domenica 13 marzo 2016

(Gv 8,12-20) Io sono la luce del mondo.

VANGELO DI LUNEDì 14 MARZO 2016
(Gv 8,12-20) Io sono la luce del mondo.


+ In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me».
Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di vivere con me e su di me. Ti prego di illuminarmi con la luce della sapienza che solo tu conosci, con la luce dell' umiltà che mi darà la possibilità di svuotarmi di me per fare posto a Te. Vieni Signore Gesù e riempi della tua luce il mio abisso del nulla.
Il modo di parlare di Gesù all' inizio del mio cammino attraverso le letture, mi sembrava così difficile da capire, così complicato e, spesso, mi chiedevo perchè non parlasse più chiaramente; ma ora, che un po' di più, ho imparato a conoscere Gesù, mi rendo conto che è chiarissimo, senza doppi sensi, ma chiaro e veritiero fino all'inverosimile. Forse proprio per questo ci turba, perchè ci chiede una cosa importante; ci chiede di CREDERE che Lui è Dio Figlio e Padre e se non accettiamo una persona ,non accettiamo neanche l'altra, se non crediamo in lui,non possiamo affermare neanche di credere in Dio.
I farisei credevano di avere fede in Dio, ma non riescono ad accettare un Dio che si fa uomo, un Dio che si fa riconoscere, perchè ottenebrati dalla loro mentalità, mettono dei limiti a Dio, ma Dio non ha limiti.
Volevano forse che scendesse dal cielo come un re e sbaragliasse tutti i loro nemici, magari a ferro e fuoco, allora gli sarebbe piaciuto di più, li avrebbe aiutati nelle loro conquiste.Gesù è stato si un condottiero, ma nella pace, non nella guerra.
E noi cosa vogliamo che faccia? Cosa vogliamo chiedere a Gesù per poterlo riconoscere e credere in lui? Non ci va bene che sia un uomo, volevamo un marziano? Ci basta che guarisca i malati e perdoni i nostri peccati o avremmo preferito che come il genio della lampada ci procurasse ogni genere di ricchezza?
Fino a che non ci renderemo conto che solo attraverso la fede avremo la luce necessaria per riconoscere in Gesù Dio, e il nostro salvatore, continueremo a vivere nelle tenebre e non saremo migliori dei farisei e dei giudei che dicevano di conoscere a memoria Dio e la sua parola e poi non ne riconoscono il Figlio.In questo mondo molti sono i messaggi che ci giungono alle orecchie, ma noi non dobbiamo fare come loro, non dobbiamo adattare a noi la parola di Dio, ma al contrario, dobbiamo imparare a vivere noi secondo la parola di Dio, che è parola di vita, ed è l'unica strada percorribile per il paradiso eterno.Certe volte sento parlare di Dio come se la sua misericordia fosse un attenuante per continuare a concepire il male, una scusa per non decidersi alla conversione.Io non credo all' idea che tutto ci sarà perdonato con leggerezza, perchè il Signore è Giusto, e per perdonarci ha bisogno del nostro pentimento. Per questo Gesù ha dato ai sacerdoti il compito di sciogliere e legare sulla terra, quello che sarà sciolto e legato in cielo.
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sabato 12 marzo 2016

(Gv 8,1-11) Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

VANGELO
(Gv 8,1-11) Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Ti prego o Spirito Di Dio di darmi la luce per vedere oltre il peccato, oltre il peccatore, fa che sia sempre caritatevole per essere a mia volta trattata con misericordia.
Gesù da fastidio con la sua presenza...e gli scribi e i farisei non riescono proprio ad accettare di essere ripresi da Lui, e vorrebbero trovare in lui qualcosa che non va, qualcosa di cui accusarlo, per poterselo togliere di mezzo. La legge degli uomini condannava chi sbagliava contro la legge di Dio (riveduta e corretta a loro uso e consumo) alla prigionia e alla morte, e questo era una forma di potere alla quale assoggettavano il popolo. Gesù invece parlava d'amore e di perdono, di una vita che andava oltre la morte, di una casa del Padre che non era terrena, e questo faceva smuovere le coscienze. Una donna adultera che aveva peccato contro la legge di Dio, era un'occasione ghiotta per loro, ma Gesù non ci casca neanche stavolta, non nega la parola di Mosè, ma fa loro capire che sono loro che interpretano male la parola, ergendosi a giudici mentre non sono in grado di poter giudicare perché anche loro sono peccatori. Ma la cosa che più mi colpisce è come Gesù è misericordioso, come indica alla donna che può andare, ricominciare a vivere, perché non è il giudizio degli ipocriti che conta, ma il suo non sbagliare più, non peccare più.... e la voglia di ricominciare da capo. A volte si giudica una persona e si mette in mezzo con i nostri giudizi, e non è importante se scagliamo sassi od offese, se i nostri sassi si chiamano indifferenza o emarginazione... siamo tutti degli ipocriti farisei purtroppo. Dio quante pietre scagliate con giudizi sbagliati sono state lanciate nel mondo da sempre, e quante ne continuiamo a lanciare... indifferenza, emarginazione... approfittiamo di questa quaresima per ritrovare la via dell'amore e del perdono. Questo brano rivisto oggi, dopo aver letto il libro intervista di Andrea Tornielli, “Il nome di Dio è misericordia”, assume un volto nuovo; il volto di un Dio che non solo vuole salvarci, ma è ancor più che buono, è pazzamente innamorato della sua creatura, tanto da volerla giustificare, accarezzare, aiutare in tutti i modi a rialzare lo sguardo, per ritrovare la sua dignità di persona, per ritrovare la fonte dell’amore che santifica. -------------------------------------------------------- concordanze con l'evangelo come mi è stato rivelato,di Maria Valtorta: https://www.facebook.com/notes/lella-mingardi/5%C2%AA-domenica-di-quaresima-rivelazione-di-ges%C3%B9-a-maria-valtorta/10151564717356419
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venerdì 11 marzo 2016

(Gv 7,40-53) Il Cristo viene forse dalla Galilea?

