GIOVEDì SANTO
VANGELO
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 13,1-15.
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?
Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Il Giovedì Santo nelle nostre parrocchie ci si prepara alle grandi celebrazioni, alla ripetizione del rito della lavanda dei piedi, al ricordo dell’ultima cena e dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma io dove sono Gesù? Perché mi sento sempre più sola in questi giorni, perché vedo solo la tua solitudine!
Tutti ti stanno intorno, ma nessuno sembra comprendere quanto è grande il tuo sacrificio, ci si comporta da estranei, non da amici; ognuno cerca il suo posto, lo vuole affermare ed è disposto anche a tradirti, a rinnegarti, a costruire tende….Ma nessuno vuole prendere il tuo posto!
Tu il nostro posto però l’ hai preso, ti sei messo al nostro posto per riparare al nostro peccato di ribellione a Dio. Quel Dono di te che Tu fai, forse noi non arriveremo mai a capirlo, perché il gesto di umiliarti a lavare i piedi dei discepoli, noi non soltanto non saremmo mai in grado di farlo, ma neanche di comprenderlo.
In questa giornata,tutto si sta compiendo e Gesù,ancora per l'ultima volta ,insegna ai suoi discepoli ,come continuare dopo che lui non sarà più con loro. Nella messa del crisma,viene confermata la missione di Gesù come sacerdote di Dio,come l'unto,colui che è venuto per portare la lieta novella,a salvare gli oppressi e con un messaggio che è rimbombato per tutto il periodo della sua predicazione -"amatevi l'un l'altro come io ho amato voi".
Nell'ultima cena, ci preannuncia il dono della sua vita per amore nostro,e porta fino all'umiliazione di se, lavando i piedi e inginocchiandosi davanti agli apostoli, perchè vuole far capire che è venuto per servire e che i suoi discepoli devono fare quello che lui fa,a imitazione dell'umiltà che Lui ha avuto nell'accettare la volontà del Padre,in questo estremo sacrificio che sarà la sua morte nell'umiliazione della croce.
Non si cura del giudizio degli uomini Gesù, né di chi lo deride, lo insulta e gli sputa addosso,si preoccupa solo di servire il Padre e di chiedere perdono per chi lo sta uccidendo. Le ultime parole sono state per invocare il perdono per noi poveri uomini colpevoli.
Un Gesù che si mette ai nostri piedi, che chiede perdono per noi, che ci guarda con misericordia e commiserazione, non può non amarci, ma ancor di più, non può non smuovere le corde del nostro cuore.
Non permettiamo che sia chinato davanti a noi, inginocchiato; lui il Re dei re e noi il nulla assoluto, ma scendiamo dai nostri sgabelli e inginocchiamoci con lui, davanti ai nostri fratelli, davanti a tutti , senza guardare chi sono e le loro origini, proprio perchè tutti posiamo i piedi su questa terra non per merito nostro,ma per grazia di Dio.
Siamo come gli angeli decaduti, che si dibattono su questa terra, per far prevalere la loro volontà contro quella di Dio, e ci feriamo accettando il peccato e facendolo penetrare nella nostra vita. Un’immagine che mi è rimasta impressa è quella che ho letto tempo fa e che vi trascrivo: -Ad una donna, Consuelo, la Madonna dice: "Il peccato mortale è come una freccia a due punte che l’uomo ha fabbricato nella sua coscienza, consigliato da satana. L’uomo, quando commette un peccato che conduce alla morte, lancia con ribellione questa freccia contro il cuore di Dio. La cosa più sorprendente è che essa non raggiunge il cielo, perché da lì furono precipitati satana, autore del male, e la sua iniquità. La freccia avvelenata si conficca di nuovo nell’anima dell’uomo che ebbe l’ardimento di ribellarsi contro il Creatore e lo ferisce a morte.-
Scegliendo il peccato,scegliamo di ferirti,ma ci feriamo a nostra volta,ma Dio condannò Satana ed il peccato, non l’uomo peccatore, che fu solo allontanato dal paradiso terrestre.
Imparare da te…quanto è importante riuscire a seguirti, lo cominciamo a comprendere solo quando ci lasciamo condurre tranquillamente dalla tua mano,quando capiamo quanto è grande il Tuo amore,quanto è importante per noi e per te,ritrovarci insieme ,non per apparire,ma per essere un tutt’uno con te.
Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto… queste parole echeggiano nella mia mente e mi sembra quasi di vederti, amico, fratello mio, mentre spezzi il pane con noi, mentre ci confermi la tua disponibilità ad ogni atto d’umiltà, pur di restituirci la nostra dignità di figli di Dio. Questo è quello che Tu vuoi trasmetterci, e solo impegnandoci e cercando di essere sempre più conformi a te, sapremo condividere anche le grazie che da Te ci vengono.
Vorrei conoscere la Bibbia a memoria,conoscere il greco,il latino e pure l' aramaico,ma nulla di tutto questo mi è stato donato. Quello che al Signore è piaciuto donarmi, è una grande voglia di parlargli e di ascoltarlo.Logorroica io e taciturno Lui,ma mentre io ho bisogno di parole,Lui si esprime meglio a fatti.Vorrei capire perchè questo bisogno si tramuta in scrivere, e sento che è un modo semplice,delicato e gratuito di mettere al centro la mia relazione con Dio.
mercoledì 16 aprile 2014
martedì 15 aprile 2014
(Mt 26,14-25) Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
VANGELO
(Mt 26,14-25) Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e vivi in me la visione dell'ultima cena del Signore con i suoi discepoli,perché attraverso di te mi possa penetrare dentro quello che pensò nostro Signore. Assistimi .
Parliamo del tradimento di Giuda? O parliamo del nostro tradimento? Quante volte ti abbiamo lasciato da solo Gesù in pasto al nemico... quante volte ci siamo schierati con lui....Noi non siamo migliori di Giuda, per seguire i nostri interessi lo abbiamo tradito mille volte, lo lasciamo da solo in chiesa, non ci fermiamo mai a parlare con Lui... e mille altri modi per tradire quel suo amore così grande che non starò ad elencare, per non ferire nessuno...Quello che vorrei fare oggi, è spingerci ad un esame di coscienza vero.
Chiediamo allo Spirito Santo di farci riconoscere i nostri peccati, di farci vedere in quanti e in quali modi tradiamo Gesù.
Qual’ è la differenza tra Giuda e gli altri? Gli altri discepoli lo chiamano Signore, perché lo riconoscono Signore nella loro vita, ma lui lo chiama rabbì, maestro, ed il maestro insegna , ma noi siamo così attenti alla sua parola o distrattamente non vediamo l'ora di pensare ad altro, di fare altro?
