Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
mercoledì 2 settembre 2020
MERCOLEDì 2 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Lc 4,38-44) È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
VANGEO DI MERCOLEDì 2 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Lc 4,38-44)
È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Uscito dalla Sinagoga, Gesù non aveva certo finito il suo compito, perché quello che porta con se non è solo parola, ma esempio di vita donata a Dio e agli uomini, è quello che oggi potremmo definire un esempio di vita consacrata. Quello che mi piace notare nel brano di oggi è come la preghiera sia importante sia per Gesù, che la riceve dai malati e dai loro parenti, sia per chi prega, cominciando da Gesù stesso che si isola (in un luogo deserto) e cerca così, attraverso la preghiera, il contatto con il Padre.
Questo contatto è essenziale, perché nessuno più di Gesù ha incoraggiato la preghiera. I seguaci di Cristo ricevettero l' incoraggiamento a pregare e fu loro insegnato come farlo. Essi vedevano costantemente l' esempio posto davanti a loro e notavano il rapporto diretto, esistente, tra lo straordinario ministero di Gesù e la sua profonda vita di preghiera. Gesù considerava la preghiera più importante del cibo; la Bibbia dice che Gesù, ore prima del levarsi del sole, si recava in luoghi solitari per pregare (vedi Marco 1:35). Per il Figliuolo di Dio, la preghiera era molto più importante del radunarsi di grandi folle. La Bibbia dice: " Molte turbe si adunavano per udirlo ed esser guarite delle loro infermità. Ma egli si ritirava nei luoghi deserti e pregava " (Luca 5:15-16). Le preziose ore di comunione con il Padre celeste avevano per Lui valore superiore al sonno. La Bibbia dice infatti: "Or avvenne in quei giorni ch'egli se n'andò sul monte a pregare, e passò la notte in orazione a Dio" (Luca 6:12). Egli pregava in occasione di funerali, ed i morti risuscitavano. Pregò sui cinque pani ed i due pesci, e moltitudini furono saziate con la colazione di un ragazzetto. Egli pregò invocando: "Non la mia volontà, ma la tua sia fatta", e si aprì così la strada che permetteva all'uomo peccatore di avvicinarsi ad un Dio Santo. Quindi la preghiera non è un optional, un accessorio, ma è il perno della fede, attraverso di essa ci si mette in comunicazione con Dio.I demoni lasciano i corpi degli uomini per cui è chiesta la guarigione attraverso una preghiera sincera, perché ci si rivolge a Gesù come a colui che salva. Il suo compito non è circoscritto a poche persone , e tutti coloro che accetteranno di essere guariti dalla loro incredulità, saranno salvati.Dobbiamo pregare nel Nome di Cristo. Gesù ha detto: " E quel che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figliolo." (Giovanni 14:13).Non siamo degni di accostarci al santo trono di Dio se non per mezzo del nostro avvocato Gesù Cristo. La Bibbia dice infatti: "Avendo noi dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia." (Ebrei 4:14-16). Dio perdona i nostri peccati per amore di Cristo; per amore di Cristo provvede ai nostri bisogni e accoglie le nostre preghiere. Colui che viene fiducioso al trono della grazia ha potuto vedere che l' avvicinarsi a Dio gli era reso possibile a motivo di Gesù Cristo.
MARTEDì 1 SETTEMBRE 2020 VANGELO (Lc 4,31-37) Io so chi tu sei: il santo di Dio
VANGELO DI MARTEDì 1 SETTEMBRE 2020
VANGELO (Lc 4,31-37)
Io so chi tu sei: il santo di Dio!
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «.Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO
Nella chiesa di Nazaret, tra i suoi, Gesù fu scacciato, non fu accettato, e se ne andò a Cafarnao, dove il sabato, nel tempio leggeva le letture ed era ascoltato, perché la sua era vista come una parola autorevole. Notevole questo fatto che Luca racconta, ”nella chiesa un indemoniato”, non basta una chiesa di mattoni per scacciare il demonio, ma Gesù con autorità lo scaccia . Persino un ribelle per eccellenza come il demonio riconosce l’autorità di Gesù, riconosce in Gesù il Santo di Dio. Apriamo gli occhi fratelli, satana si nasconde e solo se riconosciamo in Gesù Cristo il Santo di Dio, possiamo scacciarlo dalla nostra vita. Riconoscere il Santo di Dio significa riconoscere il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo di Dio. Oggi leggendo questa lettura mi viene un pensiero,molti pensarono che Gesù era un perdente, ingannati da satana, che è il perdente per eccellenza!
martedì 1 settembre 2020
La Parola potente Commento a Lc 4, 31-37 Don Cristiano Mauri
La Parola potente
Commento a Lc 4, 31-37
Don Cristiano Mauri Sep 1
1. Ingresso.Mettiti alla presenza del Signore. Cerca la calma. Fa’ un lento segno di croce. Chiedi allo Spirito la pace interiore, la libertà di cuore e la capacità di accogliere i suoi doni.
