lunedì 31 agosto 2020

LUNEDì 31 AGOSTO 2020 VANGELO (Lc 4,16-30) Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

 



VANGELO DI LUNEDì 31 AGOSTO 2020

VANGELO (Lc 4,16-30)
Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio… Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Gesù era stato battezzato da Giovanni al Giordano e si ritirò nel deserto per pregare, stette 40 giorni e 40 notti, fu tentato e resistette ad ogni tentazione, dopo di che tornò a Nazaret, da dove era venuto. La sua gente lo conosceva bene, sapeva di chi era figlio, di Giuseppe il falegname e di Maria, ed era uno di loro, spesso lo avevano visto nel tempio a leggere, ma quel giorno successe qualcosa di diverso. Lesse le parole del profeta Isaia:
" Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore." E subito dopo pronunciò guardando la folla: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi". Forse qualcuno dentro di sé si stupì, qualcuno invece sapeva già della fama di Gesù, ma certo che ci voleva almeno una piccola predisposizione a dargli fiducia . Essere profeta nella propria patria, tra la gente che lo conosce, fa si che, tante persone che gli sono contro , si fanno forti l’ un l’ altro, e la sua vita è subito messa in pericolo, infatti il brano dice che lo cacciarono dalla città, lo condussero sul ciglio del monte e volevano gettarlo di sotto, ma Egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
Questo fu l’impatto di Gesù con la sua gente, faceva sentire gli scribi e i dottori della legge, dei falsi, che imponevano leggi che non rispettavano. Proclamò un anno di grazia per far finire tutte quelle ingiustizie, e questo fu il colpo di grazia per chi voleva attraverso la legge di Dio, non portare i fedeli alla salvezza, ma mantenere il potere sul popolo.

sabato 29 agosto 2020

DOMENICA 30 AGOSTO 2020 VANGELO (Mt 16,21-27) Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.




VANGELO DI DOMENICA 30 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 16,21-27)
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».


Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.
Pietro poverino, continua a voler suggerire a Gesù come comportarsi, proprio non accetta che si esponga così al pericolo. È ancora così pieno della sua umanità, che non riesce a seguire fino in fondo il disegno del suo Maestro, e questo lo mette in una posizione molto scomoda, quella di non piacere a Gesù.
Vediamo come si volta e lo apostrofa, senza mezzi termini, senza mezze misure… perché il nostro Gesù non ha mezze misure; disposto a sacrificare la sua vita per poterci salvare, ci spinge a fare altrettanto. È tutto proporzionato, tanto rischieremo, tanto riceveremo, ma dobbiamo lasciare gli schemi della nostra umanità. Prima ci decidiamo, prima conosceremo il regno di Dio, perché rinunciando alla nostra umanità saremo rivestiti di quella di Cristo, e potremo dire come San Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me!
Ieri , durante l'adorazione mi sembrava tutto chiaro, tutto semplice, ed il mio SI urlava da dentro al mio petto, come un fuoco acceso.
La mia decisione era profonda e sincera... Ieri era ieri e da ieri ad oggi, non ho fatto altro che cercare di dire a Gesù qualcosa... specialmente le cose che secondo me non andavano bene, proprio come Pietro, oggi capisco che a quel si devo aggiungere l'accettazione di tutto quello che non funziona come dico io, ma è volere di Dio.
Grazie Signore perché ogni giorno mi dai la possibilità di capire, e di convertirmi, e forse è solo una pia illusione la mia, ma mi sembra quasi che tu mi sorrida e mi inciti a continuare a provare ad essere migliore.

VANGELO DI SABATO 29 AGOSTO 2020 (Mc 6,17-29) Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.



VANGELO (Mc 6,17-29)

Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Non ci sono mezze misure, il Cristianesimo non è una teoria, ma una condizione di vita. Non ci si può definire cristiani e adattare il cristianesimo alle nostre esigenze, perchè è una scelta seria, in quanto ne va di mezzo la nostra salvezza, per questo risulta difficile, ma costi quel che costi, dobbiamo fare di tutto per riuscirci. Anche Erode, che non aveva nessuna intenzione di convertirsi, temeva Dio, ma più per superstizione che per fede. Lo incuriosiva Giovanni Battista, perché aveva il coraggio di parlare, anche contro di Lui, infatti Giovanni denunciava la sua ambiguità.Erode passava per un buon regnante,addirittura per un benefattore, perché ci teneva molto a rimanere al suo posto, quindi lo fece arrestare temendo che dalle sue parole potesse scaturire una ribellione del popolo.Il potere è una tentazione continua, allora come ora.La vita di corte era all'insegna della lussuria, delle orge e del libertinaggio, Erodiade era la moglie legittima del fratello di Erode, ma viveva in peccato con il cognato e tutte le sollecitazioni di Giovanni Battista ad una vita onesta e correttamente morale le davano proprio fastidio. Aveva già provato a convincere l'amante ad ucciderlo, ma non c'era riuscita, perché in fondo anche lui temeva Dio e la sua ira, ricordiamo, più per superstizione che per sacro timore di fare del male.Ma quando uno accetta di vivere con la corruzione, col male, col peccato, perde sempre il controllo della situazione e per un ballo eccitante della figlia di Erodiade, per una promessa fatta giurando sul male, per non passare da bugiardo davanti agli altri, ecco che lo scempio si compie e la testa di Giovanni cade, servita su un vassoio alla richiesta della vergognosa figlia di Erodiade, conformata a quella della madre.Anche oggi compromessi e ricatti, per chi al potere usa la sua posizione per vivere una vita di lussi e vizi, invece che per amministrare onestamente. Non accettiamo il compromesso tra bene e male perché non esiste, è solo un'illusione che satana insinua nelle nostre menti per farci abituare al male fino a legittimarlo ai nostri occhi.Quando Erode sente parlare di Gesù, la coscienza di quello che aveva fatto a Giovanni ancora gli rimorde e dato che non lo conosceva, che era così estraneo alla sua figura,lo associa a quest'ultimo e teme che sia risorto dai morti. Un comportamento retto, non teme lo sguardo del Signore, per questo Gesù ci ha detto in altre occasioni che chi serve Dio, non può servire mammona, ossia satana.

