martedì 26 gennaio 2016

(Mc 4,1-20) Il seminatore uscì a seminare.

VANGELO DI MERCOLEDì 27 GENNAIO 2016
(Mc 4,1-20) Il seminatore uscì a seminare.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, penetra nel mio piccolo cuore e riempilo di sapienza divina, fammi comprendere, attuare e vivere la tua parola; sii tu la mia vita in me. Grazie. Amen.
La parabola che Gesù ci offre oggi da ascoltare, è proprio rivolta a noi.
Siamo noi quel popolo che sta ascoltando la parola del Signore, seduto sulla barca, egli è lì, ci sta spiegando che la sua missione è quella di farci capire che l’ amore deve venire prima di tutto. Ce lo sta dicendo in tutti i modi, e ce lo ripete da 2000 anni, che su quello che egli ha fatto per noi, è basata la nostra salvezza..... e noi ?
Noi siamo terra arida su cui il seme della sua parola muore o siamo terra morbida su cui riesce a germogliare?
Ci facciamo distrarre dalle mille cose, per cui tutto quello che sentiamo, ci sfiora appena? Oppure ancora, crediamo di aver capito tutto e alla prima difficoltà ci tiriamo subito indietro?
Molti si fermano vicino a Gesù e lo ascoltano. Alcuni lo seguono per un po', ricalcano le sue orme.
Le difficoltà non mancano alcuni continuano a stare lì, aggrappati a quella parola di salvezza, e non si scoraggiano.
Forse troppo pochi, forse più di quello che sembra, o forse meno di quello che sembra… sapete perché uso questo “sembra”, perché nessuno di noi può sapere chi veramente segue Gesù nel suo cammino, nessuno di noi comprende quello che è veramente nel cuore dell'uomo e tanto meno il disegno di Dio per ognuno di noi.
Ho sempre in mente le parole di Gesù: " Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno! "
Questa frase mi fa comprendere che noi non possiamo capire il ero senso delle cose, ci fermiamo alle apparenze e allora penso che tutti dovremmo provare a percorrere la nostra strada, e se capita, potremmo dare una mano a chi ci è accanto, pensando solo a seminare in abbondanza, senza curarci del raccolto.
Chissà, magari quel seme cresce nel cuore del nostro fratello, ma se lo vediamo soffocare da incertezze e pregiudizi, preghiamo perché la nostra azione non termina lì, ma continua con la preghiera perchè lo Spirito del Signore agisca su di lui e lo aiuti a liberarsi.
Chi ha ricevuto il dono della fede, non si senta superiore agli altri, ma servo degli altri, altrimenti, non sta seguendo Gesù, ma sta camminando per conto suo. Vivere la fede vuol dire anche vivere il perdono, non giudicare, non escludere, non condannare, amare tutti i fratelli, anche quelli che ci fanno del male.
Lo so che è difficile, che inciampiamo in continuazione su noi stessi, sui nostri peccati e sulla nostra superbia che non ci fa vedere dove sbagliamo noi, ma che mette ben in risalto i difetti degli altri. Preghiamo per restare con i piedi ben piantati per terra, per sprofondare nelle impronte di Gesù, e non lamentiamoci sempre di non essere capiti, di essere feriti, ma ringraziamo il cielo di queste opportunità che ci faranno crescere in umiltà e grazia.
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lunedì 25 gennaio 2016

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

VANGELO
(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e guida i nostri passi,sulla via della pace del cuore,portaci accanto al Signore per seguire i Suoi insegnamenti.
" Non passate da una casa all’altra. "Leggo e rifletto su questa frase che emerge dalle letture di oggi, come un monito.
È facile criticare, pensare all'opportunismo, addossare delle colpe ai vari operai della messe, ma come accogliamo le loro parole?
Io poi, mi interrogo per prima, perchè per tanto tempo ho valutato, soppesato, criticato e così raramente ho accolto.
Ho capito che quella voce che urlava dentro i suoi "perchè?" non mi apparteneva, ma era la voce di chi non riusciva ad arrendersi alla contaminazione del mondo.
Lasciare tutto oggi, ha un altro senso, mi costringe a scoprire che c'è una parte di noi che va decisamente e coraggiosamente rifiutata, e che nessuno sarà mai abbastanza adatto a lavorare nella vigna del Signore, se prima non avrà compiuto su se stesso, quei cambiamenti che ci permetteranno di non tornare indietro.
Io ricordo con un sorriso quando alcuni , vedevano la mia casa come la "casa delle regole" con sarcasmo, ma al tempo stesso venivano in cerca di pace.
Questa pace non nasce da sola, bisogna faticare e non poco, per farla vivere, per coltivarla, per non farla inquinare dal mondo. Quanti apostoli, discepoli, sacerdoti, catechisti; quanti hanno parlato al mondo di Dio, hanno portato il Vangelo come i Santi Cirillo e Metodio, quanti hanno dato la vita per poterlo fare, eppure nella Cattolica Europa la fede sembra morta, ed è così difficile riuscire a seminare i valori del Vangelo in un mondo che crede che la libertà sia poter agire con sregolatezza.
Fare del mio cuore la "casa delle regole" per conquistare la pace e poterla testimoniare a chi la cerca spasmodicamente, perché la fede che il Signore ha voluto concedermi, non vada dispersa, ma cresca e produca buoni frutti.
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domenica 24 gennaio 2016

(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

VANGELO
(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio,tu sai come io amo la preghiera di colletta,e quella di oggi è veramente bella,lasciami pregare con queste parole:


O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Oggi è un giorno speciale, ricordiamo la conversione di San Paolo, un episodio che io amo particolarmente, perché la storia di Paolo è un po’ la mia storia e quella di molti di noi. Paolo di Tarso, era un acerrimo persecutore dei cristiani, e non gli passava neanche lontanamente per la testa di convertirsi al Cristianesimo, anzi, lui stesso aveva chiesto di poter andare a Damasco, per poter riportare a Gerusalemme in catene, i cristiani di lì.
Ma aveva fatto male i suoi conti, quel Gesù che lui tanto perseguitava, era veramente il figlio di Dio e lo folgorò mentre si recava a Damasco e, davanti ai suoi soldati, gli fece udire la sua voce. Quanti di noi se ne stavano tranquilli nelle loro convinzioni, pensando di poter fare a meno del Signore nella propria vita, ma un giorno, mentre magari distrattamente ascoltavamo la messa, come è successo a me, o in qualunque altro momento, arriva la folgore. Quella frase che ci è entrata nella testa e ci ha spinto in avanti, ci ha tirato su da un buco nero da dove non vedevamo nulla e ci ha trascinato su, dove la luce del Signore ci ha portato a riconoscere in Gesù la nostra salvezza.
Mi piacerebbe tanto che, se qualcuno che ha provato questa esperienza della conversione folgorante, come quella del nostro amico Paolo, ce ne parlasse, io dico sempre che la mia fu una conversione tra capo e collo che non mi ha più permesso di alzare la testa. Questo non significa essere arrivati, ma solo essere partiti, la scala per entrare in paradiso è ancora molto lunga.
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sabato 23 gennaio 2016

(Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.


