domenica 15 marzo 2015

Il Vangelo di Maria Maddalena

Il Vangelo di Maria Maddalena

IL VANGELO DI MARIA MADDALENA TESTO INTEGRALE
Il Vangelo di Maria Maddalena è un testo in lingua copta risalente al secondo secolo dopo Cristo (150 d.c.) derivante da un proto-testo precedente mai ritrovato che però era già molto diffuso ed affermato tra le prime comunità cristiane.
Questo Vangelo andò perduto con l’estinguersi dello Gnosticismo e, per secoli, se ne conoscevano solo alcuni brevi passi citati dai Padri della Chiesa per confutare le tesi gnostiche.
Nel 1896 il Museo di Berlino acquistò un papiro proveniente da Akhmim, poco più a nord di Nag Hammadi, nell’Egitto meridionale, località che poi divenne famosa per i numerosi ritrovamenti del 1945 di Vangeli Apocrifi ed altri scritti.
Questo papiro, codificato col numero 8502, contiene il Vangelo di Maria, l’Apocrifo di Giovanni, la Sophia di Gesù Cristo e gli Atti di Pietro.
Purtroppo il papiro è danneggiato proprio nella sua prima parte che riporta il Vangelo di Maria: mancano le prime sei pagine e le pagine da 11 a 14, in tutto quindi 10 pagine.
In questo Vangelo si evidenzia la figura di Maria Maddalena come discepolo prediletto del Signore. Solo a lei Gesù avrebbe comunicato un insegnamento superiore.
Purtroppo gran parte di questo insegnamento era contenuto nelle pagine da 11 a 14, mancanti nel papiro a nostra disposizione, ma ciò che leggiamo nelle pagine 15, 16 e 17 ci rivela la natura decisamente gnostica di questa rivelazione.
Mentre Pietro ed Andrea sono restii ad accettare questa superiorità di Maria Maddalena sugli altri apostoli, Levi (Matteo) dichiara apertamente che il Signore la amava più degli altri, come, d’altra parte ci riferisce il Vangelo di Filippo.

                                      Il Vangelo di Maria Maddalena
1 Quel giorno, i discepoli erano raccolti in cima ad una montagna.
2. Il Maestro stava fra loro in Silenzio.
3. E Myriam Gli era accanto.
4. Andrea disse:
5. «Maestro, ecco che il Tuo Silenzio ci sorprende.
6. Perché ci hai riuniti? Non hai niente da dirci, oggi?».
7. Allora l’Insegnante rispose loro:
8. «E voi, non avete niente da dire a me?
9. Perché mai la fonte dovrebbe andare incontro ai pellegrini?
10. Il pellegrino dimentica a volte di avere gambe per camminare.
11. Dimentica che non è la strada a scorrergli sotto i piedi, ma che è la
sua mente a proiettarsi verso l’orizzonte.
12. Chiedete, se avete intenzione di ricevere.
13. Quando la terra ha sete
14. tocca a lei chiamare la pioggia».
15. Ed ecco che Simon Pietro si alzò fra tutti e disse:
16. «Maestro, ogni giorno Ti seguiamo e Ti ascoltiamo.
17. Eppure, il nostro cuore conosce ancora l’aridità.
18. Ogni giorno, speriamo nella quiete e nella gioia.
19. Ma esse non vengono a visitarci.
20. Dicci perché.
21. La Forza dell’Eterno non è forse nelle Tue parole?
22. Più seguiamo le Tue orme sulla terra
23. più siamo turbati
24. e l’acqua continua a mancarci».
25. Il Maestro non lo guardò e disse:
26. «Dov’è la debolezza?».
27. Poi, si mise in silenzio.
28. Simon Pietro parlò di nuovo:
29. «La debolezza è estranea all’Eterno.
30. Si è infilata nell’uomo passando dalle sue orecchie».
31. Andrea alzò una mano e disse:
32. «Perché interrogare il Maestro giacché conosci la risposta?».
33. Allora l’Insegnante si alzò e disse:
34. «Anche tu la sai, ma lui incomincia a capire.
35. Colui che vuole comprendere per conoscere, alla fine,
36. si rende conto che non deve seguire le mie orme,
37. bensì lasciare le sue spostandosi all’interno delle mie,
38. perché è dentro che troverà se stesso,
39. perché è dentro che si trova la gioia perduta,
40. perché è sempre dentro che si trova
41. la porta verso l’esterno dei mondi,
42. l’esterno che è il vero Interno.
43. Così la gioia non sorride a colui che raccoglie le mie parole,
44. bensì a colui che si sposta all’interno».
45. Uno dei discepoli chiese:
46. «Dicci come fare per spostarci dentro».
