sabato 26 gennaio 2013

(Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.


VANGELO
 (Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.
Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:«Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l’unzionee mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,a proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista;a rimettere in libertà gli oppressie proclamare l’anno di grazia del Signore».Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 

Parola del Signore

(Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA

Ti prego Signore, aiutami a leggerti sulle labbra del cuore, ad entrare in comunione con Te grazie allo Spirito Santo, a farmi abbracciare da te e a restituire questo abbraccio.

In questo brano è Luca che ci parla di Gesù; lui che non l’ ha conosciuto, ma ne ha solo sentito parlare, eppure è rimasto talmente sconvolto da questa conoscenza che ha deciso di indagare, di scoprire chi è veramente Gesù ed è andato ad interrogare coloro che lo avevano conosciuto. Quello che gli viene raccontato e che ci riporta è un episodio, che può sembrare a prima vista insignificante, ma è giusto fare un  paragone con la prima lettura . Esdra, srotola le letture e celebra Dio, con tutti i devoti e le persone che sapevano intendere, egli che stava su di una tribuna costruita apposta per lui e benediva il Signore.Ci viene fatto notare come il giorno del Signore fosse realmente celebrato da tutto il popolo , che si prostrava a terra e ringraziava  "Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge."  
Gesù invece entrò nella sinagoga, e preso il rotolo delle scritture, lesse e , sicuramente non a caso, questa lettura:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’ anno di grazia del Signore».
Era il suo modo di presentarsi,senza indugi,e sicuro di se disse mentre gli occhi di tutti erano fissi su di lui
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Gesù era ed è così, non conosce mezze misure, ci viene incontro, ma non ci dice quello che ci può fare più comodo, ci dice quello che è perché è con lui che si compie la promessa della sacra scrittura.
Gesù non è uno che perde tempo in cerimoniali, ma si muove, è azione, è parola che penetra nella nostra vita e la cambia, senza tanti ragionamenti, ci chiede di seguirlo e di avere fiducia in lui e di muoverci con lui. La seconda lettura ci esorta a non fossilizzarci sulle nostre diversità, nè sulle mancanze di qualcuno, ma di unire con spirito di comunione, tutti i nostri sforzi per essere eramente un unico corpo in Cristo. Se i membri di una Chiesa seguono veramente la parola di Dio e la fanno propria, quello che ne risulta è gradevole agli occhi e al cuore, ma se ognuno pensa a criticare quello che gli altri fanno o non fanno, non c' è altro che confusione e disarmonia. Se siamo Chiesa, non significa che siamo perfetti, ma che tra noi c'è  Gesù Cristo.  Stiamo ben attenti a non occuparci troppo di noi stessi e di come appariamo, ma di vedere come gli altri riescono a riconoscere attraverso di noi , l' azione dello Spirito Santo e dell' amore di Dio.

venerdì 25 gennaio 2013

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.


VANGELO
 (Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore
(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore Gesù, che hai aiutato l’ apostolo Luca a scrivere con tanto amore di Te attraverso lo Spirito Santo, aiuta anche me ti prego, fammi conoscere ogni minima cosa tu ritenga io debba conoscere, secondo la tua volontà. Grazie amen.