giovedì 27 agosto 2020

VENERDì 28 AGOSTO VANGELO (Mt 25,1-13) Ecco lo sposo! Andategli incontro!




VANGELO DI VENERDì 28 AGOSTO
VANGELO (Mt 25,1-13)
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO

Accendiamo le lampade con l’olio della fede, della fraternità e della reciproca carità. I nostri cuori, pieni di luce, ci permetteranno vivere la autentica gioia, qui e adesso. Coloro i quali vivono attorno a noi si vedranno, anch’ essi, illuminati e conosceranno la gioia della presenza dello Sposo atteso.
Gesù ci chiede di non far mancare mai l’olio nelle nostre lampade.
Ci sono due tipi di persone: quelle che, dopo aver ascoltato la parola di Dio la mettono in pratica (costi quel che costi ) e quelle che continuano a vivere come gli aggrada di più,tra alti e bassi, obbedienza e disobbedienza. L’olio delle lampade è qualcosa che non si può prestare, perché è un impegno personale che ognuno deve mettere di suo. Non sono le belle parole, lo studio, l’apparire; ma l’agire con perseveranza ed obbedienza a quelle leggi che Dio ha istituito per gli uomini, tramandate da Mosè, ma anche scritte a caratteri cubitali nella nostra coscienza,magari senza adattarle alla nostra situazione,rendendo legittimo agli occhi di Dio,quello che è legale per la legge degli uomini.

mercoledì 26 agosto 2020

GIOVEDì 27 AGOSTO 2020 VANGELO (Mt 24,42-51)




GIOVEDì 27 AGOSTO 2020VANGELO (Mt 24,42-51)


Tenetevi pronti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
In questo brano Gesù mette in risalto quella, che in fondo, deve essere una delle doti principali dei fedeli, LA VIGILANZA!
Spesso viviamo come se tutto ci spettasse di diritto, come se fossimo eterni, anche nelle situazioni più esplicite, come ad esempio la morte improvvisa di una persona. La prima reazione è sconforto e rabbia; ci si chiede perché a noi, perché proprio a quella persona e si trovano mille motivi per cui doveva succedere a tutti, ma non a quella persona. Sempre meno ci si ferma a pregare, sempre più si cerca di cancellare l' idea della morte dalla propria vita, convincendosi che vivere intensamente la allontanerà da noi. Quando qualcuno parla della morte per ricordare che prima o poi arriverà per tutti, non racconta assolutamente una bugia, ma subito è visto come un menagramo se non peggio; figuriamoci poi quando si prende questo discorso per chiedere di riflettere sulla salvezza dell'anima.... Gesù ne sa qualcosa, lo hanno addirittura condannato a morte per questo. Il discorso è scomodo, ma necessario e, sarebbe utile, pensare per tempo alla salvezza dell'anima, senza rischiare di perderci la parte più bella della vita, perché vivere in comunione con il Signore, non è preoccuparci solo della nostra vita dopo la morte, ma vivere già da subito i frutti della redenzione. Non c'è niente che ci sembri insormontabile, niente che ci possa distruggere, perché la consapevolezza di non essere solo dei pupazzetti senz' anima è così forte che ci porta ben oltre la vita terrena. Non voglio dire che possiamo volare, ma la nostra anima può farlo; perché l'amore che entra in noi attraverso lo Spirito Santo, può veramente trasformare la nostra vita. Tutto quello che viviamo sulla terra per quanto bello, per quanto emozionante, ha il sapore di "provvisorio" amiamo i nostri figli in tantissimi modi diversi, i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri amici... ma per tutti c' è un inizio, un cambio e una fine. Ne abbiamo la prova nel Matrimonio, all' inizio tutto baci e coccole e poi quando subentra l' abitudine, dobbiamo riscoprire nuove forme di amore per mantenere vivo il sentimento. La fede invece ci porta a vivere ogni giorno più intensamente il rapporto con Dio, non svilisce, non sminuisce, non disillude... è qualcosa che ogni giorno ti dà qualcosa di più, che chiede la tua partecipazione attiva, ma ti da cento volte tanto. L'amore che ti da Dio è incondizionato, mano mano che te ne rendi conto capisci che il senso della vita è tutto quì, in questo mirabile connubio, che tutto quello che per anni abbiamo considerato più importante di Dio, diventa solo una foto sfocata che racconta il nostro passato.

martedì 25 agosto 2020

MERCOLEDì 26 AGOSTO 2020 VANGELO (Mt 23,27-32)


