mercoledì 23 ottobre 2013

NOVENA PER LE ANIME DEI DEFUNTI







Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.

 
Invocazione allo SPIRITO SANTO

Vieni, SANTO SPIRITO, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
AMEN.

CREDO
Gloria al Padre



PRIMO GIORNO

Come ben sappiamo il motivo per cui tante anime soffrono in Purgatorio è nei peccati commessi in vita. La loro sofferenza nasce dalla consapevolezza dell'entità e del numero dei loro peccati.

O Gesù, mio Signore e Salvatore! Con il mio peccato anch'io ho spesso meritato l'Inferno e l'idea di essere dannato per l'eternità mi turba profondamente. Ti amo e Ti adoro per la Tua infinita Misericordia. Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averTi ferito ed offeso e propongo di migliorare. Concedimi, o mio Dio, i perdono e la Tua grazia. Abbi pietà di me ed abbi dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria Madre di Dio, mediatrice di tutte le grazie, Madre dell'Eterna Pace, vieni in aiuto delle anime Purgatorio mediante la Tua potente intercessione. Per mezzo di essa possa Gesù Cristo, Tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla Sua gloria e beatitudine.

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.






SECONDO GIORNO

Le anime del Purgatorio soffrono pensando al tempo perso in vita e che avrebbero potuto impiegare per guadagnarsi meriti per accedere al Paradiso; non è più possibile, infatti, dopo la morte, acquisire ulteriori meriti.

O Dio Onnipotente ed Eterno! Cosa ho mai fatto nella mia vita per meritarmi il Premio Eterno? Le cose di questo mondo hanno quasi sempre assorbito i miei sensi ed i miei pensieri. Ti ringrazio perché mi concedi altro tempo per riparare al male compiuto e per guadagnarmi meriti per il Paradiso. Mi dolgo con tutto il cuore per essermi allontanato da Te, o Dio di somma Bontà. O Gesù, Tu hai promesso di abitare con noi per sempre: fa' che nulla conti tanto quanto l'amarTi ed il servirTi. Abbi pietà di me e dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la Tua potente intercessione! Per mezzo di essa, possa Gesù Cristo, il Tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro il partecipare alla Sua gloria e alla Sua beatitudine.

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.







TERZO GIORNO

Grande è l'afflizione delle anime del Purgatorio alla vista spaventosa dei propri peccati che dovranno espiare con sommo dolore in questo luogo di purificazione. Da vivi, infatti, non erano sufficientemente consapevoli dell'entità delle loro colpe che in Purgatorio emergono molto chiare.

O Eterno Padre, Dio Santo ed Onnipotente, Dio Santo ed Immortale, io Ti amo e Ti adoro sopra ogni cosa poiché Tu sei Misericordia Infinita e mi dolgo con tutto il cuore di averTi offeso. D'ora in poi intendo adoperarmi in tutti i modi per non allontanarmi più da Te. Donami nuovamente, o mio Dio, la Tua grazia. Abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la Tua potente intercessione. Per mezzo di essa, possa Gesù Cristo, il Tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla Sua gloria ed alla Sua beatitudine.

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.

QUARTO GIORNO

Già da questo momento dobbiamo profondamente affliggerci per aver offeso Dio, Eterno Amore, cosi frequentemente. I nostri fratelli del Purgatorio riconoscono molto più chiaramente di noi l'infinita bontà di Dio e quindi Lo amano con tutte le loro forze. Perciò soffrono pene indescrivibili al solo pensiero di aver offeso un Dio così grande nell'amore; queste pene sono più severe di quelle sofferte sulla terra.

O Dio Onnipotente ed Eterno, io Ti amo sopra ogni cosa poiché sei Bontà Infinita e mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averTi offeso. Propongo di non offenderti mai più. Aiutami a perseverare in ciò da questo momento. Abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la Tua potente intercessione! Per mezzo di essa possa Gesù Cristo, il Tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla sua gloria ed alla sua beatitudine.

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.




QUINTO GIORNO

Le anime del Purgatorio ignorano quando le loro sofferenze avranno fine. Sono certe, tuttavia, che un giorno ne verranno sollevate. Tuttavia l'incertezza stessa circa questo termine è per loro fonte di grande angustia.

