sabato 28 settembre 2019

VANGELO (Lc 9,43-45) Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.



VANGELO (Lc 9,43-45)
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.
Tutti erano intorno a Gesù ed ammiravano quello che faceva. Questo mi porta a pensare che gli uomini di tutti i tempi cercano segni,cercano qualcosa che li porti a credere oltre i loro dubbi. Mi dispiace, ma devo dirlo, a volte non si cerca un segno da parte di Dio, ma una magia.
Continuo a vedere, oggi come allora, solo la nostra incredulità o la nostra faciloneria... ma un vero affidarsi senza chiedere nulla di più, è sempre difficile. Consolante sapere che è sempre stato così? Per me no, mi spinge a desiderare una fede migliore non basata sui segni o sulle conferme, ma sulla parola di Dio; sui fatti concreti che hanno significato il suo amore per noi.
Povero Gesù… è uomo ha paura, come tutti, e questo evidentemente si legge sul suo volto, nel suo passo stanco, perché Marco,narrandoci lo stesso episodio, ci dice che i discepoli che lo seguivano avevano paura e quindi non seguivano un Gesù guerriero che li incitava alla battaglia, ma un agnello mite che si offriva come olocausto al suo destino.
Non è una via facile, perché bere il suo calice vuol dire passare attraverso la sofferenza; seguire Gesù non è seguire un potente della terra, ma uno che è venuto per servire, per offrire, per donare tutto quello che aveva per noi, e la cosa più preziosa è la sua vita. Tutto in Gesù è nuovo, tutto ha uno scopo, dal suo nascere povero in una stalla al suo morire martire sulla croce, tutto perché ci ama, e mentre noi mortali ci riempiamo spesso la bocca con parole d’amore, mentre diciamo a vuoto “ darei la vita per te ” Gesù l’ha data veramente.

Texto del Evangelio (Lc 9,43b-45)



EVANGELIO DE 28/09/2019
Día litúrgico: Sábado XXV del tiempo ordinario

Ver santoral
28 de Septiembre: San Wenceslao, mártir


Texto del Evangelio (Lc 9,43b-45): En aquel tiempo, estando todos maravillados por todas las cosas que Jesús hacía, dijo a sus discípulos: «Poned en vuestros oídos estas palabras: el Hijo del hombre va a ser entregado en manos de los hombres». Pero ellos no entendían lo que les decía; les estaba velado de modo que no lo comprendían y temían preguntarle acerca de este asunto.

MI PENSAMIENTO.
Todos estaban cerca de Jesús y admiraban lo que estaba haciendo. Esto me lleva a pensar que los hombres de todos los tiempos buscan signos, están buscando algo que los lleve a creer más allá de sus dudas.
Lo siento, pero tengo que decir que a veces no buscas una señal de Dios, sino una magia.
Sigo viendo, hoy como entonces, solo nuestra incredulidad o nuestro descuido ... pero una verdadera confianza sin preguntar nada más siempre es difícil. ¿Consuelo al saber que este siempre ha sido el caso? Para mi no
me insta a desear una mejor fe no basada en signos o confirmaciones, sino en la palabra de Dios; sobre los hechos concretos que han significado su amor por nosotros.
Pobre Jesús ... es un hombre que tiene miedo, como todos los demás, y esto evidentemente se lee en su rostro, en su paso cansado, porque Marcos, contándonos el mismo episodio, nos dice que los discípulos que lo siguieron tenían miedo y, por lo tanto, no siguieron a un guerrero Jesús. eso los incitó a la batalla, pero un cordero suave que se ofreció como un holocausto a su destino.
No es una manera fácil, porque beber su copa significa pasar por el sufrimiento; Seguir a Jesús no es seguir a un hombre poderoso en la tierra, sino a alguien que ha venido a servir, a ofrecer, a dar todo lo que tenía por nosotros, y lo más valioso es su vida. Todo en Jesús es nuevo, todo tiene un propósito, desde que nació pobre en un establo hasta su mártir moribundo en la cruz, todo porque nos ama, y ​​mientras nosotros los mortales a menudo nos llenamos la boca con palabras de amor, mientras decimos en vano " Daría mi vida por ti ”Jesús realmente la dio.

