sabato 9 novembre 2019

Texto del Evangelio (Jn 2,13-22)



Día litúrgico: 9 de Noviembre: Dedicación de la Basílica del Laterano en Roma

Texto del Evangelio (Jn 2,13-22): Cuando se acercaba la Pascua de los judíos, Jesús subió a Jerusalén. Y encontró en el Templo a los vendedores de bueyes, ovejas y palomas, y a los cambistas en sus puestos. Haciendo un látigo con cuerdas, echó a todos fuera del Templo, con las ovejas y los bueyes; desparramó el dinero de los cambistas y les volcó las mesas; y dijo a los que vendían palomas: «Quitad esto de aquí. No hagáis de la Casa de mi Padre una casa de mercado». Sus discípulos se acordaron de que estaba escrito: El celo por tu Casa me devorará.


Los judíos entonces le replicaron diciéndole: «Qué señal nos muestras para obrar así?». Jesús les respondió: «Destruid este templo y en tres días lo levantaré». Los judíos le contestaron: «Cuarenta y seis años se han tardado en construir este Santuario, ¿y tú lo vas a levantar en tres días?». Pero Él hablaba del Santuario de su cuerpo. Cuando resucitó, pues, de entre los muertos, se acordaron sus discípulos de que había dicho eso, y creyeron en la Escritura y en las palabras que había dicho Jesús.
MI PENSAMIENTO
Las palabras no pueden competir con "LA PALABRA".
Si queremos a Jesús, que es la palabra encarnada, podemos entender cómo vivirlo. Jesús es amor por los que sufren: "Los pobres y los que sufren los tendrán siempre contigo" (Mt 26,11), cuidando a una persona enferma, acogiéndole, sirviéndole, sirviendo a Cristo: el enfermo es la carne de Cristo. Jesús es perdón:
(Lc 6:36) "Sé misericordioso como tu Padre es misericordioso. No juzgues y no serás juzgado ... Jesús es fidelidad: podría decir que no puedo soportarlo más, como solemos decir, pero dijo (Lc 22,42) "No es mío, pero se hará tu voluntad"
Al mirar a Jesús, preguntémonos qué haría Él en mi lugar y no pensemos en lo que es más conveniente. Muchos escribas y fariseos se comportan de acuerdo con su interés porque lo permitimos, porque no somos de ayuda cuando nos hacemos cómplices en conversaciones y fechorías.

(Gv 2, 13-22) Parlava del tempio del suo corpo.



VANGELO (Gv 2, 13-22)
Parlava del tempio del suo corpo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Le parole, non possono competere con “LA PAROLA”.
Guardando Gesù che è la parola incarnata, se vogliamo, possiamo capire come viverla. Gesù è amore per coloro che soffrono: “I poveri e i sofferenti li avrete sempre con voi”, (Mt 26,11), curare un ammalato, accoglierlo, servirlo, è servire Cristo: il malato è la carne di Cristo. Gesù è perdono:
( Lc 6,36 ) “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati… Gesù è fedeltà: Poteva dire non ce la faccio più, come diciamo noi molto spesso, ma ha detto (Lc. 22,42) ”Non la mia ,ma la tua volontà sia fatta”
Guardando Gesù chiediamoci, che farebbe Lui al mio posto, e non stiamo a pensare a quello che è più conveniente. Molti scribi e farisei, si comportano secondo il loro interesse perché glielo permettiamo, perché non siamo di nessun aiuto quando ci rendiamo complici di chiacchiere e malefatte.

lunedì 28 ottobre 2019

(Lc 6,12-19) Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.



VANGELO DI LUNEDì 28 NOVEMBRE 2019
(Lc 6,12-19)
Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Parola del Signore

UN MIO PENSIERO.

Inizia la vita comunitaria di Gesù e degli apostoli. Come sempre Gesù si ritira in preghiera prima di prendere qualunque decisione. Stranissima scelta, non poteva cercarli più diversi tra loro, ognuno ha il suo bel caratterino, ma lui li sceglie perché sa che il legame tra di loro diverrà profondo quando capiranno di essere tutti fratelli e figli dello stesso Dio. Li riunì tutti sotto il suo nome e questo è un dato importante che non dobbiamo mai dimenticare. Nessuno può sapere da cosa ci giudica il Signore, perché non è importante quello che siamo prima dell’incontro con lui, ma quanto ci lasciamo trasformare dalla sua venuta nel nostro cuore.
All’inizio non possono capire, e sono solo attratti dal Carisma di Gesù, lo vedono compiere miracoli come se una forza interiore scaturisse da Lui, non hanno idea di cosa significhi essere suoi discepoli, non sanno che in forza dello Spirito Santo, anche loro dovranno guidare il popolo, non immaginano certo che anche loro saranno capaci di compiere grandi gesti, che la loro vita sarà trasformata da Gesù. Ma quello che ancora oggi molti si ostinano a non vedere è che Gesù, è ancora tra noi, ci chiama, ci sceglie e ci trasforma. Gesù guarisce ogni ferita, fisica o spirituale, scaccia la parte di noi che è schiava del peccato, perché la forza che viene da Lui è più forte d’ogni male, ma per fare questo ha bisogno del nostro consenso, del nostro accettare di seguirlo e di seguire la sua parola. Non a tutti darà poteri che si vedono, non a tutti chiederà le stesse cose, ci conosce perfettamente, ma quello che noi dobbiamo capire è che senza di Lui, senza lo Spirito Santo di Dio, noi non siamo capaci di nulla. Tutta la folla cercava di toccarlo, abbiamo mai percepito che è Lui che si lascia toccare e che non abbiamo meriti neanche in questo? Riusciamo a sentire la grazia del suo amore su di Noi? O siamo ancora convinti di essere talmente buoni e giusti da meritare tutto il suo amore?

Texto del Evangelio (Lc 6,12-19):





VERSIONE IN SPAGNOL0

Texto del Evangelio (Lc 6,12-19): En aquellos días, Jesús se fue al monte a orar, y se pasó la noche en la oración de Dios. Cuando se hizo de día, llamó a sus discípulos, y eligió doce de entre ellos, a los que llamó también apóstoles. A Simón, a quien llamó Pedro, y a su hermano Andrés; a Santiago y Juan, a Felipe y Bartolomé, a Mateo y Tomás, a Santiago de Alfeo y Simón, llamado Zelotes; a Judas de Santiago, y a Judas Iscariote, que llegó a ser un traidor.
Bajando con ellos se detuvo en un paraje llano; había una gran multitud de discípulos suyos y gran muchedumbre del pueblo, de toda Judea, de Jerusalén y de la región costera de Tiro y Sidón, que habían venido para oírle y ser curados de sus enfermedades. Y los que eran molestados por espíritus inmundos quedaban curados. Toda la gente procuraba tocarle, porque salía de él una fuerza que sanaba a todos.


