giovedì 15 agosto 2013

(Mt 19,3-12) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.

VANGELO
(Mt 19,3-12) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre


mogli; all’inizio però non fu così.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Parola del Signore


(Mt 19,3-12) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all ’inizio però non fu così.
(Mt 19,3-12) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all ’inizio però non fu così.

LA MIA RIFLESSIONE

 PREGHIERA


Vieni o Spirito Santo e manda a noi dal cielo,un raggio della tua luce... basterà un piccolo raggio per aprire la mia mente annebbiata dalla mia umanità,e tu dammi quel piccolo raggio e tutto intorno sparirà e sarò solo tua mio Signore,con la mente e con il cuore.


E' lecito Gesù? Quante volte noi chiediamo a Dio se è lecito ai suoi occhi quello che facciamo? Ben poche vero?Siamo noi a decidere quello che è giusto, quello che ci conviene e poi troviamo una giustificazione per cui tutto diventi lecito anche agli occhi di Dio. Dimentichiamo troppo spesso che stringiamo dei patti, facciamo delle promesse e addirittura che consacriamo questi patti. Oggi tutto si fa con troppa leggerezza, sicuramente colpa delle generazioni precedenti,sicuramente della mia generazione,quando ancora non sapevo neanche che cosa era, anche io in pieno femminismo, ho votato per il divorzio. Ma sì, se una cosa non funziona più invece di ripararla,buttiamola alle ortiche,con tutto quello che comporta,così saremo liberi di farci una nuova famiglia,avere altri figli e ricominciare da capo.... sperando che sia la volta buona, o solo fino alla prossima.
Il matrimonio celebrato in chiesa non è solo un patto tra due coniugi, ma anche un patto davanti a Dio e anche se Mosè permise al suo popolo di ripudiare la moglie, lo fece perché il suo popolo era duro di cuore, come quello di oggi.
Io non condivido oggi, che rispondo al nome di Cristiana, il cosiddetto divorzio, e tanto meno l' annullamento del Matrimonio, neanche da parte della Chiesa. Posso accettare l' allontanamento per gravi motivi come il pericolo di vita per un coniuge o per i figli, ma il matrimonio resta sacro e quindi per me solo Dio può mettere fine ad un'unione tra due persone.Questo non significa che giudico chi si è separato  o ha creato nuove famiglie, proprio perché solo a Dio spetta il giudizio, e lo vorrei mettere bene in chiaro; proprio perchè a volte veniamo tutti accusati di essere dei bigotti perché cerchiamo di fare nostre le regole di Dio.Appunto "FARE NOSTRE", non costringere altri a a rispettarle, perché ogni scelta di vita è "PERSONALE", ogni cammino di fede è "INDIVIDUALE".Succede però,nella nostra moderna società,che le leggi degli uomini non combacino con le leggi di Dio, ed è giusto che un Cristiano che segue il cammino di Cristo, sappia bene che, anche se le leggi civili siano più permissive, delle leggi di Dio, queste servono per una società giusta e serena. Oggi invece sembra di vivere in un grande supermarket dell'egoismo, dove alla insegna dell' usa e getta, nessuno cerca più di far funzionare le unioni, anzi tutti si danno da fare per consigliare la separazione, l'aborto,e prestano a satana la loro voce che s' innalza sopra a tutto con fare prepotente e tende a soffocare la voce del cuore.
C'è un vecchio proverbio che dice "chi sbaglia paga!" ma non va più di moda e se uno confonde il sesso con        l' amore e si sposa, oppure dopo un po' si disamora, come con un giornale già letto fa una bella pallottola di carta e butta via tutto e pensa di non pagarne mai le conseguenze. Da questo concetto ne scattano altri, che tendono a giustificare tutto, perché la felicità dei figli oggi non si valuta sulle sicurezze morali, ma su quelle materiali,e quindi se nei figli crescerà la consapevolezza che niente è per sempre, non è un grande danno.
Per la durezza del nostro cuore Mosè, la Chiesa, la legge aprono certe porte, ma da quelle porte esce anche       l' amore e ci allontaniamo da Dio che è la fonte dell'amore.
Chiedo scusa se ho ferito qualcuno, so che questo è un bruttissimo discorso e fa male a molti, ma io non intendo giudicare nessuno, sia ben chiaro, anche io, l'ho detto all'inizio, sono colpevole di tanta indifferenza verso l'indissolubità del matrimonio;potessi tornare indietro voterei no per il divorzio, ma tanto non cambierebbe di molto, oggi l'uomo fa le leggi per violarle, non per rispettarle e nel pieno consenso generale.