Non serve essere dotti, capaci o santi per servire il Signore, con queste parole Luca ci ricorda che quello che viene chiesto ad un discepolo, non è prendere, ma lasciare. Il discorso forse è un po’ forte, ma anche se non preso alla lettera, il senso è molto chiaro. Non attaccatevi a nulla di terreno, perché non vi serve ed anche per distinguerci dagli altri. Al tempo di Gesù, c’ erano diversi movimenti religiosi : esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità ed avevano i loro missionari. Ma costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti. Portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo. Non si fidavano del cibo che non sempre, secondo loro,  era “puro”. Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù ricevono raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Notizia. Gesù li obbliga a confidare nell’ ospitalità. Perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto. Con questo atteggiamento loro criticano le leggi di esclusione, insegnate dalla religione ufficiale e mostrano, mediante una nuova pratica, che avevano altri criteri di comunità. Devono partecipare alla vita ed al lavoro della gente, e la gente li accoglierà nella sua comunità e condividerà con loro casa e cibo. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione, spieghiamo ora la critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché non rifiutano solo qualcosa di nuovo. Sembra che Gesù, invece, inviti a scuotere qualcosa che i discepoli proveranno dentro di loro al momento del rifiuto. Vuole che escano da quella casa in pace, senza rancore, senza disprezzo, senza rimpianto, perché loro saranno stati portatori di relazione, di incontro, di Parola di salvezza. Il rifiuto è una chiusura di possibilità, ma non dovrà mettere in discussione la loro fede, il loro aver camminato a lungo in nome di questa e la loro testimonianza. Scuoteranno, allora, la polvere della delusione da sotto le scarpe, scuoteranno la polvere dell’ attaccamento e dell’ ostinazione, della stanchezza per non essere riuscita a trasmettere il tesoro che portano dentro, per riprendere, poi, il cammino con speranza e per essere nuovamente pronti a creare ponti di relazione, nel nome di Gesù, Ponte di relazione tra il Padre e l’umanità. Perché Gesù non manda ognuno per conto proprio? Li manda a coppie, perché nessuno può fare verità da solo. L’ andare è sempre dialogico, coniugato.  Andranno in due perché per l’ uno ci sarà, a fianco, sempre  l' altro a ricordargli la strada, quando la smarrirà, a difenderlo dal pericolo, a ricordargli l’ amore di Dio, quando non lo sentirà e a portarlo a discernimento sulla sua verità, quando sarà necessario. Il due della missione diventa, criterio, di verità. Non si fa Chiesa singolarmente.< Là dove due o tre di voi saranno riuniti nel mio nome, io sarò con loro>.. dice il Signore. Quando parliamo, parliamo per essere missionari di Cristo come Lui ci esorta a fare o siamo pieni di supponenza e cerchiamo solo di apparire? Vi prego riflettiamo  bene su questa domanda, perché troppo spesso, si trova gente (riferito a noi discepoli, sacerdoti, catechisti ecc.) che si erge sugli altari, dimenticando che Gesù invece scende in mezzo a noi.  Il popolo di Dio, ha bisogno della parola di Gesù, non delle nostre parole, per riempire il vuoto che ha dentro e se non gli facciamo il giusto spazio, possiamo soffocare la Sua voce!

giovedì 24 gennaio 2013

(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.


VANGELO 
(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio,tu sai come io amo la preghiera di colletta,e quella di oggi è veramente bella,lasciami pregare con queste parole:

O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Oggi è un giorno speciale,ricordiamo la conversione di San Paolo,un episodio che  io amo particolarmente, perché la storia di Paolo è un po’ la mia storia e quella di molti di noi. Paolo di Tarso, era un acerrimo persecutore dei cristiani, e non gli passava neanche lontanamente per la testa di convertirsi al Cristianesimo, anzi, lui stesso aveva chiesto di poter andare a Damasco, per poter riportare a Gerusalemme in catene, i cristiani di lì. Ma aveva fatto male i suoi conti, quel Gesù che lui tanto perseguitava, era veramente il figlio di Dio e lo folgorò mentre si recava a Damasco e, davanti ai suoi soldati, gli fece udire la sua voce. Quanti di noi se ne stavano tranquilli nelle loro convinzioni, pensando di poter fare a meno del Signore nella propria vita, ma un giorno, mentre magari distrattamente ascoltavamo la messa, come è successo a me, o in qualunque altro momento, arriva la folgore. Quella frase che ci è entrata nella testa e ci ha spinto in avanti, ci ha tirato su da un buco nero da dove non vedevamo nulla e ci ha trascinato su, dove la luce del Signore ci ha portato a riconoscere in Gesù la nostra salvezza. 
Mi piacerebbe tanto che, se qualcuno che ha provato questa esperienza della conversione folgorante, come quella del nostro amico Paolo, ce ne parlasse, io dico sempre che la mia fu una conversione tra capo e collo che non mi ha più permesso di alzare la testa. Questo non significa essere arrivati,  ma solo essere partiti,  la scala per entrare in paradiso è ancora molto lunga.

mercoledì 23 gennaio 2013

(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.


VANGELO 
(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Gesù ad accostarmi alla tua parola, a fermarmi accanto a Te, per ascoltarti, per farti penetrare la mia mente ed il mio cuore. Fa che dopo essere stata guarita da Te, io non mi volti dall’ altra parte e me ne vada, incurante di quanti hanno bisogno della tua parola.

