domenica 13 dicembre 2015

(Mt 21,23-27 ) Il battesimo di Giovanni da dove veniva?

VANGELO DI LUNEDì 13 DICEMBRE 2015
(Mt 21,23-27 ) Il battesimo di Giovanni da dove veniva?
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: Dal cielo, ci risponderà: Perché allora non gli avete creduto?. Se diciamo: Dagli uomini, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e svelaci le parole di Gesù; fa che il nostro animo e la nostra mente siano puri davanti al Signore; che la malizia umana non ci impedisca di capire e di riconoscere il Messia.
Certo che l’intelligenza di Gesù, a volte ci lascia senza parole; il fatto che ci stupisce è che, senza neanche innervosirsi, riesce a trovare le parole giuste per far chiudere nella trappola da soli quelli che cercano di trarlo in inganno.
I sadducei ed i capi dei sacerdoti, non riconobbero in Giovanni un profeta, coloro che dovevano guidare il popolo verso Dio, non seppero leggere i segni delle sacre scritture ed ora che Giovanni era morto, i loro dubbi non si erano per niente chiariti, eppure già il loro pensiero era di insidiare Gesù.
Chi è Gesù? Chi lo autorizza a fare quello che fa?
Forse è il momento di domandarci chi è per noi, e se noi lo autorizziamo a guidare la nostra vita, e se facciamo come chi si sente più giusto, più saggio, più importante, e cerchiamo di metterlo a tacere.
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sabato 12 dicembre 2015

Lc 3,10-18 E noi che cosa dobbiamo fare?



VANGELO DI DOMENICA 13 DICEMBRE 2015
Lc 3,10-18 E noi che cosa dobbiamo fare?
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Io credo in Te Signore, e credo che il Tuo Spirito mi parli, come fa con tutti coloro che chiedono aiuto a te, Gesù ci ha insegnato a pregare, ci ha detto: "chiedi e ti sarà dato" ed io ti chiedo con molta umiltà .... illuminami.

Leggendo mi viene davanti agli occhi una frase, torna e s'insinua.... ripete:
" Poiché il popolo era in attesa".
Vedo la situazione di oggi,so che come me, molti attendono che qualcosa cambi, che la violenza sparisca, che l'uomo diventi più buono, che non ci sia più la fame, la guerra; insomma attendiamo che Gesù ritorni e metta fine a tutto questo.
C'e chi parla di fine del mondo, chi dell' inizio di una nuova era di pace e d'amore; io credo che la cosa più sensata sia quella di non aspettare, ma di cercare di cambiare questo mondo, cominciando da quello che ci è possibile, e chiedendo a Dio di aiutarci per cambiare quello che non sembra possibile.
Siamo cristiani perché battezzati con acqua, come dice Giovanni? O perché battezzati con lo Spirito Santo e il fuoco di Gesù Cristo?
La differenza la facciamo noi; in questa domenica definita “ della gioia.”
Una gioia che possiamo provare nell' essere salvati, ma anche tanta angoscia per chi rifiuta questa salvezza, per chi rifiuta Dio.
Non possiamo stare fermi, restare inermi ed aspettare che Dio ami anche per noi, che perdoni anche per noi, che spezzi il pane anche per noi! Ognuno di noi deve fare la sua parte, testimoniare il nostro amore per i fratelli, specialmente per chi è lontano, e non farci trascinare dallo spirito di divisione e di giudizio.
Essere Cristiani significa essere un tutt' uno con Gesù, ma ancor di più, significa capire che se non facciamo la cosa giusta, se non ci preoccupiamo dei fratelli che hanno più bisogno, se lasciamo vincere il nostro egoismo e la nostra superbia, faremo la fine della paglia, che brucerà nel fuoco inestinguibile.
Essere nella gioia non vuol dire vivere con ilarità, preoccupandoci solo di divertirci, ma vivere nella consapevolezza di fare quello che è meglio per noi e per la nostra vita, presente e futura.
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venerdì 11 dicembre 2015

(Mt 17,10-13) Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.


VANGELO
(Mt 17,10-13) Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito che mi fosti donato il giorno del battesimo in Cristo Gesù, tu che sei nascosto mel mio cuore, soffocato dal mio io inutile, ti prego vieni ad illuminarmi e a farmi capire come vivere la Parola del Signore, per l' amore misericordioso che il Padre ci elargisce, riempimi di Te. Amen.


È venuto il Signore nella nostra vita? Si siamo cristiani, crediamo in Dio creatore e Signore, in Gesù Cristo; ma veramente gli abbiamo dato il posto che gli spetta?
Gesù trasforma la nostra fede in fuoco vivo, e noi siamo fuoco vivo? Bruciamo di amore inestinguibile verso tutti gli uomini? Bruciamo d’ amore per Lui? Quanto e come preghiamo il Signore? Con le labbra o con il cuore? Molti quando il Signore ha bussato gli hanno aperto, ma poi…. visto che era così difficile seguirlo, visto che ci chiedeva di essere fedeli, onesti, umili….. hanno preferito lasciarlo lì, in un angolino del cuore, giusto il tempo di pregarlo quando ci serve qualcosa? Se questo è il Messia che è venuto.. anche noi non l’abbiamo riconosciuto?
Facciamo un bell’ esame di coscienza, e svegliamoci! Dio ci ama e ci vuole felici, ci ha insegnato che la felicità non è quella che crediamo noi, il benessere materiale, a tutti i costi, e neanche la salute a tutti i costi, perché chi vive Gesù, sa accettare anche la croce, ma chi non vuole riconoscerlo, non lo farà, nascondendosi dietro a mille scuse, ed ancora il Signore busserà alla nostra porta… amore infinito che aspetta solo che aprendo diciamo: eccomi, sono qui, trasformami in quello che solo grazie a te posso diventare, fammi lasciare a terra il pesante bagaglio della mia nullità, dei miei falsi idoli ai quali non mi rendo neanche conto di dare un valore e sollevami su ali d' aquila!
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giovedì 10 dicembre 2015

(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.