O Dio infinitamente buono, Ti amo sopra ogni cosa e mi dolgo e mi pento con tutto il cuore di averTi offeso. Propongo seriamente di darTi gioia. Fa' che io riposi, o Dio, nella Tua pace! Eterno Padre, Dio Santo, Dio Santo e Forte, Dio Santo ed Immortale, abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te per protezione! Santa Maria, Vergine Immacolata e Madre di Dio, con la Tua potente intercessione vieni in nostro soccorso ed in soccorso dei nostri fratelli del Purgatorio!

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.


SESTO GIORNO

Di grande conforto per le anime del Purgatorio è il pensiero della dolorosa Passione di nostro Signore Gesù Cristo e del Mistero Eucaristico, poiché sentono di essere state redente dal suo Sacrificio e di aver ricevuto, con la Santa Comunione da vive e di continuare a ricevere, attraverso la comunione della Chiesa militante, tantissime grazie. Altrettanto grande è il loro sconforto al pensiero di essere state così indifferenti in vita di fronte a queste due immense prove dell'amore di Gesù Cristo per ognuna di loro.

O mio Signore e mio Dio Tu moristi in croce per me. Quante volte Ti donasti a me nell'Ostia consacrata e quante volte Ti ricevetti con poca o nessuna gratitudine e come cosa dovutami! Propongo, o mio grande e santo Dio, di non offenderTi nuovamente. O mio Salvatore, donami il Tuo perdono e il Tuo amore. O mio Dio, mio dono immenso, abbi pietà di me e dei miei fratelli che soffrono nella Chiesa purgante. O Maria, Madre di Dio e di tutti gli uomini, con la Tua potente intercessione vieni in aiuto ai nostri fratelli del Purgatorio.

Padre nostro, Ave Maria, L'Eterno riposo.





SETTIMO GIORNO

Il dolore immenso che provano le anime del Purgatorio e che noi possiamo alleviare, aumenta allorché essi considerano gli atti misericordiosi di Dio. In vita ebbero genitori cristiani, il dono della fede fin da piccoli insomma tutto e quanto di meglio per ricevere le grazie di Dio. Tutto ciò, ai loro occhi, rende il loro peccato di ingratitudine ancora più grave.

O Dio Onnipotente, Dio Eterno, fui anch'io creatura ingrata. Tu mi aspettasti con infinita pazienza e rimettesti i miei peccati ripetutamente. Eppure io, dopo reiterate promesse, continuai ad offenderti. O mio Dio nostro Padre nei cieli, abbi pietà di me! Mi dolgo e m pento di averTi offeso e Ti prometto di riparare le mie colpe. Abbi pietà di me e dei miei fratelli in Purgatorio Liberali dalla loro colpa e dalla loro condanna. Libera presto e concedi loro di divenire intercessori per me per tutte le mie intenzioni! O Maria, nostro aiuto e protezione, vieni in soccorso; nostri fratelli del Purgatorio con la Tua potente intercessione!

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.


OTTAVO GIORNO

Le anime del Purgatorio che non sono in grado di poter aiutare sè stesse, soffrono indicibilmente al pensiero che tanti uomini e donne vivono senza sapere ciò che fanno. Essi trascorrono la propria vita senza mai pensare a Dio, all'eternità e quindi al perché esistano e, di conseguenza, non sono in grado di prepararsi sin d'ora all'incontro finale con il loro Creatore .

O Dio Onnipotente ed Eterno proteggimi da un cuore apatico ed indolente. Aiutami a riconoscere nella mia esistenza i veri valori, a contare i miei giorni e ad avvicinarmi sempre di più a Te fino a vederTi, adorarTi e lodarTi nel Tuo Regno Eterno. O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te per ottenere la Tua protezione. Santa Maria, Madre di Dio mediatrice di tutte le grazie, vieni a noi ed a tutte le anime del Purgatorio con la Tua potente intercessione.

Padre nostro, Ave Maria, L'eterno Riposo.


NONO GIORNO

I patimenti delle anime del Purgatorio sono terribili per i loro peccati e per la lunga purificazione. Ma gran lunga il dolore più grande per loro è quello essere separati da Dio e privati della Sua vista.

O Dio Onnipotente ed Eterno! Come ho potuto accumulare anni su anni di lontananza dalle tue grazie. Perdonami, mio Signore e mio Dio! Non permettere che io perda nuovamente le grazie che mi hai dato! supplico di concedere le Tue grazie e la Tua Misericordia ai fratelli del Purgatorio. Allevia, prego, le loro sofferenze, abbrevia il loro esilio mostra loro presto la Tua beatitudine. Santa Maria Madre di Dio, prega per noi peccatori e nell'ora della nostra morte. Amen. O Maria, Vergine concepita senza peccato e Madre Dio, mediatrice di tutte le grazie, Regina di tutti i San vittoriosa in tutte le battaglie di Dio, vieni in nostro aiuto ed in aiuto ai nostri fratelli del Purgatorio con Tua potente intercessione.