VANGELO DI MERCOLEDì 26 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 23,27-32)
Siete figli di chi uccise i profeti.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO.
Questa pagina di Vangelo,mette molti di noi in disaccordo,perché se è pur vero che bisogna rispettare le regole,è pur vero che Gesù è venuto per salvarci,ben sapendo che siamo tutti peccatori. I tempi sono certamente cambiati rispetto a 2000 anni fa, ma le regole restano le stesse... Quello che però io constato è che non tutte le persone prendono le loro decisioni di vita in base al Vangelo,anzi,molti non si sono mai convertiti,o lo hanno fatto,diciamo,dopo che ormai avevano già famiglie distrutte alle spalle e ricreate... quindi anche se poi si pentono,a loro sarebbe vietato l'accesso ai Sacramenti...e questo io lo trovo se non assurdo,almeno contraddittorio,anche perché sono a volte gli stessi sacerdoti ad essere contraddittori.
Questo contraddittori lo uso in senso buono,per me positivo,perché il Gesù che io conosco,è quello che perdona le prostitute,l'adultera che stava per essere lapidata....quindi mi astengo dal dire quello che è giusto o quello che è sbagliato...tanto più che secondo me,il cammino che ognuno di noi compie è certamente diverso uno dall'altro.
Che ne sappiamo noi quello che avviene nel cuore delle persone quando conoscono la vera fede?Che cosa certifica quello che fa una coppia tra le pareti della sua casa?
Quante coppie scelgono la castità? E quante regolarmente sposate che hanno diritto di accedere ai sacramenti,fanno invece cose indicibili....quindi solo il Signore che vede nei cuori,può giudicare,perdonare o condannare.

domenica 23 agosto 2020

VANGELO DI LUNEDì 24 AGOSTO 2020 VANGELO (Gv 1,45-51) Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.



VANGELO DI LUNEDì 24 AGOSTO 2020

VANGELO (Gv 1,45-51)
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Nonostante in duemila anni Gesù abbia fornito prove su prove della sua esistenza e della sua veridicità, ancora oggi, anche di fronte ai miracoli che avvengono ogni giorno, c ' è chi resta scettico e chi rifiuta di credere, ma non certo perché può negare l' esistenza di Dio con prove concrete, ma solo perché in cuor suo rifiuta di assoggettarsi ad un Dio che non gli interessa conoscere di cui non sente alcun desiderio.
C ' è anche chi vorrebbe invece credere in qualcosa di soprannaturale, ma è così lontano dalla verità, da non riuscire ad afferrarne neanche il minimo concetto, e parlare a queste persone, non è facile, spesso, infatti, riusciamo più ad allontanarli dalla luce che ad illuminarli, confinandoli nel buio di chi avrebbe voluto far domande anche assurde magari, ma ricevere risposte concrete.
La cosa che non ci aiuta, è che dobbiamo essere per primi noi ad essere illuminati da quella luce, tutta la nostra vita deve, anche se non nella perfezione, essere improntata sulla scia di quella di Gesù, perché è Lui che dobbiamo seguire ed indicare, non la nostra persona e tanto meno le nostre idee.
Neanche Maria, pur molto più perfetta di noi, diceva ai discepoli di seguire lei, ma fate quello che Lui vi dirà... e se non si imponeva lei come maestra, come possiamo noi pensare di poterlo fare.

sabato 22 agosto 2020

VANGELO DI DOMENICA 23 AGOSTO 2020 (Mt 16,13-20) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.



VANGELO DI DOMENICA 23 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 16,13-20)
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO.


La Chiesa non può essere guidata da chi non vede quanto c’è da fare.
La Chiesa non è un ufficio in cui si amministra .
La Chiesa è un’insieme di anime che deve seguire un uomo, Gesù Cristo, e non un’ideologia .
La chiesa deve includere e non escludere.
La Chiesa deve curare e non considerare alcuni infetti.
La Chiesa va avanti per tutti noi, nonostante noi.
Papa Francesco rappresenta Gesù Cristo oggi.
Gloria e onore a Gesù Cristo!
Viva Papa Francesco.

venerdì 21 agosto 2020

VANGELO DI SABATO 22 AGOSTO 2020 (Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.



VANGELO DI SABATO 22 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 23,1-12)
Dicono e non fanno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».


Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.


La cosa più brutta che possiamo fare,è quella di " predicare bene e razzolare male".
Quante volte ho riflettuto su questa parola di Dio, è così facile criticare i ministri di Dio, che ormai così fan tutti. Noi discepoli infedeli, diamo la colpa a loro delle nostre mancanze, e loro danno la colpa a noi del nostro scarso rispetto per la parola di Dio, ma siamo gli uni, lo specchio degli altri.
In questo gioco al massacro, restiamo fermi senza fare passi avanti, e non riusciamo ad uscire per andare incontro a Dio. La falsità è una dote che ci accomuna tutti; l'ipocrisia altrettanto, ma vediamo solo quella degli altri. Ho paura del tempo che passa e vorrei saper fare di più, amare di più, pregare di più,perdonare di più....ma non mi sento mai degna, sempre troppa poca pazienza, insofferente alle provocazioni. Vorrei essere capita, non interpretata, ma compresa nei miei gesti, nelle mie parole, nelle mie assenze e presenze, e soprattutto nei miei silenzi. Ma Gesù ci ha avvertito, non dobbiamo cercare di piacere alla gente, o di piacere al parroco di turno, ma dobbiamo seguirlo su quella via che è spesso fatta di mortificazioni, di giudizi ingiusti, di chiacchiere cattive e, quello che conta, non è quanto ci sapremo far rispettare, ma quanto sapremo offrire tutta la nostra sofferenza a Dio, rinunciando al nostro orgoglio per amore Suo e dei fratelli, specialmente dei nostri nemici e di chi è lontano.

giovedì 20 agosto 2020

VANGELO DI VENERDì 21 AGOSTO 2020 (Mt 22,34-40) Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.