VOCE DI SAN PIO :

-"L’umiltà e la carità vanno di pari passo. L’una glorifica e l’altra santifica. L’umiltà e la purezza dei costumi sono ali che elevano fino a Dio e quasi divinizzano." (T, 54).

mercoledì 14 agosto 2013

(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

VANGELO 
(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. 
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: 
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore

(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Colletta 
Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore hai ispirato alla beata Vergine Maria, che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant'Elisabetta, concedi a noi di essere docili all'azione del tuo Spirito, per magnificare con Maria il tuo santo nome. Per il nostro Signore Gesù... 

Quella di oggi è la pagina più bella che riguarda la Madonna che sia mai stata scritta. E' il canto d' amore di Maria che appena è stata scelta dal Signore come Madre di Gesù, capisce, nonostante la preoccupazione che la sua condizione le procura, che la sua non può essere una condizione di immobilità, e parte immediatamente per servire.
L'incontro è con Elisabetta,la cugina anziana, alla quale Dio aveva donato una gravidanza in tarda età; che avrebbe contribuito con lei, attraverso il suo figlio Giovanni il Battista a far conoscere Gesù, salvezza del mondo. Maria è abbagliata dalla grandezza di quello che il Signore ha compiuto in lei, che si sente così esaltata da un lato e così umile dall'altro, diviene immediatamente serva del Signore, ma anche consapevole che quello che avverrà nel mondo, sarà un prodigio che darà al mondo la salvezza promessa da Dio attraverso le sacre scritture. Forse Maria non sapeva quanto questa scelta l'avrebbe fatta soffrire,ma attraverso questa sua accettazione di ogni cosa venisse da Dio, diventa partecipe della nostra salvezza, e ancora oggi,ci accompagna al Figlio suo e ci ripete- "fate quello che lui vi dirà"-Grazie del tuo si madre dell'umanità. –
La storia di Maria può essere la nostra storia,certamente non ai suoi livelli,ma anche noi possiamo dire " si " a Dio e lasciare che sia Lui a dirigere la nostra vita,attraverso lo Spirito Santo. Se non riuscite ancora a comprendere bene cosa sia lo spirito Santo,se vi sembra di non saperlo ascoltare, lasciatevi trasportare nell'amore per tutti i fratelli,perché nell'amore sarà più facile riconoscere la sua voce.

martedì 13 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Padre, voi siete tanto buono! – Io non sono buono, solo Gesú è buono. Non so come quest’abito di san Francesco che indosso non scappi via da me! L’ultimo delinquente della terra è d’oro al pari di me." (T, 118).

(Lc 11,27-28) Beato il grembo che ti ha portato!

VANGELO
 (Lc 11,27-28) Beato il grembo che ti ha portato!
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Parola del Signore
 (Lc 11,27-28) Beato il grembo che ti ha portato!
(Lc 11,27-28) Beato il grembo che ti ha portato!

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Santo, vieni Amore di Dio, e inonda il mio cuore e la mia mente perché ti appartengono.

Stupende queste poche parole di Gesù, sembra quasi di immaginare la scena… attorniato dalla folla ha appena scacciato un demonio da un muto e sta parlando alla gente dei pericoli che corrono i figli di Dio assediati dai demoni, quando una donna (e torniamo a vedere il coraggio delle donne di esprimersi davanti a Gesù) levò il suo grido tra la gente, esprimendo il suo senso di compiacimento per la madre di Gesù, che suona così: ” che gioia per lei essere Tua Madre mio Signore! ”
Ma la gioia non è nell’essere madre di Gesù , la gioia è nell’ascoltare ed accettare la parola di Dio come ha fatto Lei, in questo è da considerare beata, nell’ aver saputo dire quel si che ha permesso la salvezza dell’umanità..
La mentalità della donna che è sicuramente mamma, rappresenta quello che tutte le mamme pensano; il figlio è qualcosa che dà quello che possiamo definire il diritto di orgoglio materno, perché la mamma si sente realizzata nella sua educazione e nella sua crescita, ma questa è appunto la mentalità terrena.
Noi sappiamo che invece Maria, sfuggì a questo concetto, concedendosi completamente a Dio, affidandosi interamente alla sua volontà, accettando già dal momento del concepimento l’ idea di un figlio che non gli appartiene, ma che è dono di Dio.
Se oggi ogni donna accettasse un figlio come dono di Dio, il mondo sarebbe sicuramente migliore, ma troppe sono le persone tra noi che pensano di avere diritto di vita e di morte sui propri figli, e molte quelle che considerano un figlio non come un regalo che è il coronamento di un progetto come la famiglia, ma come un optional aggiuntivo su cui proiettare i nostri sogni e le nostre frustrazioni.
Nel magnificat la Madonna si sentì piena di grazia e sentì che molte sarebbero state le generazioni che l’avrebbero chiamata “beata”.
Oggi voglio regalarvi un canto molto bello, sicuramente conosciuto ai più:
buon ascolto.

(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.

VANGELO
 (Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore

(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.
(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito di sapienza a far luce nella mia mente, insegnami ad ascoltare le parole del Signore ed a tradurle in realtà nella mia vita, senza mettere nulla della mia stolta umanità, ma solo quello che Lui desidera.