Padre nostro, Ave Maria, L’eterno Riposo
NOVENA DI SANTA GERTRUDE
PER LA LIBERAZIONE DELLE ANIME DEL PURGATORIO
Nostro Signore disse a Santa Gertrude la Grande che la seguente preghiera
libererebbe mille anime dal Purgatorio ogni volta che venga detta con amore.
La preghiera è stata poi estesa anche ai peccatori viventi.
Eterno Padre, io offro il Preziosissimo Sangue del Tuo Divin Figlio, Gesù, in unione con le Messe dette in tutto il mondo, oggi, per tutte le Anime sante del Purgatorio per i peccatori di ogni luogo, per i peccatori della Chiesa universale, quelli della mia casa e dentro la mia famiglia. 
Amen

De profundis: 
Dal profondo a Te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: perciò avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella tua parola.
L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora.
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.



DAL PROFONDO A TE IO GRIDO Salmo 129
Questo è uno dei Salmi più celebri e amati dalla tradizione cristiana: il De profundis, così chiamato dal suo avvio nella versione latina. Col Miserere, esso è divenuto uno dei Salmi penitenziali preferiti nella devozione popolare.
Al di là della sua applicazione funebre, il testo è prima di tutto un canto alla misericordia divina e alla riconciliazione tra il peccatore e il Signore, un Dio giusto ma sempre pronto a svelarsi «misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato» (Es 34,6-7). Proprio per questo motivo il nostro Salmo si trova inserito nella liturgia vespertina del Natale e di tutta l’ottava del Natale, come pure in quella della IV domenica di Pasqua e della solennità dell’Annunciazione del Signore.
Si teme di perdere l’amore
Il Salmo 129 si apre con una voce che sale dalle profondità del male e della colpa (cf vv. 1-2). L’io dell’orante si rivolge al Signore dicendo: «A te grido, o Signore». Il Salmo poi si sviluppa in tre momenti dedicati al tema del peccato e del perdono. Ci si rivolge innanzitutto a Dio, interpellato direttamente con il «Tu»: «Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono; perciò avremo il tuo timore» (vv. 3-4). È significativo il fatto che a generare il timore, atteggiamento di rispetto misto ad amore, non sia il castigo ma il perdono. Più che la collera di Dio, deve provocare in noi un santo timore la sua magnanimità generosa e disarmante. Dio, infatti, non è un sovrano inesorabile che condanna il colpevole, ma un padre amoroso, che dobbiamo amare non per paura di una punizione, ma per la sua bontà pronta a perdonare.

Una salvezza individuale e collettiva
Al centro del secondo momento c’è l’«io» dell’orante che non si rivolge più al Signore, ma parla di lui: «Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola. L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora» (vv. 5-6). Ora fioriscono nel cuore del Salmista pentito l’attesa, la speranza, la certezza che Dio pronuncerà una parola liberatrice e cancellerà il peccato.
La terza ed ultima tappa nello svolgimento del Salmo si allarga a tutto Israele, al popolo spesso peccatore e consapevole della necessità della grazia salvifica di Dio: «Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe» (vv. 7-8).
La salvezza personale, prima implorata dall’orante, è ora estesa a tutta la comunità. La fede del Salmista si innesta nella fede storica del popolo dell’alleanza, «redento» dal Signore non solo dalle angustie dell’oppressione egiziana, ma anche «da tutte le colpe».
Partendo dal gorgo tenebroso del peccato, la supplica del De profundis giunge all’orizzonte luminoso di Dio, ove domina «la misericordia e la redenzione», due grandi caratteristiche del Dio d’amore.
...

VOCE DI SAN PIO :

-" Di che dovete affannarvi se Gesú vuol farvi pervenire alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e per gli altri si perver-rà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri." (AdFP, 561).

SANTI é BEATI :

Santi Areta e Ruma, sposi, e 340 compagni Martiri di Nagran
+ Nagran, Arabia, VI secolo
Martirologio Romano: A Nagran in Arabia, passione dei santi Áreta, principe della città, e trecentoquaranta compagni, martiri al tempo dell’imperatore Giustino, sotto Du Nuwas o Dun‘an re d’Arabia.

