lunedì 30 aprile 2018

(Gv. 14.27-31) Vi do la mia pace.

VANGELO DI MARTEDI 1 MAGGIO 2018.

Giorno liturgico: Martedì V di Pasqua

Santorale 1 maggio: San Giuseppe, lavoratore
Testo del Vangelo (Gv 14,27-31a): In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».


RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ti prego o Santo Spirito, di scendere su di me, e illuminarmi con la tua sapienza per comprendere le letture della parola di Dio, per andare dal Figlio al Padre, attraverso di Te.Per Cristo nostro Signore.Amen.

Dagli atti degli apostoli apprendiamo che già da 2000 anni la chiesa è perseguitata, all’epoca erano i giudei che non volevano riconoscere Gesù come il Messia, poi c’erano i pagani che non credettero e quelli che adoravano altri dei. In tutto questo marasma, Gesù ci parla di pace…e specifica che la pace di cui parla, non è come quella che si può cercare in questo mondo, ma è la pace che nasce dall’anima, che ha chi vive in pace con se stesso e con i fratelli. Gesù dovrà tornare dal Padre, così com’è venuto dal Padre, lo dice prima che avvenga, perché gli apostoli credano a quello che sentono e che vedono, profeta di se stesso. In questa terra ci sarà il male, creato e provocato dal principe di questa terra, e spesso ci domandiamo perché? Chi lo ha eletto principe di questa terra?…Siamo stati noi uomini, che per vanità, per orgoglio, per brama di potere, per superbia, per voglia d’avere tutto, lo abbiamo ascoltato e lo ascoltiamo ancora. Dio ci guarda scegliere a chi appartenere e soffre perché ci ama, soffre tanto da decidere di mandare a salvarci un redentore, che con il suo sacrificio, ci redimerà dal peccato originale. Forse a qualcuno queste parole non piacciono, non riesce a comprendere come Dio, possa averci lasciato in balia di satana, e allora lo voglio dire più semplicemente.Siamo noi che scegliamo se credere che tutto sia qui sulla terra ed allora accumulare tesori e beni materiali, oppure fidarci della parola di Gesù Cristo, e sperare, ma più che sperare direi avere certezza, di una vita spirituale da vivere già da qui e continuare a vivere dopo la fine inesorabile dei nostri giorni. Si parla di fine del mondo, io preferisco e v’invito, con molta umiltà, a pensare alla fine di quest’ordine di cose, alla fine di una vita materialistica, e al raggiungimento di una vita nella nuova Gerusalemme, imparando a leggere l’apocalisse di Giovanni, non più come una catastrofe annunciata, ma come la vittoria del bene sul male, la vittoria del regno di Dio su quello di satana; ma per fare questo, bisogna che la vittoria avvenga prima di tutto nel nostro cuore.
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Comentatio del Rev. D. Enric CASES i Martín
(Barcelona, Spagna)

Oggi, Gesù ci parla indirettamente della croce: ci lascerà la pace, ma al prezzo della sua dolorosa uscita da questo mondo. Oggi leggiamo le sue parole dette prima del sacrificio della Croce e che furono scritte posteriormente alla sua Risurrezione. Sulla Croce, con la sua morte vinse la morte e la paura. Non ci da la pace «come la dà il mondo» (cf. Gv 14,27), ma lo fà attraverso il dolore e l’umiliazione: così dimostrò il suo amore misericordioso all’essere umano.

Nella vita degli uomini è inevitabile la sofferenza, a partire dal giorno in cui il peccato è entrato nel mondo. Alcune volte si tratta di dolore fisico; altre di quello morale; in altre occasioni si tratta di un dolore spirituale..., e per tutti arriva la morte. Dio però, nel suo amore infinito, ci ha dato il rimedio per avere pace nel dolore. Lui ha accettato di “andarsene” da questo mondo con una “uscita” sofferente e avvolta di serenità.