VANGELO
(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e conduci la nostra intelligenza, vivificata dal tuo Spirito, sui sentieri dove tu ti riveli nella tenebra luminosa del silenzio. Dà a noi occhi limpidi per contemplarti, e un umile cuore per lasciarci contemplare da te.
Un detto proverbiale dice: -L’erba del vicino è sempre più verde.-
Si sa che i proverbi non sbagliano mai; non siamo mai contenti di quello che succede intorno a noi. Vennero i profeti, prima di Gesù che parlavano nel nome di Dio, ma non li ascoltarono; venne Giovanni e lo presero per pazzo, e nel dubbio gli tagliarono la testa; venne Gesù e lo crocifissero; ancora oggi viene dal cielo Maria, e la gente va a vedere il miracolo, attirata dalla straordinarietà della cosa, ma la percentuale delle persone che si rende veramente conto di quanto amore c’è in tutto questo, che non si limita ad ascoltare i messaggi, ma cerca di fare di tutto per viverli, è ben misera.
Siamo duri di cuore e la storia non ci insegna nulla, eppure ci viene chiesta la santità, ed io credo che veramente, se solo riuscissimo a vivere almeno al 50% la grazia del Signore, se sapessimo apprendere dalle parole del vangelo e dai messaggi di Maria la voglia del Signore di inondarci di grazie, forse capiremmo cosa vuol dire “essere davanti al Signore”, ”vivere nel regno di Dio”.
La difficoltà di essere umili, di rinunciare a quello spicchio di mondo frivolo per vivere in preghiera, di annullare i propri desideri per ascoltare quelli del Signore, io vorrei veramente riuscire a capire che cosa mi sto perdendo! Cerco di ascoltare, di afferrare, mi sembro un aspirapolvere a volte che cerca di raccattare le briciole di questo amore e che non riesce a stringerle tra le mani se non per qualche secondo.
Facciamo di questo avvento la nostra grande occasione, facciamoci aiutare dalla Madre perfetta, dalla migliore collaboratrice di Dio ad essere come Lei, perché solo attraverso Lei potremo sperare di far nascere in noi Gesù, solo attraverso il grembo immacolato che è stato prescelto da Dio come sua prima dimora .
Sto “leggendo” il segreto di Maria di San Luigi Maria Grignion de Montfort e vi invito a leggerlo ed assaporarlo.
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mercoledì 9 dicembre 2015

( Mt 11,11-15 ) Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.



VANGELO
( Mt 11,11-15 ) Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell'Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore







LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito Vieni, Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Sostieni chi è perseguitato; incoraggia chi è emarginato; dona forza a chi è imprigionato; concedi perseveranza a chi è calpestato e torturato; ottieni la palma della vittoria a chi, ancora oggi, viene condotto al martirio.

Gesù sa che il cuore degli uomini è duro,che niente sembra,riuscire a poter essere accettato quando non si vuole e che a nulla servono le parole dei profeti ,se chi ascolta non vuole recepire il messaggio.
La missione di Giovanni, è ben definita già dalla sua nascita,ricordiamo che il bambino sussultò nella pancia della madre Elisabetta,al riconoscere il Signore nel grembo di Maria.
In questo brano sembra quasi che Gesù stia dando un giudizio su Giovanni, ma non è così secondo me, ma sta mettendo in evidenza come tutto sarà diverso dopo la sua morte in croce,dopo che dal vecchio si passerà al nuovo testamento, perché il battista profeta annuncia la sua venuta, ma è con la sua morte in croce che Gesù cambierà le cose, perché è morendo che germoglierà il perdono per tutti i figli di Dio. Infatti,contrariamente a quello che anche Giovanni pensava,Gesù non viene per castigare,ma per redimere,non per condannare,ma per salvare.
Giovanni annunciò il Messia, ma gli sfuggiva il mistero più profondo della sua dottrina,del suo insegnamento. Gesù annuncia che siamo tutti figli di Dio,dello stesso Padre e pertanto fratelli .E’ questo che fa la differenza tra il vecchio e il nuovo e che rende tutti importanti allo stesso modo agli occhi di Dio.
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martedì 8 dicembre 2015

(Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi.



VANGELO DI MERCOLEDì 9 DICEMBRE.
(Mt 11,28-30) Venite a me, voi tutti che siete stanchi.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e scalda il cuore di chi ha paura.
Non so quanti di voi, sappiano veramente che cosa è la paura!
Oggi Papa Francesco ha aperto la porta santa, per dare inizio a questo meraviglioso “giubileo della misericordia”.
Ha detto una frase che spero ci rimanga ben impressa nel cuore:
“Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato “
La paura ci taglia le ali, ci toglie il fiato, ci impedisce persino di urlare per chiedere aiuto...
La paura è terribile, perchè blocca tutto, ed anche se il cervello vorrebbe reagire, il corpo non ci riesce.
Si vorrebbe scappare dalla sensazione sgradevole della paura, ma poichè è impossibile, ci si raggomitola in se stessi.
Questo giubileo come il Papa ha giustamente detto, è per tutti, perchè tutti abbiamo bisogno di essere liberati da quello che ci costringe a rimanere prigionieri del peccato, dalle nostre paure nei confronti di chi ci è nemico.
C’ era un uomo in Africa, che disse un giorno: “ Il perdono libera l’ anima e cancella la paura ”
quest’uomo si chiamava Nelson Mandela, e voglio ricordare le sue parole, perchè lo considero il simbolo dell’ uguaglianza, dell’antirazzismo, che ha saputo fare della sua prigionia,che è durata tantissimi anni, il simbolo della liberazione.
Un altro simbolo è la croce, attraverso la quale Cristo ci ha liberato dal peccato...
Usiamo le nostre paure, le nostre prigioni, le nostre schiavitù, per desiderare di essere liberati, per desiderare di uscire da noi stessi e camminare liberi verso l’amore di Dio, che non rinuncia ad amarci perchè peccatori, ma anzi, come un padre misericordioso, è pronto a abbracciare anche le nostre paure e le nostre sofferenze, sollevandoci con esse... ed il nostro giogo diventerà più dolce, perchè lo sopporteremo insieme.
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lunedì 7 dicembre 2015