VANGELO DI VENERDì 21 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 22,34-40)
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».


Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.


Ho scelto un’immagine un po’ esagerata, ma poi non tanto, sicuramente provocatoria.
Tutti si affannano a studiare, molti ad insegnare, pochi s’impegnano ad amare!
Allora tutto diventa vano. Si creano parrocchie efficienti, piene di brave persone, di laici e sacerdoti che veramente si donano e cercano di creare intorno a loro un ambiente sereno, amicale, un agàpe.
Agàpe significa amore disinteressato, fraterno, smisurato. Questo è l'amor di Dio nei confronti dell'umanità e deve diventare condivisione perché il cerchio possa considerarsi chiuso, ma , c’è un ma troppo spesso; ci si chiude in un bel cerchio e si lascino fuori molti fratelli che continueranno a non sentirsi amati da Dio per colpa nostra.
AMERAI!
Futuro semplice ...non ora, ma prima o poi dobbiamo riuscire... questo è quello che volevamo sapere chiedendo al Signore quale fosse il comandamento più grande.
Non gli è stato chiesto un comandamento,ma il più grande, ed ora non possiamo più fingere di no saperlo,nascondendoci dietro a leggi e leggine...l'amore è il comandamento che ci rende capaci di fare il volere di Dio!

mercoledì 19 agosto 2020

VANGELO DI GIOVEDì 20 AGOSTO 2020 (Mt 22,1-14):



VANGELO DI GIOVEDì 20 AGOSTO 2020
Giorno liturgico: Giovedì, XX settimana del Tempo Ordinario
San Bernardo, abate e dottore della Chiesa


Testo del Vangelo (Mt 22,1-14):
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».


UN MIO PENSIERO.
Il Re ci ha invitato al banchetto di nozze del figlio, ma molti hanno altro a cui pensare, altre cose che vengono prima.
Il banchetto di nozze rappresenta la condivisione del regno di Dio, che inizia dalla nostra adesione sulla terra. Se in noi non
c' è il desiderio di partecipare al banchetto, avremo sempre altre fami di cui saziarci e altre fonti alle quali dissetarci, ma nessuna di queste ci condurrà al regno di Dio.
Ricordiamo la samaritana al pozzo, alla quale Gesù disse « Chiunque beve di quest' acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell' acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna ».
Aderire al progetto di Dio vuol dire indossare la veste di chi si vuole rivestire della sua essenza di figlio di Dio, vuol dire accettare il Vangelo e farlo proprio. La stanza è piena di commensali, alcuni buoni ed altri no, ma chi non si sarà per niente impegnato in un cammino di fede, chi " sembrerà " fedele a Dio, ma non lo sarà veramente, verrà smascherato e sarà troppo tardi. A Dio niente è nascosto, il nostro cuore è un libro aperto davanti a Lui, sa perfettamente quello che proviamo, conosce le nostre infedeltà e i nostri difetti, non cerca la perfezione, ma vede la verità "Salmo 19- Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.-"
E' inutile camuffare la nostra fede, far vedere che siamo bravi cristiani, meglio essere mediocri ma desiderosi di migliorare, che falsi; perché possiamo ingannare gli uomini, ma non Dio. Possiamo sfuggire alla giustizia umana, con la nostra furbizia o con le conoscenze corrotte, ma non a quella divina. Possiamo entrare nelle grazie degli uomini con falsi abiti, ma non sfuggirà nulla a Dio...Convertiamoci veramente, con umiltà mettiamoci davanti al nostro re e chiediamo perdono finché siamo in tempo, prima che il Signore decreti anche per noi la sua condanna... nessuno sa quando verrà il giorno del giudizio. Oggi mi hanno chiesto cosa vuol dire "vivere il Vangelo" non ho trovato risposta migliore che: vivere amando , sopratutto chi ci sembra più lontano da Dio, perché noi possiamo essere per loro, la possibilità di capire che Dio li ama. Un pò come se fossimo la trasmissione "chi l'ha visto?" per chi si è perduto!

martedì 18 agosto 2020

VANGELO (Mt 20,1-16) Sei invidioso perché io sono buono?








VANGELI DI MERCOLEDì 19 AGOSTO 2020
VANGELO (Mt 20,1-16)
Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».