VANGELO DI SABATO 12 MARZO 2016
(Gv 7,40-53) Il Cristo viene forse dalla Galilea?

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito d Dio, di assistermi nella comprensione di questo testo, perché attraverso la tua luce, tutto sia apra davanti ai miei occhi e al mio cuore. Ti amo!

Chi sei Gesù, come riconoscerti, come non farsi ingannare dalle voci che circolano ancora, da ormai duemila anni sul tuo conto? Eppure non sei venuto per parlare di odio, ma d' amore; non hai portato parole di guerra, ma di pace; e allora? Perché gli uomini non riescono ad accettarti, a seguirti? Perché vogliono essere liberi? Liberi di che cosa, di perdere la vita?
Aprite gli occhi fratelli lontani, solo le parole di Gesù, sono parole di vita eterna, perché seguendole, non saremo condannati a morire e a finire tra le fiamme dell'inferno, e non pensate stupidamente che l'inferno non esiste, che satana è una favoletta, e che la vostra vita è piena così... è piena di vuoto, perché vi porterà solo negli abissi della perdizione.
Gesù è venuto anche per voi, per chi ha sbagliato, come tutti, per potervi abbracciare con il suo amore e riempire la vostra vita. Non ascoltate le voci del mondo che non sa riconoscere Gesù, perché non sa riconoscere l'amore, mettetevi alla prova, e fidatevi di Dio. Fate come i bambini, chiamate la nostra mamma celeste, la Madonna, e chiedete a lei di accompagnarvi da suo figlio, vi ci porterà volando, ma per volare, dovete lasciare a terra la vostra zavorra, tutte quelle ancore che vi tengono attaccati ai vizi, al potere e al denaro, a tutti i falsi dei che vi siete creati per vivere una vita agiata, e seguire le orme di un semplice uomo che è stato capace di donare la sua vita per noi. Solo quando avrete intrapreso questo cammino, vi renderete conto che con Cristo si entra in una dimensione nuova che è Chiesa, intesa come comunità di esseri umani. È attraverso di noi che chi non va mai in chiesa può incontrare il Signore, attraverso il nostro amore, la nostra disponibilità ad essere con Cristo, in Cristo, per Cristo.Molti pensano che la nostra religione sia qualcosa che ci rende schiavi e che impedisce di divertirsi e di trasgredire, con una serie infinita di regole, ma questa idea è del tutto inesatta, proprio perchè non c'è nessuno che vuole che la nostra vita sia libera da tutti i condizionamenti che è il mondo che abbiamo sviluppato intorno a noi che ci invita a seguire.
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giovedì 10 marzo 2016

(Gv 7,1-2.10.25-30) Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora.

VANGELO
(Gv 7,1-2.10.25-30) Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Rinnova il mio cuore Signore, guarisci i miei occhi che si fermano davanti agli ostacoli, portami oltre con Te, portami nel Tuo cuore.
Quanto so di Gesù non mi basta, non mi basta mai!
Il Papa ci invita a leggere il Vangelo ed ha ragione, perché per me è vitale, è come l'aria, è come un bacio tra innamorati, una carezza nella sofferenza, un contatto spirituale che si fa fisico.
È un amore che sboccia ,germoglia, fiorisce ed ogni giorno mi fa nuova.
Chi crede di conoscerlo, chi pensa di aver capito tutto, magari perché ha studiato teologia, chiude gli occhi davanti a quello che meraviglia, e si scandalizza davanti all'amore per il nemico, per il peccatore, per il reietto.
Leggendo questo brano, cerco di capire quello che accade tra Gesù e gli altri e mi sembra che mentre loro cercano lo scontro quasi fisico, Gesù lo evita.
Non è paura la sua, e Giovanni ce ne spiega la ragione, non è ancora giunta la sua ora, perché quando il tempo a disposizione sarà finito, non si potranno più cambiare le cose.
Gli uomini non ne sono coscienti, anche se pensano di sapere tutto, e cercano di ucciderlo per non sentire altra voce che la loro, ma per nostra fortuna, per amore nostro, da quella croce a cui per amore si lascerà inchiodare, salirà in un sospiro, l'ultimo anelito d' amore per noi, che sarà come un grido disperato:
"Padre,perdona loro, perché non sanno quello che fanno!"
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mercoledì 9 marzo 2016

(Gv 5,31-47) Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.

VANGELO
(Gv 5,31-47) Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Ti prego o Santo Spirito di restare su di me e di farmi vivere con Te la parola di Dio, sai che non sono perfetta, ma conosci la mia voglia di fare il Tuo volere.

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...
Dio ha parlato ai patriarchi, a Mosè e attraverso di loro agli Israeliti.
É venuto Giovanni, ma anche a lui molti non hanno creduto; è venuto Gesù, ma neanche Lui hanno ascoltato. Ancora oggi si fa fatica a credere in Lui, a vivere la sua parola, e non serve a niente che continui a compiere miracoli, se uno non vuole aprire il cuore. Anche chi dice di credere spesso si fa una religiosità su misura, ma c'è solo un modo di credere, fare quello che lui ci dice di fare. La strada da seguire è tutta nella Sua parola, ma che facciamo noi uomini? Ci mettiamo a discutere su come interpretarla (dividendoci in chiese di mattoni) invece di impegnarci a viverla. Scegliamo la via della contestazione, dello scetticismo, dell’ateismo che chiamiamo “libertà” dai concetti precostituiti, ma, rifiutando di aprire a Gesù, apriamo a tutto quello che gli è contro, anche non volendo, e di questo ne sono convinta. Siamo pronti a credere a tutto, a seguire maghi e ciarlatani, a rincorrere denaro e successo, ma nel rincorrere tutto ci dimentichiamo che una sola è la strada che porta alla salvezza, e la perdiamo di vista. Anche il nostro modo di scrutare le scritture a che cosa porta spesso? A pensare di saper discernere addirittura chi è il Papa giusto e quello sbagliato.... come leggo spesso ultimamente, e questo mi sembra una bella manovra ben riuscita del maligno, che in quanto a confondere e a dividere è un abile maestro. Sei Tu Signore la via, la verità e la vita, fa che non ci perdiamo mai e che non cadiamo preda di falsi dei nel nostro cammino e che non ci lasciamo confondere.
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martedì 8 marzo 2016