2. Leggere e gustare
Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. (Lc 4, 31-37)Leggi il brano con grande attenzione cercando di comprendere «che cosa dice». Presta ascolto a quali parole o versetti ti suscitano reazioni interiori significative e soffermati gustandone il sapore, buono o cattivo che sia. Se ti sono d’aiuto, utilizza gli spunti seguenti per meglio comprendere il testo.
Note per la comprensione del brano.
Ci troviamo all’inizio del ministero attivo del Cristo, che fin da subito si propone come predicatore itinerante.
L’esordio vero e proprio è avvenuto nella sinagoga di Nazaret, dove, appoggiandosi a un testo di Isaia, Gesù si è identificato con l’Unto del Signore, da lui inviato per portare il lieto annuncio di liberazione ai poveri e agli oppressi.
Un episodio, quello della sinagoga del paese natio, dal chiaro carattere programmatico: Gesù, interpretando autorevolmente la Scrittura, si è dichiarato come colui che realizzerà il tempo della grazia, incontrando però, da parte dei compaesani, una forte resistenza, evidente preludio della conclusione sul Calvario.
Cafarnao, dove ci troviamo ora, è il luogo in cui la profezia comincia a diventare fatto concreto e il compiersi della Scrittura non è più solo annunciato, ma direttamente vissuto.
Nella sinagoga del villaggio avviene infatti il primo atto di liberazione con il quale vengono spezzate le catene del male che opprime un uomo: «l’anno di grazia» della profezia isaiana diviene realtà.
L’autorità di Gesù si manifesta e conferma nell’intreccio tra le parole che pronuncia e le opere che compie, prendendo i contorni tanto di una sapienza che di una potenza.
Un’autorità che viene da Dio, poiché lo Spirito è su di Lui, come a Nazareth è stato proclamato. Una forza soprannaturale che non intende schiacciare e soggiogare gli uomini, bensì liberarli e sollevarli, interpellarli e coinvolgerli, creando un rapporto da persona a persona.
Se a Nazaret lo scontro è stato con i compaesani, stavolta l’avversario è un demone. Per Luca i ”daimónion” sono spiriti a servizio del diavolo che contrastano l’agire di Dio, portando male e rovina agli uomini.
Il demone si lamenta della presenza di Gesù con un’espressione che significa in sostanza «Di che ti impicci?», a cui aggiunge la giusta diagnosi della situazione - «Sei venuto a rovinarci» - e un appellativo di origine arcaica usato per indicare Sansone, che viene qui attribuito a Gesù per sottolineare l’origine divina della sua missione: «Tu sei il Santo di Dio».
L’esito è quello annunciato e atteso: il demonio è ridotto al silenzio e scacciato senza che abbia possibilità di compiere ulteriore danno.
L’ordine di Gesù libera l’uomo mentre imbavaglia e incatena il male. La perentorietà, la severità e l’estrema efficacia del comando delineano la straordinaria potenza della parola di Gesù.
Il commento meravigliato dei presenti fa da cronaca stupita a ciò che Gesù ha compiuto e che subito viene annunciato in tutto il territorio circostante.
3. Ascoltare e ConfidareInterroga il testo cercando di coglierne il messaggio essenziale (cosa rivela di Dio, dell’uomo, del mondo, dei valori fondamentali?). Colto il messaggio, applicalo alla tua vita. Che cosa ti dice il testo? Dialoga con il Signore confidandogli quel che ti è sorto nel cuore. Se ti sono d’aiuto, utilizza gli spunti seguenti per meditare il brano.
Spunti per la riflessione sul testo.
Fa fatica anche Gesù nel lottare contro il Male.
I miracoli colpiscono per la loro semplicità e immediatezza: in un attimo e con una sola parola gli storpi camminano, i ciechi vedono, i sordi odono, i lebbrosi sono sanati, i morti vengono riportati in vita.
Ma con il Male c’è battaglia. Resiste, si agita, grida, protesta, scuote, accampa pretesti, muove ragioni. Luca, forse, concede poco allo spettacolo, ma Marco ci fa sentire tutta l’asprezza degli scontri tra Gesù e il Nemico.
Non sono mai una passeggiata. Nemmeno per Lui e per la Sua Parola che è potente.
Il Male non è e non ha l’ultima parola. Il Vangelo ci libera dal fatalismo del Male. Si può non sceglierlo, si può vincere il suo fascino, si possono rigettare le sue convincenti argomentazioni. Si può percorrere la via dei giusti.
Ma non senza travaglio.
Quello che sperimentiamo quando ci decidiamo per il Bene e poi finiamo con il rinnegarlo. Quando desideriamo abbandonare scelte negative senza riuscire subito o, addirittura, senza riuscirvi affatto. Quando ci impegniamo a cambiare brutte abitudini e ci scontriamo con la nostra incostanza. Quando vorremmo custodire buoni pensieri ma siamo attraversati da malanimo, egoismi, sospetti, rancori.
Ma anche il travaglio che incontriamo quando, sul serio, lottiamo contro il Male che sta fuori di noi.
D’altronde la Parola del Vangelo è potente sul Male e lo domina, ma non è fatta per dominare l’umanità. La sua forza non è fatta per soggiogare gli uomini e le donne, ma solo per servirli e salvarli, sostenendoli sulla strada del Bene e facendosi loro alleata nel respingere il Male.