"Tu l'hai detto"... con queste parole Gesù ci dice che siamo noi a decidere il nostro destino, la nostra adesione a Lui, sempre nostra è l'ultima parola. Facciamo che non sia una parola che ci condanna, ma, anche nella nostra imperfezione, ci sia da parte nostra un'adesione sincera a Dio.
lunedì 14 aprile 2014
(Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
VANGELO
(Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito Santo,amico mio,fammi capire che cosa vuole Gesù dirmi con queste parole,fammi sentire che tutto illumini,alla luce dell'amore che Lui nutre per me,non certo per i miei meriti o la mia fedeltà,che può crollare nel momento del pericolo come quella di Pietro.
Gesù è con i suoi amici, ed in mezzo a loro c'è quello che lo tradirà; una grande tristezza lo assale, mentre lo comunica agli altri.
Vicino a Lui c'era Giovanni, che qui non è chiamato per nome, ma viene definito il discepolo che Gesù amava, ed è tanto evidente questo che, persino Pietro, che aveva comunque già nei tratti caratteriali il carisma del capo, si rivolge a lui per far chiedere a Gesù il nome del traditore.
E Gesù illumina il suo discepolo, lo illumina con un gesto che mi fa pensare, che niente accade per caso tra noi e Dio." Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui." all'inizio non capivo che cosa volesse dire l'evangelista con questa frase,come mai è il pezzo di pane, intinto nel piatto stesso di Gesù, che produce per Giuda la condanna.c'è un'altra frse che mi balza davanti agli occhi, ed è una frase di Paolo : " Chiunque mangerà il pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore (1 Cor 11, 27)."Paolo che provò la grazia del Signore nella debolezza del peccato, ci dice infatti anche :" Ora, Satana entrò in Giuda chiamato Iscariota, ch'era del numero dei dodici, ed egli andò a trattare con i gran sacerdoti (Lc 22, 3-4)."Quindi il proposito di tradire Gesù era già in Giuda, e si è accostato alla mensa del Signore già con l'intento di tradirlo, già disprezzando quella grazia che il Signore gli faceva, spezzando il pane anche con lui.Qui il discorso diventa veramente ampio, quando ci accostiamo alla comunione in peccato, non stiamo sfidando il sacerdote o facendo fesso Dio, ma stiamo mangiando anche noi la nostra condanna, meglio che ne prendiamo atto, prima di metterci nelle mani di satana. Uscito Giuda, Gesù resta con i suoi amici, che pur nelle loro imperfezioni, gli restano fedeli, ed a loro annuncia la sua partenza. Non gli dice apertamente che sarà ucciso, ne' come questo avverrà, ma gli dice che sarà glorificato, per la gloria di Dio.
Anche Pietro, che crede di essere in una posizione di sicurezza per quanto riguarda la lealtà a Gesù, sembra disposto ad accettare ogni prova pur di poterlo seguire, ma Gesù , che è verità, che sa ogni cosa perchè è Dio, lo ammonisce con dolcezza, come per dire, non essere sicuro di te, perchè anche tu nella prova, se resterai da solo e smarrito, potrai cadere, non contare sulle tue forze e sulle tue buone intenzioni. In questo ultimo atteggiamento di Gesù, c'è molto di più di quello che sembra così, a prima vista; devo confessarvi che a questa frase di Gesù, è legata la mia conversione. Vi rubo ancora un attimo per raccontarvi che in un periodo particolare della mia vita, quando ormai stavo per cedere all'insistente richiamo del Signore, avevo però una forte remora a recarmi da un confessore, non mi sembrava giusto che un sacerdote, che sicuramente non era perfetto, potesse giustificare i miei peccati agli occhi di Dio.
Era il giorno di san Pietro e Paolo, nel santuario del Divino Amore di Roma,quando capii che se Gesù aveva giustificato la debolezza di Pietro, io non potevo oppormi ancora al suo volere.... da quella confessione alla caduta di cavallo come san Paolo, è stato tutt'uno.
Per questo io mi rivolgo a voi che ancora non riuscite a trovare la forza di mettervi davanti ad un confessore... non indugiate ancora, nell'uomo imperfetto che vi accoglierà, troverete lo Spirito di perfezione di Gesù stesso.
È a Lui che chiederete perdono, non fate passare questa Pasqua senza confessarvi e comunicarvi, la strada è ancora lunga e dura, e se al canto del gallo non vogliamo tradire il Signore, dobbiamo nutrirci del suo corpo e del suo sangue, perchè è in lui che troviamo la forza di respingere il male esterno e di combattere quello che ci portiamo dentro.
(Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito Santo,amico mio,fammi capire che cosa vuole Gesù dirmi con queste parole,fammi sentire che tutto illumini,alla luce dell'amore che Lui nutre per me,non certo per i miei meriti o la mia fedeltà,che può crollare nel momento del pericolo come quella di Pietro.
Gesù è con i suoi amici, ed in mezzo a loro c'è quello che lo tradirà; una grande tristezza lo assale, mentre lo comunica agli altri.
Vicino a Lui c'era Giovanni, che qui non è chiamato per nome, ma viene definito il discepolo che Gesù amava, ed è tanto evidente questo che, persino Pietro, che aveva comunque già nei tratti caratteriali il carisma del capo, si rivolge a lui per far chiedere a Gesù il nome del traditore.
E Gesù illumina il suo discepolo, lo illumina con un gesto che mi fa pensare, che niente accade per caso tra noi e Dio." Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui." all'inizio non capivo che cosa volesse dire l'evangelista con questa frase,come mai è il pezzo di pane, intinto nel piatto stesso di Gesù, che produce per Giuda la condanna.c'è un'altra frse che mi balza davanti agli occhi, ed è una frase di Paolo : " Chiunque mangerà il pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore (1 Cor 11, 27)."Paolo che provò la grazia del Signore nella debolezza del peccato, ci dice infatti anche :" Ora, Satana entrò in Giuda chiamato Iscariota, ch'era del numero dei dodici, ed egli andò a trattare con i gran sacerdoti (Lc 22, 3-4)."Quindi il proposito di tradire Gesù era già in Giuda, e si è accostato alla mensa del Signore già con l'intento di tradirlo, già disprezzando quella grazia che il Signore gli faceva, spezzando il pane anche con lui.Qui il discorso diventa veramente ampio, quando ci accostiamo alla comunione in peccato, non stiamo sfidando il sacerdote o facendo fesso Dio, ma stiamo mangiando anche noi la nostra condanna, meglio che ne prendiamo atto, prima di metterci nelle mani di satana. Uscito Giuda, Gesù resta con i suoi amici, che pur nelle loro imperfezioni, gli restano fedeli, ed a loro annuncia la sua partenza. Non gli dice apertamente che sarà ucciso, ne' come questo avverrà, ma gli dice che sarà glorificato, per la gloria di Dio.