Nei primi anni del VI secolo gli etiopi, partendo da Axum, capitale religiosa e politica dell’Etiopia, attraversarono il Mar Rosso per imporre il loro dominio sugli ebrei e sugli arabi che abitavano il territorio pressoché corrispondente all’attuale Yemen.
Un giorno Dunaan, membro della despota famiglia dominante, precedentemente convertito al giudaismo, si pose a guida della rivolta contro gli invasori etiopi che avevano voluto diffondere nelle terre conquistate anche la religione cristiana: preso possesso della città di Zafar, ne massacrò la guarnigione ed il clero.
Trasformata una chiesa in una sinagoga, cinse allora d’assedio la città di Nagran, una tra le principali roccheforti cristiane di quel paese. Gli fu opposta una fiera resistenza e Dunaan ebbe la meglio soltanto quando promise un’amnistia agli abitanti qualora si fossero arresi. Lasciò che i suoi soldati saccheggiassero tutta la città e condanno a morte tutti quei cristiani che avessero preferito non abbandonare la loro fede.
Il capo della resistenza fu un certo Banu Harith, citato quale Areta dai testi greco-latini, che il Martyrologium Romanum vuole principe della città di Nagran: egli fu decapitato insieme ai membri delle tribù che lo avevano sostenuto, mentre molti sacerdoti, diaconi e vergini consacrate furono arsi vivi. Dunaan tentò di adescare la moglie di Areta come sua concubina, ma incapando in un suo netto rifiuto, si vendicò giustiziando dinnanzi i suoi occhi le quattro figlie e poi decapitando anche lei stessa. Il martirologio cattolico fissa nel numero 340 la quantità di cristiani che patirono il martirio in tali circostanze con Areta, ma altre fonti asseriscono che possano essere stati anche più di quattromila. Tutto ciò avvenne al tempo dell’imperatore Giustino e sotto Dhu Nuwas (o Dun’an), re degli Omeritani.
Dunaan stesso stilò un dettagliato resoconto dell’accaduto in una lettera ad un altro re arabo. Alla lettura erano presenti anche due vescovi cristiani, le cui testimonianze unite a quelle di alcuni profughi di Nagran contribuirono a diffondere in tutto il Medio Oriente la notizia del tragico massacro e la venerazione per i santi martiri. Per molto tempo risuonò ancora l’eco di questa vicenda ed addirittura Maometto fece menzione del massacro nella Sura 85 del Corano, condannando i colpevoli all’inferno. Il patriarca di Alessandria d’Egitto scrisse ai vescovi orientali raccomandandosi che le vittime fossero da tutte le Chiese commemorate come martiri cristiani.
La singolare vicenda di questa famiglia di martiri, Areta ed i suoi congiunti, nonché di tutti gli altri compagni di martirio, nel XVI secolo a giudizio del cardinale Baronio meritò di essere citata anche nel Martirologio Romano al 24 ottobre, soprassedendo al fatto che tutti costoro fossero assai probabilmente seguaci dell’eresia monofisita. Dunque il Baronio riconobbe indirettamente come la palma del martirio superasse la macchia dell’eresia, a meno che la sua conoscenza alquanto sommaria delle Chiese d’Oriente non gli abbia fatto neppure sfiorare il dubbio dell’ortodossia dottrinale della Chiesa etiope.

Autore:
Fabio Arduino

(Lc 12,49-53) Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

VANGELO 
(Lc 12,49-53) Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, aiutami, apri le porte del mio cuore alla tua parola, e falla vivere in me, fammi vivere di Te!