Affidarsi alla Parola del Vangelo non toglie dalla fatica quotidiana dell’essere donne e uomini giusti, al contrario: ci butta ancora di più nella mischia.
Facendo scendere, però, sulla nostra lotta una parola di misericordia per ogni volta che saremo sconfitti, una di speranza per ogni volta che saremo tentati di abbandonare il campo, una di fede per ogni volta che il Male ci sembrerà averla vinta.
4. CongedoSospendi le parole, rallenta i pensieri, cambia fisicamente posizione. Recita lentamente il Padre nostro, traccia un consapevole segno di croce e sosta qualche istante.
lunedì 31 agosto 2020
LUNEDì 31 AGOSTO 2020 VANGELO (Lc 4,16-30) Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
VANGELO DI LUNEDì 31 AGOSTO 2020
sabato 29 agosto 2020
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 VANGELO (Mt 16,21-27) Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
VANGELO DI DOMENICA 30 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 16,21-27)
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Pietro poverino, continua a voler suggerire a Gesù come comportarsi, proprio non accetta che si esponga così al pericolo. È ancora così pieno della sua umanità, che non riesce a seguire fino in fondo il disegno del suo Maestro, e questo lo mette in una posizione molto scomoda, quella di non piacere a Gesù.
Vediamo come si volta e lo apostrofa, senza mezzi termini, senza mezze misure… perché il nostro Gesù non ha mezze misure; disposto a sacrificare la sua vita per poterci salvare, ci spinge a fare altrettanto. È tutto proporzionato, tanto rischieremo, tanto riceveremo, ma dobbiamo lasciare gli schemi della nostra umanità. Prima ci decidiamo, prima conosceremo il regno di Dio, perché rinunciando alla nostra umanità saremo rivestiti di quella di Cristo, e potremo dire come San Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me!
Ieri , durante l'adorazione mi sembrava tutto chiaro, tutto semplice, ed il mio SI urlava da dentro al mio petto, come un fuoco acceso.
La mia decisione era profonda e sincera... Ieri era ieri e da ieri ad oggi, non ho fatto altro che cercare di dire a Gesù qualcosa... specialmente le cose che secondo me non andavano bene, proprio come Pietro, oggi capisco che a quel si devo aggiungere l'accettazione di tutto quello che non funziona come dico io, ma è volere di Dio.
Grazie Signore perché ogni giorno mi dai la possibilità di capire, e di convertirmi, e forse è solo una pia illusione la mia, ma mi sembra quasi che tu mi sorrida e mi inciti a continuare a provare ad essere migliore.
VANGELO DI SABATO 29 AGOSTO 2020 (Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
VANGELO (Mc 6,17-29)
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Non ci sono mezze misure, il Cristianesimo non è una teoria, ma una condizione di vita. Non ci si può definire cristiani e adattare il cristianesimo alle nostre esigenze, perchè è una scelta seria, in quanto ne va di mezzo la nostra salvezza, per questo risulta difficile, ma costi quel che costi, dobbiamo fare di tutto per riuscirci. Anche Erode, che non aveva nessuna intenzione di convertirsi, temeva Dio, ma più per superstizione che per fede. Lo incuriosiva Giovanni Battista, perché aveva il coraggio di parlare, anche contro di Lui, infatti Giovanni denunciava la sua ambiguità.Erode passava per un buon regnante,addirittura per un benefattore, perché ci teneva molto a rimanere al suo posto, quindi lo fece arrestare temendo che dalle sue parole potesse scaturire una ribellione del popolo.Il potere è una tentazione continua, allora come ora.La vita di corte era all'insegna della lussuria, delle orge e del libertinaggio, Erodiade era la moglie legittima del fratello di Erode, ma viveva in peccato con il cognato e tutte le sollecitazioni di Giovanni Battista ad una vita onesta e correttamente morale le davano proprio fastidio. Aveva già provato a convincere l'amante ad ucciderlo, ma non c'era riuscita, perché in fondo anche lui temeva Dio e la sua ira, ricordiamo, più per superstizione che per sacro timore di fare del male.Ma quando uno accetta di vivere con la corruzione, col male, col peccato, perde sempre il controllo della situazione e per un ballo eccitante della figlia di Erodiade, per una promessa fatta giurando sul male, per non passare da bugiardo davanti agli altri, ecco che lo scempio si compie e la testa di Giovanni cade, servita su un vassoio alla richiesta della vergognosa figlia di Erodiade, conformata a quella della madre.Anche oggi compromessi e ricatti, per chi al potere usa la sua posizione per vivere una vita di lussi e vizi, invece che per amministrare onestamente. Non accettiamo il compromesso tra bene e male perché non esiste, è solo un'illusione che satana insinua nelle nostre menti per farci abituare al male fino a legittimarlo ai nostri occhi.Quando Erode sente parlare di Gesù, la coscienza di quello che aveva fatto a Giovanni ancora gli rimorde e dato che non lo conosceva, che era così estraneo alla sua figura,lo associa a quest'ultimo e teme che sia risorto dai morti. Un comportamento retto, non teme lo sguardo del Signore, per questo Gesù ci ha detto in altre occasioni che chi serve Dio, non può servire mammona, ossia satana.
giovedì 27 agosto 2020
VENERDì 28 AGOSTO VANGELO (Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!
