giovedì 28 novembre 2013

29 Novembre : Novena dell'Immacolata Concezione di Maria

29 Novembre : Novena dell'Immacolata Concezione di Maria



Maria, il più bel dono di Dio all'umanità
La festa liturgica dell'Immacolata Concezione celebrata l'otto Dicembre
 ritualizza l'amore dei cristiani per Maria.
E' Lei che "ha creduto e ha custodito nel suo cuore le parole" di Gesù,
 ed è stata sempre lì, vicino a suo Figlio.
Essa incarna la fedeltà nella fede.
 E' per questo che Maria, dono che Dio fa all'umanità
 non può essere che un dono perfetto, "Immacolata", perché venuto da Dio stesso.
 Infine, il fatto che Maria rivela il suo nome con questo vocabolo,
che giustamente fa l'oggetto d'un dogma, sembra mostrare
quanto essa rispetti il progressivo cammino della Chiesa
nella fede che viene quasi a confermare.

Durante la Novena si consiglia di:



1) Pregare ogni giorno una decina del Rosario, o meglio una parte intera

2) Fare dei canti in onore della B.V. Maria

3) Fare dei fioretti per la gloria di Maria

4) Vivere la Novena come momento di conversione personale o di gruppo

5) Curare il silenzio per la riflessione personale
Per ogni giorno della novena,
 da Giovedì 29 Novembre a Venerdì 7 Dicembre
Giovedì 29 Novembre
Primo Giorno

O Immacolata Concezione, questo dolce nome m’invita ad avere fiducia in Te, mi porta conforto e fortifica la mia Fede. Maria, Madre mia, ho totale fiducia nella Tua potente intercessione presso il Signore e Ti chiedo di aiutarmi a conservare sempre accesa in mezzo al mondo la fiamma della Fede, che ho ricevuto nel Battesimo. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di …
Amen!
Venerdì 30 Novembre
Secondo Giorno

O Immacolata Concezione, Tu più di qualunque altra creatura, conosci le mie debolezze e viltà. O Maria, aiutami a resistere alle tentazioni e Ti prego oggi in modo particolare per tutti quelli che soffrono nello spirito, nel cuore e nel corpo. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di …
Amen!
Sabato 1 Dicembre
 * Terzo Giorno

O Immacolata Concezione, Tu hai voluto, a Lourdes e a Fatima, indicarmi l’importanza e l’efficacia della preghiera e del sacrificio, contribuendo all’opera di salvezza delle anime.
Dammi oggi una sete ardente di preghiera e sacrificio per amore delle anime più bisognose. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … 
 Amen!
Domenica 2 Dicembre
Quarto Giorno

O Immacolata Concezione, Madre mia, prendimi per mano, conducimi a Gesù, per scoprire, ascoltare e comprendere senza deformazione e in tutta purezza, verità e chiarezza, la Parola di salvezza, così come il Tuo Divino Figlio l’ha rivelata. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … 
 Amen!
Lunedì 3 Dicembre
Quinto Giorno

O Immacolata Concezione, Salute degli infermi, che guarisci i malati, prega per loro e intercedi per me. O Madre mia, sai bene che inciampo e molte volte cado. Aiutami ad alzarmi dalle mie cadute e a continuare il mio cammino, confidando nella tua materna sollecitudine. Ti affido oggi specialmente i malati e i disperati. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di …
 Amen!
Martedì 4 Dicembre
Sesto Giorno

O Immacolata Concezione, insegnami a vivere tutti i momenti della mia vita alla presenza di Dio e ad elevare i miei pensieri, il mio cuore e la mia anima al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Ti chiedo specialmente che Tu interceda con il Tuo potere e
con il Tuo amore materno per la Santa Chiesa, per il Santo Padre e per tutti i pastori.
Che tutti siano una cosa sola! Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di …
Amen!
Mercoledì 5 Dicembre
Settimo Giorno

O Immacolata Concezione, Ti chiediamo, oggi, con la semplicità dei bambini che, distaccati dai beni materiali e rassegnati alle sofferenze, camminiamo guidati dalla pratica delle Beatitudini verso il Regno del Cielo. Così, Madre mia, potremo già su questa terra cominciare a conoscere la gioia celeste e cantare, con Te: Magnificat. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … 
 Amen!
Giovedì 6 Dicembre
Ottavo Giorno

O Immacolata Concezione, Consolatrice degli afflitti, guarda le mie sofferenze e i miei dolori. Sii Colei che rimane sempre con me, anche quando i miei occhi si chiuderanno a questa terra ed io mi presenterò al Tuo Divino Figlio. Madre mia, custodiscimi sempre al Tuo fianco e stringimi vicino al Tuo cuore, perché è all’ombra della Croce che sono diventato Tuo Figlio. Vergine Maria, aumenta giorno per giorno il mio amore verso di Te ed il Tuo Divino Figlio. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di …
Amen!
Venerdì 7 Dicembre
 * Nono Giorno

O Immacolata Concezione, Madre mia, nel vuoto e, molte volte, nell’oscurità della mia vita, nell’oscurità del mondo moderno nel quale il male è potente, Ti supplico, portaci speranza e restaura la Nostra fiducia. Intercedi per me presso Tuo Figlio misericordioso, chiedendoGli il Suo perdono per le mie colpe e per quelle di tutta l’umanità. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … 
 Amen!
* Padre nostro, Ave Maria e Gloria *
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!
O Dio, che con l'Immacolata Concezione della Vergine, hai preparato al tuo Figlio una degna dimora e, in previsione della morte di Lui, l'hai preservata da ogni macchia, concedi anche a noi, per Sua intercessione, di giungere fino a Te, in purezza di spirito. Noi Te lo chiediamo per il Nostro Signore Gesù Cristo. Così sia!
 