In questa settimana in cui la Chiesa sollecita la preghiera per l’ unità dei cristiani, la parola di Dio che c’è proposta ci fa vedere come da ogni parte la gente è attirata dalla fama di Gesù. Per quanto l’ uomo possa dire e fare, per quanto la scienza faccia passi da gigante, resta nell’ aria, anche per chi non crede, che c’è qualcosa di più potente, di più alto, di meno tangibile forse, ma sicuramente c’è quel qualcosa in più in Gesù.
Questo attrae, ci accalchiamo confusamente intorno a lui, vogliamo essere salvati, ma siamo sbandati, prepotenti, egoisti; ci spingiamo per chiedere, ma dopo aver fatto questo incontro, cosa cambia in noi?
Penso in questo momento a tutti i cristiani che discutono tra loro per chi ha la giusta fede, la giusta chiesa, le giuste regole e mi domando da quale Gesù sono stati salvati!
Gesù non divideva chi lo cercava in gruppi, non escludeva nessuno, ma anzi, per parlare a tutti, saliva sulla barca dei discepoli mentre ancora oggi c'è chi cerca di schiacciarlo e non far ascoltare la sua voce.Significativo il fatto che sale sulla barca dei discepoli, quei discepoli sicuramente  imperfetti,ma che hanno risposto alla sua chiamata. 
Servire Gesù è anche questo, farlo salire sulla nostra barca, farlo mettere al timone e farci guidare, incuranti d’ogni avversità e di quello che può sembrare troppo difficile per noi. Non dobbiamo pensare di non saper fare o dire, ma dobbiamo agire nella consapevolezza che quello che per noi è impossibile, è possibile a Cristo e lasciare che sia Lui ad agire in noi.
Gli spiriti impuri, i demoni, hanno paura di Gesù, lo riconoscono e sanno che nel suo nome saranno scacciati; ricordiamo che il primo miracolo di Gesù è proprio quello di scacciare il demonio che si era impossessato di un uomo.
 Così, mentre i capi della sinagoga complottavano per zittire Gesù, per ucciderlo, con quelli che detenevano il potere, la povera gente cercava in lui conforto e consolazione. Noi pensiamo di aver bisogno di Gesù? Pensiamo di voler vivere con Lui, per essere suoi discepoli, salvati dalla sua parola? Pensiamo di lasciare a Lui il timone della nostra vita?
Se vogliamo tutto questo, se vogliamo appartenere a Cristo e con Cristo, preghiamo per l’unità dei cristiani, perché sicuramente questo è quello che Gesù vuole.

martedì 22 gennaio 2013

(Mc 3,1-6) È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?


VANGELO
 (Mc 3,1-6) È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo Paraclito, uno col Padre e il Figlio, discendi  nell' intimo del mio cuore.  Luce di sapienza, rivelami le Tue parole, fonte d' eterno Amore, io ti ringrazio. Amen.

Gesù continua ad entrare nelle sinagoghe, sempre un po’ provocatorio, persegue il suo scopo, parlare a chi vuole comprendere.
Eppure proprio lì, dove si legge la parola di Dio, gli riesce più difficile farsi conoscere veramente, perché chi detiene la sapienza di saper leggere le scritture, spesso la usa per avere il potere sul popolo. Cercando di metterlo in difficoltà, con domande a trabocchetto, volevano dimostrare che la sua parola andava contro la le legge di Dio; per loro era più importante rispettare le leggi che loro stessi avevano promulgato, che riconoscere in Gesù il Messia che attendevano.
Certo non era facile cedere il passo all‘ amore di Dio per l' uomo, anzi volevano mantenere il controllo sul popolo, tenerlo lontano da Dio, come se fosse il Dio di pochi eletti e non di tutta l' umanità. Purtroppo questa presunzione è ancora oggi,  causa di grandi malintesi,  tanto che invece di avvicinarsi al Signore, molti se ne allontanano.  A volte basta un niente, una chiacchiera provocata dall' invidia o dalla superbia; subito si crea una frattura che se non chiarita diventa incolmabile.
Ci vuole serenità d' animo per chiarire i malintesi, da ambo le parti, ci vuole apertura agli altri e non chiusura su se stessi, apertura all’ amore per tutti gli uomini, perché Gesù è venuto per reintegrare tutti, nella sua Chiesa.
Scribi e farisei non erano disponibili a parlare con Gesù di quello che Dio voleva, perché vedevano in lui un usurpatore, uno che voleva prendere il loro posto, il più vicino a Dio e facendo così, hanno inaridito il loro cuore e non hanno permesso al Signore di guarirli; non hanno accettato di rivedere le loro posizioni, di stendere quella mano inaridita, senza linfa vitale, senza Dio.
Non hanno accettato che i poveri e i peccatori, contassero per Gesù più di loro, che Lui gli si rivolgesse sempre con tanta tenerezza.
Era una sfida continua tra loro e Gesù, neanche l’ evidenza dei miracoli che compiva, gli apriva il cuore, erano così duri ed ostili, ed evidentemente la loro preghiera nel tempio era assolutamente ipocrita e vuota, perché altrimenti lo Spirito gli avrebbe fatto comprendere chi era Gesù. Come ci mettiamo noi davanti a Gesù? Il nostro è un atteggiamento di apertura a farlo entrare nella nostra vita cerchiamo tutte le scuse per tenerlo fuori? Questa settimana per l' unità dei cristiani, deve essere per noi un momento importante di riflessione  anche su quanto sia assurdo che pur definendoci tutti cristiani, siamo divisi in circa 600 confessioni. Tra noi stessi siamo divisi, ma se veramente siamo uniti in Cristo e facciamo prevalere l' amore per i fratelli, potremo far crollare le divisioni, incontrandoci su ciò che ci unisce e pregando per le cose in cui siamo divisi. Se non ci decidiamo a tendere la mano verso i fratelli con amore, non stiamo seguendo Gesù,ma i farisei del tempio