Vieni Signore a mettere il fuoco dello Spirito Santo nel mio cuore, fammi ardere di passione e d’amore per Te…. parole che spesso mi escono dal cuore, ma che subito prendono secchiate d’acqua quando le devo mettere in pratica.La divisione di cui parla Gesù, è molto più presente di quanto non pensiamo se veramente ci lasciamo ardere da fuoco della passione per Cristo.
Le persone che ci circondano stabiliscono con noi un rapporto d’ossessività, e spesso si sentono escluse se qualcuno li precede nei nostri pensieri e nel nostro tempo, a volte siamo costretti a veri e propri slalom e non a caso uso questo termine, perché nella vita sembra che tutti si mettano in gara per occupare i primi posti, ma vivere la fede è un qualcosa che stabilisce già delle priorità.
Può sembrare assurdo, ma quando il rapporto con Dio si fa stretto, niente e nessuno riesce a strapparti quest’amore dal cuore, lo vediamo nella vita dei Santi, che abbandonano tutto per vivere con il Signore, qualche scalino sotto, troviamo tante persone che hanno scelto di vivere per Dio, rispondendo alla sua chiamata, sono i nostri sacerdoti, le nostre suore, i nostri consacrati, che chi più chi meno, con tutte le imperfezioni del mondo, cercano di resistere alle tentazioni del maligno e alle persecuzioni.
Poi ci siamo noi, laici impegnati o no, che cerchiamo di far conciliare la famiglia, il lavoro e la fede. Incredibile come tutto secondo alcuni dovrebbe venire prima della messa, prima della preghiera…e invece per noi non è così, ma dobbiamo far conciliare le cose senza creare scontri né divisioni, perché l’antico nemico è in agguato ed approfitta d’ogni spazio creato da sentimenti negativi per dividerci.
Chiediamo al Signore stesso di aiutarci a superare gli ostacoli senza darci in pasto al nemico, ma offrendo anche piccoli sacrifici per l’unità di tutte le famiglie, delle comunità e delle chiese.

Preghiera .....DIO E SIGNORE :

- Dio e Signore di tutte le cose, che hai potere su ogni vita e su ogni anima, tu solo puoi guarirmi: ascolta la preghiera di un misero. Fa morire e sparire, per la presenza del tuo santo Spirito, il serpente che si annida nel mio cuore. Dona l’umiltà al mio cuore e pensieri convenienti a un peccatore che ha deciso di convertirsi. Non abbandonare per sempre un’anima che si è ormai tutta sottomessa a te, che ha confessato la sua fede in te, che ti ha scelto e onorato a preferenza del mondo intero. Salvami, Signore, malgrado le cattive abitudini che impediscono questo desiderio; ma per te, Signore, tutto è possibile di tutto ciò che è impossibile agli uomini.  AMEN !

martedì 22 ottobre 2013

NOVENA A TUTTI I SANTI

NOVENA A TUTTI I SANTI




(OGNISSANTI)

In preparazione alle grandi Feste Cristiane è sempre raccomandata una particolare novena. 
Qui viene proposta una Novena per la Tutti i Santi, che si celebra il 1 novembre. Inizio il 23 ottobre. Naturalmente la Novena si può compiere quando si desidera o se ne ha bisogno per chiedere qualche speciale grazia.

Ogni giorno ha le sue orazioni.


INIZIO


+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

- O Dio, vieni a salvarmi.
- Signore vieni presto in mio aiuto.
- Gloria al Padre.
+++


O Regina di tutti i Santi, la più potente mediatrice fra Dio e gli uomini, e l’arbitra Sovrana di tutte le grazie, volgete sopra di noi gli sguardi della vostra misericordia, e fate che, camminando dietro le orme da voi segnate nella strada della virtù, meritiamo il favore del vostro potentissimo patrocinio, e ci assicuriamo la partecipazione alla vostra gloria nel paradiso.

3 Ave Maria... 

Spiriti Celesti, che fin dal principio del mondo assistete al trono dell’Altissimo, voi la cui continua occupazione è cantare le sue Lodi, eseguire i suoi ordini, e zelare la sua gloria, ottenete a noi tutti la grazia di fare nostra delizia l’osservanza dei divini comandamenti e la pratica fedele di tutto che voi per celeste commissione suggerite al cuor nostro, onde meritiamo un qualche giorno di occupare qualcuna delle tante sede rimaste vuote per la ribellione dei vostri compagni.

3 Angeli Dei... 

Fedelissimi Patriarchi, Santissimi Profeti, zelantissimi Apostoli, invitti Martiri, integerrimi Confessori, Vergini e Santi. Voi tutti che regnate con Cristo nel paradiso, dai seggi luminosi della vostra beatitudine volgete uno sguardo di pietà sopra di noi.

Voi godete ora l’ampia messe di gaudio che meritata vi siete seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Niente meno che Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l’oggetto e il fine dei vostri godimenti. O Anime beate, intercedete per noi! Otteneteci di camminare fedeli dietro le vostre orme, di seguire animosi i vostri esempi, di ricopiare in noi stessi le virtù vostre, affinché da imitatori che siamo attualmente delle grandi virtù, diventiamo un giorno partecipi della vostra gloria immortale.