Anche Pietro, che crede di essere in una posizione di sicurezza per quanto riguarda la lealtà a Gesù, sembra disposto ad accettare ogni prova pur di poterlo seguire, ma Gesù , che è verità, che sa ogni cosa perchè è Dio, lo ammonisce con dolcezza, come per dire, non essere sicuro di te, perchè anche tu nella prova, se resterai da solo e smarrito, potrai cadere, non contare sulle tue forze e sulle tue buone intenzioni. In questo ultimo atteggiamento di Gesù, c'è molto di più di quello che sembra così, a prima vista; devo confessarvi che a questa frase di Gesù, è legata la mia conversione. Vi rubo ancora un attimo per raccontarvi che in un periodo particolare della mia vita, quando ormai stavo per cedere all'insistente richiamo del Signore, avevo però una forte remora a recarmi da un confessore, non mi sembrava giusto che un sacerdote, che sicuramente non era perfetto, potesse giustificare i miei peccati agli occhi di Dio.
Era il giorno di san Pietro e Paolo, nel santuario del Divino Amore di Roma,quando capii che se Gesù aveva giustificato la debolezza di Pietro, io non potevo oppormi ancora al suo volere.... da quella confessione alla caduta di cavallo come san Paolo, è stato tutt'uno.
Per questo io mi rivolgo a voi che ancora non riuscite a trovare la forza di mettervi davanti ad un confessore... non indugiate ancora, nell'uomo imperfetto che vi accoglierà, troverete lo Spirito di perfezione di Gesù stesso.
È a Lui che chiederete perdono, non fate passare questa Pasqua senza confessarvi e comunicarvi, la strada è ancora lunga e dura, e se al canto del gallo non vogliamo tradire il Signore, dobbiamo nutrirci del suo corpo e del suo sangue, perchè è in lui che troviamo la forza di respingere il male esterno e di combattere quello che ci portiamo dentro.
domenica 13 aprile 2014
(Gv 12,1-11) Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
VANGELO
(Gv 12,1-11) Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, vieni nel mio cuore, porta la conoscenza dell'amore di Dio per noi, porta la sapienza di quello che Gesù mi vuole dire, ed io sarò qui, disponibile all'ascolto, perché solo la tua voce voglio seguire.
L'immagine che ci si presenta davanti agli occhi, se imparate a vederla con gli occhi dello Spirito, è di immensa dolcezza. Gesù è con i suoi amici, nella casa di Lazzaro, che aveva resuscitato dai morti. Quale devozione provavano le sorelle di quest'ultimo per quello che aveva fatto. Mi piace notare che già solo in queste poche righe troviamo uno di noi, chi sarò io? Lazzaro, amico di Gesù, che per la mia amicizia con lui sono tornato a vivere? Che per essergli fedele sono andato oltre la morte? Che ho atteso che mi venisse a risvegliare dai morti? Oppure sono Marta, che serve il Signore e i suoi amici con devozione e rispetto? Che grata a Lui della resurrezione di Lazzaro, senza il minimo dubbio, vede quello che c'è da fare e lo fa? Oppure sono Maria, la dolce piccola Maria, che si mette ai suoi piedi e lo unge con balsamo profumato? La dolcissima Maria che incurante di chi la guarda è lì in adorazione e lo accarezza con le sue mani e i suoi capelli come raccolta in preghiera? La semplice Maria che non si preoccupa di servire con sua sorella per compiere il suo dovere nella vita, ma preferisce un momento d’adorazione e d’intimità con Gesù? Poi vediamo intorno a loro altri personaggi che compongono il quadro che abbiamo davanti agli occhi, troviamo i discepoli, e tra loro, anche Giuda. Notate, infatti, come l'evangelista mette in risalto la sua figura. Giuda teneva la cassa, e si arrogava il diritto di gestire tutti i soldi di chi offriva qualcosa per Gesù, con la scusa di utilizzarlo per i poveri. Ma Giuda non serviva Gesù, serviva la sua avidità, il potere che il denaro gli dava, l'autorità di gestire a suo piacimento i cordoni della borsa, ed era così avido e meschino in cuor suo, che forse meditava già di tradire Gesù per intascarne la taglia.
Il gesto di Maria lo irrita,quanti soldi sprecati in profumi per Gesù,soldi che lui sente sottratti alle sue mani,e per avidità è irritato,ma si nasconde dietro ad una forma di riverenza per i poveri.Questo gesto di Maria, che Gesù difende, e lo fa sentire inferiore, perché lui non amava Gesù, e questa sua inferiorità lo spinge ad allontanarsi da lui, a volerlo far sparire dalla sua vista.
Lo stesso pensiero dei Giudei che non lo riconoscevano come Figlio di Dio e come Dio, e che volevano uccidere sia lui sia Lazzaro, per eliminare le prove della loro esistenza. Intorno a Gesù c'era la prima chiesa e c'erano i suoi oppositori, c'era chi serviva fedelmente, con umiltà e fiducia, chi cercava un rapporto intimo con Lui, come chi prega e vive in adorazione di Gesù, e chi anche tra i suoi discepoli, pensa solo al denaro e lo tradisce, favorendo così i nemici di Gesù, quello che lo odiano e lo vogliono morto, via, lontano dal loro cuore. Io chi sono Gesù? Aiutami con i carismi che tu dai a chi ti cerca con tutto il cuore, a servirti come te mi vuoi, e non permettere mai che mi unisca a chi per un motivo o per l'altro, cerca di allontanarti dalla sua vita. Questa quaresima sta per terminare, fratelli non permettiamo che passi senza lasciare nei nostri cuori un segno profondo, un solco dove Gesù possa seminare amore e raccogliere abbondanti frutti; non permettiamo che finita la Pasqua celebrativa, la porta del nostro cuore si richiuda e dimentichiamo tutto quello che Gesù ha fatto per noi, quanto e come ci ha amato.
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Corrispondenza nel “Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta(Gv 12,1-11)
https://www.facebook.com/notes/lella-mingardi/corrispondenza-nel-evangelo-come-mi-%C3%A8-stato-rivelato-di-maria-valtortagv-121-11/10151578294311419
(Gv 12,1-11) Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, vieni nel mio cuore, porta la conoscenza dell'amore di Dio per noi, porta la sapienza di quello che Gesù mi vuole dire, ed io sarò qui, disponibile all'ascolto, perché solo la tua voce voglio seguire.