VANGELO DI VENERDì 28 AGOSTO
VANGELO (Mt 25,1-13)
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO
Accendiamo le lampade con l’olio della fede, della fraternità e della reciproca carità. I nostri cuori, pieni di luce, ci permetteranno vivere la autentica gioia, qui e adesso. Coloro i quali vivono attorno a noi si vedranno, anch’ essi, illuminati e conosceranno la gioia della presenza dello Sposo atteso.
Gesù ci chiede di non far mancare mai l’olio nelle nostre lampade.
Ci sono due tipi di persone: quelle che, dopo aver ascoltato la parola di Dio la mettono in pratica (costi quel che costi ) e quelle che continuano a vivere come gli aggrada di più,tra alti e bassi, obbedienza e disobbedienza. L’olio delle lampade è qualcosa che non si può prestare, perché è un impegno personale che ognuno deve mettere di suo. Non sono le belle parole, lo studio, l’apparire; ma l’agire con perseveranza ed obbedienza a quelle leggi che Dio ha istituito per gli uomini, tramandate da Mosè, ma anche scritte a caratteri cubitali nella nostra coscienza,magari senza adattarle alla nostra situazione,rendendo legittimo agli occhi di Dio,quello che è legale per la legge degli uomini.
mercoledì 26 agosto 2020
GIOVEDì 27 AGOSTO 2020 VANGELO (Mt 24,42-51)
GIOVEDì 27 AGOSTO 2020VANGELO (Mt 24,42-51)
Tenetevi pronti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
In questo brano Gesù mette in risalto quella, che in fondo, deve essere una delle doti principali dei fedeli, LA VIGILANZA!
Spesso viviamo come se tutto ci spettasse di diritto, come se fossimo eterni, anche nelle situazioni più esplicite, come ad esempio la morte improvvisa di una persona. La prima reazione è sconforto e rabbia; ci si chiede perché a noi, perché proprio a quella persona e si trovano mille motivi per cui doveva succedere a tutti, ma non a quella persona. Sempre meno ci si ferma a pregare, sempre più si cerca di cancellare l' idea della morte dalla propria vita, convincendosi che vivere intensamente la allontanerà da noi. Quando qualcuno parla della morte per ricordare che prima o poi arriverà per tutti, non racconta assolutamente una bugia, ma subito è visto come un menagramo se non peggio; figuriamoci poi quando si prende questo discorso per chiedere di riflettere sulla salvezza dell'anima.... Gesù ne sa qualcosa, lo hanno addirittura condannato a morte per questo. Il discorso è scomodo, ma necessario e, sarebbe utile, pensare per tempo alla salvezza dell'anima, senza rischiare di perderci la parte più bella della vita, perché vivere in comunione con il Signore, non è preoccuparci solo della nostra vita dopo la morte, ma vivere già da subito i frutti della redenzione. Non c'è niente che ci sembri insormontabile, niente che ci possa distruggere, perché la consapevolezza di non essere solo dei pupazzetti senz' anima è così forte che ci porta ben oltre la vita terrena. Non voglio dire che possiamo volare, ma la nostra anima può farlo; perché l'amore che entra in noi attraverso lo Spirito Santo, può veramente trasformare la nostra vita. Tutto quello che viviamo sulla terra per quanto bello, per quanto emozionante, ha il sapore di "provvisorio" amiamo i nostri figli in tantissimi modi diversi, i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri amici... ma per tutti c' è un inizio, un cambio e una fine. Ne abbiamo la prova nel Matrimonio, all' inizio tutto baci e coccole e poi quando subentra l' abitudine, dobbiamo riscoprire nuove forme di amore per mantenere vivo il sentimento. La fede invece ci porta a vivere ogni giorno più intensamente il rapporto con Dio, non svilisce, non sminuisce, non disillude... è qualcosa che ogni giorno ti dà qualcosa di più, che chiede la tua partecipazione attiva, ma ti da cento volte tanto. L'amore che ti da Dio è incondizionato, mano mano che te ne rendi conto capisci che il senso della vita è tutto quì, in questo mirabile connubio, che tutto quello che per anni abbiamo considerato più importante di Dio, diventa solo una foto sfocata che racconta il nostro passato.
martedì 25 agosto 2020
MERCOLEDì 26 AGOSTO 2020 VANGELO (Mt 23,27-32)
VANGELO DI MERCOLEDì 26 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 23,27-32)
Siete figli di chi uccise i profeti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Questa pagina di Vangelo,mette molti di noi in disaccordo,perché se è pur vero che bisogna rispettare le regole,è pur vero che Gesù è venuto per salvarci,ben sapendo che siamo tutti peccatori. I tempi sono certamente cambiati rispetto a 2000 anni fa, ma le regole restano le stesse... Quello che però io constato è che non tutte le persone prendono le loro decisioni di vita in base al Vangelo,anzi,molti non si sono mai convertiti,o lo hanno fatto,diciamo,dopo che ormai avevano già famiglie distrutte alle spalle e ricreate... quindi anche se poi si pentono,a loro sarebbe vietato l'accesso ai Sacramenti...e questo io lo trovo se non assurdo,almeno contraddittorio,anche perché sono a volte gli stessi sacerdoti ad essere contraddittori.
