martedì 31 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio.


Manipolare la verità a nostro piacimento non ci farà persone migliori
A volte ci può succedere di sbagliare, di interpretare male, o magari semplicemente capire male qualcosa.
Ecco che come ce lo fanno notare, scatta una molla dentro di noi che ci spinge a trovare giustificazioni
Ma la verità non è solo non mentire, è vivere comunicando se stessi, le proprie idee ed anche la possibilità di cambiarle.
Saper cambiare idea, accettare i propri limiti, fa parte della consapevolezza di non poter essere perfetti, di non poter piacere a tutti, ma comunque di cercare di fare sempre del nostro meglio per fare la cosa giusta
La verità costa fatica e spesso non conviene, ne sa qualcosa Gesù, che davanti a Pilato che gli chiedeva se fosse vero che lui era re rispose: "Tu lo dici. Io sono re, e per questo sono nato e sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce."
Pilato come tutti noi, voleva qualcosa di tangibile, che si potesse vedere e capire, ma la verità rivelata in Gesù Cristo non è qualcosa che si possa toccare; ad essa si deve aprire il cuore e ci si deve solo affidare, sottomettendo perfino l'intelletto e la volontà. In altre parole è la fede che ce la fà conoscere.
La nostra verità è quindi riassumibile in queste parole siamo veri se viviamo cercando di essere quello in cui crediamo! Siamo liberi se siamo veri.
Ed ora proviamo a chiederci quanto viviamo da cristiani!
n. 9 Mingardi Lella  

(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

VANGELO
(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Donami Signore la prudenza e l' umiltà necessarie per poter parlare di Te con giustizia e verità, perché quello che io scrivo possa far comprendere, non confondere.
Ho dato un' occhiata ad altre riflessioni che ho fatto in precedenza su questa pagina, ma questa immagine che ho scelto oggi, mi ha portato via e come al solito, a me non resta altro che seguire questa ispirazione.
Gesù torna a Gerusalemme, tra i suoi, che conoscevano la sua storia, le sue origini, e la sua famiglia. Erano quindi convinti di sapere tutto di lui, di conoscerlo a fondo.... di sapere chi era e cosa potevano aspettarsi da lui!!! Ecco che la foto dimostra come non lo conoscevano affatto, perché, come nella foto, erano fermi, immobili sulla porta delle loro credenze. Gesù resterà sempre motivo di scandalo se non ci si immedesimerà con Lui, e mai come in questo periodo, vedo sacerdoti confusi, che cercano di allontanare le pecore dal pastore, creando altro scandalo. Ho più di 60 anni e ho vissuto la crisi della chiesa degli anni 70, che portò molti a dividersi, perché non riuscivano ad accettare le aperture del concilio vaticano 2°. La più famosa è quella dei cosiddetti cattolici tradizionalisti o lefevriani, ma non da meno furono i sedevacantisti che credono che dal Concilio Vaticano II ad oggi non ci siano più stati Papi legittimi e quindi la sede papale sia vacante: da quelli che sostengono che Giovanni XXIII fosse un eretico a quelli che ritengono il Concilio un complotto dei nemici della Chiesa – massoni od ebrei. Non voglio spaccare il capello in 4, né tornare ai motivi che li spinsero ad uscire dalla Chiesa Madre, o a restarne in seno minandone continuamente la credibilità, perché se andiamo a studiare un pò la storia della Chiesa, vediamo che di scismi ce ne sono stati molti, voglio solo dire che 50 anni fa la Chiesa vide il cambiamento, vi si avvicinò e lo ostacolò insieme, come fa tuttora. Io credo che l'unico cambiamento sarebbe l'unità di tutti i credenti, senza che si cerchi di omologare quello che per alcuni deve essere in un modo e per altri in un altro. Mi è capitato di ascoltare un intervento di una pastora protestante battista sull'argomento "salvaguardiamo la terra" lo scorso anno, e trovo che il discorso di Papa Francesco molto simile; per questo io penso che se essere cristiano è un valore , questo lo è ancor più, nella dimensione della capacità dei cristiani di svolgere una funzione positiva nei confronti della società e della storia. Non arrendersi significa ascoltare la parola di Dio, farla propria, ognuno a modo suo e non restare immobili aspettando che il mondo cambi, ma iniziare il cambiamento smettendola di dividerci. Il sogno di Dio è anche il nostro, e non è un ideale di fantasia, come alcuni filosofi pensano, ma un ideale della ragione e non posso né voglio arrendermi a pensarla come Hegel che disse: "Può anche accadere, certo, che così resti sacrificato il diritto dell'individuo: ma ciò non riguarda la storia del mondo, a cui gli individui servono solo come mezzo per il suo progresso." No io non posso considerarmi un mezzo per il progresso, ma voglio pensare che il mondo è la mia casa, creata da Dio per la mia felicità, e non per la ricchezza di pochi a scapito di altri. Delinquenti che avvelenano la terra, assassini che uccidono senza pietà nei modi più svariati... questo sicuramente nessuno lo vuole accettare, ed allora usciamo dai preconcetti, sia che siamo battezzati o che non lo siamo, sia che siamo cattolici o no, riconosciamo che il mondo non migliora facendoci le guerre, e specialmente distruggendo ogni valore.

lunedì 30 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio

LA PRUDENZA
La prudenza è quel modo di fare di chi riesce a non farsi travolgere dagli eventi.
É una delle virtù cardinali ossia di quelle che riguardano l'animo umano, di chi cerca di fare il bene.
Probabilmente è così difficile da esercitare,che spesso pensiamo di non poterne essere capaci,anche se la vita dei Santi ci insegna che può essere acquisita con la pratica. Ma quello che non è possibile all'uomo che spesso non agisce in conformità con la fede può essere infuso da Dio .
Allora impariamo a chiedere a Dio quello che ci manca, quello che non è solo utile, ma necessario per vivere e fare bene.
Preghiera
Signore, tu hai detto che chi non manca nel parlare è un uomo perfetto:
fa’ che io possa tenere a freno la mia lingua.
Con la mia lingua ti voglio sempre benedire, Signore:
fa’ che con essa non maledica mai gli uomini fatti a tua somiglianza.
Mettiamo il morso ai cavalli perché obbediscano:
metti in noi, Signore, il rimorso tutte le volte che siamo maldicenti.
Le navi, spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolo timone:
fa’ che con la mia lingua io guidi i miei cari a te.
Un piccolo fuoco può incendiare una foresta:
fa’ che io possa incendiare con il tuo amore i cuori di quelli che amo.

n. 8 Mingardi Lella
                                

(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Alzati!.

VANGELO

(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Alzati!.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore.  





LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O mio Santo Spirito, confortami.Con la Tua sapienza, consigliami.Con il Tuo amore, riempimi.Con la Tua luce, illuminami.Fa che ogni tua parola diventi la mia parola, per testimoniare la parola che porta luce e vita eterna in ogni cuore.

Marco in questo 5° capitolo del suo Vangelo ci ha accompagnato in questo andare e tornare di Gesù e degli apostoli da una riva all’ altra del mar Morto.