In questa pagina Gesù ci insegna a costruire la società cristiana in cui vivere ed come confrontarci con i nostri fratelli.
Chiaramente questo è un discorso che sì, era adatto alle prime comunità cristiane, ma che può benissimo rapportarsi ad ogni nostra attuale piccola comunità, cominciando dalla famiglia stessa.
Prima di tutto chiarire e confrontarci senza cattiveria con quel fratello che secondo noi ci ha fatto un torto, perché potrebbe anche essere solo un disguido, un malinteso. Se questo non basta si deve comunque cercare di risolvere anche con l’ aiuto di testimoni, non facendo chiacchiere dietro alle spalle,ma cercando aiuto per la soluzione della vicenda,  insomma si deve far di tutto per non far diventare una contesa qualsiasi in un rancore. 
Si deve cercare la pace, ma quella vera, quella che non è solo apparenza , ma la pace del cuore e questa deve essere la cosa più importante in una comunità di Fratelli. Quello che poi noi stiamo leggendo non è solo un monito per i fedeli , ma anche per i discepoli, che hanno grandi responsabilità nell’ ambito della Chiesa stessa.
La comunità si deve basare sulla preghiera comunitaria, deve essere un incontro tra fratelli e a questo punto, troviamo delle parole molto difficili da comprendere, ma che si possono racchiudere tutte in sintesi, in un’unica frase.
Le regole le mette Dio e le conferma Gesù Cristo, non si può vivere da cristiani , facendoci degli schemi a modo nostro.
L’uomo tende ad aggiustarsi tutto come gli pare, ultimamente poi, si è creata talmente tanta confusione che la torre di Babele è un esempio di come pur essendo tutti nello stesso posto, parlando tutti la stessa lingua, non riusciamo più a capirci. Ogni individuo ha una sua verità, ogni sacerdote, ogni vescovo dice la sua, ma tutto contribuisce spesso solo a creare più confusione proprio perché ognuno dice la sua… ma la verità è una sola, quella di Dio ed a questa bisogna attenerci.
La preghiera e l'invocazione allo spirito Santo, rimettono tutto nelle mani del Creatore, risolvono dubbi e affidano al Signore ogni cosa. Io personalmente posso dire di aver messo in pratica questa pagina , pregando ed affidando a Gesù delle situazioni che sembravano estreme, ed umanamente impossibili da risolvere; la risposta del Signore non ha tardato ad arrivare, specialmente quando chiedo anche all'altra persona di affidarci a Dio con la preghiera.
Guadagnare un fratello!!!
In queste semplici tre parole c’è il senso di quello che noi non riusciamo spesso ad afferrare, perché nella realtà ci comportiamo al contrario di quello che ci indica il Signore, prima ne parliamo male con tutti e solo poi, forse, ne discutiamo con lui. Quando perdiamo un fratello, perdiamo una parte di noi, ma se non ce ne rendiamo conto è perché mettiamo davanti a noi il nostro ego, la nostra dignità, la nostra superbia, cosa che non ha fatto Gesù Cristo.
Ci ha amato anche se non ci siamo abbassati , trafitto dall’amore che ha per noi, inchiodato alla croce dal desiderio di salvarci e di ricondurci nella casa del Padre. Con la sua morte ci ha guadagnato fratelli, se capissimo che pregando per chi non si corregge guadagneremmo tanti fratelli , allora si che avremo capito quello che vuole da noi Gesù:
se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

lunedì 12 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Che cosa è la felicità se non il possedimento di ogni sorta di bene, che rende l’uomo del tutto pago? Ma su questa terra si trova mai qualcuno che sia pienamente felice? No, certamente. L’uomo sarebbe stato tale, se si fosse mantenuto fedele al suo Dio. Ma giacché l’uomo è pieno di delitti, cioè pieno di peccati, non può mai essere pienamente felice. Quindi solo in cielo si trova la felicità: ivi non pericoli di perdere Dio, non patimenti, non morte, ma sempiterna vita con Gesú Cristo." (CS, n. 67, p. 172).

(Mt 18,1-5.10.12-14) Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.

VANGELO
 (Mt 18,1-5.10.12-14) Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Parola del Signore

(Mt 18,1-5.10.12-14) Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito di Dio ed aiutami ad essere come un bambino e affidarmi a te.