L'immagine che ci si presenta davanti agli occhi, se imparate a vederla con gli occhi dello Spirito, è di immensa dolcezza. Gesù è con i suoi amici, nella casa di Lazzaro, che aveva resuscitato dai morti. Quale devozione provavano le sorelle di quest'ultimo per quello che aveva fatto. Mi piace notare che già solo in queste poche righe troviamo uno di noi, chi sarò io? Lazzaro, amico di Gesù, che per la mia amicizia con lui sono tornato a vivere? Che per essergli fedele sono andato oltre la morte? Che ho atteso che mi venisse a risvegliare dai morti? Oppure sono Marta, che serve il Signore e i suoi amici con devozione e rispetto? Che grata a Lui della resurrezione di Lazzaro, senza il minimo dubbio, vede quello che c'è da fare e lo fa? Oppure sono Maria, la dolce piccola Maria, che si mette ai suoi piedi e lo unge con balsamo profumato? La dolcissima Maria che incurante di chi la guarda è lì in adorazione e lo accarezza con le sue mani e i suoi capelli come raccolta in preghiera? La semplice Maria che non si preoccupa di servire con sua sorella per compiere il suo dovere nella vita, ma preferisce un momento d’adorazione e d’intimità con Gesù? Poi vediamo intorno a loro altri personaggi che compongono il quadro che abbiamo davanti agli occhi, troviamo i discepoli, e tra loro, anche Giuda. Notate, infatti, come l'evangelista mette in risalto la sua figura. Giuda teneva la cassa, e si arrogava il diritto di gestire tutti i soldi di chi offriva qualcosa per Gesù, con la scusa di utilizzarlo per i poveri. Ma Giuda non serviva Gesù, serviva la sua avidità, il potere che il denaro gli dava, l'autorità di gestire a suo piacimento i cordoni della borsa, ed era così avido e meschino in cuor suo, che forse meditava già di tradire Gesù per intascarne la taglia.
Il gesto di Maria lo irrita,quanti soldi sprecati in profumi per Gesù,soldi che lui sente sottratti alle sue mani,e per avidità è irritato,ma si nasconde dietro ad una forma di riverenza per i poveri.Questo gesto di Maria, che Gesù difende, e lo fa sentire inferiore, perché lui non amava Gesù, e questa sua inferiorità lo spinge ad allontanarsi da lui, a volerlo far sparire dalla sua vista.
Lo stesso pensiero dei Giudei che non lo riconoscevano come Figlio di Dio e come Dio, e che volevano uccidere sia lui sia Lazzaro, per eliminare le prove della loro esistenza. Intorno a Gesù c'era la prima chiesa e c'erano i suoi oppositori, c'era chi serviva fedelmente, con umiltà e fiducia, chi cercava un rapporto intimo con Lui, come chi prega e vive in adorazione di Gesù, e chi anche tra i suoi discepoli, pensa solo al denaro e lo tradisce, favorendo così i nemici di Gesù, quello che lo odiano e lo vogliono morto, via, lontano dal loro cuore. Io chi sono Gesù? Aiutami con i carismi che tu dai a chi ti cerca con tutto il cuore, a servirti come te mi vuoi, e non permettere mai che mi unisca a chi per un motivo o per l'altro, cerca di allontanarti dalla sua vita. Questa quaresima sta per terminare, fratelli non permettiamo che passi senza lasciare nei nostri cuori un segno profondo, un solco dove Gesù possa seminare amore e raccogliere abbondanti frutti; non permettiamo che finita la Pasqua celebrativa, la porta del nostro cuore si richiuda e dimentichiamo tutto quello che Gesù ha fatto per noi, quanto e come ci ha amato.
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Corrispondenza nel “Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta(Gv 12,1-11)
https://www.facebook.com/notes/lella-mingardi/corrispondenza-nel-evangelo-come-mi-%C3%A8-stato-rivelato-di-maria-valtortagv-121-11/10151578294311419
sabato 12 aprile 2014
(Mt 21,1-11) Benedetto colui che viene nel nome del Signore. (DOMENICA DELLE PALME)
VANGELO
(Mt 21,1-11) Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Parola del Signore.
(Mt 26,14- 27,66) La passione del Signore.
+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
- Quanto volete darmi perché io ve lo consegni? In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
- Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua? Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
- Uno di voi mi tradirà Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
- Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
- Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
- Cominciò a provare tristezza e angoscia Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
- Misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
- Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».
- Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
- Consegnarono Gesù al governatore Pilato Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».
- Sei tu il re dei Giudei? Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
- Salve, re dei Giudei! Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce! Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
- Elì, Elì, lemà sabactàni? A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
- Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo depose nel suo sepolcro nuovoVenuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
- Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell ’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Parola del Signore.
+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
- Quanto volete darmi perché io ve lo consegni? In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
- Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua? Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
- Uno di voi mi tradirà Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
- Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
- Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
- Cominciò a provare tristezza e angoscia Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
- Misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
- Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».
- Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
- Consegnarono Gesù al governatore Pilato Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».
- Sei tu il re dei Giudei? Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
- Salve, re dei Giudei! Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce! Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
- Elì, Elì, lemà sabactàni? A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
- Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo depose nel suo sepolcro nuovoVenuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
- Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell ’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, ed io mi metterò al tuo ascolto, vieni ed io farò tutto quello che mi dici da fare; vieni nel mio cuore, ed io diventerò amore.
Noi uomini siamo molto strani, ci esaltiamo facilmente e altrettanto facilmente ci smontiamo e molliamo tutto.
Siamo abituati a non dare più peso a niente e lo facciamo veramente con tutto.
Lo facciamo con i giochi di bimbi, con gli interessi, quasi tutti momentanei, con gli studi, con il matrimonio, con i figli e con Dio.
Tutto è transitorio nella nostra vita, ma viviamo come fossimo eterni. Noi esaltati all' ingresso di Gesù nella nostra vita, siamo gli stessi che vorremmo solo gioie dalla sua venuta, vorremmo che ci ripagasse sulla terra della nostra fedeltà, e quando capiamo che per seguirlo dobbiamo lottare controcorrente, che dobbiamo abbracciare la croce, siamo subito pronti a rinnegarlo. La croce è stata ed è ancora oggi il più grande atto d ' amore di Gesù e dei suoi discepoli, di quanti hanno accettato la loro infermità con amore come anime consacrate per la salvezza di molti, seguendo Gesù che è stato innalzato per la salvezza d tutti.
Accogliamo Gesù, umile tra gli umili, e seguiamolo fino alla croce ed oltre, là dove con la sua resurrezzione, ha sconfitto la morte, anche la nostra!
La Passione di Gesù,vista dal mio cuore. Abbracciami Gesù!.
Mi è stato chiesto di parlare della Tua Passione Gesù...
Già alla parola "PASSIONE" ho avuto un sobbalzo.