(Gv 5,17-30) Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole.

VANGELO DI MERCOLEDì 9 MARZO 2016
(Gv 5,17-30) Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Padre, che dai la ricompensa ai giusti e non rifiuti il perdono ai peccatori pentiti, ascolta la nostra supplica: l’umile confessione delle nostre colpe ci ottenga la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo...Il Padre ed il Figlio uniti in un solo alito di vita...
Stamattina parlavo con una persona di come è cambiata la nostra vita dal momento in cui abbiamo accettato che Gesù la trasformasse...
il tempo volava, noi avevamo tante cose da fare, ma stavamo così bene...era come se avessimo costruito la nostra tenda accanto al Signore, e non avevamo nessuna voglia di tornare nel mondo.L’umiltà è «la regola d’oro»: per il cristiano «progredire» vuol dire «abbassarsi». Ed è proprio sulla strada dell’umiltà, scelta da Dio stesso, che passano amore e carità. Lo ha ricordato anche Papa Francesco a Santa Marta l'8 aprile.Dio ha scelto un'umile capanna, una piccola fanciulla (Maria), un povero falegname (Giuseppe), un umile balbuziente (Mosè), degli umili pastori...ed ancora tanti sono gli esempi che potremmo fare, ma quello che conta è che questo serve per capire una cosa importantissima:Non si è scelti per sapienza, non ci si salva per bravura, ma tutto accade semplicemente per opera di Dio, per la sua misericordia e l'unica cosa che possiamo fare è accettare di farci trasformare dalla sua parola che entra in noi , in umile sottomissione alla sua volontà, annullando noi stessi per rinascere come uomini e donne nuove, si radica, fa frutto e poi con il soffio dello Spirito sparge nuovi semi.
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lunedì 7 marzo 2016


(Gv 5,1-16) All’istante quell’uomo guarì.

 VANGELO
(Gv 5,1-16) All’istante quell’uomo guarì. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Parola del Signore

 LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, di guidare i miei pensieri e le mie mani sulla tastiera, per poter capire a pieno la tua parola, e saperla vivere e spiegare secondo quello che tu mi consigli.

Gesù chiede: vuoi guarire? La risposta tocca a noi.
Siamo noi che possiamo scegliere di affidarci a Lui, alla fonte della salvezza, oppure rimanere ai margini  a guardare.
Spesso neanche ce ne accorgiamo, e pensiamo di fare il nostro dovere, di essere buoni, solo perchè andiamo a messa, diamo una mano in una qualche attività... immobili, paralizzati  nelle nostre convinzioni.
I poveri continuano a passarci accanto, gli ammalati a restare soli, gli affamati a vivere di stenti...e noi a sentirci migliori.
Quante volte Dio mi ha chiamato ad aprire gli occhi sulle mie povertà spirituali...e quanto ancora lo fa; mi presta i suoi occhi per vedere, le sue orecchie per sentire e il suo cuore per amare.
Molti vedono in questo racconto tanti simboli che richiamano all'antico testamento, io vedo un segno che è sempre uguale, l'amore  perdona.
Papa Francesco, ha indetto il giubileo della misericordia,e spero veramente con tutta me stessa di saperlo vivere e di essere testimone di quanta misericordia ha usato con me.
Anche oggi come ai tempi di Gesù, c'è chi vuole fissare alla misericordia di Dio dei paletti, chi parla contro il Papa, come chi parlò contro Gesù che  è venuto per farci capire che l' unica regola che conta è quella dell' amore.
Anche in questo c' è la guarigione dalle regole dei farisei, degli scribi e dei pagani e dagli integralisti moderni. 
Spesso ci troviamo a contestare la Chiesa, e anche le altre religioni, proprio perché tutti mettono dei paletti e fissano delle regole, escludono alcuni, respingendo altri, ma questi paletti, devono essere tolti, perché l' unico paletto che c' è,  è il nostro no alla grazia di Dio.
Siamo sempre noi che abbiamo l'ultima parola... vuoi essere guarito? Rispondiamo con fede ed umiltà,:- Si mio Signore, ho bisogno di Te!

domenica 6 marzo 2016

(Gv 4,43-54) Va’, tuo figlio vive.