Gesù acclamato dalla folla e Gesù scacciato da chi ha altri interessi; come abbiamo visto nel vangelo di ieri, quindi possiamo vedere come l’incontro con lo stesso uomo sia accolto in maniera diversa, come nulla cambi nell’ accoglienza del figlio di Dio in base a quello che Lui offre, ma in base a quanto il cuore dell’uomo è disposto ad aprirsi.

Torna quindi sull’ altra riva con i suoi discepoli e trova la folla che lo aspetta, si accalca e lo tocca. Immaginate quante mani lo abbiano sfiorato, si siano aggrappate a Lui, ma c’è un tocco che non gli sfugge, che si distingue dagli altri: il tocco di chi l’ ha cercato con la spasmodica attesa di chi crede il Lui, di chi ha fiducia cieca, di chi vuole essere salvato e immerge con quel suo tocco tutta la sua anima in quell’ incontro.

La donna rappresenta tutte quelle persone con delle ferite interiori che cercano la guarigione, ma quelle ferite così intime, che a volte non si vedono, ci debbono far pensare a quanto possano sanguinare, quanto possano indebolire e rendere fragili, specialmente quando ci troviamo davanti ad una persona che reagisce alle cose della vita, in maniera che ci può sembrare errata.

Anche Giairo si fa presso Gesù, crede sicuramente in Lui, nei suoi poteri di guaritore, altrimenti non si esporrebbe così (lui è uno dei capi della Sinagoga) e sappiamo bene che Gesù non era accettato dalla maggior parte di loro come il Messia.Hanno appena comunicato che la figlia è morta, ma Gesù dopo aver guarito la donna si rivolge a lui e dice: «Non temere, soltanto abbi fede!».Si reca a casa sua e trova la gente che piangeva disperata, allontana tutti ed alla presenza della mamma e del papà assicurò che la piccola non era morta, ma dormiva e le ordinò di alzarsi.

La fanciulla immediatamente si alzò e si mise a camminare.

Una cosa ancora per analizzare il comportamento di Gesù, chiede all’ uomo d’avere fede e ai parenti perché si agitano e piangono, sembra quasi una domanda senza senso, la bambina è morta, ed il dolore umano sfoga nel pianto, ma è evidente che Gesù lega tra loro vari elementi, ma non si esprime operando il miracolo apertamente, come fa in altre occasioni, perché?

Lo deridevano…alcuni dei presenti, che molto probabilmente era lì a piangere a pagamento (cosa in vigore all’ epoca) e che quindi non era spinto dall’ amore per la fanciulla a quelle lacrime, non essendo effettivamente addolorato non era interessato al fatto che la ragazza si salvasse, quindi non avendo niente che gli stesse a cuore da chiedere a Gesù, si permetteva di deriderlo e di rifiutarlo. Vediamo che quello che chiede è una nuova visione della vita e della morte, un superare le idee terrene della morte come la fine di tutto, perché Gesù che dice perché piangete, non è morta, sta dormendo è colui che crede nella resurrezione. Gesù quindi fa distinzione tra chi lo prega con cuore sincero e chi no, scaccia via chi finge dolore, allontana gli ipocriti; torniamo a scoprire che nessun peccatore è allontanato da Gesù, neanche il peggiore, ma l’ipocrita si.

domenica 29 gennaio 2017

(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.



VANGELO

(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.


+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore  





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Fa che tutto quello che è mio non conti più nulla e quello che viene da Dio si impossessi della mia mente e del mio cuore.
Questa scena descritta da Marco, ci racconta il seguito della scena precedente, quando Gesù sulla barca con i discepoli, calma la tempesta. Eccoli, finalmente sull’ altra riva, che è descritta piena di sepolcri tra i quali si aggira un uomo posseduto dagli spiriti impuri. Una terra di morti e spiriti immondi, che avevano provato a contrastare l’arrivo di Gesù su quella spiaggia, provocando la tempesta, perché sapevano che con il suo arrivo sarebbero dovuti andare altrove.
Proviamo a mettere in relazione questo posto così inospitale, con qualcosa che invece conosciamo bene, tipo la nostra vita, la nostra cerchia d’amicizie, le nostre serate passate cercando di divertirci ad ogni costo, i nostri giri tra lazzi e vizi. Quell’ essere indemoniato gridava e si percuoteva con delle pietre, perché è così che il diavolo agisce; ti fa fare cose che ti fanno del male, ti fa compiere azioni distruttive perché il suo godimento e vederti schiavo dei tuoi peccati, dei tuoi vizi.
Appena vede Gesù, lo riconosce e si getta ai suoi piedi, pregandolo di non scacciarlo da lì. Non pensate ad un diavolo poverino che può far pena, ma piuttosto alla falsità con la quale si pone. Non sta cercando com’ essere umano di sopravvivere, ma com’ essere diabolico, di continuare a colpire, di fare del male all’ uomo per colpire Dio e quello che succede dopo, ci deve far riflettere e non poco, sulla capacità del male di insinuarsi nella nostra vita.
Infatti, non è un solo spirito maligno, ma addirittura una legione di diavoli che si schiera davanti a Gesù, i quali, non potendo lottare contro di lui, lo implorarono di mandarli nei corpi d’alcuni porci che erano lì vicino.
Questo chiedere a Gesù il permesso per entrare in quei corpi mi porta a considerare che Dio permette le prove e per quanto scomodo sia dire questo, mi sembra e non solo in base a questa scrittura, ma anche ad altri passi della Bibbia, come il libro di Giobbe che io leggo ogni giorno, che questa sia una realtà con la quale dobbiamo fare i conti. Così fece e subito i porci si buttarono in mare e perirono.
Ed ecco che gli abitanti dell’ isola, avvisati dai mandriani, accorsero per vedere quello che era successo, e non ne furono per nulla felici, anzi, in un mondo in cui tutto è basato sugli interessi, quei maiali rappresentavano la ricchezza, ed allora, della salvezza di quell’ uomo non interessa a nessuno.
Gesù non riceve ringraziamenti e tutti gli chiedono di andarsene, perché non accettano la perdita dei loro averi . Nessuno è disposto a perdere le cose alle quali tiene, gli interessi valgono più della vita umana e questa è, purtroppo la vita di tutti i giorni. La triste realtà con la quale ci scontriamo nel mondo d’oggi, ma che a quanto pare, di sempre!
Quando pensiamo ai comandamenti di Dio, ci viene naturale dire di essere cristiani, in fondo non ammazziamo, non rubiamo, andiamo a messa.... ma già al primo comandamento, se siamo onesti e sinceri, sappiamo di avere molti altri idoli che vengono prima di Dio, proprio come i Geràseni.

1 minuto tra noi e Dio



Uno dei doni più grandi che abbiamo ricevuto da Dio è quello della libertà!
Essere liberi di scegliere come comportarci spesso però è un lusso che non tutti possono permettersi, perché ancora oggi, in questo mondo così democratico, esistono varie forme di schiavitù,sotto gli occhi e l'indifferenza di molti.
L'uomo libero prende decisioni, che a volte comportano anche dei rischi.
Rischiare per rimanere liberi, è la decisione di chi sceglie di seguire Dio.
Dio libera....queste parole sembrano un paradosso quando penso agli schiavi di oggi...ai bambini soldato, alle vittime della fame e delle mafie, alle vittime di altri uomini che decidono di fare nella loro libertà, tante cattiverie e soprusi.
Chi non ha rispetto per la vita umana, pensa di poter avere diritto sulla vita degli altri... ma noi sappiamo che non è giusto e possiamo scegliere di non appoggiare questi comportamenti.
Libera Signore chi non è amato dal prossimo, libera chi ha paura, libera chi è abusato,  liberaci dal male che noi stessi facciamo.

n.7  Mingardi Lella   

sabato 28 gennaio 2017

(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

VANGELO
(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito a guidare il mio pensiero, vieni a camminare con me mentre ascolto la tua parola e aiutami a capire il senso che Gesù volle dare a queste parole.