47. Allora il Maestro disse:
48. «Cominciate con il porvi in Lui.
49. Non andate nelle spaccature.
50. Perché, in verità, non vi è frontiera.
51. Soltanto gli occhi creano la frontiera
52. perché non vedono il Dentro che sta nel fuori.
53. Solo l’Occhio crea l’unione.
54. È attraverso l’occhio che vi porrete in Lui.
55. L’Occhio crea il Mondo, che fa i mondi.
56. L’Orecchio che intende crea l’Occhio e lo fa crescere.
57. Così, la realtà che si apre all’Occhio ed all’Orecchio
58. apre la strada ad un’altra realtà.
59. L’Uno nutre il molteplice
60. ed il molteplice rimanda sempre all’Uno
61. Vi annuncio: non separate,
62. spostatevi fra le separazioni.
63. È in questo modo che voi vi porrete in voi.
64. Questa è la via della quiete,
65. perché la quiete è il + centro del cambiamento
66. Simon Pietro parlò con queste parole:
67. «L’Uno si avvicina nella quiete e nella gioia.
68. L’Uno è stabile e solo.
69. Ma dicci come mantenere la stabilità nel cambiamento».
70. L’Insegnate rispose:
71. «Contemplando la realtà del sogno dei mondi,
72. poi immaginando il Sogno dietro a quel sogno».
73. Il discepolo Andrea si stupì davanti a tutti:
74. «Bisogna sognare?».
75. Allora il Maestro gli disse:
76. «Bisogna uscire dal sogno dei mondi
77. perché la gioia nasce nel Sogno
78. che ha concepito il gioco dei sogni e dei mondi.
79. Comprenda chi vuole comprendere.
80. Dorma chi si compiace nel lamento dei sogni.
81. Vi dico questo:
82. L’Uno sta nel risvegliarsi al Sogno ».
83. Il discepolo si espresse ancora:
84. «Insegnaci: il Sogno è forse la cessazione della sofferenza?».
85. Il Maestro parlò a tutti in questi termini:
86. «Il Sogno è oltrepassare il sogno delle frontiere, e
87. le frontiere sono la sofferenza
88. perché la sofferenza è il tu e l’io
89. che si sognano come essendo due».
90. Allora, Simon Pietro chiese:
91. «Ma la Materia e la Non-materia, non sono forse due?
92. Come uscire dalla frontiera?».
93. L’Insegnante li benedisse tutti, poi disse loro:
94. «La Materia e la Non-materia fanno parte del Sogno del mondo.
95. Esse sono Una, sono il gioco
96. attraverso il quale l’Oblio tesse l’opera sua.
97. La separazione è un gioco,
98. come la sofferenza, e
99. la sofferenza nasce dall’orgoglio fondamentale che gioca a separare.
100. La Materia, vi dico, è un sorriso dell’Eterno,
101. per farci uscire dai mondi
102. e farci volere la Realtà».
103. Simon Pietro prese di nuovo la parola:
104. «Dicci, ora: cos’è la Realtà?».
105. Il Maestro disse:
106. «La Realtà è Ciò che ha concepito il gioco delle realtà.
107. La Realtà è Ciò che vi farà spostare le vostre orme dentro alle mie.
108. È immaginazione nella fiducia.
109. È ciò che genera la Conoscenza».
110. Il discepolo chiese ancora:
111. «Abbiamo sete.
112. Come raggiungere la Realtà?».
113. L’Insegnante parlò a tutti:
114. «Smontando ciò che non è Uno,
115. Contemplando la materia che inventa la frattura,
116. amando la frattura per i suoi giochi,
117. amandone i giochi per la strada che essa traccia verso il Gioco».
118. Poi disse ancora:
119. «Osando».
120. Uno dei discepoli si alzò allora e chiese:
121. «E dicci, ora: cosa significa la Materia?
122. Dobbiamo credere che si perpetui all’infinito?».
123. Il Maestro insegnò:
124. «Tutto ciò che è stato inventato e che è stato creato,
125. tutti gli elementi che compongono la natura dei mondi
126. sono interdipendenti e sposati fra loro.
127. Ma sarà smontato tutto ciò che è stato montato
128. affinché tutto ritorni alla Radice-Madre.
129. Così, colui che ha orecchie per ascoltare
130. faccia appello all’Orecchio per intendere».
131. Simon Pietro chiese:
132. «Poiché ti dici messaggero e interprete
133. degli elementi e dei fenomeni di questo mondo,
134. dicci dunque: qual’ è la natura dell’errore?».
135. Il Maestro alzò la mano e disse:
136. «L’errore non esiste.
137. Perché siete voi soltanto che lo fate esistere
138. Lo fate ogni volta che vi piegate ai riflessi
139. della vostra realtà costruita ed adultera.