lunedì 21 gennaio 2013

(Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!


VANGELO
 (Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Parola del Signore
(Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito Santo e illuminami, dammi la grazia di comprendere la tua parola, dammi la forza di viverla e la sapienza di saperla esprimere.

In questo brano, io vedo quel Gesù che mi piace da morire, quello che io definisco “anarchico di Dio”. Nessuno può dirgli quello che è giusto, quello che secondo gli uomini è giusto, perché lui segue la legge del cuore, là dove c’è l’amore del Padre, dove la misericordia del Padre parla al posto della legge scritta e corretta dagli uomini. Un Dio che conosce i suoi figli sa che il rispetto e l’ amore per Lui, non vengono meno perché non si rispettano certe regole di culto, ma perché non si rispetta l’ oggetto stesso del culto. Fare sacrifici e offrire olocausti, non sempre significava fare cosa gradita a Dio, anche perché gli stessi sacerdoti che credevano di rendere onore a Dio, non hanno saputo riconoscere in Gesù , il Messia atteso. Infatti questo loro riprendere Gesù senza riconoscerlo, pieni di superbia e alterigia, li porterà a non conoscere il vero tempio dell’ olocausto permanente, quel Gesù che prova compassione dei nostri peccati, fino a accettare di offrire se stesso. Si, Gesù prova compassione per noi, in Lui non c’è mai una parola di rimprovero solo perché non riusciamo ad essere perfetti, ci sprona a cercare la perfezione, ma lo fa unicamente per il nostro bene, non ci obbliga, ci ama ed il suo amore è  veramente immeritato. Se solo pensassimo a quanto ci ama, anche quando ci allontaniamo, quando lo flagelliamo con la nostra indifferenza, quando lo crocifiggiamo con i nostri peccati,  allora si che cominceremmo a scoprire quanto è bello essere amati, anche e soprattutto perché imperfetti.. Non perdiamo tempo in diatribe per stabilire quale sia la parola da seguire, la legge scritta da rispettare, impariamo a seguire l’ unica parola che conta, amore, e allora capiremo tutti i discorsi di Gesù che possono sembrare difficili a volte,ma che hanno solo una chiave di lettura, e la chiave è proprio questa: AMORE!In questa settimana per l'unità dei cristiani, ( 18-25 gennaio) voglio regalarvi la preghiera che ci ha regalato il nostro Vescovo,Mons. Marcello Semero:

UNA PREGHIERA A MARIA

E' nella fede l'incontro con Dio.

E' nella speranza il suo abbraccio vitale.

 E' nella carità l'esperienza di  Dio.

La fede è oscura.

La speranza è dolorosa.

La carità è crocefissa.

Aiutami, Maria, a credere. 

domenica 20 gennaio 2013

(Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.


VANGELO
 (Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

Parola del Signore
(Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito,di rinnovare la mia fede,la mia anima ed il mio cuore,perché sempre fedele alla tua parola, possa seguire la via segnata per noi da Gesù.