VANGELO
(Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.
Dal Vangelo secondo Luca
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore, aiutami a leggerti sulle labbra del cuore, ad entrare in comunione con Te grazie allo Spirito Santo, a farmi abbracciare da te e a restituire questo abbraccio.
In questo brano è Luca che ci parla di Gesù; lui che non l’ ha conosciuto, ma ne ha solo sentito parlare, eppure è rimasto talmente sconvolto da questa conoscenza che ha deciso di indagare, di scoprire chi è veramente Gesù ed è andato ad interrogare coloro che lo avevano conosciuto. Quello che gli viene raccontato e che ci riporta è un episodio, che può sembrare a prima vista insignificante, ma è giusto fare un paragone con la prima lettura . Esdra, srotola le letture e celebra Dio, con tutti i devoti e le persone che sapevano intendere, egli che stava su di una tribuna costruita apposta per lui e benediva il Signore.Ci viene fatto notare come il giorno del Signore fosse realmente celebrato da tutto il popolo , che si prostrava a terra e ringraziava "Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge."
Gesù invece entrò nella sinagoga, e preso il rotolo delle scritture, lesse e , sicuramente non a caso, questa lettura:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’ anno di grazia del Signore».
Era il suo modo di presentarsi,senza indugi,e sicuro di se disse mentre gli occhi di tutti erano fissi su di lui:
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Gesù era ed è così, non conosce mezze misure, ci viene incontro, ma non ci dice quello che ci può fare più comodo, ci dice quello che è perché è con lui che si compie la promessa della sacra scrittura.
Gesù non è uno che perde tempo in cerimoniali, ma si muove, è azione, è parola che penetra nella nostra vita e la cambia, senza tanti ragionamenti, ci chiede di seguirlo e di avere fiducia in lui e di muoverci con lui. La seconda lettura ci esorta a non fossilizzarci sulle nostre diversità, nè sulle mancanze di qualcuno, ma di unire con spirito di comunione, tutti i nostri sforzi per essere eramente un unico corpo in Cristo. Se i membri di una Chiesa seguono veramente la parola di Dio e la fanno propria, quello che ne risulta è gradevole agli occhi e al cuore, ma se ognuno pensa a criticare quello che gli altri fanno o non fanno, non c' è altro che confusione e disarmonia. Se siamo Chiesa, non significa che siamo perfetti, ma che tra noi c'è Gesù Cristo. Stiamo ben attenti a non occuparci troppo di noi stessi e di come appariamo, ma di vedere come gli altri riescono a riconoscere attraverso di noi , l' azione dello Spirito Santo e dell' amore di Dio.
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venerdì 22 gennaio 2016

(Mc 3,20-21) I suoi dicevano: «E' fuori di sé».

VANGELO DI SABATO 23 GENNAIO 2016
(Mc 3,20-21) I suoi dicevano: «E' fuori di sé».
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Gesù, portami con te alla luce del tuo Santo Spirito, perchè possa vederrti come veramente sei, come vuoi che io ti veda ed impari a seguirti attraverso le scritture.
Questo brano, che è qui riportato in solo due versetti, ci parla di un nuovo ostacolo che si presenta a Gesù nel compiere la sua missione.
Era talmente indaffarato ad occuparsi della gente, dei bisognosi che giungevano a Lui da tutte le parti, che non aveva neanche il tempo di mangiare, di occuparsi della sua famiglia d’origine.
Allora i suoi vennero a cercarlo, erano preoccupati e non riuscivano ad entrare dentro casa per quante persone c’erano fuori; tutto quello che Gesù faceva sembrava strano ai loro occhi, perchè andava fuori da tutte le regole che che in genere gli uomini adottano per gestire la loro vita.
Le esigenze degli uomini e le esigenze di Dio... e tutto il resto? Gesù è così preso dalla sua missione dal trascurare tutto il resto.
Certo era così assurdo quello che Gesù diceva e faceva, aiutare gli ultimi non conveniva, non rendeva nulla; non era furbo Gesù, chiunque con il suo carisma ed i suoi poteri, avrebbe potuto fare meglio, avrebbe avuto la possibilità di trarne vantaggi economici.... chiunque avrebbe dubitato delle sue facoltà mentali…. ma non coloro per i quali era venuto!
Loro lo cercavano ed erano trascinati dal suo carisma, loro riconoscevano in quest’ uomo il Santo di Dio, perché li guariva veramente nello spirito e nel corpo e lo volevano vedere, toccare, lo acclamavano e lui si donava completamente a loro senza più pensare a se, ne tantomeno alla sua famiglia.
Così ci invita a fare Gesù, per rispondere a Dio, non guardiamoci indietro, non cerchiamo il nostro interesse, anche se non saremo capiti, se saremo giudicati pazzi o stupidi.
Abbiamo degli esempi di santità che ci debbono far pensare; certamente Gesù è troppo elevato come termine di paragone, ma ce ne sono tanti altri, uno di quelli che mi piacciono di più è certamente san Francesco, ma l’elenco è lungo, anche tra quelli la cui santità non è salita alle cronache della chiesa e dei calendari, persone che hanno lasciato una scia di amore e di devozione che come un profumo, ancora riempie l' aria.
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giovedì 21 gennaio 2016

(Mc 3,13-19) Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui.