Tutto quello che noi raffiguriamo con questa parola, come esseri umani, è qualcosa che ci fa pensare ad un sentimento forte, irrefrenabile, intenso, più di ogni ragionamento che ci potrebbe distogliere. Questo è il Tuo amore Gesù, il tuo modo meraviglioso, senza riserve, senza limiti, di amarci.
Per noi hai sacrificato la vita e non solo perché sei morto per noi, ma anche perché l'hai spesa per noi.
In ogni tuo passo, nell' andare da un posto all'altro, nello sfidare tutte le forze della natura, Tu ti sei rivelato per quello che sei, ed io ti sento in tutta la tua potenza, nella tua incommensurabile sapienza umana, forza e potenza. Amare chi ci ama a volte non è neanche facile, altrimenti non ci sarebbero tanti amori non corrisposti sulla terra, ma Tu vuoi di più, Tu fai di più ed io ti voglio seguire per questa strada, perché solo seguendoti potrò vivere passo passo con te. La tua via della croce, non è solo una strada ai cui margini dobbiamo metterci per guardare Te che soffri, ma dobbiamo capire che noi siamo quella croce. I suoi legni allargati ad abbracciare questi fratelli confusi e lontani, quei legni che sembrano poi innalzarsi verso il cielo, come il tuo sguardo in preghiera rivolto a Dio. Amore infinito, vittima dell' amore che non è corrisposto, lacrime e sangue versati per noi, questo è il tuo calvario. Uomini che governano il mondo, attaccati al potere e alla gloria terrena ti condannarono 2000 anni fa e ti condannano oggi a restare in silenzio, in favore della libertà di idee e religione; uomini che urlano e gridano vogliono Barabba libero al tuo posto, quel Barabba che si chiama divertimento, lusso, profanazione, cattiveria, egoismo, prevaricazione ... Sì, Barabba al tuo posto Angelo Santo, mentre si ubriacano per festeggiare la morte della loro anima!
Parlare della tua passione, vuol dire essere con Te, e soffrire con Te per noi uomini, ma soprattutto vuol dire accettare di soffrire anche per chi ci odia, perché Tu li ami. Noi non siamo capaci di tanto AMORE, ma l' unico modo per ripagarti di tutte le sofferenze che ti causiamo, è quello di condividere con te il desiderio di salvezza del mondo. Quella croce che tu allarghi su di noi... io voglio abbracciarla con Te, voglio aiutarti Gesù, anche a portare una sola scheggia, ma fa che sia sempre fissa nella mia carne, per ricordarmi che io sono una peccatrice e che quella croce la porti anche per me.Voglio salire con te sul Calvario e alzare gli occhi al Padre, voglio chiedere perdono per essere perdonata e salvata; allora sì che quella croce darà un senso anche alla mia vita. Saranno le tue braccia e sollevarmi con te verso il regno che Dio ha preparato per noi.Potevo dire tanto di più sulla tua passione, sulla Pasqua, sul passaggio dalla schiavitù alla salvezza, ma se non passo dall'amore della croce, sono solo parole!!!!!!!! Vorrei amarti come Tu mi ami Gesù, ma so che ti accontenti di questo mio misero amore, per questo consacro a Te la mia vita, come Tu hai consacrato (dedicato) la Tua per me.
venerdì 11 aprile 2014
ADORAZIONE
Lo so Signore che non t'importa come è addobbato il tuo altare!
Oggi vengo a te con il mio altare spoglio di ogni ornamento.
Non sono pronta a sventolare palme mio Dio, non lo voglio fare più, non voglio osannarti e poi tradirti.
Non voglio celebrare messe senza cuore.
Io vorrei offrirti il mio cuore per altare .
Signore, vorrei che fosse la tua culla e la tua tomba,vorrei che lo riempissi di tutta la tua sofferenza e la lasciassi lì,e te ne liberassi almeno per un attimo.
Noi cerchiamo sempre di non soffrire,evitiamo di pagare i nostri errori con pietose bugie che raccontiamo a noi stessi e ti facciamo piangere per la nostra miserabile anima.
Noi siamo stati creati con tutto l'amore del mondo,ma cerchiamo continuamente di parlarti di noi e dei nostri problemi,come se tu non li conoscessi tutti.
Io sono davanti a Te Dio Amore,io con il mio nulla eterno,che non riesce a darti niente e che si vanta e gonfia d'orgoglio solo per il dono di questa fede scarna,che non so nemmeno coltivare, e ti imploro :Venga il tuo regno!
Porto con me tutte le persone malate,che soffrono, fa che possano serenamente abbracciare la loro croce.Sia fatta la tua volontà!
E a me ,piccolo essere inutile,concedi il tuo perdono,per tutte le colpe commesse ,e specialmente per quelle che non riesco a non commettere,e che mi fanno e ti fanno tanto male.
Oggi vengo a te con il mio altare spoglio di ogni ornamento.
Non sono pronta a sventolare palme mio Dio, non lo voglio fare più, non voglio osannarti e poi tradirti.
Non voglio celebrare messe senza cuore.
Io vorrei offrirti il mio cuore per altare .
Signore, vorrei che fosse la tua culla e la tua tomba,vorrei che lo riempissi di tutta la tua sofferenza e la lasciassi lì,e te ne liberassi almeno per un attimo.
Noi cerchiamo sempre di non soffrire,evitiamo di pagare i nostri errori con pietose bugie che raccontiamo a noi stessi e ti facciamo piangere per la nostra miserabile anima.
Noi siamo stati creati con tutto l'amore del mondo,ma cerchiamo continuamente di parlarti di noi e dei nostri problemi,come se tu non li conoscessi tutti.
Io sono davanti a Te Dio Amore,io con il mio nulla eterno,che non riesce a darti niente e che si vanta e gonfia d'orgoglio solo per il dono di questa fede scarna,che non so nemmeno coltivare, e ti imploro :Venga il tuo regno!
Porto con me tutte le persone malate,che soffrono, fa che possano serenamente abbracciare la loro croce.Sia fatta la tua volontà!
E a me ,piccolo essere inutile,concedi il tuo perdono,per tutte le colpe commesse ,e specialmente per quelle che non riesco a non commettere,e che mi fanno e ti fanno tanto male.
(Gv 11,45-56) Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
VANGELO
(Gv 11,45-56) Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 11,45-56) Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Lo Spirito del Signore sia su di me, perchè mi ha consacrato nel santo battesimo. Corpo di Cristo, salvami, Sangue di Cristo lavami da tutte le impurità del mio corpo e fa che io sia tuo strumento, tua luce, che sappia dove andare e illumini la via di chi mi vuol seguire, di chi Tu chiamerai a seguirmi. Amen.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Lo Spirito del Signore sia su di me, perchè mi ha consacrato nel santo battesimo. Corpo di Cristo, salvami, Sangue di Cristo lavami da tutte le impurità del mio corpo e fa che io sia tuo strumento, tua luce, che sappia dove andare e illumini la via di chi mi vuol seguire, di chi Tu chiamerai a seguirmi. Amen.