(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

VANGELO
(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’ angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’ essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci come facesti con Maria alla conoscenza del volere di Dio, e come lei fa che sappiamo accettarlo.
Il disegno di Dio, era sconosciuto a Maria, agli apostoli, ma non è più sconosciuto a noi, eppure ancora ci poniamo di fronte a questo Dio che si fa uomo, pieni d’incredulità, quasi come se ci aspettassimo che qualcun altro scriva per noi la nostra storia.
É Dio che si fa uomo, che viene tra noi, che è pronto a vivere con noi, a vivere nel nostro cuore, a dare un valore alla nostra vita. Guardiamolo negli occhi, vediamo di quanto amore è capace, e lasciamoci prendere dalla sua piccola mano… lasciamoci condurre tra le pieghe della storia della salvezza, di quel progetto che ha bisogno di noi, si, anche di noi, per scrivere la nostra storia.
Leggendo il brano penso che la piccola Maria forse, era timorosa come chiunque di noi sarebbe stato e che l’angelo la porta ad avere delle conferme. Gli dice che il Signore aveva già fatto una grazia alla cugina Elisabetta, che oltre ad essere sterile era anche vecchia… vecchia e sterile, quindi impossibilitata a concepire, ma al Signore tutto è possibile e Maria lascia la sua casa di corsa e va a trovare la cugina per avere conferma delle parole dell’angelo.
Noi nati da Adamo ed Eva, siamo liberi di scegliere come vivere, chi prendere ad esempio, se Eva madre dell'egoismo, sul cui esempio, Caino per invidia uccise Abele, o Maria, che chiede a Gesù, di manifestarsi a Canan, che lo serve seguendolo fino alla sua morte e che ancora oggi interviene nella storia per chiedere a Dio di compiere miracoli per la salvezza degli uomini, affidategli da Gesù sotto alla croce mentre rivolto a Giovanni diceva: <ecco tua madre> e a Lei disse: <donna ecco tuo figlio>
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domenica 6 dicembre 2015

(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose.



VANGELO DI LUNEDì 7 DICEMBRE 2015
(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Signore, con l'effusione del Tuo Santo Spirito, a leggere la Tua parola per trasmetterla, contemplando le Tue intenzioni, per il nostro Signor Gesù Cristo.
Con questo brano del Vangelo, Gesù c’insegna che la fede è qualcosa che va oltre le barriere e gli impedimenti, che se uno vuole conoscere veramente il Signore, non ci sono impedimenti che tengano.
In questa narrazione troviamo Gesù nel tempio, attorniato dai dottori della legge, che insegna e molti venivano da tutti i territori vicini, per conoscerlo, ascoltarlo ed essere guariti.
Alcuni uomini cercano di portare un paralitico da Gesù, ma la folla glielo impedisce, perché tutti vogliono essere lì, tutti fanno a gomitate per assistere. Sì per assistere, ma quanti tra loro hanno capito chi era Gesù?
Molti si avvicinavano, ancora oggi lo fanno, a Gesù come ad un maghetto che con un colpo di bacchetta magica può fare la magia.
Da una parte ci siamo noi, che siamo increduli e non riusciamo a comprendere il senso della venuta di Gesù sulla terra; ci aspettiamo chissà quale cambiamento, solo assistendo.
Dall'altra parte c'è Gesù, pronto per noi, subito disposto a perdonarci i peccati e a sanare le ferite della nostra anima.
Riconosciamo d’essere paralitici e d’avere bisogno di lui, di non saper camminare da soli. Dobbiamo riuscire a capire che solo vivendo le leggi dell’amore e del perdono che Lui c’insegna vedremo grandi miracoli; come la fede ci farà correre incontro al Signore e poi a portare la testimonianza del suo amore ai fratelli......
Possiamo scegliere d’essere lo spettatore egoista che non fa passare il povero paralitico, o d’essere l’amico che l’aiuta a passare attraverso la folla; di essere dei contestatori o di lodare il Signore, possiamo anche continuare ad aspettare di riconoscere Gesù come il nostro Salvatore, ma allora non vedremo mai le meraviglie di cui Dio è capace e quello che più conta è che non sapremo mai che anche attraverso noi il Signore compie meraviglie.
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sabato 5 dicembre 2015

(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.



