-"Io non sono come mi ha fatto il Signore, ma
sento che mi dovrei sforzare di piú a fare un atto di superbia che un
atto di umiltà. Perché la umiltà è la verità, e la verità è che io sono
nulla, e tutto quello che di buono è in
me, è di Dio. E spesso noi sciupiamo anche quello che di buono Dio ha
messo in noi. Quando vedo che la gente a me chiede qualche cosa, non
penso a quello che posso dare, ma a quello che non so dare, e per cui
tante anime restano sitibonde, per non avere io saputo dare loro il dono
di Dio. Pensare che ogni mattina Gesú fa l’innesto di sé in noi, ci
pervade tutti, ci dona tutto, dovrebbe dunque spuntare in noi il ramo o
il fiore dell’umiltà. Viceversa, il diavolo, che non può innestarsi in
noi cosí profondamente come Gesú, ecco che fa subito germogliare i suoi
virgulti di superbia. Questo non ci fa onore. Bisogna dunque combattere e
sforzarci di salire. È vero: in cima non arriveremo mai senza un
incontro con Dio. Per incontrarci, noi dobbiamo salire e lui scendere.
Ma quando non ne possiamo piú, allora, nella fermata, umiliamoci e in
questa umiltà ci incontreremo con Dio, perché egli discende nel cuore
umile." (GB, 61).
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