Che strazio questo Gesù! Ma chi è? Perchè viene a interrompere i nostri bei giochi di potere e prestigio? Come possiamo eliminarlo perchè non faccia più danni di quelli che ha già fatto?
Molto probabilmente è questo il pensiero dei farisei e dei giudei che si riunirono quel giorno.
Loro si erano sistemati a fatica nella condivisone del potere con i romani e questo uomo veniva a scombinare i piani.
Dio fino ad allora non li aveva infastiditi? Lasciava a loro gestire la parola, la legge di Mosè era in mano loro, ed adesso quest' uomo, che aveva poteri incredibili, attirava le folle a se e metteva in discussione la loro fede ed i loro atteggiamenti.
Aveva osato chiamarli sepolcri imbiancati; no, basta! Quest' uomo doveva morire!!!!!
Quante volte la nostra coscienza si è ribellata alla parola di Dio, all' annuncio dell' Amore; quante volte tutto quello che abbiamo faticosamente conquistato in questa terra si è messo tra noi e Dio? Sembra incredibile come la parola di allora sia attuale e anche troppo, nei giorni nostri e qualcuno pensava che la Bibbia sia solo un libro vecchio di 2000 anni senza senso oggi.
Gesù è verità, quando disse che le cose della terra passeranno, ma la sua parola non passerà, sapeva perfettamente quello che diceva, siamo stolti noi, che non facciamo nulla per capire con quanto amore, lui ci parla ancora oggi.
La sua è quasi un' implorazione, non un rimprovero. Lui aspetta che noi vediamo quanto ci ama, perchè ci cerca, perchè compie miracoli, perchè vince la morte e ancor di più, cosa è disposto a fare per noi!
Tutto è scritto, e Lui accetta il volere del Padre, costi quel che costi, soffre sia nel corpo che nello spirito per noi; nessuna angoscia gli viene risparmiata, ma lo fa e va avanti fino alla fine, per dimostrarci fino a che punto Dio ci ama.
Tutta la sua venuta sulla terra è un grido di disperazione, convertitevi e credete al Vangelo! Convertitevi e vivete il Vangelo. Non pensate alla vostra vita agiata, al potere al successo, al denaro, agli idoli del momento, ma raccoglietevi in preghiera e ascoltate la voce del Signore: AMATEVI L' UN L'ALTRO COME IO HO AMATO VOI!
Quando ho cominciato a scrivere questa riflessione, non sapevo dove lo Spirito mi avrebbe portato; ora che sono a questa frase, mi rendo conto che sono,ancora una volta, davanti all' amore misericordioso di Dio che è per me è la risposta ad una chiamata ricevuta. Per riflettere la luce del Signore, bisogna viverla, nella preghiera e nelle opere e far uscire da noi stessi quelli che sono i nostri interessi terreni, i nostri dei.
Sentirsi vicini a Dio non vuol dire rinunciare a tutto, ma neanche non dover rinunciare a nulla, perchè noi viviamo in questo mondo ma dobbiamo usare la nostra vita per uno scopo molto più alto di quello che facciamo siamo chiamati alla santità. Io non intendo dire di vivere fuori dal mondo, ma nella nostra giornata giornata far sempre posto al Signore.
A volte testimoniare la propria fede è faticoso, è difficile, perchè chi non ti da della bigotta,ti da dell' invasata, e mi verrebbe voglia di mollare, di non sollecitare gli altri perchè si sveglino, è umanamente il mio pensiero ogni tanto, anche scrivere questa pagina oggi è stato doloroso, è molto più comoda una fede silenziosa ,che non si espone.
Ma come tacere quanto Dio ci ama? Svegliamoci, non facciamo che muoia dentro di noi, non andiamo da nessuna parte senza di Lui. Eccomi, Signore io vengo a te, con i miei difetti, con le mie paure, le mie angosce le mie lacrime e i miei sorrisi ... tutto quello che ho ti appartiene, usami, ed io non avrò' vissuto inutilmente in questo mondo. Provate a ripeterlo con me: eccomi Gesù, io mi consacro a te!
Molto probabilmente è questo il pensiero dei farisei e dei giudei che si riunirono quel giorno.
Loro si erano sistemati a fatica nella condivisone del potere con i romani e questo uomo veniva a scombinare i piani.
Dio fino ad allora non li aveva infastiditi? Lasciava a loro gestire la parola, la legge di Mosè era in mano loro, ed adesso quest' uomo, che aveva poteri incredibili, attirava le folle a se e metteva in discussione la loro fede ed i loro atteggiamenti.
Aveva osato chiamarli sepolcri imbiancati; no, basta! Quest' uomo doveva morire!!!!!
Quante volte la nostra coscienza si è ribellata alla parola di Dio, all' annuncio dell' Amore; quante volte tutto quello che abbiamo faticosamente conquistato in questa terra si è messo tra noi e Dio? Sembra incredibile come la parola di allora sia attuale e anche troppo, nei giorni nostri e qualcuno pensava che la Bibbia sia solo un libro vecchio di 2000 anni senza senso oggi.
Gesù è verità, quando disse che le cose della terra passeranno, ma la sua parola non passerà, sapeva perfettamente quello che diceva, siamo stolti noi, che non facciamo nulla per capire con quanto amore, lui ci parla ancora oggi.
La sua è quasi un' implorazione, non un rimprovero. Lui aspetta che noi vediamo quanto ci ama, perchè ci cerca, perchè compie miracoli, perchè vince la morte e ancor di più, cosa è disposto a fare per noi!
Tutto è scritto, e Lui accetta il volere del Padre, costi quel che costi, soffre sia nel corpo che nello spirito per noi; nessuna angoscia gli viene risparmiata, ma lo fa e va avanti fino alla fine, per dimostrarci fino a che punto Dio ci ama.
Tutta la sua venuta sulla terra è un grido di disperazione, convertitevi e credete al Vangelo! Convertitevi e vivete il Vangelo. Non pensate alla vostra vita agiata, al potere al successo, al denaro, agli idoli del momento, ma raccoglietevi in preghiera e ascoltate la voce del Signore: AMATEVI L' UN L'ALTRO COME IO HO AMATO VOI!
Quando ho cominciato a scrivere questa riflessione, non sapevo dove lo Spirito mi avrebbe portato; ora che sono a questa frase, mi rendo conto che sono,ancora una volta, davanti all' amore misericordioso di Dio che è per me è la risposta ad una chiamata ricevuta. Per riflettere la luce del Signore, bisogna viverla, nella preghiera e nelle opere e far uscire da noi stessi quelli che sono i nostri interessi terreni, i nostri dei.