VANGELO

Lc 3,1-6
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Parola del Signore







LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore sei Tu il mio Pastore,non manco di nulla......Tu guidi la mia vita ed io provo a seguirti con amore,a volte cado mio pastore e tu sei sempre pronto per rialzarmi, concedimi ancora la luce del tuo spirito per illuminare la mia via e quella di chi leggerà... gratuitamente hai dato, gratuitamente vorrei restituire. Amen.
Gesù conosceva la gente mano a mano che avanzava nel suo cammino, nelle sinagoghe, nel deserto, nelle città, nei villaggi… ed ovunque andava provava compassione per le persone, le vedeva così sbandate, come pecore senza pastore, perché vagavano ma non sapevano neanche loro a chi rivolgersi per reindirizzare la propria vita. Ecco perché la folla si accalca intorno a Gesù, perché lui porta con se qualcosa di nuovo, di diverso. Lui solo ha parole di vita eterna. La parola di Gesù è valida ancora oggi e, a noi cristiani, suoi discepoli, affida il compito di vivere la sua parola e di portarla ai nostri fratelli, la stessa parola che aiuta a vivere una vita che ha un senso, una vita che ci introduce nel regno dei cieli.
Dove altro potremmo andare altrimenti, dietro a chi? Il mondo è pieno di sfavillanti lustrini, di tentazioni, di abbagli, ma tutto è fittizio, tutto è falso ed ingannevole, anche gli affetti non durano o si trasformano, difficilmente i legami superano le difficoltà, uno solo è l’amore eterno che ci cerca, il buon pastore che ci rincorre, che si incammina nel nostro deserto, nella nostra notte più nera e prendendoci per mano ci riporta all’ ovile, alla casa del Padre.
In questa pagina notiamo il parallelismo con quella di Luca, che discepolo di Paolo che era in prigione, come Matteo, mette in risalto quello che era il compito affidato ai discepoli: guidare il suo gregge. È chiaramente Gesù il Buon Pastore per eccellenza, ma affidando ai discepoli il compito di guidare il suo gregge noi vediamo che per prima cosa raccomanda la preghiera per la sua Chiesa, per i pastori. La preghiera è fondamentale perché crea quel legame profondo tra gli uomini e Dio, come se avessimo un lume accanto e lo accendessimo, allora potremo alla luce dello Spirito Santo vivere in comunione con Gesù Cristo. Ma se teniamo il lume spento, non alimentiamo la nostra fede, se vogliamo decidere di andare avanti da soli, inciamperemo molto presto.
Qualcuno potrebbe pensare che una persona non può pregare in continuazione, che non sarebbe vita, perché spesso ci pensa alla preghiera in maniera errata, come ad un obbligo da adempiere, e forse all’inizio è un po’ così per molti, ma pian piano, con il Suo Santo aiuto, si riesce ad entrare veramente in comunione, a vivere sentendo che il Signore è al nostro fianco, che ci guida e ci assiste in ogni nostra esigenza.
È il Signore che ci viene incontro, ma ci chiede di fare dei passi ben precisi verso di Lui, ed uno di questi è quello di conoscerlo veramente; di capire attraverso le sue parole, quello che è giusto e quello che è sbagliato ai suoi occhi, ma più di tutto, per il nostro bene, perché su una cosa non dobbiamo mai avere dubbi, anche nelle varie prove che si succedono nella nostra vita, ed è che Dio ci ama.
La sua presenza assidua, ci guarirà dall’ insoddisfazione, dalla cattiveria, dall’ egoismo, dalla paura di perderci e, finalmente, potremo riuscire a sentirci fratelli di tutti nel mondo, figli di uno stesso Padre, membra del corpo di Cristo.
Quando Gesù passa nella nostra vita, ci guarisce e niente è più come prima, per questa grazia che abbiamo ricevuto, dobbiamo dare testimonianza, perché come Gesù, dobbiamo provare amore e compassione, per le altre pecore sperdute del gregge, e non sentirci salvi e giusti, fregandocene degli altri o giudicandoli.
È facile smarrire la via, il nostro nemico è molto astuto, ci abbaglia con il suo mondo di lustrini appariscenti e illudendoci, non ci permette di riconoscere i fratelli più piccoli e bisognosi.
In questo avvento, perché Gesù trovi veramente un posto nel nostro cuore, apriamolo a Lui, e lasciamoci trasformare. E’ un Natale di crisi per molti, facciamo che sia anche un Natale d’amore.
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venerdì 4 dicembre 2015

(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.



VANGELO
(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore sei Tu il mio Pastore,non manco di nulla......Tu guidi la mia vita ed io provo a seguirti con amore,a volte cado mio pastore e tu sei sempre pronto per rialzarmi, concedimi ancora la luce del tuo spirito per illuminare la mia via e quella di chi leggerà... gratuitamente hai dato, gratuitamente vorrei restituire. Amen.
Gesù conosceva la gente mano a mano che avanzava nel suo cammino, nelle sinagoghe, nel deserto, nelle città, nei villaggi… ed ovunque andava provava compassione per le persone, le vedeva così sbandate, come pecore senza pastore, perché vagavano ma non sapevano neanche loro a chi rivolgersi per reindirizzare la propria vita. Ecco perché la folla si accalca intorno a Gesù, perché lui porta con se qualcosa di nuovo, di diverso. Lui solo ha parole di vita eterna. La parola di Gesù è valida ancora oggi e, a noi cristiani, suoi discepoli, affida il compito di vivere la sua parola e di portarla ai nostri fratelli, la stessa parola che aiuta a vivere una vita che ha un senso, una vita che ci introduce nel regno dei cieli.
Dove altro potremmo andare altrimenti, dietro a chi? Il mondo è pieno di sfavillanti lustrini, di tentazioni, di abbagli, ma tutto è fittizio, tutto è falso ed ingannevole, anche gli affetti non durano o si trasformano, difficilmente i legami superano le difficoltà, uno solo è l’amore eterno che ci cerca, il buon pastore che ci rincorre, che si incammina nel nostro deserto, nella nostra notte più nera e prendendoci per mano ci riporta all’ ovile, alla casa del Padre.
In questa pagina notiamo il parallelismo con quella di Luca, che discepolo di Paolo che era in prigione, come Matteo, mette in risalto quello che era il compito affidato ai discepoli: guidare il suo gregge. È chiaramente Gesù il Buon Pastore per eccellenza, ma affidando ai discepoli il compito di guidare il suo gregge noi vediamo che per prima cosa raccomanda la preghiera per la sua Chiesa, per i pastori. La preghiera è fondamentale perché crea quel legame profondo tra gli uomini e Dio, come se avessimo un lume accanto e lo accendessimo, allora potremo alla luce dello Spirito Santo vivere in comunione con Gesù Cristo. Ma se teniamo il lume spento, non alimentiamo la nostra fede, se vogliamo decidere di andare avanti da soli, inciamperemo molto presto.
Qualcuno potrebbe pensare che una persona non può pregare in continuazione, che non sarebbe vita, perché spesso ci pensa alla preghiera in maniera errata, come ad un obbligo da adempiere, e forse all’inizio è un po’ così per molti, ma pian piano, con il Suo Santo aiuto, si riesce ad entrare veramente in comunione, a vivere sentendo che il Signore è al nostro fianco, che ci guida e ci assiste in ogni nostra esigenza.
È il Signore che ci viene incontro, ma ci chiede di fare dei passi ben precisi verso di Lui, ed uno di questi è quello di conoscerlo veramente; di capire attraverso le sue parole, quello che è giusto e quello che è sbagliato ai suoi occhi, ma più di tutto, per il nostro bene, perché su una cosa non dobbiamo mai avere dubbi, anche nelle varie prove che si succedono nella nostra vita, ed è che Dio ci ama.
La sua presenza assidua, ci guarirà dall’ insoddisfazione, dalla cattiveria, dall’ egoismo, dalla paura di perderci e, finalmente, potremo riuscire a sentirci fratelli di tutti nel mondo, figli di uno stesso Padre, membra del corpo di Cristo.
Quando Gesù passa nella nostra vita, ci guarisce e niente è più come prima, per questa grazia che abbiamo ricevuto, dobbiamo dare testimonianza, perché come Gesù, dobbiamo provare amore e compassione, per le altre pecore sperdute del gregge, e non sentirci salvi e giusti, fregandocene degli altri o giudicandoli.
È facile smarrire la via, il nostro nemico è molto astuto, ci abbaglia con il suo mondo di lustrini appariscenti e illudendoci, non ci permette di riconoscere i fratelli più piccoli e bisognosi.
In questo avvento, perché Gesù trovi veramente un posto nel nostro cuore, apriamolo a Lui, e lasciamoci trasformare. E’ un Natale di crisi per molti, facciamo che sia anche un Natale d’amore.
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giovedì 3 dicembre 2015