Questo contraddittori lo uso in senso buono,per me positivo,perché il Gesù che io conosco,è quello che perdona le prostitute,l'adultera che stava per essere lapidata....quindi mi astengo dal dire quello che è giusto o quello che è sbagliato...tanto più che secondo me,il cammino che ognuno di noi compie è certamente diverso uno dall'altro.
Che ne sappiamo noi quello che avviene nel cuore delle persone quando conoscono la vera fede?Che cosa certifica quello che fa una coppia tra le pareti della sua casa?
Quante coppie scelgono la castità? E quante regolarmente sposate che hanno diritto di accedere ai sacramenti,fanno invece cose indicibili....quindi solo il Signore che vede nei cuori,può giudicare,perdonare o condannare.
domenica 23 agosto 2020
VANGELO DI LUNEDì 24 AGOSTO 2020 VANGELO (Gv 1,45-51) Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
VANGELO DI LUNEDì 24 AGOSTO 2020
VANGELO (Gv 1,45-51)
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Nonostante in duemila anni Gesù abbia fornito prove su prove della sua esistenza e della sua veridicità, ancora oggi, anche di fronte ai miracoli che avvengono ogni giorno, c ' è chi resta scettico e chi rifiuta di credere, ma non certo perché può negare l' esistenza di Dio con prove concrete, ma solo perché in cuor suo rifiuta di assoggettarsi ad un Dio che non gli interessa conoscere di cui non sente alcun desiderio.
C ' è anche chi vorrebbe invece credere in qualcosa di soprannaturale, ma è così lontano dalla verità, da non riuscire ad afferrarne neanche il minimo concetto, e parlare a queste persone, non è facile, spesso, infatti, riusciamo più ad allontanarli dalla luce che ad illuminarli, confinandoli nel buio di chi avrebbe voluto far domande anche assurde magari, ma ricevere risposte concrete.
La cosa che non ci aiuta, è che dobbiamo essere per primi noi ad essere illuminati da quella luce, tutta la nostra vita deve, anche se non nella perfezione, essere improntata sulla scia di quella di Gesù, perché è Lui che dobbiamo seguire ed indicare, non la nostra persona e tanto meno le nostre idee.
Neanche Maria, pur molto più perfetta di noi, diceva ai discepoli di seguire lei, ma fate quello che Lui vi dirà... e se non si imponeva lei come maestra, come possiamo noi pensare di poterlo fare.
sabato 22 agosto 2020
VANGELO DI DOMENICA 23 AGOSTO 2020 (Mt 16,13-20) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
VANGELO DI DOMENICA 23 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 16,13-20)
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
La Chiesa non può essere guidata da chi non vede quanto c’è da fare.
La Chiesa non è un ufficio in cui si amministra .
La Chiesa è un’insieme di anime che deve seguire un uomo, Gesù Cristo, e non un’ideologia .
La chiesa deve includere e non escludere.
La Chiesa deve curare e non considerare alcuni infetti.
La Chiesa va avanti per tutti noi, nonostante noi.
Papa Francesco rappresenta Gesù Cristo oggi.
Gloria e onore a Gesù Cristo!
Viva Papa Francesco.
venerdì 21 agosto 2020
VANGELO DI SABATO 22 AGOSTO 2020 (Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.
VANGELO DI SABATO 22 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 23,1-12)
Dicono e non fanno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
La cosa più brutta che possiamo fare,è quella di " predicare bene e razzolare male".
Quante volte ho riflettuto su questa parola di Dio, è così facile criticare i ministri di Dio, che ormai così fan tutti. Noi discepoli infedeli, diamo la colpa a loro delle nostre mancanze, e loro danno la colpa a noi del nostro scarso rispetto per la parola di Dio, ma siamo gli uni, lo specchio degli altri.
In questo gioco al massacro, restiamo fermi senza fare passi avanti, e non riusciamo ad uscire per andare incontro a Dio. La falsità è una dote che ci accomuna tutti; l'ipocrisia altrettanto, ma vediamo solo quella degli altri. Ho paura del tempo che passa e vorrei saper fare di più, amare di più, pregare di più,perdonare di più....ma non mi sento mai degna, sempre troppa poca pazienza, insofferente alle provocazioni. Vorrei essere capita, non interpretata, ma compresa nei miei gesti, nelle mie parole, nelle mie assenze e presenze, e soprattutto nei miei silenzi. Ma Gesù ci ha avvertito, non dobbiamo cercare di piacere alla gente, o di piacere al parroco di turno, ma dobbiamo seguirlo su quella via che è spesso fatta di mortificazioni, di giudizi ingiusti, di chiacchiere cattive e, quello che conta, non è quanto ci sapremo far rispettare, ma quanto sapremo offrire tutta la nostra sofferenza a Dio, rinunciando al nostro orgoglio per amore Suo e dei fratelli, specialmente dei nostri nemici e di chi è lontano.
giovedì 20 agosto 2020
VANGELO DI VENERDì 21 AGOSTO 2020 (Mt 22,34-40) Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
VANGELO DI VENERDì 21 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 22,34-40)
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Ho scelto un’immagine un po’ esagerata, ma poi non tanto, sicuramente provocatoria.