 

"O Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà,
 mostra il tuo amore verso di noi.
La fiamma del tuo Cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini.
Noi ti amiamo tanto.
Imprimi nei nostri cuori il vero amore
così da avere un continuo desiderio di te.

O Maria, umile e mite di cuore,
ricordati di noi quando siamo nel peccato.
Tu sai che tutti gli uomini peccano.
Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale.
Fa' che sempre possiamo guardare alla bontà del tuo Cuore materno
e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del tuo cuore. Amen".
Benedetta e lodata sia l’Immacolata Vergine Maria
1 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché la Sua Immacolata Concezione fu preconizzata per bocca Angelica.
Ave Maria.
2 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché Ella fu concepita da Parenti avanzati in età, per essere dimostrata da Dio un frutto tutto celeste.
Ave Maria.
 
3 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché nel primo istante di Sua Concezione fu arricchita nell’anima del sublime dono della giustizia originale.
Ave Maria.
4 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché in quel Santissimo Istante le furono infuse da Dio in grado eminente, non solo le tre Virtù Teologali, ma di più i sette doni dello Spirito Santo.
Ave Maria.
5 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché in quel pri­mo istante fu da Dio confermata nella grazia ricevuta.
Ave Maria.
6 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché nel primo Immacolato suo istante fu preservata dal fomite del peccato.
Ave Maria.
 
7 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché in quel mo­mento beato fu tratta ad un’altissima contemplazione di Dio som­mo Bene.
Ave Maria.
8 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché nel primo istante di Sua Concezione amò sì ardentemente Iddio, che Lo elesse per Suo Sposo, dedicandoGli perpetuamente la Sua purità.
Ave Maria.
9 Rallegrati o mio cuore con Maria purissima, ché dal primo istante di Sua Concezione fu custodita l’Anima Sua Santissima da molti Angeli della Gloria.
Gloria.
Ave Maria.
Pregate! Pregate!
Pregate ogni giorno durante la novena dell' Immacolata
le preghiere di consacrazione ai Cuori di Gesù e Maria
 (da un messaggio di Medjugorje del 28 novembre 1983)
Atto di Consacrazione
ai Sacri Cuori di Gesù e Maria
Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra,
mi consacro al tuo Cuore Immacolato
e per le tue mani sante al Sacro Cuore di Gesù.
Con questa consacrazione
Vi affido la mia vita, le mie opere,
tutti i miei atti quotidiani e le ore del mio riposo.
Fate che io viva alla luce della Volontà Divina
preservatemi da ogni male
e volgete ogni bene che farò
in Voi e con Voi
a gloria del Padre.
Amen















  • VOCE DI SAN PIO :

    -"Ah! Che è una grande grazia, mia brava figliola, l’incominciare a servire questo buon Dio mentre che la floridezza dell’età ci rende suscettibili di qualunque impressione! Oh! Come il dono è gradito, quando si offrono i fiori coi primi frutti dell’albero. E quale cosa potrà mai trattenerti dal fare una totale offerta di tutta te stessa al buon Dio col deciderti una buona volta per sempre a dare un calcio al mondo, al demonio ed alla carne, ciò che con tanta risolutezza fecero per noi i nostri padrini al battesimo? Forse che il Signore non merita da te questo sacrificio?" (Epist. III, p. 418)

    SANTI é BEATI :

    San Francesco Antonio Fasani
    Lucera, 6 agosto 1681 - Lucera, 29 novembre 1742
    Nacque da umile famiglia il 6 agosto 1681 a Lucera, antica città della Daunia nelle Puglie. Entrò da giovane tra i Minori conventuali del suo paese natale per poi completare il Noviziato a Monte Sant'Angelo sul Gargano dove emise la professione il 23 agosto 1696. Quindi, nel 1703 fu mandato nel convento di Assisi dove fu ordinato sacerdote l'11 settembre 1705. Passato a Roma, nel collegio di San Bonaventura, tornò ad Assisi fino al 1707 quando rientrò a Lucera. Eletto ministro provinciale fu protagonista di un'intensa attività apostolica percorrendo tutti paesi della Capitanata e località limitrofe. Sempre attento ai bisogni dei poveri e dei sofferenti, devotissimo alla Vergine, fu particolarmente vicino ai carcerati e ai condannati che accompagnava fino al luogo del supplizio. Morì il 29 novembre 1742. Ancora oggi la sua tomba, nella chiesa di San Francesco a Lucera è meta di frequenti pellegrinaggi. Proclamato beato il 15 aprile 1951 da Pio XII è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986. (Avvenire)
    Martirologio Romano: A Lucera in Puglia, san Francesco Antonio Fasani, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che, uomo di raffinata cultura pervaso da un grande amore per la predicazione e la penitenza, si adoperò al tal punto per i poveri e i bisognosi da non esitare mai a privarsi della veste per coprire un mendicante e offrire a tutti il suo cristiano sostegno.