 Quello che Gesù cerca di spiegare ai discepoli di Giovanni e ai farisei è che il digiuno, non deve essere un atto apparente, una formalità; perché altrimenti non ha senso.
A volte le usanze fanno clamore, ma non sono altro che apparenze.
Oggi per esempio nelle scuole italiane, ci troviamo a doverci confrontare con le varie religioni e di sentire che i bambini  vengono attirati dalla grande fede dei mussulmani e dal loro digiuno del ramadan, solo perché magari in casa non hanno mai sentito parlare del nostro digiuno cristiano.
Il digiuno fine a se stesso non serve a molto, ma se l’ atteggiamento che lo accompagna, è di pieno coinvolgimento del corpo e dello spirito, allora acquista senso agli occhi di Dio.
Cominciamo a digiunare dalle liti, dalla violenza, dall' attaccamento ai beni materiali, dalla prepotenza, dal sopruso, dalla voglia di apparire e di mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti.  Scegliamo l' umiltà di chi non sa riconoscere da solo, neanche i propri peccati e inginocchiamoci riverenti davanti al Signore, che per amore nostro, ha sacrificato Suo Figlio, fino alla morte umiliante della croce, per la salvezza di tutti noi, che sicuramente non meritiamo tanto amore.  Gesù viene interrogato sul digiuno, che loro e i farisei rispettavano scrupolosamente e che invece i suoi discepoli non facevano.
 Per far capire bene i desideri del Padre, Gesù rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo la scorza di apparenza e offrendo se stesso come olocausto, per farci capire che non c'è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi.
Il senso di mettere vino nuovo in otri vecchi è questo, non si può continuare a vivere un vecchio senso di sacrificio dopo che Gesù è venuto a sacrificare persino se stesso per darci la possibilità di salvarci, e non potremo farlo se non facciamo vivere in noi Gesù Cristo.
 Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui, da essere come invitati a nozze in presenza dello sposo e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, quando resteranno da soli, perché attraverso la pratica del digiuno potranno unirsi al sacrificio di Cristo.

sabato 19 gennaio 2013

(Gv 2,1-12) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.


VANGELO 
(Gv 2,1-12) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Parola del Signore
(Gv 2,1-12) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Signore su di me, con il Tuo Santo Spirito, vieni a prendere per mano la mia mente ed il mio cuore e conducimi  dove Tu vuoi concedermi di apprendere. Fa o mio Dio che io mi lasci trascinare da Te e non opponga nessuna resistenza. Liberami dalla mia superbia e tienimi stretta a te, perchè solo tu sei Via, Verità e vita e a Te mi voglio abbandonare.

Questa pagina del vangelo, io l' ho meditata tante di quelle volte, recitando i misteri gaudiosi  del rosario, che mi sembra di poterla vivere con loro.Questo è quello che viene definito " il 1° miracolo di Gesù ."  Notiamo come per uscire dalla sua vita familiare terrena, Gesù parte allargando il concetto di Famiglia, ma non come lo si intende oggi quando si parla di famiglia allargata o addirittura alternativa, ma inserendolo nella " comunità".-Donna  che vuoi da me?-  Non la chiama più mamma, perchè ormai è uscito da casa, non gli appartiene più, ma appartiene a Dio; ricordiamo le parole che disse quando lo ritrovarono nel tempio: "non sapete che debbo pensare alle cose del Padre mio? ".Ed è Dio che guida la vicenda e, ancora una volta lo fa attraverso Maria, lei che da il via al progetto di salvezza di Dio, da il via anche alla vita pubblica di Gesù per l'umanità.Proviamo a capire che cosa ci indica questo miracolo, il vino nei testi sacri, non è sempre sinonimo di qualcosa di buono, perchè bevuto oltre misura,  porta all' ebrezza e alla perdita del controllo. Gesù vuole invece riportare la famiglia alla festa, vuole che nella famiglia ci sia la gioia, la passione, la compiacenza di stare tutti insieme per festeggiare ogni nuova famiglia che nasce. Gesù ci invita anche alla speranza, a non arrenderci se le cose non vanno tanto bene, se manca sapore al nostro matrimonio,  alla nostra vita, e lo fa consigliandoci tra le righe, di rivolgerci a Maria, di passare attraverso di lei, mediatrice di tutte le grazie, alla quale neanche Lui, può dire di no!Maria , che alle nozze di Canan intervenisti  in favore della famiglia, noi  ti preghiamo, intervieni a sanare le ferite nelle nostre famiglie, nelle nostre Chiese, e nelle nostre comunità. Ti preghiamo anche per l' unità dei Cristiani. A noi che speriamo in Te, non far mai mancare il tuo aiuto e, ancor più a chi in te non spera.Amen.


venerdì 18 gennaio 2013

(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.