(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.



VANGELO DI VENERDì 4 DICEMBRE 2015

(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».


Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».

Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.

Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE


PREGHIERA


Vieni o Spirito Santo, trova il posto che è Tuo di diritto nel mio cuore e nella mente; fa che tutto di me viva di Te, perché la fede che il Signore mi ha donato, possa essere luce riflessa e lampada per i momenti di buio dei nostri piccoli cuori infedeli ed umani.
Gesù sì allontanava….Questa frase mi colpisce, perché Gesù non si allontana, ma certo noi spesso lo facciamo ed ecco che appena lontani, diventiamo come ciechi.Se viviamo fuori della visione del Cristianesimo, quindi limitandoci a vivere da uomini, tutto è ammesso, tutto è normale, anche il male che fa parte della nostra vita ha una sua ragione d’essere, perché l’unico scopo dell’essere umano è il raggiungimento del proprio benessere, anche a scapito degli altri; è questo che gli uomini cercano, con tutti i mezzi, leciti e non.La vita senza Cristo è veramente di un’aridità incredibile, quasi come se tutto dovesse essere vissuto velocemente e per forza, come se un istinto incontrollabile prenda possesso del nostro io e lo costringa a vivere incurante delle conseguenze dei propri gesti.In un mondo così non c’è spazio per nessun altro che non sia il nostro io, ma ci circondiamo di falsi amici e di cattivi maestri per non rendercene conto.In questi giorni si discute in televisione d’eutanasia e d’accanimento terapeutico, molti sono quelli che, essendo lontani dall’ amore, non accettano l’idea che doversi occupare di corpi martoriati ed inermi, definendoli soltanto dei vegetali, e prego Dio che queste persone non siano costrette mai a stare dall’ altra parte, non siano costrette a capire che essere favorevoli all’ eutanasia equivale a chiudere il corpo di una persona viva dentro ad una bara e a sotterrarla.Forte come immagine, lo so, ma visto che oggi si sta imponendo silenziosamente il concetto d’eutanasia, dovete concedermelo, anzi, concedercelo, perché voglio parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.Quando a ferragosto hanno ricoverato mia nipote Chicca per embolia celebrale, ci hanno chiesto di firmare un foglio per intervenire attaccandola alle macchine per mantenerla in vita, se ce ne fosse stato bisogno….Ma non dovrebbe essere sempre così? Non dovrebbe essere un nostro diritto essere aiutati a vivere in un ospedale? Silenziosamente hanno cambiato le regole ed ora dobbiamo chiedere di essere mantenuti in vita, solo perché siamo un costo aggiuntivo alle casse della previdenza sociale.Centinaia di famiglie sono abbandonate a se stesse nella triste esigenza di provvedere ad un parente invalido, ma lontani da Gesù, quelle famiglie non c’interessano, quelle persone non sono esseri umani, e questo che lo vogliamo o no, avviene anche per colpa nostra.Siamo Cristiani tiepidi, non ci sentiamo membra dello stesso corpo, non vogliamo vedere il dolore degli altri, ma solo le nostre privazioni, le nostre frustrazioni, facendoci accecare dall’ egoismo.Gesù ci prende per mano e ci guida oltre tutto questo, ascoltiamolo, facciamoci aprire gli occhi dall’ Amore assoluto, e viviamo alla luce della sua parola, perché solo con Gesù possiamo vivere una vita degna di essere chiamata tale.Gesù non ci permette di arrenderci davanti alla croce, ma ci aiuta a portarla; non ci fa schiacciare dall’ egoismo e dalla cattiveria; non permette alla parte peggiore di noi di prevalere su quella buona, non ci fa vivere come bestie ascoltando solo i nostri istinti; Gesù ci dona la vista!Io vivo sperando e implorando Dio di non dover mai scegliere per qualcun altro, perché ho paura di quello che potrebbe succedere dentro di me, ho paura che vedere soffrire senza speranza una persona mi possa portare a considerare la morte il suo bene, non me la sento di giudicare nessuno perché fa questa scelta, ma chiedo a Dio di starmi vicino e darmi la forza della speranza, della fede, e di impedirmi in tutti i modi, di fare la scelta orribile della morte. Figlio di Davide, abbi pietà di me!
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mercoledì 2 dicembre 2015

(Mt 7,21.24-27) Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.

VANGELO

(Mt 7,21.24-27) Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.

 Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. 
Ascoltami e Così sia.

- Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’apparenza per entrare nel regno di Dio. Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. È inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo. La fede che Gesù c’ invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’ amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui. Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno. Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio. Non è facile la via che il Signore ci indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede. Vivere il mondo e la nostra stessa vita, comunicando al Signore, la nostra accettazione di Figli Suoi, consapevoli di essere stati creati per amare quello che Lui ha creato per noi e per amarci l’ uno con l’ altro. Non dobbiamo pensare di essere da soli, di dover fare cose impossibili, ma solo di chiedere al Signore la forza e la grazia necessarie per vivere cercando il più possibile di capire che l’ amore che Dio ha riposto in noi, che il fatto di essere un solo corpo con Cristo, ci saprà condurre sempre sulla strada giusta
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martedì 1 dicembre 2015

(Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

VANGELO.
(Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi, si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili. Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore…. grazie. Amen.
Questa pagina del vangelo, nella versione di Luca, l’ abbiamo trovata nel giorno del corpus Domini, quindi in uno dei tempi forti della liturgia. È un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune piccole cose che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali. Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa … Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo, (dal vangelo di Luca: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».) Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla. Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce. Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue … Amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro. Non è facile vivere la carità, la condivisione, non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità; l’idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza. Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre. È così facile sedersi sulle comodità, rilassarsi e poi diventare gelosi di tali beni e non volerli dividere con nessuno....Quando i poveri, gli afflitti, quelli che cercano di sopravvivere alla fame e all'ingiustizia, bussano alle porte dell'Italia, noi siamo spinti dall'egoismo e dalla paura a vedere solo il lato negativo della cosa; a vedere tutti come dei fanatici islamici assetati di sangue, come gente che ci ruba il pane ed il lavoro. Sono fratelli scomodi, hanno bisogno di tutto e noi abbiamo così poco, ma noi siamo gli stessi che non riescono a non sentire una morsa dentro quando vediamo in tv i bambini africani che muoiono di fame, noi siamo gli stessi che rabbrividiscono quando sentiamo che in India le bambine vengono violentate ed uccise.... noi siamo le mani che Gesù vuole usare per combattere l' egoismo e l'indifferenza. Proviamo ad affidare i bisogni di chi chiede aiuto al Signore, e Lui ci renderà capaci di tutto il bene del mondo e ci restituirà
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lunedì 30 novembre 2015

(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.

VANGELO.
(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo. Dal Vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA.
Vieni Signore con il Tuo Santo Spirito a dare forma ai pensieri, vieni perché tutto da te dipende; vieni perché io conto su di te per capire; conto su di te per vivere; conto su di te per essere degna di vivere nel tuo regno.
Innanzitutto facciamo un passetto indietro per capire che cosa fa esultare Gesù e leggendo l’antefatto vediamo che è appena avvenuto l’incontro con i 72 discepoli mandati in missione, che felici gli raccontavano come, nel suo nome, avevano scacciato i demoni. Gesù gioiva di questo, ma ancor di più ringraziava il Padre perché questi discepoli, nella loro semplicità, avevano compreso di non essere loro gli artefici di tanti miracoli, ma solo strumenti di Gesù. Ci vuole coraggio per pensare questo, non è facile sentirsi strumenti di Dio, ed al tempo stesso, rimanere umili, dobbiamo tenere sempre presente che tutto dipende da Dio, ma spesso il nostro orgoglio ci fa diventare superbi. Rispondere a Dio, accettare di essere partecipi al suo progetto, non è un’azione isolata, ma ha bisogno di farci sentire parte di un tutt’ uno, come ingranaggi di una stessa macchina che si intrinsecano l’uno con l’altro, a cui il Signore stesso dà ordine e forma. L’amore che germoglia, cresce e si sviluppa nel nostro cuore infatti, non deve diminuire se il mondo intorno sembra rifiutarlo, ma anzi, ancor più deve crescere proprio perché più l’uomo si allontana, più ha bisogno di qualcuno che lo tenga stretto nel suo cuore per riportarlo al Padre. Plasmaci Signore, dacci forma, perché dalla terra ci hai creato, e a te solo dobbiamo la vita, siamo figli tuoi e possiamo essere degni di te, solo se amiamo come tu ci ami. Insegnaci a vivere a tua immagine e somiglianza, proteggici dal fango del peccato che vuole impedirci di risplendere della tua luce. ---------------------------------- Accedendo al blog e registrandosi alla newsletter riceverete ogni giorno una e-mail con il vangelo ed il commento e le varie cose pubblicate nel blog stesso http://bricioledivangelo.blogspot.it/ OPPURE https://manuroma86.wordpress.com/ per leggere e inserire post e commenti e le versioni in francese -inglese e spagnolo :https://www.facebook.com/groups/136929857240/?fref=ts http://www.facebook.com/pages/COME-SI-ENTRA-IN-PARADISOVANGELO-E-RIFLESSIONE-DEL-GIORNO/206580436049815?ref=ts

domenica 29 novembre 2015

(Mt 4,18-22) Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.



VANGELO DI LUNEDì 30 NOVEMBRE 2015
(Mt 4,18-22) Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Parola del Signore
LA MIA  RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito di discernimento, aiutami a capire, spiegare ed assimilare la parola di Dio, fin nelle più profonde pieghe del mio cuore, perché il conoscere la parola sia anche riuscire a viverla intensamente. Te lo chiedo per l'amore misericordioso di Dio Padre, che tanto ci ama!
In questa pagina del vangelo si parla di Pietro ed Andrea, due fratelli chiamati da Gesù ad evangelizzare, a seguirlo e portare la lieta novella alle genti... due fratelli che hanno continuato l'opera di Gesù in due diversi posti; uno a Roma ( Pietro ) e l'altro a Costantinopoli ( Andrea ). Due chiese che ancora oggi sono divise, e purtroppo, non è la sola divisione tra i cristiani. Tutti salgono sulla torre di babele della divisione; nessuno cerca di andare incontro all'altro... eppure vogliamo tutti seguire Gesù, perché non proviamo ad essere più umili e a cercare di aiutarci a vicenda invece di continuare a trattare gli altri come dei nemici? Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita. Da quel giorno ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi.... Ti farò pescatore d’uomini, dice ad Andrea e a Pietro e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini, se non una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest'uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.
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Vangelo di Luca 21,25-28.34-36in relazione con Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta

I DOMENICA DI AVVENTO

Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta

Domenica 29 novembre 2015

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,25-28.34-36
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’Uomo».