VANGELO
(Mc 3,13-19) Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perché non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali.(Sant'Agostino)

Gesù sale sulla montagna, luogo che per Marco rappresenta il luogo dell’ unione con il Padre, del ritiro in preghiera e sceglie i dodici apostoli che lo seguiranno inizialmente.
Tra questi c’è anche Giuda, che lo tradirà, Pietro che lo rinnegherà per paura, Tommaso che dubiterà della sua resurrezione… e così via!
Scelse 12 persone, una più strana dell’altra, con le loro fragilità, come tutti noi, e fondò la prima Chiesa.
Certamente avrebbe potuto fare di meglio, avrebbe potuto trasformare i suoi discepoli in modelli di virtù, ma Gesù non è venuto per cambiare la natura degli uomini attraverso le sue capacità, ma per farci capire che ci ama così come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, che seguendolo, impareremo ad essere migliori.
Il Signore ancora oggi ci chiama, ma quanti lo seguono?
Quanti riescono ad ascoltare la sua voce, la sua parola e a mettersi a sua disposizione con fiducia; quanti riescono a non avere paura di essere giudicati e presi in giro, quanti riescono a cercare Gesù veramente e non di apparire ai posti d'onore nella sua casa.
Una volta , neanche tanti anni fa, ci si preoccupava di far vedere che si era cristiani, praticanti, per essere considerati brave persone…. oggi sembra quasi che ci si debba vergognare di credere, che non vada più di moda Cristo. Oggi è una lotta anche per poter conservare il crocefisso nei luoghi pubblici….siamo diventati sordi al richiamo del Signore?
Non c' è parrocchia dove non regni il pettegolezzo, non c'è comunità in cui non regni l'ipocrisia, ma questo fa parte purtroppo,della nostra umanità, e cercare di restarne fuori è comunque difficile.
Quello che il Papa Francesco ha detto ultimamente sulla Chiesa è per me molto importante, sono parole che sento mie, adatte a me.
Una chiesa aperta, in uscita, che porti nel mondo la gioia del Vangelo, che ami il Vangelo e lo viva prima ancora di pensare di poterlo insegnare.
Sarà difficilissimo che il messaggio del Papa possa essere attualizzato; sarà difficile creare comunità parrocchiali senza litigi e malizie, ma se riusciremo a restarne fuori, potremo riuscire a seguire il Signore nella semplicità e nell'umiltà di chi sa che nessuno è perfetto, e che dobbiamo evitare le chiacchiere per non perderci in esse.
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mercoledì 20 gennaio 2016

(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse

VANGELO
(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Gesù ad accostarmi alla tua parola, a fermarmi accanto a Te, per ascoltarti, per farti penetrare la mia mente ed il mio cuore. Fa che dopo essere stata guarita da Te, io non mi volti dall’ altra parte e me ne vada, incurante di quanti hanno bisogno della tua parola.
In questa settimana in cui la chiesa sollecita la preghiera per l’unità dei cristiani, la parola di Dio che c’è proposta ci fa vedere come da ogni parte la gente è attirata dalla fama di Gesù. Per quanto l’uomo possa dire e fare, per quanto la scienza faccia passi da gigante, resta nell’ aria, anche per chi non crede, che c’è qualcosa di più potente, di più alto, di meno tangibile forse, ma sicuramente c’è quel qualcosa in più in Gesù.
Questo attrae, ci accalchiamo confusamente intorno a lui, vogliamo essere salvati, ma siamo sbandati, prepotenti, egoisti; ci spingiamo per chiedere, ma dopo aver fatto questo incontro, cosa cambia in noi?
Penso in questo momento a tutti i cristiani che discutono tra loro per chi ha la giusta fede, la giusta chiesa, le giuste regole…. e mi domando da quale Gesù sono stati salvati!
Gesù non divideva chi lo cercava in gruppi, non escludeva nessuno, ma anzi, per parlare a tutti, saliva sulla barca dei discepoli. Servire Gesù è anche questo, farlo salire sulla nostra barca, farlo mettere al timone e farci guidare, incuranti d’ogni avversità e di quello che può sembrare troppo difficile per noi.
Non dobbiamo pensare di non saper fare o dire, ma dobbiamo agire nella consapevolezza che quello che per noi è impossibile, è possibile a Cristo e lasciare che sia Lui ad agire in noi. Gli spiriti impuri, i demoni, hanno paura di Gesù, lo riconoscono e sanno che nel suo nome saranno scacciati.
Così, mentre i capi della sinagoga complottavano per zittire Gesù, per ucciderlo, con quelli che detenevano il potere, la povera gente cercava in lui conforto e consolazione.
Noi pensiamo di aver bisogno di Gesù? Pensiamo di voler vivere con Lui, per essere suoi discepoli, salvati dalla sua parola? Pensiamo di lasciare a Lui il timone della nostra vita?
Se vogliamo tutto questo, se vogliamo appartenere a Cristo e con Cristo, preghiamo per l’unità dei cristiani, perché sicuramente questo è quello che Gesù vuole.
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martedì 19 gennaio 2016

(Mc 3,1-6) È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?

VANGELO
(Mc 3,1-6) È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito del Signore, Spirito di discernimento,aiutami a capire le letture e più di tutto fammi capire dove sbaglio nel seguirle, dove in qualcosa manco, dove il mio orgoglio mi rende cieca e sorda.


Stavolta Gesù si trattiene veramente a stento e giustamente, si schiera in difesa di un malato dalla mano rattrappita, che rappresenta tutti quelli che hanno bisogno di cure; ma gli erodiani ed i farisei, si coalizzano contro di lui.
Duri di cuore, mettono sempre i loro interessi al primo posto, ossia
quello che loro considerano la cosa giusta e non ascoltano ragioni.
Per loro il sabato non si deve fare assolutamente nulla e quindi neanche salvare una persona in pericolo di vita.
Quale legge giusta farebbe morire qualcuno per quella che oggi chiameremmo “burocrazia religiosa”?
Gesù non accetta che gli uomini si mettano al di sopra del diritto alla vita, alla salute, eppure ancora oggi vediamo che ci vogliamo arrogare il diritto di decidere sulla vita e sulla morte delle persone ammalate.
I casi di eutanasia e di disinteresse da parte delle istituzioni sia civili che religiose, fanno rabbrividire e Gesù è anche tra noi oggi e ci incita a seguirlo in questa scelta umana per la difesa della salute e della vita.
Non facciamo come quelli che mettevano i loro interessi prima di quelli degli altri, ma pensiamo che in ogni uomo che soffre c’è un fratello che ha bisogno di aiuto e di essere difeso.
Tutti i giorni leggo ed ascolto discussioni contro i migranti, e con grande tristezza, pur comprendendo le paure di tutti,e quindi anche mie, mi rendo conto che quella ci anima, è egoismo mascherato da prudenza.
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lunedì 18 gennaio 2016

(Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!