VANGELO
(Gv 4,43-54) Va’, tuo figlio vive.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’ essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Signore, di illuminarmi e farmi comprendere il senso della tua parola, per saperlo vivere con vera fede e saper rivolgere a Te una vera preghiera come Tu la desideri!
Gesù passa da un territorio all'altro, compiendo miracoli, parlando ed unendo alla parola le opere, ma nonostante la sua fama si spanda in ogni luogo, molte persone si accostano a lui titubanti, senza fiducia, piene di dubbi e in cerca di prove. Un giorno si accosta a lui un uomo che aveva un figlio malato e che cercava con vera fiducia, spinto dal bisogno, attraverso la fede in Cristo, la salvezza per suo figlio.
La malattia porta le persone a cercare Dio, ma spesso neanche questo inizialmente, ci fa avvicinare nel modo giusto a Lui. Credere, questo è difficile; credere che il Signore può salvare da ogni cosa, da ogni male, riesce così difficile, ma se non c'è questo, vuol dire che è il nostro approccio alla fede che è sbagliato.
Il fatto di accettare la volontà di Dio, da parte delle persone ammalate nel corpo e nell'anima, è fondamentale, è vero, perché è Lui che sa quello che è giusto per noi, ma questo non significa che dobbiamo rinunciare a chiedere e a sperare.
Io mi sono trovata spesso davanti a situazioni che sembravano ormai definite, chiuse e che invece grazie alla preghiera, sono cambiate totalmente, per questo non mi arrenderò mai e pregherò sempre per gli ammalati, chiedendo incessantemente la loro guarigione, pur rispettando il volere di Dio, perché so che non è certo la sofferenza dei figli che egli vuole.
Accettare la propria croce e pregare per la guarigione, è secondo me la situazione ideale per un cristiano, e non è in contraddizione con se stessa. Anche Gesù ci ha dimostrato come ci si deve comportare, pur chiedendo al Padre se era possibile allontanare da Lui quel calice, accetta la sua volontà e prega per chi lo sta uccidendo, chiedendo per loro il perdono e quindi la salvezza. Egli è infatti morto per la salvezza di tutti gli uomini, anche per i peccatori, quindi nessuno di noi è escluso; possiamo rivolgere a Lui con fiducia la nostra preghiera, sapendo che verrà ascoltata.
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sabato 5 marzo 2016

(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

VANGELO DI DOMENICA 6 MARZO 2016
(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e guidami per le strade della vita, portami attraverso il tuo respiro,nella pace del perdono del Signore.
Questa pagina del Vangelo è stata spiegata milioni di volte, ma noi siamo sordi ed incoscienti e come il 1 figliolo, vogliamo decidere la nostra vita, anche a costo di perderci.
L'altro figlio poi, ci somiglia ancora di più, perchè spesso nascondiamo il nostro egoismo, la nostra superbia, dietro a un perbenismo di facciata.
Ma il Padre (Dio) perdona sempre, non ha bisogno delle nostre scuse, sa che siamo fragili, e la sua felicità per il nostro ritorno è una festa.
Dice infatti Gesù:"Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione."
La parabola mette in risalto il comportamento dei due figli, uno contro l'altro, ma tra le righe leggiamo che la misericordia del Padre tende a mettere pace tra i due contendenti, perchè l'amore non conosce ostacoli,nè vendette,nè tantomeno ripicche.
Se riuscissimo a vedere attraverso gli occhi dell' amore i nostri fratelli... come sarebbe bello!
Oggi leggevo un articolo da Alateia in spagnolo che diceva: “ il sacramento della riconciliazione è un sacramento di interiore guarigione. Ci confessiamo per curare in noi dei mali che abbiamo commesso e pesano su di noi, ci fanno male alla coscienza..... Non basta chiedere a Dio il perdono da dentro il mio cuore, perché i peccati hanno anche offeso i fratelli. Ma dire i peccati del confessore, spesso dà vergogna.Papa Francesco dice che provare vergogna è bene. Quando una persona non ha vergogna è spudorata. Dovrebbe essere superata vergogna e imbarazzo perché ci fa umile e sinceri, sia verso Dio che verso gli altri. La Chiesa, dice il Papa, è madre perché genera sempre nuovi figli nella fede, li nutre e dà loro il perdono di Dio, rigenerando una nuova vita, il frutto della conversione". I preti confessori devono essere segni di misericordia e del perdono di amministratori Dio agli uomini.....”
Sarebbe bello vedere nel confessore, il Padre buono che accoglie, che compatisce con noi la sofferenza del peccato, che in quell’ agitazione che ci pervade, diventa per noi il porto sicuro in cui tornare per essere stretti e tenuti al sicuro ed al riparo .
Il Papa ci ricorda spesso che Dio non perdona con un decreto, ma con una carezza!
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venerdì 4 marzo 2016

(Lc 18,9-14) Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

VANGELO
(Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Santo Spirito e guida il mio piccolo cuore, al cospetto del Signore.
Quanto mi tocca questo brano... Tempo fa riflettevo proprio su come siamo poco coscienti di cosa sia il peccato e questo, purtroppo, fa parte proprio della nostra umanità.A volte cerchiamo la perfezione, ma questo ci porta ad allontanarci dalla base della fede, che consiste nell'umiltà di riconoscerci peccatori.
Senza l'umiltà la nostra preghiera non sale verso il Signore, ma gira intorno a noi stessi.Vediamo solo i difetti degli altri e siamo lontanissimi dall'immagine che dovrebbe avere un seguace di Cristo.
Solo il fatto di considerarci giusti, già fa di noi dei peccatori, e persi nella nostra superbia, non riusciamo a fare neanche un attento esame di coscienza.Perdonaci Signore di quello che non riusciamo a correggere ed aiutaci a crescere in umiltà.
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giovedì 3 marzo 2016

(Mc 12,28-34) Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.