Certo che è difficile capire la parola di Dio se non ci fermiamo ad ascoltarla, ad assimilarla, a digerirla.
Ma spesso il Signore, conoscendo le nostre difficoltà, ci viene in soccorso e ci invia quelle immagini che aprono a mente alla comprensione.
I Beati sono coloro che hanno la grande gioia di essere e sentirsi amati da Dio.
Dio ci rende ricchi di tutto ciò che ci serve, Dio ci sostiene, ci viene in aiuto, ci dà la forza che ci rende invincibili, anche quando sembra che la vita ci schiacci; e come dice Paolo: “ Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. “
* Beati… I poveri di spirito:
non sono coloro che sono limitati intellettualmente, ma le persone coscienti della loro miseria spirituale.
* Beati ....Quelli che piangono:
se gli “afflitti” sanno confidare a Dio il proprio dolore e consegnarlo a Lui. In questa consegna di fede e fiducia è già la loro consolazione.
* Beati... i miti; perché erediteranno la terra:
questa è la promessa che il Signore ci fa, ma Gesù ha fatto ben più che darci un esempio di mitezza e pazienza eroica; ha fatto della mitezza e della non violenza il segno della vera grandezza.
* Beati... quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati:
con la fame e la sete Matteo ci introduce in un più ampio desiderio che la fame dell' uomo è fame di Dio, il solo che può saziarlo pienamente.
* Beati... I misericordiosi, perché troveranno misericordia:
essere misericordiosi diventa così un aspetto essenziale dell’essere “a immagine e somiglianza di Dio”.“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6, 36) è una parafrasi del famoso: “Siate santi perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo” (Lev 19, 2).
* Beati ... I puri di cuore, perché vedranno Dio:
nella discussione sul puro e l' impuro Gesù dice che non sono le cose esterne e materiali che rendono impuri, dichiara che la purezza è un fatto interiore e spirituale. Ciò che corrompe e rende impuri, non sono le cose materiali, ma il peccato; non è ciò che viene a contatto con l'uomo dal di fuori, ma ciò che dall'interno determina i comportamenti personali di ciascuno .
* Beati ...gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio:
significa coloro che lavorano per la pace, che “fanno la pace”. Non tanto, però, nel senso che si riconciliano con i propri nemici, quanto anche nel senso che aiutano i nemici a riconciliarsi. Si tratta di persone che amano molto la pace, tanto da non temere di compromettere la propria pace personale intervenendo nei conflitti al fine di procurare la pace tra quanti sono divisi .
* Beati... i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli:
Cristo non ha illuso i suoi discepoli, non ha promesso successi e trionfi, ma ha additato con chiarezza la stessa via battuta da lui: contraddizioni, odi, persecuzione, morte di croce. Chi si mette alla sequela di Cristo, se vuol essere nel vero, non può aspettarsi altro.
* Beati... Quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e diranno, mentendo, ogni sorta di male contro di voi » (Mt 5,11). Anzi è questa l’unica beatitudine ripresa e sviluppata in più versetti quasi per persuadere i discepoli di quello che
all’ occhio umano è un vero controsenso: ritenersi beati quando si soffre. Certo l’essere beati non consiste direttamente nella persecuzione, che è sempre reale sofferenza fisica e morale, ma nel fatto che questo patire è pegno di beatitudine eterna. « Rallegratevi ed esultate , dice Gesù , perché grande è la vostra ricompensa ».

1 minuto tra noi e Dio



Dovere...
Troppo spesso sentiamo certi gesti, certi affetti come un dovere, e ci costano fatica.
Questo perché dimentichiamo che dovere è piacere! Il piacere di scoprire che siamo capaci di amare anche chi non ci ama, chi non rientra nei nostri canoni di gusto, perché è una sfida che possiamo vincere, abbattendo semplicemente i nostri pregiudizi.
Uno di questi, con il quale mi imbatto spesso,è quello di dividere la gente in settori:

Buoni e cattivi; Cristiani e mussulmani; Credenti e atei; Bianchi e neri; Etero e gay....ecc.
Poi ci creiamo dei sottogruppi, ad esempio Cristiani cattolici e protestanti...e così all'infinito,perché abbiamo bisogno di creare schemi per giudicare gli altri.
Tutta fatica sprecata, perché ogni individuo è a sé-stante, ognuno agisce e reagisce alle vicissitudini che incontra.
Fatica sprecata perché giudicare impedisce all' amore di vivere.
Fatica sprecata perché non si ama per essere riamati, si ama per il gusto di amare, si dona per il piacere di dare....impariamo da Dio, che visto che non capivamo il suo amore per ognuno di noi, indistintamente; ci ha dimostrato di cosa ha saputo fare per amore, dare se stesso per la sua misericordia che sicuramente non meritavamo.

n.6 Mingardi Lella 

venerdì 27 gennaio 2017

(Mc 4,35-41) Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

VANGELO

(Mc 4,35-41) Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore







LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, donami la tua luce, per capire come applicare nella mia vita la tua parola, perché possa portarti con me nella vita di tutti i giorni. Amen.
Questa pagina del Vangelo, ha molte sfaccettature, guardiamo per prima cosa il fatto in se stesso: c’è una barca sulla quale far salire Gesù, immaginiamo che questa barca sia la nostra vita e viviamola con Gesù nel cuore.
Poi vediamo che Marco ci parla anche di altre barche che si trovavano in quel mare, e che andavano tutte dalla stessa parte, verso l’altra sponda; questo mi fa pensare ad altre persone che come noi cristiani vivono la loro vita cercando di andare verso l’altra sponda come noi.
Poi arriva la tempesta, e qual è quella vita in cui non c’è qualche difficoltà, più o meno grave.
Avere Gesù nella propria vita, non ci rende immuni da momenti difficili, o addirittura da croci che sembrano insormontabili, perché Gesù non è un amuleto, o un portafortuna, ma come vediamo nella scena che l’evangelista ci presenta, nella difficoltà, i discepoli lo chiamano, lo invocano, gli chiedono aiuto.
E gli altri, quelli che non sono sulla barca con lui, gioiscono anche loro dell’intervento divino, non vengono esclusi, eppure Gesù comanda la natura, ordina alle acque di chetarsi, poteva farlo solo per la sua barca, ma è evidente che non vuole escludere nessuno.
La domanda dei discepoli: “Maestro, ma non ti importa se siamo perduti ?” Non rimane senza risposta, è in quel momento che Gesù interviene solo dopo la richiesta dei discepoli. Il libero arbitrio che Dio ci ha dato, la libertà di decidere spingono Gesù ad intervenire nella nostra vita solo dopo la nostra richiesta, dopo la nostra preghiera e ci chiede perché abbiamo paura se lui è nella nostra vita, non abbiamo forse abbastanza fede?
È infatti questo il punto, se il Signore guida le nostre azioni, la nostra vita, non dobbiamo temere nulla, non sarà il mondo terreno quello a cui faremo riferimento, ma il regno dei cieli che è già entrato a pieno diritto nella nostra vita.