VANGELO
(Mc 2,23-28) Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e illuminami, dammi la grazia di comprendere la tua parola, dammi la forza di viverla e la sapienza di saperla esprimere.
In questo brano, io vedo quel Gesù che mi piace da morire, quello che io definisco “anarchico di Dio”.
Nessuno può dirgli quello che è giusto, quello che secondo gli uomini è giusto, perché lui segue la legge del cuore, là dove c’è l’ amore del Padre, dove la misericordia del Padre parla al posto della legge scritta e corretta dagli uomini.
Un Dio che conosce i suoi figli sa che il rispetto e l’ amore per Lui, non vengono meno perché non si rispettano certe regole di culto, ma perché non si rispetta l’ oggetto stesso del culto.
Fare sacrifici e offrire olocausti, non sempre significava fare cosa gradita a Dio, anche perché gli stessi sacerdoti che credevano di rendere onore a Dio, non hanno saputo riconoscere in Gesù , il Messia atteso.
Infatti questo loro riprendere Gesù senza riconoscerlo, pieni di superbia e alterigia, li porterà a non conoscere il vero tempio dell’ olocausto permanente, quel Gesù che prova compassione dei nostri peccati, fino a accettare di offrire se stesso.
Si, Gesù prova compassione per noi, in Lui non c’è mai una parola di rimprovero solo perché non riusciamo ad essere perfetti, ci sprona a cercare la perfezione, ma lo fa unicamente per il nostro bene, non ci obbliga, ci ama ed il suo amore è veramente immeritato.
Se solo pensassimo a quanto ci ama, anche quando ci allontaniamo, quando lo flagelliamo con la nostra indifferenza, quando lo crocifiggiamo con i nostri peccati, allora si che cominceremmo a scoprire quanto è bello essere amati, anche e soprattutto perché imperfetti.. Non perdiamo tempo in diatribe per stabilire quale sia la parola da seguire, la legge scritta da rispettare, impariamo a seguire l’ unica parola che conta, amore, e allora capiremo tutti i discorsi di Gesù che possono sembrare difficili a volte, ma che hanno solo una chiave di lettura, e la chiave è proprio questa: AMORE!
In questa settimana per l'unità dei cristiani, ( 18-25 gennaio) voglio chiedervi una preghiera per questa unità; io partecipo con profonda condivisione a questi incontri ecumenici, e scopro delle persone meravigliose, e mentre prima ci si scontrava sulle diversità, oggi ci si riunisce sulle cose in comune. Il vero incontro parte dal nostro cuore, se è veramente aperto verso i fratelli.
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domenica 17 gennaio 2016

(Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.




VANGELO
(Mc 2,18-22) Lo sposo è con loro.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di rinnovare la mia fede, la mia anima ed il mio cuore, perché sempre fedele alla tua parola, possa seguire la via segnata per noi da Gesù.
Quello che Gesù cerca di spiegare ai discepoli di Giovanni e ai farisei è che il digiuno, non deve essere un atto apparente, una formalità; perché altrimenti non ha senso. A volte le usanze fanno clamore, ma non sono altro che apparenze.
Oggi per esempio nelle scuole italiane, ci troviamo a doverci confrontare con le varie religioni e di sentire che i bambini vengono attirati dalla grande fede dei mussulmani e dal loro digiuno del ramadan, solo perché magari in casa non hanno mai sentito parlare del nostro digiuno cristiano. Il digiuno fine a se stesso non serve a molto, ma se l’ atteggiamento che lo accompagna, è di pieno coinvolgimento del corpo e dello spirito, allora acquista senso agli occhi di Dio. Cominciamo a digiunare dalle liti, dalla violenza, dall' attaccamento ai beni materiali, dalla prepotenza, dal sopruso, dalla voglia di apparire e di mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti.
Scegliamo l' umiltà di chi non sa riconoscere da solo, neanche i propri peccati e inginocchiamoci riverenti davanti al Signore, che per amore nostro, ha sacrificato Suo Figlio, fino alla morte umiliante della croce, per la salvezza di tutti noi, che sicuramente non meritiamo tanto amore.
Gesù viene interrogato sul digiuno, che loro e i farisei rispettavano scrupolosamente e che invece i suoi discepoli non facevano.
Per far capire bene i desideri del Padre, Gesù rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo la scorza di apparenza e offrendo se stesso come olocausto, per farci capire che non c'è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi.
Il senso di mettere vino nuovo in otri vecchi è questo, non si può continuare a vivere un vecchio senso di sacrificio dopo che Gesù è venuto a sacrificare persino se stesso per darci la possibilità di salvarci, e non potremo farlo se non facciamo vivere in noi Gesù Cristo.
Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui, da essere come invitati a nozze in presenza dello sposo e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, quando resteranno da soli, perché attraverso la pratica del digiuno potranno unirsi al sacrificio di Cristo.
Questa pagina ci porta un Gesù che viene a rivoluzionare tutte le cose come al suo solito e ci fa capire che con il nuovo, viene non per contrastare il vecchio, ma per renderlo migliore, più completo e comprensibile.
Cerca piano piano di farci entrare nel nuovo olocausto, in quello che sarà il suo, agnello sacrificato per la nostra salvezza e, per farlo, comincia con il farci capire che i discepoli di Giovanni, che fanno parte di tutto quello che riguarda il periodo precedente alla sua venuta, hanno ragione di digiunare, ma che con la sua venuta, le cose cambiano, e chi è con lui deve cominciare a ragionare diversamente.
Il digiuno non è però una pratica superata e fuori moda, ma un atto conscio e consapevole di partecipazione alla grazia di Dio di essere suoi figli, che per mettersi in comunione con Gesù, con la sua Chiesa e i fratelli, scelgono i perdere qualcosa di se per acquistare qualcuno a Dio.
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sabato 16 gennaio 2016

(Gv 2,1-11) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.