VANGELO
(Mc 12,28-34) Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio, vieni in me e su di me, vieni a fare di me una tua cosa, a darmi il tuo alito di vita, la tua scienza e la sapienza. Vieni a prendere in me il posto che ti spetta, ed usami come più ti piace.
Tutto gira intorno all'amore, eppure il mondo sembra vada a tutt'altra parte...
Siamo abituati a vedere scribi e farisei che contestano Gesù, che cercano di tendergli trappole, spesso pieni di zelo, ma purtroppo, anche di superbia.
Stavolta però scopriamo uno di loro che riesce ad ascoltare bene Gesù, uno che riesce a non mettere ostacoli tra lui e il Cristo, e per questo la grazia di Dio, riesce a toccarlo.
Tra noi e Dio, c'è sempre il nostro io... frase detta e ridetta, ma come si fa a impedire che questo accada?
Partiamo dal presupposto che per poterci mettere all'ascolto di Dio, non serve molto, ma una cosa è necessaria, la nostra disponibilità ad aprirci.
Gesù ci guarda e si china verso di noi, vede la nostra fragilità, ma non si ferma davanti a questo, perchè il suo scopo è guidarci verso il suo regno.
Come i farisei, volte le persone pensano che per avvicinarsi a Dio, occorra una preparazione dottrinale, una sapienza eccelsa, ma non è così; basta accettare di credere in Dio, mettersi al suo cospetto con umiltà e sincerità e allora sarà Dio stesso a prendersi cura di noi, a guidarci verso di Lui con un amore così grande da poterlo quasi toccare con mano.
Sta a noi lasciarci andare, lasciarci abbracciare da questo amore grande e farsi plasmare da Lui, con tranquillità e fiducia, tenendo presente che su questi due comandamenti si basa tutta la nostra fede e che questi sono quelli che ci debbono guidare.
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mercoledì 2 marzo 2016

(Lc 11,14-23) Chi non è con me è contro di me.

VANGELO
(Lc 11,14-23) Chi non è con me è contro di me.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Io voglio essere con Te Signore mio, aiutami, fa che il Tuo Santo Spirito, sia sempre su di me, perchè la mia scelta di vita sia una sola e per sempre, con te, per te e da te mi venga ogni cosa, ti amo Gesù e ti desidero nell'anima mia. Amen.
Nel brano di oggi, Luca ci parla di un diavolo che aveva reso un uomo muto, impossessandosi di lui; per un attimo riflettiamo su questo.
La parola, dono di Dio, che ci viene tolta da satana... sembra una cosa dell' altro mondo?
No amici,troppo spesso neanche ce ne accorgiamo, ma è così; i figli non parlano con i genitori, non gli comunicano i loro pensieri, i loro problemi... si isolano.. e comincia così una specie di mutismo parlato, fatto di frivolezze e bugie, e nessuno legge tra le righe le cose non dette!
E gli anziani? Le loro paure? Le loro piccole manie di una vita? Dove sta scritto che un anziano dovrebbe stare fermo lì e non rompere, non parlare, non ripetere sempre le stesse cose, magari per colpa dell'alzheimer.
Per non parlare poi dei rapporti tra coniugi, che iniziano quasi sempre con la condivisone di tutto e finiscono con la spartizione di quello che resta tra le macerie di un campo di battaglia.
Voler pregare e non riuscirci... tra i banchi della chiesa fare scena muta, vergognarsi di mettersi in ginocchio ed essere disturbati durante la messa.
La nostra scelta deve essere definitiva, e verso Dio, perchè tutto quello che non viene da Dio, ci allontana da Lui.
Ora torniamo al Vangelo, e vediamo che le folle furono prese da stupore, ma qualcuno tra loro, cercava di attirare l'attenzione non su quello che avevano visto operare da Gesù, ma cercavano di spostarla altrove, cercavano di insinuare dei dubbi.
È satana che torna alla carica, dopo aver tentato Gesù nel deserto, ora tenta gli uomini, gli fa chiedere segni; lo stesso che aveva fatto con Gesù, ma Gesù aveva risposto a tono, e noi dobbiamo fare altrettanto, se vogliamo fare questa scelta definitiva.
Va indietro satana, tu e tutte le tue lusinghe, tu e tutti i tuoi trucchi, le tue domande, i dubbi che mi insinui nella mente, tu e tutte le divisioni che crei.
Va via satana dal mio mondo; vai via con la tua corruzione, con la tua malafede, con la tua ingiustizia e la tua sete di potere!
Io non voglio essere tua schiava, non voglio vincere a tutti i costi in una discussione, ma voglio parlare, anche con il mio nemico, perchè è mio fratello.
Io non voglio trincerarmi dietro uno schieramento e fare guerra agli altri, non voglio giudicare, perchè tutti abbiamo le nostre colpe.
Satana è paragonato ad un uomo forte "bene armato che fa la guardia al suo palazzo". Tuttavia, Gesù si mostra più forte di lui", perché lo vince "con il dito di Dio", con la sua forza divina, vale a dire con lo Spirito Santo. Egli gli toglie le armi e gli strappa il bottino. È il segno che il regno di Dio è venuto sulla terra e che la lotta tra il bene ed il male in noi stessi richiedono una scelta, coloro che hanno reclamato da Gesù un segno, ecco che ce l' hanno.
Non ne verranno dati loro altri. Scoprendo i loro pensieri perversi, Gesù mostra loro che sono sotto l'influenza dello spirito malvagio. Poiché noi ci troviamo in mezzo a questa lotta, c’è impossibile una posizione neutrale: ognuno deve pronunciarsi pro o contro. Chi in questa lotta non è con lui, è con Satana, ricordiamo le parole di Gesù:
-o Dio o mammona.-
Gesù sa che gli uomini si fanno facilmente influenzare e che satana non li lascerà certo in pace, ma che in questa lotta farà di tutto per strapparli al Padre, per questo ci consiglia d’essere saldi nella fede e di difenderci dagli attacchi del maligno, fortificando le nostre difese con la preghiera e stando in guardia, esercitando la nostra mente alla parola del Signore, ma anche ad un colloquio diretto e continuo con la confessione.
La ricerca della perfezione spirituale, non è una forma di presunzione, ma, per come la vedo io, una questione d’umiltà; perché penso che poiché siamo ancora molto lontani da Gesù, che deve essere il nostro parametro di misura, abbiamo bisogno continuamente di confrontarci con la parola per non cadere nei trabocchetti del perfido.
Non credere che satana esiste, è già essere caduti in trappola, è già avere fatto la propria scelta, è già negare la parola di Gesù, perché è lui stesso che ce ne parla, e purtroppo fratelli miei, molti sono quelli che ci sono caduti, diffidate anche di chi nella chiesa stessa, non crede che esista satana, e rendetevi conto che molti di questi sapientoni, poi sono gli stessi che invece lo vedono da tutte le parti in cui la Madonna appare…..
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martedì 1 marzo 2016

