domenica 17 febbraio 2013

(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

VANGELO
(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
A Te o Santo Spirito mi rivolgo per capire quello che non posso capire, aiutami, secondo quello che tu ritieni giusto.
Leggendo questo brano non possiamo restare indifferenti pensando, come davanti a certe parabole, che Gesù parli in modo troppo semplice,di cose veramente difficili da attuare, come perdonare ed amare i propri nemici, tanto per fare un esempio.
Una vita non basta per imparare a vivere da cristiani, ma la nostra aspirazione dovrebbe essere quella di vivere imitando Cristo, quella di vivere già sulla terra da Santi, come il Santo di Dio, ma poiché il divario è troppo, spesso rinunciamo. Quello che però riusciamo a percepire è che la nostra vita da cristiani non finisce qui, non si ferma con la morte del corpo come un qualsiasi ingranaggio che si rompe e che si butta, ma ha in se qualcosa di più, qualcosa di santo, di divino, che ci permette di passare oltre. Quello che il Signore ci fa oggi , non è una proposta, ma un avvertimento.
Un avvertimento è un messaggio che ci avverte di un pericolo vero, che incombe, ed in questo caso quello che incombe è il giudizio finale che, sia che crediamo o no, toccherà a tutti. Come dico io, quando passeremo alla cassa a pagare il conto, non ci saranno sconti, non potremo dire nulla in nostra discolpa, che possa cambiare le cose, perchè saremo davanti al Signore che conosce ogni cosa, e credo che allora avremo anche una piena coscienza del peccato.
Io penso che quando l' anima, si sarà staccata dal corpo, perderà quella terrena incoscienza, perdendo la parte mortale contaminata dal peccato di superbia, e si riconoscerà in tutta la sua innocenza, tanto che ogni peccato sarà come una macchia enorme sull' abito candido e sarà visibile anche a noi.
L’immortalità è stato sempre il sogno degli uomini, ma non è di questa immortalità che Gesù ci parla, ma dell’ immortalità dell’ anima e ci promette cieli nuovi e terra nuova, perché tutti quelli che muoiono in Adamo possano rinascere in Gesù ed in Lui risorgere.
Farci troppe domande non serve, bisogna imparare a conoscere Gesù Cristo, ascoltare la sua parola, e solo così potremo imparare a fidarci di Lui, perché senza fede, potremmo parlare di tante forme di vita, ma non potremmo mai comprendere il mistero dell’ eternità che ci dona solo Dio.
Però Gesù parla chiaramente anche di premio e di pena ed è chiaro che un Dio giusto, darà una pena giusta. Pertanto a colui che pecca mortalmente è dovuta la pena di essere totalmente escluso dal conseguire l’ ultimo fine.
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Pubblicato da Lella Mingardi a 06:12

2 commenti:

  1. REFLEXION DE LELLA
    - PRIERE :
    - C'est à Toi ô Saint Esprit que je m'adresse pour comprendre ce que je ne peux comprendre, aide-moi, selon ce que tu crois juste.