    Nacque a Lucera, antica città della Daunia nelle Puglie, il 6 agosto 1681, da umili e modesti lavoratori, Giuseppe e Isabella Della Monaca. Battezzato con i nomi di Donato Antonio Giovanni, fu chiamato familiarmente Giovanniello.
    Entrò giovinetto nell'Ordine di s. Francesco, tra i Minori Conventuali del convento di Lucera e vi rifulse per innocenza di vita, spirito di penitenza e povertà, ardore serafico e zelo apostolico, sì da sembrare un "s. Francesco redivivo".
    Compiuto il noviziato a Monte S. Angelo sul Gargano ed emessavi la professione il 23 agosto 1696, fu mandato, nel 1703, a completare la sua formazione nel sacro convento di Assisi dove ebbe come direttore spirituale il servo di Dio Giuseppe A. Marcheselli, e fu ordinato sacerdote l'll settembre 1705.
    Passato a Roma nel collegio di S. Bonaventura, vi fu creato maestro in teologia, per cui, in seguito, sarà da tutti chiamato a Lucera "Padre Maestro". Ritornato ad Assisi, vi rimase dedicandosi alla predicazione nelle campagne fino al 1707, quando rientrerà definitivamentc a Lucera.
    Dalla scuola, dal pulpito e dal confessionale esplicò un intenso e fecondo apostolato, percorrendo tutti i paesi della Capitanata e località limitrofe, sì da meritarsi l'appellativo di apostolo della sua terra. "Profondo in filosofia e dotto in teologia", come attesta il ven. Antonio Lucci, suo confratello e vescovo di Bovino, fu dapprima lettore e reggente di studi nel collegio filosofico di Lucera, e poi guardiano del convento e maestro dei novizi, modello ai confratelli di osservanza regolare, per cui fu nominato nel 1721, con speciale Breve di Clemente XI, ministro provinciale della provincia religiosa conventuale di S. Angelo, che in quel tempo si estendeva dalla Capitanata al Molise.
    Scrisse alcune operette predicabili, tra cui un Quaresimale, un Mariale, una esposizione al Pater e al Magnificat, e vari Sermoni, alcuni in lingua latina. Suo principale intendimento nel predicare era quello di "farsi capire da tutti", come nella sua modestia era solito dire, e la sua catechesi, tipicamente francescana, era rivolta di preferenza all'umile popolo verso cui sentivasi particolarmente attratto. Inesauribile fu la sua carità verso i poveri e sofferenti; fra le varie iniziative, promosse la simpatica usanza di raccogliere e distribuire pacchi-dono ai poveri in occasione del S. Natale. Ma il suo zelo e la sua carità sacerdotale rifulsero in modo singolarissimo nell'assistenza ai carcerati e ai condannati che accompagnava personalmente fino al luogo del supplizio per confortarne gli estremi momenti, precorrendo in ciò l'ammirabile esempio di carità di s. Giuseppe Cafasso. Fece restaurare decorosamente il bel tempio di S. Francesco in Lucera, centro per quasi trentacinque anni continui della sua indefessa attività sacerdotale. Fu devotissimo dell'Immacolata Concezione, e alle anime che egli dirigeva era solito inculcare gli atti di ossequio alla Madonna e la meditazione delle sue virtù. Anche oggi è oggetto di particolare venerazione nella chiesa di S. Francesco la bella statua dell'Immacolata, che il beato fece venire da Napoli, ed il popolo canta tuttora la canzone mariana da lui composta.
    Morì a Lucera il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell'immacolata ed il suo corpo è venerato nella chiesa di S.Francesco. Fu beatificato da Pio XII il 15 aprile 1951.

    Autore:
    Gaetano Stano

    (Lc 21,29-33) Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

    VANGELO
     (Lc 21,29-33) Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

    Parola del Signore

    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA

      O Spirito Santo, che distingui il vero dal falso, aiutami a riconoscerlo. Aiutami a capire  gli insegnamenti che mi vuoi dare, non per i miei meriti, ma per Cristo, nostro Signore.  Amen

    Nella fede che Dio ci chiede non ci deve essere disperazione, per questo ci fa notare la pianta del fico che germoglia.Quello che Dio ci invita ad avere è l’ attenzione, la perseveranza, l’ accortezza e la ricerca della verità, per essere vigili. La vigilanza è una delle cose che spesso viene sottolineata come richiesta da Gesù. Ci dice che le sue parole non passeranno, ma che invece il cielo e la terra passeranno; è chiaro che ci invita a seguire i comandamenti e alla luce del suo vangelo ci insegna anche come seguire correttamente il volere di Dio perché si possano adempiere le sua parole: ” Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” ed il regno di Dio sia veramente presente nel nostro cuore.Che cosa significa per me seguire i comandamenti alla luce del suo Vangelo? Questa domanda mi viene spontanea perchè devo essere certa per prima di aver iniziato un cammino di conversione e la risposta che mi sono data è molto semplice: mettere Gesù al centro della mia vita, tenermi strettamente salda alla sua parola, per vivere il più possibile come Lui ha vissuto,sperando nel Suo aiuto per  vedere maturare una fede di cui vedo il germoglio. La parola del vangelo è veramente un libretto di istruzioni da cui prendere spunto per ogni attimo di vita e da come riusciremo a metterlo in pratica capiremo quanto viviamo già sulla terra il regno dei cieli.Se dovessi dire l' immagine che ho davanti agli occhi in questo momento mi viene da pensare ad un operaio che costruisce la sua casa cercando di analizzare prima bene il terreno sulla quale costruirla, per poter poggiare con cura i mattoni, ripartendo bene dalle fondamenta, per evitare che crolli alle prime scosse di vento, tenendo ben presente la parola di Dio come libretto d' istruzioni!

    mercoledì 27 novembre 2013

    VOCE DI SAN PIO :

    -" Tutte le concezioni umane, da qualunque parte vengano, hanno il buono ed il cattivo. Bisogna saper assimilare e prendere tutto il buono e offrirlo a Dio, ed eliminare il cattivo." (AdFP, 552).