martedì 24 settembre 2019

(Lc 8,19-21)


EVANGELIO DEL 24/09/2019
Día litúrgico: Martes XXV del tiempo ordinario
Ver santoral 24 de Septiembre: La Virgen de la Merced


Texto del Evangelio (Lc 8,19-21): En aquel tiempo, se presentaron la madre y los hermanos de Jesús donde Él estaba, pero no podían llegar hasta Él a causa de la gente. Le anunciaron: «Tu madre y tus hermanos están ahí fuera y quieren verte». Pero Él les respondió: «Mi madre y mis hermanos son aquellos que oyen la Palabra de Dios y la cumplen».


A MI PENSAMIENTO. Una elección como la de Jesús, no dictada por el amor a quienes están más cerca de él, a su Madre, sino a cualquiera que lo escuche y ponga en práctica su palabra ... Por lo tanto, pensemos bien, no es suficiente escuchar su palabra o incluso estar inserto en su Iglesia; es ponerlo en práctica lo que nos hace especiales a los ojos de Dios, lo que nos hace hermanos.

(Lc 8,19-21) Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.



VANGELO DI MARTEDì 24 SETTEMBRE 2019
(Lc 8,19-21)
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.





Una scelta quella di Gesù,non dettata dall'amore per chi gli è più vicino, per la sua Mamma, ma per chiunque lo ascolta e mette in pratica la sua parola....quindi, riflettiamoci bene, non basta ascoltare la sua parola e neanche essere inseriti nella sua Chiesa; è il metterla in pratica che ci rende speciali agli occhi di Dio, che ci rende fratelli.

lunedì 23 settembre 2019

Lc 8,16-18) La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.



VANGELO DI LUNEDì 23 SETTEMBRE 2019
(Lc 8,16-18)
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Siamo testimoni della Parola di Dio?
Facile a dirsi, ma un po' meno quando dobbiamo metterla in atto!
Essere seguaci di Cristo, vuol dire seguire i suoi insegnamenti, diffondere l'amore,aiutare i fratelli, difendere gli oppressi, ecc.ecc.
Le buone azioni non hanno bisogno di giustificazioni, e non importa se non vengono riconosciute dagli uomini o criticate, quante volte mi sono sentita dire - chi te lo fa fare! -
Ci vuole più coraggio ad agire bene che a fare come tutti fanno, agire nei propri interessi; ma la fede non è un’ideologia, non si segue una dottrina, ma un uomo:Gesù Cristo...e anche se spesso prendiamo cantonate pazzesche, quando sappiamo di aver agito bene, ci sentiamo bene, e non dobbiamo inventare, giustificare i nostri comportamenti per nascondere le nostre cattive intenzioni.
Quando la nostra fede parte dal cuore,si trasmette da cuore a cuore.


LA MESSA come la vedono i Santi

domenica 22 settembre 2019

(Lc 16,1-13) Non potete servire Dio e la ricchezza.



VANGELO I OGGI,DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019
(Lc 16,1-13)
Non potete servire Dio e la ricchezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’ amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’ amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’ uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Essere ricchi di beni materiali può rendere aridi e insensibili, ma ricevere beni spirituali può essere ancora più pericoloso, perché l’ umiltà non può essere un optional, ma deve essere alla base della nostra fede e della nostra vita.
Se non si è fedeli nel poco, non si può essere fedeli nel molto… Dice bene il Signore! Come può fidarsi di noi se appena ci concede un dito, corriamo a vantarcene?
Maria non si è vantata all’ annuncio dell’ angelo, ma è corsa a servire e a lodare il Signore…
A volte bisogna avere il coraggio di convertirsi e da cristiani diventare di Cristo, abbandonando tutto, ma veramente tutto di noi, e se non lo facciamo, resteremo fermi, o peggio ancora, sbaglieremo strada e non troveremo più la porta stretta.

sabato 21 settembre 2019

(Mt 9,9-13) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.