Tutti si affannano a studiare, molti ad insegnare, pochi s’impegnano ad amare!
Allora tutto diventa vano. Si creano parrocchie efficienti, piene di brave persone, di laici e sacerdoti che veramente si donano e cercano di creare intorno a loro un ambiente sereno, amicale, un agàpe.
Agàpe significa amore disinteressato, fraterno, smisurato. Questo è l'amor di Dio nei confronti dell'umanità e deve diventare condivisione perché il cerchio possa considerarsi chiuso, ma , c’è un ma troppo spesso; ci si chiude in un bel cerchio e si lascino fuori molti fratelli che continueranno a non sentirsi amati da Dio per colpa nostra.
AMERAI!
Futuro semplice ...non ora, ma prima o poi dobbiamo riuscire... questo è quello che volevamo sapere chiedendo al Signore quale fosse il comandamento più grande.
Non gli è stato chiesto un comandamento,ma il più grande, ed ora non possiamo più fingere di no saperlo,nascondendoci dietro a leggi e leggine...l'amore è il comandamento che ci rende capaci di fare il volere di Dio!
mercoledì 19 agosto 2020
VANGELO DI GIOVEDì 20 AGOSTO 2020 (Mt 22,1-14):
VANGELO DI GIOVEDì 20 AGOSTO 2020
Giorno liturgico: Giovedì, XX settimana del Tempo Ordinario
San Bernardo, abate e dottore della Chiesa
Testo del Vangelo (Mt 22,1-14):
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
UN MIO PENSIERO.
Il Re ci ha invitato al banchetto di nozze del figlio, ma molti hanno altro a cui pensare, altre cose che vengono prima.
Il banchetto di nozze rappresenta la condivisione del regno di Dio, che inizia dalla nostra adesione sulla terra. Se in noi non
c' è il desiderio di partecipare al banchetto, avremo sempre altre fami di cui saziarci e altre fonti alle quali dissetarci, ma nessuna di queste ci condurrà al regno di Dio.
Ricordiamo la samaritana al pozzo, alla quale Gesù disse « Chiunque beve di quest' acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell' acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna ».
Aderire al progetto di Dio vuol dire indossare la veste di chi si vuole rivestire della sua essenza di figlio di Dio, vuol dire accettare il Vangelo e farlo proprio. La stanza è piena di commensali, alcuni buoni ed altri no, ma chi non si sarà per niente impegnato in un cammino di fede, chi " sembrerà " fedele a Dio, ma non lo sarà veramente, verrà smascherato e sarà troppo tardi. A Dio niente è nascosto, il nostro cuore è un libro aperto davanti a Lui, sa perfettamente quello che proviamo, conosce le nostre infedeltà e i nostri difetti, non cerca la perfezione, ma vede la verità "Salmo 19- Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.-"
E' inutile camuffare la nostra fede, far vedere che siamo bravi cristiani, meglio essere mediocri ma desiderosi di migliorare, che falsi; perché possiamo ingannare gli uomini, ma non Dio. Possiamo sfuggire alla giustizia umana, con la nostra furbizia o con le conoscenze corrotte, ma non a quella divina. Possiamo entrare nelle grazie degli uomini con falsi abiti, ma non sfuggirà nulla a Dio...Convertiamoci veramente, con umiltà mettiamoci davanti al nostro re e chiediamo perdono finché siamo in tempo, prima che il Signore decreti anche per noi la sua condanna... nessuno sa quando verrà il giorno del giudizio. Oggi mi hanno chiesto cosa vuol dire "vivere il Vangelo" non ho trovato risposta migliore che: vivere amando , sopratutto chi ci sembra più lontano da Dio, perché noi possiamo essere per loro, la possibilità di capire che Dio li ama. Un pò come se fossimo la trasmissione "chi l'ha visto?" per chi si è perduto!
martedì 18 agosto 2020
VANGELO (Mt 20,1-16) Sei invidioso perché io sono buono?
VANGELI DI MERCOLEDì 19 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 20,1-16)
Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Una parabola che fa male un po’ a tutti, perché credo che nessuno si possa guardare dentro senza sentirsi toccato da queste parole.
Ci sembra sempre di dare più di quanto riceviamo, di essere migliori degli altri, di meritare di più, ed è questo pensiero che spesso causa in noi delle aspettative sbagliate. È facile restare intrappolati nel ciclo del “meritare”, tanto facile quasi come raggiungere uno stato di frustrazione provocato dal non possedere quello che si crede di meritare, anche se non si sa il perché.