VANGELO 
(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore
(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito santo di penetrare in ogni ruga della mia pelle, in ogni piega del mio cuore. Fa che solo tua sia la voce che canta alle mie orecchie, che il tuo amore che mi circonda mi faccia esprimere con altrettanto amore, per Cristo nostro Signore, che col suo sangue ha purificato la mia colpa.

Tutti quelli che conoscono Gesù, vengono ogni volta stupiti da come si comporta, da come parla; specialmente quelli che sono i più colti, che credono di avere più diritto degli altri di parlare, quelli che si sentono sempre un gradino più su. Ma Gesù ancora una volta stupisce tutti ed è lo stesso Matteo che ci racconta come fu chiamato a seguirlo. Questa è quella che noi oggi potremmo chiamare testimonianza di una conversione. Matteo era un esattore delle tasse, e quasi sicuramente un po’ disonesto, frequentava gente senza fede e disonesta come lui, ma proprio a lui il Signore dice :- Vieni e seguimi! - A Matteo, che era abituato ad esigere le imposte, viene chiesto di imparare dal Signore ad elargire misericordia, perché con quella verrà giudicato, e tante ne userà agli altri , altrettanta ne sarà usata per lui.Gesù non chiede tasse, non si paga con il denaro quello che Lui offre, ma con quella che chiameremo “la stessa moneta” Perdona e sarai perdonato! Abbi pietà dei fratelli ed il Signore avrà pietà di te!
Quello che forse non salta subito agli occhi, ma che ci richiede un momento di riflessione e di silenzio interiore, è CHE PER PRIMO LUI FA QUESTO CON NOI! Ci dona la sua misericordia, a noi miseri e peccatori di tutte le razze; a noi che siamo assenti mentre ha bisogno di noi; a noi che non vogliamo pensare ad altro che alle cose materiali; a noi che non ci sediamo mai vicino a lui raccolti in preghiera; a noi che giudichiamo il prossimo; a noi che portiamo rancore per ogni torto subito ed ancora, potrei continuare per ore, elencando quelli che sono tutte le nostre mancanze. Cerchiamo di riflettere su quanto siamo immeritevoli di tanto amore e cominciamo a provare ad essere migliori, ad avere più amore e misericordia fra di noi, chiediamo a Lui che è il Maestro di aiutarci.

giovedì 17 gennaio 2013

(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.


VANGELO
 (Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
+ Dal Vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore
(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Aiutami mio Signore, con l'effusione del Tuo Santo Spirito, a leggere la Tua parola per trasmetterla, contemplando le Tue intenzioni, per il nostro Signor Gesù Cristo.