VANGELO DI DOMENICA 17 GENNAIO 2016
(Gv 2,1-11) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore su di me, con il Tuo Santo Spirito, vieni a prendere per mano la mia mente ed il mio cuore e conducimi dove Tu vuoi concedermi di apprendere. Fa o mio Dio che io mi lasci trascinare da Te e non opponga nessuna resistenza. Liberami dalla mia superbia e tienimi stretta a te, perchè solo tu sei Via, Verità e vita e a Te mi voglio abbandonare.


Questa pagina del vangelo, io l' ho meditata tante di quelle volte, recitando i misteri gaudiosi del rosario, che mi sembra di poterla vivere con loro.
Questo è quello che viene definito " il 1° miracolo di Gesù ." Notiamo come per uscire dalla sua vita familiare terrena, Gesù parte allargando il concetto di Famiglia, ma non come lo si intende oggi quando si parla di famiglia allargata o addirittura alternativa, ma inserendolo nella " comunità".
- Donna che vuoi da me? - Non la chiama più mamma, perché ormai è uscito da casa, non gli appartiene più, ma appartiene a Dio; ricordiamo le parole che disse quando lo ritrovarono nel tempio: " non sapete che debbo pensare alle cose del Padre mio? ". Ed è Dio che guida la vicenda e, ancora una volta, lo fa attraverso Maria; lei che da il via al progetto di salvezza di Dio, da il via anche alla vita pubblica di Gesù per l'umanità.
Proviamo a capire che cosa ci indica questo miracolo, il vino nei testi sacri, non è sempre sinonimo di qualcosa di buono, perché bevuto oltre misura, porta alla ebrezza e alla perdita del controllo. Gesù vuole invece riportare la famiglia alla festa, vuole che nella famiglia ci sia la gioia, la passione, la compiacenza di stare tutti insieme per festeggiare ogni nuova famiglia che nasce. Gesù ci invita anche alla speranza, a non arrenderci se le cose non vanno tanto bene, se manca sapore al nostro matrimonio, alla nostra vita, e lo fa consigliandoci tra le righe, di rivolgerci a Maria, di passare attraverso di lei, mediatrice di tutte le grazie, alla quale neanche Lui, può dire di no!
Maria , che alle nozze di Canan intervenisti in favore della famiglia, noi ti preghiamo, intervieni a sanare le ferite nelle nostre famiglie, nelle nostre Chiese, e nelle nostre comunità. Ti preghiamo anche per l' unità dei Cristiani.
A noi che speriamo in Te, non far mai mancare il tuo aiuto e, ancor più a chi in te non spera. Amen.
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venerdì 15 gennaio 2016

(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

VANGELO DI SABATO 16 GENNAIO 2016
(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito santo di penetrare in ogni ruga della mia pelle, in ogni piega del mio cuore. Fa che solo tua sia la voce che canta alle mie orecchie, che il tuo amore che mi circonda mi faccia esprimere con altrettanto amore, per Cristo nostro Signore, che col suo sangue ha purificato la mia colpa.
Tutti quelli che conoscono Gesù, vengono ogni volta stupiti da come si comporta, da come parla; specialmente quelli che sono i più colti, che credono di avere più diritto degli altri di parlare, quelli che si sentono sempre un gradino più su. Ma Gesù ancora una volta stupisce tutti ed è lo stesso Matteo che ci racconta come fu chiamato a seguirlo. Questa è quella che noi oggi potremmo chiamare testimonianza di una conversione. Matteo era un esattore delle tasse, e quasi sicuramente un po’ disonesto, frequentava gente senza fede e disonesta come lui, ma proprio a lui il Signore dice :- Vieni e seguimi! - A Matteo, che era abituato ad esigere le imposte, viene chiesto di imparare dal Signore ad elargire misericordia, perché con quella verrà giudicato, e tante ne userà agli altri, altrettanta ne sarà usata per lui.
Gesù non chiede tasse, non si paga con il denaro quello che Lui offre, ma con quella che chiameremo “la stessa moneta”.
Perdona e sarai perdonato! Abbi pietà dei fratelli ed il Signore avrà pietà di te!
Quello che forse non salta subito agli occhi, ma che ci richiede un momento di riflessione e di silenzio interiore, è CHE PER PRIMO LUI FA QUESTO CON NOI! Ci dona la sua misericordia, a noi miseri e peccatori di tutte le razze; a noi che siamo assenti mentre ha bisogno di noi; a noi che non vogliamo pensare ad altro che alle cose materiali; a noi che non ci sediamo mai vicino a lui raccolti in preghiera; a noi che giudichiamo il prossimo; a noi che portiamo rancore per ogni torto subito ed ancora, potrei continuare per ore, elencando quelli che sono tutte le nostre mancanze. Cerchiamo di riflettere su quanto siamo immeritevoli di tanto amore e cominciamo a provare ad essere migliori, ad avere più amore e misericordia fra di noi, chiediamo a Lui che è il Maestro di aiutarci.
Gesù è anticonformista per eccellenza,non ha preferenze, anzi, sembra quasi snobbare gli scribi, i farisei e i ricchi e sembra invece prediligere i poveri e i peccatori.
Spesso, mi sono chiesta, perché Gesù nasce ebreo e perché in questi territori così complicati, ma forse la risposta è proprio in pagine di Vangelo come questa, perché in quei tempi in Palestina, c’ erano varie correnti religiose e in più c’ era il dominio romano.
Erano i tempi in cui Erode aveva ottenuto il titolo di <re dei giudei>, c’ erano tra questi i farisei (rispettosi della legge di Mosè e degli scribi), i sadducei (che rispettavano solo la legge scritta), gli zeloti (che erano quelli che oggi chiameremmo anarchici e terroristi, che non accettavano il governo di Roma, ma ritenevano che non potesse esserci altro governo che quello di Dio) ed infine c’erano gli Esseni (che vivevano appartati in comunità nel deserto).
Trovare un popolo più complicato non credo fosse possibile, dominato da stranieri, e per natura un popolo nomade.
Gesù nasce tra loro e come sempre cerca con questo di dirci qualcosa.
Trova tra questi personaggi così diversi i suoi discepoli e li riunisce tutti alla sua tavola. Molti lo guardano irritati e sconvolti, vorrebbero stare loro con Gesù perché si sentono più giusti e lascerebbero fuori gli altri, ma Lui rispondeva che non era venuto per i sani, ma per i malati, che non era venuto per salvare i giusti, ma i peccatori.
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giovedì 14 gennaio 2016

(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

VANGELO
(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.


