lunedì 15 luglio 2013

Mt 11,20-24 : (Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida.)

 VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24.
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere.
Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra.
E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».
PAROLA DEL SIGNORE
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito di Dio nella mia mente, stupiscimi con i raggi della tua luce, folgorami con la tua sapienza e dammi la possibilità di leggere tra le righe il tuo volere.
Mi sembra proprio che stavolta, il Signore l’abbia con me, che mi dica, che è ora che prenda coscienza di quanti segni ha compiuto su di me, e che mi comporti di conseguenza. A volte ci soffermiamo a vedere quanta fede c’è negli altri, dando per scontato che siano gli altri che non sanno avere fede nel Signore, che non sono riconoscenti, ossia che non sanno riconoscere Gesù come il Signore della nostra vita. In questo passo Gesù rimprovera il suo popolo, perché è proprio là dove ha compiuto più prodigi che invece di convertirsi, il popolo ha scelto di contestarlo. I farisei e i sadducei, litigavano tra loro su come vivere la parola di Dio e non vedevano la magnificenza dei segni che Gesù compiva, anzi alcuni si spinsero a dire che i miracoli che compiva non venivano da Dio, ma da satana. I segni che il Signore compie, sono sotto agli occhi di tutti, basta guardare cosa significa la conversione nella vita di ognuno di noi, senza cercare molto lontano, oppure come i Santi hanno saputo dare e quanto hanno ricevuto dal Signore. Penso a San Pio, di cui persone ancora in vita raccontano del dono della bilocazione, e penso alla devozione che il Padre aveva per il Signore e la Madonna. Se ci affidiamo, invece di pensare a quanto siamo bravi, a quanto siamo giusti, a come siamo buoni, ma a QUANTO E’ GRANDE IL SIGNORE e quanto abbiamo bisogno di Lui, forse, uscendo dalla nostra presunzione, saremo capaci di riconoscere questi segni e forse capiremo che non dobbiamo fare come i farisei e i sadducei, e non ci dobbiamo sentire salvi solo perché andiamo a messa la domenica, ma vivere con Gesù nel cuore i nostri giorni.

domenica 14 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

Vi scongiuro, per la mansuetudine di Gesú e per le viscere di misericordia del Padre celeste, a non mai raffreddarvi nella via del bene. Correte sempre e non mai vogliate fermarvi, sapendo che in questa strada lo star fermo equivale al ritorno sui propri passi (Epist. II, p. 259).

(Mt 10,34-42.11,1. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.)

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo 10,34-42.11,1.
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.
Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera:
e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me;
chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.
E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

PAROLA DEL SIGNORE

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Vieni o Spirito Santo nel mio cuore, e fornire a tutte queste cose che non sono degni di voi, santificare il tuo amore, perché attraverso, vedo la luce della Parola di Dio

Matteo ci presentale parole di Gesù non condite con orpelli inutili,E' necessario che si comprenda bene che Lui ,anche se parla d'amore è lo stesso Dio che chiede di amarlo sopra ogni e qualsiasi altra persona, perché Egli ti ama . Non è sempre un surrogato, un sostituto, un prestanome. E "Dio stesso che chiede di amarlo sopra ogni e qualsiasi altra persona, perché Egli ti ama.
Chi ama è costante in amore, niente e nessuno può distrarlo dal dedicare la sua vita a un altro, neanche i propri cari, neanche tutte le opposizioni che potrà incontrare.
Ancora una volta vediamo come l'amore di Dio è veramente di gran lunga superiore alla nostra, anche con persone che amiamo, troviamo e creiamo un migliaio di difficoltà. Il il nostro amore è sempre condizionata da se e ma,invece per Gesù non è così. Ci sono uomini che non meritano nulla, ma forse uno è degno del suo amore e si è impegnato a morire per tutti, per salvare l'umanità che non è nata per il peccato, ma non può resistere alla seduzione del male.
Scegliere Gesù può dividere, il mondo considera stolto e superato vivere dai suoi decreti, può mettere in condizione di lottare per difendere la propria identità cristiana, può separarci da coloro che non ci capiscono, quindi scegliere Gesù ,è può diventare la scelta definitiva della vita.
Ma questo non deve spaventare o scoraggiare chiunque voglia seguire il Signore, perché se è vero che alcune cose sembrano contraddirsi a vicenda, è anche o, vero che il Signore continua a ripetere, non paura. Quello per il Signore sarà non solo ben fatto, ma anche ben retribuito. Il Signore stesso, fornirà i mezzi per far fronte a tutto ciò, la cosa importante è non arrendersi mai, non farsi distrarre dal mondo d e sedurre, o spaventare da chi ci sta intorno, che è contro Dio, ma che che è anche nostro fratello e anzi noi possiamo provare con l'aiuto di Dio e poi con la nostra preghiera, a trascinare più fratelli verso Gesù. Anche l'aiuto più piccolo verso i suoi discepoli sarà ripagato largamente.