Parola del Signore


UN MIO PENSIERO


Una parabola che fa male un po’ a tutti, perché credo che nessuno si possa guardare dentro senza sentirsi toccato da queste parole.
Ci sembra sempre di dare più di quanto riceviamo, di essere migliori degli altri, di meritare di più, ed è questo pensiero che spesso causa in noi delle aspettative sbagliate. È facile restare intrappolati nel ciclo del “meritare”, tanto facile quasi come raggiungere uno stato di frustrazione provocato dal non possedere quello che si crede di meritare, anche se non si sa il perché.
Quello che ce lo fa pensare è che invece di gareggiare nello stimarci a vicenda, come dice l’apostolo Paolo, gareggiamo spesso nel confrontarci con gli altri cercando di mettere in luce i difetti altrui.
Ecco che allora tiriamo fuori dal nostro cilindro, come per magia, le cattiverie, le invidie, le gelosie più assurde.
Leggendo la Bibbia, troviamo spesso storie di gelosie, perché nessuno ne è esente, purtroppo; ma la cosa meravigliosa è che volendo apparire sempre migliori di quello che siamo, le camuffiamo chiamandole “ ingiustizie.”
Una cosa molto attuale per esempio, è tutto questo parlare dello Ius soli, se sia giusto o no concederlo... allora io mi chiedo, ma se il mondo è stato creato per tutti gli uomini, perché ce lo siamo diviso in territori, e ce lo litighiamo cercando di conquistarne sempre un pezzettino in più, spintonando fuori gli altri? La nostra coscienza ci dice che abbiamo più diritti degli altri ? Che meritiamo di più perché siamo migliori? A volte sembriamo come animali che segnano il territorio, dimenticando di ringraziare per ciò che abbiamo senza merito, e di condividerlo con gli altri.
Chi sono i buoni? Uno solo è buono, quello che ci ha dato tutto, anche se stesso, ed ancora non abbiamo capito!

lunedì 17 agosto 2020

VANGELO (Mt 19,23-30) È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.



VANGELO DI MARTEDÌ 18-08-2020
VANGELO (Mt 19,23-30)
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Parola del Signore
UN MIO PENSIERO

Le cose a cui siamo attaccati nella nostra vita, sono veramente tante ed è per questo che ci riesce così difficile seguire il volere di Dio. Non è solo una questione di ricchezza, ma di non saper fare a meno di troppe cose, che ormai, come droghe ci sembrano indispensabili. Il progresso ci ha reso schiavi, vedi quanto sembrano importanti i mezzi di comunicazione, ed in parte lo sono, ma per parlare con Dio non serve il cellulare e neanche il computer. Vanità ... tutto è vanità, tutto è vano, non cambia le cose, non cambieremo il corso della vita, non ci porteremo via nulla, ma per colpa di tante cose, possiamo perdere la cosa più importante, la chiave del regno. Abbiamo compreso che vuol dire " lasciare tutto" di Gesù, e pur avendone capito l'importanza, pur capendo di essere schiavi dei nostri averi, abbiamo difficoltà a distaccarcene. Quello che ci rende tutto difficile, è che viviamo come se fossimo eterni, nel momento delle scelte di vita, prevale il tutto e subito. La nostra breve vita di passaggio sulla terra, è tutta basata sul prendere,distruggere,approfittare...non sul godere dei doni che il Signore ci ha fatto, non sul mantenere intatti e salvaguardare gli ambienti e la natura. A che serve essere Cristiani se non riusciamo a vivere da figli di Dio e coeredi della realtà celeste? A che serve credere nella resurrezione di Cristo se non crediamo nella nostra resurrezione? Perché non riusciamo a vivere il Dio presente, relegandolo a qualcosa di indefinito che forse troveremo alla fine della vita e non capiamo che il regno che Dio ci ha preparato, è già su questa terra che dovremmo amare, che se falliamo in questo, tutto il resto a cui teniamo tanto, sarà la causa della nostra rovina.




domenica 16 agosto 2020

VANGELO DI LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 (Mt 19,16-22)



VANGELO DI LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020
(Mt 19,16-22)
Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.


Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.
Non si può mettere Dio al primo posto,se gli dedichiamo solo i ritagli del nostro tempo!
La mezz'ora del rosario,la liturgia delle ore,qualche pensiero...massimo tre ore al giorno spezzettate su 24 ore.
Come possiamo crescere nella fede con queste regole!
Non è sufficiente seguire le regole, essere onesti, cercare di non reagire alle offese... purtroppo la nostra umanità esce sempre fuori e ci trascina lontani dalla meta. C’è chi pone le sue sicurezze nella ricchezza; chi nella famiglia; chi nella Chiesa e lascia tutto per servire il Signore, ma poi si rende conto che non è al sicuro, che non è abbastanza libero, perché si trova in un’organizzazione che lo riempie di lavoro. Io non so davvero come colmare quel divario che c’è tra la nostra vita e quello che Dio vorrebbe per noi, lo vorrei anche io con tutto il cuore, ma non so neanche da che parte cominciare. Quando vado a fare
l' adorazione del Santissimo,vorrei non dover più andare via, ma fuori da lì il mondo mi ripiomba addosso e tutto crolla. Crollano i buoni propositi, crolla la pace... e allora ti chiedo Gesù, fai Tu qualcosa perché io sappia seguirti sul serio, io so solo vivere il compromesso, ma tu sai come indicarmi la vera via, aiutami!
Oggi più che mai sento di dovere dare di più...avevo smesso di mettere il mio pensiero sul Vangelo,un po' per mancanza di tempo,un po' perché non è facile impegnarsi quando ti senti fare delle critiche gratuite,come se,per farlo,io dovessi essere teologa,perfetta,praticamente santa....io invece sono una peccatrice come tutti, e faccio una grande fatica a non rispondere a tono,a perdonar,a sopportare le critiche...ma lo faccio! Non ci riesco sempre,ma continuo ad insistere e cerco di "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubo, non testimonio il falso, onoro il padre e la madre e amo il prossimo"
Ma so che questo non basta...presa coscienza della gravità di questi peccati,sento che ho il dovere di trasmettere la parola di Dio,così come Lui l'ha donata a me; non fa niente se a qualcuno darà fastidio,se qualcuno non mi riterrà all'altezza...le critiche costruttive saranno ben accette...le altre le offrirò al Signore con paziente sopportazione.
Trasmettere la fede è un impegno di chiunque abbia compreso seriamente il proprio battesimo.
*Il Signore ci benedica e ci custodisca in questa notte,e con i suoi angeli ci accompagni fino al nostro risveglio!