    SANTI é BEATI :


    San Giacomo della Marca Religioso e sacerdote
    Monteprandone, Ascoli Piceno, 1394 - Napoli, 28 novembre 1476
    E' nato a Monteprandone (Ascoli Piceno) nel 1394, fu discepolo di san Bernardino da Siena, dal quale ricevette a 22 anni il saio francescano. Come il maestro, anch'egli si diede alla predicazione, in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e in Ungheria dove si recò per ordine del Papa. Oratore ardente, si scagliò soprattutto contro i vizi dell'avarizia e dell'usura. Proprio per combattere quest'ultima, san Giacomo della Marca ideò i Monti di Pietà, dove i poveri potevano impegnare le proprie cose, non più all'esoso tasso preteso dai privati usurai ma ad un interesse minimo. Già debilitato per la vita di penitenza e colpito da coliche fortissime, morì a Napoli, nel 1476. Le sue ultime parole furono: «Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù». (Avvenire)
    Etimologia: Giacomo = che segue Dio, dall'ebraico
    Martirologio Romano: A Napoli, deposizione di san Giacomo della Marca, sacerdote dell’Ordine dei Minori, insigne per la predicazione e per l’austerità di vita.
    Ascolta da RadioVaticana:
      
    Ascolta da RadioRai:
      
    Ascolta da RadioMaria:
      

    " Padre, io vado a predicare a Gubbio - disse Fra Giacomo a Fra Bernardino da Siena. ~ E voi dove andrete? ". " lo me ne andrò nel Regno " rispose il popolarissimo predicatore.
    Fra Giacomo pensava che Bernardino andasse a predicare nel Regno (di Napoli, come allora si diceva), ma il senese intendeva nel Regno dei cieli; pochi giorni dopo, infatti, seppe che il suo grande e amato maestro era partito per un altro Regno. Interruppe la predica e fece recitare a tutti gli astanti un Miserere. Poi disse: " In questo momento cade in terra una grande colonna ". In quel momento, infatti, moriva San Bernardino da Siena.
    Non si può parlare di San Giacomo della Marca senza ricordare il Santo senese che ebbe attorno a sé una corona di portentosi predicatori: San Giovanni da Capestrano, Alberto da Sarteano, Matteo di Girgenti e Giacomo della Marca.
    Giacomo si chiamava della Marca, perché era nato, nel 1394, a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, e, a 22 anni, in Santa Maria degli Angioli, aveva ricevuto il saio francescano proprio da San Bernardino. " 0 buon padre - dirà poi - io mi ricordo quand'ero novizio e tu mi tagliasti con le tue mani la mia prima tunica ".
    Si diede, come il maestro, alla predicazione, con grande successo, non solo in Italia, ma in Bosnia, in Boemia, in Polonia. Stava mangiando, quando gli giunse l'ordine del Papa di partire per l'Ungheria. Si alzò immediatamente, senza neppure finire di bere. L'obbedienza veniva da lui interpretata nella più assoluta e istantanea maniera.
    La sua vita era di estrema penitenza. Faceva sette quaresime durante l'anno, e negli altri giorni il suo cibo era formato da una scodella di fave cotte nell'acqua. Per quanto castissimo, tormentato da tentazioni, si disciplinava durante la notte. Malato, ebbe sei volte l'Estrema Unzione. Eppure resistette fino agli ottanta anni, nella faticosa vita dei predicatore volante.
    I temi della sua predicazione erano quelli stessi di San Bernardino, e nei temi morali, San Giacomo della Marca insisteva su quello dell'avarizia, e più che altro dell'usura.
    L'usura era la piaga di quei tempi, nei quali la mercatura portava alla formazione di ricchezze nelle mani di pochi intraprendenti fortunati. Le classi più povere dovevano ricorrere a prestiti, fatti da usurai, chiamati da San Bernardino " succhiatori del sangue di Cristo ".
    Per combattere l'usura, San Giacomo della Marca ideò i Monti di Pietà, dove i miseri potevano impegnare le proprie cose, non più all'esoso tasso preteso dai privati usurai ma ad un interesse minimo.
    Un altro Santo, che prese il nome del predicatore senese, Bernardino da Feltre, sarebbe diventato poi il più efficace propagatore dei Monti di Pietà, ideati da San Giacomo della Marca.
    Colto da terribili coliche, il magro e quasi distrutto predicatore marchigiano temeva soltanto una cosa: che il dolore fisico lo distraesse dalla preghiera, nelle ultime ore della sua vita. Ai confratelli chiedeva insistentemente perdono per il cattivo esempio che aveva dato. Morì a Napoli, nel 1476, dicendo: " Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù ".

    (Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

    VANGELO
     (Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

    Parola del Signore


    (Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.


    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA

    Vieni o Spirito Santo e non lasciarci mai, uniscici nell'amore di Dio, e insegnaci ad affidarci solo a Te.