3 Gloria...



+++

Angeli Dei: ANGELI DI DIO, CHE SIETE I NOSTRI CUSTODI, ILLUMINATECI, CUSTODITECI, REGGETE E GOVERNATE NOI, CHE VI FUMMO AFFIDATI DALLA PIETA' CELESTE. AMEN.


+ Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Invito alla preghiera personale

Stanotte avevo tempo e ho girato per le vie interminabili di fb.
Quanto dolore!
Siano una società dolente,e sfoghiamo spesso il nostro dolore su questi social network...un po' per chiedere aiuto,un po' per sfogarci ed un po' per non essere soli con il nostro dolore; questo è positivo in parte,ma mi chiedo:
Quanto ci rivolgiamo direttamente a Dio?
L'incontro con Dio è vero,può avvenire anche attraverso la rete,perchè magari leggendo si scopre quella voce interiore che ti dice:ascoltami-seguimi-avvicinati-non ti allontanare-non cedere-io sono con te....e mille e mille altri stimoli per la fede in Dio,ma quello che ci tiene uniti,in continuo contatto con Dio è la PREGHIERA PERSONALE.
Oggi si prega in gruppo,si discute in gruppo,e ci si riunisce per ascoltare gli altri,ma ancor di più ci si deve trovare con Dio attraverso la preghiera personale e l'adorazione Eucaristica.
Il dolore è qualcosa che porta con se la paura, e proprio mentre ci avviciniamo alla fonte della speranza interviene la paura che non viene certamente da Dio e che ci tiene a debita distanza anche se crediamo di avvicinarci.Il segnale di questa paura è che non crediamo nella guarigione,che non speriamo veramente in Dio,ma ancor peggio,che cerchiamo anche in altro motivo di speranza(ad esempio nello yoga nella new age,nella magia e nell'esoterismo ed in formule magiche),riducendo di fatto la devozione allo stesso livello della superstizione.
Non è colpa di nessuno,se non di una cattiva educazione alla fede,ma se non ci scuotiamo da questo,se non ne prendiamo atto,non faremo mai un vero cammino,perchè continueremo a girare intorno e non ne usciremo mai.
La preghiera personale non è un ripetersi di parole ,ma un vivere insieme a Gesù e Maria ,quello che è stata ed è la loro relazione con il mondo,quindi con noi.
Siamo insieme a loro mentre preghiamo,anche se a volte sembra difficile e monotona.Nella preghiera,ed in special modo quella del rosario,che la Madonna e la Chiesa ci raccomandano, non si tratta solo di ricordare, ma molto più di attualizzare l’evento di salvezza, di renderlo presente, anzi contemporaneo alla nostra vita: “ciò che Dio ha compiuto secoli or sono non riguarda soltanto i testimoni diretti degli eventi, ma raggiunge con il suo dono di grazia l'uomo di ogni tempo”.
Non posso in poche parole dare la spiegazione di quello che Dio concede ,come lo concede e quanto tutto questo cambierà la nostra vita,perchè è personale,ma una cosa posso dirla: Iniziando a pregare chiediamo il dono della preghiera allo Spirito Santo,non cerchiamo solo parole,ma anche silenzi...ma sopratutto,cerchiamo di parlare con il Signore e con la Madonna,più che con i nostri amici di face book.
http://bricioledivangelo.blogspot.it/2013/10/meditazioni-sulla-preghiera-del-santo.html

SANTI é BEATI :

- San Giovanni da Capestrano Sacerdote

23 ottobre - Memoria Facoltativa

Capestrano, L'Aquila, 1386 - Ilok, Croazia, 23 ottobre 1456

Era nato a Capestrano, vicino all'Aquila, nel 1386, da un barone tedesco, ma da madre abruzzese. Studente a Perugia, si laureò e divenne ottimo giurista, tanto che Ladislao di Durazzo lo fece governatore di quella città. Ma caduto prigioniero dei Malaspina, decise di farsi francescano, diventando amico di san Bernardino e difendendolo quando, a causa della devozione del Nome di Gesù, venne accusato d'eresia. Anch'egli così prese come emblema il monogramma bernardiniano di Cristo Re. Il Papa lo inviò suo legato in Austria, in Baviera, in Polonia, dove si allargava sempre di più la piaga degli Ussiti. In Terra Santa promosse l'unione degli Armeni con Roma. Aveva settant'anni, nel 1456, quando si trovò alla battaglia di Belgrado investita dai Turchi. Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo. Ma tre mesi dopo, il 23 ottobre, Giovanni moriva a Ilok, in Slavonia, oggi in Croazia orientale. (Avvenire)