*(la benedizione fa parte dei sacramentali) derivano dal sacerdozio battesimale: ogni battezzato è chiamato ad essere una benedizione e a benedire.

mercoledì 29 luglio 2020

VANGELO DI OGGI 29 LUGLIO 2020 (Lc 10,38-42: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose)

VANGELO DI OGGI 29 LUGLIO 2020
(Lc 10,38-42: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose)

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Marta vuole che il Signore sia contento della sua accoglienza, prepara con grande cura tutto, non chiede aiuto, ma poi si stanca e si innervosisce perché la sorella non l’ ha aiutata, ed allora, sicura che il suo modo di fare sia quello giusto, cerca l’appoggio di Gesù; vorrebbe che Lui sgridasse sua sorella perché non ha partecipato al servizio.
Maria, sicura che la sorella avrebbe provveduto a servire l’ ospite, ha approfittato di questo e si è seduta ai suoi piedi ad ascoltare Gesù che parlava ed insegnava, era così presa da quello che stava ascoltando che non si è nemmeno resa conto che la sorella si stava stancando.
L’ atteggiamento delle due donne è molto simile al nostro, è l’ atteggiamento di chi come Marta si prodiga e pensa che far bene tutto sia un suo dovere, ma non ascolta quella voglia interiore di fermarsi ad ascoltare il Signore, che però comincia a farsi strada dentro di lei e comincia a farla diventare nervosa e insofferente.Scatta allora la molla del risentimento, del rimprovero, del giudizio. Il suo contatto con Gesù è stato turbato da quello che viveva dentro di lei.
Non si ferma Marta, ha voglia di fermarsi ad ascoltare, ma ci sono tante cose da fare e solo lei sa farle così bene lei sa servire il Signore,è un servire materiale e necessario il suo… A questo punto proviamo a vedere chi riusciamo a riconoscere in questo atteggiamento e quanto di noi troviamo, quanto siamo simili a Marta in questo nostro affaccendarci per fare qualcosa di buono per il Signore.Io sono brava - io so scrivere - io sa parlare - io so leggere - io so preparare l’ altare - io sono sempre la prima ad arrivare - io so fare stare buoni i bambini in chiesa - io non dimentico mai nulla …. sicuro?Marta Marta, hai lasciato il posto al Signore o vorresti entrare anche in quell’ ostia? Prepari l’ altare e le letture, ma hai dedicato un po’ di questo tuo tempo prezioso per leggere la parola di Dio e per chiederti che cosa ti vuole dire il Signore? Si proprio a te, perché tu non ci crederai, ma anche tu hai bisogno di Lui, di ascoltare e di far penetrare nelle tue ossa la sua parola, forse allora impareresti a non giudicare e a non condannare chi non è preciso come te nel servizio, o semplicemente chi è diverso da te. Forse ascoltando Gesù, sapresti che è venuto per tutti, che non parla per se stesso, ma per essere ascoltato e, se tu non lo ascolti, anche tu sbagli qualcosa, proprio come Maria che non si preoccupa di servirlo.La scelta di Marta era quella che a lei sembrava migliore, ma poi vedendo Maria così serena accanto al suo Gesù, così presa a bearsi della sua parola, è stata presa forse da un pizzico di gelosia e di invidia . Questo accade perchè dimentichiamo che anche se siamo chiamati a servire, dobbiamo alimentarci alla fonte di colui che è venuto per servire, altrimenti resteremo sempre noi stessi e non riusciremo a far vivere la spiritualità del Signore in noi

.E tu Maria? Dopo aver ascoltato, esserti immersa nell’ ascolto della sua parola, dopo averla masticata, fatta entrare nel tuo cuore, averla meditata …. ti sei accorta che tua sorella era stanca? Ti sei accorta della sua muta richiesta di aiuto? Va corri da lei , da questa sorella in difficoltà ed aiutala, perché altrimenti vorrebbe dire che non hai saputo digerire la parola del Signore, che parla di comunione, condivisione e amore. Alle parole debbono seguire i fatti, le opere. Quante cose ancora ci sarebbero da dire, su questa semplice storia di Vita di Gesù, ma ognuno di noi, qui, può provare a scrivere la sua; quella del suo incontro personale con il Signore.

mercoledì 10 giugno 2020

(Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.