    Sembra un annuncio di catastrofe vero? Ma andate oltre amici, quello che leggiamo è quello che è successo e risuccesso nella storia, non vuol dire che siamo alla fine dei tempi, perché la fine dei tempi nessuno sa quando verrà e come ho spesso ripetuto, non è importante, perché per ognuno di noi, la fine dei tempi è la fine della nostra vita. Abbiamo solo questo di tempo, non ne avremo altri, per vivere IL FINE DELLA NOSTRA VITA,  quindi via dai nostri occhi scenari di disperazione o paura, e facciamo posto alla visione della vittoria, che si legge chiaramente anche nell'ultima riga e  che Gesù spesso ci ripete.
    Il bene vincerà sul male, perché la gloria del Signore sarà un giorno visibile a tutti, e Gesù tornerà in tutta la sua gloria e  libererà la terra dal male. Allora anche noi saremo liberati dalla morte, apriamo la Bibbia e leggiamo in Eb. 9:27 “ E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto per una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza.” Ho aperto la Bibbia perché solo essa ci dice cosa avviene e non vi è altro luogo all’infuori di essa dove noi possiamo trovare una risposta all’interrogativo “ chi sono, cosa sarò, cosa diventerò, dove andrò ? ” Non sta a noi scegliere l’ ora della nostra morte ma è Dio che chiama il giusto e l’ingiusto.  Non fa Egli stesso piovere nello stesso tempo sul campo del buono che su quello del malvagio?  Accogliamo quindi il Suo insegnamento “ Vegliate, vegliate! Non sapetene il giorno né l’ora.”  Mt.25:13 -  Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'agnello!
    Quando la nostra conversione procederà decisa, anche noi vedremo come ci sentiremo vittoriosi sul male; quando saremo liberi da quel giogo che ci schiaccia e ci rende schiavi, guidando le nostre passioni che ci condurrebbero alla perdizione dei valori e del senso della vita oltre che del paradiso.

    martedì 26 novembre 2013

    VOCE DI SAN PIO :

    -" Conviene addomesticarsi coi patimenti, che piacerà a Gesú mandarvi. Gesú, che non può soffrire a lungo di tenervi in afflizione, verrà a sollecitarvi ed a confortarvi con l’infondere al vostro spirito nuovo coraggio." (AdFP, 561).

    SANTI é BEATI :

    Santa Bililde Duchessa
    m. 734 (?)
    Non si hanno notizie sicure sulla sua vita poiché tutta la documentazione dipende da uno scritto di Magonza, che tutti oggi riconoscono per un falso del secolo XII. Secondo la leggenda Bililde nacque a Veitshochheim, presso Würzburg, e sposò il duca di Turingia. Partito il marito per una guerra, la santa si ritirò presso lo zio Sigiberto (o Rigiberto), vescovo di Magonza, ma, rimasta vedova molto presto, pose fine al suo ritiro per fondare il monastero di Altinfinster (identificato da alcuni con Hagenmiinster, nei pressi della stessa città) dove morì. Mentre le notizie concernenti la Vita di Bililde sono scarsamente attendibili, molte sono le testimonianze del culto. In un calendario manoscritto di Fulda del secolo IX, oggi perduto, è testimoniata la commemorazione di Bililde vergine. A Magonza esiste anche oggi una piccola chiesa a lei dedicata. Sembra quindi che Bililde non fu sposa ma una vergine di Magonza e che contribuì alla fondazione del monastero sopra ricordato. Con tutta probabilità morì nel 734. (Avvenire)
    Martirologio Romano: A Magonza in Renania, in Germania, santa Bililde, vergine, fondatrice di un monastero, nel quale morì piamente.

    Non si hanno notizie sicure sulla sua vita poiché i documenti che la concernono dipendono da una carta di Magonza, che tutti oggi riconoscono per un falso del secolo XII. Secondo la leggenda, dunque, Bililde nacque a Veitshochheim, presso Wùrzburg, e sposò il duca di Turingia. Partito il marito per una guerra, la santa si ritirò presso lo zio Sigiberto (o Rigiberto), vescovo di Magonza, ma, rimasta vedova molto presto, pose fine al suo ritiro per fondare il monastero di Altinfinster (identificato da alcuni con Hagenmiinster, nei pressi della stessa città) dove morì.
    Mentre le notizie concernenti la Vita di Bililde sono scarsamente attendibili, certe sono le testimonianze del culto. In un calendario manoscritto di Fulda del secolo IX, oggi perduto ma consultato dal Mabillon nella biblioteca di S. Benigno a Digione, si leggevano queste parole: V Kal. dec. commemoratio sanctae Bilhildis virginis. A Magonza esiste anche oggi una piccola chiesa a lei dedicata. Si può quindi ammettere che Bililde visse presso Magonza, che fu vergine e non sposa, e che ebbe parte nella fondazione del monastero sopra ricordato. Morì probabilmente nel 734 e la sua festa ricorre il 27 novembre.

    (Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

    VANGELO 
    (Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
    + Dal Vangelo secondo Luca


    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

    Parola del Signore





    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA

    Vieni o Santo Spirito e assistici; a me che rifletto sulla parola del Signore ed a chi la legge. Fa che la Tua forza, vada a toccare le corde del cuore di ognuno di noi, per Cristo nostro Signore. Grazie amen.

    Sembra incredibile come Gesù ci chieda di seguirlo senza neanche addolcirci la pillola, non ci fa nessuna promessa di gioia e benessere materiali, ma continua a mettere in risalto le difficoltà che si incontrano nel seguirlo. La croce che aspetta Lui, aspetta anche noi, ma non ci lascia soli ad affrontare le difficoltà, sarà con noi in questa lotta e se ci affideremo a Lui, non ne saremo delusi. I segni delle persecuzioni contro il popolo di Dio, ci sono sempre stati, molti sono i martiri che hanno pagato con il loro sangue la loro fede, ma questo non ci deve intimorire, perché quella che può sembrare una morte terrena , è solo l'inizio di una nuova vita.
    A queste parole di Luca, possiamo aggiungere quelle di Marco " appena l’ inizio dei dolori di parto! " (Mc 13,8) che pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, ma di speranza! Impariamo a fidarci di Dio, più di quanto ci fidiamo di noi stessi, dei nostri figli, dei nostri parenti e di ogni altro essere umano, considerando che le persecuzioni sono un' occasione per dimostrare al Signore la nostra fedeltà, infatti Gesù dice: - questo vi darà occasione di render testimonianza. - Pensiamo al povero Giobbe che fu provato fino all'inverosimile ma si mantenne fedele, perché la persecuzione non va intesa solo come un atto di violenza, ma come un perseverare nella fede anche di fronte alle difficoltà. La cosa che ci stupirà, andando avanti nel nostro cammino di fede, sarà proprio scoprire come questa sfida al fianco del nostro Dio può essere eccitante, come sapere di essere dalla parte giusta, ci farà sentire forti, proprio quando ci sentiremo deboli, perché non saremo mai soli, ma Gesù vivrà con noi e guiderà ogni nostra battaglia.Se ci sentiamo sconfortati, se ci sentiamo indegni, pensiamo solo a quanto il Signore sa trasformare chi si lascia ricreare da Lui.... " che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?"