Questa volta è  Matteo e non Luca e ci descrive la scena, mettendo in risalto le parole di Gesù. Vorrei notare con voi una frase che dice il Signore: ”accoglie me”. Gesù si immedesima in un bambino, si fa piccolo e ci chiede di fare come lui; di non cercare la grandezza, ma proprio come un fanciullo lasciarsi educare e plasmare dall’ amore del Padre.
I bambini hanno degli angeli che li custodiscono, e l' intervento immediato del Padre in loro difesa: egli ha disposto uno schieramento di angeli a servizio e a difesa dei suoi bambini, dei suoi "piccoli". Tramite i propri angeli che vedono la faccia di Dio, essi possono far giungere fino a lui i torti e le ingiustizie che ricevono. Chi tocca i suoi "piccoli", tocca Dio.
Essere come bambini, vuol dire essere semplici ed umili e non significa essere incapaci di ragionare, ma capaci di affidarsi a Dio.
 Poi passiamo ad un altro passo, quello del pastore . 
Queste poche righe sembrano povere a prima vista, semplici, perché in fondo è normale che il pastore ci tenga alle sue pecore, fin qui non ci piove;  ma se guardiamo più attentamente, scopriremo che il discorso è rivolto anche a noi. Che ve ne pare di questo pastore che corre dietro alla pecora smarrita fino a che non l’ ha trovata? Sembra chiederci Gesù!
Che amore pensate che sia quello che lo spinge a sacrificare anche se stesso per darci la possibilità di entrare a far parte del suo regno?
Scoprire quanto e come Dio ci ama, ci fa notare che non è proporzionabile al nostro modo d’amare, né a come noi concepiamo l’amore.  Nella lettura del Vangelo, si parla di Gesù come dell’ agnello che è messo sul trono da Dio e che sarà il pastore per tutti noi, ma anche dell’ agnello che per primo ha accettato di essere sacrificato, di donare la sua vita, con una rassegnazione che è tipica di quest’animale, che va incontro alla morte senza neanche un lamento, con docile accettazione. Gesù ha accettato di servire fino alla fine il progetto di Dio e per questo sarà ritenuto degno di diventare il pastore di tutti, quello che c’ indicherà la via da seguire.
Una sola pecora in cambio di 99… sicuramente tornerà pensiamo, speriamo, ma sarà difficile che qualcuno di noi sarebbe disposto ad abbandonare le altre per correre mille pericoli ed andare a cercarla.
Eppure questo è quello che fanno centinaia di missionari che corrono mille pericoli in terra straniera per far conoscere Gesù, perché questo sentimento di condivisione della salvezza, dono per tutti, deve essere quello che anima i nostri cuori di Cristiani per essere conformi a Cristo e non un rapporto egoistico. Sempre più spesso si parla di una chiesa troppo ricca, ma poi, quando sentiamo di quanti perdono la vita solo perché cristiani che cercano di far conoscere il Signore in ogni parte del mondo, capiamo che la chiesa con è soltanto una banca che prende per arricchirsi, ma un’opera di grande umanità che porta nei posti più sconsolati del mondo tanto amore, istruzione e cibo per il corpo e per l’ anima. Quanti di noi che stiamo caldi e comodi nelle nostre case, sono disponibili a camminare diverse miglia nella foresta o nel deserto per poche anime, quanti come Gesù sanno essere buoni pastori? Dacci o Signore la forza di non perderci mai e di poter aiutare chi non conosce le tue vie.

domenica 11 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Tu hai costruito male. Distruggi e ricostruisci bene." (AdFP, 553).

(Mt 17,22-27) Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.

VANGELO
 (Mt 17,22-27) Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: « Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei? ». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Parola del Signore



(Mt 17,22-27) Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.
(Mt 17,22-27) Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e donami la sapienza di comprendere quello che il Signore vuole che io comprenda, aiutami !
Il momento è quasi giunto, Gesù ne è consapevole e cerca di dare ai suoi discepoli le coordinate per comprendere quanto tutto quello che sta per succedere sia necessario.Il volere del Padre è la salvezza dei figli ed anche se costerà caro a Gesù, in termini di sofferenza, è disposto a tutto pur di salvare i suoi fratelli, perché l’amore di Dio ci unisce a Lui in maniera indissolubile.  Gesù cerca di far capire a Pietro che è necessario che viva da uomo e che muoia da uomo per assumere su di se tutte le colpe degli uomini e poterli liberare.La Sua passione sarà terribile, ma il messaggio che Gesù da a Pietro, non è di dolore o paura, ma di accettazione e fondamentalmente di Speranza.Il Figlio di Dio non dovrebbe pagare la tassa nella chiesa di Dio, ma Gesù fa comprendere a Pietro che sarà Dio stesso a provvedere per pagare il tributo, e lo farà proprio attraverso la sua vita.Ma anche se Gesù morirà, risorgerà dopo tre giorni, e questo deve essere ben presente nella nostra mente, perché la nostra non è solo speranza, ma certezza che nulla è perduto, anche se ci sembra che la fede stia morendo, che la chiesa sia più una multinazionale che la casa di Dio… non fermiamoci a giudicare, ma andiamo oltre, andiamo a condividere con Gesù Cristo quella che sarà la sua e la nostra resurrezione. Noi siamo tempio di Cristo, se accettiamo di rinascere in Lui.

sabato 10 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Se dobbiamo aver pazienza a sopportare le miserie altrui, tanto piú dobbiamo sopportare noi stessi. Nelle tue quotidiane infedeltà umíliati, umíliati, umíliati sempre. Quando Gesú ti vedrà umiliato fino a terra, ti stenderà la mano e penserà lui stesso ad attirarti fino a sé." (AP).