Perché lo fece così? Perché in questo modo il dolore umano —unito a quello di Cristo— si trasforma in un sacrificio che salva dal peccato. «Sulla Croce di Cristo (...), la stessa sofferenza umana è rimasta redenta» (Giovanni Paolo II). Gesù Cristo soffre con serenità perché compiace al Padre celeste mediante un atto di costosa obbedienza, e con il quale si offre volontariamente per la nostra salvezza.

Un autore sconosciuto del II secolo mette sulle labbra di Cristo le seguenti parole: «Guarda gli sputi sul mio volto, che ho ricevuto per te, per restituirti il primo alito di vita che ho soffiato sul tuo volto. Guarda gli schiaffi sulle mie guance, che ho sopportato per riformare d’accordo alla mia immagine il tuo aspetto deteriorato. Guarda la mia spalla flagellata per togliere dalla tua il peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani, saldamente immobilizzate con chiodi sull’albero della croce, per te, che un tempo stendesti funestamente una delle tue mani verso l’albero proibito».
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6 commenti:

  1. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDì 1 MAGGIO 2018.

    Día litúrgico: Martes V de Pascua

    Santoral 1 de Mayo: San José, obrero
    Texto del Evangelio (Jn 14,27-31a): En aquel tiempo, Jesús habló así a sus discípulos: «Os dejo la paz, mi paz os doy; no os la doy como la da el mundo. No se turbe vuestro corazón ni se acobarde. Habéis oído que os he dicho: ‘Me voy y volveré a vosotros’. Si me amarais, os alegraríais de que me fuera al Padre, porque el Padre es más grande que yo. Y os lo digo ahora, antes de que suceda, para que cuando suceda creáis. Ya no hablaré muchas cosas con vosotros, porque llega el Príncipe de este mundo. En mí no tiene ningún poder; pero ha de saber el mundo que amo al Padre y que obro según el Padre me ha ordenado».

    REFLEXIÓN DE LELLA

    ORACIÓN : Te lo ruego, Espíritu Santo, descienda sobre mí, y me ilumine con su sabiduría para entender la lectura de la palabra de Dios, para ir del Hijo con el Padre, a través de ti. Por Cristo nuestro Señor. Amén.

    - De los Hechos de los Apóstoles nos enteramos de que ya 2000 años la Iglesia es perseguida, la época fueron los Judios que se negaron a reconocer a Jesús como el Mesías, entonces no eran los gentiles que no creen y los que adoraban a otros dioses. En todo este caos, Jesús habla de la paz ... y especifica que la paz de la que habla, no es como la que se puede buscar en este mundo, pero es la paz que viene del alma, que los que viven en paz consigo mismo y con sus hermanos.
    Jesús volverá a la del Padre, del mismo modo que vino del Padre, él dice que antes de que suceda, porque los apóstoles a creer lo que oyen y ven, el profeta mismo. En esta tierra no habrá mal, creada y dirigida por el príncipe de este mundo, y muchas veces se preguntan por qué? ¿Quién lo eligió príncipe de este mundo? ... Nosotros éramos los hombres, la vanidad, el orgullo, la lujuria por el poder, por el orgullo, por falta de tenerlo todo, escuchamos y aún escucharlo. Dios nos mira y elegir a quién pertenece sufre porque nos ama, sufre tanto que se decidió enviar a un redentor para salvarnos, que a través de su sacrificio, nos redimió del pecado original. Tal vez alguien no le gusta estas palabras, que no puede entender cómo Dios pudo habernos dejado a merced de Satanás, y luego quiero decir más sencillamente.¿ Somos que si elegimos creer que todo está aquí en la tierra y luego acumular tesoros y los bienes materiales o confiar en la palabra de Jesucristo, y la esperanza, pero la esperanza que iba a tener una mayor certeza, de una vida espiritual que ya viven aquí y continuar para vivir después del fin inexorable de nuestros días. Habla sobre el fin del mundo, y yo prefiero llamar a ustedes, con humildad, a pensar en el final de este orden de cosas, al final de una vida materialista, y el logro de una vida en la nueva Jerusalén, aprender a leer el Apocalipsis John, no como un desastre esperando a suceder, pero a medida que la victoria del bien sobre el mal, la victoria del reino de Dios en la de Satanás; pero para hacer esto, tienen que ganar a pasar en primer lugar en nuestros corazones.