140. Ecco come l’errore prende forma.
141. Ecco anche perché il Bene vi ha fatto visita.
142. Il Bene ha partecipato agli elementi delle vostre realtà
143. per sposarle di nuovo alla Radice-Madre».
144. Il Maestro continuò e disse:
145. «Ascoltate la ragione che fa di voi dei malati
146. ed anche dei morenti:
147. guardate i sogni delle vostre azioni,
148. e saprete che cosa vi allontana da voi stessi.
149. Comprenda colui che vuole comprendere.
150. Dall’essere incatenati ai giochi della Materia
151. nasce una passione contro l’Essenza-Madre
152. e nel corpo sorge allora un disturbo.
153. Ecco perché, in verità, vi annuncio:
154. cercate l’armonia insieme all’Essenza.
155. E se accade che siate in rotta con l’ordine di Quest’ultima,
156. traete ispirazione da tutte le immagini naturali che evocano la vostra realtà
profonda.
157. Così, colui che ha sviluppato le orecchie
158. impari ad intendere con l’Orecchio» .
159. Dopo queste parole, il Beato accordò loro la Sua benedizione
160. «Che la Pace sia con voi.
161. Che la mia Pace metta radici, si incarni in voi e si moltiplichi.
162. E che nessuno vi smarrisca dicendo:
163. “Guardiamo questo, guardiamo quello”
164. perché in verità, è nel vostro Centro
165. che risiede Colui che si chiama “Figlio dell’Uomo”.
166. Portate a Lui andando a Lui.
167. Perché coloro che hanno la volontà di cercarLo Lo trovano.
168. Levatevi dunque,
169. e fatevi testimoni della Parola del Vostro Regno.
170. Guardatevi bene dall’imporre regole
171. a parte quella di cui porto la fiaccola
172. altrimenti sprofonderete ancora di più nella schiavitù.
173. Io sono Colui che rinverdisce il Ricordo».
174. Dopo aver pronunciato queste parole, il Maestro li lasciò.
175. I Suoi discepoli sentirono la solitudine e la tristezza.
176. Alcuni piansero abbondantemente dicendo:
177. «Bisogna davvero recarsi da coloro che non vogliono credere,
178. e annunciare loro il Regno Essenziale del “Figlio dell’Uomo”?
179. Costoro non L’hanno risparmiato,
180. allora come potranno risparmiare noi?» .
181. Fu per questo che Myriam si alzò,
182. li baciò ed annunciò ai suoi Fratelli:
183. «Perché rimanete nel dubbio e nella sofferenza?
184. Vi dico che la Sua Essenza di Luce non ci abbandona.
185. Vi dico che sarà Lei a proteggerci.
186. LodiamoLo, Colui che ci ha rigenerati e preparati,
187. perché ecco che Egli ci chiede di tornare ad essere dei veri Umani».
188. Con queste parole, Myriam orientò il cuore dei discepoli verso il bene,
189. ed essi si aprirono un po’ di più alle parole dell’Insegnante.
190. Simon Pietro si rivolse a Myriam con voce alta:
191. «Tu che sei una Sorella per ciascuno di noi,
192. tutti sanno che il Maestro ti ha amata in modo diverso dalle altre donne.
193. Secondo le parole che Lui ti ha affidato, insegnaci ora.
194. Dicci le parole che la tua memoria privilegia
195. e alle quali non abbiamo potuto avere accesso».
196. Myriam si avvicinò e disse loro:
197. «Ciò che non siete stati capaci di intendere,
198. Io sono incaricata di annunciarvelo;
199. Ho avuto una visione del Maestro
200. ed ecco ciò che Gli ho detto:
201. “Maestro, perché Ti vedo qui, sotto questa forma?”
202. Ed Egli mi rispose dentro di me:
203. “Tu, la Beneamata, non dimentichi il tuo + centro quando Io compaio.
204. Tu non guardi, tu vedi ed impari ad essere
205. Allora ascolta:
206. Là dove è il nous, risiede l’inestimabile gioiello,
207. Ciò che si chiama Porta”.
208. Subito Gli dissi dentro di me:
209. “Maestro e Beneamato, dimmi se chi può contemplare
210. la Tua apparizione in seno al Tempo,
211. vede con gli occhi dell’anima
212. o se respira la Tua presenza con la mente”.
213. Il Maestro mi rispose:
214. “Non mi riceve né con l’anima né con la mente
215. ma mi contempla attraverso la Porta del + nous,
216. la Porta che insegna a vedere ed a lasciar venire il Soffio
217. Gli chiesi ancora:
218. “Parlami di questa Porta.