giovedì 26 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio

"FIGLI DI DIO"
Ricordo che su una poesia che dicevo da piccola La “gentil farfalletta” si rivolge alla vispa Teresa con le parole: «Deh, lasciami, anch’io son figlia di Dio!».
Quante volte ripetiamo che tutte le creature sono figlie di Dio, e noi confermiamo attraverso il battesimo, attraverso la fede in Cristo, che vogliamo essere veramente figli di Dio.
Dio ci ha amato e voluto dall'eternità, ma noi ci rendiamo conto di cosa significa vivere da figli?
Paolo  ci dice che quando diventiamo cristiani diventiamo simili a Gesù, che ci rivestiamo di Lui, indossiamo la sua pelle, ma quanto siamo lontani da questo, Dio solo lo sa.
Allora mi chiedo se ha senso definirci figli di Dio quando poi siamo così lontani dall'immagine del vero Figlio Naturale di Dio e la risposta mi viene ancora da Paolo, che dichiara che se metto la mia fede in Cristo, sono reso giusto davanti a Dio. Sono redento, giustificato, attraverso la fede, attraverso la mia certezza che Gesù è il Figlio di Dio, che morì e risorse e che Egli oggi vive. Questo non dipende da me. E’ il disegno di Dio. Tutto quello che devo fare è permettere a Dio di fare il Suo lavoro.
La Grazia di Dio è in azione !

n. 5 Mingardi Lella

(Mc 4,26-34) L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

VANGELO
(Mc 4,26-34) L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, datore dello Spirito Santo, aiutami a capire e attuare nella mia vita, quello che tu mi insegni col vangelo. Amen.
Gesù, si esprime con parabole, ma non perché ci vuole complicare la vita, ma per semplificarcela.
Tutto quello che lui insegna, è nuovo agli occhi dei suoi discepoli e della gente che lo ascolta, eppure ci parla di una legge antica, nata con la fede in un unico Dio, la fede dei patriarchi, non è che ci volesse insegnare una nuova religione, ma sembra tutto così nuovo, perché è con la sua venuta che ha fatto nuove tutte le cose.
È il maestro che ci parla, che ci guida con amore verso la comprensione delle sue parole, che ci prende per mano e ci conduce nel regno di Dio.
Nella parabola, ci tranquillizza parlando del seme che cresce e germoglia pur senza il controllo del contadino, e lo fa perché vuole che non ci affanniamo a pensare a ragionare, a cercare di voler essere noi che mettiamo a frutto i suoi insegnamenti, ma verrà tutto naturalmente, noi dobbiamo solo essere terra buona dove far seminare la sua parola, il resto verrà con i tempi ed i modi che al Signore piaceranno, senza voler essere noi a guidare, ma affidandoci a Lui.
Non preoccupiamoci dunque della nostra piccolezza, del nostro essere ignoranti e miseri, ma diamo al Signore la possibilità di far crescere in noi una grande fede e vedremo meraviglie.
Quello che conta, non è chi siamo, ma quanto siamo disposti a far posto al Signore nella nostra vita, sarà questo che ci farà crescere nella fede e trasformerà la nostra vita in un turbine di emozioni e di amore e migliorerà non solo la nostra vita, ma anche quella delle persone che verranno in contatto con noi, perché la fede vera, ha una luce particolare, che attira chi la intravede nelle nostre parole e nelle nostre azioni.
Quello che conta, non è chi siamo, ma quanto siamo disposti a far posto al Signore; sarà questo che ci farà crescere nella fede e trasformerà la nostra vita in un turbine di emozioni e di amore e migliorerà non solo la nostra vita, ma anche quella delle persone che verranno in contatto con noi, perché la fede vera, ha una luce particolare, che attira chi la intravede nelle nostre parole e nelle nostre azioni.

mercoledì 25 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio

Basta!
Vorrei gridarlo...BASTA! Facciamola finita di discutere su tutto, di criticare, girare il dito nelle piaghe della Chiesa.
Stiamo uccidendo la speranza.
Beati gli operatori di pace,quelli che per non inveire, per continuare a mettere Gesù al centro di ogni cosa, lottano ogni giorno, prima con se stessi e poi con gli altri.
La pace costa fatica, a volte l'unica risposta è il silenzio, l'esempio...ed onestamente non saprei dire quale tra i due è più difficile.
Anche Gesù taceva, quando le parole erano inutili, quando chi gli stava davanti era pieno di rabbia e di livore, e non era paura.
Pensiamo alla sua passione, in cui sicuramente il silenzio è stata la più alta forma di obbedienza.
Pensiamo al suo silenzio davanti alle domande di chi cercava solo pretesti per condannarlo.
Poi pensiamo che il silenzio di Gesù era colmo di tristezza, di rammarico, di compassione e d'amore.
Il silenzio diventa preghiera per l'uomo che si perde!
Impariamo da Gesù ad affidare quello che non va; impariamo a farlo prima di criticare, offendere, sparlare...IMPARIAMO ADESSO....o non saremo più in tempo o riusciremo a distruggere quello che gli è costato la vita!
n.4 Lella Mingardi



(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

VANGELO
(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e guida i nostri passi, sulla via della pace del cuore, portaci accanto al Signore per seguire i Suoi insegnamenti.
" Non passate da una casa all’ altra. "Leggo e rifletto su questa frase che emerge dalle letture di oggi, come un monito. È facile criticare, pensare
all' opportunismo, addossare delle colpe ai vari operai della messe, ma come accogliamo le loro parole? Io poi, mi interrogo per prima, perché per tanto tempo ho valutato, soppesato, criticato e così raramente ho accolto. Ho capito che quella voce che urlava dentro i suoi "perché?" non mi apparteneva, ma era la voce di chi non riusciva ad arrendersi alla contaminazione del mondo. Lasciare tutto oggi, ha un altro senso, mi costringe a scoprire che c'è una parte di noi che va decisamente e coraggiosamente rifiutata, e che nessuno sarà mai abbastanza adatto a lavorare nella vigna del Signore, se prima non avrà compiuto su se stesso, quei cambiamenti che ci permetteranno di non tornare indietro.
Io ricordo con un sorriso quando i miei nipoti, vedevano la mia casa come la "casa delle regole" con sarcasmo, ma al tempo stesso venivano in cerca di pace.
Questa pace non nasce da sola, bisogna faticare e non poco, per farla vivere, per coltivarla, per non farla inquinare dal mondo. Quanti apostoli, discepoli, sacerdoti, catechisti; quanti hanno parlato al mondo di Dio, hanno portato il Vangelo come i Santi Cirillo e Metodio, quanti hanno dato la vita per poterlo fare, eppure nella Cattolica Europa la fede sembra morta, ed è così difficile riuscire a seminare i valori del Vangelo in un mondo che crede che la libertà sia poter agire con sregolatezza.
Fare del mio cuore la "casa delle regole" per conquistare la pace e poterla testimoniare a chi la cerca spasmodicamente, perché la fede che il Signore ha voluto concedermi, non vada dispersa, ma cresca e produca buoni frutti.

martedì 24 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio



Uscire!
Questa parola preme...ci spinge a muoverci dalla nostra posizione, ci costringe a lasciare le nostre sicurezze per andare verso...