MI PENSAMIENTO

Inicie la vida de la comunidad de Jesús y los apóstoles.
Como siempre, Jesús fue a orar antes de tomar cualquier decisión. Extraña elección, no podía encontrarlos más diferente, cada uno tiene su buen carácter, pero él los eligió porque sabe que el vínculo entre ellos se convertirá en profundidad cuando se dan cuenta de que todos somos hermanos e hijos de un mismo Dios.
Él los reunió bajo su nombre y esto es un hecho importante que no debemos olvidar nunca.
Nadie puede saber lo que el Señor nos juzga, porque lo importante no es lo que somos antes de reunirse con él, pero ¿cuánto nos dejamos transformar por su venida en nuestros corazones.
Al principio no pueden entender, y sólo se sienten atraídos por el carisma de Jesús verle hacer milagros, como si una fuerza interior brotaba de él, no tienen idea de lo que significa ser sus discípulos, no sé que, en virtud del Espíritu Santo, también se llevar a la gente, no puedo imaginar de que van a ser capaces de hacer grandes gestos, que sus vidas serán transformadas por Jesús
Pero lo que es aún hoy en día muchos están decididos a no ver es que Jesús todavía está con nosotros, nos llama, nos eligen y nos transforma.
Jesús cura todas las heridas, físicas o espirituales, conduce la parte de nosotros que es un esclavo del pecado, porque la fuerza que viene de Él es más fuerte de todos los males, pero para ello se necesita nuestro consentimiento, para seguirlo y aceptar nuestra seguir su palabra.
No todo el mundo se dará facultades que se ven, no es en absoluto hacer las mismas cosas, nos conoce perfectamente, pero lo que tenemos que entender es que sin él, sin el Espíritu Santo de Dios, no somos capaces de cualquier cosa.
Y toda la gente procuraba tocarle, nunca nos sentimos que es el que va a ser tocado y que ni siquiera nos merecemos eso?
Podemos sentir la gracia de su amor sobre nosotros?
¿O estamos todavía convencidos de que son tan buenos y simplemente todo para merecer su amor?

sabato 26 ottobre 2019

VERSIONE IN SPAGNOLO DI DOMENICA 27 - 10 - 2019 Evangelio según San Lucas 18,9-14.



VERSIONE IN SPAGNOLO DI DOMENICA 27 - 10 - 2019
Evangelio según San Lucas 18,9-14.
Refiriéndose a algunos que se tenían por justos y despreciaban a los demás, dijo también esta parábola:
"Dos hombres subieron al Templo para orar: uno era fariseo y el otro, publicano.
El fariseo, de pie, oraba así: 'Dios mío, te doy gracias porque no soy como los demás hombres, que son ladrones, injustos y adúlteros; ni tampoco como ese publicano.
Ayuno dos veces por semana y pago la décima parte de todas mis entradas'.
En cambio el publicano, manteniéndose a distancia, no se animaba siquiera a levantar los ojos al cielo, sino que se golpeaba el pecho, diciendo: '¡Dios mío, ten piedad de mí, que soy un pecador!'.
Les aseguro que este último volvió a su casa justificado, pero no el primero. Porque todo el que se ensalza será humillado y el que se humilla será ensalzado".


MI PENSAMIENTO
Como siento esto fragmento de el evangelio.... Hace algún tiempo reflexionabo cuanto poco nosotros somos conscientes de lo que es el pecado, y esto, por desgracia, es parte de nuestra propia humanidad.
A veces buscamos la perfección, pero esto nos lleva a alejarse de la base de la fe, que consiste en la humildad para reconocernos pecadores.
Sin humildad nuestra oración no se eleva al Señor, pero se da la vuelta a nosotros mismos. Sólo vemos los defectos de los demás, y estamos muy lejos de la imagen que debe ser un seguidor de Cristo.
Sólo el hecho de que nos considera justos, ya nos hace pecadores, y perdió en nuestro orgullo, que ni siquiera podemos hacer un cuidadoso examen de conciencia.
Perdónanos Señor por lo que no entiendo las cosas bien y nos ayudan a crecer en la humildad.

(Lc 18,9-14) Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.


VANGELO (Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».


Parola del Signore.




UN MIO PENSIERO.







Quanto mi tocca questo brano... Tempo fa riflettevo proprio su come siamo poco coscienti di cosa sia il peccato e questo, purtroppo, fa parte proprio della nostra umanità.A volte cerchiamo la perfezione, ma questo ci porta ad allontanarci dalla base della fede, che consiste nell'umiltà di riconoscerci peccatori. Senza l'umiltà la nostra preghiera non sale verso il Signore, ma gira intorno a noi stessi.Vediamo solo i difetti degli altri e siamo lontanissimi dall'immagine che dovrebbe avere un seguace di Cristo. Solo il fatto di considerarci giusti, già fa di noi dei peccatori, e persi nella nostra superbia, non riusciamo a fare neanche un attento esame di coscienza.Perdonaci Signore di quello che non riusciamo a correggere ed aiutaci a crescere in umiltà.

domenica 20 ottobre 2019

(Lc 18,1-8) Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.



VANGELO (Lc 18,1-8)
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
La vedova chiede giustizia, questa piccola donna insiste presso il suo re, fino a che non ottiene di essere accontentata, ma non per amore o per pietà, solo per stanchezza. Se un re che non è misericordioso, ma disonesto, sa dare giustizia, quanta ne darà il nostro Padre celeste?
Che cosa è la preghiera? Perché con tanta insistenza c’è chiesta da Gesù? Forse gode nell’ essere adulato il nostro Dio? È quindi un Dio vanitoso? No, anzi tutto il contrario. È per noi che ci chiede di insistere nella preghiera, perché possa levigarci l’ anima e renderla piena della grazia di Dio, è per entrare e rimanere in noi che Gesù ci chiede di pregare continuamente, di fare della nostra vita preghiera.
Farci scavare dalla parola di Dio e dalla preghiera, farci scavare dei profondi solchi che Dio riempie del suo amore, perché noi gliene diamo la possibilità, perché vogliamo essere con Lui una cosa sola. Quando si sta con una persona che fa tutto per amore nostro, s’ impara ad amarla, e quest’ amore diventa reciproco; ma se noi trascuriamo di stare con chi ci ama, se lo ignoriamo, se lo facciamo soffrire con la nostra lontananza, non possiamo certo dire di amarlo.
Sempre meno fede nel mondo e sempre più egoismo, basta leggere i giornali e vediamo come la cattiveria e la stupidità umana ogni giorno toccano il limite, e si pensa che sia il massimo, ma poi un altro delitto ancora più orribile, un’altra strage, un’altra violenza… sembra che il male non abbia mai fine…
E il bene dov'è? È qui silenzioso, in quella donna che assiste il marito invalido; in quel vecchio stanco che con le ossa doloranti va a prendere il nipotino a scuola ogni giorno; in quella moglie che stanca e imbruttita dalla miseria, prepara una cena frugale ma amorevole per il marito che torna sempre più amareggiato e che con un sorriso stanco la accarezza con gli occhi; è in quella figlia che assiste la mamma ammalata e i fratelli più piccoli senza mai lamentarsi; è in quel soldato che per portare la libertà ad una popolazione schiava dei prepotenti, vive lontano di casa, e spesso muore per gente che neanche conosce, ma che si sente cittadino del mondo. Quando tornerà come ci troverà? Dalla parte dei buoni o da quella dei cattivi?

