Non bestemmiare!
Riporto alcuni pensieri alfonsiani circa la piaga della bestemmia:
*se si maledice un uomo che vive, è certo che questi tiene il corpo e l'anima, e pure non è peccato grave il maledirlo, purché non se gli desideri veramente la maledizione, o l'imprecazione che gli si manda; così dicono comunemente i dottori con s. Tommaso
*Del resto il maledire i morti è peccato: almeno è peccato veniale e più grave di altri veniali. Alcuni tengono sempre li morti in bocca. Che brutto vizio!
*Nel regno di Napoli anche al presente alla bestemmia vi è la pena imposta dal re di essere segnato in fronte col ferro infocato, e poi d'essere mandato in galera; ma non si vede posta molto in uso, perché poi non si trovano testimoni che vogliono deporlo per rispetti umani. Il deporre la bestemmia intesa solamente per odio contra chi l'ha detta, non va bene; ma il deporla, acciocché si tolga questo maledetto vizio, e lo scandalo che si dà a chi sente, col castigo della pena, è cosa buona e santa.
*Io non so come ad ogni bestemmia non si apre la terra sotto i piedi a chi la dice. Si trovano alcuni che arrivano a bestemmiare chi li mantiene! In vece di ringraziare Iddio che li mantiene e non li manda all'inferno essi lo bestemmiano!
*Uno che bestemmia è peggiore de' dannati: almeno quelli bestemmiano chi li castiga, ma tu bestemmi chi ti fa bene.
*se in questa vita qualche bestemmiatore non sarà castigato, sappia che non gli mancherà un gran castigo nell'altra. Il Signore fe' vedere a s. Francesca romana il tormento speciale ed orribile che patiscono i bestemmiatori sovra la lingua nell'inferno.
*Fratello mio, se per lo passato hai soluto bestemmiare, procura ora con tutte le tue forze di levarti questo vizio maledetto. Che ne ricavi da questa maledetta bestemmia? non ne ricavi guadagno; anzi questa ti fa stare sempre pezzente. Non ne ricavi gusto, e che gusto mai ci può essere ad ingiuriare i santi? Non ne ricavi onore, ma vituperio; i bestemmiatori sono tacciati e odiati anche dai pari loro che bestemmiano.
*narra s. Gregorio ne' suoi dialoghi, che un certo fanciullo di cinque anni nobile romano, udendo le bestemmie de' servitori, anch'esso erasi avvezzato a bestemmiare, e 'l padre non lo correggeva. Una sera dopo aver dette più bestemmie in quel giorno, e stando vicino a suo padre, tutto insieme spaventato cominciò a gridare: Ah che certi uomini neri mi vogliono portare con sé; e così dicendo si gettò tra le braccia del padre; ma per l'abito fatto seguitava a bestemmiare, e così bestemmiando spirò l'anima. Guai a voi, padri, che non correggete i figli quando bestemmiano; e peggio poi, se voi gliene date il mal esempio con bestemmiare avanti i figli.
*Narra s. Gregorio, che un fanciullo di cinque anni, figlio di un nobile romano, era solito di vilipendere il nome di Dio, e il padre lasciava di riprenderlo. Un giorno si vide il figliuolo assalito, come disse, da certi uomini neri; corse ad abbracciarsi col padre, ma quelli che erano tanti demonj, tra le braccia del padre l'uccisero e se lo condussero all'inferno.
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