VANGELO DI MARTEDì 13 MARZO 2018
(Gv 5,1-16) All’istante quell’uomo guarì.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, di guidare i miei pensieri e le mie mani sulla tastiera, per poter capire a pieno la tua parola, e saperla vivere e spiegare secondo quello che tu mi consigli.
Questo brano inizia dando spiegazioni e particolari sul luogo dove è avvenuto il miracolo; perche la piscina di Betzatà era considerata sorgente di grazia nell’Antico Testamento, perchè era utilizzata per lavare gli agnelli prima del loro sacrificio al tempio . Questo conferiva all'acqua un alone di santità e molti malati venivano per bagnarsi nella piscina nella speranza di guarire.
Molti sono in questo racconto i simboli che richiamano all'antico testamento, ma io sento prepotente il fatto che Gesù chiama quest’uomo che non aveva nessuno che lo aiutava a scendere nelle acque, emarginato anche tra gli ultimi, e lo chiama di sabato, come per significare ancora una volta che con Lui decadevano le vecchie leggi, perchè era Lui la nuova porta per la salvezza.
Gesù chiede: vuoi guarire?
La risposta tocca a noi.
Siamo noi che possiamo scegliere di affidarci a Lui, alla fonte della salvezza, oppure rimanere ai margini a guardare.
Spesso neanche ce ne accorgiamo, e pensiamo di fare il nostro dovere, di essere buoni, solo perchè andiamo a messa, diamo una mano in una qualche attività... immobili, paralizzati nelle nostre convinzioni.
I poveri continuano a passarci accanto, gli ammalati a restare soli, gli affamati a vivere di stenti... e noi a sentirci migliori.
Quante volte Dio mi ha chiamato ad aprire gli occhi sulle mie povertà spirituali...e quanto ancora lo fa; mi presta i suoi occhi per vedere, le sue orecchie per sentire e il suo cuore per amare.
Papa Francesco, ha indetto il giubileo della misericordia,e spero veramente con tutta me stessa, di essere testimone di quanta misericordia ha usato con me.
Anche oggi come ai tempi di Gesù, c'è chi vuole fissare alla misericordia di Dio dei paletti, chi parla contro il Papa, come chi parlò contro Gesù che è venuto per farci capire che l' unica regola che conta è quella dell' amore.
Anche in questo c' è la guarigione dalle regole dei farisei, degli scribi e dei pagani e dagli integralisti moderni.
Spesso ci troviamo a contestare la Chiesa, e anche le altre religioni, proprio perché tutti mettono dei paletti e fissano delle regole, escludono alcuni, respingendo altri, ma questi paletti, devono essere tolti, perché l' unico paletto che c' è, è il nostro no alla grazia di Dio.
Siamo sempre noi che abbiamo l'ultima parola... vuoi essere guarito? Rispondiamo con fede ed umiltà,:- Si mio Signore, ho bisogno di Te!
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COMMENTO DI:
Rev. D. Àngel CALDAS i Bosch
(Salt, Girona, Spagna)
Oggi, san Giovanni ci parla della scena della piscina di Betesda. Sembrava, più che altro, una sala d’attesa di un ospedale traumatologico: «giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici» (Gv 5,3). Gesù passò da lì.
É curioso: Gesù si trova sempre in mezzo ai problemi. Lì dove c’è qualcosa da “liberare”, per fare felice la gente, Lui è lì. I farisei, invece, solo pensavano se era sabato. La loro mala fede sacrificava lo spirito. La malvagità del peccato stillava dai loro occhi. Non c’è peggior sordo di colui che non vuol capire.
Il protagonista del miracolo era invalido da trent’otto anni. «Vuoi guarire?» (Gv 5,6) gli disse Gesù. Era da tempo che lottava nel nulla perché non aveva trovato Gesù. Finalmente, aveva incontrato l’Uomo. I cinque portici della piscina di Betsaida rimbombarono quando si sentì la voce del Maestro: «Alzati, prendi la tua barella e cammina» (Gv 5,8). Fu cosa di un’istante.
La voce di Cristo è la voce di Dio. Tutto era nuovo in quel vecchio paralitico, esaurito dallo scoraggiamento. Più tardi san Giovanni Crisostomo dirà che nella piscina di Betesda si curavano i malati di corpo, e nel Battesimo si ristabilivano i malati dell’anima; là succedeva ogni tanto ed era solo per un malato. Nel Battesimo è sempre ed è per tutti. In entrambi i casi si manifesta il potere di Dio per mezzo dell’acqua.
Il paralitico impotente sul bordo dell’acqua non ti fa pensare all’esperienza della nostra impotenza per fare del bene? Come pretendiamo risolvere da soli quello che è di una rilevanza soprannaturale? Non vedi ogni giorno accanto a te una costellazione di paralitici che si “muovono” molto, però sono incapaci di allontanarsi dalla loro mancanza di libertà? Il peccato paralizza, invecchia, uccide. Bisogna fissarsi in Gesù. E necessario che Lui –la sua grazia– ci sommerga nell’acqua della preghiera, della confessione, dell’apertura di spirito. Tu ed io possiamo essere paralitici sempiterni, o portatori e strumenti di luce.
VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDì 13 MARZO 2018
RispondiEliminaHoly Gospel of Jesus Christ according to Saint John 5:1-16.
There was a feast of the Jews, and Jesus went up to Jerusalem.
Now there is in Jerusalem at the Sheep (Gate) a pool called in Hebrew Bethesda, with five porticoes.
In these lay a large number of ill, blind, lame, and crippled.
One man was there who had been ill for thirty-eight years.
When Jesus saw him lying there and knew that he had been ill for a long time, he said to him, "Do you want to be well?"
The sick man answered him, "Sir, I have no one to put me into the pool when the water is stirred up; while I am on my way, someone else gets down there before me."
Jesus said to him, "Rise, take up your mat, and walk."
Immediately the man became well, took up his mat, and walked. Now that day was a sabbath.
So the Jews said to the man who was cured, "It is the sabbath, and it is not lawful for you to carry your mat."
He answered them, "The man who made me well told me, 'Take up your mat and walk.'"
They asked him, "Who is the man who told you, 'Take it up and walk'?"
The man who was healed did not know who it was, for Jesus had slipped away, since there was a crowd there.
After this Jesus found him in the temple area and said to him, "Look, you are well; do not sin any more, so that nothing worse may happen to you."
The man went and told the Jews that Jesus was the one who had made him well.
Therefore, the Jews began to persecute Jesus because he did this on a sabbath.
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REFLECTION OF LELLA
PRAYER
I pray the Holy Spirit to guide my thoughts and my hands on the keyboard, in order to fully understand your word, and know how to live and explain by what you give me advice.
This passage of the Gospel begins by giving explanations and details of the place where the miracle happened; because the pool of Bethesda was considered the source of grace in the Old Testament, because it was used to wash the lambs before their sacrifice at the temple. This gave the water a halo of sanctity and many sick were to bathe in the pool hoping to heal.
Many are in this narrative symbols that recall the Old Testament, but I feel overwhelming that Jesus calls this man who had no one to help him to go down into the waters, marginalized even among the last, and calls on Saturday, as still mean a time with him decayed the old laws, because He was the new door to salvation.
Jesus asks: will you heal?
The answer is up to us.
Are we that we can choose to entrust ourselves to Him, the source of salvation, or sit on the sidelines watching.
Often not even realize it, and we think we do our duty, to be good, just because we go to church, we help in any business ... real estate, paralyzed in our convictions.
The poor continue to pass by, the sick to be alone, hungry to live in hardship ... and us to feel better.
How many times God has called me to open my eyes on my spiritual poverty ... and how much does it; I lend me his eyes to see, ears to hear and his heart to love.
Pope Francis has announced the Jubilee of mercy, and I really hope with my whole being, to witness what mercy he used with me.
Even today as in Jesus' day, there are those who want to fix the mercy of God stakes, those who speak against the Pope, as one who spoke against Jesus who came to make us realize that the only rule that matters is that of love.
Again, there is healing from the rules of the Pharisees and the scribes and of the Pagans and the modern fundamentalists.
We often have to challenge the Church, and even other religions, because they all put some stakes and set the rules, excludes some, rejecting others, but these posts, must be removed, because the only post that there is, is our no to God's grace.
We are always us who have the last word ... you want to be healed? We respond with faith and humility: - Yes, my Lord, I need You!
COMMENT OFF:
EliminaFr. Àngel CALDAS i Bosch
(Salt, Girona, Spain)
Today, Saint John speaks of the parable of the pool of Bethzatha. It rather looked like the waiting room of a traumathology hospital. «There lay a multitude of sick people-blind, lame and paralyzed» (Jn 5:3). Jesus went up there.
It's rather curious!: Jesus manages to be found always in the middle of some problem. Wherever He goes, there is always somebody to be “liberated”; there He is when it comes to making people happy. The Pharisees, instead, were concerned only over the fact that it was Saturday. Their bad faith was killing their spirit. Sin's nasty features were showing through their eyes. There's no worse deaf man than he who does not want to hear.
The protagonist of the miracle had been disabled for thirty eight long years. «Do you want to be healed?» (Jn 5:6), Jesus says to him. He had since long ago been struggling in the void for he had not found Jesus. At long last, he had found the Man. The five galleries of the pool of Bethzatha boomed out upon hearing the Master's voice: «Stand up, take your mat and walk» (Jn 5:8). It was just a matter of an instant.
Jesus Christ's voice is the voice of God. Everything was anew with that old disabled man, spent by dejection. Much later, Saint John Crisostom will say that in Bethzatha pool sick people cured their bodies, while in the Baptism those same sick cure their soul; over there, one only sick could eventually be cured, every now and then. Baptism, however, cures always and everybody. In both cases God's power is evidenced through water.
That helpless disabled man, close to the water, does not remind you of our own helplessness to do good? How can we dare solving by ourselves that which has a supernatural scope? Don't you see, every day, around you, a big crowd of disabled ones that are “moving” themselves a lot, while being totally unable to get rid of their lack of freedom? Sin paralyzes man, grows him old, kills him... We have to fix our eyes in Jesus. We need him —his Grace— to plunge us into the waters of prayer, of confession, of the opening of our spirit. You and I may be eternal disabled persons, or, on the contrary, bearers of his light instruments.
VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDì 13 MARZO 2018
RispondiEliminaEvangelio según San Juan 5,1-3a.5-16.
Se celebraba una fiesta de los judíos y Jesús subió a Jerusalén.
Junto a la puerta de las Ovejas, en Jerusalén, hay una piscina llamada en hebreo Betsata, que tiene cinco pórticos.
Bajo estos pórticos yacía una multitud de enfermos, ciegos, paralíticos y lisiados, que esperaban la agitación del agua.
Había allí un hombre que estaba enfermo desde hacía treinta y ocho años.
Al verlo tendido, y sabiendo que hacía tanto tiempo que estaba así, Jesús le preguntó: "¿Quieres curarte?".
El respondió: "Señor, no tengo a nadie que me sumerja en la piscina cuando el agua comienza a agitarse; mientras yo voy, otro desciende antes".
Jesús le dijo: "Levántate, toma tu camilla y camina".
En seguida el hombre se curó, tomó su camilla y empezó a caminar. Era un sábado,
y los judíos dijeron entonces al que acababa de ser curado: "Es sábado. No te está permitido llevar tu camilla".
El les respondió: "El que me curó me dijo: 'Toma tu camilla y camina'".
Ellos le preguntaron: "¿Quién es ese hombre que te dijo: 'Toma tu camilla y camina?'".
Pero el enfermo lo ignoraba, porque Jesús había desaparecido entre la multitud que estaba allí.
Después, Jesús lo encontró en el Templo y le dijo: "Has sido curado; no vuelvas a pecar, de lo contrario te ocurrirán peores cosas todavía".
El hombre fue a decir a los judíos que era Jesús el que lo había curado.
Ellos atacaban a Jesús, porque hacía esas cosas en sábado.
REFLEXIÓN LELLA
EliminaORACIÓN
Pido al Espíritu Santo que guía mis pensamientos y mis manos en el teclado, con el fin de comprender plenamente su palabra, y saber cómo vivir y explicar por qué me das consejos.
Esto trozo del evangelio comienza a dar explicaciones y detalles del lugar donde ocurrió el milagro; porque la piscina de Betesda se considera la fuente de la gracia en el Antiguo Testamento, ya que se utiliza para lavar los corderos antes de su sacrificio en el templo. Esto le dio al agua un halo de santidad y muchos enfermos fueron a bañarse en la piscina con la esperanza de curar.
Muchos son en esta narrativa los símbolos que recuerdan el Antiguo Testamento, pero me siento abrumadora que Jesús llama a este hombre que no tenía a nadie que le ayudara a descender a las aguas, marginados, incluso entre los últimos, y pide el sábado, como todavía significa un tiempo con él decayó las leyes antiguas, porque era la nueva puerta a la salvación
Jesús pregunta: deseas sanar?
La respuesta depende de nosotros.Estamos de que podemos elegir a fiarse de Él, la fuente de la salvación, o sentarse en el banquillo viendo.A menudo ni siquiera se da cuenta, y creemos que nuestro deber, para ser bueno, sólo porque vamos a la iglesia, ayudamos en cualquier negocio de bienes raíces ..., paralizado en nuestras convicciones.Los pobres siguen a pasar, a los enfermos a estar solo, hambriento de vivir en la miseria ... y nos hace sentir mejor.
¿Cuántas veces Dios me ha llamado a abrir los ojos en mi pobreza espiritual ... y cuánto lo hace; Yo me presta sus ojos para ver, oídos para oír y su corazón al amor.
Francisco ha anunciado el Jubileo de la misericordia, y realmente espero con todo mi ser, para presenciar lo merced que usó conmigo.
Incluso hoy en día como en los tiempos de Jesús, están aquellos que quieren fijar la merced de apuestas Dios, los que hablan contra el Papa, como uno que habló en contra de Jesús, que vino para darnos cuenta de que la única regla que importa es la del amor.
Una vez más, está el alivio de las reglas de los fariseos y los escribas y de los paganos y los fundamentalistas modernos.
A menudo tenemos que desafiar a la Iglesia, e incluso de otras religiones, porque todos ponen algunas estacas y establecen las reglas, excluye algunos, rechazando otros, pero estos mensajes, se deben retirar, ya que el único puesto que no existe, es nuestra no a la gracia de Dios.
Siempre estamos nosotros que tienen la última palabra ... Quieres ser sano? Respondemos con fe y humildad: - Sí, mi Señor, te necesito!
COMENTARIO DE:
EliminaRev. D. Àngel CALDAS i Bosch
(Salt, Girona, España)
Hoy, san Juan nos habla de la escena de la piscina de Betsaida. Parecía, más bien, una sala de espera de un hospital de trauma: «Yacía una multitud de enfermos, ciegos, cojos, paralíticos» (Jn 5,3). Jesús se dejó caer por allí.
¡Es curioso!: Jesús siempre está en medio de los problemas. Allí donde haya algo para “liberar”, para hacer feliz a la gente, allí está Él. Los fariseos, en cambio, sólo pensaban en si era sábado. Su mala fe mataba el espíritu. La mala baba del pecado goteaba de sus ojos. No hay peor sordo que el que no quiere entender.
El protagonista del milagro llevaba treinta y ocho años de invalidez. «¿Quieres curarte?» (Jn 5,6), le dice Jesús. Hacía tiempo que luchaba en el vacío porque no había encontrado a Jesús. Por fin, había encontrado al Hombre. Los cinco pórticos de la piscina de Betsaida retumbaron cuando se oyó la voz del Maestro: «Levántate, toma tu camilla y anda» (Jn 5,8). Fue cuestión de un instante.
La voz de Cristo es la voz de Dios. Todo era nuevo en aquel viejo paralítico, gastado por el desánimo. Más tarde, san Juan Crisóstomo dirá que en la piscina de Betsaida se curaban los enfermos del cuerpo, y en el Bautismo se restablecían los del alma; allá, era de cuando en cuando y para un solo enfermo. En el Bautismo es siempre y para todos. En ambos casos se manifiesta el poder de Dios por medio del agua.
El paralítico impotente a la orilla del agua, ¿no te hace pensar en la experiencia de la propia impotencia para hacer el bien? ¿Cómo pretendemos resolver, solos, aquello que tiene un alcance sobrenatural? ¿No ves cada día, a tu alrededor, una constelación de paralíticos que se “mueven” mucho, pero que son incapaces de apartarse de su falta de libertad? El pecado paraliza, envejece, mata. Hay que poner los ojos en Jesús. Es necesario que Él —su gracia— nos sumerja en las aguas de la oración, de la confesión, de la apertura de espíritu. Tú y yo podemos ser paralíticos sempiternos, o portadores e instrumentos de luz.
VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 13 MARZO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Temps du Carême - 4e Semaine: Mardi
Texte de l'Évangile (Jn 5,1-3.5-16): Après cela, à l'occasion d'une fête des Juifs, Jésus monta à Jérusalem. Or, à Jérusalem, près de la Porte des Brebis, il existe une piscine qu'on appelle en hébreu Bézatha. Elle a cinq colonnades, sous lesquelles étaient couchés une foule de malades: aveugles, boiteux et paralysés. Il y en avait un qui était malade depuis trente-huit ans. Jésus, le voyant couché là, et apprenant qu'il était dans cet état depuis longtemps, lui dit: «Est-ce que tu veux retrouver la santé?». Le malade lui répondit: «Seigneur, je n'ai personne pour me plonger dans la piscine au moment où l'eau bouillonne; et pendant que j'y vais, un autre descend avant moi». Jésus lui dit: «Lève-toi, prends ton brancard, et marche». Et aussitôt l'homme retrouva la santé. Il prit son brancard: il marchait! Or, ce jour-là était un jour de sabbat. Les Juifs dirent à cet homme que Jésus avait guéri: «C'est le sabbat! Tu n'as pas le droit de porter ton brancard». Il leur répliqua: «Celui qui m'a rendu la santé, c'est lui qui m'a dit: ‘Prends ton brancard, et marche!’». Ils l'interrogèrent: «Quel est l'homme qui t'a dit: ‘Prends-le, et marche’?». Mais celui qui avait été guéri ne le savait pas; en effet, Jésus s'était éloigné, car il y avait foule à cet endroit. Plus tard, Jésus le retrouva dans le Temple et lui dit: «Te voilà en bonne santé. Ne pèche plus, il pourrait t'arriver pire encore». L'homme partit annoncer aux Juifs que c'était Jésus qui lui avait rendu la santé. Et les Juifs se mirent à poursuivre Jésus parce qu'il avait fait cela le jour du sabbat.
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE: Je t'en prie Esprit Saint, guide mes pensées et mes mains sur ce clavier, pour pouvoir bien faire comprendre ta Parole, savoir la vivre et expliquer selon ce que tu me conseilles.
- Ce passage commence par donner des explications et des détails sur l'endroit où le miracle se produisit; parce que la piscine de Bethesda a été considéré comme une source de grâce dans l'Ancien Testament, parce qu'elle a été utilisé pour laver les agneaux avant leur sacrifice au temple. Cela a donné à cet eau une auréole de sainteté et de nombreux malades allaient se baigner dans la piscine dans l'espoir de guérir. Nombreux sont les symboles qui rappellent l'Ancien Testament, mais moi je sens autoritaire que Jésus est appelé cet homme qui n'avait personne pour l'aider pour descendre dans les eaux, marginal, même parmi les derniers, et il l'appelle un samedi, comme pour signifier encore une fois qu'avec lui, les anciennes lois viennent à échéance, parce qu'il était la nouvelle porte du salut. Jésus demande: est-ce que tu veux guérir? La réponse nous touche nous. C'est nous qui pouvons choisir de nous confier à Lui, à la source du salut, ou rester aux marges à regarder. Nous nous apercevons de plus en plus souvent, et nous pensons faire notre devoir, d'être bons, seulement parce que nous allons à la messe nous aidons pour quelques activités. immobiles, paralysés dans nos convictions. Les pauvres continuent à passer à côté de nous, les malades à rester seuls, les affamés à vivre de privations. et nous à nous sentir meilleurs. Combien de fois Dieu m'a appelé à ouvrir les yeux sur mes pauvretés spirituelles.....et tout ce que je fait encore; il me prête ses yeux pour voir, ses oreilles pour entendre et son coeur pour aimer. Nombreux voient dans ce récit beaucoup de symboles qui rappellent l'ancien testament, je vois un signe qui est toujours pareil, l'amour pardonne. Notre Saint Père Francois a ouvert le jubilé de la miséricorde, et j'espère vraiment de mon coeur de savoir la vivre et d'être témoin de combien de miséricorde il a utilisé avec moi. Aujourd'hui aussi comme aux temps de Jésus, il y a ceux qui veulent fixer à la miséricorde de Dieu des pièges, ceux qui parlent contre le Pape, comme ceux parlèrent contre Jésus qui est venu pour nous faire comprendre que la règle unique qui compte est celle de l'amour. En cela aussi il y a la guérison des règles des pharisiens, des scribes et des païens et des intégristes modernes. Nous nous retrouvons souvent à contester l'Église, et aussi les autres religions, vraiment parce que tous mettent des pièges et ils fixent des règles, en excluent quelques-unes, en repoussant les autres mais ces pièges, doivent être enlevés, parce que le piège unique qu'il y a, c'est notre non à la Grâce de Dieu... C'est toujours nous qui avons le dernier mot... est-ce que tu veut être guéri? Répondons avec foi et humilité,: - OUI Seigneur nous avons besoin de Toi!
Commentaire de l'Abbé Àngel CALDAS i Bosch
Elimina(Salt, Girona, Espagne)
Aujourd'hui saint Jean nous parle de la scène de la piscine de Bézhata. Elle ressemblait, plutôt, à la salle d'attente d'un hôpital pour traumatisés: «Une foule de malades étaient couchés: aveugles, boiteux et paralysés» (Jn 5,3). Et Jésus s'y rendit.
Comme c'est étonnant! L'on trouve toujours Jésus au beau milieu des problèmes. Là où il existe une possibilité de “libérer”, de rendre quelqu'un heureux, le voici. Les pharisiens, par contre, ne songeaient qu'au Sabbat. Leur mauvaise foi tuait l'esprit. La colère du péché dégoulinait de leurs yeux. Il n'est pire sourd que celui qui ne veut pas entendre!
Le protagoniste du miracle était malade depuis trente-huit ans. «Est-ce que tu veux retrouver la santé?» (Jn 5,6), lui dit Jésus. Depuis longtemps qu'il luttait dans le vide, faute d'avoir rencontré Jésus. Mais, maintenant, il avait trouvé l'Homme. Les cinq colonnades de la piscine de Bézhata retentirent lorsqu'on entendit la voix du Maître: «Lève-toi, prends ton brancard, et marche» (Jn 5,8). Ce fut l'affaire d'un instant.
La voix du Christ est la voix de Dieu. Tout était neuf dans ce vieux paralysé, usé par le découragement. Plus tard, saint Jean Chrysostome nous dira que dans la piscine de Bézhata les maladies du corps étaient guéries, et qu'avec le Baptême ce sont les maladies de l'âme qu'on guérit. Là, c'était de temps en temps et pour un seul malade à la fois. Dans le Baptême, c'est pour toujours et pour tous. Dans le deux cas, le pouvoir de Dieu est manifesté par l'eau.
Le paralytique impuissant au bord de l'eau, ne te fait-il pas songer à l'expérience de notre propre impuissance à faire le bien? Comment essayons–nous de résoudre, tout seul, ce qui relève d'un pouvoir surnaturel? Te rends-tu compte que chaque jour, autour de toi, il a une foule de paralytiques qui “se remuent” beaucoup, mais n'arrivent pas à échapper de leur manque de liberté? Le péché paralyse, vieillit, tue. Il nous faut regarder Jésus. Il est nécessaire qu'Il —sa Grâce— nous plonge dans les eaux de la prière, de la confession, de l'ouverture de le esprit. Toi et moi, nous pouvons être de sempiternels paralytiques, ou des porteurs et des instruments de lumière.