Evangelio según San Lucas 18,1-8.



VERSIONE IN SPAGNOLO DI DOMENICA 16 OTTOBRE 2016

Evangelio según San Lucas 18,1-8.
Jesús enseñó con una parábola que era necesario orar siempre sin desanimarse:
"En una ciudad había un juez que no temía a Dios ni le importaban los hombres;
y en la misma ciudad vivía una viuda que recurría a él, diciéndole: 'Te ruego que me hagas justicia contra mi adversario'.
Durante mucho tiempo el juez se negó, pero después dijo: 'Yo no temo a Dios ni me importan los hombres,
pero como esta viuda me molesta, le haré justicia para que no venga continuamente a fastidiarme'".
Y el Señor dijo: "Oigan lo que dijo este juez injusto.
Y Dios, ¿no hará justicia a sus elegidos, que claman a él día y noche, aunque los haga esperar?
Les aseguro que en un abrir y cerrar de ojos les hará justicia. Pero cuando venga el Hijo del hombre, ¿encontrará fe sobre la tierra?".

MI REFLEXIÓN
ORACIÓN
Ven, Espíritu Santo, llena mi corazón y de tu sabiduría y el amor de Dios, porque sólo con este amor en mi corazón lo que puedo leer y entender los conceptos que Jesús quiere expresar su palabra.

Una trozo esto que pone en relieve la importancia de orar siempre y sin cesar, pero no una oración de palabras repetitivas, pero que se convierte en vida junto a Dios
Hay muchas "escuelas de oración", pero eso es probablemente el más alto del Espíritu Santo, que da generosamente a la alegría de la oración a los que invocan al tiempo.
La viuda que pide justicia, esta mujercita insta a su rey, hasta que llega a estar satisfecho, pero no para el amor o la compasión, sólo a la fatiga.
Si un rey que no es misericordioso, pero deshonesto, sabéis dar justicia, de lo que dará a nuestro Padre Celestial?
¿Qué es la oración? ¿Por qué hay tanta insistencia preguntó por Jesús? Tal vez en el disfruta de ser adulado, nuestro Dios? Por lo tanto, Dios es un vano? No, de hecho todo lo contrario.
Es para nosotros pidiéndonos que persistir en la oración, para que yo levigarci el alma y hacer que llena de la gracia de Dios, es entrar y permanecer en nosotros que Jesús nos pide que oremos sin cesar, para hacer de nuestra vida de oración.
Vamos a cavar a través de la palabra de Dios y la oración, vamos a cavar surcos profundos que Dios llena de su amor, porque le damos una oportunidad, porque queremos estar con él una cosa.
Cuando estás con una persona que lo hace todo por amor a nosotros, usted aprenderá a amar, y este amor se vuelve mutuo, pero si hacemos lo necesario para estar con la persona que ama, si lo ignoramos, si lo hacemos sufrir con nuestra lejanía, no podemos algunos dicen que les encanta.
Cada vez menos fe en el mundo y cada vez más egoísta, acaba de leer los periódicos y ver cómo la maldad y la estupidez humana cada día tocan el límite, y que creo que es la mejor, pero entonces otro delito aún más horrible, el otro una masacre, una más violencia ... parece que el mal nunca ha terminar .... ¿Y dónde está el bien?
Aquí no dice nada, en esta mujer que asiste a su marido inválido, en ese viejo y cansado con dolor de huesos se van a llevar a su nieto a la escuela todos los días, en la que la esposa miseria cansado y fea, prepara una cena frugal, pero para amar marido que viene más y más amargada y con una sonrisa cansada la acaricia con la mirada, es la hija que asiste a la madre enferma y sus hermanos menores sin ninguna queja, es en ese soldado de llevar la libertad a una población esclava de los matones , vivir fuera de casa, ya menudo muera por el pueblo, que ni siquiera conocen, pero se siente un ciudadano del mundo.
Cuando regresa como la encontramos? Los chicos buenos o los malos?

giovedì 17 ottobre 2019

(Lc 10,1-9) La cosecha es abundante, pero los trabajadores son pocos.



VERSIONE IN SP
AGNOLO DI VENERDI'18 OTTOBRE 2019
EVANGELIO
(Lc 10,1-9) La cosecha es abundante, pero los trabajadores son pocos.
+ Lectura del Evangelio según San Lucas
En ese momento, el Señor designó a otros setenta, a quienes envió de dos en dos delante de él a toda ciudad y lugar adonde él debía ir. Él les dijo: "La mies es mucha, pero los obreros son pocos! Rogad, pues, al Señor de la mies que envíe obreros a su mies Vaya aquí, los envío como corderos en medio de lobos; sin bolsa, ni alforja, ni sandalias, y no se detienen a saludar a nadie por el camino. Casa en que entréis, decid primero: "Paz a esta casa!". Si hay un hombre de paz, vuestra paz reposará sobre él; de lo contrario volverá a vosotros. Mantenerse en la misma casa, comiendo y bebiendo lo que tengan, porque el obrero merece su salario. No se mueva de una casa a la otra. Cuando entren en un pueblo y os reciban, comed lo que se ofrece, sanar a los enfermos que en ella haya, y decidles: ". Está cerca de vosotros el Reino de Dios"
Palabra del Señor



MI PENSAMIENTO
"No te muevas de casa en casa." He leído y reflexionar sobre esta frase que se desprende de las lecturas de hoy, como una advertencia.
Es fácil criticar, pensar en el oportunismo, hacer acusaciones a distintos trabajadores para la cosecha, pero como acogliamo sus palabras?
Entonces me pregunto a mí mismo en primer lugar, porque durante tanto tiempo he evaluado, pesados, criticado y por eso rara vez aceptado.
Me di cuenta de que esa voz que grita en su interior, "¿por qué?" no el mío, pero era la voz de los que no pudieron entregarse a la contaminacíon del mundo.
Dejar todo hoy en día, tiene otro sentido, me obliga a descubrir que hay una parte de nosotros que va con decisión y valentía negada, y que nadie va a ser muy adecuado para trabajar en la viña del Señor, hasta que él ha hecho de sí mismo, aquellos cambios que nos permitan no volver.
Recuerdo con una sonriso cuando algunos, vieron a mi casa como las " la casa de las reglas " con sarcasmo, pero al mismo tiempo llegaban en busca de la paz.
Esta paz no nace sola, hay que trabajar duro y no un poco, para que sea en vivo, para crecer, para evitar que la contaminación del mundo. ¿Cuántos apóstoles, discípulos, sacerdotes, catequistas; los que han hablado al mundo de Dios, trajeron el Evangelio como los santos Cirilo y Metodio, los que dieron sus vidas para hacerlo, pero en Europa la fe católica parece muerta, y es tan difícil de sembrar los valores del Evangelio en un mundo que cree que la libertad es ser capaz de actuar con imprudencia. Hace de mi corazón las " la casa de las reglas" para ganar la paz y ser capaz de dar testimonio de aquellos que la buscan espasmódicamente, porque la fe que el Señor quería darme, no se puede ignorar, sino crecer y producir frutos buenos.