(Lc 12,32-48) Anche voi tenetevi pronti.

VANGELO DI DOMENICA 11 AGOSTO
(Lc 12,32-48) Anche voi tenetevi pronti.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Spirito Santo, eterno Dio, regna nel mio cuore ed illumina la mia mente, fa che tutto mi sia rivelato della tua parola per grazia, davanti ai miei occhi fa che il libro si apra ed io sappia leggere tra le righe quello che la tua voce mi dice.

Continua il discorso di Gesù che c’esorta a fare la nostra scelta in maniera definitiva. Ci spinge all’ attesa vigile, come quella delle 10 vergini che aspettavano lo sposo; nessuno sa quando verrà. Spesso ci dice che seguire Lui non è facile, che dobbiamo lasciare tutti gli interessi terreni per farlo, e che non sarà per niente facile, potremo essere offesi, umiliati e addirittura uccisi nel suo nome, insomma come prospettiva non è certo incoraggiante, ma ecco l’altro lato della medaglia, quello per cui vale la pena di affrontare tutto questo. Siamo FIGLI DI DIO e quindi suoi EREDI. Siamo su questa terra sempre alla ricerca della felicità e l'abbiamo a portata di mano,dobbiamo solo riuscire a vedere oltre la nostra ottusità, oltre la nostra realtà terrena.
Per noi c’ è un intero patrimonio che ci attende, quello del regno dei cieli per l’eternità. Se leggiamo attentamente cosa ci dice in queste poche righe, capiamo che se saremo vigili nella fede, se lo aspetteremo senza cedere alle lusinghe della nostra superbia, della nostra sete di potere, se non saremo attaccati ai beni materiali, ma metteremo Dio al primo posto nella nostra vita, sarà il padrone a cingersi le vesti al fianco e servirci. Questo significa che non siamo stati lasciati a noi stessi, ma che Cristo stesso è venuto per servirci la salvezza, e dobbiamo avere fiducia che è sempre presente nella nostra storia per aiutarci a raggiungere Dio, che non ci vuole schiavi ma salvi, per poterci riabbracciare nel giorno del giudizio.
Ecco qual'è la felicità che ci attende, per l'eternità, se viviamo in funzione di quest’attesa, che se sapremo viverla sarà un incontro continuo e sempre nuovo, non un’attesa sterile e buia. Stamattina ho incontrato Gesù nella comunione, è con me nella lettura della sua parola, nella meditazione, nella preghiera, nella carità, nella speranza, nella malattia, nella disgrazia, nella gioia, non è mai vuota la mia giornata perché Gesù è con me,e parla al mio cuore che gli appartiene; Lui è il tesoro che ho ricevuto per grazia e che farò sempre vivere eletto come re della mia vita, spero solo di poterti sempre servire fedelmente, sempre secondo la tua volontà, negli anni che tu mi degnerai di concededermi. Non permettere mai che io mi allontani da Te. Amen.

venerdì 9 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"In questo mondo nessuno di noi merita nulla; è il Signore che è benevolo nei nostri confronti, ed è la sua infinita bontà che concede, perché tutto perdona." (CE, 47).

VOCE DI SAN PIO :

-"La vera umiltà del cuore è quella sentita e vissuta piú che mostrata. Bisogna umiliarsi sempre davanti a Dio, ma non con quella umiltà falsa che porta allo scoraggiamento, generando sconforto e disperazione. Dobbiamo avere un basso concetto di noi stessi. Crederci inferiori a tutti. Non anteporre il proprio utile a quello degli altri." (AP)

(Gv 12,24-26) Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.

VANGELO
 (Gv 12,24-26) Se il chicco di grano muore, produce molto frutto. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e porta la tua luce nella mia mente, affinché attraverso il tuo apporto, il chicco possa germogliare e dare frutto.

Questa è una serie di cose che Gesù ci dice, che sembrano un po’ buttate là, ma che invece sono colonne della fede, sulle quali si basa poi tutta la nostra speranza. Attraverso la sua parola, Gesù si fa chicco di grano, attraverso la sua vita, fa germogliare in noi la speranza di un nuovo modo di concepire sia la vita sia la fede, attraverso la sua morte germoglia in noi la salvezza e attraverso a sua resurrezione la certezza dell’eternità. Tutto è per noi, dal momento della creazione tutto quello che Dio ha fatto, lo ha fatto per noi, tutto quello che ci ha dato l’ ha dato per amore e, la parola di Gesù, ce lo ripete e lo rinnova nel nostro cuore.
Sta a noi adesso, cogliere quel piccolo seme che Dio ha messo nel nostro cuore, farlo germogliare e fare sì che produca frutto, ma senza perdere tempo, senza distrazioni, perché se il campo non è coltivato attentamente, la zizzania soffocherà tutto il raccolto. Vediamo qui espressi i concetti base della nostra fede, quelli che ci faranno passare con l’aiuto di Dio, attraverso la porta stretta, servire e seguire. Se riusciremo ad essere fedeli a questi concetti, vedremo germogliare i frutti dell’amore che Gesù ha trasmesso a noi.

giovedì 8 agosto 2013

(Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!