VANGELO DI SABATO 21 SETTEMBRE 2019

(Mt 9,9-13)
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.




UN MIO PENSIERO

" mentre andava via, "

Gesù stava andando via dopo aver appena compiuto un miracolo; non si ferma a raccogliere applausi, nè a dare spiegazioni a coloro che sbigottiti avevano assistito alla guarigione del paralitico.
Va via, ma non torna a casa a riposarsi,è già alla ricerca delle persone a cui affidare la sua missione.
Il suo sguardo amorevole si posa su Matteo, così come si posa su ognuno di noi; non è che Matteo avesse compreso dove Gesù lo stava conducendo, che cosa volesse per lui Gesù, ma si lasciò trasportare verso questa nuova avventura,che gli cambiò completamente la vita.
Fa o Signore che riusciamo come Matteo ad alzarci dalle nostre convinzioni, dalla nostra comoda idea di Dio, da quello che ci lusinga e che possiamo con te scoprire come è bello vivere nel mondo con Te.

martedì 17 settembre 2019

(Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, alzati!



VANGELO di martedì 17 settembre 2019
(Lc 7,11-17)
Ragazzo, dico a te, alzati!
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.


Parola del Signore.

UN MIO PENSIERO.
Quanti nostri figli, si perdono per le strade del mondo, dietro a quelle luci che li attirano, dietro a quella che si spaccia per libertà, ma che è spesso una trappola mortale. Quanti genitori perdono la speranza di vedere i loro figli tornare verso la retta via? Quanti genitori potrebbero con la loro preghiera attirare sui figli la mano salvifica del Signore, ma non lo fanno, perché anche loro sono lontani dal Signore, oppure la loro fede è inconsapevole, tiepida, o addirittura inerte.
Come in questo brano, li vedo che accompagnano i loro figli ormai morti alla grazia, e neanche si rendono conto della misericordia di Gesù.

sabato 14 settembre 2019

(Gv 3,13-17) Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo



VANGELO (Gv 3,13-17)
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Se teniamo presente questa frase di Gesù che Giovanni ci riporta come detta a Nicodemo, capiamo che il fulcro di tutto il Vangelo è qui.
Ogni croce senza redentore, rasenta il cinismo assoluto.
Gesù ha scelto di salire su quella croce, per salvare il mondo; tutto il mondo. Non è la sofferenza in se stessa, ma la sublimazione di quella sofferenza per amore che da il senso della croce, che ne esalta il senso.
Mi capita di vedere che accettare questo pensiero è difficile anche per chi non soffre, quindi comprendo che possa esserlo ancor di più, per chi ha la sua croce; eppure vedere che c'è chi si accanisce contro chi sofferente unisce il suo dolore a quello di Cristo , mi da veramente fastidio, perché spesso scarichiamo dietro alla parola scandalo, quello che non ci riesce .
Penso alla morte della giovane Nadia Toffa, che definì la sua malattia un dono e che fu attaccata incomprensibilmente da ogni dove...tanto che ancora oggi,qualcuno ha scritto di lei "finalmente sei morta!"
Si FINALMENTE non significa felicemente, ma alla fine tutto si è compiuto.
La sua croce ha assunto un senso perché non ha imprecato contro Dio e contro il mondo, come tanti altri , ma ha usato quella croce per realizzare il suo CREDERE IN DIO, per trasmettere quell' AMORE che niente riesce ad eguagliare, che non abbandona nessuno nel regno dei morti,ma ci salva dalla dannazione eterna.

venerdì 13 settembre 2019

Lc 6,39-42 Può forse un cieco guidare un altro cieco?



Lc 6,39-42
Può forse un cieco guidare un altro cieco?


Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’ occhio del tuo fratello».