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.





VANGELO DI VENERDI' 18 OTTOBRE 2019

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

UN MIO PENSIERO

" Non passate da una casa all’ altra. "Leggo e rifletto su questa frase che emerge dalle letture di oggi, come un monito. È facile criticare, pensare all' opportunismo, addossare delle colpe ai vari operai della messe, ma come accogliamo le loro parole? Io poi, mi interrogo per prima, perché per tanto tempo ho valutato, soppesato, criticato e così raramente ho accolto. Ho capito che quella voce che urlava dentro i suoi "perché?" non mi apparteneva, ma era la voce di chi non riusciva ad arrendersi alla contaminazione del mondo. Lasciare tutto oggi, ha un altro senso, mi costringe a scoprire che c'è una parte di noi che va decisamente e coraggiosamente rifiutata, e che nessuno sarà mai abbastanza adatto a lavorare nella vigna del Signore, se prima non avrà compiuto su se stesso, quei cambiamenti che ci permetteranno di non tornare indietro. Io ricordo con un sorriso quando i miei nipoti, vedevano la mia casa come la "casa delle regole" con sarcasmo, ma al tempo stesso venivano in cerca di pace. Questa pace non nasce da sola, bisogna faticare e non poco, per farla vivere, per coltivarla, per non farla inquinare dal mondo. Quanti apostoli, discepoli, sacerdoti, catechisti; quanti hanno parlato al mondo di Dio, hanno portato il Vangelo come i Santi Cirillo e Metodio, quanti hanno dato la vita per poterlo fare, eppure nella Cattolica Europa la fede sembra morta, ed è così difficile riuscire a seminare i valori del Vangelo in un mondo che crede che la libertà sia poter agire con sregolatezza. Fare del mio cuore la "casa delle regole" per conquistare la pace e poterla testimoniare a chi la cerca spasmodicamente, perché la fede che il Signore ha voluto concedermi, non vada dispersa, ma cresca e produca buoni frutti.

domenica 13 ottobre 2019

(Lc 17,11-19) Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.



VANGELO (Lc 17,11-19)
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
+ Dal Vangelo secondo Luca


Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO.
La lebbra che ci avvelena è quella dell’ anima, sempre inquieta, sempre alla ricerca di una felicità esteriore che guarisce solo quando troviamo Gesù, ci lasciamo guarire e ci fermiamo vicino a lui, ossia, per dirla con le parole del vangelo, torniamo indietro, ci convertiamo a Lui, cambiamo vita per vivere l'amore con Lui. Se ascoltiamo la sua parola, ma non la facciamo nostra, non possiamo essere trasformati e salvati, ma restiamo solo degli uditori sonnecchianti che non riescono a percepire la voce dell'amore e della volontà di Dio.

giovedì 10 ottobre 2019

Texto del Evangelio (Lc 11,5-13)



Día litúrgico: Jueves XXVII del tiempo ordinario 10 ottobre 2019

Texto del Evangelio (Lc 11,5-13): En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos: «Si uno de vosotros tiene un amigo y, acudiendo a él a medianoche, le dice: ‘Amigo, préstame tres panes, porque ha llegado de viaje a mi casa un amigo mío y no tengo qué ofrecerle’, y aquél, desde dentro, le responde: ‘No me molestes; la puerta ya está cerrada, y mis hijos y yo estamos acostados; no puedo levantarme a dártelos’, os aseguro, que si no se levanta a dárselos por ser su amigo, al menos se levantará por su importunidad, y le dará cuanto necesite.
Yo os digo: Pedid y se os dará; buscad y hallaréis; llamad y se os abrirá. Porque todo el que pide, recibe; el que busca, halla; y al que llama, se le abrirá. ¿Qué padre hay entre vosotros que, si su hijo le pide un pez, en lugar de un pez le da una culebra; o, si pide un huevo, le da un escorpión? Si, pues, vosotros, siendo malos, sabéis dar cosas buenas a vuestros hijos, ¡cuánto más el Padre del cielo dará el Espíritu Santo a los que se lo pidan!.




A MI PENSAMIENTO. Trato de imaginar cómo vivía la gente en esos días. No creo que sea tan diferente de hoy, tal vez con más dificultades para encontrar lo que se necesitaba, porque el progreso ciertamente ha facilitado la vida de todos. Hoy tomamos el automóvil y vamos a comprar todo y más en los centros comerciales ... pero en ese momento era fácil para alguien llamar para pedir hospitalidad o algo así, como era normal teniendo en cuenta las reglas de buena vecindad. Ahora que todo debería ser más fácil en teoría, por el contrario, es más complicado establecer buenas relaciones. "No me molesten", responde el encuestado, creyendo que era un "amigo". ¡Cuántas veces creemos que tenemos un amigo que no se comporta como tal! Pero aquí también debemos evaluar otra cosa ¿cuán verdadera e importante es nuestra necesidad? No sé cuántas personas realmente necesitaban incluso lo necesario ... Espero que solo unas pocas, pero está claro que la necesidad se impone al orgullo, y cuando se necesita, se busca, insiste y continúa buscando hasta no se obtiene, porque lo que buscamos no es más, sino necesario. El amigo a veces tiene sus límites y nosotros los nuestros, porque nuestra humanidad es un límite en sí misma, ¡pero el Señor no tiene límites! Él dio su vida por nosotros, no hay nada que no pueda hacer ... así que insistiremos, perseveraremos en la oración si tenemos suficiente fe, porque nada es imposible para nuestro Dios.

(Lc 11,5-13) Chiedete e vi sarà dato.



VANGELO (Lc 11,5-13)
Chiedete e vi sarà dato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola del Signore



UN MIO PENSIERO.
Cerco di immaginare come a quei tempi vivesse la gente.
Non credo poi tanto diversamente da oggi,forse con più difficoltà nel reperire ciò che serviva, perché il progresso ha sicuramente facilitato la vita di tutti.
Oggi si prende la macchina e si va a comperare di tutto e di più nei centri commerciali...ma all’ epoca era facile che qualcuno bussasse per chiedere ospitalità od altro, come era normale considerando le regole del buon vicinato.
Oggi che tutto dovrebbe essere in teoria più facile, è, al contrario, più complicato poter instaurare buoni rapporti.
“Non importunarmi” risponde l’ interpellato, che il richiedente credeva “amico”.
Quante volte noi crediamo di avere un amico che poi non si comporta come tale!
Ma qui dobbiamo valutare anche un’altra cosa quanto è vero ed importante il nostro bisogno?
Non so a quanti sia capitato di aver veramente bisogno anche del necessario... spero a pochi, ma è chiaro che la necessità si impone sull'orgoglio, e quando se ne ha bisogno si cerca, si insiste e si continua a cercare fino a che non si ottiene, perché quello che cerchiamo non è in più, ma necessario.
L’amico a volte ha i suoi limiti e noi i nostri, perché la nostra umanità è in se stessa un limite, ma il Signore non ha limiti!
Egli ha dato la vita per noi, non c’è nulla che non possa fare... quindi insisteremo, persevereremo nella preghiera se avremo abbastanza fede, perché niente è impossibile al nostro Dio

domenica 6 ottobre 2019

(Lc 17,5-10) Se aveste fede!