Abramo lasciò la sua terra senza sapere bene dove l'avrebbe portato quell'uscire....eppure questa è la parola di Dio:" Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò."
Inizia così la storia dell'uomo con Dio, noi siamo abituati a parlare con Dio, a chiedere, ad adorare.... ma ora Dio ci chiede di ascoltare,è Lui che parla!
Scopriremo così la bellezza dell'ascolto , la scoperta della nostra fragilità, perché ogni "si" ci costa enorme fatica, ed allora, timidamente, scopriremo l'umiltà.Signore, Tu ci rivolgi la parola, chiamandoci per nome e interessandoti alla nostra storia.
Come Abramo, ci fidiamo di te. Fa della nostra vita una benedizione e una ricchezza per quanti incontreremo lungo la strada o metterai al nostro fianco. Amen
Lella Mingardi
n.3

(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

VANGELO
(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio,tu sai come io amo la preghiera di colletta,e quella di oggi è veramente bella,lasciami pregare con queste parole:


O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Oggi è un giorno speciale, ricordiamo la conversione di San Paolo, un episodio che io amo particolarmente, perché la storia di Paolo è un po’ la mia storia e quella di molti di noi. Paolo di Tarso, era un acerrimo persecutore dei cristiani, e non gli passava neanche lontanamente per la testa di convertirsi al Cristianesimo, anzi, lui stesso aveva chiesto di poter andare a Damasco, per poter riportare a Gerusalemme in catene, i cristiani di lì.
Ma aveva fatto male i suoi conti, quel Gesù che lui tanto perseguitava, era veramente il figlio di Dio e lo folgorò mentre si recava a Damasco e, davanti ai suoi soldati, gli fece udire la sua voce. Quanti di noi se ne stavano tranquilli nelle loro convinzioni, pensando di poter fare a meno del Signore nella propria vita, ma un giorno, mentre magari distrattamente ascoltavamo la messa, come è successo a me, o in qualunque altro momento, arriva la folgore. Quella frase che ci è entrata nella testa e ci ha spinto in avanti, ci ha tirato su da un buco nero da dove non vedevamo nulla e ci ha trascinato su, dove la luce del Signore ci ha portato a riconoscere in Gesù la nostra salvezza.
Mi piacerebbe tanto che, se qualcuno che ha provato questa esperienza della conversione folgorante, come quella del nostro amico Paolo, ce ne parlasse, io dico sempre che la mia fu una conversione tra capo e collo che non mi ha più permesso di alzare la testa. Questo non significa essere arrivati, ma solo essere partiti, la scala per entrare in paradiso è ancora molto lunga.

lunedì 23 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio


1 minuto tra noi e Dio

"VA ,LA TUA FEDE TI HA SALVATO!"
Con questa frase, Gesù ci incoraggia dal Vangelo ad avere fede; è la fede che salva.
Giacomo sostiene che chi ha davvero fede deve mostrarlo con le opere; egli dice: “Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?” (Gc 2:20), e poco più avanti, al v. 26, ripete il concetto: “La fede senza le opere è morta”.
Tuttavia, Paolo afferma chiaramente che “non è in virtù di opere” che siamo salvati, ma è “per grazia” di Dio.
Sembra contraddittorio è vero, ma non lo è assolutamente e non è lecito scegliere di ascoltare Paolo e dissentire Giacomo.
La vera fede è accompagnata dalle opere: sono cose inseparabili. La fede salvifica produce “inevitabilmente” opere buone, perché se così non fosse, non c'è alcun dubbio, non è vera fede. Così se pensiamo di aver fede, non possiamo pensare di non occuparci di chi ha bisogno d'aiuto, ma non con fatica e controvoglia, o tanto meno per apparire e per vana gloria, perché la fede quando è vera, parla una sola lingua, quella di Dio:l'amore!



n.2 Lella Mingardi   





(Mc 3,31-35) Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.

VANGELO
(Mc 3,31-35) Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami nella riflessione di questo brano di Vangelo, fa che io possa viverlo insieme a Te con Gesù, nell' intensità di queste poche righe piene di significati.
Gesù era talmente preso dalla sua missione che Lui e i suoi discepoli non riuscivano neanche a mangiare. Immaginate Maria poverina che dal momento della sua nascita si chiedeva che cosa sarebbe stato di lui!
Essere la madre di Gesù, certamente non è stato un compito facile, gli scribi dicevano che era indemoniato, gli altri che era pazzo perché si dava anima e corpo al popolo e non si preoccupava di lui stesso, ma la risposta che Gesù dà è sicuramente quella di chi sa perfettamente quello che sta facendo. Dopo le nozze di Canan, in cui Gesù chiamò sua madre donna, oggi ancora di più, con le sue parole compie un gesto importantissimo, inserendo se stesso nella nuova famiglia umana.
Tutti, ma proprio tutti quelli che fanno la volontà di Dio, sono suoi fratelli. Per i contestatori queste righe spesso vengono citate, asserendo che la Scrittura parla di fratelli e di sorelle di Gesù [Mc 3,31-35; Mc 6,3; 1Cor 9,5; Gal 1,19].
La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, “fratelli di Gesù” (Mt 13,55) sono i figli di una Maria discepola di Cristo [Mt 27,56], la quale è designata in modo significativo come “l'altra Maria” (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù, e nell' ebraico non si usano parole come le nostre per indicare fratello o cugino, ma un'unica parola che ha lo stesso senso.
Per Gesù è un impegno sottomettersi completamente alla volontà del Padre, e così è per sua Madre dal momento del suo Si; come deve essere così per tutti quelli che scelgono di appartenere a questo miracolo d’ amore che è la famiglia di Dio.
Non stato facile per loro e ancor più difficile è per noi, che non riusciamo a mettere Dio al primo posto nella nostra vita, ma questo è il cammino che dobbiamo cercare di fare, quello in cui Gesù e Maria ci guidano.

domenica 22 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio

1 minuto tra noi e Dio
Quando Dio inviò suo figlio sulla terra lo fece sicuramente per salvarci....ma a satana probabilmente diede tanto fastidio che usò tutte le nostre peggiori inclinazioni per dividerci.... e così ancora oggi, ci dividiamo in nome delle religioni, invece di riunirci in Cristo nell'unico Dio.
Ancor più furbamente divide le persone della stessa religione, della stessa Chiesa, della stessa comunità, della stessa famiglia....e noi così divisi tra di noi pensiamo veramente di adorare Dio???

n.1 Lella Mingardi



(Mc 3,22-30) Satana è finito.