Parola del Signore

UN MIO PENSIERO
Può forse un cieco guidare un altro cieco? Certamente no, ma penso che a volte bisognerebbe essere ciechi!
Bisognerebbe non vedere quanta cattiveria c'è in giro per non perdere la speranza; perché è così che il maligno ci vuole: disperati!
Quando sembra che tutto si stia disgregando,quando le lotte sono più degli abbracci, fermiamoci un attimo a leggere questo brano.
Nessuno è migliore degli altri, siamo veramente una massa di peccatori incalliti, chi per un verso chi per l'altro, e se Dio ha deciso che per ognuno può esserci salvezza, non lo ha certo fatto per i nostri meriti o i nostri miglioramenti...che da come va il mondo, ci dovrebbero far capire che sono stati più peggioramenti che altro.
In mezzo a milioni di persone che fanno il bene, il male non attecchirebbe...ma noi ci preoccupiamo di trovare intorno a noi il peccato, che invece dilaga dentro di noi.
Signore, aiutaci a combattere il male che non sappiamo neanche riconoscere dentro di noi!

martedì 10 settembre 2019

Lc 6,12-19 Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.





VANGELO DI MARTEDì 10 SETTEMBRE 2010


Lc 6,12-19
Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.
Dal Vangelo secondo Luca


In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.


Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Come sempre Gesù si ritira in preghiera prima di prendere qualunque decisione....e menomale...non poteva sceglierli più diversi tra loro, ognuno ha il suo bel caratterino, e nessuno sembra aver voglia di cambiare qualcosa di se.
All' inizio non possono capire, e sono solo attratti dal Carisma di Gesù, lo vedono compiere miracoli come se una forza interiore scaturisse da Lui, non hanno idea di cosa significhi essere suoi discepoli, non sanno che in forza dello Spirito Santo, anche loro dovranno guidare il popolo, non immaginano certo che anche loro saranno capaci di compiere grandi gesti, che la loro vita sarà trasformata da Gesù. Ma quello che ancora oggi molti si ostinano a non vedere è che Gesù, è ancora tra noi, ci chiama, ci sceglie e ci trasforma. Non a tutti darà poteri che si vedono, non a tutti chiederà le stesse cose, ci conosce perfettamente, ma quello che noi dobbiamo capire è che senza di Lui, senza lo Spirito Santo di Dio, noi non siamo capaci di nulla. Tutta la folla cercava di toccarlo, abbiamo mai percepito che è Lui che si lascia toccare e che non abbiamo meriti neanche in questo? Riusciamo a sentire la grazia del suo amore su di Noi? O siamo ancora convinti di essere talmente buoni e giusti da meritare tutto il suo amore?

domenica 8 settembre 2019

(Lc 14,25-33) Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.



VANGELO (Lc 14,25-33)
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO
Essere discepolo di Cristo vuol dire essere un suo seguace!
Ogni giorno siamo seguaci di qualcuno che ci piace, che ci fa sperare in qualcosa di meglio, ma raramente siamo seguaci di Gesù; anche se ci definiamo credenti!
Se lo fossimo metteremmo l'amore al primo posto, perché è sempre amore quello che spinge il Signore ad andare avanti.
Per amore ha preso su di se la nostra croce; perché non poteva pensare di lasciarci soli a combattere con tutto il male del mondo.
Dobbiamo imparare a riconoscere quello che è sbagliato, a rinunciare a quello che non è amore, dobbiamo imparare da Lui per poter amare il fratello che soffre, che ha bisogno
d' aiuto.
Purtroppo oggi si seguono più i vari politici che fanno quello che gli conviene, che l'amore vero che spesso non è conveniente..

sabato 31 agosto 2019

(Lc 14,1.7-11) Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.



VANGELO DI DOMENICA 1 SETTEMBRE 2019
(Lc 14,1.7-11)
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore


UN MIO PENSIERO.