Patronato: Giuristi

Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

Martirologio Romano: San Giovanni da Capestrano, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che difese l’osservanza della regola e svolse il suo ministero per quasi tutta l’Europa a sostegno della fede e della morale cattolica. Con il fervore delle sue esortazioni e delle sue preghiere incoraggiò il popolo dei fedeli e si impegnò nella difesa della libertà dei cristiani. Morì presso Ujlak sulla riva del Danubio nel regno di Ungheria.


Dalla data tradizionale del 28 marzo, il nuovo Calendario della Chiesa ha riportato al 23 ottobre, data effettiva della sua morte, la memoria facoltativa di San Giovanni da Capestrano, uno dei due Santi che, nelle opere d'arte del '400, vengono rappresentati con lo stemma di Cristo Re.
Il primo è San Bernardino da Siena, che mostra lo stemma raggiante sulla tipica tavoletta di legno, da lui alzata su tutte le piazze come simbolo di libertà e pegno di pace. Il secondo è San Giovanni da Capestrano, che sventola invece quel luminoso stemma sopra una bandiera spiegata, garrente nell'aria di una ideale battaglia.
Era nato a Capestrano, vicino all'Aquila, nel 1386, da un barone tedesco, ma da madre abruzzese, e il biondo incrocio tra il cavaliere tedesco e la fanciulla abruzzese veniva chiamato " Giantudesco ". " I miei capelli, i quali sembravano fili d'oro - ricorderà da vecchio -io li portavo lunghi, secondo la moda dei mio paese, sicché mi facevano una bella danza ". Studente a Perugia, si laureò e divenne ottimo giurista, tanto che Ladislao di Durazzo lo fece governatore di quella città. Ma da Perugia si vedeva, sul fianco del Subasio, la rosea nuvola di Assisi, e Giantudesco, caduto prigioniero dei Malaspina, meditò in carcere sulla vanità del mondo, come aveva già fatto il giovane San Francesco.
Non volle perciò tornare alla vita mondana e uscito di carcere si fece legare dalla corda francescana, entrando nell'Ordine, dove San Bernardino propugnava, nel nome di Gesù, la riforma della cosiddetta " osservanza ".
Giantudesco entrò in intimità col Santo riformatore. Lo difese apertamente e valorosamente quando, a causa della devozione del Nome di Gesù, il Santo senese venne accusato d'eresia. Anch'egli così prese come emblema il monogramma bernardiniano di Cristo Re e lo portò nelle sue dure battaglie contro gli eretici e contro gl'infedeli. Il Papa lo nominò Inquisitore dei Fraticelli; lo inviò suo legato in Austria, in Baviera, in Polonia, dove si allargava sempre di più la piaga degli Ussiti. In Terra Santa promosse l'unione degli Armeni con Roma.
Ovunque c'era da incitare, da guidare e da combattere, Giantudesco alzava la sua bandiera fregiata dal raggiante stemma di Gesù o addirittura una pesante croce di legno, che ancora si conserva all'Aquila, e si gettava nella mischia, con teutonica fermezza e con italico ardore.
Aveva settant'anni, nel 1456, quando si trovò alla battaglia di Belgrado investita dai Turchi. Entrò nelle schiere dei combattenti, dove era più incerta la sorte delle armi, incitando i cristiani ad avere fede nel nome di Gesù. " Sia avanzando che retrocedendo - gridava, ~ sia colpendo che colpiti, invocate il Nome di Gesù. In Lui solo è salute! ".
Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo. Ma questa doveva essere la sua ultima fatica di combattente. Tre mesi dopo, il 23 ottobre, Giantudesco moriva a Villaco, nella Schiavonia, consegnando ai suoi fedeli la Croce, emblema di Cristo Re, che egli aveva servito, fino allo stremo delle sue forze.

VOCE DI SAN PIO :

-" L’ansietà è uno dei maggior traditori che la vera virtú e soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al bene operare, ma non lo fa, se non per raffreddarsi, e non ci fa correre, per farci inciampare e per questo bisogna guardarsene in ogni occasione, particolarmente nell’orazione; e per meglio riuscirci, sarà bene ricordarsi che le grazie ed i gusti dell’orazione non sono acque della terra ma del cielo, e che perciò tutti i nostri sforzi non bastano a far cadere, benché sia necessario il disporsi con grandissima diligenza sí, ma sempre umile e tranquilla: bisogna tenere il cuore aperto verso il cielo, ed aspettare di là la celeste rugiada." (AP).