sabato 13 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

"Dove non c’è ubbidienza, non c’è virtú. Dove non c’è virtú, non c’è bene, non c’è amore e dove non c’è amore non c’è Dio e senza Dio non si va in paradiso. Queste formano come una scala e se manca uno scalino della scala, si casca giú (AP)."

(Lc 25,37 Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?)



VANGELO

 Dal Vangelo secondo Luca ,25-37

Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: « Va' e anche tu fa' lo stesso ». 


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti chiedo Spirito Santo di aiutarmi a spiegare come ci troviamo ... come siamo in sintonia, come tu mi aiuti continuamente, come riesco a sentirti...perché attraverso questo vorrei far comprendere le parole di Gesù.
-E' così facile chiedere, domandare, provocare, e spesso gli uomini lo fanno. Lo facevano i sadducei, lo facevano i farisei e lo facciamo ancora oggi noi. Quante volte in questi giorni mi sono sentita dire, come fai ancora a credere in Dio, come fai a pregare...
Rispondere è facile, perché continuo a credere nell'amore di Dio, ma per chi non crede in Dio, mi rendo conto che è difficile comprendere, Gesù non si insegna, si vive. Amare ed essere riamati, attraverso questo semplice concetto si arriva a vivere Gesù.
Nulla di quello che fa o dice Gesù è per caso, prima scopri che Dio ti ama ed impari ad amarlo e poi lavori su te stesso e migliori il tuo cammino verso di lui e poi impari che non è ancora sufficiente, perché non puoi dire di amare Dio se non ami gli altri, perché Lui li ama.
Questa è forse la cosa più difficile da fare, imparare ad amare i nostri fratelli in Cristo, non solo quelli che sono bravi, come noi e più di noi, quelli che sono della nostra stessa nazione, idea politica o religiosa, educazione e cultura.... ma proprio tutti; ma amarli veramente, non vedendo in loro diversità, ma un unico cuore, quello di Dio che batte in loro.
Pensi a quando anche tu eri lontano, a quando non credevi poi molto, a quando commettevi peccati, errori più gravi di oggi... Dio ha avuto pietà di te, si è chinato e ti ha raccolto, ti ha amato... nella parabola dei vignaioli, abbiamo letto che qualcuno è stato chiamato prima, qualcuno dopo, ma tutti hanno ricevuto la stessa paga dal padrone, vuoi forse dire a Dio come si deve comportare? Vuoi suggerire chi deve amare e chi no?
Gesù ha amato tutti, alcuni hanno scelto di incontrarlo, di decidere per l'amore, altri sono stati troppo orgogliosi per accettare come Dio un uomo che ha amato tanto, un perdente, secondo il loro giudizio... la scelta è sempre la nostra, Lui ci lascia liberi, anche di sbagliare, ma più ci conformiamo a Lui, più l'amore ci trasforma, ci trasfigura; più amiamo e più tutto diventa sopportabile, addirittura la nostra gioia sarà lenire il dolore degli altri, dei fratelli che ce lo permetteranno, più ameremo e più saremo simili a Gesù, abbiamo tutto il resto della vita per imparare, cominciamo ... e piano piano capiremo sempre di più.
Chi è il mio prossimo? Il mio prossimo sono tutti i miei fratelli ,perchè Dio li ama, come ama me, ed io non posso fingere di ignorarlo e continuare a scegliere chi amare.
 

venerdì 12 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

Ricordati di Gesú, mitis et humilis corde. L’irascimini et nolite peccare è dei santi. Io non mi sono mai pentito della dolcezza usata, ma mi sono sentito un rimorso di coscienza e mi sono dovuto confessare, quando ho usato un po’ di durezza. Però, quando dico mitezza, non dico quella che lascia tutto andare. Quella no! Ma intendo quella che rende dolce la disciplina, la quale non va mai trascurata (GB, 34).

(Mt 10,24,33 Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone.)

VANGELO
 

Dal Vangelo  secondo Matteo 10,24-33.
Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone;
è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!
Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.
Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati;
non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.


PAROLA DEL SIGNORE


giovedì 11 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO:

"La beneficenza, da qualsiasi parte venga, è sempre figlia della stessa madre, cioè la provvidenza." (AdFP, 554).

( Mt 10,16-23. «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi.»)

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe;
e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire:
non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.

Parola del Signore.

mercoledì 10 luglio 2013

(Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

VANGELO 
(Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Parola del Signore

(Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Concedimi o mio amato, la luce del tuo Spirito, per comprendere a pieno le tue parole, per inserirle nella mia vita e farmi muovere sui tuoi passi. Io sento di amarti e vorrei essere veramente come Tu mi vuoi, insegnami.

Il giovane ricco è appena andato via… non se la sentiva di vendere tutti i suoi averi per seguire Gesù, non se la sentiva di rinunciare a qualcosa che gli apparteneva. Pietro guarda Gesù e timidamente gli si avvicina e gli chiede se loro che hanno lasciato tutto per seguirlo, sono a posto?
Per capire a fondo questo momento con Gesù,  dobbiamo fare un parallelo con lo stesso episodio raccontato da Marco, che sottolinea che Gesù risponde: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
 C’è qualcosa in Pietro che gli fa presagire che la risposta non sarà quella che si aspetta, sembra che con Gesù non si riesca mai a capire fino in fondo, quello che è giusto, quello che vuole. Infatti, Gesù fa una precisazione che come al solito, lo lascia esterrefatto.   Dice che, già solo il fatto di seguire la sua parola, apre degli scenari completamente diversi nella nostra vita; il sapere che essa non è fine a se stessa, ma che è inserita in un progetto di Dio, è una proposta accattivante che dite? Lasciare tutto…non vuol dire mettersi a fare il barbone, ma non essere attaccati a nulla, non avere delle cose più importanti di Dio, che ci possono fuorviare ed è   questo  per noi molto difficile.Lo era ai tempi di Gesù, in cui si viveva di poco e lo è ancor di più oggi che tutto sembra essere di primaria importanza, irrinunciabile e per avere tutto si è disposti a tutto,anche a  lavorare per tante ore. C’è  la macchina, i videogiochi, la discoteca, le serate divertenti, gli impegni dei figli…tutto così importante da non avere il tempo per il Signore. Una fugace messa di domenica e se il sacerdote fa un’omelia troppo lunga, quanti visi scocciati…. Non è la ricchezza in se stessa,ma il fatto che spesso la ricchezza rende aridi ed egoisti. Dio ha scelto il popolo d'Israele, ma questo popolo lo ha tradito, ricordiamo che Mentre Mosè era sul monte Sinai per 40 giorni, il popolo si era costruito come idolo un vitello d'oro; oggi mentre aspettiamo il ritorno di Gesù, ce ne siamo costruiti talmente tanti di idoli che alla fine ci hanno allontanato da Dio, perché li abbiamo messi davanti a Lui. Lascia quello che hai e seguimi, sarai ricompensato nel regno dei cieli, addirittura agli apostoli, promette i troni dai quali giudicheranno le loro tribù, vale la pena di starlo a sentire, perché anche il più stupido degli uomini si rende conto che dove andremo, non conteremo per i soldi che abbiamo,ma proprio per il cuore arido, che non riesce a cambiare. Com’ è bello ogni giorno aprire la giornata con la preghiera, affrontare le difficoltà con la fede che ci sorregge, sapere che non si è soli, leggere le scritture e cercare di capire alla luce dello Spirito Santo, che cosa ci dice il Signore. Io lo faccio con voi, ma vorrei tanto che tutti lo facessimo ognuno per proprio conto, per aver la possibilità di stare a tu per tu col Signore, aprire a Lui il nostro cuore, scoprire che quello che riceviamo e di gran lunga superiore di quello a cui rinunciamo.
Anche Pietro capirà che deve rinunciare al suo orgoglio, alla sua presunzione, al suo carattere irruente, per far posto a Gesù nel suo cuore, e non ci rimetteremo, questo è sicuro!!!!

martedì 9 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

"Bisogna, anche nel riprendere, saper condire la riprensione con modi garbati e dolci (GB, 34)"

(Mt 10,1-7) Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele.

VANGELO
 (Mt 10,1-7) Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie o Signore di essere sempre presente con il tuo Santo Spirito nella mia vita.Ti amo!

Gesù chiama i dodici apostoli, non gli dice fate come vi pare, ma gli da ordini ben precisi, perché Lui sapeva quello che era giusto e quello che non lo era, è chiaro che poi l’uomo che ha voluto fare di testa sua, senza seguire l’indicazione dello Spirito di Dio, è stato trascinato nell’errore, e che questi errori hanno portato alla distruzione di quello che oserei definire (sperando di essere capita e non accusata di eresia) il sogno di Gesù.
Se l’uomo vuole fare da solo, può anche fare tutto bene, ma una cosa è fare quello che è giusto per noi e l’altra fare quello che è giusto per Dio.
Tutto dipende dal posto che diamo a Dio nella nostra vita, nella nostra giornata e nella nostra preghiera. Se veramente Dio è al primo posto, tutto è in funzione della fede, e quindi tutto scorre su dei binari che hanno un loro indirizzo ed un loro senso, si va avanti, spediti come treni, e non ci si fa fuorviare da niente, perché non siamo noi che guidiamo, ma il Signore, e noi ci lasciamo trascinare. Sembra complicato, ma è tutto qui! Buona giornata nel Signore!

lunedì 8 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

- Cercar, sí, la solitudine, ma con il prossimo non mancar di carità (CE, 19).

(Mt 9,32-38) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

VANGELO
(Mt 9,32-38) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Presentarono! Chi presentò a Gesù l’indemoniato? Chi si prese la briga di condurlo davanti al Signore? Sicuramente qualcuno che credeva in lui e che sperava nella guarigione del poveretto. C’è da tenere presente che la Chiesa di allora, non teneva molto in considerazione gli ammalati, anzi li considerava castigati da Dio, e li abbandonava a se stessi. Allora il tempio era veramente un qualcosa di molto lontano dai bisogni della gente, che aveva nei confronti dello stesso solo obblighi. Il personaggio che qui Matteo ci descrive, era muto, e non appena Gesù lo libera dal demonio,torna a parlare. Questo provoca sia una reazione di ammirazione e meraviglia, sia una di contestazione; non potendo negare il miracolo infatti,lo attribuiscono al Diavolo. Gesù continua a viaggiare tra le genti, nella sua missione salvifica e guaritrice ed è pieno di compassione per quel suo popolo afflitto, si rende conto che ha bisogno di pastori che lo conducano e non di dotti che dettino leggi e non curano il gregge. I pastori che Gesù vuole per il suo popolo sono quelli che lo seguono in tutto e per tutto, ed in primis nell’accoglienza e nella compassione per i poveri e gli emarginati. Non vuole pastori che pensano solo ad arricchirsi, infatti ricordiamo che solo ieri diceva di andare senza bisaccia e senza calzari, ma vuole dei pastori attenti che si preoccupano di tutte le sue pecore, senza discriminare nessuno. È un invito per i sacerdoti, ma anche per tutti coloro che ha chiamato al suo seguito

domenica 7 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO

Amerei essere trafitto con una lama fredda, anziché dare dispiacere a qualcuno (T, 45)

(Mt 9,18-26) Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.

VANGELO
 (Mt 9,18-26) Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Vieni Spirito Santo, vieni a portare la luce nella mia mente ottenebrata, vieni a farmi conoscere il senso della parola del Signore, vieni ad insegnarmi come ascoltare e come vivere per essere specchio che riflette la luce che abbaglia, e fa che dietro a questa luce io scompaia. 

Gesù passa nella nostra vita, molti ce ne hanno parlato, ma per tanti è stato come per me, anni e anni ad aspettare che qualcosa succedesse, senza fare mai un gesto, mai una preghiera vera in cui chiedere al Signore di fermarsi per me. La nostra fede non andava oltre al “Sentito Dire”, ma forse nella nostra disperazione, non riuscivamo ad alzare lo sguardo…io non so perché ..ma so che oggi che conosco la potenza dell’amore di Dio, oggi che pur con mille mancanze, mille imperfezioni, mi sono sentita toccare da Lui, vorrei averlo fatto da sempre. C’era un uomo che era avverso a Gesù, forse uno dei capi di quella chiesa che Gesù ammoniva, fatta di sepolcri imbiancati, ma ad un tratto quell' uomo, colpito da una tragedia, si rivolge al Signore, e con una fede che fa meravigliare Gesù stesso, perché quell' uomo così lontano da Lui, capisce che Lui può vincere la morte del corpo e dello spirito. Anche la donna (che per gli ebrei era considerata impura) cerca di arrivare a Gesù, sa che se solo riesce a toccarlo, sarà guarita.Come toccare Gesù?Come farsi toccare da Lui? Basta invocarlo, cercarlo nel proprio cuore, nella preghiera, con tutta l’anima e lui si volterà verso di noi, e ci salverà. L’amore del Signore è immenso, se solo potessimo riuscire a capire quanto è grande, non esiteremmo un attimo a rivolgere a Lui la nostra preghiera, se solo potessimo ascoltare le voci di chi ci ha descritto le grandi grazie che il Signore ha compiuto su di loro, come la voce dei santi, allora il nostro cuore griderebbe: Gesù, se potessi toccare il tuo mantello, sarei salvata.


sabato 6 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

(Lc 10,1-12.17-20) La vostra pace scenderà su di lui.

VANGELO
 (Lc 10,1-12.17-20) La vostra pace scenderà su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore


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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore Gesù, che hai aiutato l’apostolo Luca a scrivere con tanto amore di Te attraverso lo Spirito Santo, aiuta anche me ti prego, fammi conoscere ogni minima  cosa tu ritenga io debba conoscere, secondo la tua volontà. Grazie amen.

La missione degli apostoli non si presentava certo facile ,Paolo era imprigionato e attendeva rassegnato la morte a causa della sua predicazione, e con tristezza vedeva che alcuni discepoli rinunciavano alla missione di predicazione perché attratti dalle cose del mondo.
C’erano inoltre tante persone avverse, e l’apostolo confidava nella giustizia divina, non voleva vendetta, anche se vicino gli era rimasto solo l’apostolo Luca.
Luca era certamente una persona colta, forse un medico, abituato a combattere con le malattie del corpo, che scopre con Gesù, che l’amore di Dio vince anche il male del corpo e sicuramente essendo vicino a Paolo, si rende conto del cambiamento che provoca la fede in Cristo ,perché Paolo era uno dei più grandi persecutori dei cristiani prima di incontrare Gesù.
Seguire Gesù, predicare con Gesù, proprio come Lui ha insegnato, non cercando il proprio interesse, ma solo cercando di essere strumenti nelle mani di Dio, per diffondere la sua parola.
Come Paolo, anche Luca esorta a non mantenere rancori per chi non apprezza la parola di Dio, ma di fermarsi invece nella casa che li accoglie nella pace e di riempirla di benedizioni.
Fermiamoci un momento a riflettere :Quando parliamo, parliamo per essere missionari di Cristo come Lui ci esorta a fare o siamo pieni di supponenza e cerchiamo solo di apparire? Vi prego di riflettere bene su questa domanda, perché troppo spesso, si trova gente (riferito a noi discepoli, sacerdoti, catechisti ecc.) che si erge sugli altari, dimenticando che Gesù invece scende in mezzo a noi. Il popolo di Dio, ha bisogno della parola di Gesù, non delle nostre parole ,per riempire il vuoto che ha dentro.
Siamo tutti chiamati in Gesù a servire,non ad essere serviti, non a conquistare i primi posti sul palco o nella gerarchia della Chiesa.
Oggi chiedo e faccio con voi una preghiera, e vi chiedo di metterci tutto il cuore:
Gesù mio,donaci santi sacerdoti,sante religiose e santi laici,e rendici tali.

Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta in concordanza con Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,1-12.17-20

14ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta

Domenica 7 luglio 2013 – Anno C

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,1-12.17-20
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Corrispondenza nell’"Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta
Volume 4 Capitolo 278 pagina 372

Licenziati dopo il pasto i poveri, Gesù resta cogli apostoli e discepoli nel giardino di Maria di Magdala. Vanno a sedersi al limite di esso, proprio vicino alle acque quiete del lago, su cui delle barche veleggiano intente alla pesca.
«Avranno buona pesca» commenta Pietro che osserva.
«Anche tu avrai buona pesca, Simone di Giona».
«Io, Signore? Quando? Intendi che io esca a pescare per il cibo di domani? Vado subito e…».
«Non abbiamo bisogno di cibo in questa casa. La pesca che tu farai sarà in futuro e nel campo spirituale. E con te saranno pescatori ottimi la maggior parte di questi».
«Non tutti, Maestro?» chiede Matteo.
«Non tutti. Ma quelli che perseverando diverranno miei Sacerdoti avranno buona pesca».
«Conversioni, eh?» domanda Giacomo di Zebedeo.
«Conversioni, perdoni, guide a Dio. Oh! tante cose!».
«Senti, Maestro. Tu prima hai detto che, se uno non ascolta il fratello neppure alla presenza di testimoni, sia fatto consigliare dalla sinagoga. Ora, se io ho ben capito quanto Tu ci hai detto da quando ci conosciamo, mi pare che la sinagoga sarà sostituita dalla Chiesa, questa cosa che Tu fonderai. Allora, dove andremo per fare consigliare i fratelli zucconi?».
«Andrete da voi stessi, perché voi sarete la mia Chiesa. Perciò i fedeli verranno a voi, o per consiglio da avere per causa propria, o per consiglio da dare ad altri. Vi dico di più. Non solo potrete consigliare. Ma potrete anche assolvere in mio Nome. Potrete sciogliere dalle catene del peccato e potrete legare due che si amano facendone una carne sola. E quanto avrete fatto sarà valido agli occhi di Dio come fosse Dio stesso che lo avesse fatto. In verità vi dico: quanto avrete legato sulla terra sarà legato nel Cielo, quanto sarà sciolto da voi sulla terra sarà sciolto in Cielo.
E ancora vi dico, per farvi comprendere la potenza del mio Nome, dell’amore fraterno e della preghiera, che se due miei discepoli, e per tali intendo ora tutti coloro che crederanno nel Cristo, si riuniranno a chiedere qualsiasi giusta cosa in mio Nome, sarà loro concessa dal Padre mio. Perché grande potenza è la preghiera, grande potenza è l’unione fraterna, grandissima, infinita potenza è il mio Nome e la mia presenza fra voi.
E dove due o tre saranno adunati in mio Nome, ivi Io sarò in mezzo a loro, e pregherò con loro, e il Padre non negherà a chi con Me prega. Molti non ottengono perché pregano soli, o per motivi illeciti, o con orgoglio, o con peccato sul cuore. Fatevi il cuore mondo, onde Io possa essere con voi, e poi pregate e sarete ascoltati».
Pietro è pensieroso. Gesù lo vede e gliene chiede ragione. E Pietro spiega: «Penso a che gran dovere siamo destinati. E ne ho paura. Paura di non sapere fare bene».
«Infatti Simone di Giona o Giacomo di Alfeo o Filippo e così via non saprebbero fare bene. Ma il Sacerdote Pietro, il Sacerdote Giacomo, il Sacerdote Filippo, o Tommaso, sapranno fare bene perché faranno insieme alla divina Sapienza».
«E… quante volte dovremo perdonare ai fratelli? Quante, se peccano contro i Sacerdoti; e quante, se peccano contro Dio? Perché, se succederà allora come ora, certo peccheranno contro di noi, visto che peccano contro di Te tante e tante volte. Dimmi se devo perdonare sempre o se un numero di volte. Sette volte, o più ancora, ad esempio?».
«Non ti dico sette, ma settanta volte sette. Un numero senza misura. Perché anche il Padre dei Cieli perdonerà a voi molte volte, un numero grande di volte, a voi che dovreste essere perfetti. E come Egli fa con voi, così dovete fare, perché voi rappresenterete Dio in terra. Anzi, sentite. Racconterò una parabola che servirà a tutti».
E Gesù, che era circondato dai soli apostoli in un chioschetto di bossi, si avvia verso i discepoli che sono invece rispettosamente aggruppati su uno spiazzo decorato di una vasca piena di limpide acque. Il sorriso di Gesù è come un segnale di parola. E mentre Lui va col suo passo lento e lungo, per cui percorre molto spazio in pochi momenti, e senza affrettarsi perciò, essi si rallegrano tutti e, come bambini intorno a chi li fa felici, si stringono in cerchio. Una corona di visi attenti, finché Gesù si mette contro un alto albero e inizia a parlare.
«Quanto ho detto prima al popolo va perfezionato per voi che siete gli eletti fra esso.
Dall’apostolo Simone di Giona mi è stato detto: “Quante volte devo perdonare? A chi? Perché?”. Ho risposto a lui in privato ed ora a tutti ripeto la mia risposta in ciò che è giusto voi sappiate fin da ora. Udite quante volte e come e perché va perdonato.
Perdonare bisogna come perdona Dio, il quale, se mille volte uno pecca e se ne pente, perdona mille volte. Purché veda che nel colpevole non c’è volontà del peccato, la ricerca di ciò che fa peccare, ma che il peccato è solo frutto di una debolezza dell’uomo. Nel caso di persistenza volontaria nel peccato, non può esservi perdono per le colpe fatte alla Legge.
Ma per quanto queste colpe vi danno di dolore, a voi, individualmente, perdonate. Perdonate sempre a chi vi fa del male. Perdonate per essere perdonati, perché anche voi avete colpe verso Dio e i fratelli. Il perdono apre il Regno dei Cieli tanto al perdonato come al perdonante. Esso è simile a questo fatto che avvenne fra un re ed i suoi servi.
Un re volle fare i conti coi suoi servi. Li chiamò dunque uno dopo l’altro cominciando da quelli che erano i più in alto. Venne uno che gli era debitore di diecimila talenti. Ma il suddito non aveva con che pagare l’anticipo che il re gli aveva fatto per potersi costruire case e beni d’ogni genere, perché in verità non aveva, per molti motivi più o meno giusti, con molta solerzia usato della somma ricevuta per questo. Il re-padrone, sdegnato della sua infingardia e della mancanza di parola, comandò che fosse venduto lui, la moglie, i figli e quanto aveva, finché avesse saldato il suo debito.
Ma il servo si gettò ai piedi del re e con pianti e suppliche lo pregava: “Lasciami andare. Abbi un poco di pazienza ancora ed io ti renderò tutto quanto ti devo, fino all’ultimo denaro”. Il re, impietosito da tanto dolore -era un re buono- non solo acconsentì a questo ma, saputo che fra le cause della poca solerzia e del mancato pagamento erano anche delle malattie, giunse a condonargli il debito.
Il suddito se ne andò felice. Uscendo di lì, però, trovò sulla sua via un altro suddito, un povero suddito al quale egli aveva prestato cento denari tolti ai diecimila talenti avuti dal re. Persuaso del favore sovrano, si credette tutto lecito e, preso quell’infelice per la gola, gli disse: “Rendimi subito quanto mi devi”. Inutilmente l’uomo piangendo si curvò a baciargli i piedi gemendo: “Abbi pietà di me che ho tante disgrazie. Porta un poco di pazienza ancora e ti renderò tutto, fino all’ultimo spicciolo”. Il servo, spietato, chiamò i militi e fece condurre in prigione l’infelice perché si decidesse a pagarlo, pena la perdita della libertà o anche della vita.
La cosa fu risaputa dagli amici del disgraziato i quali, tutti contristati, andarono a riferirlo al re e padrone. Questi, saputa la cosa, ordinò gli fosse tradotto davanti il servitore spietato e, guardandolo severamente disse: “Servo iniquo, io ti avevo aiutato prima perché tu diventassi misericordioso, perché ti facessi una ricchezza, poi ti ho aiutato ancora col condonarti il debito per il quale tanto ti raccomandavi che io avessi pazienza. Tu non hai avuto pietà di un tuo simile mentre io, re, per te ne avevo avuta tanta. Perché non hai fatto ciò che ti ho fatto?”.