VANGELO DI DOMENICA 6 - 10 - 2019
(Lc 17,5-10)
Se aveste fede!
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.




UN MIO PENSIERO.
La mia fede, la nostra fede, quanto è piccola?
Non abbiamo proprio capito niente di Dio, e Gesù ce lo fa capire in maniera chiara… ma solo con il cuore libero possiamo entrare in questo mistero.
Eppure i santi si sono fidati di Dio, fino ad ottenere grazie così particolari da farci rimanere incantati nel sentire le opere che sono riusciti a compiere. Perché se loro ci sono riusciti , noi non ci riusciamo? Sicuramente c’è qualcuno che anche oggi, riesce a superare questo ponte che collega l’umano con il Divino, ossia con lo Spirito di Dio, ma certo che se continuiamo a restare fermi credendo di fare già chissà cosa, non arriveremo mai neanche ad aver fede come neanche la metà di un granellino di senape. Provare per credere? La domenica, andremo in chiesa, ci metteremo di fronte a Gesù, ci sentiremo grati a Dio di aver dato la sua vita per noi o ci sentiremo bravi e penseremo che Lui ci deve guardare… quanto siamo stati bravi, gli abbiamo fatto questo gran piacere a venire in Chiesa, con tutto quello che abbiamo da fare…. E pensare che senza il suo aiuto siamo niente, perché non proviamo ad essere appena un po’ di più di questo? Perché non apriamo la nostra mente ed il nostro cuore a quanto dobbiamo al Signore che si fida ancora e sempre di noi, fino all’ultimo, nonostante il nostro stupido egocentrismo!

EVANGELIO DE 6-10-2019





EVANGELIO DE 6-10-2019
Día litúrgico: Domingo XXVII (C) del tiempo ordinario


Texto del Evangelio (Lc 17,5-10): En aquel tiempo, los apóstoles dijeron al Señor; «Auméntanos la fe». El Señor dijo: «Si tuvierais fe como un grano de mostaza, habríais dicho a este sicómoro: ‘Arráncate y plántate en el mar’, y os habría obedecido.


»¿Quién de vosotros tiene un siervo arando o pastoreando y, cuando regresa del campo, le dice: ‘Pasa al momento y ponte a la mesa?’. ¿No le dirá más bien: ‘Prepárame algo para cenar, y cíñete para servirme hasta que haya comido y bebido, y después comerás y beberás tú?’. ¿Acaso tiene que agradecer al siervo porque hizo lo que le fue mandado? De igual modo vosotros, cuando hayáis hecho todo lo que os fue mandado, decid: ‘Somos siervos inútiles; hemos hecho lo que debíamos hacer’».


MI PENSAMIENTO.
Mi fe, nuestra fe, ¿qué tan pequeña es?
Realmente no hemos entendido nada acerca de Dios, y Jesús nos lo deja claro ... pero solo con un corazón libre podemos entrar en este misterio.
Sin embargo, los santos confiaron en Dios, hasta el punto de obtener gracias tan especiales que nos encantó escuchar las obras que pudieron hacer. Porque si tuvieron éxito, no podemos hacerlo. Seguramente hay alguien que, incluso hoy, logra superar este puente que conecta lo humano con lo Divino, es decir, con el Espíritu de Dios, pero ciertamente si continuamos creyendo que ya hacemos algo, nunca llegaremos a tener fe como ni siquiera la mitad de una semilla de mostaza. Pruébalo por ti mismo? Los domingos, iremos a la iglesia, nos enfrentaremos a Jesús, nos sentiremos agradecidos con Dios por haber dado su vida por nosotros o nos sentiremos bien y pensaremos que debe mirarnos ... cuán buenos fuimos, le dimos este gran placer. para venir a la iglesia, con todo lo que tenemos que hacer ... Y pensar que sin su ayuda no somos nada, ¿por qué no tratamos de ser un poco más que esto?
¡Porque no abrimos nuestras mentes y nuestros corazones a lo que le debemos al Señor que confía en nosotros una y otra vez, incluso hasta el final, a pesar de nuestro estúpido egocentrismo!

domenica 29 settembre 2019

Evangelio (Lc 16,19-31)



EVANGELIO DEL 29/09/2019

Día litúrgico: Domingo XXVI (C) del tiempo ordinario


Texto del Evangelio (Lc 16,19-31): En aquel tiempo, Jesús dijo a los fariseos: «Había un hombre rico que vestía de púrpura y lino, y celebraba todos los días espléndidas fiestas. Y uno pobre, llamado Lázaro, que, echado junto a su portal, cubierto de llagas, deseaba hartarse de lo que caía de la mesa del rico, pero nadie se lo daba. Hasta los perros venían y le lamían las llagas.
Sucedió, pues, que murió el pobre y fue llevado por los ángeles al seno de Abraham. Murió también el rico y fue sepultado. Estando en el Hades entre tormentos, levantó los ojos y vio a lo lejos a Abraham, y a Lázaro en su seno. Y, gritando, dijo: ‘Padre Abraham, ten compasión de mí y envía a Lázaro a que moje en agua la punta de su dedo y refresque mi lengua, porque estoy atormentado en esta llama’. Pero Abraham le dijo: ‘Hijo, recuerda que recibiste tus bienes durante tu vida y Lázaro, al contrario, sus males; ahora, pues, él es aquí consolado y tú atormentado. Y además, entre nosotros y vosotros se interpone un gran abismo, de modo que los que quieran pasar de aquí a vosotros, no puedan; ni de ahí puedan pasar donde nosotros’.
Replicó: ‘Con todo, te ruego, padre, que le envíes a la casa de mi padre, porque tengo cinco hermanos, para que les dé testimonio, y no vengan también ellos a este lugar de tormento’. Díjole Abraham: ‘Tienen a Moisés y a los profetas; que les oigan’. Él dijo: ‘No, padre Abraham; sino que si alguno de entre los muertos va donde ellos, se convertirán’. Le contestó: ‘Si no oyen a Moisés y a los profetas, tampoco se convencerán, aunque un muerto resucité

