro che non sia il nostro io, ma ci circondiamo di falsi amici e di cattivi maestri per non rendercene conto.In questi giorni si discute in televisione d’eutanasia e d’accanimento terapeutico, molti sono quelli che, essendo lontani dall’ amore, non accettano l’idea che doversi occupare di corpi martoriati ed inermi, definendoli soltanto dei vegetali, e prego Dio che queste persone non siano costrette mai a stare dall’ altra parte, non siano costrette a capire che essere favorevoli all’ eutanasia equivale a chiudere il corpo di una persona viva dentro ad una bara e a sotterrarla.Forte come immagine, lo so, ma visto che oggi si sta imponendo silenziosamente il concetto d’eutanasia, dovete concedermelo, anzi, concedercelo, perché voglio parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.Quando a ferragosto hanno ricoverato mia nipote Chicca per embolia celebrale, ci hanno chiesto di firmare un foglio per intervenire attaccandola alle macchine per mantenerla in vita, se ce ne fosse stato bisogno….Ma non dovrebbe essere sempre così? Non dovrebbe essere un nostro diritto essere aiutati a vivere in un ospedale? Silenziosamente hanno cambiato le regole ed ora dobbiamo chiedere di essere mantenuti in vita, solo perché siamo un costo aggiuntivo alle casse della previdenza sociale.Centinaia di famiglie sono abbandonate a se stesse nella triste esigenza di provvedere ad un parente invalido, ma lontani da Gesù, quelle famiglie non c’interessano, quelle persone non sono esseri umani, e questo che lo vogliamo o no, avviene anche per colpa nostra.Siamo Cristiani tiepidi, non ci sentiamo membra dello stesso corpo, non vogliamo vedere il dolore degli altri, ma solo le nostre privazioni, le nostre frustrazioni, facendoci accecare dall’ egoismo.Gesù ci prende per mano e ci guida oltre tutto questo, ascoltiamolo, facciamoci aprire gli occhi dall’ Amore assoluto, e viviamo alla luce della sua parola, perché solo con Gesù possiamo vivere una vita degna di essere chiamata tale.Gesù non ci permette di arrenderci davanti alla croce, ma ci aiuta a portarla; non ci fa schiacciare dall’ egoismo e dalla cattiveria; non permette alla parte peggiore di noi di prevalere su quella buona, non ci fa vivere come bestie ascoltando solo i nostri istinti; Gesù ci dona la vista!Io vivo sperando e implorando Dio di non dover mai scegliere per qualcun altro, perché ho paura di quello che potrebbe succedere dentro di me, ho paura che vedere soffrire senza speranza una persona mi possa portare a considerare la morte il suo bene, non me la sento di giudicare nessuno perché fa questa scelta, ma chiedo a Dio di starmi vicino e darmi la forza della speranza, della fede, e di impedirmi in tutti i modi, di fare la scelta orribile della morte. Figlio di Davide, abbi pietà di me!