E lo consegnò sdegnato ai carcerieri perché lo tenessero finché avesse tutto pagato, dicendo: “Come non ebbe pietà di uno che ben poco gli doveva, mentre tanta pietà ebbe da me che re sono, così non trovi da me pietà”.
Così pure farà il Padre mio con voi se voi sarete spietati ai fratelli, se voi, avendo avuto tanto da Dio, sarete colpevoli più di quanto non lo è un fedele. Ricordate che in voi è l’obbligo di essere più di ogni altro senza colpe. Ricordate che Dio vi anticipa un gran tesoro, ma vuole che gliene rendiate ragione. Ricordate che nessuno come voi deve saper praticare amore e perdono.
Non siate servi che per voi molto volete e poi nulla date a chi a voi chiede. Come fate, così vi sarà fatto. E vi sarà chiesto anche conto del come fanno gli altri, trascinati al bene o al male dal vostro esempio. Oh! che in verità se sarete santificatori possederete una gloria grandissima nei Cieli! Ma, ugualmente, se sarete pervertitori, o anche solamente infingardi nel santificare, sarete duramente puniti.
Io ve lo dico ancora una volta. Se alcuno di voi non si sente di essere vittima della propria missione, se ne vada. Ma non manchi ad essa. E dico: non manchi nelle cose veramente rovinose alla propria e all’altrui formazione. E sappia avere amico Dio, avendo sempre in cuore perdono ai deboli. Allora ecco che ad ognun di voi che sappia perdonare sarà da Dio Padre dato perdono.
La sosta è finita. Il tempo dei Tabernacoli è prossimo. Quelli ai quali ho parlato in disparte questa mattina, da domani andranno, precedendomi e annunciandomi alle popolazioni. Quelli che restano non si avviliscano. Ho trattenuto alcuni di loro per prudenziale motivo, non per spregio di loro. Essi staranno con Me, e presto li manderò come mando i settantadue primi. La messe è molta e gli operai saranno sempre pochi rispetto al bisogno. Vi sarà dunque lavoro per tutti. E non basta ancora. Perciò, senza gelosie, pregate il Padrone della messe che mandi sempre nuovi operai per la sua mietitura.
Andate, intanto. Io e gli apostoli abbiamo in questi giorni di sosta completato la vostra istruzione sul lavoro che avete da fare, ripetendo quello che Io dissi prima di mandare i dodici.
Uno fra voi mi ha chiesto: “Ma come guarirò in tuo Nome?”. Curate sempre prima lo spirito. Promettete agli infermi il Regno di Dio se sapranno credere in Me e, vista in essi la fede, comandate al morbo di andarsene, ed esso se ne andrà. E così fate per i malati dello spirito.
Accendete per prima cosa la fede. Comunicate con parola sicura la speranza. Io sopraggiungerò a mettere in essi la divina carità, così come a voi l’ho messa in cuore dopo che in Me avete creduto e nella misericordia avete sperato. E non abbiate paura né degli uomini né del demonio. Non vi faranno male. L’uniche cose di cui dovete temere sono la sensualità, la superbia, l’avarizia. Per esse potrete consegnarvi a satana e agli uomini-satana, ché ci sono essi pure.
Andate dunque, precedendomi per le vie del Giordano. E giunti a Gerusalemme, andate a raggiungere i pastori nella valle di Betlemme e con essi venite a Me nel posto che sapete, e insieme celebreremo la festa santa, tornando poi più corroborati che mai al nostro ministero.
Andate in pace. Io vi benedico nel Nome santo del Signore».

Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta

venerdì 5 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

- Pratica, mia carissima figliuola, un particolare esercizio di dolcezza e di sottomissione alla volontà di Dio non solo nelle cose straordinarie, ma ancora in quelle piccolezze che quotidianamente avvengono. Fanne degli atti non solo la mattina, ma ancora durante il giorno e la sera con uno spirito tranquillo e giocondo; e se ti accadesse di mancare, umiliati, proponi e poi alzati e prosegui (Epist. III, p. 704).