Come rendere il giusto onore al corpo di Cristo?
Non disprezzare le sue membra; nei poveri, privi di panni per coprirsi.
Non ornarlo in Chiesa con stoffe ed oggetti di valore, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità.
Gesù ha detto: “Questo è il mio corpo”, ha detto anche: “Mi avete visto affamato e mi avete dato da mangiare” .
Il corpo di Cristo che sta sull’ altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.
Alla fine saremo giudicati per l’ amore, come diceva San Giovanni della Croce, non conterà se siamo stati notati dagli altri, ma solo quanto siamo stati vicini a Dio, anche con i nostri vestiti logori, la nostra anima sempre turbata, i nostri acciacchi spirituali... ma sempre lì a confrontarci con le pagine del Vangelo per vedere se siamo degni di essere amati dal Signore, se siamo obbedienti ai suoi insegnamenti, se sappiamo essere caritatevoli con chi ha bisogno di essere accolto, con chi aspetta di trovare in noi una speranza di vita.
Oh mio Signore se sapessimo seminare speranza!....
In un mondo dove conta chi arriva per primo, dove è più forte chi "vale" di più, dove solo chi produce ha diritto di essere, il Signore ci ricorda che i suoi preferiti sono gli ultimi, gli esclusi, gli operai dell'ultima ora! Santa Madre Teresa di Calcutta diceva che non importa quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai!Se non ci fermiamo al giudizio, possiamo essere veramente d’aiuto! Beati gli umili, beati i miti, beati coloro che hanno il cuore grande! Ci sentiamo migliori degli altri? Attenzione…è un bruttissimo segno.

venerdì 23 agosto 2019

(Mt 22,34-40) Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.



VANGELO DI VENERDì 23 AGOSTO 2018

(Mt 22,34-40)
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».


Parola del Signore.





UN MIO PENSIERO.
AMERAI!
Futuro semplice ...non ora, ma prima o poi dobbiamo riuscire... questo è quello che volevamo sapere chiedendo al Signore quale fosse il comandamento più grande.
Non gli è stato chiesto un comandamento,ma il più grande, ed ora non possiamo più fingere di no saperlo,nascondendoci dietro a leggi e leggine...l'amore è il comandamento che ci rende capaci di fare il volere di Dio!

domenica 18 agosto 2019

Lc 12,49-53) Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.



VANGELO DI DOMENICA 18 AGOSTO 2019
(Lc 12,49-53) Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore


UN MIO PENSIERO


Vieni Signore a mettere il fuoco dello Spirito Santo nel mio cuore, fammi ardere di passione e d’amore per Te….parole che spesso mi escono dal cuore, ma che subito prendono secchiate d’acqua quando le devo mettere in pratica.La divisione di cui parla Gesù, è molto più presente di quanto non pensiamo se veramente ci lasciamo ardere da fuoco della passione per Cristo.
I primi nemici di questa passione, siamo proprio noi, perché non ardiamo molto di questo fuoco.
Poi ci sono le persone che ci circondano  che spesso si sentono escluse se qualcuno li precede nei nostri pensieri e nel nostro tempo, a volte siamo costretti a veri e propri slalom e non a caso uso questo termine, perché nella vita sembra che tutti si mettano in gara per occupare i primi posti, ma vivere la fede è un qualcosa che stabilisce già delle priorità. Può sembrare assurdo, ma quando il rapporto con Dio si fa stretto, niente e nessuno riesce a strapparti quest’amore dal cuore, lo vediamo nella vita dei Santi, che abbandonano tutto per vivere con il Signore, qualche scalino sotto, troviamo tante persone che hanno scelto di vivere per Dio, rispondendo alla sua chiamata, sono i nostri sacerdoti, le nostre suore, i nostri consacrati, che chi più chi meno, con tutte le imperfezioni del mondo, cercano di resistere alle tentazioni del maligno e alle persecuzioni. Poi ci siamo noi, laici impegnati o no, che cerchiamo di far conciliare la famiglia, il lavoro e la fede. Chiediamo al Signore stesso di aiutarci a superare gli ostacoli senza darci in pasto al nemico.

mercoledì 7 agosto 2019

(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!