MI PENSAMIENTO
Parecen un pequeño discurso para el mal, ¿cómo no se sienten atraídos por la riqueza; todo es tan deslumbrante, sólo un poco de corrupción, sólo las amistades correctas, un intercambio de votos, y hay tantas posibilidades, que aquellos que están "fuera de lugar" olvidarlos. Ropa hermosa, cenas y fiestas, y el mundo camina en esa dirección, sin cuidar de los pobres que faltan todo, los enfermos que están solos y abandonados a sus familias a menudo en gran dificultad. Un tercio del mundo tiene hambre, pero no queremos saber, ¿tanto que podemos hacer? ¿Aún así, estos rostros sonrientes de niños desnutridos llenos de moscas mientras comemos? ¡Es una mierda! Pero si no hay dinero para alimentarlos, ¿por qué tienen hijos? Y una parte del mundo sufre y se ve obligada por nuestro egoísmo a sufrir incluso en silencio, para no molestarnos.
¿Dónde está Jesús? ¿Por qué Dios no interviene?
Es por eso que la riqueza, que en sí misma no es malvada, puede llegar a ser si nos hace argargargar, ciegos y sordos a la llamada de los pobres.
Jesús está justo ahí que lo puedes encontrar, donde no queremos mirar, entre los últimos de la tierra, donde el dolor no tiene voz, donde uno muere en silencio.
Damos todo a nuestros hijos, pero no les enseñamos amor por los pobres. Estamos creando monstruos de egoísmo, podríamos enseñarles que con el dinero de un helado, podríamos adoptar a un niño a distancia y garantizarle el derecho a comer y estudiar, pero no somos capaces de decirle, porque preferimos no saber, no verlo!! No preguntemos entonces dónde está Jesús, porque Dios no hace nada... somos las manos y los ojos de Dios, lo que haremos al más pequeño de nuestros hermanos y hermanas será devuelto a nosotros por Jesús.
Decidimos mientras estemos vivos para hacer algo por los demás y por nuestras almas, porque llegará el día para todos cuando tengamos que dar cuenta de lo que NO TENEMOS.

(Lc 16,19-31) Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.



VANGELO (Lc 16,19-31)
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore .

UN MIO PENSIERO
Sembrano un poco discorsi per stolti, come si fa a non essere attirati dalla ricchezza; tutto è così sfavillante, basta un pochino di corruzione, bastano le amicizie giuste, uno scambio di voti, e si aprono tante possibilità, che chi è” fuori dal giro” se le scorda. Bei vestiti, cene e feste, e il mondo cammina in quel senso, senza curarsi dei poveri cui manca tutto, degli ammalati che sono soli e abbandonati alle loro famiglie spesso in gran difficoltà. Un terzo del mondo ha fame, ma noi non vogliamo saperlo, tanto che possiamo fare? Ancora queste faccine di bambini denutriti e pieni di mosche mentre stiamo mangiando? Che schifo! Ma se non ci sono i soldi per nutrirli perché fanno i figli? Ed una parte di mondo soffre ed è costretta dal nostro egoismo a soffrire anche in silenzio, per non darci fastidio.
Dov’ è Gesù? Perché Dio non interviene?
Ecco perché la ricchezza, che in se stessa non è un male, può divenirlo se ci rende aridi, ciechi e sordi al richiamo dei poveri.
Gesù è proprio lì che puoi trovarlo, lì dove noi non vogliamo guardare, tra gli ultimi della terra, là dove il dolore non ha voce, dove si muore in silenzio.
Ai nostri figli diamo tutto, ma non gli insegnamo l'amore per i poveri. Stiamo creando dei mostri d’ egoismo, potremmo insegnare loro che con i soldi di un gelato, potremmo adottare un bambino a distanza e garantirgli il diritto di mangiare e studiare, ma non siamo capaci di dirglielo, perché preferiamo non sapere, non vederlo!! Non domandiamo allora dov’è Gesù, perché Dio non fa niente… noi siamo le mani e gli occhi di Dio, quello che faremo al più piccolo dei nostri fratelli ci sarà restituito da Gesù.
Decidiamo finché siamo in vita di fare qualcosa per gli altri e per la nostra anima, perché verrà per tutti il giorno in cui dovremo rendere conto di quello che NON ABBIAMO FATTO.

sabato 28 settembre 2019

VANGELO (Lc 9,43-45) Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.



VANGELO (Lc 9,43-45)
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Tutti erano intorno a Gesù ed ammiravano quello che faceva. Questo mi porta a pensare che gli uomini di tutti i tempi cercano segni,cercano qualcosa che li porti a credere oltre i loro dubbi. Mi dispiace, ma devo dirlo, a volte non si cerca un segno da parte di Dio, ma una magia.
Continuo a vedere, oggi come allora, solo la nostra incredulità o la nostra faciloneria... ma un vero affidarsi senza chiedere nulla di più, è sempre difficile. Consolante sapere che è sempre stato così? Per me no, mi spinge a desiderare una fede migliore non basata sui segni o sulle conferme, ma sulla parola di Dio; sui fatti concreti che hanno significato il suo amore per noi.
Povero Gesù… è uomo ha paura, come tutti, e questo evidentemente si legge sul suo volto, nel suo passo stanco, perché Marco,narrandoci lo stesso episodio, ci dice che i discepoli che lo seguivano avevano paura e quindi non seguivano un Gesù guerriero che li incitava alla battaglia, ma un agnello mite che si offriva come olocausto al suo destino.
Non è una via facile, perché bere il suo calice vuol dire passare attraverso la sofferenza; seguire Gesù non è seguire un potente della terra, ma uno che è venuto per servire, per offrire, per donare tutto quello che aveva per noi, e la cosa più preziosa è la sua vita. Tutto in Gesù è nuovo, tutto ha uno scopo, dal suo nascere povero in una stalla al suo morire martire sulla croce, tutto perché ci ama, e mentre noi mortali ci riempiamo spesso la bocca con parole d’amore, mentre diciamo a vuoto “ darei la vita per te ” Gesù l’ha data veramente.

Texto del Evangelio (Lc 9,43b-45)



EVANGELIO DE 28/09/2019
Día litúrgico: Sábado XXV del tiempo ordinario

Ver santoral
28 de Septiembre: San Wenceslao, mártir


Texto del Evangelio (Lc 9,43b-45): En aquel tiempo, estando todos maravillados por todas las cosas que Jesús hacía, dijo a sus discípulos: «Poned en vuestros oídos estas palabras: el Hijo del hombre va a ser entregado en manos de los hombres». Pero ellos no entendían lo que les decía; les estaba velado de modo que no lo comprendían y temían preguntarle acerca de este asunto.

MI PENSAMIENTO.
Todos estaban cerca de Jesús y admiraban lo que estaba haciendo. Esto me lleva a pensar que los hombres de todos los tiempos buscan signos, están buscando algo que los lleve a creer más allá de sus dudas.
Lo siento, pero tengo que decir que a veces no buscas una señal de Dios, sino una magia.
Sigo viendo, hoy como entonces, solo nuestra incredulidad o nuestro descuido ... pero una verdadera confianza sin preguntar nada más siempre es difícil. ¿Consuelo al saber que este siempre ha sido el caso? Para mi no
me insta a desear una mejor fe no basada en signos o confirmaciones, sino en la palabra de Dios; sobre los hechos concretos que han significado su amor por nosotros.
Pobre Jesús ... es un hombre que tiene miedo, como todos los demás, y esto evidentemente se lee en su rostro, en su paso cansado, porque Marcos, contándonos el mismo episodio, nos dice que los discípulos que lo siguieron tenían miedo y, por lo tanto, no siguieron a un guerrero Jesús. eso los incitó a la batalla, pero un cordero suave que se ofreció como un holocausto a su destino.
No es una manera fácil, porque beber su copa significa pasar por el sufrimiento; Seguir a Jesús no es seguir a un hombre poderoso en la tierra, sino a alguien que ha venido a servir, a ofrecer, a dar todo lo que tenía por nosotros, y lo más valioso es su vida. Todo en Jesús es nuevo, todo tiene un propósito, desde que nació pobre en un establo hasta su mártir moribundo en la cruz, todo porque nos ama, y ​​mientras nosotros los mortales a menudo nos llenamos la boca con palabras de amor, mientras decimos en vano " Daría mi vida por ti ”Jesús realmente la dio.