VANGELO (Mt 5,17-19)
Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Oggi il Signore ci dice: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; ma a dare pieno compimento». Gesù insegna che l’Antico Testamento è parte della Rivelazione divina, Egli è la pienezza della Rivelazione, è il Verbo, la Parola di Dio, che si è fatto uomo, che viene a noi per farci conoscere chi è Dio e quanto ci ama. Dio chiede all’ uomo una risposta d’amore, manifestata nell’ osservanza dei suoi insegnamenti: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti» .Lui è quello che parla con autorità, perché è l'autore delle cose che racconta, Lui è colui che le vive in prima persona. Quello che porta Gesù, non è contro Dio, ma è l'azione di Dio che si compie in Lui; l’ amore di Dio, che s’ incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza. Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara il posto, ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al di sopra della carne. Quanti Santi prima di noi l’ hanno fatto, sono riusciti ad entrare talmente in comunione con Gesù Spirito da riuscire ad avere anche nel corpo i segni della passione di Cristo. Certo sarebbe bello diventare Santi …. Poter aiutare il Signore con grandi carismi a riportare le pecorelle smarrite all’ ovile, ma intanto accontentiamoci di entrare noi stessi in quest’ovile che è la casa del Padre, cerchiamo di vivere amando Dio ed il nostro prossimo e di fare cose sante nella semplicità di ogni giorno vissuto per fare la Sua volontà. Una cosa fondamentale è seguire la parola di Dio, leggerla, meditarla e non discostarsene mai, perché tutto passerà, ma la parola di Dio è un patto che vale per sempre, e che ci rende eredi del regno; non c'è bisogno di cercare altro. Non sono le parole che salvano, ma le opere di misericordia che dobbiamo riuscire a consegnare nelle mani del Signore, prima di tutto con l’esempio che sapremo dare ai nostri fanciulli. Questo è apostolato, non sapere formule a memoria!....

giovedì 28 maggio 2020

(Gv 20,19-23) Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi.

Gv 20,19-23) Come il Padre ha m


Giorno liturgico: Domenica di Pentecoste

Testo del Vangelo (Gv 20,19-23): La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Parola del Signore.


 UN MIO PENSIERO

- Notiamo come nel vedere Gesù i discepoli gioiscono, e chiediamoci: Perché è venuto? Gli mostra le ferite per fargli vedere che è proprio lui, quello che è salito sulla croce, e ha vinto la morte.
È normale che qualcuno abbia dei dubbi, Tommaso ne è la conferma. La nostra umanità ci porta a credere solo a quello che possiamo vedere, ma con Gesù ormai abbiamo capito che non può bastare. Ha compiuto miracoli davanti ai loro occhi, è entrato in una casa con le porte chiuse, ma è proprio Lui? Nulla lo può dividere da noi, perché il suo amore lo spinge a cercarci sempre e a darci tutto di se, così come fa con gli apostoli, ai quali dona lo spirito Santo. Solo la nostra incredulità riesce a tenerlo lontano da noi, siamo sempre noi che abbiamo l’ultima parola. Chi fa l’esperienza di Gesù nella propria vita, non ha più dubbi, e non serve che lo veda fisicamente o no, anzi proprio perché si fida della sua parola, riesce a sentire la sua azione tramite lo Spirito Santo. Quello che a molti di noi manca è proprio l' esperienza della resurrezione di Gesù. Molti continuano a vivere Gesù come qualcosa di astratto, lontano e sconosciuto ed io spero tanto che se ne rendano finalmente conto e che comincino ad avere sete dello Spirito Santo, quella sete che lui aspetta per farci scoprire la differenza!
Nel dolore spesso ci sentiamo distrutti sia fisicamente sia moralmente, ma quando chiediamo al Signore aiuto, vediamo che siamo subito alleviati dalla cosa più atroce del dolore, la disperazione. È importante stare vicini a chi soffre, per un motivo o per l’ altro, perché noi possiamo essere la parola che Gesù vuole dire, la mano di Gesù che sa accarezzare, noi possiamo essere la testimonianza che Gesù non abbandona i suoi figli, perché seguire il Signore vuol dire amare il nostro prossimo come Dio ama noi.
Amore è la parola d’ordine per entrare nella famiglia celeste, e per tornare nella casa del Padre, dove Gesù è andato a preparare un posto.

domenica 24 maggio 2020

(Mt 28,16-20) A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.