Corrispondenza nell’“Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta
Volume 9 Capitolo 596 pagina 387

Pietro e Giovanni parlano fra di loro e poi sussurrano qualcosa a Giacomo d’Alfeo e ad Andrea, loro vicini, i quali annuiscono col capo. Allora Pietro si rivolge al Maestro e gli dice:
«Vieni in disparte e spiegaci quando avverrà la tua profezia sulla distruzione del Tempio. Daniele ne parla, ma se fosse come lui dice e come Tu dici, poche ore avrebbe ancora il Tempio. Ma noi non vediamo eserciti né preparativi di guerra. Quando dunque avverrà? Quale sarà il segno di esso? Tu sei venuto. Tu, dici, stai per andare via. Eppure si sa che essa non sarà che quando Tu sarai fra gli uomini. Tornerai, allora? Quando, questo tuo ritorno? Spiegaci, perché noi si possa sapere...».
«Non occorre mettersi in disparte. Vedi? Sono rimasti i discepoli più fedeli, quelli che saranno a voi dodici di grande aiuto. Essi possono sentire le parole che dico a voi. Venitemi tutti vicino!», grida in ultimo per radunare tutti.
I discepoli, sparsi sul pendio, si avvicinano, fanno un mucchio compatto, stretto intorno a quello principale di Gesù coi suoi apostoli, e ascoltano.
«Badate che nessuno vi seduca in futuro. Io sono il Cristo e non vi saranno altri Cristi. Perciò, quando molti verranno a dirvi: “Io sono il Cristo” e sedurranno molti, voi non credete a quelle parole, neppure se saranno accompagnate da prodigi. Satana, padre di menzogna e protettore dei menzogneri, aiuta i suoi servi e seguaci con falsi prodigi, che però possono essere riconosciuti non buoni perché sempre uniti a paura, turbamento e menzogna.
I prodigi di Dio voi li conoscete: danno pace santa, letizia, salute, fede, conducono a desideri e opere sante. Gli altri no.
Perciò riflettete sulla forma e le conseguenze dei prodigi che potrete vedere in futuro ad opera dei falsi Cristi e di tutti coloro che si ammanteranno nelle vesti di salvatori di popoli e saranno invece le belve che rovinano gli stessi.
Sentirete anche, e vedrete anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno: “Sono i segni della fine”. Non turbatevi. Non sarà la fine. Bisogna che tutto questo avvenga prima della fine, ma non sarà ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro nazione, continente contro continente, e seguiranno pestilenze, carestie, terremoti in molti luoghi. Ma questo non sarà che il principio dei dolori.
Allora vi getteranno nella tribolazione e vi uccideranno, accusandovi di essere i colpevoli del loro soffrire e sperando di uscirne col perseguitare e distruggere i miei servi. Gli uomini fanno sempre accusa agli innocenti di esser causa del male che essi, peccatori, si creano.
Accusano Dio stesso, perfetta Innocenza e Bontà suprema, di esser causa del loro soffrire, e così faranno con voi, e voi sarete odiati per causa del mio Nome. È satana che li aizza. E molti si scandalizzeranno e si tradiranno e odieranno a vicenda. È ancor satana che li aizza.
E sorgeranno falsi profeti che indurranno molti in errore.
Ancora sarà satana il vero autore di tanto male.
E per il moltiplicarsi dell’iniquità si raffredderà la carità in molti. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo. E prima bisogna che questo Vangelo del Regno di Dio sia predicato in tutto il mondo, testimonianza a tutte le nazioni. Allora verrà la fine. Ritorno al Cristo di Israele che lo accoglie e predicazione della mia Dottrina in tutto il mondo.
E poi un altro segno. Un segno per la fine del Tempio e per la fine del mondo. Quando vedrete l’abominazione della desolazione predetta da Daniele -chi mi ascolta bene intenda, e chi legge il Profeta sappia leggere fra le parole- allora chi sarà in Giudea fugga sui monti, chi sarà sulla terrazza non scenda a prendere quanto ha in casa, e chi è nel suo campo non torni in casa a prendere il suo mantello, ma fugga senza volgersi indietro, ché non gli accada di non poterlo più fare, e neppure si volga nel fuggire a guardare, per non conservare nel cuore lo spettacolo orrendo e insanire per esso.
Guai alle gravide e a quelle che allatteranno in quei giorni! E guai se la fuga dovesse compiersi in sabato! Non sarebbe sufficiente la fuga a salvarsi senza peccare. Pregate dunque perché non avvenga in inverno e in giorno di sabato, perché allora la tribolazione sarà grande quale mai non fu dal principio del mondo fino ad ora, né sarà mai più simile perché sarà la fine.
Se non fossero abbreviati quei giorni in Grazia degli eletti, nessuno si salverebbe, perché gli uomini-satana si alleeranno all’inferno per dare tormento agli uomini.
E anche allora, per corrompere e trarre fuori della via giusta coloro che resteranno fedeli al Signore, sorgeranno quelli che diranno: “Il Cristo è là, il Cristo è qua. È in quel luogo. Eccolo”. Non credete.
Nessuno creda, perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno prodigi e portenti tali da indurre in errore, se fosse possibile, anche gli eletti, e diranno dottrine in apparenza così confortevoli e buone a sedurre anche i migliori, se con loro non fosse lo Spirito di Dio che li illuminerà sulla verità e l’origine satanica di tali prodigi e dottrine.
Io ve lo dico. Io ve lo predico perché voi possiate regolarvi. Ma di cadere non temete. Se starete nel Signore non sarete tratti in tentazione e in rovina. Ricordate ciò che vi ho detto: “Vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni, e di tutta la potenza del Nemico nulla vi nuocerà, perché tutto vi sarà soggetto”. Vi ricordo anche però che per ottenere questo dovete avere Dio in voi, e rallegrarvi dovete, non perché dominate le potenze del Male e le venefiche cose, ma perché il vostro nome è scritto in Cielo.
State nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità. Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io solo ho detto la verità. Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando sarà la fine. Perciò, se vi dicono: “È nel deserto”, non andate. Se vi dicono: “È in quella casa”, non date retta.
Perché il Figlio dell’Uomo nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il batter di una palpebra.
E scorrerà sul grande Corpo, di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti Angeli, e giudicherà. Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile. E subito dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta -parlo già della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle quali cose parlano i profeti- si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.
E allora nel firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell’Uomo, e piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il Figlio dell’Uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Ed Egli comanderà ai suoi Angeli di mietere e vendemmiare, e di separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più perpetuazione della specie umana sulla Terra morta.