+ Dal Vangelo secondo Marco


Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ispirami Signore nella lettura della tua parola,per poter vivere quello che leggo con fede e seguire le tue orme. Amen.


In questo brano possiamo vedere come quattro persone, aiutano il paralitico a raggiungere Gesù. Lo calano dal tetto e questo lo commuove.
Per gli ebrei dell’epoca, le persone storpie e ammalate erano considerate impure, perché pensavano a Dio come a uno che punisce i peccatori mandandogli le malattie, quindi capiamo che, questi quattro amici, che avevano condotto il paralitico a Gesù, erano quattro che andavano anche contro le regole della chiesa d'origine, per poter portare a Gesù quell'uomo.
Commosso da tanto amore per il fratello infelice Gesù gli rimette i peccati e poi lo guarisce dalle sue infermità. Questo crea scandalo tra i sommi sacerdoti,che hanno paura di perdere il loro potere, chi è quest'uomo che dice di rimettere i peccati, quella è una cosa che aspetta solo a Dio, questo è un pazzo.... ma che dice?- Alzati e prendi la tua barella e vai a casa?-.......
Ed ecco che il paralitico guarisce , si alza, prende la sua barella e se ne va sotto agli occhi di tutti.......
Possiamo scegliere di capire che siamo noi il paralitico da guarire, o di essere lo spettatore egoista che non lo fa passare, o di essere l’ amico che lo aiuta a superare gli ostacoli; di essere dei contestatori o di lodare il Signore, possiamo anche continuare ad aspettare di ri-conoscere Gesù come il nostro Salvatore, ma allora non vedremo mai le meraviglie di cui Dio è capace e quello che più conta è che non sapremo mai che anche attraverso noi il Signore compie meraviglie.
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mercoledì 13 gennaio 2016

(Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

VANGELO
(Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, io non spero in altro, io non credo in altra giustizia, io non desidero altro che di trovare rifugio nel tuo amore, perchè solo Tu puoi guarire tutte le ferite del mio cuore.
Potevo fare la solita riflessione, ma stavolta mi sento veramente tirata per la giacchetta a tirare fuori tutta l'amarezza che ho dentro, perchè il discorso che vado ad affrontare è tosto.
Cominciamo con il vedere quel male interiore che ci fa vivere spesso come emarginati, chi per un motivo, chi per l'altro e ci porta a non avere più fiducia in nessuno. Dall' altra parte, oltre la barricata, uomini come noi che si sentono perfetti, che pensano di non doverci nulla e che si beano della loro fede attiva fatta di spazi ritagliati su misura, e di preconcetti che tendono a tenere gli altri a debita distanza dall'altare, come se fosse cosa loro. Ma su quell' altare non si recita un sacrificio, e ricordo con grande commozione, che il verbo che viene usato in greco è splanchnízomai che significa si commosse fin nelle viscere, non provo pena esternamente, ma entrò in comunione con lui. Il nostro malato modo di vivere, la nostra pena entra nel cuore di Gesù e diventa cosa sua, tanto da non permettergli di lasciarci soli, tanto da volerci aiutare, confortare, guidare, dare forza .
Eppure tra noi e Lui si frappongono altri uomini che ci guardano schifati, che pensano di avere il potere di decidere non solo con il loro giudizio, ma anche con quello di Dio.
Io mi chiedo sempre più spesso, se tutti quelli che si elevano dagli altari, e che continuano a restare arroccati sulle loro idee, si rendono conto di quale responsabilità hanno nell'allontanamento di tanti fratelli dalla Chiesa.
La chiesa d' elite che Papa Francesco richiama continuamente, continua ad esistere e a persistere, come se niente fosse. Continuano i padronati e le sudditanze alla persona e mentre dicono di servire Dio, servono loro stessi. Chiacchiere, pettegolezzi, cattiverie gratuite, e solo il dio denaro riesce a far accogliere, come sempre, gli indesiderati, a cui tutto è perdonato, tutto è concesso. Il Papa ha voluto i bagni sotto al porticato per il ristoro e abiti puliti per i più emarginati, e pensate che bello sarebbe avere una Chiesa che sia tutta così, una Chiesa che sa donarsi, che sa abbracciare gli ultimi; ed invece uomini e donne di chiesa, si comportano come uomini e donne di mondo, che non vedono nel povero la ricchezza che esprime, che non vedono nel povero Cristo... e tentano di tenerlo fuori dal regno di Dio!
Ma il povero entrerà come Lazzaro perchè il suo nome che nessuno conosce è scritto nel cuore di Dio, e molti resteranno fuori come il ricco avido personaggio che forse era anche sacerdote, ma non certo per amore di Cristo!
(altra mia riflessione http://bricioledivangelo.blogspot.it/search?q=+(Mc+1,40-45)+La+lebbra+scomparve+da+lui+ed+egli+fu+purificato.+ )
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martedì 12 gennaio 2016

(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.

VANGELO
(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Caro Gesù, ti prego di assistermi con il tuo Santo Spirito e di farmi comprendere la tua parola, per poterla rendere viva nella mia vita.

In questa pagina notiamo che Gesù, pur stando tutto il tempo a disposizione della gente, si ritira spesso in preghiera.
Perché Gesù fa questo? Sicuramente perché ha bisogno di ritemprare il suo spirito, di ricaricare le batterie, come diremmo noi, ma sicuramente ci vuole poco a capire che il messaggio fondamentale è che la preghiera è indispensabile nella vita, per stabilire e mantenere un rapporto costante, con la nostra famiglia celeste, quindi, sia in quella di Gesù che nella nostra.
Vediamo Gesù che guarisce la suocera di Pietro, che, subito, si mette a servirlo. Che cosa può voler dire questo, rapportato alla nostra quotidianità? Sicuramente che dopo essere stati aiutati dal Signore, guariti, salvati, nell' anima e nel corpo, il nostro dovere, è quello di metterci subito al suo servizio e di dare testimonianza di quanto l’ incontro con Gesù, dia un valore alla nostra vita.
Un' altra nota strana è quella che vede la gente accalcarsi davanti alla porta di Pietro; molti erano guariti e molti demoni scacciati, ma non permetteva a loro di parlare, perché si doveva compiere tutto quello che era stato deciso da Dio, e nei tempi giusti. Potrebbe restare lì e continuare la sua opera, ma non è lui a decidere, ora come uomo obbedisce al volere del Padre, quindi se ne va con i suoi discepoli nei villaggi vicini.
Ha una missione da compiere e se decidiamo di seguirlo, anche noi scopriremo che Gesù non è fatto per chi vuole stare fermo, ma per chi si mette in moto, perché per questo é venuto, per portare nel mondo la sua parola, per portare la salvezza a tutti gli uomini.
Pensiamo alla nostra vita, così immersa in mille faccende, segue questo cammino?
Quanto sentiamo di dovere e potere partecipare a questa missione salvifica del Redentore? Spesso vedo la gente affannarsi a vivere, di corsa, nel cercare uno scopo; ma lasciando sfuggire il senso della vita tra le dita, perché il nostro attaccamento alla terra, non ci lascia vedere le cose che danno vita al nostro Spirito, ed è come se tutto girasse intorno senza afferrarne il valore.
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lunedì 11 gennaio 2016