martedì 24 settembre 2019

(Lc 8,19-21)


EVANGELIO DEL 24/09/2019
Día litúrgico: Martes XXV del tiempo ordinario
Ver santoral 24 de Septiembre: La Virgen de la Merced


Texto del Evangelio (Lc 8,19-21): En aquel tiempo, se presentaron la madre y los hermanos de Jesús donde Él estaba, pero no podían llegar hasta Él a causa de la gente. Le anunciaron: «Tu madre y tus hermanos están ahí fuera y quieren verte». Pero Él les respondió: «Mi madre y mis hermanos son aquellos que oyen la Palabra de Dios y la cumplen».


A MI PENSAMIENTO. Una elección como la de Jesús, no dictada por el amor a quienes están más cerca de él, a su Madre, sino a cualquiera que lo escuche y ponga en práctica su palabra ... Por lo tanto, pensemos bien, no es suficiente escuchar su palabra o incluso estar inserto en su Iglesia; es ponerlo en práctica lo que nos hace especiales a los ojos de Dios, lo que nos hace hermanos.

(Lc 8,19-21) Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.



VANGELO DI MARTEDì 24 SETTEMBRE 2019
(Lc 8,19-21)
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.





Una scelta quella di Gesù,non dettata dall'amore per chi gli è più vicino, per la sua Mamma, ma per chiunque lo ascolta e mette in pratica la sua parola....quindi, riflettiamoci bene, non basta ascoltare la sua parola e neanche essere inseriti nella sua Chiesa; è il metterla in pratica che ci rende speciali agli occhi di Dio, che ci rende fratelli.

lunedì 23 settembre 2019

Lc 8,16-18) La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.



VANGELO DI LUNEDì 23 SETTEMBRE 2019
(Lc 8,16-18)
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Siamo testimoni della Parola di Dio?
Facile a dirsi, ma un po' meno quando dobbiamo metterla in atto!
Essere seguaci di Cristo, vuol dire seguire i suoi insegnamenti, diffondere l'amore,aiutare i fratelli, difendere gli oppressi, ecc.ecc.
Le buone azioni non hanno bisogno di giustificazioni, e non importa se non vengono riconosciute dagli uomini o criticate, quante volte mi sono sentita dire - chi te lo fa fare! -
Ci vuole più coraggio ad agire bene che a fare come tutti fanno, agire nei propri interessi; ma la fede non è un’ideologia, non si segue una dottrina, ma un uomo:Gesù Cristo...e anche se spesso prendiamo cantonate pazzesche, quando sappiamo di aver agito bene, ci sentiamo bene, e non dobbiamo inventare, giustificare i nostri comportamenti per nascondere le nostre cattive intenzioni.
Quando la nostra fede parte dal cuore,si trasmette da cuore a cuore.


LA MESSA come la vedono i Santi

domenica 22 settembre 2019

(Lc 16,1-13) Non potete servire Dio e la ricchezza.



VANGELO I OGGI,DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019
(Lc 16,1-13)
Non potete servire Dio e la ricchezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’ amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’ amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’ uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Essere ricchi di beni materiali può rendere aridi e insensibili, ma ricevere beni spirituali può essere ancora più pericoloso, perché l’ umiltà non può essere un optional, ma deve essere alla base della nostra fede e della nostra vita.
Se non si è fedeli nel poco, non si può essere fedeli nel molto… Dice bene il Signore! Come può fidarsi di noi se appena ci concede un dito, corriamo a vantarcene?
Maria non si è vantata all’ annuncio dell’ angelo, ma è corsa a servire e a lodare il Signore…
A volte bisogna avere il coraggio di convertirsi e da cristiani diventare di Cristo, abbandonando tutto, ma veramente tutto di noi, e se non lo facciamo, resteremo fermi, o peggio ancora, sbaglieremo strada e non troveremo più la porta stretta.

sabato 21 settembre 2019

(Mt 9,9-13) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.



VANGELO DI SABATO 21 SETTEMBRE 2019

(Mt 9,9-13)
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.




UN MIO PENSIERO

" mentre andava via, "

Gesù stava andando via dopo aver appena compiuto un miracolo; non si ferma a raccogliere applausi, nè a dare spiegazioni a coloro che sbigottiti avevano assistito alla guarigione del paralitico.
Va via, ma non torna a casa a riposarsi,è già alla ricerca delle persone a cui affidare la sua missione.
Il suo sguardo amorevole si posa su Matteo, così come si posa su ognuno di noi; non è che Matteo avesse compreso dove Gesù lo stava conducendo, che cosa volesse per lui Gesù, ma si lasciò trasportare verso questa nuova avventura,che gli cambiò completamente la vita.
Fa o Signore che riusciamo come Matteo ad alzarci dalle nostre convinzioni, dalla nostra comoda idea di Dio, da quello che ci lusinga e che possiamo con te scoprire come è bello vivere nel mondo con Te.

martedì 17 settembre 2019

(Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, alzati!



VANGELO di martedì 17 settembre 2019
(Lc 7,11-17)
Ragazzo, dico a te, alzati!
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.


Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Quanti nostri figli, si perdono per le strade del mondo, dietro a quelle luci che li attirano, dietro a quella che si spaccia per libertà, ma che è spesso una trappola mortale. Quanti genitori perdono la speranza di vedere i loro figli tornare verso la retta via? Quanti genitori potrebbero con la loro preghiera attirare sui figli la mano salvifica del Signore, ma non lo fanno, perché anche loro sono lontani dal Signore, oppure la loro fede è inconsapevole, tiepida, o addirittura inerte.
Come in questo brano, li vedo che accompagnano i loro figli ormai morti alla grazia, e neanche si rendono conto della misericordia di Gesù.

sabato 14 settembre 2019

(Gv 3,13-17) Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo



VANGELO (Gv 3,13-17)
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Se teniamo presente questa frase di Gesù che Giovanni ci riporta come detta a Nicodemo, capiamo che il fulcro di tutto il Vangelo è qui.
Ogni croce senza redentore, rasenta il cinismo assoluto.
Gesù ha scelto di salire su quella croce, per salvare il mondo; tutto il mondo. Non è la sofferenza in se stessa, ma la sublimazione di quella sofferenza per amore che da il senso della croce, che ne esalta il senso.
Mi capita di vedere che accettare questo pensiero è difficile anche per chi non soffre, quindi comprendo che possa esserlo ancor di più, per chi ha la sua croce; eppure vedere che c'è chi si accanisce contro chi sofferente unisce il suo dolore a quello di Cristo , mi da veramente fastidio, perché spesso scarichiamo dietro alla parola scandalo, quello che non ci riesce .
Penso alla morte della giovane Nadia Toffa, che definì la sua malattia un dono e che fu attaccata incomprensibilmente da ogni dove...tanto che ancora oggi,qualcuno ha scritto di lei "finalmente sei morta!"
Si FINALMENTE non significa felicemente, ma alla fine tutto si è compiuto.
La sua croce ha assunto un senso perché non ha imprecato contro Dio e contro il mondo, come tanti altri , ma ha usato quella croce per realizzare il suo CREDERE IN DIO, per trasmettere quell' AMORE che niente riesce ad eguagliare, che non abbandona nessuno nel regno dei morti,ma ci salva dalla dannazione eterna.

venerdì 13 settembre 2019

Lc 6,39-42 Può forse un cieco guidare un altro cieco?