Sentirsi vicini a Dio non vuol dire rinunciare a tutto, ma neanche non dover rinunciare a nulla, perchè noi viviamo in questo mondo ma dobbiamo usare la nostra vita per uno scopo molto più alto di quello che facciamo siamo chiamati alla santità. Io non intendo dire di vivere fuori dal mondo, ma nella nostra giornata giornata far sempre posto al Signore.
A volte testimoniare la propria fede è faticoso, è difficile, perchè chi non ti da della bigotta,ti da dell' invasata, e mi verrebbe voglia di mollare, di non sollecitare gli altri perchè si sveglino, è umanamente il mio pensiero ogni tanto, anche scrivere questa pagina oggi è stato doloroso, è molto più comoda una fede silenziosa ,che non si espone.
Ma come tacere quanto Dio ci ama? Svegliamoci, non facciamo che muoia dentro di noi, non andiamo da nessuna parte senza di Lui. Eccomi, Signore io vengo a te, con i miei difetti, con le mie paure, le mie angosce le mie lacrime e i miei sorrisi ... tutto quello che ho ti appartiene, usami, ed io non avrò' vissuto inutilmente in questo mondo. Provate a ripeterlo con me: eccomi Gesù, io mi consacro a te!
giovedì 10 aprile 2014
(Gv 10,31-42) Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
VANGELO
(Gv 10,31-42) Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore ti prego di starmi vicino col tuo Santo Spirito,di illuminare la mia mente ed il mio cuore e di guidare i miei passi .
Ogni cosa intorno a Gesù si fa sempre più chiara, anche l'ostinazione verso di lui, comincia ad assumere nuovi contorni. Mentre loro, i farisei, cercano falsi pretesti per farlo incriminare e per farlo uccidere, lui parla con parole di verità, citando la sacra scrittura, e facendo vedere come le sue parole, le parole di Dio e le opere che Lui compie, siano strettamente legate.
Questo è per noi un segnale inconfutabile, anche la nostra vita, da figli di Dio, come quella di Gesù, non può essere altro che un'adesione alla sua parola. Non basta infatti sapere le scritture, come bravi alunni che hanno studiato, le conosce anche il diavolo, ricordiamo infatti che tenta anche Gesù appropriandosi di esse.
Per farci riconoscere come Cristiani, per riflettere la luce che emana dalla parola di Dio, la nostra adesione deve essere totale e sincera.
Non è un lavoro semplice, e non dipende solo da noi, ma da quanto riusciamo ad aderire al progetto di Dio, ed in base a questo, Lui farà il resto, e ci cucirà addosso grazie su grazie.Ci sarà sempre chi cercherà di criticarci, lapidarci con menzogne, invidie e gelosie, e saranno altri uomini come noi, che però non dobbiamo vedere come ostacoli, ma dobbiamo percepire come grazie, perchè affineranno le nostre virtù, con le quali combatteremo le nostre debolezze.
La sfida più bella della nostra fede è accettare con amore e pazienza, le tappe che si presenteranno, vivendo da esseri normali, che cercano di arare, zappare, concimare, seminare e raccogliere quel piccolo pezzo di terra che è la nostra vita, e che il buon Dio ci ha affidato. Non si diventa santi con le parole, ma con i fatti, e questo i farisei non riuscirono a capirlo.
mercoledì 9 aprile 2014
(Gv 8,51-59) Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.
VANGELO
(Gv 8,51-59) Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 8,51-59) Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant ’ anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Signore con il tuo Santo Spirito , a percepire il senso delle tue parole che parlano al mio cuore.
Quello che Gesù fa è un vero e proprio ANNUNCIO:
Chi osserverà la sua parola non morirà in eterno. Quindi lui che è VERITA’ e VITA ci rende partecipi della sua resurrezione.
D’ altronde nelle Sacre Scritture si parla della resurrezione ed io credo alla risurrezione di Gesù in conformità a quanto dicono i testi sacri e la predicazione della Chiesa.
Credo alla risurrezione, ma non è su di lei che appoggia la “mia” fede, la mia fede “interiore”, viva, quella che ripeto a me stessa nella solitudine, in quei momenti nei quali ricerco un punto fermo su cui appoggiarmi per sussistere di fronte alle tempeste del mondo.
Se non credessi nella resurrezione … crederei in Gesù Cristo? Crederei che è il Figlio di Dio inviato sulla terra per salvarci?
Spesso mi viene fatta questa domanda, perchè pensano che molta parte della fede dei Cristiani è basata solo su questo; come se tutto fosse condizionato dal ricevere una ricompensa per il nostro modo di vivere.
Poi gli stessi che mi chiedono questo, affermano che il loro senso della morale non ha bisogno di un Dio con cui confrontarsi.
Io mi chiedo invece: perché io dovrei avere qualcosa in cambio, dovrei decidere in base a delle promesse, per una cosa che è naturale in me.
In tanti cercano di dare delle risposte al perché delle scelte morali che un uomo compie, specialmente i filosofi.
La scelta morale di ogni persona Secondo David Hume è dovuta alle emozioni che guidano il nostro giudizio morale mentre secondo Immanuel Kant la ragione dovrebbe essere la forza trainante. Ancora oggi è diffusa l’ idea che per prendere decisioni corrette sia necessario usare la sola razionalità e abbandonare le emozioni.
Compito irrinunciabile della filosofia, che è laica per statuto, è di smontare i tentativi di definizione di un’ortodossia, poiché questa implica il suo contrario, l'eterodossia, condannata come non conforme alla norma.
Pensando a questo vedo i Giudei lanciare sassi contro Gesù, ma il Suo destino non sfugge a quello che è scritto, si nasconde agli occhi di chi vuole solo attaccarlo e si rivela ai piccoli e agli umili di cuore.
Credere in Cristo non significa metterci a fare ricatti o scambi, tipo “io ti do se su mi dai”, ma è Amare chi ci ha amato al di sopra di tutti i ragionamenti possibili, ed è per questo che se pure non ci fosse nulla dopo la morte, io vorrei comunque vivere amando per essere amata, nel nome di Cristo.
L’amore non è illusione, altrimenti non è amore.
Quando penso a Gesù e alla Madonna, vedo l' immagine onnipresente di quanto questo amore sia costato a Dio, vedo il volto di una madre che tiene tra le braccia il corpo del figlio innocente, morto nel più orrendo dei modi, come l' ultimo dei malfattori e che, senza parole con il cuore stretto dalla tribolazione, non sente neanche più il sangue scorrergli nelle vene.