Con questo brano del Vangelo, Gesù c’ insegna che la fede è qualcosa che va oltre le barriere e gli impedimenti, che se uno vuole conoscere veramente il Signore, non ci sono impedimenti che tengano.
In questa narrazione troviamo Gesù nel tempio, attorniato dai dottori della legge, che insegna e molti venivano da tutti i territori vicini, per conoscerlo, ascoltarlo ed essere guariti. Alcuni uomini cercano di portare un paralitico da Gesù, ma la folla glielo impedisce, perché tutti vogliono essere lì, tutti fanno a gomitate per assistere. Sì,  per assistere, ma quanti tra loro hanno capito chi era Gesù? Molti si avvicinavano, ancora oggi lo facciamo, a Gesù come ad un maghetto che con un colpo di bacchetta magica può fare la magia. Da una parte ci siamo noi, che siamo increduli e non riusciamo a comprendere il senso della venuta di Gesù sulla terra; ci aspettiamo chissà quale cambiamento, solo assistendo. Dall' altra parte c'è Gesù, pronto per noi, subito disposto a perdonarci i peccati e a sanare le ferite della nostra anima. Riconosciamo di essere paralitici e di avere bisogno di lui, di non saper camminare da soli. Dobbiamo riuscire a capire che solo vivendo le leggi dell’ amore e del perdono che Lui c’ insegna vedremo grandi miracoli; come la fede ci farà correre incontro al Signore e poi a portare la testimonianza del suo amore ai fratelli. Calcolando che all'epoca le persone storpie e ammalate erano considerati impuri, perchè gli ebrei pensavano a Dio come a uno che punisce i peccatori mandandogli le malattie, capiamo che questi quattro amici che avevano condotto il paralitico a Gesù, erano quattro che andavano anche contro le regole della Chiesa d'origine, per poter portare a Gesù quell' uomo. Commosso da tanto amore per il fratello infelice Gesù gli rimette i peccati e poi lo guarisce dalle sue infermità. Questo crea scandalo tra i sommi sacerdoti, che hanno paura di perdere il loro potere. Chi è quest' uomo che dice di rimettere i peccati, quella è una cosa che aspetta solo a Dio, questo è un pazzo....ma che dice? alzati e prendi la tua barella e vai a casa? Ed ecco che il paralitico guarisce ,si alza, prende la sua barella e se ne va sotto agli occhi di tutti.Possiamo scegliere di capire che siamo noi il paralitico da guarire, o di essere lo spettatore egoista che non lo fa passare, o d’essere l’ amico che lo aiuta a superare gli ostacoli; di essere dei contestatori o di lodare il Signore, possiamo anche continuare ad aspettare di ri-conoscere Gesù come il nostro Salvatore, ma allora non vedremo mai le meraviglie di cui Dio è capace e quello che più conta è che non sapremo mai che anche attraverso noi il Signore compie meraviglie.
Pensando ai sacerdoti del tempo di Gesù, li voglio relazionare (senza voler fare di tutta l'erba un fascio) a certi membri della Chiesa, che in tutti i  tempi,  pur vivendo a fianco di Gesù, non riescono a credere in Lui, non riescono a considerarlo forse, neanche migliore di loro....
Credo che, scusate le parole forti, questo sia il tarlo che divide tutti gli uomini e le donne di Dio. Non aver fiducia in Gesù, non credere completamente in Lui e non lasciare che sia Lui ad agire in noi.
Voglio mettermi per un attimo, nei  panni dei sacerdoti, non deve essere nè facile nè piacevole, combattere con un popolo come noi, che cerca sempre qualcosa da criticare, che vuole stare al centro dell'attenzione, che litiga per tutto, che vuole una Chiesa su misura..... e ancora più grave, vuole essere protagonista nella Chiesa al posto di Gesù.
Questi sacerdoti che noi critichiamo sono proprio come noi, troppo presi da noi stessi e poco da Gesù.
Vogliamo un rapporto diretto con Dio, un Dio che in qualche modo giustifica tutto quello che non ha spiegazione, un incognita superiore alla quale dare un nome, ma ci crediamo veramente?
Dio li conosce, ci conosce; il cuore di tutti è per Lui un libro aperto, ed ecco che si fa uomo e scende tra noi. Lui è vero e verità, e  costringe tutti a sconvolgere  i nostri piani , ci fa rivedere le nostre scelte,  anche quelle di chi non ha scelto la Chiesa o la cristianità per una vera e propria convinzione, o che non riesce a non far prevalere il volere di Dio sul suo.
Questo è quello che ha fatto Gesù, sempre e nonostante tutto,anche nella più atroce e ingiusta tribolazione affermando: - non la mia ma la tua volontà sia fatta. -
Grazie a Dio Padre che ci ama, al Figlio che ci redime e allo Spirito che ci trasmette tutto questo amore.

mercoledì 16 gennaio 2013

(Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.


VANGELO
 (Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore

(Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Se vuoi Signore, fa scendere su me il Tuo Santo Spirito, per illuminarmi e farmi comprendere la tua parola, fammi capire attraverso le Tue azioni, narrate dai Vangeli, i Tuoi insegnamenti.