(Mt 5,17-19) Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

VANGELO
(Mt 5,17-19) Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e parlami come Gesù mi parlerebbe oggi, parlami che io possa capire, che sappia spiegare, ma più di tutto, perché possa vivere questa parola.
Gesù dice delle cose in questo brano, molto importanti, ci annuncia che è venuto con parole nuove, ma non per abolire la legge di Dio proclamata da Mosè e dai profeti, ma per portarla a compimento. Lui è infatti colui nel quale si compie la parola di Dio; Lui è quello che parla con autorità, perché è l'autore delle cose che racconta, Lui è colui che le vive in prima persona.
Quello che porta Gesù, non è contro Dio, ma è l'azione di Dio che si compie in Lui; l’ amore di Dio, che s’ incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza.
Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara il posto, ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al di sopra della carne.
Quanti Santi prima di noi l’ hanno fatto, sono riusciti ad entrare talmente in comunione con Gesù Spirito da riuscire ad avere anche nel corpo i segni della passione di Cristo. Certo sarebbe bello diventare Santi …. Poter aiutare il Signore con grandi carismi a riportare le pecorelle smarrite all’ ovile, ma intanto accontentiamoci di entrare noi stessi in quest’ovile che è la casa del Padre, cerchiamo di vivere amando Dio ed il nostro prossimo e di fare cose sante nella semplicità di ogni giorno vissuto per fare la Sua volontà.
Una cosa fondamentale è seguire la parola di Dio, leggerla, meditarla e non discostarsene mai, perché tutto passerà, ma la parola di Dio è un patto che vale per sempre, e che ci rende eredi del regno; non c'è bisogno di cercare altro.
Ho scelto questa immagine, perché vediamo i piedi di Gesù poggiati sulla pietra,
perché la Chiesa, costruita sulla pietra apostolica, rimane fondata sulla parola di Dio, e noi dobbiamo basarci su questa, che non viene abolita, ma riuscire a reinterpretarla esattamente come ha fatto Cristo, che ha posto l’amore e la misericordia di Dio, sopra a tutto.
Non sono le parole che salvano, ma le opere di misericordia che dobbiamo riuscire a consegnare nelle mani del Signore, prima di tutto con l’esempio che sapremo dare ai nostri fanciulli. Questo è apostolato, non sapere formule a memoria!....
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lunedì 29 febbraio 2016

(Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.

VANGELO 
(Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Parola del Signore. 


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Ti imploro O Spirito di Dio, aiutami a far entrare la tua parola perfettamente nel mio cuore; a comprendere bene come e perchè perdonare; dammi la forza di farlo secondo il tuo divin volere, perchè io da sola ,non posso neanche capire cosa è veramente il perdono.
Non voglio soffermarmi a spiegare la pagina del Vangelo, perchè è di una semplicità disarmante, infatti tutti capiamo che dovremmo perdonare, ma non ci impegniamo mai abbastanza.
Perdonare è troppo importante e Gesù vuole che proviamo a dare il massimo, perchè solo dando si riceve. È qualcosa che si acquista con la stessa moneta e tutti ne abbiamo un bisogno immenso.Cosa ci impedisce di perdonare? La risposta che viene subito alla mente, è l'offesa ricevuta, ma non dipende da questo, dipende solo da quanto il nostro cuore riesce ad aprirsi all'altro, perchè non c'è perdono senza amore e viceversa.Si dice che se non riusciamo a perdonare noi stessi, non sapremo perdonare l'altro. Io non so quanto questo sia vero, ma cercando di basarmi su questo, quando sono in difficoltà nel perdonare, comincio con il perdonare me stessa per non saperlo fare.La nostra umanità non parla per testi filosofici, ma per istinto e spesso questo prevale anche sulle buone intenzioni.Si impara a perdonare, imparando a chiedere perdono anche se pensiamo di avere ragione, che poi è molto più facile che farlo quando siamo in torto.Chiedere perdono non vuol dire umiliarsi, ma voler fare prevalere la pace, e si acquista una consapevolezza della bellezza di questo senso di pace, a poco a poco.Perdonare è un' arte come dice Jean Monbourquette in un suo libro molto bello, e non si può credere che basti la volontà di farlo per riuscire, perchè ci si esercita come si impara a suonare uno strumento, e se vogliamo che esca della buona musica, dobbiamo mettercela tutta.Non si può pensare di voler perdonare ad ogni costo, perchè è un'arte difficile, ma come dico spesso ai bambini, quando non arriviamo a qualcosa, possiamo usare uno sgabello, ossia un trucchetto.Io ne ho uno che vi voglio svelare: quando non riesco a perdonare una persona chiedo a Gesù di perdonarla per me, con il Suo perdono che è perfetto e di perdonarmi se non riesco a fare di più. Mi impegno a pregare per quella persona ogni giorno, affidando al Signore la situazione, fino a che non svanirà ogni minima traccia di risentimento."Vogliamo essere soddisfatti per un istante? Vendichiamoci. Vogliamo essere felici sempre? Perdoniamo" (H. Lacordaire) o meglio “Impariamo a perdonare”
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domenica 28 febbraio 2016

(Lc 4,24-30) Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.