VANGELO
 (Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Ti prego Signore, fa che il tuo Santo Spirito scenda su di me e con me rimanga per illuminarmi in questo cammino di fede e di umile evangelizzazione che faccio prima di tutto su di me, applicandomi a conoscere la tua parola. Fammi strumento nelle tue mani, togliendo da me tutto quello che è mio e non mi viene da te.

 Leggendo la stessa lettura nel Vangelo di Giovanni, vediamo che riportando le parole di Gesù, ci tiene a comunicare che credere in Dio significa credere nella Luce e camminare nella luce con Gesù significa non solo essere in comunione con Lui, ma anche con i fratelli.
E’ importante capire questo per non ingannare noi stessi, su un cammino che, non pretende da noi la perfezione, ma ci spinge a cercarla.
Tutti sappiamo che il momento arriverà, ma non ci vogliamo pensare, eppure qui vediamo dalle parole di Gesù, che non dobbiamo aspettarci una brutta cosa, un brutto evento, ma una festa simile ad un matrimonio, ad un incontro con lo sposo, è a questo che Gesù paragona il regno dei cieli.
Ed allora leggiamo insieme la parabola delle dieci vergini che attendono lo sposo, e vediamo che 5 sono stolte e 5 sono sagge.
 Le prime non avevano calcolato che lo sposo poteva arrivare in ritardo e non avevano portato l’olio di scorta per le lampade….. Troppo spesso noi siamo così, vorremmo seguire la luce, e fare il volere di Dio, ma se l’attesa è troppo lunga, ci distraiamo; se la tentazione è forte, ci allontaniamo e tutto questo senza riflettere sul fatto che la morte è inevitabile e non sappiamo come e quando ci colpirà.
 I tempi del Signore non sono i nostri, se fosse possibile amministrare anche quelli, state tranquilli che qualcuno ci avrebbe già provato, l’uomo nella sua superbia, seguendo il padre dei superbi, vorrebbe mettersi al posto di Dio, ci prova continuamente, su questa terra, dove regna il caos, dove tutto si sta distruggendo per colpa nostra, ma ancora lo chiamiamo progresso.
Corriamo con le nostre macchine sempre più veloci, sempre più ubriachi, sfrecciamo nella nostra vita e nella vita degli altri, travolgendo tutto e tutti senza freni e mentre corriamo ci sentiamo immortali. Ma non siamo immortali e verrà per tutti noi il giorno in cui ci troveremo davanti allo sposo della parabola, davanti a quel Gesù che ha amato noi più di quanto amasse la sua mamma e più di se stesso, che cosa gli diremo allora? Grazie, ma io avevo altro da fare che ricambiare il tuo amore…. Le vergini sagge attendono sempre tenendosi alla luce della parola di Dio, cercando di non cadere in tentazione, consapevoli che è vitale essere pronte per l’incontro, per non essere chiuse fuori della porta dello sposo. Non guarderanno se sembreranno fuori moda, se non faranno parte dell’élite di quelli amati dal pubblico, se non saranno capite mentre inginocchiate in chiesa, seguiranno la parola di Dio e non si preoccuperanno di correre da tutte le parti. Invece di vestirsi di apparenza si riempiranno di sostanza e questo sarà olio per le loro lampade. Sempre nostra è dunque la scelta, l’olio che alimenta la lampada è la parola del Signore, alla luce della quale dobbiamo vivere. Ancora una volta ci troviamo a fare una scelta, perché la scelta di vivere da cristiani, in comunione con Cristo, non è per un giorno o per un anno, ma per la vita, alimentando la fede con la preghiera e con le opere di carità verso i nostri fratelli più bisognosi, sia spiritualmente sia fisicamente, perché come dicono Matteo e Giovanni, essere in comunione con Gesù, significa essere in comunione con i fratelli. Non possiamo sperare di salvarci se non ci preoccupiamo di salvarci, non basta avere qualcuno che prega per noi; pensiamo a Santa Monica, che per tanti anni ha pregato per la salvezza del figlio. Dopo tanti anni anche Agostino, contro ogni previsione si è convertito ed è diventato uno dei santi più importanti della nostra chiesa, ma ha dovuto collaborare a questo progetto per cui la mamma pregò tanto il Signore, a questo possono servire le preghiere degli altri, a chiedere grazie per chi non prega, ma il resto ,la conversione, deve vederci collaborare, altrimenti rimane una lampada spenta.