VANGELO
(Mc 3,22-30) Satana è finito.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Parola del Signore 


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito a far luce nella nostra vita, fa che la parola di Dio ci unisca e che non la usiamo per dividerci. Fa che lasciamo a Te il giudizio e che pensiamo solo a portar frutti alla Tua mensa.
Pregare per l’unità dei cristiani, può anche sembrare inutile; sembra quasi che non ci sia popolo più diviso del popolo di Dio. Difficile accettare di riconoscere Gesù come il re della nostra vita; non ci porta al potere, anzi , ci insegna a non fare del potere il nostro dio; non ci porta alla pace, perché ci sentiamo sempre messi in discussione da tutti; eppure Gesù è l’unico che ci porta a Dio.
Se potessimo immaginarci come atleti che camminano verso la stessa meta, ci troveremmo a farci gli sgambetti uno con l’altro, a indicarci sbagliando la strada o la scorciatoia per arrivare, ci fermeremmo a discutere, invece di aiutarci l’un l’altro ad andare dritti verso la meta.
L’uomo divide, ma Gesù ci vuole tutti riuniti sotto a quella croce, tutti amati, tutti perdonati.
Non viene da Dio la divisione, ma spetta a Gesù il giudizio, e non a noi che invece ci diamo più da fare per giudicare e condannare che per pregare.
Già dai primi discepoli c’erano incomprensioni, ricordiamo il passo della seconda lettura di domenica: < tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? >
La divisione nasce dal voler parlare per se e non per Cristo, nel voler agire in Suo nome e non far agire lo Spirito Santo. Dalle discordie, dai rancori, dall’odio…. in genere nasce quando anziché lasciarci guidare dalla parola di Dio, seguiamo il nostro egoismo ed il nostro orgoglio. La condivisione della stessa fede e dello stesso amore, crea comunione, amicizia e vera gioia.
Una fede forte in Cristo, sarà sempre rafforzata dall’unione nello stesso Spirito, negare beffardamente la verità, è negare lo Spirito Stesso.

sabato 21 gennaio 2017

(Mt 4,12-23) Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.


VANGELO

 (Mt 4,12-23) Venne a Cafàrnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,sulla via del mare, oltre il Giordano,Galilea delle genti!Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Parola del Signore.






 RIFLESSIONE DI LELLA 

PREGHIERA : Signore aiutami a vedere con i tuoi occhi ogni parola che hai concesso di scrivere al tuo fedele evangelista e fa che chi legge quello che mi accingo ad offrire lo legga attraverso il tuo Santo Spirito.

- Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato .... chissà cosa pensava! Non ci è dato di saperlo, non a me sicuramente, ma un pensiero mi porta a girare l' accaduto. Giovanni precedette Gesù, parlò di lui, annunciò il verbo incarnato, si inchinò davanti a lui terminò la sua missione. Ora non serviva più chi lo precedeva ma Gesù cerca uomini nuovi e gli chiede di seguirlo, ora c'è bisogno di seguaci, perchè il verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi!
Le tenebre videro una gran luce , quella luce che ancora oggi illumina la nostra strada. Alcuni si ostinano a non riconoscerla, a non vederla, ed in parte la colpa è anche nostra, bisogna proprio che ne prendiamo atto. Quanto ha cambiato la nostra vita conoscere Gesù? Quanto ci siamo lasciati trasformare dalla sua parola? Molto, troppo spesso, facciamo USO della parola di Dio, senza farne uso; mi spiego meglio: Cerchiamo di evangelizzare, di spiegarla, di predicarla, ma non cerchiamo di seguirla!
Altari come palcoscenici, cattedre, leggii.... tutti bravi, tutti sapienti, tutti a spiegare, magari a modo nostro, tutti a precedere Gesù, ma pochi lo seguono, in pochi riescono, anche a stento, a seguirlo. I primi apostoli non erano stati scelti perchè migliori di noi, ma proprio perchè come tutti noi, peccatori,incerti e insicuri.
Discutevano tra loro e tutto il popolo veniva trascinato in queste divisioni, e molto spesso nella loro umanità, magari ne gioivano, mettendosi in gara tra loro, proprio perchè la nostra umanità è questa. Anche oggi tra parroci, c'è un certo antagonismo invece che collaborazione, come impiegati di un' azienda invece che come operai della vigna del Signore. Proprio Paolo, che non aveva conosciuto Gesù e perseguitava i cristiani, viene invece scelto da Gesù per essere illuminato, e comprende quanto è importante che tutti siano uniti mettendo al centro di tutto la persona di Gesù e non le loro persone o quelle dei loro maestri.

venerdì 20 gennaio 2017

(Mc 3,20-21) I suoi dicevano: «E' fuori di sé»

VANGELO
(Mc 3,20-21) I suoi dicevano: «E' fuori di sé».
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Gesù, portami con te alla luce del tuo Santo Spirito, perché possa vederti come veramente sei, come vuoi che io ti veda ed impari a seguirti attraverso le scritture.
Questo brano, che è qui riportato in solo due versetti, ci parla di un nuovo ostacolo che si presenta a Gesù nel compiere la sua missione.
Era talmente indaffarato ad occuparsi della gente, dei bisognosi che giungevano a Lui da tutte le parti, che non aveva neanche il tempo di mangiare, di occuparsi della sua famiglia d’origine.
Allora i suoi vennero a cercarlo, erano preoccupati e non riuscivano ad entrare dentro casa per quante persone c’erano fuori; tutto quello che Gesù faceva sembrava strano ai loro occhi, perché andava fuori da tutte le regole che che in genere gli uomini adottano per gestire la loro vita.
Le esigenze degli uomini e le esigenze di Dio... e tutto il resto? Gesù è così preso dalla sua missione dal trascurare tutto il resto.
Certo era così assurdo quello che Gesù diceva e faceva, aiutare gli ultimi non conveniva, non rendeva nulla; non era furbo Gesù, chiunque con il suo carisma ed i suoi poteri, avrebbe potuto fare meglio, avrebbe avuto la possibilità di trarne vantaggi economici.... chiunque avrebbe dubitato delle sue facoltà mentali…. ma non coloro per i quali era venuto!
Loro lo cercavano ed erano trascinati dal suo carisma, loro riconoscevano in quest’ uomo il Santo di Dio, perché li guariva veramente nello spirito e nel corpo e lo volevano vedere, toccare, lo acclamavano e lui si donava completamente a loro senza più pensare a se, ne tanto meno alla sua famiglia.
Così ci invita a fare Gesù, per rispondere a Dio, non guardiamoci indietro, non cerchiamo il nostro interesse, anche se non saremo capiti, se saremo giudicati pazzi o stupidi.
Abbiamo degli esempi di santità che ci debbono far pensare; certamente Gesù è troppo elevato come termine di paragone, ma ce ne sono tanti altri, uno di quelli che mi piacciono di più è certamente san Francesco, ma l’elenco è lungo, anche tra quelli la cui santità non è salita alle cronache della chiesa e dei calendari, persone che hanno lasciato una scia di amore e di devozione che come un profumo, ancora riempie l' aria.

giovedì 19 gennaio 2017

(Mc 3,13-19) Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui.

VANGELO
(Mc 3,13-19) Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.


Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perché non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali.(Sant'Agostino)
Notiamo per prima cosa come ad ogni decisione importante Gesù fa precedere un’intera nottata in preghiera, per essere in sintonia con il Padre prima di scegliere i dodici apostoli. Stranissima scelta, non poteva cercarli più diversi tra loro, eppure li riunì tutti sotto il suo nome e questo è un dato importante che non dobbiamo mai dimenticare. Nessuno può sapere da cosa ci giudica il Signore, perché non è importante quello che siamo prima dell’incontro con lui, ma quanto ci lasciamo trasformare dalla sua venuta nel nostro cuore.
Certamente avrebbe potuto fare di meglio, avrebbe potuto trasformare i suoi discepoli in modelli di virtù, ma Gesù non è venuto per cambiare la natura degli uomini attraverso le sue capacità, ma per farci capire che ci ama così come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, che seguendolo, impareremo ad essere migliori.
Gesù guarisce ogni ferita, fisica o spirituale, scaccia la parte di noi che è schiava del peccato, perché la forza che viene da Lui è più forte d’ogni male, ma per fare questo ha bisogno del nostro consenso, del nostro accettare di seguirlo e di seguire la sua parola. C’è un brano del vangelo che ci parla dei fratelli di Gesù, che lui riconosce negli apostoli, e questo ci dovrebbe far pensare che essere apostoli è entrare, aderire alla famigliarità con Gesù, entrare nella sua intimità, nel suo modo di pensare, di vedere, di sentire che siamo tutti fratelli, figli dello stesso Padre, perché Gesù stesso ci ha insegnato a pregare: - Padre nostro che sei nei cieli…- se Gesù ha scelto 12 persone così diverse tra loro, ci avrà voluto dire qualcosa ....Penso che nessuno meglio di Lui avrebbe potuto scegliere e trovare almeno 12 persone che la pensavano allo stesso modo, che avevano gli stessi interessi, ma che certamente il suo scopo è proprio quello di unire tutti nel suo nome.
Non posso fare a meno di vedere come nella prima lettura, Saul e Davide vengano spinti l’uno contro l’altro dai cattivi consiglieri e questo mi fa prendere in considerazione come le forze del male siano, pur se contrapposte unite nell’unico scopo, di lottare contro Dio.
Dove c’è l’unità essi seminano discordia, dai primi uomini ad oggi, satana cerca di dividere tutto quello che è unito dall’amore di Dio.
Non c' è parrocchia dove non regni il pettegolezzo, non c'è comunità in cui non regni l'ipocrisia, ma questo fa parte purtroppo, della nostra umanità, e cercare di restarne fuori è comunque difficile.
Quello che il Papa Francesco ha detto ultimamente sulla Chiesa è per me molto importante, sono parole che sento mie, adatte a me.
Una chiesa aperta, in uscita, che porti nel mondo la gioia del Vangelo, che ami il Vangelo e lo viva prima ancora di pensare di poterlo insegnare.
Sarà difficilissimo che il messaggio del Papa possa essere attualizzato; sarà difficile creare comunità parrocchiali senza litigi e malizie, ma se riusciremo a restarne fuori, potremo riuscire a seguire il Signore nella semplicità e nell'umiltà di chi sa che nessuno è perfetto, e che dobbiamo evitare le chiacchiere per non perderci in esse.

mercoledì 18 gennaio 2017

(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.



VANGELO

(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Gesù ad accostarmi alla tua parola, a fermarmi accanto a Te, per ascoltarti, per farti penetrare la mia mente ed il mio cuore. Fa che dopo essere stata guarita da Te, io non mi volti dall’ altra parte e me ne vada, incurante di quanti hanno bisogno della tua parola.
In questa settimana in cui la chiesa sollecita la preghiera per l’unità dei cristiani, la parola di Dio che c’è proposta ci fa vedere come da ogni parte la gente è attirata dalla fama di Gesù. Per quanto l’uomo possa dire e fare, per quanto la scienza faccia passi da gigante, resta nell’ aria, anche per chi non crede, che c’è qualcosa di più potente, di più alto, di meno tangibile forse, ma sicuramente c’è quel qualcosa in più in Gesù.
Questo attrae, ci accalchiamo confusamente intorno a lui, vogliamo essere salvati, ma siamo sbandati, prepotenti, egoisti; ci spingiamo per chiedere, ma dopo aver fatto questo incontro, cosa cambia in noi?
Penso in questo momento a tutti i cristiani che discutono tra loro per chi ha la giusta fede, la giusta chiesa, le giuste regole…. e mi domando da quale Gesù sono stati salvati!
Gesù non divideva chi lo cercava in gruppi, non escludeva nessuno, ma anzi, per parlare a tutti, saliva sulla barca dei discepoli. Servire Gesù è anche questo, farlo salire sulla nostra barca, farlo mettere al timone e farci guidare, incuranti d’ogni avversità e di quello che può sembrare troppo difficile per noi.
Non dobbiamo pensare di non saper fare o dire, ma dobbiamo agire nella consapevolezza che quello che per noi è impossibile, è possibile a Cristo e lasciare che sia Lui ad agire in noi. Gli spiriti impuri, i demoni, hanno paura di Gesù, lo riconoscono e sanno che nel suo nome saranno scacciati.
Così, mentre i capi della sinagoga complottavano per zittire Gesù, per ucciderlo, con quelli che detenevano il potere, la povera gente cercava in lui conforto e consolazione.
Noi pensiamo di aver bisogno di Gesù? Pensiamo di voler vivere con Lui, per essere suoi discepoli, salvati dalla sua parola? Pensiamo di lasciare a Lui il timone della nostra vita?
Se vogliamo tutto questo, se vogliamo appartenere a Cristo e con Cristo, preghiamo per l’unità dei cristiani, perché sicuramente questo è quello che Gesù vuole.

martedì 17 gennaio 2017

(Mc 3,1-6) È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?

VANGELO
(Mc 3,1-6) È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito del Signore, Spirito di discernimento,aiutami a capire le letture e più di tutto fammi capire dove sbaglio nel seguirle, dove in qualcosa manco, dove il mio orgoglio mi rende cieca e sorda.
Stavolta Gesù si trattiene veramente a stento e giustamente, si schiera in difesa di un malato dalla mano rattrappita, che rappresenta tutti quelli che hanno bisogno di cure; ma gli erodiani ed i farisei, si coalizzano contro di lui.
Duri di cuore, mettono sempre i loro interessi al primo posto, ossia
quello che loro considerano la cosa giusta e non ascoltano ragioni.
Per loro il sabato non si deve fare assolutamente nulla e quindi neanche salvare una persona in pericolo di vita.
Quale legge giusta farebbe morire qualcuno per quella che oggi chiameremmo “burocrazia religiosa”?
Gesù non accetta che gli uomini si mettano al di sopra del diritto alla vita, alla salute, eppure ancora oggi vediamo che ci vogliamo arrogare il diritto di decidere sulla vita e sulla morte delle persone ammalate.
I casi di eutanasia e di disinteresse da parte delle istituzioni sia civili che religiose, fanno rabbrividire e Gesù è anche tra noi oggi e ci incita a seguirlo in questa scelta umana per la difesa della salute e della vita.
Non facciamo come quelli che mettevano i loro interessi prima di quelli degli altri, ma pensiamo che in ogni uomo che soffre c’è un fratello che ha bisogno di aiuto e di essere difeso.
Tutti i giorni leggo ed ascolto discussioni contro i migranti, e con grande tristezza, pur comprendendo le paure di tutti, e quindi anche mie, mi rendo conto che quello ci anima, è egoismo mascherato da prudenza.

lunedì 16 gennaio 2017

(Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!