VANGELO DI MERCOLEDì 7 AGOSTO 2019
(Mt 15,21-28)
Donna, grande è la tua fede!
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO.
A volte chiediamo aiuto al Signore e sembra che non ci ascolti... Che brutto quando sentiamo la nostra preghiera risuonare nel silenzio assordante del non ascolto; ma noi quanto ascoltiamo la voce di chi ha bisogno del nostro aiuto?





Il Vangelo di oggi comunque ci dice che non c' è distanza o differenza di trattamento da parte di Gesù... chissà che non impariamo qualcosa!

martedì 6 agosto 2019

(Lc 9,28-36) Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.



VANGELO (Lc 9,28-36)
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’ entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Parola del Signore




UN MIO PENSIERO

Pietro, Giovanni e Giacomo erano quelli più vicini a Gesù, eppure neanche loro riescono ad afferrare il senso del discorso che Gesù fa con Mosè ed Elìa, il Vangelo dice: perché oppressi dal sonno; un elemento che di solito nella tradizione biblica accompagna la situazione in cui l’uomo entra in contatto con il divino.
Vedono la sua trasfigurazione e comprendono che Gesù non è solo il loro amico, il loro capo, la loro guida... comprendono che Gesù è molto più che terreno e vorrebbero restare soli con lui senza tornare giù dal monte, insieme agli altri.
Questo è quello che succede a chi si immerge nella spiritualità, a chi contempla il Signore nell'Eucarestia, a chi si trova bene solo quando è con Lui.
Ma poi si torna nel mondo e ci si fa travolgere dalle banalità quotidiane, dai cattivi compagni, dai pensieri di giudizio, dalla mancanza di carità.
Gesù non è come noi, è il prescelto, ma se ci porta sul monte con Lui è perché vuole che lo seguiamo e che conosciamo pienamente i doni dello Spirito; quindi non resta che lasciarsi travolgere dalla spiritualità Cristiana, trascurando le cose basse del mondo che invece spesso occupano i primi posti.

lunedì 5 agosto 2019

(Mt 14,13-21) Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.


VANGELO di lunedì 5 agosto 2019
(Mt 14,13-21)
Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.


Parola del Signore.


UN MIO PENSIERO.
La folla non gli permise di stare solo, e nonostante il dolore, provo compassione per loro e si dedicò a loro. Questa immagine di Gesù che non pensa mai a quanto è ferito, a quanto sta male, ma sempre all’ uomo suo fratello, è una delle immagini più confortanti del Vangelo, perché lui c’ è sempre, e questo mi porta a pensare che seguirlo significa amare anche sopra al nostro dolore, alla nostra sofferenza, alla nostra pochezza; perché l’ amore che Gesù ci dona e ci insegna, è un amore altruista, e non egoistico, è un amore che vuole comprendere e non essere compreso.

domenica 4 agosto 2019

(Lc 12,13-21) Quello che hai preparato, di chi sarà?



VANGELO DI DOMENICA 4 AGOSTO 2019

(Lc 12,13-21) Quello che hai preparato, di chi sarà?

 Dal Vangelo secondo Luca




In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».




Parola del Signore.


Un mio pensiero
Questo Vangelo è la risposta che il Signore mi manda per per correggere la mia aridità.
I doni ricevuti , la fede donata, la capacità di utilizzare le parole...possono essermi tolte in qualsiasi momento,se non le utilizzo per aiutare chi è lontano da Dio.
Conoscere delle persone, anche se simpatiche, non deve voler dire fargli occupare il primo posto, accettare che parlino a sproposito di Dio e della Chiesa.
Il rispetto per le idee degli altri, inizia ed ha motivo di essere,quando gli altri rispettano le mie idee; altrimenti non è rispetto,ma sopruso.

La parola di Dio non si fa tacere...non è lasciando fare che si dimostra l'amore.