Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
domenica 4 agosto 2013
VOCE DI SAN PIO :
-"Vi
è qualche differenza fra la virtú dell’umiltà e dell’abbiezione, perché
l’umiltà è la ricognizione della propria abbiezione; ora il grado
sublime dell’umiltà è il non solamente riconoscere la propria
abbiezione, ma amarla; questo dunque è ciò a che vi ho esortato." (Epist.
III, p. 566).
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la virtù è la correzione di un vizio.
RispondiEliminaE' questa correzione che ci fa sentire virtuosi,non il non avere vizi.
Passiamo la vita a cercare di essere felici,dapprima coi sensi,come il bimbo che cerca il latte e le braccia della mamma;poi i sensi e l'intelletto si uniscono ,ma spesso i primi sono così forti da vincere senza farci ragionare.
Poi si capisce che la felicità non è stare bene in mezzo alla perdizione di noi stessi,tra lazzi e vizi,ma una ricerca dentro noi stessi di quello che può darci serenità,anche nel dolore,e così scopriamo che la nostra coscienza esiste,è viva e vuole prepotentemente il suo ruolo di protagonista.
E' il D.N.A. di Dio che affiora dentro di noi,e non ci rende moralisti bigotti,ma adulti responsabili di quello che può renderci felici.