Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
martedì 18 agosto 2020
VANGELO (Mt 20,1-16) Sei invidioso perché io sono buono?
VANGELI DI MERCOLEDì 19 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 20,1-16)
Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Una parabola che fa male un po’ a tutti, perché credo che nessuno si possa guardare dentro senza sentirsi toccato da queste parole.
Ci sembra sempre di dare più di quanto riceviamo, di essere migliori degli altri, di meritare di più, ed è questo pensiero che spesso causa in noi delle aspettative sbagliate. È facile restare intrappolati nel ciclo del “meritare”, tanto facile quasi come raggiungere uno stato di frustrazione provocato dal non possedere quello che si crede di meritare, anche se non si sa il perché.
Quello che ce lo fa pensare è che invece di gareggiare nello stimarci a vicenda, come dice l’apostolo Paolo, gareggiamo spesso nel confrontarci con gli altri cercando di mettere in luce i difetti altrui.
Ecco che allora tiriamo fuori dal nostro cilindro, come per magia, le cattiverie, le invidie, le gelosie più assurde.
Leggendo la Bibbia, troviamo spesso storie di gelosie, perché nessuno ne è esente, purtroppo; ma la cosa meravigliosa è che volendo apparire sempre migliori di quello che siamo, le camuffiamo chiamandole “ ingiustizie.”
Una cosa molto attuale per esempio, è tutto questo parlare dello Ius soli, se sia giusto o no concederlo... allora io mi chiedo, ma se il mondo è stato creato per tutti gli uomini, perché ce lo siamo diviso in territori, e ce lo litighiamo cercando di conquistarne sempre un pezzettino in più, spintonando fuori gli altri? La nostra coscienza ci dice che abbiamo più diritti degli altri ? Che meritiamo di più perché siamo migliori? A volte sembriamo come animali che segnano il territorio, dimenticando di ringraziare per ciò che abbiamo senza merito, e di condividerlo con gli altri.
Chi sono i buoni? Uno solo è buono, quello che ci ha dato tutto, anche se stesso, ed ancora non abbiamo capito!
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