Tante attese, tante speranze, tanto dolore, tutto potrebbe fermarsi lì, ma l' amore di Dio non ha limiti e continua a chiedere ancora oggi a quella donna e a quell'uomo di continuare ad amarci in quel modo assurdo, oltre ogni limite, oltre ogni ragione umana, oltre la morte.
Se non ci fosse stato il si di Maria e quello di Gesù, se a loro non fosse seguito il si dei Santi Apostoli, di tutte le sante persone che hanno seguito le loro orme, tutte le nostre buone intenzioni e azioni non sarebbero valse nulla.
Gli uomini dotti e i più semplici continuano a cercare una ragione, ma non ci sono ragioni che diano all'amore una spiegazione, perchè il solo comandamento che conta è questo: al cuore non si comanda! Dio non riesce a non amarci...se ce ne rendessimo conto, ci getteremmo tra le sue braccia e gli doneremmo per sempre la nostra vita.
Questo è quello che ci aspetta, questo è quello in cui io credo!
martedì 8 aprile 2014
(Gv 8,31-42) Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
VANGELO
(Gv 8,31-42) Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Parola del Signore
La mia riflessione
preghiera.
Ti prego o Santo Spirito, di assistermi, con il Tuo amore e la Tua sapienza, per farmi comprendere a fondo quello che il Signore vuole dirmi con queste letture. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Mi ha colpito molto la parte iniziale, che ci dice che Gesù parla a quelli che gli hanno creduto, quindi non più a chi lo contesta o lo vuole mettere alla prova per trarlo in inganno, ma proprio a noi che abbiamo creduto che lui è il Figlio ed è Dio. I suoi toni non sono molto morbidi, ma anzi sembra riprenderci, perché ci costringe a guardare veramente dentro di noi. La fede per Gesù, non può essere superficiale, ma va accettata in totalità, con tutte le sue difficoltà, mettendoci continuamente alla prova per capire se la profondità della nostra fede è vera. Essere figli di Abramo, vuol dire avere la stessa fede di Abramo, seguire Dio, amare i suoi insegnamenti, obbedire per amore e fiducia, nonostante la nostra comprensione non arrivi a comprendere i disegni di Dio.
Chi era Abramo? Un capostipite, si, ma un uomo come noi, una persona che prova a fidarsi di un solo Dio, dopo aver creduto a tanti dei, e solo dopo che Dio gli si manifesta e si rivela.
Il Signore disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione; Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Lasciare tutto e fidarsi, proprio come ha fatto Abramo, con tutte le sue e le nostre lacune, con le imperfezioni, con la voglia di lasciare che sia Dio a dirigere i nostri passi.
Ricordiamo quando ad Abramo viene chiesto il figlio Isacco in sacrificio ed egli pur non capendo e morendo di dolore e di angoscia accetta di farlo. Dio però lo ferma ed offre il suo figlio per la salvezza di tutti gli uomini, pensate a quanto amore per noi, se sceglie di offrire se stesso in sacrificio, perché è questo che fa Dio, Gesù stesso lo afferma dicendo: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Questo è un grande atto d’amore da parte di Dio e richiede una piena adesione da parte nostra a Gesù Cristo. Un dono d'amore può essere accettato o rifiutato, ma spesso gli uomini sono molto più ciechi di quanto credono.
I giudei dicevano: non siamo mai stati schiavi di nessuno - Il padre nostro è Abramo - Noi non siamo nati da prostituzione - e poi si definiscono figli di Dio affermando: abbiamo un solo padre: Dio!
Un po' di coerenza ci vuole e anche una grande dose di umiltà, ma chi non si riconosce schiavo del peccato, difficilmente pensa di aver bisogno di essere liberato, ecco perché il rifiuto di Cristo.
lunedì 7 aprile 2014
(Gv 8,21-30) Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.
VANGELO
(Gv 8,21-30) Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito,di illuminare la mia mente verso LA LUCE, perchè io possa camminare tranquillamente al seguito di Gesù.
Quello che Gesù fa ai Farisei, è un discorso molto duro, anche se nell'apparenza pacato e, forse, riesce più utile questo discorso che tanti miracoli che ha compiuto davanti ai loro occhi, tanto che finisce con la frase : < a queste parole molti credettero in lui. >
Che cosa ha suscitato questa decisione? Sicuramente la paura dell' inferno, del fuoco eterno, della perdita definitiva dell' appartenenza a Dio. Gli ebrei riconobbero Mosè come mandato da Dio ed attraverso di lui trovarono la salvezza dall' oppressione degli egiziani, lo seguirono verso la terra promessa, ora dovevano fare il passo successivo, riconoscere in Gesù il figlio di Dio, riconoscere in Gesù Dio, perchè se non riescono a credere in questo, non potranno avere la vita eterna, non potranno essere salvati dai loro peccati.
L'opposizione a Cristo è il rifiuto di Dio, perchè non c' è altra spiegazione alla mancanza di fede, non è solo un non seguire le sue orme e i suoi insegnamenti, ma rifiutarli, ostinatamente, e questo solo per poter gestire da soli la propria vita.
L' uomo da sempre cerca di opporsi all' idea di obbedire a Dio, non riconosce che attraverso l'obbedienza del sommo bene si raggiunge la santità e che la santità non è una condizione di sofferenza,ma di assoluta felicità.
Cosa impedisce di diventare come Gesù? Sono la superbia, l ' egoismo, l ' invidia, e tutti gli altri sentimenti che fanno parte della nostra umanità terrena ai quali non riusciamo a rinunciare e tutto il contrario invece, l' umiltà, l' amore per il prossimo, la carità, fanno di noi delle persone dai sentimenti elevati.
Secondo voi, Dio ci ha creato per essere stolti e litigiosi o per amarci e vivere serenamente? Ancora chiediamoci: qual' è la via della sapienza e della giustizia; la nostra o quella del vangelo?
L' uomo da sempre cerca di opporsi all' idea di obbedire a Dio, non riconosce che attraverso l'obbedienza del sommo bene si raggiunge la santità e che la santità non è una condizione di sofferenza,ma di assoluta felicità.
Cosa impedisce di diventare come Gesù? Sono la superbia, l ' egoismo, l ' invidia, e tutti gli altri sentimenti che fanno parte della nostra umanità terrena ai quali non riusciamo a rinunciare e tutto il contrario invece, l' umiltà, l' amore per il prossimo, la carità, fanno di noi delle persone dai sentimenti elevati.
Secondo voi, Dio ci ha creato per essere stolti e litigiosi o per amarci e vivere serenamente? Ancora chiediamoci: qual' è la via della sapienza e della giustizia; la nostra o quella del vangelo?
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