(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità

VANGELO
(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami attraverso la parola di Dio alla scoperta della verità.
Questa preghiera allo Spirito Santo, può sembrare presuntuosa, chi sono io per conoscere la verità, ma io vorrei spiegare che è Gesù stesso che mi invita a farlo «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32).
Io conosco un Gesù che mi ha reso libera dal peccato, che mi lascia libera di scegliere, e che mi vuole libera di essere felice e cosciente di quello che sono e che posso ricevere.
Egli insegnava...quante volte ci ha detto: chiedi e ti sarà dato!
Anche i demoni lo sanno, conoscono la sua potenza, sanno che dove c' è Lui, non c' è posto per loro e noi invece, ci comportiamo sempre come se non ne fossimo coscienti.
Spesso la nostra testimonianza di fede è timida, oserei dire scialba, e questo mi mette i brividi.
Quanto crediamo in Dio? Quanto siamo incoscienti continuando a peccare? Crediamo veramente al castigo eterno?
Cerchiamo la luce che ci illumina, cerchiamo di abbracciare la verità e di liberarci veramente dalle catene della schiavitù del peccato.
Io credo che dobbiamo cercare di guarire nell'anima come nel corpo, dando un taglio netto di bisturi a tante nostre inclinazioni, altrimenti torneranno e non ne verremo mai fuori.
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domenica 10 gennaio 2016

(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo.

VANGELO
(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo.
Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Padre buono e Santo, manda su di me il tuo Spirito per illuminarmi con la tua parola, fa che io possa seguire a pieno quello che tu mi vuoi concedere di capire.
Gli avvenimenti della storia proseguono; Gesù ha appena cominciato a farsi conoscere attraverso le parole di Giovanni il Battista, che subito parla di conversione … non cerca di trascinarsi dietro persone che non vogliono cambiare, ma gli propone una scelta mettendo davanti a loro quello che sarà tutto il suo messaggio.
Ai discepoli che lo seguiranno, chiede di abbandonare tutto e di aiutarlo nella sua impresa, di riportare gli uomini sulla via della salvezza e, ancora oggi, molti lasciano la famiglia d’ origine per seguire Gesù in questa sua impresa. Grazie a questi uomini, noi oggi possiamo ricevere i sacramenti che ci permettono di essere perdonati e riavvicinati al Padre attraverso il Figlio. Non lasciamo che questi uomini combattano da soli al fianco di Gesù, ascoltiamoli e cerchiamo di aiutarli con la nostra testimonianza di figli di Dio, preghiamo per loro, spesso oggetto di attacchi da parte di satana.
Anche a noi fa lo stesso discorso, perché la sua parola è viva oggi come allora: Venite dietro a me, vi guiderò verso la salvezza, ma per fare questo, dovrete abbandonare tutto ciò al quale siete legati, che vi tiene attaccati a questa terra, ai piaceri materiali, perché vi tiene lontani da Dio.
Loro aiuteranno noi, in questo scambio reciproco dono dell' amore di Dio. Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita, ed ecco che ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi.
Vi farò pescatori di uomini dice e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini. Forse una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest'uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.
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sabato 9 gennaio 2016

(Lc 3,15-16.21-22) Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

VANGELO
(Lc 3,15-16.21-22) Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Manda Signore il tuo Spirito su di me,per farmi comprendere in tutta la sua meraviglia il tuo volere.Amen.
Giovanni lo aveva preannunciato,e tutti aspettavano di conoscere colui che sarebbe venuto dopo di lui.Gesù giunse,ma si mescolo’ alla folla per ricevere il battesimo come tutti gli altri.
C’era da parte di tutti la volonta’ di essere purificati dal peccato,di cominciare da capo,di ritrovare la speranza di un salvatore.
Gesù poteva avanzare,farsi riconoscere,ma non fece nulla,si fece come tutti noi,uomo tra gli uomini,ricevette il battesimo con l’acqua da parte di Giovanni e poi….mentre stava in preghiera si apri’ il cielo su di Lui e lo Spirito Santo scese su di Lui sotto forma corporea come di colomba,mentre una voce dal cielo lo annunciava come il figlio prediletto di Dio.
Un’immagine suggestiva quella del battesimo di Gesù,.Un’immagine che mi fa pensare all’incontro di Gesù con tutti noi….quel Gesù che è fratello,che ha compiuto il volere del Padre e che è venuto per ricordarci il volere del Padre.
Dio non vuole un popolo disperato,dice il profeta Isaia:”consolate il mio popolo dice il vostro Dio”,e per questo ci manda un salvatore,che grazie al suo sacrificio ci condurrà nel regno di Dio.
Dire siamo figli di Dio sembra la cosa più semplice del mondo,ma per piacere a Dio,dobbiamo somigliare a Cristo,dobbiamo sentirci fratelli di tutti gli altri uomini,solo a questa condizione possiamo conoscere che cosa portò Gesù ad accettare il volere di Dio fino all’estremo sacrificio.Fu amore…un amore smisurato che non guarda niente ,non si ferma davanti a niente,l’amore di chi ci vuole salvi,di chi non vuole assolutamente che ci perdiamo,e manda il redentore che si unisce a noi e ci insegna la via per tornare alla casa del Padre.
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venerdì 8 gennaio 2016

(Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.