mercoledì 7 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Io non sono come mi ha fatto il Signore, ma sento che mi dovrei sforzare di piú a fare un atto di superbia che un atto di umiltà. Perché la umiltà è la verità, e la verità è che io sono nulla, e tutto quello che di buono è in me, è di Dio. E spesso noi sciupiamo anche quello che di buono Dio ha messo in noi. Quando vedo che la gente a me chiede qualche cosa, non penso a quello che posso dare, ma a quello che non so dare, e per cui tante anime restano sitibonde, per non avere io saputo dare loro il dono di Dio. Pensare che ogni mattina Gesú fa l’innesto di sé in noi, ci pervade tutti, ci dona tutto, dovrebbe dunque spuntare in noi il ramo o il fiore dell’umiltà. Viceversa, il diavolo, che non può innestarsi in noi cosí profondamente come Gesú, ecco che fa subito germogliare i suoi virgulti di superbia. Questo non ci fa onore. Bisogna dunque combattere e sforzarci di salire. È vero: in cima non arriveremo mai senza un incontro con Dio. Per incontrarci, noi dobbiamo salire e lui scendere. Ma quando non ne possiamo piú, allora, nella fermata, umiliamoci e in questa umiltà ci incontreremo con Dio, perché egli discende nel cuore umile." (GB, 61).

(Mt 16,13-23) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

VANGELO
 (Mt 16,13-23) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Parola del Signore

(Mt 16,13-23) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
(Mt 16,13-23) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito, dolce compagno, vienimi accanto ed insieme a te sarà tutto più comprensibile, tutto più semplice, tutto più giusto. Fa che niente di me permanga nel cuore e riempi il vuoto con la tua presenza, per Cristo nostro Signore. Amen.

Un brano questo, in cui Gesù ci pone un interrogativo importante, ci mette alla prova, così come fa con Pietro: - Tu chi dici che io sia?- Noi oggi, come cristiani, siamo molto più fortunati di Pietro, perché in duemila anni, Gesù ci ha fornito tante prove della sua presenza in mezzo a noi, ma quello di credere in Gesù figlio di Dio, non è il solo problema che oggi il Vangelo ci presenta. Pietro riconosce, per grazia Divina, in Gesù il Figlio di Dio, ma ancora non è pronto a comprendere del tutto. Vediamo che Pietro non è migliore di noi, nonostante la conoscenza e
l’ amicizia che lo legano a Gesù.
-Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente ! -
-Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli.-Queste parole le dice dopo aver avvertito Pietro del fatto che lo avrebbe rinnegato, quindi nonostante questo,lo sceglie per dare inizio alla sua Chiesa.
Poche parole, ma essenziali per noi Cristiani. Seguire Pietro perché scelto da Gesù, ed è tutto.
Pietro è un uomo che ha paura? Sembrerebbe di sì perché negherà di conoscere Gesù quando fu catturato, ma da questa risposta che dà al Signore ancora prima che questo succedesse, si capisce che già lo Spirito agisce in lui, tanto da fargli dire quelle parole che solo la grazia di Dio poteva mettergli sulle labbra.  Allora perché tace?
 Perchè nega di conoscere Gesù? I disegni del Signore sono giusti, noi non li conosciamo, ma se Pietro fosse stato subito catturato e ucciso, come avrebbe potuto servire il Signore? Pietro era un uomo come noi, ma scelse Gesù, fino in fondo. Non era colto, aveva anche un carattere burbero, era un bel capoccione come diremmo oggi, ma si fece trascinare dall’ amore che quell’ uomo sprizzava da tutti i pori, per gli ultimi, per i bisognosi, per gli ammalati, per tutti quelli che considera fratelli, anche se lo crocifiggeranno  anche se non lo vogliono accettare. Certo anche Pietro come noi, avrebbe voluto farsi un Gesù un po’ più su misura, un po’ meno idealista e più combattivo, un po’ più umano e meno obbediente a Dio, un po’ più terreno e meno irreale. Ma Gesù è Gesù, è Dio stesso e non può essere qualcun altro, nemmeno per farci contenti.
Il suo amore è immenso per noi, ma non scende a compromessi con la nostra umanità, sa perdonare perché è misericordioso, ma quello che ci dice di fare è legge. Seguirlo significa prendere la nostra croce, come ha fatto Lui e seguirlo su questa strada. Possiamo essere imperfetti, ce lo perdonerà, possiamo cadere e ci aiuterà ad alzarci, ma la strada è solo questa, attraverso la porta stretta delle sue parole possiamo seguirlo, non facendoci un Dio su misura, più consono ai nostri desideri.
 Scegliere tra Dio o mammona, Tra un  Dio vero o idealizzato, adattato. Questo non è permesso a nessuno, neanche a Pietro, infatti, ricordiamo che anche per lui c’ è subito il rimprovero di Gesù, che addirittura lo apostrofa chiamando figlio di satana. E’ facile sbagliare strada, se quella che vogliamo percorrere non parte direttamente dal cuore di Cristo. Prima di tutto questo, capire che è lui la porta per la salvezza e la vita eterna, e non tutte quelle altre uscite di sicurezza che apriamo con la nostra umanità. Abbiamo forse paura di affrontare il mondo con Gesù oppure la nostra non è paura, ma negazione dell’ appartenenza a Cristo? Non è una domanda da poco!