In questa pagina salta subito agli occhi l' immagine del lebbroso, che riconosce d’ essere malato ed emarginato da tutti. Questo lo fa soffrire, ma, si fa coraggio, passa tra gli altri, che sicuramente lo scansano e lo guardano con ribrezzo, e si presenta davanti a Gesù.
Sa che Gesù lo accoglierà, per quanto brutto e schifoso possa essere agli occhi degli uomini e questo preso e rapportato al discorso spirituale, ci fa capire che nessun peccato è poi così orribile agli occhi di Dio, da non poter essere perdonato.
L' atteggiamento del lebbroso è di chi umilmente si mette in ginocchio davanti al Signore e per prima cosa accetta la sua volontà, dicendo: < se tu vuoi > e mi sembra di riconoscere in quest’ atteggiamento quello che Gesù stesso ci ha insegnato nella preghiera che dobbiamo elevare al Padre.  Andare alla ricerca di Dio, inginocchiarsi davanti a Lui, riconoscerne la regale paternità.
Acquisiamo la consapevolezza che solo da lui può venire la salvezza, che è in Lui il potere di cambiare la nostra situazione. A volte ci può riuscire difficile  accettare la sua volontà, ma pensiamo che Lui sa cosa è per il nostro bene eterno,mentre noi non conosciamo neanche quello che è giusto per ilnostro bene temporale.  Accettare che anche se su questa terra non siamo apprezzati, ne ascoltati, ne accettati, agli occhi di Dio siamo considerati come unici, ci deve spingere ad inoltrare a Lui la nostra preghiera, sempre e in ogni modo, in qualunque circostanza, anche quando sembra che proprio lui c’ ignori, perché lui è lì e ci aspetta. Lì dove? Lo fa capire chiaramente: in Chiesa.
Lo dice parlando col lebbroso, ammonendolo di recarsi dal sacerdote del tempio per confermare la sua purificazione, la sua guarigione, perché è attraverso i sacerdoti, che lui ci lascia la possibilità di essere guariti dalle nostre infermità spirituali.  Ora sta a noi mettere in pratica il suo messaggio, accettare anche le cose negative della vita, confidare sempre in Dio, adorarlo e rivolgere con vera umiltà a lui la nostra preghiera, confermare con la frequentazione della messa, della comunione con Lui, la nostra fede, come Lui ha confermato la sua volontà di salvarci fino all’estremo sacrificio della croce.

martedì 15 gennaio 2013

(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.


VANGELO
 (Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore
(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Caro Gesù, ti prego di assistermi con il tuo Santo Spirito e di farmi comprendere la tua parola, per poterla rendere viva nella mia vita.

In questa pagina notiamo che Gesù, pur stando tutto il tempo a disposizione della gente, si ritira spesso in preghiera.  Perché Gesù fa questo?
Sicuramente perché ha bisogno di ritemprare il suo spirito, di ricaricare le batterie, come diremmo noi, ma sicuramente ci vuole poco a capire che il messaggio fondamentale è che la preghiera è indispensabile nella vita, per stabilire e mantenere un rapporto costante, con la nostra famiglia celeste, quindi, sia in quella di Gesù che nella nostra. Notiamo che Gesù , entrato nella casa di Simon Pietro, guarisce la suocera ed ella,  subito dopo, si mette a servirlo.  Passa così da malata a sana e lo testimonia servendolo. Che cosa può voler dire questo, rapportato alla nostra quotidianità?  Sicuramente che dopo essere stati aiutati dal Signore, guariti, salvati, nell'anima e nel corpo, il nostro dovere, è quello di metterci subito al suo servizio e di dare testimonianza di quanto l’ incontro con Gesù, dia un valore alla nostra vita.
Un'altra nota strana è quella che vede la gente accalcarsi davanti alla porta di Pietro; molti erano guariti e molti demoni scacciati, ma non permetteva a loro di parlare, perché si doveva compiere tutto quello che era stato deciso da Dio, e nei tempi giusti.
 Potrebbe restare lì e continuare la sua opera, ma non è lui a decidere, ora come uomo obbedisce al volere del Padre, quindi se ne va con i suoi discepoli nei villaggi vicini. Ha una missione da compiere e se decidiamo di seguirlo, anche noi scopriremo che Gesù non è fatto per chi vuole stare fermo, ma per chi si mette in moto, perché per questo é venuto, per portare nel mondo la sua parola, per portare la salvezza a tutti gli uomini.
Pensiamo alla nostra vita, così immersa in mille faccende, seguiamo questo cammino?
Quanto sentiamo di dovere e potere partecipare a questa missione salvifica del Redentore?
Spesso vedo la gente affannarsi a vivere, di corsa, nel cercare uno scopo; ma lasciando sfuggire il senso della vita tra le dita, perché il nostro attaccamento alla terra, non ci lascia vedere le cose che danno vita al nostro Spirito, ed è come se tutto girasse intorno senza afferrarne il valore. Chiediamo la grazia di poter servire il Signore,  di non essere infermi nelle nostre incapacità, ma di essere pronti a lasciarci guarire riconoscendoci malati!