VANGELO DI LUNEDì 29 FEBBRAIO 2016
(Lc 4,24-30) Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore ti prego di darmi l'umiltà di mettermi in ginocchio, all'ascolto della tua parola, per saperla comprendere grazie allo Spirito Santo, e per saperla vivere in modo da poter dimostrare ai miei fratelli più lontani, che è possibile seguirti passo passo.


Ancora una volta Gesù fa il rivoluzionario e, a chi vuole criticarlo per avere una scusa per non doverlo seguire, non pare vero. Quando afferma che nessun profeta è ben accetto nella sua patria, sa perfettamente quello che dice, è, infatti, vero che chi crede di conoscerti e ha la presunzione di sapere tutto di te, non ha interesse nei tuoi confronti.
I giudei vedevano che Gesù era il figlio di Giuseppe il falegname, e non riuscivano ad accettare che in lui si rivelasse Dio, che fosse lui il messia atteso, perché credevano di sapere ogni cosa di lui, e non volevano neanche minimamente pensare di cambiare il loro modo di agire.
Un po' così anche noi, che leggiamo il vangelo e continuiamo a vivere come se niente fosse, come se non dovessimo cambiare nulla nella nostra vita, nelle nostre "abitudini". Diciamo di credere, ma poi alle prime difficoltà abbiamo paura e ci dimentichiamo di chiedere al Signore la forza di affrontare ed accettare ogni cosa.
Diciamo di amare Gesù, e magari non parliamo con il nostro vicino o con un nostro parente per un motivo magari futile.
Diciamo di volerci donare al Signore, di accettare la croce, ma ci lamentiamo in continuazione dei nostri acciacchi.
Una frase che mi ha molto colpito in questo passo è quella che raffigura Gesù, che stanco del loro sdegno, della loro indifferenza, del loro volerlo uccidere per eliminarlo dalla loro vita, gli passa in mezzo... e va oltre.
Ti prego o Signore di non passare nella mia vita senza che io ti possa accogliere, in ogni occasione, ed in ogni tuo insegnamento, e che non mi senta mai come chi crede di essere sotto un giudice severo che non può capire e che si limita a giudicare e condannare, ma che mi ricordi dell'amore che tu metti in tutte le cose.
Ti prego Signore non stancarti di me, della mia ottusità, del mio continuo cadere, non passare oltre, ma portami oltre me stessa insieme a Te.
Te lo chiedo con tutto il cuore! Amen.
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sabato 27 febbraio 2016

(Lc 13,1-9) Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

VANGELO
(Lc 13,1-9) Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito ad illuminare la mia mente ed il mio cuore, vieni a portare la tua luce sulle parole di Gesù, ed a farle aderire a me come una seconda pelle. Per Cristo nostro Signore. Grazie Amen.
In quel tempo… spesso troviamo questa frase, ma abbiamo cominciato a capire che quel tempo è anche il nostro tempo, che le parole di Gesù sono attuali più che mai e che questo tempo, è quello della vita terrena. Gesù cerca, come ci riferisce Luca, di farci diventare cristiani adulti, di spingerci verso la ragione di Dio e non farci bloccare da chi pretende di saperne più di Lui. I galilei non erano solo gli abitanti della galilea, ma a quel tempo dire galileo significava dire terrorista e quello che Gesù avverte,è un messaggio di stampo intimidatorio, come a dire: attento a te galileo, che qui, quelli come te finiscono male. L’uomo minaccia la pena e la morte, Dio no! Dio vuole che il peccatore si converta e viva una vita degna del ruolo che come Padre gli ha affidato. Quindi Gesù interviene direttamente e cerca di coinvolgerci in questa ribellione. Non sono gli uomini della legge che lo fermeranno dal compiere il disegno del Padre; come per noi non deve esserci nulla che ci impedisce di vivere veramente come fedeli a Dio, e non agli uomini del mondo che cercano di condurci dietro a loro. Quanto sono strani gli uomini, credono di vedere il castigo di Dio in tutto quello che per loro è degno di castigo, e ancora non capiscono che le calamità della vita, il dolore e le catastrofi, non sono castighi di Dio. Sicuramente il racconto dell’arca e del diluvio universale, contribuiscono a far sì che questa credenza sia legittimata, ma Gesù è chiaro nei suoi discorsi, ci spinge a non valutare le cose in questo modo, perché sarebbe sbagliato. La parabola del fico sterile è un monito per tutti noi, ed io oggi la vedo come un incitamento a cambiare, non solo il modo di vedere le cose, ma anche di vivere la fede. Il mondo va male? Non lasciamo che il nostro sguardo sia fermo sul giudizio, ma agiamo in modo di migliorare le cose. Là dove c’è aria di divisione, predichiamo l’unità. La dove c’è l’errore cerchiamo di reindirizzare aiutando a comprendere. Invece di soffermarci a criticare la Chiesa e a dare la colpa a questo o a quello di non comprendere i bisogni dei fedeli, diamoci da fare per aiutarla, senza stare a fare discussioni e chiacchiericci. Siamo tutti dei peccatori, chi più chi meno e stare a sputare sentenze sulle colpe altrui non produce frutto, dobbiamo invece cercare di collaborare con il progetto di Dio per la salvezza di tutti gli uomini, pregando per la loro conversione e per la nostra continua conversione, perché tutti siamo peccatori, anzi, spesso chi si sente santo, lo è più degli altri e magari si sente al sicuro e non si avvede delle continue insidie del maligno.
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venerdì 26 febbraio 2016