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    1. Comentario de: Rev. D. Enric CASES i Martín
      (Barcelona, España)

      Hoy, Jesús nos habla indirectamente de la cruz: nos dejará la paz, pero al precio de su dolorosa salida de este mundo. Hoy leemos sus palabras dichas antes del sacrificio de la Cruz y que fueron escritas después de su Resurrección. En la Cruz, con su muerte venció a la muerte y al miedo. No nos da la paz «como la da el mundo» (cf. Jn 14,27), sino que lo hace pasando por el dolor y la humillación: así demostró su amor misericordioso al ser humano.

      En la vida de los hombres es inevitable el sufrimiento, a partir del día en que el pecado entró en el mundo. Unas veces es dolor físico; otras, moral; en otras ocasiones se trata de un dolor espiritual..., y a todos nos llega la muerte. Pero Dios, en su infinito amor, nos ha dado el remedio para tener paz en medio del dolor: Él ha aceptado “marcharse” de este mundo con una “salida” sufriente y envuelta de serenidad.

      ¿Por qué lo hizo así? Porque, de este modo, el dolor humano —unido al de Cristo— se convierte en un sacrificio que salva del pecado. «En la Cruz de Cristo (...), el mismo sufrimiento humano ha quedado redimido» (San Juan Pablo II). Jesucristo sufre con serenidad porque complace al Padre celestial con un acto de costosa obediencia, mediante el cual se ofrece voluntariamente por nuestra salvación.

      Un autor desconocido del siglo II pone en boca de Cristo las siguientes palabras: «Mira los salivazos de mi rostro, que recibí por ti, para restituirte el primitivo aliento de vida que inspiré en tu rostro. Mira las bofetadas de mis mejillas, que soporté para reformar a imagen mía tu aspecto deteriorado. Mira los azotes de mi espalda, que recibí para quitarte de la espalda el peso de tus pecados. Mira mis manos, fuertemente sujetas con clavos en el árbol de la cruz, por ti, que en otro tiempo extendiste funestamente una de tus manos hacia el árbol prohibido».

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  2. VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDì 1 MAGGIO 2018.

    Liturgical day: Tuesday 5th of Easter

    Saints May 1: St. Joseph, the worker
    Gospel text (Jn 14,27-31a): Jesus said to his disciples, «Peace be with you; I give you my peace. Not as the world gives peace do I give it to you. Do not be troubled; do not be afraid. You heard me say: ‘I am going away, but I am coming to you’. If you loved me, you would be glad that I go to the Father, for the Father is greater than I. I have told you this now before it takes place, so that when it does happen you may believe. It is very little what I may still tell you, for the ruler of this world is at hand, although there is nothing in me that he can claim. But see, the world must know that I love the Father and that I do what the Father has taught me to do. Come now, let us go».

    REFLECTION OF LELLA

    PRAYER : I beg you, Holy Spirit, come down on me, and enlighten me with your wisdom to understand the reading of the word of God, to go from the Son to the Father, through you.Through Jesus Christ our Lord. Amen.

    From the Acts of the Apostles we learn that already 2000 years the church is persecuted, the era were the Jews who refused to recognize Jesus as the Messiah, then there were the Gentiles who do not believe and those who worshiped other gods. In all this chaos, Jesus speaks of peace ... and specifies that the peace of which he speaks, is not like that you can search in this world, but it is the peace that comes from the soul, that those who live in peace with itself and with his brothers.
    Jesus will return to the Father, just as it came from the Father, he says it before it happens, because the apostles to believe what they hear and see, the prophet himself. In this land there will be evil, created and led by the prince of this world, and often wonder why? Who elected him prince of this earth? ... We were the men, vanity, pride, lust for power, for pride, for want of having it all, we listened and still listen to him. God looks at us and choose to whom they belong suffers because he loves us, he suffers so much that he decided to send a redeemer to save us, that through his sacrifice, redeem us from original sin.
    Maybe someone does not like these words, he can not understand how God could have left us at the mercy of Satan, and the
    n I want to say more simply. Are we that if we choose to believe that everything is here on earth and then accumulate treasure and material property, or trust the word of Jesus Christ, and hope, but hope that I would have more certainty, of a spiritual life already living here and continue to live after the inexorable end of our days. It talks about the end of the world, and I prefer to call you, with humility, to think at the end of this order of things, at the end of a materialistic life, and the achievement of a life in the new Jerusalem, learning to read the Apocalypse John, not as a disaster waiting to happen, but as the victory of good over evil, the victory of the kingdom of God on that of Satan; but to do this, they need to win to happen first of all in our hearts