Quello che ce lo fa pensare è che invece di gareggiare nello stimarci a vicenda, come dice l’apostolo Paolo, gareggiamo spesso nel confrontarci con gli altri cercando di mettere in luce i difetti altrui.
Ecco che allora tiriamo fuori dal nostro cilindro, come per magia, le cattiverie, le invidie, le gelosie più assurde.
Leggendo la Bibbia, troviamo spesso storie di gelosie, perché nessuno ne è esente, purtroppo; ma la cosa meravigliosa è che volendo apparire sempre migliori di quello che siamo, le camuffiamo chiamandole “ ingiustizie.”
Una cosa molto attuale per esempio, è tutto questo parlare dello Ius soli, se sia giusto o no concederlo... allora io mi chiedo, ma se il mondo è stato creato per tutti gli uomini, perché ce lo siamo diviso in territori, e ce lo litighiamo cercando di conquistarne sempre un pezzettino in più, spintonando fuori gli altri? La nostra coscienza ci dice che abbiamo più diritti degli altri ? Che meritiamo di più perché siamo migliori? A volte sembriamo come animali che segnano il territorio, dimenticando di ringraziare per ciò che abbiamo senza merito, e di condividerlo con gli altri.
Chi sono i buoni? Uno solo è buono, quello che ci ha dato tutto, anche se stesso, ed ancora non abbiamo capito!
lunedì 17 agosto 2020
VANGELO (Mt 19,23-30) È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
VANGELO DI MARTEDÌ 18-08-2020
VANGELO (Mt 19,23-30)
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Le cose a cui siamo attaccati nella nostra vita, sono veramente tante ed è per questo che ci riesce così difficile seguire il volere di Dio. Non è solo una questione di ricchezza, ma di non saper fare a meno di troppe cose, che ormai, come droghe ci sembrano indispensabili. Il progresso ci ha reso schiavi, vedi quanto sembrano importanti i mezzi di comunicazione, ed in parte lo sono, ma per parlare con Dio non serve il cellulare e neanche il computer. Vanità ... tutto è vanità, tutto è vano, non cambia le cose, non cambieremo il corso della vita, non ci porteremo via nulla, ma per colpa di tante cose, possiamo perdere la cosa più importante, la chiave del regno. Abbiamo compreso che vuol dire " lasciare tutto" di Gesù, e pur avendone capito l'importanza, pur capendo di essere schiavi dei nostri averi, abbiamo difficoltà a distaccarcene. Quello che ci rende tutto difficile, è che viviamo come se fossimo eterni, nel momento delle scelte di vita, prevale il tutto e subito. La nostra breve vita di passaggio sulla terra, è tutta basata sul prendere,distruggere,approfittare...non sul godere dei doni che il Signore ci ha fatto, non sul mantenere intatti e salvaguardare gli ambienti e la natura. A che serve essere Cristiani se non riusciamo a vivere da figli di Dio e coeredi della realtà celeste? A che serve credere nella resurrezione di Cristo se non crediamo nella nostra resurrezione? Perché non riusciamo a vivere il Dio presente, relegandolo a qualcosa di indefinito che forse troveremo alla fine della vita e non capiamo che il regno che Dio ci ha preparato, è già su questa terra che dovremmo amare, che se falliamo in questo, tutto il resto a cui teniamo tanto, sarà la causa della nostra rovina.
domenica 16 agosto 2020
VANGELO DI LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 (Mt 19,16-22)
VANGELO DI LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020
(Mt 19,16-22)
Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Non si può mettere Dio al primo posto,se gli dedichiamo solo i ritagli del nostro tempo!
La mezz'ora del rosario,la liturgia delle ore,qualche pensiero...massimo tre ore al giorno spezzettate su 24 ore.
Come possiamo crescere nella fede con queste regole!
Non è sufficiente seguire le regole, essere onesti, cercare di non reagire alle offese... purtroppo la nostra umanità esce sempre fuori e ci trascina lontani dalla meta. C’è chi pone le sue sicurezze nella ricchezza; chi nella famiglia; chi nella Chiesa e lascia tutto per servire il Signore, ma poi si rende conto che non è al sicuro, che non è abbastanza libero, perché si trova in un’organizzazione che lo riempie di lavoro. Io non so davvero come colmare quel divario che c’è tra la nostra vita e quello che Dio vorrebbe per noi, lo vorrei anche io con tutto il cuore, ma non so neanche da che parte cominciare. Quando vado a fare
l' adorazione del Santissimo,vorrei non dover più andare via, ma fuori da lì il mondo mi ripiomba addosso e tutto crolla. Crollano i buoni propositi, crolla la pace... e allora ti chiedo Gesù, fai Tu qualcosa perché io sappia seguirti sul serio, io so solo vivere il compromesso, ma tu sai come indicarmi la vera via, aiutami!