(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

VANGELO
(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in 
vita. n + Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e guidami per le strade della vita, portami attraverso il tuo respiro, nella pace del perdono del Signore.
Questa pagina del Vangelo è stata spiegata milioni di volte, ma noi siamo sordi ed incoscienti e come il primo figliolo; vogliamo decidere la nostra vita, anche a costo di perderci.
L'altro figlio poi, ci somiglia ancora di più, perché spesso nascondiamo il nostro egoismo, la nostra superbia, dietro a un perbenismo di facciata.
Ma il Padre (Dio) perdona sempre, non ha bisogno delle nostre scuse, sa che siamo fragili, e la sua felicità per il nostro ritorno è una festa.
Dice infatti Gesù:"Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione."
La parabola mette in risalto il comportamento dei due figli, uno contro l'altro, ma tra le righe leggiamo che la misericordia del Padre tende a mettere pace tra i due contendenti, perché l'amore non conosce ostacoli, nè vendette, nè tanto meno ripicche.
Se riuscissimo a vedere attraverso gli occhi dell' amore i nostri fratelli... come sarebbe bello!
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giovedì 25 febbraio 2016

(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!

VANGELO DI VENERDì 26 FEBBRAIO 2016
(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!


+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.


Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito di Dio, insegnami a stare in ascolto della tua parola, per comprendere l’ essenza del tuo messaggio e saperlo rendere attuale nella mia vita.


Ancora una parabola sulla vigna, ma questa volta, vediamo che il padrone della vigna, la lascia in mano ai contadini perché la coltivino. Ma questi non vogliono dare al Signore il raccolto, non vogliono riconoscerlo come padrone, né tanto meno riconoscere il Figlio come padrone, per questo decidono di ucciderlo.
Questo è quello che l’uomo fa quando diventa superbo e vuole fare a meno di Dio, vuole guidare la propria vita, senza riconoscerla come un dono, perdendo di vista che quella vigna è già sua, che non ha bisogno di uccidere e rubare niente, perché tutto quello che è del Padre, è dei figli.
Ma Gesù che è stato ucciso, è diventato la pietra su cui poggia la Chiesa; questa chiesa che spesso noi non vediamo come la nostra casa, ma come un’ istituzione che ci è estranea, come un regno di pochi. Questa Chiesa che alcuni credono di loro proprietà, e che altri non accettano…
Quanta competizione, quanto cercare di mettersi in mostra, quanto guardare i propri interessi. Che c’entra tutto questo con Gesù? Che ha a che fare con la mitezza ed il coraggio di Maria? Non è stando ai primi posti che si fa la volontà di Dio, ma anzi, Gesù ci diffida dal farlo, ci invita ad essere servitori per essere eredi del regno.
Chi è stato chiamato a coltivare la vigna, lo fa nel nome di Dio, o lo fa nel suo interesse? Lavora su se stesso per poter portare frutti al regno di Dio, con la parola e l’esempio? Ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza per scoprire come ci comportiamo, per capire se questo atteggiamento del" tutto ci è dovuto" ci appartiene, e fino a che punto vogliamo continuare a rifiutare di essere partecipi eredi con Cristo, del regno dei cieli. Cos’ altro deve fare Dio per farci comprendere quanto è grande il suo amore più che dare la vita del suo Figlio per la nostra redenzione?
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mercoledì 24 febbraio 2016

(Lc 16,19-31) Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

VANGELO
(Lc 16,19-31) Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».


Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo spirito e aiutami a capire il desiderio di Dio, aiutami a non sbagliare strada e a non perdermi nelle tentazioni della vita, aiutami a seguire solo i lumini che portano al regno di Dio e a non farmi abbagliare dalle luci sfavillanti del mondo che illude.
Quante volte Gli apostoli ci hanno riportato le parole di Gesù che dicevano di non cercare le ricchezze nel mondo. Sembrano un poco discorsi per stolti, come si fa a non esserne attirati, tutto è così sfavillante, basta un pochino di corruzione, bastano le amicizie giuste, uno scambio di voti, e si aprono tante possibilità, che chi è” fuori dal giro” se le scorda. Bei vestiti, cene e feste, e il mondo cammina in quel senso, senza curarsi dei poveri cui manca tutto, degli ammalati che sono soli e abbandonati alle loro famiglie spesso in gran difficoltà. Un terzo del mondo ha fame, ma noi non vogliamo saperlo, tanto che possiamo fare? Ancora queste faccine di bambini denutriti e pieni di mosche mentre stiamo mangiando? Che schifo! Ma se non ci sono i soldi per nutrirli perché fanno i figli? Ed una parte di mondo soffre ed è costretta dal nostro egoismo a soffrire anche in silenzio, per non darci fastidio.
Dov’ è Gesù? Perché Dio non interviene?
Gesù è proprio lì che puoi trovarlo, lì dove noi non vogliamo guardare, tra gli ultimi della terra, là dove il dolore non ha voce, dove si muore in silenzio. Andando a fare una passeggiata nei centri commerciali, vediamo i nostri bambini fare i capricci in continuazione per l’ultimo gioco alla moda, per lo zainetto firmato, e per tutte quelle cose che vogliono avere, e per quanto in difficoltà, i genitori oggi non sono capaci di negargli niente. Stiamo creando dei mostri d’ egoismo, potremmo insegnare loro che con i soldi di un gelato, potremmo adottare un bambino a distanza e garantirgli il diritto di mangiare e studiare, ma non siamo capaci di dirglielo, perché preferiamo non sapere, non vederlo! Non domandiamo allora dov’è Gesù, perché Dio non fa niente… noi siamo le mani e gli occhi di Dio, quello che faremo al più piccolo dei nostri fratelli ci sarà restituito da Gesù.
Decidiamo finché siamo in vita di fare qualcosa per gli altri e per la nostra anima, perché verrà per tutti il giorno in cui dovremo rendere conto di quello che NON ABBIAMO FATTO.
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