Grazie Signore per le suore(mingardi lella)

Grazie Signore per le suore.
“Una donna perfetta chi potrà trovarla?
… Datele del frutto delle sue mani
E le sue stesse opere la lodino alle porte della città”
Piccole e silenziose, sempre indaffarate, come Maria di Nazareth passano il giorno lavorando e sgranando rosari per tutti noi, per i vivi e per i morti.
Assistono gli anziani,gli ammalati e educano i bambini....ma noi ci ricordiamo di loro solo per chiedere qualcosa.
Lode a te Signore per il dono delle suore,lode e onore a te per la grazia delle loro parole,per la modestia del loro vestire,per la loro piccolezza che dimostra la tua grandezza.
Grazie perchè la donna ha una grande rivalsa dicendo si a Dio e addio al mondo.Donaci Signore ancora e sempre tante suore.

(Lc 12,39-48) A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

VANGELO
 (Lc 12,39-48) A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e inondami con la tua luce, fa che io impari a conoscere ogni desiderio di Dio per poterlo soddisfare; forse non ci riuscirò, ma con il tuo aiuto, niente è impossibile.

La prima lettura è una lettera di San Paolo, ed io quando mi imbatto in Paolo, mi sento sempre collegata a lui , perché anch’ io come lui, non dimentico mai che quello che oggi sono, lo sono per grazia di Dio e non ne ho alcun merito, se non quello di aver lasciato che lo Spirito Santo agisse in me senza oppormi o rinnegarlo.
Come Paolo, riconosciamo le nostre colpe, senza paura, perché negarle sarebbe come non voler riconoscere la opera salvifica di Gesù che si è dato tutto per noi, mentre noi siamo sempre troppo presi a far esperienza del mondo, per aver tempo di fare esperienza di Dio.
Viviamo sempre come se fossimo eterni, ed anche se parliamo della morte, lo facciamo più per esorcizzarla che per crederci veramente.Ancora un appello alla vigilanza alla fedeltà e all' amicizia con il Signore. Tenerci e fare di tutto per far fruttare i doni che Dio ci mette a disposizione, e vivere ogni giorno con la consapevolezza che il nostro futuro va ben oltre la temporaneità della vita terrena.
Dio non ha risparmiato, ci ha donato la vita di suo figlio, e noi? Cosa restituiamo di ogni grazia donata? Le briciole di un amore immenso….

PREGHIERA PER I MALATI ....(da Anna Barbi)

" Preghiera per i malati "

- Signore, accogli le preghiere e i lamenti
di coloro che soffrono e
di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.

Tu che hai percorso la via del calvario
e hai trasformato la croce in segno di amore e di speranza
conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati.

Dona loro:
la pazienza sufficiente per sopportare le lunghe attese
il coraggio necessario per affrontare le avversità
la fiducia per credere in ciò che è possibile
la saggezza per accettare ciò che è rimasto irrisolto
la fede per confidare nella tua Provvidenza.

Benedici le mani, le menti e i cuori degli operatori sanitari
perché siano presenze umane e umanizzanti
e strumenti della tua guarigione.

Benedici quanti nelle nostre comunità
si adoperano per accompagnare i malati
perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana
e si accostino con umiltà al mistero del dolore.

Aiutaci Signore a ricordarci
che non siamo nati felici o infelici,
ma che impariamo ad essere sereni
a seconda dell'atteggiamento che assumiamo
dinanzi alle prove della vita.

Guidaci, Signore,
a fidarci di Te e ad affidarci a Te.
Amen.....

lunedì 21 ottobre 2013

VOCE DI SAN PIO :

-" Il Savio loda la donna forte: «Le dita sue, dice, maneggiano il fuso» (Prov. 31,19). Volentieri vi dirò qualche cosa sopra queste parole. La vostra conocchia è il cumulo dei vostri desideri; filate, perciò, ogni giorno un poco, tirate filo a filo i vostri disegni fino all’esecuzione e ne verrete infallibilmente a capo; ma avvertite di non affrettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il vostro fuso. Camminate, perciò, sempre e, sebbene andrete lentamente avanzando, farete però gran viaggio." (Epist. III, p. 564).