VANGELO DI
(Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e illuminami, dammi la grazia di comprendere la tua parola, dammi la forza di viverla e la sapienza di saperla esprimere.
In questo brano, io vedo quel Gesù che mi piace da morire, quello che io definisco “anarchico di Dio”.
Nessuno può dirgli quello che è giusto, quello che secondo gli uomini è giusto, perché lui segue la legge del cuore, là dove c’è l’ amore del Padre, dove la misericordia del Padre parla al posto della legge scritta e corretta dagli uomini.
Un Dio che conosce i suoi figli sa che il rispetto e l’ amore per Lui, non vengono meno perché non si rispettano certe regole di culto, ma perché non si rispetta l’ oggetto stesso del culto.
Fare sacrifici e offrire olocausti, non sempre significava fare cosa gradita a Dio, anche perché gli stessi sacerdoti che credevano di rendere onore a Dio, non hanno saputo riconoscere in Gesù , il Messia atteso.
Infatti questo loro riprendere Gesù senza riconoscerlo, pieni di superbia e alterigia, li porterà a non conoscere il vero tempio dell’ olocausto permanente, quel Gesù che prova compassione dei nostri peccati, fino a accettare di offrire se stesso.
Si, Gesù prova compassione per noi, in Lui non c’è mai una parola di rimprovero solo perché non riusciamo ad essere perfetti, ci sprona a cercare la perfezione, ma lo fa unicamente per il nostro bene, non ci obbliga, ci ama ed il suo amore è veramente immeritato.
Se solo pensassimo a quanto ci ama, anche quando ci allontaniamo, quando lo flagelliamo con la nostra indifferenza, quando lo crocifiggiamo con i nostri peccati, allora si che cominceremmo a scoprire quanto è bello essere amati, anche e soprattutto perché imperfetti.. Non perdiamo tempo in diatribe per stabilire quale sia la parola da seguire, la legge scritta da rispettare, impariamo a seguire l’ unica parola che conta, amore, e allora capiremo tutti i discorsi di Gesù che possono sembrare difficili a volte, ma che hanno solo una chiave di lettura, e la chiave è proprio questa: AMORE!
In questa settimana per l'unità dei cristiani, ( 18-25 gennaio) voglio chiedervi una preghiera per questa unità; io partecipo con profonda condivisione a questi incontri ecumenici, e scopro delle persone meravigliose, e mentre prima ci si scontrava sulle diversità, oggi ci si riunisce sulle cose in comune. Il vero incontro parte dal nostro cuore, se è veramente aperto verso i fratelli.

domenica 15 gennaio 2017

(Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.

VANGELO
(Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di rinnovare la mia fede, la mia anima ed il mio cuore, perché sempre fedele alla tua parola, possa seguire la via segnata per noi da Gesù.


Quello che Gesù cerca di spiegare ai discepoli di Giovanni e ai farisei è che il digiuno, non deve essere un atto apparente, una formalità; perché altrimenti non ha senso. A volte le usanze fanno clamore, ma non sono altro che apparenze.
Oggi per esempio nelle scuole italiane, ci troviamo a doverci confrontare con le varie religioni e di sentire che i bambini vengono attirati dalla grande fede dei mussulmani e dal loro digiuno del ramadan, solo perché magari in casa non hanno mai sentito parlare del nostro digiuno cristiano. Il digiuno fine a se stesso non serve a molto, ma se l’ atteggiamento che lo accompagna, è di pieno coinvolgimento del corpo e dello spirito, allora acquista senso agli occhi di Dio. Cominciamo a digiunare dalle liti, dalla violenza, dall' attaccamento ai beni materiali, dalla prepotenza, dal sopruso, dalla voglia di apparire e di mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti.
Scegliamo l' umiltà di chi non sa riconoscere da solo, neanche i propri peccati e inginocchiamoci riverenti davanti al Signore, che per amore nostro, ha sacrificato Suo Figlio, fino alla morte umiliante della croce, per la salvezza di tutti noi, che sicuramente non meritiamo tanto amore.
Gesù viene interrogato sul digiuno, che loro e i farisei rispettavano scrupolosamente e che invece i suoi discepoli non facevano.
Per far capire bene i desideri del Padre, Gesù rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo la scorza di apparenza e offrendo se stesso come olocausto, per farci capire che non c'è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi.
Il senso di mettere vino nuovo in otri vecchi è questo, non si può continuare a vivere un vecchio senso di sacrificio dopo che Gesù è venuto a sacrificare persino se stesso per darci la possibilità di salvarci, e non potremo farlo se non facciamo vivere in noi Gesù Cristo.
Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui, da essere come invitati a nozze in presenza dello sposo e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, quando resteranno da soli, perché attraverso la pratica del digiuno potranno unirsi al sacrificio di Cristo.
Questa pagina ci porta un Gesù che viene a rivoluzionare tutte le cose come al suo solito e ci fa capire che con il nuovo, viene non per contrastare il vecchio, ma per renderlo migliore, più completo e comprensibile.
Cerca piano piano di farci entrare nel nuovo olocausto, in quello che sarà il suo, agnello sacrificato per la nostra salvezza e, per farlo, comincia con il farci capire che i discepoli di Giovanni, che fanno parte di tutto quello che riguarda il periodo precedente alla sua venuta, hanno ragione di digiunare, ma che con la sua venuta, le cose cambiano, e chi è con lui deve cominciare a ragionare diversamente.
Il digiuno non è però una pratica superata e fuori moda, ma un atto conscio e consapevole di partecipazione alla grazia di Dio di essere suoi figli, che per mettersi in comunione con Gesù, con la sua Chiesa e i fratelli, scelgono i perdere qualcosa di se per acquistare qualcuno a Dio.

sabato 14 gennaio 2017

(Gv 1,29-34) Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.

VANGELO
(Gv 1,29-34) Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni ancora una volta o Santo Spirito di Dio, sulla mia piccolezza e mostrati ai tuoi fedeli nella tua grandezza.

Dio non è lontano a noi, al contrario si è fatto come noi, per renderci simili a lui.
Al fallimento dell’uomo supplisce la misericordia di Dio, ma ancora non ce ne rendiamo conto, ed anche quando lo facciamo, non capiamo l’immensità di questo misterioso amore.
“ Io non lo conoscevo “ dice Giovanni il battista, che pure lo riconobbe già dal ventre di sua madre Elisabetta quando Maria si recò ad aiutarla subito dopo essere stata visitata dall’ angelo del Signore....perché sapere di lui, averne sentito parlare, averlo accanto, averlo come fratello...purtroppo a volte non basta per riconoscere e fare di Gesù Cristo il re della nostra vita.
L’esperienza di Dio, non nasce con il battesimo se non ci si lascia immergere completamente in lui, ma per sua grazia lo Spirito che riceviamo nel sacramento non si spegne mai, e resta come una fiammella anche sotto alla cenere, pronta ad infuocarci l’animo appena glielo concediamo.