VANGELO
(Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.
+ Dal Vangelo secondo Marco
[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare.
Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò.
E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Gesù, che ci indichi come seguire i tuoi insegnamenti, manda su me il Tuo Spirito per comprendere a pieno le tue parole, illuminami Signore.
In questo brano mi sembra chiaro che Gesù ci istruisca a non cercare di fare senza di lui, a non mettere il nostro ego, la nostra sicurezza alla prova, di non seguire una strada che non passi attraverso la preghiera, una strada che non sia la sua.
Troviamo la misericordia di Gesù, che ci viene incontro nel buio e nella tempesta, ma che noi non sappiamo riconoscere perché nella disperazione non riusciamo a distinguerlo. Eppure lo abbiamo visto spezzare il pane, distribuirlo a milioni di persone prima di noi, abbiamo visto come la vita di tanti che ci hanno preceduto è stata impregnata dalla grazia della comunione con Lui.
Lo possiamo vedere ogni giorno se vogliamo, com’ è bello vivere con Gesù nel cuore; come nella disperazione lui ci sappia confortare. Affrontiamo la tempesta con Lui, facciamolo salire sulla barca della nostra vita, non ci deluderà. Non restiamo con il cuore indurito, che ci impedisce di essere sereni e di affidarci a Lui.Nella prima lettura Giovanni, che si è tuffato a capofitto nell' amore di Gesù, ci dona un' immagine ci cosa è la fede : è credere che quell'uomo che si dona tutto a tutti è Gesù-Dio, perché immerso nell'amore di Dio per noi e ci invita a non avere timore di immergerci totalmente in questo amore, di non aver paura di sbagliare,perché chi resta nell'amore di Dio per gli uomini, non deve temere di sbagliare.Mai come in questo periodo ho sentito l'importanza di queste parole; con Papa Francesco voglio ripetere:“ Dio ci ama, e vuole liberarci dal male, dalle malattie, dalla morte, e portarci nella sua casa, nel suo Regno ”. Lo ha sottolineato Papa Francesco nel breve discorso prima dell’Angelus il 6 gennaio. “ Sinceramente mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, a quelli che sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore. Il Signore ti chiama, ti cerca, ti aspetta, non fa proselitismo, dà amore, e questo amore ti aspetta, aspetta te che sei lontano. ” Possiamo anche scegliere di non essere accoglienti, di fare come il fratello prodigo della parabola, che facendo un confronto fra lui e l'altro che aveva abbandonato la casa paterna, si sentiva offeso e geloso dell'amore del Padre anche per lui.Quando si è lontani da casa, ci manca tutto, ma dobbiamo capirlo per tornare a cercarlo, dobbiamo capirlo per aiutare Gesù a cercare i fratelli che si sono persi, per fare come Giovanni, immergendoci nell' amore di Dio per tutta l' umanità.
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giovedì 7 gennaio 2016

(Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

VANGELO
(Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili. Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore, grazie. Amen.
Questo è un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune , piccole cose, che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali.
Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel Suo nome e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa.
Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo. I suoi discepoli si stanno preoccupando nonostante Gesù sia con loro, sono loro a suggerirgli cosa fare!
Come vediamo, non basta conoscere Gesù per non sbagliare, occorre che impariamo ad agire noi come vuole Gesù e non chiedere a Lui di fare quello che noi vorremmo.
Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla. Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il Suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto.
I discepoli di allora e quelli di oggi, forse dimenticano troppo spesso di essere strumenti di Dio e di poter contare sullo Spirito Santo.
Non serve essere esegeti, teologi, ma affidare tutta la nostra vita, la nostra imperfetta umanità a Gesù Cristo perché ci trasformi.
Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce.
Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue; amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro.
Non è facile vivere la carità, la condivisione, non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo, potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità.
Dobbiamo avere più coraggio e non farci tarpare le ali da chi ci suggerisce l’ idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza.
Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre.
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mercoledì 6 gennaio 2016

(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino.

VANGELO
(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino.
Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.


Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Padre che ci doni lo Spirito, Tu non rifiuti mai lo Spirito Santo a coloro che te lo chiedono, perché tu sei il primo a desiderare che lo riceviamo. Concedici dunque questo dono che riassume e contiene tutti gli altri. Amen.
Tutto combacia con le profezie, anche il territorio in cui Gesù comincia a muoversi dopo la cattura di Giovanni il Battista, è lì che i popoli che vivevano nelle tenebre vedranno la luce.
Il popolo d’ Israele era in quel periodo oppresso dall’ occupazione Romana, che dava importanza solo ai capi degli ebrei e ai sommi sacerdoti. Ecco che Gesù comincia a far capire da subito che non è venuto per andare ad inchinarsi davanti a loro, al potere, ma anzi, sceglie per amici, i più umili della zona. Comincia a predicare un vangelo che parla d’ amore, di salvezza e di luce e molti uomini lo seguivano. Andava nelle sinagoghe e parlava alle genti dicendo…”convertitevi, il regno dei cieli è vicino” che poi significava, pensa che devi morire, cambia la tua condotta, non rimanere fermo nei tuoi preconcetti, vieni e seguimi, io sono la luce che t’indicherà la via della salvezza. Mentre diceva queste cose, guariva gli ammalati, ridava la vista ai ciechi, scacciava i demoni. Solo chi rimaneva chiuso nel cuore non lo accettava, cercava delle scuse per non credere in Lui.
Ancora oggi in fondo è così, si cercano tante motivazioni per contestare il cristianesimo, vediamo che le stragi di cristiani si susseguono nell’ indifferenza di molti, addirittura c’ è chi, quasi per giustificare questi delitti, ne mette altri sul piatto della bilancia, come se con delle motivazioni più che altro politiche, si possa mai trovare una giustificazione a tutto questo.Gesù è amore e solo con amore può essere accolto e compreso.Sono le nostre miserie di cui si è fatto carico, le nostre divisioni e le nostre colpe che ancora oggi lo inchiodano alla croce. Riuscire a capire chi è Gesù, a riconoscerlo come colui che ci trasmette l’amore di Dio Padre, superiore ad ogni nostra attesa e ai nostri meriti.
E’ stato il primo ad amarci e aspetta a braccia aperte che ci lasciamo abbracciare da lui e corrispondiamo al suo amore, ma noi cerchiamo troppo spesso di capire, ci fermiamo a giudicare, gli errori degli uni e degli altri, senza riflettere che seguire Cristo vuol dire proprio amare, nonostante tutto.
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