martedì 6 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Son certo che desiderate sapere quali sono le migliori abbiezio- ni, ed io vi dico essere quelle che noi non abbiamo elette, oppure essere quelle che ci sono men grate o, per meglio dire, quelle alle quali non abbiamo grand’inclinazione; e, per parlar chiaro, quella della nostra vocazione e professione. Chi mi farà la grazia, mie carissime figliuole, che noi amiamo bene la nostra abbiezione? Nessun altro lo può fare che colui il quale amò tanto la sua, che per conservarla volle morire. E questo basti." (Epist. III, p. 568).

(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!

VANGELO 
(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore


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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e inonda con la tua luce la mia misera mente, fa che io riesca a fare quello perciò tu mi hai creato, sempre quello che vuoi, nonostante tutto.


Quante volte cerchiamo soccorso per le nostre tragedie, quante volte ci siamo recati in quei luoghi dove si afferma che si debba cercare Dio e quante volte gli uomini si sono messi tra noi e Lui ?
L’ uomo di Dio crede di fare bene, sicuramente, crede di saper indirizzare la nostra vita, crede di saperci aiutare nella preghiera e molti sono quelli che tendono veramente la mano e ci guidano. Eppure per tanti che fanno bene il loro dovere di pastori, ce ne sono altrettanti, che senza accorgersene magari, ci trattano con indifferenza, o peggio, proprio nel momento in cui abbiamo un disperato bisogno di essere aiutati.In questo contesto si svolge la storia che oggi San Matteo ci descrive.
Una donna straniera, continua ad invocare l’ aiuto di Gesù, grida forte e tanta è la sua disperazione che persino i discepoli si muovo a compassione ed intercedono per lei. Sembra che inizialmente Gesù si rifiuti, ma quella superata la folla, gli si butta davanti ai piedi e lo invoca, vincendo la sua resistenza. La fede della donna supera le barriere degli uomini, perché nonostante la sua nazionalità non si ferma, lei ama la figlia vuole che guarisca, non l’ ha allontanata da casa anche se indemoniata, si percepisce che il suo amore è grande, e che grande è la fede che sta riponendo in Gesù.
Ha percorso tanta strada per incontrarlo, e questo presuppone un cammino di fede sincera e concreta, tanto che arriva a chiedere, a supplicare, di guarire la figlia, con una briciola della sua grazia, come se fosse un cane che lecca sotto al suo tavolo.
Di questo brano mi colpisce una cosa, quello che spinge questa donna a cercare aiuto da Gesù è AMORE ed è per questo che non può sfuggire alla sua disperazione che nessuno e tanto meno Gesù, può negare di intervenire.Noi sappiamo quanto è grande l’amore di Dio per noi, eppure non riusciamo a chiedere con la stessa fede e lo stesso amore di guarire i nostri fratelli, anzi ci fermiamo a giudicarli anche in punto di morte.
Noi non siamo migliori di nessuno, tutti noi abbiamo tante colpe, chi per ignoranza, chi per educazione, tutti commettiamo errori educando i figli, nei confronti della famiglia, ma tutti siamo pronti a giudicare gli altri….dov’è l’amore di quella Cananea che aveva la figlia indemoniata e che sicuramente non le rendeva la vita facile, ma che implorava Gesù di guarirla? L’amore muove le montagne, spinge ad osare, ad andare oltre ed è lo stesso amore che fa allargare le braccia e dire: sia fatta la Tua volontà.

lunedì 5 agosto 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Principalmente devi insistere sulla base della giustizia cristiana e sul fondamento della bontà, sulla virtú, ossia, di cui esplicitamente Gesú si porge a modello, voglio dire: l’umiltà (Mt. 11,29). Umiltà interna ed esterna, ma piú interna che esterna, piú sentita che mostrata, piú profonda che visibile. Stimati, o mia dilettissima figliuola, quale sei in verità: un nulla, una miseria, una debolezza, una fonte di perversità senza limiti od attenuanti, capace di convertire il bene in male, di abbandonare il bene per il male, di attribuirti il bene o giustificarti nel male e, per amor dello stesso male, di disprezzare il sommo Bene." (Epist. III, p. 713).