venerdì 5 luglio 2013

(Mt 9,14-17) Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

VANGELO
 (Mt 9,14-17) Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 

Vieni o Santo Spirito e guidami in questa piccola stesura che mi accingo a fare, dammi la capacità di dire solo quello che Tu vuoi che io dica, e secondo i tuoi insegnamenti.

 Tutti i tempi sono uguali, le cose si ripetono ora come 2000 anni fa.
I discepoli di Giovanni cercavano di confrontarsi con quelli di Gesù ed erano pronti alla critica.
Evidentemente il digiuno non era fatto con amore, ma accettato come una pratica religiosa, come un' imposizione. Capiamo così che non deve essere un atto apparente, una formalità, perché altrimenti non ha senso. Cominciamo a digiunare dalle liti, dalla violenza, dall' attaccamento ai beni materiali, dalla prepotenza, dal sopruso, dalla voglia di apparire e di mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti. 
Scegliamo l'umiltà di chi non sa riconoscere da solo, neanche i propri peccati e inginocchiamoci riverenti davanti al Signore, che per amore nostro, ha sacrificato il suo Figlio, fino alla morte umiliante della croce, per la salvezza di tutti noi, che sicuramente non meritiamo tanto amore. 
Matteo ci parla di Gesù che nella regione dei Gaderèni, è interrogato dai discepoli di Giovanni, sul digiuno, che loro e i farisei rispettavano scrupolosamente e che invece i suoi discepoli non facevano.
Gesù tra le tante cose che vuole rinnovare per far capire bene i desideri del Padre, rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo da questa, la scorza dell' apparenza, e offrendo se stesso come olocausto, per farci capire che non c' è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi.  Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui da essere come invitati a nozze alla presenza dello sposo, e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, se vorranno, quando resteranno da soli. 
Se lo vorrano!
Queste parole  di Gesù fanno eco a quelle del Papa nell'enciclica "Lumen Fidei" presentata proprio oggi  : "La fede non è una verità che si imponga con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Il credente non è arrogante".
Cerchiamo di vivere le regole fondamentali della fede, preghiera, digiuno e carità, con vero cuore, offrendo ogni nostra azione al Signore, perché è la disposizione dei nostri cuori che farà la differenza tra noi e i farisei.

giovedì 4 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

- Il piú bel credo è quello che prorompe dal tuo labbro nel buio, nel sacrificio, nel dolore, nello sforzo supremo di una infallibile volontà di bene; è quello che, come una folgore, squarcia le tenebre dell’anima tua; è quello che, nel balenar della tempesta, ti innalza e ti conduce a Dio (CE, 57).

(Mt 9,9-13) Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

VANGELO
 (Mt 9,9-13) Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

(Mt 9,9-13) Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

LA MIA RIFLESSIONE
VANGELO
Ti prego o Spirito santo di penetrare in ogni ruga della mia pelle,in ogni piega del mio cuore.Fa che solo tua sia la voce che canta alle mie orecchie,che il tuo amore che mi circonda mi faccia esprimere con altrettanto amore,per Cristo nostro Signore, che col suo sangue ha purificato la mia colpa.