Oggi più che mai sento di dovere dare di più...avevo smesso di mettere il mio pensiero sul Vangelo,un po' per mancanza di tempo,un po' perché non è facile impegnarsi quando ti senti fare delle critiche gratuite,come se,per farlo,io dovessi essere teologa,perfetta,praticamente santa....io invece sono una peccatrice come tutti, e faccio una grande fatica a non rispondere a tono,a perdonar,a sopportare le critiche...ma lo faccio! Non ci riesco sempre,ma continuo ad insistere e cerco di "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubo, non testimonio il falso, onoro il padre e la madre e amo il prossimo"
Ma so che questo non basta...presa coscienza della gravità di questi peccati,sento che ho il dovere di trasmettere la parola di Dio,così come Lui l'ha donata a me; non fa niente se a qualcuno darà fastidio,se qualcuno non mi riterrà all'altezza...le critiche costruttive saranno ben accette...le altre le offrirò al Signore con paziente sopportazione.
Trasmettere la fede è un impegno di chiunque abbia compreso seriamente il proprio battesimo.
*Il Signore ci benedica e ci custodisca in questa notte,e con i suoi angeli ci accompagni fino al nostro risveglio!
*(la benedizione fa parte dei sacramentali) derivano dal sacerdozio battesimale: ogni battezzato è chiamato ad essere una benedizione e a benedire.
mercoledì 29 luglio 2020
VANGELO DI OGGI 29 LUGLIO 2020 (Lc 10,38-42: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose)
(Lc 10,38-42: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Marta vuole che il Signore sia contento della sua accoglienza, prepara con grande cura tutto, non chiede aiuto, ma poi si stanca e si innervosisce perché la sorella non l’ ha aiutata, ed allora, sicura che il suo modo di fare sia quello giusto, cerca l’appoggio di Gesù; vorrebbe che Lui sgridasse sua sorella perché non ha partecipato al servizio.
Maria, sicura che la sorella avrebbe provveduto a servire l’ ospite, ha approfittato di questo e si è seduta ai suoi piedi ad ascoltare Gesù che parlava ed insegnava, era così presa da quello che stava ascoltando che non si è nemmeno resa conto che la sorella si stava stancando.
L’ atteggiamento delle due donne è molto simile al nostro, è l’ atteggiamento di chi come Marta si prodiga e pensa che far bene tutto sia un suo dovere, ma non ascolta quella voglia interiore di fermarsi ad ascoltare il Signore, che però comincia a farsi strada dentro di lei e comincia a farla diventare nervosa e insofferente.Scatta allora la molla del risentimento, del rimprovero, del giudizio. Il suo contatto con Gesù è stato turbato da quello che viveva dentro di lei.
Non si ferma Marta, ha voglia di fermarsi ad ascoltare, ma ci sono tante cose da fare e solo lei sa farle così bene lei sa servire il Signore,è un servire materiale e necessario il suo… A questo punto proviamo a vedere chi riusciamo a riconoscere in questo atteggiamento e quanto di noi troviamo, quanto siamo simili a Marta in questo nostro affaccendarci per fare qualcosa di buono per il Signore.Io sono brava - io so scrivere - io sa parlare - io so leggere - io so preparare l’ altare - io sono sempre la prima ad arrivare - io so fare stare buoni i bambini in chiesa - io non dimentico mai nulla …. sicuro?Marta Marta, hai lasciato il posto al Signore o vorresti entrare anche in quell’ ostia? Prepari l’ altare e le letture, ma hai dedicato un po’ di questo tuo tempo prezioso per leggere la parola di Dio e per chiederti che cosa ti vuole dire il Signore? Si proprio a te, perché tu non ci crederai, ma anche tu hai bisogno di Lui, di ascoltare e di far penetrare nelle tue ossa la sua parola, forse allora impareresti a non giudicare e a non condannare chi non è preciso come te nel servizio, o semplicemente chi è diverso da te. Forse ascoltando Gesù, sapresti che è venuto per tutti, che non parla per se stesso, ma per essere ascoltato e, se tu non lo ascolti, anche tu sbagli qualcosa, proprio come Maria che non si preoccupa di servirlo.La scelta di Marta era quella che a lei sembrava migliore, ma poi vedendo Maria così serena accanto al suo Gesù, così presa a bearsi della sua parola, è stata presa forse da un pizzico di gelosia e di invidia . Questo accade perchè dimentichiamo che anche se siamo chiamati a servire, dobbiamo alimentarci alla fonte di colui che è venuto per servire, altrimenti resteremo sempre noi stessi e non riusciremo a far vivere la spiritualità del Signore in noi
.E tu Maria? Dopo aver ascoltato, esserti immersa nell’ ascolto della sua parola, dopo averla masticata, fatta entrare nel tuo cuore, averla meditata …. ti sei accorta che tua sorella era stanca? Ti sei accorta della sua muta richiesta di aiuto? Va corri da lei , da questa sorella in difficoltà ed aiutala, perché altrimenti vorrebbe dire che non hai saputo digerire la parola del Signore, che parla di comunione, condivisione e amore. Alle parole debbono seguire i fatti, le opere. Quante cose ancora ci sarebbero da dire, su questa semplice storia di Vita di Gesù, ma ognuno di noi, qui, può provare a scrivere la sua; quella del suo incontro personale con il Signore.
mercoledì 1 luglio 2020
mercoledì 10 giugno 2020
(Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Parola del Signore