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    1. Comment off: Fr. Enric CASES i Martín
      (Barcelona, Spain)

      Today, Jesus speaks to us indirectly of the cross: He will give us the peace, but at the cost of his painful “departure” of this world. Today, we read those words He said before the sacrifice on the Cross but that were written after his Resurrection. With his death on the Cross, He defeats both death and fear. He gives the peace «but not as the world gives peace» (Jn 14:27), inasmuch as He does it by going through the most excruciating pain and humiliation: this is how He proved his merciful love for man.

      As of the moment sin entered the world, suffering in our lives is unavoidable. There are times when it is a physical pain; others, it is a moral suffering; and then, there are times when it is a matter of a spiritual pain..., and we all have to die. But God in his infinite love has given us the remedy to have peace amidst the pain: He has accepted “to leave” this world with a painful “departure” surrounded by serenity.

      Why did He do it in such a way? Because thus, human pain —together with Christ's suffering— becomes a sacrifice that saves us from sin. «In the Cross of Christ (...), human suffering has been redeemed» (John Paul II). Jesus Christ quietly suffered to please the Heavenly Father with an act of costly obedience, through which He willingly offered Himself for our salvation.

      An unknown author of the 2nd century attributes these words to Jesus: «See the spits over my face, which I received from you, to give you back the first gust of life I had blown on your face. See my cheeks, which were slapped so I could reform your deteriorated aspect according to my new image. See my back, which was lashed to remove the weight of your sins from your shoulders. See my hands, so strongly nailed to the cross for you, who, in times ago, fatally stretched out one of your hands towards the forbidden tree».

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  3. VERSIONE IN FRANCESE MARTEDI 1 MAGGIO 2018

    Jour liturgique : Temps de Pâques - 5e Semaine: Mardi

    Martyrologe 1 mai: S. Joseph, travailleur
    Texte de l'Évangile (Jn 14,27-31a): «C'est la paix que je vous laisse, c'est ma paix que je vous donne; ce n'est pas à la manière du monde que je vous la donne. Ne soyez donc pas bouleversés et effrayés. Vous avez entendu ce que je vous ai dit: Je m'en vais, et je reviens vers vous. Si vous m'aimiez, vous seriez dans la joie puisque je pars vers le Père, car le Père est plus grand que moi. Je vous ai dit toutes ces choses maintenant, avant qu'elles n'arrivent; ainsi, lorsqu'elles arriveront, vous croirez. Désormais, je ne parlerai plus beaucoup avec vous, car le prince du monde va venir. Certes, il n'y a rien en moi qui puisse lui donner prise, mais il faut que le monde sache que j'aime mon Père, et que je fais tout ce que mon Père m'a commandé. Levez-vous, partons d'ici».

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: O Saint Esprit Je te prie de descendre sur moi, et de m'éclairer avec ton savoir pour comprendre les lectures de la Parole de Dieu, pour aller du Fils au Père, à travers Toi. Par Christ notre Seigneur. Amen.