E comanderà ai suoi Angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti.
Dal fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l’estate. Così anche, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire. In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle, prima che tutto ciò avvenga.
La mia Parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero degli uomini possono mutare, ma non muta la mia Parola. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi al giorno e all’ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli Angeli del Signore, ma soltanto il Padre li conosce.
Come ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell’Uomo. Nei giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno sino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e si aprirono le cataratte dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così sarà per la venuta del Figlio dell’Uomo.
Allora due uomini saranno accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata, dai nemici nella Patria e più ancora dagli Angeli separanti il buon seme dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo.
Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore. Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie, e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte non vi colga improvviso quando siete impreparati. Perché, ricordate, tutti avete a morire.
Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire, ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del Figlio dell’Uomo.
Che sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad amministrare il cibo ai domestici in sua assenza? Beata sorte egli avrà se il suo padrone, tornando all’improvviso, lo trova a fare ciò che deve con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà: “Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni, amministra tutti i miei beni”.
Ma se egli pareva, e non era, buono e fedele, e nell’interno suo era cattivo come all’esterno era ipocrita, e partito il padrone dirà in cuor suo: “Il padrone tarderà a tornare! Diamoci al bel tempo”, e comincerà a battere e malmenare i conservi, facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubriaconi, che avverrà?
Che il padrone tornerà all’improvviso, quando il servo non se lo pensa vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà.
E così del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: “Poi mi pentirò”. In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per Salvatore.
Tutti là accolti davanti al Figlio dell’Uomo. Una moltitudine infinita di corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi. Ad ogni carne tornata sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l’animava un tempo.  
E staranno ritti davanti al Figlio dell’Uomo, splendido nella sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi Angeli. Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i buoni e dall’altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra.
E dirà con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, Lo guarderanno con tutto l’amore del loro cuore: “Venite, o benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall’origine del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto”.
E i giusti gli chiederanno: “Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a visitarti?”.
E il Re dei re dirà loro: “In verità vi dico: quando avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei fratelli, allora lo avete fatto a Me”.
E poi si volgerà a quelli che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce tuonerà l’ira di Dio: “Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine triplice e oscena.
Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste, infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una legge: il piacere del vostro Io”.
Ed essi gli diranno: “Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo, carcerato? In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando Tu eri sulla Terra”.
Ed Egli risponderà loro: “È vero. Non mi avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati. Perché non avete fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me?
Perché non è già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col Figlio dell’Uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli uomini? Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era la Luce e il Fuoco d’Amore”.
E costoro andranno all’eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna. Queste le cose future...
Ora andate. E non dividetevi fra voi. Io vado con Giovanni e sarò a voi a metà della prima vigilia, per la cena e per andare poi alle nostre istruzioni».
«Anche questa sera? Tutte le sere faremo questo? Io sono tutto indolenzito dalle guazze. Non sarebbe meglio entrare ormai in qualche casa ospitale? Sempre sotto le tende! Sempre veglianti e nelle notti, che sono fresche e umide...», si lamenta Giuda.
«È l’ultima notte. Domani... sarà diverso».
«Ah! Credevo che volessi andare al Getsemani tutte le notti. Ma se è l’ultima...».
«Non ho detto questo, Giuda. Ho detto che sarà l’ultima notte da passare al campo dei Galilei tutti uniti. Domani prepareremo la Pasqua e consumeremo l’agnello, e poi andrò Io solo a pregare nel Getsemani. E voi potrete fare ciò che volete».
«Ma noi verremo con Te, Signore! Quando mai abbiamo voglia di lasciarti?», dice Pietro.
«Tu taci, che sei in colpa. Tu e lo Zelote non fate che svolazzare qua e là appena il Maestro non vi vede. Vi tengo d’occhio. Al Tempio... nel giorno... nelle tende lassù...», dice l’Iscariota, lieto di denunciare.
«Basta! Se essi lo fanno, bene fanno. Ma però non mi lasciate solo... Io ve ne prego...».
«Signore, non facciamo nulla di male. Credilo. Le nostre azioni sono note a Dio ed il suo occhio non si torce da esse con disgusto», dice lo Zelote.
«Lo so. Ma è inutile. E ciò che è inutile può sempre essere dannoso. State il più possibile uniti».
Poi si volge a Matteo: «Tu, mio buon cronista, ripeterai a costoro la parabola delle dieci vergini savie e delle dieci stolte, e quella del padrone che dà dei talenti ai suoi tre servi perché li facciano fruttare, e due ne guadagnano il doppio e l’infingardo lo sotterra. Ricordi?».
«Sì, Signor mio, esattamente».
«Allora ripetile a questi. Non tutti le conoscono. E anche quelli che le sanno avranno piacere a riascoltarle. Passate così in sapienti discorsi il tempo sino al mio ritorno. Vegliate! Vegliate! Tenete desto il vostro spirito. Quelle parabole sono appropriate anche a ciò che dissi. Addio. La pace sia con voi».
Prende Giovanni per mano e si allontana con lui verso la città... Gli altri si avviano verso il campo galileo.

Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta