(Gv 13,21-33.36-38)
Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito Santo, amico mio, fammi capire che cosa vuole Gesù dirmi con queste parole, fammi sentire che tutto illumini, alla luce dell' amore che Lui nutre per me, non certo per i miei meriti o la mia fedeltà, che può crollare nel momento del pericolo come quella di Pietro.
Gesù è con i suoi amici, ed in mezzo a loro c'è quello che lo tradirà; una grande tristezza lo assale, mentre lo comunica agli altri.
Vicino a Lui c'era Giovanni, che qui non è chiamato per nome, ma viene definito il discepolo che Gesù amava, ed è tanto evidente questo che, persino Pietro, che aveva comunque già nei tratti caratteriali il carisma del capo, si rivolge a lui per far chiedere a Gesù il nome del traditore.
E Gesù illumina il suo discepolo, lo illumina con un gesto che mi fa pensare, che niente accade per caso tra noi e Dio.
" Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui." all'inizio non capivo che cosa volesse dire l'evangelista con questa frase, come mai è il pezzo di pane, intinto nel piatto stesso di Gesù, che produce per Giuda la condanna.
C'è un'altra frase che mi balza davanti agli occhi, ed è una frase di Paolo :
" Chiunque mangerà il pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore (1 Cor 11, 27)."
Paolo che provò la grazia del Signore nella debolezza del peccato, comprese con tutta la sua coscienza quello che Luca dice : " Ora, Satana entrò in Giuda chiamato Iscariota, ch'era del numero dei dodici, ed egli andò a trattare con i gran sacerdoti (Lc 22, 3-4)."
Quindi il proposito di tradire Gesù era già in Giuda, e si è accostato alla mensa del Signore già con l'intento di tradirlo, già disprezzando quella grazia che il Signore gli faceva, spezzando il pane anche con lui.
Qui il discorso diventa veramente ampio, quando ci accostiamo alla comunione in peccato, non stiamo sfidando il sacerdote o facendo fesso Dio, ma stiamo mangiando anche noi la nostra condanna, meglio che ne prendiamo atto, prima di metterci nelle mani di satana!
Uscito Giuda, Gesù resta con i suoi amici, che pur nelle loro imperfezioni, gli restano fedeli, ed a loro annuncia la sua partenza. Non gli dice apertamente che sarà ucciso, ne' come questo avverrà, ma gli dice che sarà glorificato, per la gloria di Dio. Anche Pietro, che crede di essere in una posizione di sicurezza per quanto riguarda la lealtà a Gesù, sembra disposto ad accettare ogni prova pur di poterlo seguire, ma Gesù , che è verità, che sa ogni cosa perchè è Dio, lo ammonisce con dolcezza, come per dire, non essere sicuro di te, perchè anche tu nella prova, se resterai da solo e smarrito, potrai cadere, non contare sulle tue forze e sulle tue buone intenzioni. In questo ultimo atteggiamento di Gesù, c'è molto di più di quello che sembra così, a prima vista; devo confessarvi che a questa frase di Gesù, è legata la mia conversione. Vi rubo ancora un attimo per raccontarvi che in un periodo particolare della mia vita, quando ormai stavo per cedere all'insistente richiamo del Signore, avevo però una forte remora a recarmi da un confessore, non mi sembrava giusto che un sacerdote, che sicuramente non era perfetto, potesse giustificare i miei peccati agli occhi di Dio.
Era il giorno di san Pietro e Paolo, nel santuario del Divino Amore di Roma,quando capii che se Gesù aveva giustificato la debolezza di Pietro, io non potevo oppormi ancora al suo volere.... da quella confessione alla caduta di cavallo come san Paolo, è stato tutt'uno. Per questo io mi rivolgo a voi che ancora non riuscite a trovare la forza di mettervi davanti ad un confessore... non indugiate ancora, nell'uomo imperfetto che vi accoglierà, troverete lo Spirito di perfezione di Gesù stesso. È a Lui che chiederete perdono, non fate passare questa Pasqua senza confessarvi e comunicarvi, la strada è ancora lunga e dura, e se al canto del gallo non vogliamo tradire il Signore, dobbiamo nutrirci del suo corpo e del suo sangue, perché è in lui che troviamo la forza di respingere il male esterno e di combattere quello che ci portiamo dentro.
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COMMENTO DI:
Abbé Jean GOTTIGNY
(Bruxelles, Belgio)
Oggi, Martedì Santo, la liturgia sottolinea il dramma che sta per scatenarsi e che concluderà con la crocifissione del Venerdì Santo. «Preso il boccone (Giuda), egli subito uscì. Ed era notte» (Gv 13,30). Sempre è di notte quando ci si allontana da quello che è "Luce di Luce, Dio vero di Dio vero» (Simbolo niceno-costantinopolitano).
Il peccatore è colui che da la spalla al Signore per gravitare intorno alle cose create, senza riferirle al Creatore. Sant'Agostino descrive il peccato come "un amore a se stesso fino al disprezzo di Dio". Insomma, un tradimento. Una prevaricazione frutto della «arroganza con cui vogliamo emanciparci da Dio per non essere altro che noi stessi, l'arroganza per la quale crediamo di non aver bisogno di amore eterno, poiché vogliamo dominare la nostra vita per noi stessi» (Benedetto XVI). Si può capire che Gesù, quella sera, si "commosse profondamente" (Gv 13,21).
Fortunatamente, il peccato non è l'ultima parola. Questa è la misericordia di Dio. Ma essa suppone un "cambio" da parte nostra. Una inversione della situazione che consiste nel distaccarsi dalle creature per legarsi a Dio e ritrovare così la autentica libertà. Ma non aspettiamo ad essere nauseati delle false libertà che ci siamo presi, per cambiare a Dio. Come denunciò il padre gesuita Bourdaloue " vorremmo convertirci, quando siamo stanchi del mondo, o meglio, quando il mondo sia stanco di noi". Cerchiamo di essere più furbi. Decidiamoci adesso. La Settimana Santa è l'occasione propizia. Sulla croce, Cristo, tende le sue braccia a tutti. Nessuno è escluso. Tutto ladrone pentito ha un posto in paradiso. Questo sì, a condizione di cambiare vita e di riparare, come quello del Vangelo: "Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male" (Lc 23,41).
VERSIONE IN INGLESE DI MARTEDì 27 MARZO 2018
RispondiEliminaLiturgic day: Tuesday of Holy Week
Gospel text (Jn 13,21-33.36-38): Jesus was distressed in spirit and said plainly, «Truly, one of you will betray me». The disciples then looked at one another, wondering who He meant. One of the disciples, the one Jesus loved, was reclining near Jesus; so Simon Peter signaled him to ask Jesus whom He meant. And the disciple who was reclining near Jesus asked him, «Lord, who is it?». Jesus answered, «I shall dip a piece of bread in the dish, and he to whom I give it, is the one». So Jesus dipped the bread and gave it to Judas Iscariot, the son of Simon. And as Judas took the piece of bread, Satan entered into him. Jesus then said to him, «What you are going to do, do quickly». None of the others reclining at table understood why Jesus said this to Judas. As he had the common purse, they may have thought that Jesus was telling him, «Buy what we need for the feast», or, «Give something to the poor». Judas left as soon as he had eaten the bread. It was night.
When Judas had gone out, Jesus said, «Now is the Son of Man glorified and God is glorified in him. God will glorify him, and He will glorify him very soon. My children, I am with you for only a little while; you will look for me, but, as I already told the Jews, so now I tell you: where I am going you cannot come». Simon Peter said to him, «Lord, where are you going?». Jesus answered, «Where I am going you cannot follow me now, but afterwards you will». Peter said, «Lord, why can't I follow you now? I am ready to give my life for you». Jesus answered, «To give your life for me! Truly, I tell you, the cock will not crow before you have denied me three times».
MY REFLECTION
EliminaPRAYER
Holy Spirit, my friend, let me understand what Jesus wants to say these words, let me enlighten you feel that everything in the light of the love that He has for me, not for my merit or my fidelity, which may collapse when the danger as that of Peter.
Jesus is with his friends, and among them there is one who will betray him; a great sadness overtakes him, and communicate it to others.
Near him there was John, who here is not called by name, but is called the disciple whom Jesus loved, and this is so evident that even Peter, who had, however, already in the character traits of the charismatic leader, is addressed to him to ask Jesus the name of the traitor.
And Jesus enlightens his disciple, enlightens them with a gesture that makes me think that nothing happens by chance between us and God, "Then after the morsel, Satan entered into him." at the beginning I did not understand what he meant by this phrase the evangelist, why is the piece of bread, dipped it in the dish of the same Jesus, which produces the condanna.c for Judas' is another phrase that I jumped in front of the eyes, and it's a phrase of Paul:
(C0NTINUA)
(C0NTINUA)
Elimina"Whoever eats the bread or drinks the cup of the Lord unworthily, shall be guilty of profaning the Body and Blood of the Lord (1 Cor 11, 27).
And Jesus enlightens his disciple, enlightens them with a gesture that makes me think that nothing happens by chance between us and God, "Then after the morsel, Satan entered into him." at the beginning I did not understand what he meant by this phrase the evangelist, why is the piece of bread, dipped it in the dish of the same Jesus, which produces the condanna.c for Judas' is another phrase that I jumped in front of the eyes, and it's a phrase of Paul: "Whoever eats the bread or drinks the cup of the Lord unworthily, shall be guilty of profaning the Body and Blood of the Lord (1 Cor 11, 27).
"Paul felt that the grace of God in the weakness of sin,He knew with all his conscience what Luke says:" Now, Satan entered into Judas called Iscariot, who was of the number of the twelve, and he went to deal with the high priests (Luke 22, 3 -4). "So the intention to betray Jesus was already in Judah, and he approached the Lord's table already with the intent to betray him, already despising the grace that the Lord was breaking bread with him. Here the discourse becomes really large, when we come to communion in sin, we are not challenging the priest or doing stupid God, but also we are eating our condemnation, better than we take note, before putting in the hands of Satan. Released Judah, Jesus is with his friends, who despite their shortcomings, remain faithful, and their announces his departure. did not say openly that he will be killed, nor how this will happen, but tells him that he will be glorified, for the glory of God .
Even Peter, who believes he is in a position of safety with regard to loyalty to Jesus, seems willing to accept any evidence in order to follow Him, but Jesus, who is truth, who knows everything because he is God, admonishes him with sweetness as if to say, do not be sure of yourself, why do you even in trial, if you stay alone and lost, you fall, do not rely on your own strength and on your good intentions. In this last attitude of Jesus, there is a lot more than it seems so at first glance; I must confess that this phrase of Jesus is linked to my conversion. We still steal a moment to tell you about that in a particular period of my life, when I was about to give in the insistent call of the Lord, but I had a strong hesitation to go to a confessor, did not seem right that a priest, which is definitely not was perfect, could justify my sins in God's eyes
It was the day of St. Peter and Paul, in the Sanctuary of Divine Love in Rome, when I realized that if Jesus had justified the weakness of Peter, I could not even oppose his will .... by that confession to the fall of the horse as St. Paul, it was all one. For this reason I appeal to you that you still can not find the strength to put you in front of a confessor ... delay no longer, imperfect man who will greet you, you will find the Spirit of perfection of Jesus himself.
It is to Him you shall ask forgiveness, do not pass this Easter without confession and tell you, the road is still long and hard, and if the rooster crows do not want to betray the Lord, we must nourish his body and his blood, because it is in he find the strength to reject evil and to fight outside what we carry inside.
Fr. Jean GOTTIGNY
Elimina(Bruxelles, Belgium)
Today, Holy Tuesday, the liturgy emphasizes the drama which is about to develop and will end with the crucifixion in Good Friday. «Judas left as soon as he had eaten the bread. It was night» (Jn 13:30). It is always night when we move away from he who is «light from light, true God from true God» (Nicaea-Constantinople Symbol).
The sinner turns his back on the Lord to gravitate around the created things, without referring them to its Creator. St. Augustine describes sin as «as a love of self to the point of despising God». That is, a betrayal. A prevarication that is the fruit of «an arrogance with which we want to emancipate from God and be only ourselves; an arrogance which makes us believe we do not need the eternal love; an arrogance with which we wish to become the only masters of our own life» (Benedict XVI). We may understand that Jesus, that night, has felt «distressed in spirit» (Jn 13:21).
Fortunately, sin is not the last word. The last word is God's mercy. This means, however, a “change” on our side. Inverting the situation to part from all creatures and become attached to God to find again the true freedom. Nevertheless, to change to God we should not wait to become sick of the false freedom we have been using. As Louis Bourdaloue denounces, «we would like to convert when we would get tired of this world or, rather, when the world would get tired of us». We should know better than that. Let us make up our mind right now. Easter time is the adequate time. In the Cross, Christ opens his arms wide to all of us. Nobody is excluded. Every repented thief has his place in Paradise. On condition, however, to change his life and remedy his shortcomings, like the thief in the Gospel: «And indeed, we have been condemned justly, for the sentence we received corresponds to our crimes, but this man has done nothing criminal» (Lc 23:41).
VERSIONE IN SPAGNOLO DI MARTEDì 26 MARZO 2018
RispondiEliminaDía litúrgico: Martes Santo
Texto del Evangelio (Jn 13,21-33.36-38): En aquel tiempo, estando Jesús sentado a la mesa con sus discípulos, se turbó en su interior y declaró: «En verdad, en verdad os digo que uno de vosotros me entregará». Los discípulos se miraban unos a otros, sin saber de quién hablaba. Uno de sus discípulos, el que Jesús amaba, estaba a la mesa al lado de Jesús. Simón Pedro le hace una seña y le dice: «Pregúntale de quién está hablando». Él, recostándose sobre el pecho de Jesús, le dice: «Señor, ¿quién es?». Le responde Jesús: «Es aquel a quien dé el bocado que voy a mojar». Y, mojando el bocado, le toma y se lo da a Judas, hijo de Simón Iscariote. Y entonces, tras el bocado, entró en él Satanás. Jesús le dice: «Lo que vas a hacer, hazlo pronto». Pero ninguno de los comensales entendió por qué se lo decía. Como Judas tenía la bolsa, algunos pensaban que Jesús quería decirle: «Compra lo que nos hace falta para la fiesta», o que diera algo a los pobres. En cuanto tomó Judas el bocado, salió. Era de noche.
Cuando salió, dice Jesús: «Ahora ha sido glorificado el Hijo del hombre y Dios ha sido glorificado en Él. Si Dios ha sido glorificado en Él, Dios también le glorificará en sí mismo y le glorificará pronto. Hijos míos, ya poco tiempo voy a estar con vosotros. Vosotros me buscaréis, y, lo mismo que les dije a los judíos, que adonde yo voy, vosotros no podéis venir, os digo también ahora a vosotros». Simón Pedro le dice: «Señor, ¿a dónde vas?». Jesús le respondió: «Adonde yo voy no puedes seguirme ahora; me seguirás más tarde». Pedro le dice: «¿Por qué no puedo seguirte ahora? Yo daré mi vida por ti». Le responde Jesús: «¿Que darás tu vida por mí? En verdad, en verdad te digo: no cantará el gallo antes que tú me hayas negado tres veces».
MI REFLEXIÓN
EliminaORACIÓN
Espíritu Santo, mi amigo, déjame entender lo que Jesús quiere decir estas palabras, déjame iluminarte usted siente que todo a la luz del amor que Él tiene por mí, no por mi mérito o mi fidelidad, lo que puede colapsar cuando la peligro como la de Pedro.
Jesús está con sus amigos, y entre ellos hay uno que lo traicionará; una gran tristeza lo alcanza, y comunicarla a los demás.
Cerca de él estaba Juan, que aquí no se llama por su nombre, pero se llama al discípulo a quien amaba Jesús, y esto es tan evidente que incluso Pedro, que había, sin embargo, ya en los rasgos de la personalidad del líder carismático, se dirige a él pedirle a Jesús el nombre del traidor.
Y Jesús ilumina a su discípulo, los ilumina con un gesto que me hace pensar que nada sucede por casualidad entre nosotros y Dios: "Entonces, tras el bocado, Satanás entró en él." al principio yo no entendía lo que quería decir con esta frase el evangelista, ¿por qué el pedazo de pan, lo mojó en el plato del mismo Jesús, que produce el condanna.c para Judas "es otra frase que salté en frente de la ojos, y es una frase de Pablo: "Quien coma el pan o beba la copa del Señor indignamente, será reo del Cuerpo y de la Sangre del Señor (1 Cor 11, 27). "Paul sentía que la gracia de Dios en la debilidad del pecado,entendió con toda su conciencia de lo que dice Lucas:" Ahora, Satanás entró en Judas, llamado Iscariote, que era del número de los doce, y se fue a tratar con los sumos sacerdotes (Lucas 22, 3 -4). "Así que la intención de traicionar a Jesús ya en Judá era, y se acercó a la mesa del Señor ya con la intención de traicionarlo, ya despreciar la gracia que el Señor estaba rompiendo el pan con él. Aquí el discurso se vuelve muy grande, cuando llegamos a la comunión en el pecado, no estamos desafiando el sacerdote o haciendo Dios estúpido, pero también estamos comiendo nuestra condena, mejor que tomamos nota, antes de poner en las manos de Satanás. Publicado Judá, Jesús está con sus amigos, que a pesar de sus deficiencias, se mantienen fieles, y ellos anuncia su partida. no dijo abiertamente que lo van a matar, ni cómo esto va a suceder, pero le dice que él sea glorificado, para la gloria de Dios .
Incluso Pedro, que cree que está en condiciones de ofrecer garantías de que la lealtad a Jesús, parece dispuesto a aceptar toda prueba, para seguirlo, pero Jesús, que es verdad, que todo lo sabe, porque él es Dios, le amonesta con dulzura como diciendo, no estar seguro de ti mismo, ¿por qué incluso en el juicio, si se queda solo y perdido, te caes, no confía en su propia fuerza y en sus buenas intenciones. En esta última actitud de Jesús, hay mucho más de lo que parece por lo que a primera vista; Debo confesar que esta frase de Jesús está ligado a mi conversión.
COMENTARIO DE:
EliminaAbbé Jean GOTTIGNY
(Bruxelles, Bélgica)
Hoy, Martes Santo, la liturgia pone el acento sobre el drama que está a punto de desencadenarse y que concluirá con la crucifixión del Viernes Santo. «En cuanto tomó Judas el bocado, salió. Era de noche» (Jn 13,30). Siempre es de noche cuando uno se aleja del que es «Luz de Luz, Dios verdadero de Dios verdadero» (Símbolo de Nicea-Constantinopla).
El pecador es el que vuelve la espalda al Señor para gravitar alrededor de las cosas creadas, sin referirlas a su Creador. San Agustín describe el pecado como «un amor a sí mismo hasta el desprecio de Dios». Una traición, en suma. Una prevaricación fruto de «la arrogancia con la que queremos emanciparnos de Dios y no ser nada más que nosotros mismos; la arrogancia por la que creemos no tener necesidad del amor eterno, sino que deseamos dominar nuestra vida por nosotros mismos» (Benedicto XVI). Se puede entender que Jesús, aquella noche, se haya sentido «turbado en su interior» (Jn 13,21).
Afortunadamente, el pecado no es la última palabra. Ésta es la misericordia de Dios. Pero ella supone un “cambio” por nuestra parte. Una inversión de la situación que consiste en despegarse de las criaturas para vincularse a Dios y reencontrar así la auténtica libertad. Sin embargo, no esperemos a estar asqueados de las falsas libertades que hemos tomado, para cambiar a Dios. Según denunció el padre jesuita Bourdaloue, «querríamos convertirnos cuando estuviésemos cansados del mundo o, mejor dicho, cuando el mundo se hubiera cansado de nosotros». Seamos más listos. Decidámonos ahora. La Semana Santa es la ocasión propicia. En la Cruz, Cristo tiende sus brazos a todos. Nadie está excluido. Todo ladrón arrepentido tiene su lugar en el paraíso. Eso sí, a condición de cambiar de vida y de reparar, como el del Evangelio: «Nosotros, en verdad, recibimos lo debido por lo que hemos hecho; pero éste no hizo mal alguno» (Lc 23,41).
VERSIONE IN FRANCESE DI MARTEDI 27 MARZO 2018.
RispondiEliminaJour liturgique : Semaine Sainte: Mardi
Texte de l'Évangile (Jn 13,21-33.36-38): À l'heure où Jésus passait de ce monde à son Père, au cours du repas qu'il prenait avec ses disciples, il fut bouleversé au plus profond de lui-même, et il attesta: «Amen, amen, je vous le dis: l'un de vous me livrera». Les disciples se regardaient les uns les autres, sans parvenir à comprendre de qui Jésus parlait. Comme il y avait à table, tout contre Jésus, l'un de ses disciples, celui que Jésus aimait, Simon-Pierre lui fait signe de demander à Jésus de qui il veut parler. Le disciple se penche donc sur la poitrine de Jésus et lui dit: «Seigneur, qui est-ce?». Jésus lui répond: «C'est celui à qui j'offrirai la bouchée que je vais tremper dans le plat». Il trempe la bouchée, et la donne à Judas, fils de Simon l'Iscariote. Et, quand Judas eut pris la bouchée, Satan entra en lui. Jésus lui dit alors: «Ce que tu fais, fais-le vite». Mais aucun des convives ne comprit le sens de cette parole. Comme Judas tenait la bourse commune, certains pensèrent que Jésus voulait lui dire d'acheter ce qu'il fallait pour la fête, ou de donner quelque chose aux pauvres. Quand Judas eut pris la bouchée, il sortit aussitôt; il faisait nuit. Quand il fut sorti, Jésus déclara: «Maintenant le Fils de l'homme est glorifié, et Dieu est glorifié en lui. Si Dieu est glorifié en lui, Dieu en retour lui donnera sa propre gloire; et il la lui donnera bientôt. Mes petits enfants, je suis encore avec vous, mais pour peu de temps, et vous me chercherez. J'ai dit aux Juifs: Là où je m'en vais, vous ne pouvez pas y aller. Je vous le dis maintenant à vous aussi. Simon-Pierre lui dit: «Seigneur, où vas-tu?». Jésus lui répondit: «Là où je m'en vais, tu ne peux pas me suivre pour l'instant; tu me suivras plus tard». Pierre lui dit: «Seigneur, pourquoi ne puis-je pas te suivre maintenant? Je donnerai ma vie pour toi!». Jésus réplique: «Tu donneras ta vie pour moi? Amen, amen, je te le dis: le coq ne chantera pas avant que tu m'aies renié trois fois».
REFLEXION DE LELLA
EliminaPRIERE: Esprit Saint, mon ami fais-moi comprendre ce que Jésus veut me dire avec ces Paroles, fais-moi sentir que tout s'éclaire, à la lumière de l'amour qu'il nourrit pour moi, certainement pas pour mes mérites ou ma fidélité, qui peuvent s'écrouler dans un moment de danger comme celle de Pierre.
- Jésus est avec ses amis, et au milieu d'eux il y a celui qui le trahira; une grande tristesse l'attaque, pendant qu'il l'annonce aux autres. Près de Lui il y avait Jean, qui n'est pas appelé ici par son nom, mais il est défini comme le disciple que Jésus aimait, et ceci est si évident que, jusque à Pierre, qui avait déjà de toute façon dans ses traits caractériels le charisme de chef, il s'adresse à lui pour demander à Jésus le nom du traître. Et Jésus éclaire son disciple, il l'éclaire avec un geste qui me fait penser, que rien n'arrive par hasard entre nous et Dieu." Alors, après la bouchée, Satan entra en lui." Au début je ne comprenais pas ce que voulût dire l'évangéliste avec cette phrase, pourquoi c'est le bout de pain, trempé dans le plat même de Jésus, qui produit la condamnation par Judas. Il y a une autre phrase qui me saute aux yeux, et c'est une phrase de Paul: "Quiconque mangera le pain ou boira le calice du Seigneur indignement, sera du mauvais Corps et du Sang du Seigneur, 1 Cor 11,27)."Paul qui essaya la grâce du Seigneur dans la faiblesse du péché,Il savait avec toute sa conscience ce que dit Luc:"
SUITE:
EliminaMaintenant, Satan entra en Judas nommé Iscariote, qui est un des douze, et alla traiter avec les grands prêtres, Lc 22, 3 -4). "Ensuite l'intention de trahir Jésus était déjà en Judas, et il s'est déjà approché de la table du Seigneur avec le but de le trahir, déjà en méprisant cette grâce que le Seigneur lui faisait en rompant aussi le pain avec lui. Le discours devient ici vraiment ample, quand nous nous approchons de la communion en ayant péché, nous ne sommes pas en train de défier le prêtre ou faisant offense à Dieu, mais nous sommes en train de manger nous aussi notre condamnation, mieux vaut que nous en prenons note, avant de nous mettre dans les mains de satan. Judas Sorti, Jésus reste avec ses amis, qui eux aussi dans leurs imperfections, lui restent fidèles, et à eux il annonce son départ. Il ne leur dit pas ouvertement qu'il sera tué, ou comment cela arrivera, mais il leur dit qu'il sera glorifié, par la gloire de Dieu. Pierre, aussi qui croit être dans une position de sécurité en ce qui concerne la loyauté envers Jésus, il semble disposé à accepter chaque épreuve pour pouvoir le suivre, mais Jésus, qui est vérité, qui sait tout parce qu'il est Dieu, le réprimande avec douceur, comme pour dire, ne soit pas sûr de toi, parce que toi aussi dans l'épreuve, tu restes tout seul et égaré, tu pourras tomber ne compte pas sur tes forces et sur tes bonnes intentions. Dans cette dernière attitude de Jésus, il y a beaucoup plus que ce qu'il parait ainsi, à première vue; je dois vous avouer qu'à cette phrase de Jésus, est liée ma conversion. Je vous vole encore un instant pour vous raconter que dans une période spéciale de ma vie, quand j'allais céder au rappel insistant du Seigneur maintenant, j'avais un frein fort cependant à m'apporter d'un confesseur, il ne me semblait pas juste qu'un prêtre, qu'il n'était pas sûrement parfait, il pût justifier mes péchés aux yeux de Dieu. Je vous vole encore un instant pour vous raconter que dans une période spéciale de ma vie, quand j'allais céder au rappel insistant du Seigneur, j'avais quelque chose de fort qui me retenait de me fier à un confesseur, il ne me semblait pas juste qu'un prêtre, qui n'était pas sûrement parfait, pût justifier mes péchés aux yeux de Dieu. C'était le jour de la Saint Pierre et Paul, dans le sanctuaire du Divin Amour de Rome, quand je compris que si Jésus avait justifié la faiblesse de Pierre, je ne pouvais pas m'opposer encore à sa volonté..... de cet aveu à la chute de cheval comme Saint Paul a été tout en un. C'est pour cela que moi je m'adresse à vous qui ne réussissez pas encore à trouver la force de vous mettre devant un confesseur.... n'hésitez pas encore, dans l'homme imparfait qui vous accueillera, vous trouverez l'Esprit de perfection de Jésus lui même. C'est à Lui que vous demanderez pardon, ne faites pas passer cette Pâques sans vous confesser et vous communiquer, la voie est encore longue et dure, et si au chant du coq nous ne voulons pas trahir le Seigneur, nous devons nous nourrir de son corps et de son sang, parce que c'est en lui que nous trouvons la force de repousser le mal extérieur et de combattre ce que nous portons en dedans.
Commentaire de l'Abbé Jean GOTTIGNY
Elimina(Bruxelles, Belgique)
Aujourd'hui mardi saint, la liturgie met l'accent sur le drame qui se prépare et qui débouchera sur la croix du vendredi saint. «Quand Judas eut pris la bouchée, il sortit aussitôt; il faisait nuit» (Jn 13,30). Il fait toujours nuit quand on s'éloigne de celui qui est «lumière, née de la lumière, vrai Dieu, né du vrai Dieu» (Symbole de Nicée-Constantinople).
Le pécheur est celui qui tourne le dos au Seigneur pour graviter autour des choses créées, sans les référer au Créateur. Saint Augustin décrit le péché comme «l'amour de soi jusqu'au mépris de Dieu». Une trahison, en somme. Une forfaiture, fruit de «l'arrogance avec laquelle nous voulons nous émanciper de Dieu et n'être rien d'autre que nous-mêmes, l'arrogance avec laquelle nous croyons ne pas avoir besoin de l'amour éternel, mais avec laquelle nous voulons maîtriser notre vie tout seuls» (Benoît XVI). On comprend que Jésus, ce soir-là, ait été «bouleversé au plus profond de lui-même» (Jn 13,21).
Heureusement, le péché n'est pas le dernier mot. Le dernier mot, c'est la miséricorde de Dieu. Mais celle-ci suppose de notre part un “retournement”. Un renversement de situation qui consiste à se détacher des créatures pour s'attacher à Dieu et retrouver ainsi la liberté authentique. N'attendons cependant pas pour retourner à Dieu d'être écœurés des fausses libertés que nous avons prises. Selon le mot de Bourdaloue, «nous voulons nous convertir quand nous serons rebutés du monde ou plutôt quand le monde sera rebuté de nous». Soyons plus avisés. Décidons-nous maintenant. La semaine sainte est l'occasion propice. Sur la croix, le Christ tend les bras à tous. Nul n'est exclu. Tout larron repentant a sa place au paradis. À condition de changer de vie et de réparer, comme celui de l'Évangile: «Pour nous, c'est justice, nous payons nos actes; mais lui n'a rien fait de mal» (Lc 23,41).