Tutti quelli che conoscono Gesù, vengono ogni volta stupiti da come si comporta, da come parla; specialmente quelli che sono i più colti, che credono di avere più diritto degli altri di parlare, quelli che si sentono sempre un gradino più su.
Ma Gesù ancora una volta stupisce tutti ed è lo stesso Matteo che ci racconta come fu chiamato a seguirlo.
Questa è quella che noi oggi potremmo chiamare testimonianza di una conversione.
Matteo era un esattore delle tasse e quasi sicuramente un po’disonesto, frequentava gente senza fede e disonesta come lui, ma proprio a lui il Signore dice :-Vieni e seguimi-
A Matteo, che era abituato ad esigere le imposte, viene chiesto di imparare dal Signore ad elargire misericordia, perché con quella verrà giudicato, e tanta ne userà agli altri, altrettanta ne sarà usata per lui. Quando sceglie Matteo, lo fa mentre era occupato ad incassare le tasse per i romani, un uomo che era abituato a far quadrare i conti, ad esigere quello che gli veniva chiesto di esigere, un uomo che infondo rendeva agli altri l’obbligazione che a lui stesso era fatta, perché dalla sua capacità ad esigere i pagamenti, dipendeva il suo lavoro e quindi la sua vita e quella della sua famiglia. Non gli doveva interessare molto, delle difficoltà che potevano avere i debitori,come un banchiere dei giorni nostri, uno strozzino, valutava tutto con aridità,senza un minimo di comprensione, anche se non era lui ad intascare le somme dovute, ma con una complicità aberrante con gli aguzzini dei poveri.Eppure davanti a Gesù rimane colpito, non ci pensa un attimo a seguirlo, forse attirato dalla dolcezza che c’è nei suoi occhi, lui certo non era guardato da nessuno con quella dolcezza, ne dai suoi padroni, né tanto meno dalle persone che opprimeva, ma forse è attirato anche dall’ idea di cambiare vita. Essere odiati, essere obbligati alla durezza di cuore con inflessibilità, non doveva piacergli poi molto in fondo, a chi piacerebbe far soffrire se non a chi ha un animo crudele e gode dell’infelicità altrui.
Racconta Matteo di una cena alla quale Gesù partecipò, in cui c’erano alcuni pubblicani, suoi colleghi e dei peccatori, e i farisei guardavano con il loro solito fare sospetto, mormorando contro Gesù,perché si accompagnava con questa gente, e per loro, che avevano una mentalità molto rigida, certo non era facile comprendere, quel Gesù che era sempre più vicino ai peccatori, a quelli che loro ritenevano gli impuri della società e che invece quando si rivolgeva a loro, che si ritenevano giusti, li chiamava sepolcri imbiancati… ed anche adesso Gesù li gela, riportando una frase del profeta Osea presa dall’ antico testamento e gli dice: per fargli capire che pur conoscendo bene la legge di Dio, non sapevano interpretarla. Dio non voleva sacrifici, ma misericordia e nella loro ottusità non volevano capirlo, e tanto meno essere messi allo stesso livello per il Signore di pubblicani, peccatori e reietti della società. Ancora oggi molti Cristiani, che rispettano secondo loro le regole, ritengono di dover essere considerati degni agli occhi di Dio, molto di più di tanti peccatori, e forse sarebbe bene che ascoltassero questa parola,ma sul serio, fino a farla entrare nel più profondo del loro cuore.

Gesù non chiede tasse, non si paga con il denaro quello che Lui offre, ma con quella che chiameremo “la stessa moneta”
Perdona e sarai perdonato…
Abbi pietà dei fratelli ed il Signore avrà pietà di te….
Ma quello che forse non salta subito agli occhi, ma che ci richiede un momento di riflessione e di silenzio interiore, è CHE PER PRIMO LUI FA QUESTO CON NOI… ci dona la sua misericordia; a noi miseri e peccatori di tutte le razze; a noi che siamo assenti mentre ha bisogno di noi;  a noi che non vogliamo pensare ad altro che alle cose materiali; a noi che non ci sediamo mai vicino a lui raccolti in preghiera; a noi che giudichiamo il prossimo; a noi che portiamo rancore per ogni torto subito, ed ancora potrei continuare per ore elencando quelli che sono tutti i nostri peccati…
Cerchiamo di riflettere su quanto siamo immeritevoli di tanto amore e cominciamo a provare ad essere migliori, ad avere più amore e misericordia fra di noi, chiediamo a Lui che è il Maestro di aiutarci.

mercoledì 3 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO


VOCE DI SAN PIO : La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione alla autorità costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell’alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacilli; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e senza che l’anima li conosca, si avanza sempre verso l’eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, sibbene sono esse quelle che circondano l’eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: E nel tuo lume vedrò il lume (Epist. III, p. 400s.).



Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

VANGELO 
(Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’ altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». 
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. 
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore

(Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perchè non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali. 

Gesù passa da una parte all’ altra, si muove da una riva all’ altra ed opera miracoli.
Scaccia demoni, ma più che altro parla, spiega,  insegna. Molti sono quelli che ascoltano ed accorrono, ma non tutti quelli che si avvicinano hanno voglia di conoscerlo veramente. Tanti hanno voglia di avvicinarsi a lui, ma non tutti riescono a riconoscerlo come il Signore della vita, ed allora questi intralciano il cammino di chi ha voglia di abbracciarlo, di chi vuole venire a lui, anche da molto lontano, passando da vie traverse, aiutato da amici che hanno fede in Gesù e che lo accompagnano per essere guarito.
 Noi possiamo essere questi amici,che si prendono carico dei fratelli ammalati e, con le nostre preghiere presentarli al Signore, perché non c’ è ostacolo che ci può fermare quando c’ è la fede.  Il discorso della nostra fede, di quanto sia forte o meno, ci porterà a comprendere che se Gesù può guarire il nostro corpo, tanto più potrà guarire la nostra anima. 
C’ è un passo del vangelo che dice:-“ là dove due o tre si incontreranno nel mio nome, io sarò in mezzo a loro ”-Ricordiamoci di questo, quando preghiamo; ricordiamoci di unirci spiritualmente agli altri fratelli del mondo che pregano e di unire le nostre mani in un unico abbraccio intorno ai fratelli più bisognosi, di non dimenticare nessuno fuori da questo cerchio, di non escludere nessuno per non essere a nostra volta esclusi dall’ abbraccio dell’amore

martedì 2 luglio 2013

(Gv 20,24-29) Mio Signore e mio Dio!