    - Des actes des apôtres nous apprenons que déjà depuis 2000 ans l'église est persécutée, à l'époque c'étaient les Juifs qui ne voulaient pas reconnaître Jésus comme le Messie, il y avait ensuite les païens qui ne croyaient pas et ceux qui adoraient d'autres dieux. En tout ce marasme, Jésus nous parle de paix..... c'est spécifique que la paix dont il parle n'est pas comme celle que l'on peut chercher dans ce monde, mais c'est la paix qui naît de l'âme qui a qui vies en paix avec soi même et avec les frères. Jésus devra revenir du Père, comme il est venu du Père, il le dit avant que cela n'arrive, parce que les apôtres croient à ce qu'ils entendent et qu'ils voient, prophète de soi même. Sur cette terre il y aura le mal, créé et provoqué par le prince de cette terre, et nous nous demandons souvent pourquoi? Qui l'a élu prince de cette terre? œ Cela été nous les hommes, qui pour vanité, par orgueil, par désir du pouvoir, par envie de tout avoir, nous l'avons écouté et nous l'écoutons encore. Dieu nous regarde choisir à qui appartenir et il souffre parce qu'il nous aimes, il souffre beaucoup jusqu'à décider de nous envoyer pour nous sauver un rédempteur, qui avec son sacrifice, nous rachètera du péché originel. Peut-être qu'à quelques uns ces mots ne plairont pas, ils ne réussissent pas à comprendre comment Dieu, puisse nous avoir laissé en nourrice à satan, et alors je veux leur dire plus simplement.C'est nous qui choisissons si croire que tout est ici sur la terre et alors accumuler les trésors et les biens matériels, ou nous fier à la Parole de Jésus Christ, et espérer, mais plus qu'espérer je dirais avoir la certitude, d'une vie spirituelle à vivre déjà ici et continuer à la vivre après la fin inexorable de nos jours. On parle de la fin du monde, je préfère et je vous invite, avec beaucoup d'humilité, à penser à la fin de cet ordre de choses, à la fin d'une vie matérialiste, et à la réalisation d'une vie dans la nouvelle Jérusalem, en apprenant à lire l'apocalypse de Jean, non plus comme une catastrophe annoncée, mais comme la victoire du bien sur le mal, la victoire du royaume de Dieu sur celui de satan; mais pour faire ceci, il faut que la victoire arrive dans notre coeur avant tout.

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    1. Commentaire de l'Abbé Enric CASES i Martín
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui, Jésus nous parle indirectement de la croix: il nous laisse sa paix, mais au prix de son douloureux départ de ce monde. Aujourd'hui nous pouvons lire ses paroles dites avant le sacrifice de la Croix et écrites après sa Résurrection. Sur la Croix, par sa mort il a vaincu la mort et la peur. Il ne nous donne pas la paix «à la manière du monde» (cf. Jn 14,27), mais Il le fait en passant par la douleur et l'humiliation: Il a ainsi prouvé son amour miséricordieux pour l'être humain.

      Dans la vie des hommes la souffrance est inévitable depuis le jour où le pêché est entré dans le monde. Parfois c'est la douleur physique; d'autres fois, la douleur morale; d'autres fois encore, il s'agit d'une douleur spirituelle..., et tôt ou tard, nous devons tous mourir. Mais Dieu, dans son amour infini, nous a donné le moyen d'avoir la paix au beau milieu de la douleur: Il a accepté de “s'en aller” de ce monde par un “départ” souffrant et enveloppé de sérénité.

      Pourquoi l'a-t-Il voulu ainsi? Parce que, de cette façon, la douleur humaine —unie à celle du Christ— devient un sacrifice qui nous sauve du mal et du pêché. «Sur la Croix du Christ (...), toute souffrance humaine a aussi été rachetée» (Jean Paul II). Jésus-Christ souffre avec sérénité parce que son acte de coûteuse obéissance, par lequel, Il s'offre volontairement pour notre salut, plait au Père célestiel.

      Un auteur inconnu du Deuxième Siècle attribue au Christ les paroles suivantes: «Regarde sur mon visage les crachats que j'ai reçus pour toi afin de te replacer dans l'antique paradis. Regarde sur mes joues la trace des soufflets que j'ai subis pour rétablir en mon image ta beauté détruite. Regarde sur mon dos la trace de la flagellation que j'ai reçue afin de te décharger du fardeau de tes péchés qui avait été imposé sur ton dos. Regarde mes mains qui ont été solidement clouées au bois à cause de toi qui autrefois as mal étendu tes mains vers le bois…».

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