Lc 6,39-42
Può forse un cieco guidare un altro cieco?


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’ occhio del tuo fratello».

Parola del Signore

UN MIO PENSIERO
Può forse un cieco guidare un altro cieco? Certamente no, ma penso che a volte bisognerebbe essere ciechi!
Bisognerebbe non vedere quanta cattiveria c'è in giro per non perdere la speranza; perché è così che il maligno ci vuole: disperati!
Quando sembra che tutto si stia disgregando,quando le lotte sono più degli abbracci, fermiamoci un attimo a leggere questo brano.
Nessuno è migliore degli altri, siamo veramente una massa di peccatori incalliti, chi per un verso chi per l'altro, e se Dio ha deciso che per ognuno può esserci salvezza, non lo ha certo fatto per i nostri meriti o i nostri miglioramenti...che da come va il mondo, ci dovrebbero far capire che sono stati più peggioramenti che altro.
In mezzo a milioni di persone che fanno il bene, il male non attecchirebbe...ma noi ci preoccupiamo di trovare intorno a noi il peccato, che invece dilaga dentro di noi.
Signore, aiutaci a combattere il male che non sappiamo neanche riconoscere dentro di noi!

martedì 10 settembre 2019

Lc 6,12-19 Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.





VANGELO DI MARTEDì 10 SETTEMBRE 2010


Lc 6,12-19
Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.
Dal Vangelo secondo Luca


In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Come sempre Gesù si ritira in preghiera prima di prendere qualunque decisione....e menomale...non poteva sceglierli più diversi tra loro, ognuno ha il suo bel caratterino, e nessuno sembra aver voglia di cambiare qualcosa di se.
All' inizio non possono capire, e sono solo attratti dal Carisma di Gesù, lo vedono compiere miracoli come se una forza interiore scaturisse da Lui, non hanno idea di cosa significhi essere suoi discepoli, non sanno che in forza dello Spirito Santo, anche loro dovranno guidare il popolo, non immaginano certo che anche loro saranno capaci di compiere grandi gesti, che la loro vita sarà trasformata da Gesù. Ma quello che ancora oggi molti si ostinano a non vedere è che Gesù, è ancora tra noi, ci chiama, ci sceglie e ci trasforma. Non a tutti darà poteri che si vedono, non a tutti chiederà le stesse cose, ci conosce perfettamente, ma quello che noi dobbiamo capire è che senza di Lui, senza lo Spirito Santo di Dio, noi non siamo capaci di nulla. Tutta la folla cercava di toccarlo, abbiamo mai percepito che è Lui che si lascia toccare e che non abbiamo meriti neanche in questo? Riusciamo a sentire la grazia del suo amore su di Noi? O siamo ancora convinti di essere talmente buoni e giusti da meritare tutto il suo amore?

domenica 8 settembre 2019

(Lc 14,25-33) Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.



VANGELO (Lc 14,25-33)
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Essere discepolo di Cristo vuol dire essere un suo seguace!
Ogni giorno siamo seguaci di qualcuno che ci piace, che ci fa sperare in qualcosa di meglio, ma raramente siamo seguaci di Gesù; anche se ci definiamo credenti!
Se lo fossimo metteremmo l'amore al primo posto, perché è sempre amore quello che spinge il Signore ad andare avanti.
Per amore ha preso su di se la nostra croce; perché non poteva pensare di lasciarci soli a combattere con tutto il male del mondo.
Dobbiamo imparare a riconoscere quello che è sbagliato, a rinunciare a quello che non è amore, dobbiamo imparare da Lui per poter amare il fratello che soffre, che ha bisogno
d' aiuto.
Purtroppo oggi si seguono più i vari politici che fanno quello che gli conviene, che l'amore vero che spesso non è conveniente..

sabato 31 agosto 2019

(Lc 14,1.7-11) Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.



VANGELO DI DOMENICA 1 SETTEMBRE 2019
(Lc 14,1.7-11)
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.

Come rendere il giusto onore al corpo di Cristo?
Non disprezzare le sue membra; nei poveri, privi di panni per coprirsi.
Non ornarlo in Chiesa con stoffe ed oggetti di valore, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità.
Gesù ha detto: “Questo è il mio corpo”, ha detto anche: “Mi avete visto affamato e mi avete dato da mangiare” .
Il corpo di Cristo che sta sull’ altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.
Alla fine saremo giudicati per l’ amore, come diceva San Giovanni della Croce, non conterà se siamo stati notati dagli altri, ma solo quanto siamo stati vicini a Dio, anche con i nostri vestiti logori, la nostra anima sempre turbata, i nostri acciacchi spirituali... ma sempre lì a confrontarci con le pagine del Vangelo per vedere se siamo degni di essere amati dal Signore, se siamo obbedienti ai suoi insegnamenti, se sappiamo essere caritatevoli con chi ha bisogno di essere accolto, con chi aspetta di trovare in noi una speranza di vita.
Oh mio Signore se sapessimo seminare speranza!....
In un mondo dove conta chi arriva per primo, dove è più forte chi "vale" di più, dove solo chi produce ha diritto di essere, il Signore ci ricorda che i suoi preferiti sono gli ultimi, gli esclusi, gli operai dell'ultima ora! Santa Madre Teresa di Calcutta diceva che non importa quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai!Se non ci fermiamo al giudizio, possiamo essere veramente d’aiuto! Beati gli umili, beati i miti, beati coloro che hanno il cuore grande! Ci sentiamo migliori degli altri? Attenzione…è un bruttissimo segno.

venerdì 23 agosto 2019

(Mt 22,34-40) Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.



VANGELO DI VENERDì 23 AGOSTO 2018

(Mt 22,34-40)
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».


Parola del Signore.





UN MIO PENSIERO.
AMERAI!
Futuro semplice ...non ora, ma prima o poi dobbiamo riuscire... questo è quello che volevamo sapere chiedendo al Signore quale fosse il comandamento più grande.
Non gli è stato chiesto un comandamento,ma il più grande, ed ora non possiamo più fingere di no saperlo,nascondendoci dietro a leggi e leggine...l'amore è il comandamento che ci rende capaci di fare il volere di Dio!