VANGELO 
(Gv 20,24-29) Mio Signore e mio Dio!

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Vieni o Spirito Santo,vieni nella mia mente ed accendi la luce della tua sapienza, perchè possa saper vedere quello che tu vuoi che io veda. Vieni a donarmi la sapienza della semplicità e l'umiltà di mettermi completamente al tuo servizio. Perchè questo vuole il Signore Gesù, che è Dio e che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. 

Gesù e Tommaso, Gesù e noi. Aver conosciuto Gesù, a volte non ci esonera dall’ avere dei dubbi. L’ uomo è un misto di fede e paura, non si fida neanche di se stesso a volte, e fa bene, perché spesso cambia idea, anche sulle cose più importanti. E così Tommaso, non si fida di quello che gli altri apostoli gli dicono, vuole vedere Gesù per credere che veramente è risorto dai morti, anzi, di più, per essere sicuro deve poter toccare con mano le sue ferite. 
Questo è necessario perché Tommaso creda, allora il Signore lo accontenta, e torna tra i suoi discepoli quando c’è anche lui; solo allora Tommaso fa la sua professione di fede, solo quando attraverso i segni della passione di Cristo, riesce ad entrare nell’amore del suo Signore. Molte volte si ha bisogno di soffrire per una persona, di perderla, per capire quanto siamo legati a lei, quanto l’ amiamo; noi uomini abbiamo bisogno di queste cose per scoprire il senso  dell’ amore ed allora ben venga la tua incredulità se poi come Tommaso, riuscirai a riconoscere quanto Gesù ti ha amato, quanto ha sofferto per te; ben venga la tua incredulità se ti renderai conto che solo Lui è il Signore della tua vita; Gesù non ti amerà di meno se gli esprimerai i tuoi dubbi, ma ti aiuterà a superarli. Oggi invece io vorrei andare appena - appena più in là, vorrei essere io a dire Gesù, vedi, metti le tue mani nelle mie ferite, nella sofferenza ti ho chiamato, sei accorso, ti ho riconosciuto ed ho imparato da te a soffrire per amore! L’incontro con Gesù è qualcosa che ti toglie ogni dubbio, che ti stupisce ma dà sicurezza, che apre gli occhi e il cuore ad un modo di vivere completamente diverso, ad un donarsi agli altri e a Dio che rende la nostra vita in linea con quella di Maria, che dal suo primo Si’ non ha più avuto una vita sua, ma ha vissuto per Dio. Certo noi abbiamo tanto da imparare da Maria, ma non c’è maestra più paziente ed amorevole di lei

lunedì 1 luglio 2013

(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

VANGELO
 (Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. 
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. 
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore

(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni o Signore con il tuo Spirito, per illuminare la mia mente e scrivere con me questa riflessione, nel tuo Santo nome, ora e sempre. Amen.
Questo brano è uno di quelli che mi da più sensazioni, sia nella versione di Matteo che in quella di Marco.
Questi poveri apostoli che seguono Gesù senza neanche poter fare preparativi, che si trovano a passare da una riva all’ altra, con nella testa le parabole che raccontava, che ancora oggi per molti sono incomprensibili.
Il mare in tempesta li atterriva, come ci atterriscono i vari momenti in cui la vita ci assale con i suoi problemi; come ci atterrisce una malattia; come quando vorremmo azzerare tutto e far finta che non sia successo niente!!!
Ma non si può, siamo in mezzo a quel mare di sensazioni e abbiamo paura di affondare, di non farcela. Dove sei Gesù? Io ti sento vicino a me, ma Tu che fai? Perché non intervieni? Perché non mi aiuti?
O quante volte ci siamo trovati in queste situazioni! 
Quante volte abbiamo cercato il Tuo aiuto Signore!
 Già solo saperti vicino ci fa sperare… ti imploriamo, e tu ci stupisci, perché anche la più grave tempesta con te vicino, si placa.
Cosa ci aspettiamo da te Signore? E Tu cosa ti aspetti da noi? Siamo spesso  messi  alla prova, questo forse ci aiuterà a capire che non ci abbandoni mai? Ci farà  diventare più fiduciosi? Più coraggiosi? Spero veramente, con tutto il cuore, di sì.

domenica 30 giugno 2013

(Mt 8,18-22) Seguimi.

VANGELO
 (Mt 8,18-22) Seguimi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. 
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Parola del Signore

(Mt 8,18-22) Seguimi.


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
O santo Spirito, aiutami a vedere tra le righe della parola da te Ispirata, quello che è importante che io veda, e dammi la forza di dire quello che è giusto che io dica, perché tutto quello che Gesù ha dato per noi, non vada speso invano. 
Quanta folla intorno a Gesù, tanta che per non essere soffocato, decide di passare sull’altra riva… Tutti gli sono intorno, ma quando decide di passare sull’altra riva, solo uno scriba gli si avvicina e gli dice con convinzione, ti seguirò in ogni luogo tu vada e lo chiama Maestro. Un altro discepolo, un po’ più indeciso, che in fondo non ha ancora compreso bene il discorso di Gesù e vorrebbe trattenersi ancora un po’ con la sua famiglia, avere il tempo di salutarla, di seppellire i suoi morti, ma questa indecisione, che è tipica di ognuno di noi, può allontanare da noi Gesù. Se vogliamo veramente entrare in comunione con Lui, dobbiamo allontanare da noi tutto quello che ci trattiene. Seguire vuol dire accettare le sue regole e farle nostre, ma molto spesso la nostra teoria, la nostra buona predisposizione si scontrano subito con la pratica dell’attuazione.
Vediamo nella prima lettura come Abramo implora Dio di salvare le città di Sodomia e Gomorra, in fede magari di qualche uomo giusto e timorato di Dio, e come il Signore acconsenta alla preghiera di Abramo, ma poi sappiamo come la storia si è svolta, e come nessun giusto poté fermare la mano di Dio.Allora fratelli, accettiamo di essere corretti, ben venga chi ci ammonisce se lo fa con vero affetto cristiano, perché si comporta da fratello che vuole il nostro bene, ma quando la presunzione ed il giudizio animano il suo cuore, il suo ammonimento non darà frutto, perché verrà con prepotenza e non con amore; d’altra parte invece vorrei dire, che se sappiamo di non essere buoni discepoli, non dobbiamo continuare a tirare la corda della pazienza del nostro pastore, che continua a chiamarci ed a cercarci, ma ci vuole dietro a Lui per amore, non per obbligo.

sabato 29 giugno 2013

(Lc 9,51-62) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

VANGELO 
(Lc 9,51-62) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. 
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore

(Lc 9,51-62) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e fatti posto nel mio cuore ,svuotalo da tutto quello che non viene da te,riempilo di quello che mi serve secondo Te,e presentalo al cuore di Gesù e Maria,perché io possa essere benedetta e servire. Scegliere di seguire Gesù, non è facile, è faticoso e complicato, perché non è il Si’ di un momento, ma di un milione di momenti.Il Si’ di Gesù è stato un atto d’amore infinito, ci ha amato più d’ogni altra cosa, per noi ha lasciato la casa del Padre, ha lasciato la Mamma, gli amici fedeli, a tutto ha rinunciato, per noi, e noi? Saremo mai in grado di fare altrettanto? Certe volte ci sentiamo pronti e scegliamo di dire il nostro si, ma cerchiamo la via comoda, quella in cui gli onori sono più dei sacrifici…lo vediamo in tutte le cose, nel campo della medicina, nella chiesa, nella scienza…in tutte le cose cerchiamo la nostra gratificazione, e dimentichiamo che i nostri maestri hanno vissuto nel silenzio, ogni sorta di dubbio e paura, Maria conservava tutto nel suo cuore, Giuseppe si ritirava in silenzio, Gesù cercava conforto nella preghiera, i santi ricevevano ogni sorta di persecuzione ringraziando il Signore d’essere degni di soffrire per Lui e con Lui…noi non vorremmo rinunciare a niente, vorremmo che il Signore ci desse il benessere, vorremmo la salute….e sì forse a queste condizioni lo seguiremmo, ma Gesù non ci promette questo, anzi afferma che lo dovremo seguire senza pensare a dove andiamo, perché anche lui non ha dove appoggiare il capo…bellissima questa frase…Gesù ci chiede di seguirlo e basta, di non cercare sicurezza in lui, ma di affrontare anche le incertezze che la fede presenterà. Quante volte cerchiamo di educare per esempio i nostri figli, i nostri ragazzi in parrocchia…e vorremmo dare loro delle sicurezze,delle cose concrete per andare avanti,per prepararli al futuro…cerchiamo frasi,parole,esempi….eppure è tutto molto più semplice di così,non dovremmo abituarli a vivere per quello che hanno,ma a vivere di quello che hanno. E’ l’essere figli di Dio che da senso alla nostra vita,non cercare di vivere alla continua ricerca di una tappa,di uno scopo…ma vivere per quello per cui siamo stati creati,ma se non lo facciamo noi per primi,come possiamo dirlo ai nostri figli? Per questo forse il nostro SI tarda a venire e ad essere definitivo. 

venerdì 28 giugno 2013

(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli. (TESTIMONIANZA)

VANGELO
 (Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore

(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

LA MIA RIFLESSIONE



VI POSTO IL LINK DELLA RIFLESSIONE A QUESTO BRANO CHE HO FATTO NEI GIORNI PRECEDENTI E VOGLIO INVECE PARLARVI DI UN MIRACOLO AVVENUTO IL GIORNO DI SAN PIETRO E PAOLO DI CUI SONO TESTIMONE.
Era il 29 giugno di tanti anni fa,circa 20...
Con Dio ho sempre avuto un rapporto strano, credo in Dio,ci ho sempre creduto,ma non per abitudine o perché qualcuno mi ha indotto a farlo.Credo semplicemente per dono.
Ora penserete che questo è sufficiente per non porsi domande...forse a qualcun altro,ma non a me!
Io sono stata a scuola dalle suore, e attraverso la loro bontà ed il loro amore,ho conosciuto Gesù e la Madonna.
Ho vinto un concorso di religione,che si chiamava " concorso Veritas " parlando di Gesù come uomo. Avevo 10 anni e non riuscivo a capire come un uomo potesse essere Dio,e dato che non riuscivo ad avere certezze,preferivo attendere tempi migliori per parlare di questo.
Quel Gesù mi affascinava,la Madonna la sentivo come una mamma...ma la Chiesa!!!!
Si da bambina ci andavo ed adoravo andarci,vivere con le suore e i nostri preti,averli per amici,potermi confidare con loro,ma poi sono cresciuta e la voglia di fuggire dalle regole ha prevalso.
Allora pur credendo ancora in Dio contestavo tutto nella chiesa.
Non erano tutti uguali, ma era più comodo fare di tutta l'erba un fascio, seguire le varie leggende metropolitane su questo o quel prete,tutto per continuare a fare i miei comodi,senza sentirmi in colpa.
Tra alti e bassi,tra volontariato in comunità e santuari, andavo e venivo dalla Chiesa, senza riuscire mai a fermarmi.
Provai anche altre confessioni, ma alla fine c' era sempre la mia Chiesa che mi chiamava.
Decisi di tornare a casa,ma per confessarmi era tosta...andavo avanti con confessioni a metà, pur avendo incontrato dei santi sacerdoti, ma intanto ero rientrata,e aspettavo... non so cosa,forse che Dio si accorgesse di quanto per me era difficile anche vivere e sentirmi una cristiana a metà.
Quel giorno andai al santuario del Divino Amore,a Roma, smaniavo, avevo voglia di confessarmi bene,ma non ci riuscivo.
Il rettore don Pasquale,fece un'omelia descrivendo Pietro come un povero disgraziato,pieno di difetti e inconsapevole di averne,come uno a cui bastava stare vicino a Gesù per sentirsi santo,un pò come me.
Perché dovevo andare a dire tutto ad un prete che era come me un peccatore?
Poi come se la Madonna mi prendesse a tortorate in testa...le parole cominciarono a diventare pesanti,pressanti,come grida nella mia testa e nel mio cuore,e più o meno TUONAVANO così:
- A Gesù è andato bene Pietro con tutti i suoi difetti, con tutte le sue mancanze, e l'ha messo a capo della Chiesa e a te non va bene un povero Prete di cui non sai nulla? Perché potrebbe essere un peccatore come te? E tu chi sei? Sei forse più santa tu di Gesù? Chi sei tu per giudicare un altro uomo? Chi sei tu per dire no ad una grazia di Dio? -
Era così forte quella sgridata, era veramente come un fulmine a ciel sereno, una cosa che non mi aspettavo e che ha sconvolto tutti i miei piani per un cattolicesimo senza troppe implicazioni,un bel po' di comodo,e molto poco impegnativo; ma evidentemente il Signore aveva per me altri progetti e sono corsa a confessarmi "sul serio" provando qualcosa che allora non sapevo neanche definire, so solo che ho pianto talmente tanto da sentirmi spossata e senza forze.
Una caduta da cavallo come quella di San Paolo?
Una presa di coscienza come quella di San Pietro?
Non lo so, io la definisco una botta di conversione tra capo e collo che da allora non mi ha più permesso di alzare la testa.
Ai ragazzi diciamo spesso di festeggiare il giorno del battesimo,della cresima,del matrimonio..io non ricordo bene queste date,ma il 29 giugno ,ogni anno,ringrazio Dio per la mia conversione!

(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.

VANGELO
 (Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. 
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore

(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 O Dio, nostro Padre, che ci hai aperto il passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio e con l'effusione dello Spirito Santo, fa' che, partecipi di così grandi doni, progrediamo nella fede e ci impegniamo sempre più nel tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Uno strano dialogo questo, tra Gesù e Pietro, sembra quasi che Gesù voglia mettere alla prova il povero Pietro, che si mortifica e non sa più come ribattere al maestro. Mi ami? Come mi ami? Quanto mi ami?ma sei sicuro che mi vuoi bene?.Che cosa vuoi da Pietro Signore,cosa vuoi da noi?Vuoi che ci rendiamo conto della nostra pochezza? Della nostra fragilità?Tu ci conosci e ci scruti e a te non possiamo mentire,come facciamo persino con noi stessi... Gesù lascia a Pietro il compito di guidare il suo popolo la sua chiesa,lo elegge pastore delle anime ,ma non si limita a questo,lo invita a riflettere sulla sua umanità,per far sì che non se ne dimentichi mai,e che non conti sulle sue forze,ma sulla sua affiliazione a Dio. Gli indica la sua vecchiaia,in cui dovrà affidarsi all'amore di chi lo curerà e lo vestirà,perché in questo gesto umano,pieno di amore ,c'è l'essenza dell'uomo,che con pazienza si affida,non potendo far altro. Ed ancora io leggo tra queste righe che sarà l'amore di Dio che ci porterà dove noi non sapremo di andare...per questo Gesù ci dice ,SEGUIMI!

mercoledì 26 giugno 2013

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

VANGELO 
(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni  E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Parola del Signore

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.

Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’ apparenza per entrare nel regno di Dio.
Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. E’ inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico o al prete e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno.
Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore c’indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Molto spesso viviamo il cristianesimo come una un vestito troppo stretto, non riusciamo mai a indossarlo completamente, c'è sempre qualche parte che proprio non riusciamo a far entrare.
Chiediamo aiuto ,ma cerchiamo di imparare a rivestirci completamente di cristo,perchè se lasciamo troppe parti scoperte, satana farà presto a lacerarci la veste.

martedì 25 giugno 2013

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.

VANGELO
 (Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. 
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
SPIRITO ETERNO di DIO LUCE DI SPLENDORE, vieni e illumina le nostre menti e il nostro cuore; dà senso nuovo alla nostra vita e facci conoscere ciò che è BUONO E GIUSTO.

 Gesù, ci continua a mettere in guardia, dai pericoli che sono ben nascosti nelle pieghe della vita.
 In tante cose che sembrano solo moderne o segno d’evoluzione, si nasconde il male, e non è sempre facile rendersene conto, perché le cose ci sono presentate in modo falso ed è facile essere tratti in inganno. 
In questi tempi, vediamo che nascono sette come i funghi dopo una giornata di pioggia, e in molte di queste, è tutto camuffato dalla fede, dalla preghiera.
E’ di questi giorni la notizia di una setta che è stata scoperta, dietro alla quale si nascondeva un santone, che approfittava delle persone e le plagiava, e faceva ogni tipo di violenza su donne e bambini. Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, dice Gesù, dai loro frutti li riconoscerete. 
Non seguiamo MAI l'uomo, anche se viaggia con il Vangelo in mano, neanche se è vestito da prete o da cardinale... seguiamo sempre e solo la parola di Dio!
Questo è molto indicativo di come l’astuta bestia può trarci in inganno facilmente, quello che dobbiamo sempre invece guardare è Gesù, la sua vita, la sua parola, che non dobbiamo mai perdere di vista, e difenderci con la preghiera dagli attacchi del nemico. Preghiamo sempre, perché Gesù non ci abbandonerà nelle mani del nemico, chiediamo a Lui di illuminarci con il suo santo Spirito, su quello che vuole da noi, su quello che è giusto e quello che è sbagliato, di farci scoprire quello che viene da Lui e quello che invece non ci viene da Lui.Teniamo presente che Gesù è verità, ed è unione, quindi quello che è falsità e divide, non viene da Lui. Quando la grazia viene da Dio, produce frutto.

lunedì 24 giugno 2013

(Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

VANGELO
 (Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Parola del Signore

(Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Spirito Santo, nostra guida Guida intima, tu non ci mostri solo all'esterno la volontà divina, ma la traduci per noi in una illuminazione interiore: aiutaci, dunque, ad accogliere pienamente la tua direzione.

 La prima parte del brano evangelico,  mi fa pensare a quando ci avviciniamo all’ Eucarestia senza un minimo di preparazione,alle messe ascoltate come per dovere, ma con la testa altrove, alle grazie che Dio ci fa e non sappiamo apprezzare. L’ immagine delle due porte… tutti si accalcano verso quella larga, quella facile da raggiungere, agevole da superare, ed è nella mia mente, come se quasi tutti gli uomini si incamminino attraverso quella, convinti di essere verso la strada giusta. Ma la strada per il paradiso, quella che ha percorso Gesù e attraverso la quale dobbiamo entrare è quella stretta, quella che non è certo agevole, quella che è fatta di sacrifici fatti per amore.
Questo per amore che ho aggiunto, non è un “di Più”, ma è la chiave della vita del Cristiano.
Cristo ci ama e ci chiede di amare, per essere con lui, perché quella porta stretta è il suo cuore pieno d’amore . Se gli chiediamo di entrare di condividere con lui questo amore, sarà lui a darci la chiave, a spalancarci le braccia ed a stringerci al suo cuore, ma dobbiamo decidere di amare, di abbandonare il nostro ego e di vivere solo per essere figli di Dio, fratelli di Cristo e tra di noi.

domenica 23 giugno 2013

(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

VANGELO 
(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’ istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. 
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni o Spirito Santo, ed aiutami a conoscere la tua parola, fa che io possa capire ogni cosa tu vuoi che capisca, e che sappia scrivere secondo il tuo consiglio.
 Una cosa che mi salta all'occhio è come sia stato Dio a decidere tutto, anche il nome del bambino; incredulo il povero Zaccaria aveva dubitato, mentre offriva incenso sull'altare del Signore...Quanti di noi sono come Zaccaria, compiamo dei gesti senza una vera convinzione, preghiamo senza credere veramente...andiamo a messa distratti, facciamo la comunione incoscienti. Ma quando l'amore di Dio nasce, come viene alla luce il piccolo Giovanni, ecco la grazia. Giovanni, il precursore di Gesù, Giovanni il profeta, un uomo che era stato nel deserto per molti anni, e che aveva al suo seguito molti discepoli, un uomo che parlava nel nome del Signore, annunciava la venuta del Messia, ed era temuto per la sua predicazione quasi come Gesù stesso.Bellissime le parole di Gesù nei suoi confronti, quando dice: non c'è figlio d'uomo più grande di Giovanni. Da prima della sua nascita all'ultimo dei suoi giorni, Giovanni è stato il filo conduttore tra Dio e Gesù e tra questo e gli uomini..Oggi vediamo che lo Spirito Santo agisce su di noi in maniera mirabile, tanti profeti sorgono, profeti dei giorni nostri, che anche se non sono veggenti, vivono nella vita di tutti i giorni il loro rapporto con il Signore in umiltà e sono motivo di conversione per molti...piccoli semi di senape nel solco dell'amore di Dio che danno frutti copiosi e neanche se ne accorgono, piccole persone che pregano da tantissimi anni, col rosario in mano, ne ricordo una col suo latino sbiascicato, che seguiva la messa senza capirla, ma con una fede che anche se era seduta tra i banchi della chiesa, io la ricordo in ginocchio..una donna da sempre vecchia, con le mani rugose di terra e la schiena china dai panni lavati al fiume...una vecchia così io l' ho sempre vista nella mia vita...e mi ha fatto sempre tanta tenerezza e rispetto..noi che vogliamo sempre conoscere, sapere, scrutare....lei che si affidava alla corona del rosario! Cerchiamo anche noi, di lasciare un segno semplice del nostro passaggio sulla terra, di essere finalmente figli di Dio più che uomini.

sabato 22 giugno 2013

(Lc 1,5-17) Ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni.

VANGELO
 (Lc 1,5-17) Ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, ti prego, vieni e soffermati su di me che voglio capire; vieni e aiutami a discernere quello che tu vuoi insegnarmi da quello che viene dalla mia scarsa intelligenza, e aiutami a vedere quello che tu vuoi insegnarmi.