VANGELO (Mt 28,16-20)
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Poche parole, pochi gesti, e tutto si riduce all’ essenziale: Io sono con voi!
Quanto è importante questo messaggio del Signore: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Vale per tutti noi che chiamiamo Dio Padre, ma oggi Gesù vuole parlare a noi per dirci di pregare per i sacerdoti, di aiutare queste sue povere mani consacrate che ne subiscono i tutti i colori, di aiutarli perché sono loro la nostra guida ,ma più di tutti, perché sono loro la nostra salvezza. Loro ci confessano, ci riconciliano con il Padre, anche se come gli apostoli, non sono perfetti, sono inviati da Lui. Loro sono il mezzo che Gesù usa per farci stare in comunione con Lui, piccole mani consacrate che alzano quell’ Ostia al cielo, spesso con il cuore pieno di sofferenza. Gesù è con noi, sempre, tutti i giorni, ma a volte è nascosto, e gli occhi umani, gli animi umani, non riescono a trovarlo, a sentirlo, offuscato da tanta cattiveria e da tanti pregiudizi. A volte tra gli stessi confratelli c’ è tanto peccato, tanta invidia, tanta presunzione…. é così difficile resistere ai soprusi… sono uomini come noi, hanno solo tanta voglia di piangere a volte e, non possono neanche confidarsi con nessuno, se non con quel Gesù nascosto che gli sembra che sia voltato dall’altra parte. Se per noi è difficile accettare una parola cattiva, un’offesa, un rifiuto; quanto è più difficile per loro accettarla. E poi ci siamo noi, che invece di pregare per loro, ci mettiamo a giudicarli, a rimanere male per ogni piccolo gesto distratto, per ogni stupidaggine, per ogni malinteso. Noi che siamo i primi a ferirli con le nostre bugie e la nostra mancanza d’amore, ma noi siamo pieni di noi stessi e loro devono essere pieni di Dio!
No fratelli… tutti dobbiamo essere pieni di Dio e poco di noi stessi… Loro e noi dobbiamo avere la forza di non pensare alla nostra apparenza, al piacere agli altri, alla nostra dignità di uomini e donne che spesso si sentono offesi, ma dobbiamo gettare alle ortiche tutto questo e rivestirci della dignità di Cristo, che passa attraverso il dolore e, a volte, l’umiliazione e l’incomprensione.
Preghiamo per questi nostri angeli così fragili, così sballottati tra responsabilità e umanità, per questi piccoli Cristi che non hanno nessuno sotto alla croce che li sostenga, e che alzi per loro preghiere al Signore. A loro dico: - Gesù è con voi, soffre con voi, sa quello che passate, la solitudine nella quale vi trovate a volte…. è con voi nel Getzemani, non dimenticatelo mai… perché non la vostra volontà deve vincere, ma la gloria di Dio, passa anche attraverso le umiliazioni che subite. -
A noi laici dico: - Amiamoli, come diciamo di amare Gesù, aiutiamoli come faremmo con i nostri figli, sosteniamoli e capiamo le loro esigenze, parliamo con loro, non soltanto di noi…. usciamo dai preconcetti e dagli individualismi e diventiamo la loro famiglia che li sostiene e li aiuta. Apriamo i nostri cuori e chiudiamo le bocche alla critica e alla superbia. Forse a qualcuno sapremo insegnare e da qualcuno sapremo imparare… siamo qui apposta, per camminare insieme, ma le pecore senza pastori, non sanno dove andare ed i pastori non hanno nessun interesse a portare le pecore sulla roccia dura, ma in pascoli erbosi.-

domenica 10 maggio 2020

( Gv 14,1-12 ) Io sono la via, la verità e la vita.

VANGELO
( Gv 14,1-12 ) Io sono la via, la verità e la vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO.
Gesù ritorna ancora una volta per questi uomini così terreni, che pensavano che tutto fosse finito, che pur avendolo visto anche dopo morto, ancora non avevano capito che la vita terrena e quella spirituale sono legate per sempre e da sempre. L’amore di Dio non si misura con uno o più gesti, l’amore che Dio ci dimostra va ben oltre la cattiveria degli uomini, va più in là della nostra comprensione. Torna Gesù per mostrarci che non è stata la follia di un momento, che non abbiamo creduto ad un falsario, ad un millantatore, ad uno che ci ha illuso...Gesù ha dato e darà sempre tutto per noi. Lui non è il Signore ad ore, quello cui dedicare un’ora a settimana per la messa, o un' ora al giorno per la preghiera, Lui vuole la nostra adesione completa; non certo perché vuole essere servito e riverito da noi come molti scettici ci vogliono far pensare ma, al contrario, per servire e riverire noi.
Essere cristiani è trasmettere la luce della fede, trasmettere con la vita la parola di Dio. Non si può continuare a parlare di Cristo senza dimostrare chi è Cristo, cosa ha cambiato nella storia della nostra vita. lo Spirito Santo serve a questo, ad aiutarci a far diventare questo sogno realtà.
Lo Spirito Santo non è un dono che non si vede, anzi, è quello che più di tutti realizza la nostra vita, ma molti sono coloro che non hanno la più pallida idea di cosa sia.
In alcuni gruppi si rinnova l' effusione dello Spirito Santo, io non ho nulla contro questi gruppi, ma non mi sembra possibile che il Signore abbia bisogno di uomini per questo,
l’ effusione attualizza e, per così dire, rinnova l’ iniziazione cristiana.
Noi riceviamo lo Spirito Santo nel sacramento del battesimo, ma spesso resta «legato».
Un sacramento si dice legato se il suo frutto rimane vincolato, non usufruito per mancanza di certe condizioni che ne impediscono l’ efficacia. Il peccato impedisce ai sacramenti di agire, avete mai sentito parlare di contristare lo Spirito?
E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione. (Efesini 4:30)
Non spegnete lo Spirito. (1 Tessalonicesi 5:19)
S. Agostino: “Chi ti ha creato senza il tuo concorso non ti salva senza il tuo concorso”.
Ancora più precisamente, il frutto del sacramento dipende tutto dalla grazia divina; solo che questa grazia divina non agisce senza il «sì», cioè il consenso e l’ apporto della creatura,
La parola di Dio agisce su di noi, esortandoci a non camminare contrariamente ai chiari comandi del Signore, che lo Spirito Santo santifica in noi, perché ci facciamo del male e più continuiamo su questa strada e più lontano il Signore sembra da noi. Questo "contristare" non significa che noi facciamo un dispiacere a Lui, dato che Lui non può essere dispiaciuto, essendo Dio, ma facciamo del male a noi stessi in quanto ci tiriamo addosso le conseguenze del peccato. Ed è questo che la Parola cerca di dirci.
Se ci sentiamo deboli, imperfetti, stanchi, ma in noi c' è la volontà di essere migliori, basterà chiedere e ci sarà dato l' aiuto dallo Spirito per diventare migliori, ma ci vuole il nostro si sincero. Un po' per capirci la differenza che passa tra venire al mondo (nascere) e venire alla luce (rinascere).