    lunedì 25 novembre 2013

    VOCE DI SAN PIO :

    -" Vi sono gioie tanto sublimi e dolori cosí profondi, che la parola mal saprebbe esprimere. Il silenzio è l’ultimo espediente dell’animo, nella ineffabile felicità come nelle supreme pressure." (ASN, 43).

    SANTI é BEATI :

    _ San Leonardo da Porto Maurizio Sacerdote

    26 novembre

    Porto Maurizio, Imperia, 1676 - Roma, 26 novembre 1751

    È il santo a cui si deve il merito di aver ideato la Via Crucis. Ligure (1676-1751), era figlio di un capitano di marina. Nato a Porto Maurizio, l'odierna Imperia, compie i suoi studi a Roma presso il Collegio romano, per poi entrare nel Ritiro di san Bonaventura, sul Palatino, dove vestirà il saio francescano. Inviato dal Papa in Corsica a ristabilire la concordia tra i cittadini, riuscì ad ottenere, nonostante le gravi divisioni tra gli abitanti, un impensabile abbraccio di pace. Il tema della Croce era al centro della sua predicazione: richiamava le folle alla penitenza e alla pietà cristiana. Alfonso Maria de' Liguori lo definì «il più grande missionario del nostro secolo». (Avvenire)

    Patronato: Missioni al popolo

    Etimologia: Leonardo = forte come leone, dal latino e dal tedesco

    Martirologio Romano: A Roma nel convento di San Bonaventura sul Palatino, san Leonardo da Porto Maurizio, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che, pieno di amore per le anime, impegnò tutta la sua vita nella predicazione, nel pubblicare libri di devozione e nel far visita ad oltre trecento missioni a Roma, in Corsica e nell’Italia settentrionale.

    Giovane francescano, Leonardo aveva chiesto di andare missionario in Cina. Il Cardinale Colloredo gli aveva risposto: " La tua Cina sarà l'Italia ".
    E alla fine del Seicento, l'Italia aveva abbastanza miserie e sufficienti disgrazie per essere considerata terra di missione.
    Leonardo era ancora studente a Roma, quando un compagno gli propose di andare a udire una predica. Fatti pochi passi, trovarono un impiccato che ciondolava dalla forca. " Ecco la predica " dissero i due giovani.
    Pochi giorni dopo, il figlio del capitano marittimo di Porto Maurizio, in Liguria, seguì due figure di frati che salivano verso il convento di San Bonaventura, sul Palatino, dove vestì l'abito dei Francescani detti " della riformella ", o " scalzati ".
    Datosi alla predicazione, forse ricordando quel suppliziato pendente dalla forca, fra Leonardo ebbe sempre in mente l'altro suppliziato, pendente dalla Croce. Perciò, il suo tema preferito fu quello della Via Crucis, devozione tipicamente francescana, alla quale egli dette la più grande diffusione.
    La sua predicazione aveva qualcosa di drammatico e di tragico, spesso al lume delle torce e con volontari tormenti, ai quali fra Leonardo si sottoponeva, ora ponendo la mano sulle fiaccole accese, ora flagellandosi a sangue.
    Folle immense accorrevano ad ascoltarlo e rimanevano impressionate dalla sua bruciante parola, che ri-chiamava alla penitenza e alla pietà cristiana. " E’ il più grande missionario del nostro secolo " diceva Sant'Alfonso de' Liguori. Spesso l'uditorio intero, durante le sue prediche, scoppiava in singhiozzi.
    Predicò in tutta l'Italia, ma la regione più battuta fu la Toscana, a causa del freddo Giansenismo, ch'egli voleva combattere prima di tutto con l'ardore del suo cuore, poi con i suoi temi più efficaci, e cioè quello del Nome di Gesù, della Madonna e della Via Crucis.
    In una sua missione in Corsica, i briganti dell'isola tormentata scaricarono in aria i loro archibugi, gridando: " Viva frate Leonardo, viva la pace! ".
    Tornato in Liguria, fu messa in mare una galera, intitolata, in suo onore, San Leonardo. Ma di lui, gravemente ammalato, i marinai dicevano: " La barca fa acqua ".
    Consumato dalle fatiche missionarie, venne infine richiamato a Roma, dove, con le sue appassionate prediche, alle quali assisteva anche il Papa, preparò il clima spirituale per il Giubileo del 1750. In quella occasione, piantò la Via Crucis nel Colosseo, dichiarando quel luogo sacro per i Martiri. Gli storici hanno dimostrato poi che nel Colosseo non furono mai martirizzati cristiani, ma la predicazione ~ in buona fede - di San Leonardo impedì l'ulteriore rovina del monumento, considerato fino allora come una cava di buona pietra.
    Fu l'ultima sua fatica. Morì l'anno dopo, e a San Bonaventura al Palatino occorsero i soldati, per tenere indietro la folla che voleva vedere il Santo e portar via le sue reliquie. " Perdiamo un amico sulla terra - disse il Papa Lambertini - ma guadagnamo un protettore in Cielo ".
    Fu lui a proporre la definizione del dogma mariano dell'Immacolata Concezione, mediante una consulta-zione epistolare con tutti i pastori della Chiesa.

    (Lc 21,5-11 ) Non sarà lasciata pietra su pietra.

    VANGELO
    (Lc 21,5-11 ) Non sarà lasciata pietra su pietra.
     Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
    Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
    Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.


    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Vieni o Spirito del signore a fare nuove tutte le cose vieni e mostraci come interpretare la parola, i segni di cui il Signore ci parla, e più d’ogni altra cosa, insegnaci ad essere pronti per il giorno del giudizio. Fa che non vi preoccupiamo di salvare solo noi stessi, ma che siamo capaci come Gesù di rinunciare a noi stessi, per la salvezza dei fratelli. Grazie, amen.

    In quei tempi, in questi tempi, in ogni tempo, l'uomo cerca di capire e d’essere pronto per quel momento, per quando l'inevitabile fine della nostra vita sulla terra, si compirà.
    Ci preoccupiamo di noi, della nostra famiglia, e già ci sembra d’essere buoni e giusti se arriviamo a temere il giorno del giudizio, se ci preoccupiamo di poter essere graditi a Dio.
    Eppure non era questo che Gesù faceva, non si preoccupava di se stesso, né pregava solo per la sua famiglia, ma voleva e predicava per la salvezza di tutti i suoi fratelli, di tutti i figli di Dio.
    Spesso si sente parlare della croce da portare, ma non si comprende bene il senso di questa croce.La croce è una sofferenza che si deve riuscire a comprendere per sentire l'amore che l' ha fatta accettare a Gesù, per poterlo condividere sul serio, per arrivare a non giudicare chi fa del male, chi è in peccato, perché noi non siamo migliori di nessuno, ma viviamo solo situazioni e tempi diversi.
    E' proprio il nostro attaccamento a quello che è materiale che è sbagliato, ma fa parte del nostro essere terreni, e per uscire da questo dannato equivoco, dobbiamo capire che il tempio non è seguire gli uomini, ma seguire Cristo.
    Gesù ha lasciato che gli strappassero la vita, che lo umiliassero, lo ingiuriassero, per farci capire che neanche il suo corpo di carne doveva essere un freno all'amore che prova per noi, neanche la sofferenza più atroce gli avrebbero impedito di donarci la salvezza.
    Quindi il tempio che gli uomini debbono venerare è Cristo, che si fa corpo per noi nel tabernacolo, Cristo che diventa Eucaristia, e non il tempio fatto di pietra e oro, perché del  tempio non rimarrà pietra su pietra, dice il Signore.Una chiesa costruita sull'apparenza, non porta la verità; una chiesa attaccata all'oro, non vive la carità; una chiesa che esercita il potere, non parla di comunione.Gli uomini che vogliono essere pastori di Cristo, e con Cristo, devono camminare nell'amore di Cristo, non di se stessi e delle loro organizzazioni.
    Gesù non ci ha promesso una vita facile, né ci propone di credere a chi ci parla di catastrofi, a chi si spaccerà per Lui, ci mette in guardia dal cercare i segni di un’imminente fine del mondo, ma c’invita a vivere la nostra umanità pensando che ha una fine inevitabile e che deve e può essere vissuta ,non come se fosse fine a se stessa, ma in funzione della nostra appartenenza alla famiglia di Dio e alla gioia che ci aspetta nel riunirci a Lui.

    domenica 24 novembre 2013

    AL CROCIFISSO

    AL CROCIFISSO

    Mille volte peggior son dei Giudei, perché ti crocifiggo e so 

    chi sei.


    VOCE DI SAN PIO :

    -" Il Signore fa vedere e chiama; ma non si vuol vedere e rispondere, perché piacciono i propri interessi. Capita anche, a volte, per il fatto che la voce si è sempre udita, che non la si avverti piú; ma il Signore illumina e chiama. Sono gli uomini che si mettono nella posizione di non poter udire piú." (AP).

    SANTI é BEATI :

    - Santa Caterina d'Alessandria Martire

    25 novembre - Memoria Facoltativa

    Alessandria d’Egitto, secoli III-IV

    I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d'Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l'occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi. Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità e rifiuta il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto nel novembre 305. (Avvenire)

    Patronato: Filosofi, Studenti, Mugnai
    Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco
    Emblema: Anello, Palma, Ruota

    Martirologio Romano: Santa Caterina, secondo la tradizione vergine e martire ad Alessandria, ricolma di acuto ingegno, sapienza e forza d’animo. Il suo corpo è oggetto di pia venerazione nel monastero sul monte Sinai.

    Questa è la Caterina inafferrabile, senza notizie sicure della vita e della morte. Ed è la Caterina onnipresente in Europa, per la diffusione del suo culto, che ha poi influito anche sulla letteratura popolare e sul folclore. Parlano di lei alcuni testi redatti tra il VI e il X secolo, cioè tardivi rispetto all’anno 305, indicato come quello della sua morte. Ed ecco come emerge la sua figura da questi racconti pieni di particolari fantasiosi. Caterina è una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili e vive ad Alessandria d’Egitto.
    Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria (che si proclamerà “Augusto”, cioè imperatore, nel 307, morendo suicida nel 313). Per l’occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi, e quindi anche per i cristiani, ancora perseguitati. Caterina si presenta a Massimino, invitandolo a riconoscere invece Gesù Cristo come redentore dell’umanità, e rifiutando il sacrificio.
    Massimino allora convoca un gruppo di intellettuali alessandrini, perché la convincano a venerare gli dèi. Ma è invece Caterina che convince loro a farsi cristiani. Per questa conversione così pronta, Massimino li fa uccidere tutti, poi richiama Caterina e le propone addirittura il matrimonio. Nuovo rifiuto, sempre rifiuti, finché il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo.
    Un nuovo miracolo salva la giovane, che poi viene decapitata: ma gli angeli portano miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo avviene il 24-25 novembre 305. E alcuni studiosi ritengono che il racconto leggendario indichi, trasfigurandola, un’effettiva traslazione del corpo sul monte, avvenuta però in epoca successiva. Dal Gebel Katherin, infine, e in data sconosciuta, le spoglie furono portate nel monastero a lei dedicato, sotto quel monte.
    A una sua biografia così poco attendibile si contrappone la realtà di un culto diffuso anche fuori dall’Egitto. La troviamo raffigurata nella basilica romana di San Lorenzo, in una pittura dell’VIII secolo col nome scritto verticalmente: Ca/te/ri/na; a Napoli (sec. X-XI) nelle catacombe di San Gennaro, e più tardi in molte parti d’Italia, così come in Francia e nell’Europa centro-settentrionale, dove ispira anche poemetti, rappresentazioni sacre e “cantari”.
    La sua festa annuale è vista principalmente come la festa dei giovani. In Francia, Caterina diviene la patrona degli studenti di teologia e la titolare di molte confraternite femminili; e, in particolare, la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei prenderanno il nome destinato a durare a lungo anche in Italia: “Caterinette”.

    (Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

    VANGELO
     (Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

    Parola del Signore
    (Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
    (Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l' hai voluta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito.
    Amen.

    Gli occhi di Gesù si posano su una vedova che timidamente entra nel tempio e fa la sua offerta, frettolosamente, mestamente, come chi sa che sta dando poco al Signore, ma che quel poco è tutto quello che può dare, perché non ha altro, e affida a Dio tutti i suoi desideri, i suoi sogni e le sue paure.
    Non voglio soffermarmi con voi a riflettere su chi dà di più, su chi non dà mai abbastanza, ma voglio essere con voi la povera vedova che non sa neanche come arriverà alla fine della giornata, ma mette tutto quello che è a disposizione di Dio.
    Non sappiamo cosa è scritto nel libro della vita per noi.  A volte ci sentiamo miseri di tutto, senza nessuna possibilità, senza nulla da poter donare... ma non è così, non lo è mai.
    In ognuno di noi c'è un miracolo vivente, che può trasformarsi in grazia per un altro fratello.
    A volte basta un sorriso, una carezza, un orecchio  prestato all'ascolto, una mano a portare la busta della spesa, un passaggio in auto... mille piccole cose che possono rompere il muro della solitudine di tante persone.
    Siamo qui, su internet ed anche in questo network, troviamo delle persone che hanno bisogno di non sentirsi sole, e che trovano qui un po' di compagnia. Oggi il mondo taglia fuori chi è malato, chi non rende al massimo, chi non segue le mode, chi rifiuta di adeguarsi al pensiero moderno, e considerato che sono i numeri che fanno la massa, spesso i numeri decretano la sconfitta.
    La povera vedova rappresenta la parte debole di una società che  emargina chi è meno fortunato, e noi sappiamo che c'è anche chi vive proprio fuori dei margini, c'è chi ha fame, quella vera, quella che per la quale un pugno di riso rappresenta la sopravvivenza, ma noi siamo distratti da un altro tipo di mondo, quello sfavillante delle luci e degli addobbi che si prepara al Natale, siamo attirati dalle vetrine piene di bell'abbigliamento e di regali e se vediamo un barbone coperto di stracci, volgiamo lo sguardo altrove.
    Come siamo poveri Signore mio, abbiamo un animo arido ed impregnato del nostro egoismo, posa il tuo sguardo su di noi e trasforma il nostro piccolo cuore di pietra in un cuore di carne per imparare ad amare, per riempirci del tuo amore.Eppure in questa pericope io voglio cercare anche altro, perchè Gesù mi ha insegnato a leggere nella disgraziia la grazia di Dio e soo che ce n'è sempre in abbondanza. Troviamo infatti nel gesto timido della vedova, la capacità di dare il suo nulla, di non fermarsi e di sperare anche nella sua utilità.Vediamo che quello che la vedova compie, non è il gesto di chi si mette in mostra nel suo offrire, ma di chi cerca invece la COMUNIONE con un Dio in cui crede .I ricchi donano solo il superfluo e trattengono per se la ricchezza e la superbia di sentirsi migliori, non credono e non sperano in una comunione di beni, perchè accorcerebbe le distanze che secondo loro si misurano proprio nel denaro e nella classe sociale.
    Molto diverso è il metro di misura del Signore, che dice:
     "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Non c'è altro comandamento più importante di questo » (Mc 12,29-31).
    - “Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,40) -

    sabato 23 novembre 2013

    VOCE DI SAN PIO :

    -" Io odio il peccato! Fortunata la nostra patria, se essa, madre del diritto, volesse perfezionare in questo senso le sue leggi e i suoi costumi nella luce dell’onestà e dei principi cristiani." (GdT, 143).