Zaccaria è nella tenda del Signore e si preoccupa di quello che pensa la gente di fuori, del tempo che passa, di quello che deve dire…. preoccupazioni inutili, perché il Signore lo rende muto.
Per gli ebrei la sterilità era una grave disgrazia, tanto che c’era la possibilità di ripudiare la moglie o di fare figli con le schiave, perché la discendenza era molto importante.
Zaccaria ed Elisabetta dedicavano la loro vita al tempio e mentre era in preghiera, ecco che il Signore si china verso di lui e accoglie quella che era la preghiera di sempre del povero Zaccaria.
Uno si aspetta che a quel punto, alla promessa dell’angelo, egli venga preso dalla gratitudine, ed invece ecco giungere per prima la paura, il dubbio… Non basta essere del tempio per saper riconoscere la verità, e questo perché non sempre si riesce a staccarci  dalla parte umana, non sempre si decide veramente per Dio, magari le intenzioni iniziali ci sono, le promesse sono state fatte, ma poi ci si allontana dal servizio con i dubbi e le tentazioni prettamente umane.
Oggi vorrei invitarvi a pregare per i sacerdoti, perché sono le mani consacrate attraverso le quali passa la nostra salvezza, perché sono i discepoli consacrati di Gesù, e poverini, se noi siamo tentati, loro lo sono molto di più.
La preghiera è l' arma dell'amore,  se noi preghiamo per loro, possiamo aiutarli a vincere nella battaglia, se li  giudichiamo, aiutiamo il nemico, e se ogni tanto serve, non abbiamo timore di ricordargli le parole parole del Vangelo, proprio come loro devono fare con noi.

(Lc 9,18-24) Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

VANGELO
(Lc 9,18-24) Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

Parola del Signore


LAMIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o mio Signore, aiutami, con il tuo Santo Spirito, infuocami, con il tuo amore; guariscimi, con la tua sapienza; illuminami e fa che io possa essere per i miei fratelli una lucina... piccolissima lucina che li conduca a Te anima della mia anima.Ti amo!

Il rapporto intimo di ognuno di noi con il Signore, è conosciuto solo a noi e a Lui. Pietro, toccato dallo Spirito Santo, riconosce in Gesù il CRISTO di Dio, l’ UNTO, il MESSIA.
Tutto questo non può avvenire se non per Grazia di Dio, una grazia che non è stata fatta solo a Pietro, ma a molti uomini. Per ricevere queste grazie, c’è bisogno però della nostra adesione, del nostro SI.
Nei vangeli noi impariamo a riconoscere il modo di fare di Dio attraverso il comportamento di Gesù.
Non si comporta come un capo che comanda, ma che è venuto per soffrire, per essere umiliato, per essere rifiutato dagli scribi, dai sacerdoti, dagli anziani, insomma da tutti quelli che tenevano all’ epoca il potere del governo e se lo spartivano, cercando di assoggettare le persone a questo potere.
I sacerdoti di allora, i governanti di allora, non sono poi per nulla dissimili dai governanti di oggi, vediamo che in molti hanno piegato il loro capo davanti al potere terreno, alla cupidigia, all’ apparenza, anche la Chiesa di oggi come quella di ieri, è immersa nel peccato.
Dei governanti del mondo, meglio non parlarne… ci sono duemila organizzazioni che dovrebbero organizzare gli aiuti per il terzo mondo (e già questa è una bestemmia, il mondo è uno) e invece organizzano solo cose appariscenti e i loro stipendi.
Siete mai stati al palazzo della F.A.O….io ci lavoravo vicino e quello che vedevo erano delle persone belle, in carne e pieni di boria… di umanitario ho visto ben poco!
Alla CARITAS qualcuno si dà da fare, sì i volontari… gli altri, i capi… bhè lasciamo stare, non ci facciamo il sangue amaro, così va il mondo.
Non sta certo a noi il giudizio, ma spesso quello che vediamo, ci sconsiglia quando stiamo per fare un gesto ,anche piccolo.
Allora mettiamoci in testa che nessuno può essere delegato a fare quello che noi dobbiamo fare, e che non c’è niente che ci può fermare se siamo pieni di Spirito Santo. Forza, non abbiamo paura, seguiamo Gesù e abbandoniamo tutto quello che è vano e inutile, questi sono momenti molto difficili, se la Madonna viene in nostro soccorso, se lo Spirito ci Parla e si fa sempre più insistente, ascoltiamolo, seguiamo Gesù, nella parola, nelle opere, nella croce e nella resurrezione.
Il nostro è un Dio vivo, risorgiamo a vita nuova con lui.