    - En lisant ce passage nous ne pouvons pas rester indifférents en pensant, comme devant certaines paraboles, que Jésus parle de manière trop simple, de choses vraiment difficiles à réaliser, comme pardonner et aimer nos propres ennemis, tant pour faire un exemple.
    Une vie ne suffit pas pour apprendre à vivre en chrétiens, mais notre aspiration devrait être celle de vivre en imitant Christ, celle de vivre déjà sur la terre en Saints comme le Saint de Dieu, mais comme la discordance est trop grande, nous renonçons souvent. Ce que cependant nous réussissons à percevoir est que notre vie de chrétiens ne finit pas ici, elle ne s'arrête pas avec la mort du corps comme un engrenage quelconque qui se casse et qui se jette, mais il a en soi quelque chose de plus, quelque chose de saint, de divin, qui nous permet de passer au-delà. Ce que le Seigneur nous fait aujourd'hui n'est pas une proposition mais un avertissement. Un avertissement est un message qui nous avertit d'un vrai danger, qui menace, et dans ce cas ce qui menace c'est le jugement final qui, est que nous croyons ou pas, il nous touchera tous. Comme je le dis, quand nous passerons à la caisse pour payer notre compte, il n'y aura pas d'escomptes, nous ne pourrons pas rien dire pour notre décharge, qui puisse changer les choses, parce que nous serons devant le Seigneur qui connaît tout, et je crois qu'alors nous aurons aussi une conscience pleine, du péché.
    Je pense que quand l'âme se sera détachée de notre corps, elle perdra cette inconscience terrestre, en perdant la partie mortelle contaminée par le péché d'orgueil, et elle se reconnaîtra en toute son innocence, tellement que chaque péché sera comme une tache énorme sur nos habits blancs et il nous serons visible à nous aussi.
    L'immortalité a toujours été le rêve des hommes, mais ce n'est pas de cette immortalité que Jésus nous parle, mais de l'immortalité de l'âme et il nous promet de nouveaux cieux et une nouvelle terre, pour que tous ceux qui meurent en Adam puissent renaître en Jésus et en Lui ressuscité.
    Nous poser trop de questions ne sert pas, il faut apprendre à connaître Jésus Christ, écouter sa Parole, et seulement là nous pourrons ainsi apprendre à nous confier à Lui, parce que sans foi, nous pourrions parler de beaucoup de formes de vie, mais nous ne pourrions jamais comprendre le mystère de l'éternité que seul Dieu nous donne.
    Cependant, Jésus parle aussi clairement du prix et de la peine et il est clair que Dieu est juste, il donnera une peine juste. Par conséquent à celui qui pèche mortellement est due la peine d'être totalement exclus de réaliser sa fin ultime.

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  2. Mi reflexión
    oración

    A usted , Oh Espíritu Santo, me dirijo a ver lo que no puedo entender, ayúdame, de acuerdo con lo que usted piensa que es correcto.

    La lectura de este fragmento del Evangelio, no podemos estar indiferente, como antes de ciertas parábolas que Jesús habla tan demasiado simple, de las cosas que son realmente difíciles de implementar, cómo perdonar y amar a nuestros enemigos, sólo como un ejemplo.
    Una vida no es suficiente para aprender a vivir como cristianos, pero nuestra aspiración debe ser vivir imitando a Cristo, a vivir en la tierra por santos, como el Santo de Dios, sino porque la brecha es demasiado a menudo renunciar.
    Pero lo que percibimos es que nuestras vidas como cristianos no termina aquí, no se detiene con la muerte del cuerpo como cualquier engranaje que se rompe y si puede tirar fuera, pero tiene en sí algo más, algo santo, divina, que nos permite seguir adelante.
    Lo que el Señor nos dice hoy en día no es una propuesta, sino una advertencia.
    Una alerta es un mensaje que nos advierte de un peligro real, inminente, y en este caso el titular es el juicio final, ya sea que lo creas o no, es cosa de todos. Como yo digo sempre, cuando vamos al cajero para pagar la cuenta, no habrá ningún descuento, no podemos decir nada en nuestra defensa, que podría cambiar las cosas, porque estamos ante el Señor, que conoce todas las cosas, y creo que entonces tendremos un completo la conciencia de pecado.
    Creo que cuando el alma, se separa del cuerpo, perderá el inconsciente terrenal, perdiendo contaminado por el pecado mortal del orgullo, y se reconocerá con toda inocencia, de modo que todos los pecados serán como una enorme mancha en el vestido blanco y será visible para nosotros.
    La inmortalidad siempre ha sido el sueño de los hombres, pero no es de esta inmortalidad que Jesús nos habla, sino de la inmortalidad del alma y promete un cielo nuevo y una tierra nueva, porque todos los que mueren en Adám va a nacer de nuevo en Jesús y en Él resucitado.
    Nosotros no necesitamos demasiadas preguntas, tenemos que aprender a conocer a Jesucristo, a escuchar su palabra, y la única manera de aprender a confiar en él, porque sin fe, podemos hablar de las muchas formas de vida, pero nunca pudo entender el misterio de la eternidad que Dios sólo nos da
    Pero Jesús también habla claramente de premio y castigo, y está claro que un Dios justo, dar una sentencia correcta. Por lo tanto, a aquel que peca mortalmente se debe el dolor de ser totalmente excluido por la consecución del objetivo final.

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