219. Io mi trovo sulla soglia?”.
220. Allora, l’Insegnante depose in me questa risposta:
221. “In verità, è precisamente alla sua soglia
222. Colui che non si preoccupa della Porta ma della Realtà celata da essa.
223. Così, colui che guarda i suoi occhi,
224. non vede il suo Occhio.
225. Il nous + è una morte perché è risveglio.
226. È la morte delle immagini costruite.
227. È l’istante in cui le maschere si disgregano
228. e nel quale la Materia confessa di essere un gioco.
229. La sua Porta è un sorriso
230. fra le realtà e l’Uno.
231. Attraverso il nous, l’Essenza umana contempla l’Uno
232. che genera il Due per amore”.
233. Poi, il Maestro mi disse ancora:
234. “La consapevolezza dell’amore è generata dalla Separazione.
235. Così è, bisogna morire di molte morti
236. per conoscere la luce della nascita”.
237. Allora chiesi dentro di me:
238. “Dimmi come raggiungere questa Porta”.
239. La Visione dell’Insegnante si avvicinò
240. e così parlò:
241. “Ti dirò come passare per questa Porta
242. perché il risveglio non conosce mezze misure.
243. In verità, il risveglio nasce dal ricordo dell’Oblio
244. e dalla denuncia dell’Oblio negli atti.
245. Il raggiungimento del nous si ottiene per amore.
246. La manifestazione dell’amore si ottiene con l’esigenza”.
247. Ecco che cosa il Maestro mi confidò, e che voi non avete potuto sentire».
248. Simon Pietro indicò Myriam a tutti e disse:
249. «Chi è questa donna?
250. Che meriti ha per aver ricevuto l’Insegnante?
251. Noi abbiamo ancora sete.
252. Parlaci ancora, Sorella nostra, tu che Lo conosci».
253. Myriam si tirò il velo sugli occhi e allora parlò così:
254. «Ecco un’altra cosa che Egli mi insegnò.
255. Ma potranno bere soltanto quelli che hanno già svegliato in sé la Fonte.
256. Accadde che il Maestro mi consegnò queste parole:
257. “L’esigenza è purezza e disciplina.
258. Essa attraversa i mondi con l’essere
259. che cerca il Cuore nascosto nel cuore,
260. perché è anche volontà.
261. Le deboli maschere non possono neppure intravedere la Porta del nous.
262. Non fanno appello all’esigenza
263. ma guardano le altre maschere
264. chiamandole deboli.
265. Le maschere che giocano tra loro
266. simulano la sete, mentre la loro terra è arida.
267. Come vivere nell’aridità e nel rifiuto dell’acqua?
268. È così che nascete alla morte,
269. per debolezza della volontà” ».
270. Andrea parlò più forte degli altri discepoli.
271. Egli disse a Myriam, segnandola a dito:
272. «Perché dovremmo crederti?
273. Perché l’Insegnante avrebbe dovuto nutrirti in questo modo,
274. Tu che sei una donna?».
275. Myriam lo guardò e rispose:
276. «Dalle donne vengono le nascite.
277. Per quale ragione la Nascita non dovrebbe venire da una donna?».
278. Il discepolo Simon Pietro si alzò allora
279. e trovò queste parole per tutti:
280. «Sorella nostra, queste parole ci frastornano
281. e ci fanno paura.
282. Tuttavia, parlaci ancora, perché tutti sappiamo
283. che il Maestro ti ha incontrata spesso».
284. Allora Myriam si tirò il velo sul volto e così parlò:
285. «Il Beato mi ha insegnato il viaggio dell’anima
286. che si scopre e si contempla.
287. È il viaggio dalle cortecce verso la linfa.
288. Quello che traccia la chiave della Porta del Nous.
289. Ecco: l’anima visita i mondi della Collera.
290. Essa scopre un primo stato che la trattiene.
291. Esso si chiama Tenebra
292. ed è amore della prigione.
293. Tenebra disse all’anima:
294. “Perché mi hai amata, tu che sei scintilla?”.
295. Quando udì questa domanda, l’anima pronunciò all’esterno queste parole:
296. “Ti ho amata perché eri Separazione
297. e la Separazione è il sonno nato dall’orgoglio”.
298. Allora, l’anima andò incontro al secondo stato.
299. Questo si chiamava Bramosia.
300. Vedendosi attraversato, esso le chiese:
301. “Non capisco come tu sia potuta scendere
302. ora che ti vedo ascendere.
303. Dimmi il perché della menzogna
304. che nasce dall’orgoglio e dall’invidia
305. giacché sei parte e nutrimento del mio essere”.
306. L’anima rispose: “Perché io ti ho intuito
307. e tu, non hai saputo riconoscere la mia verità.
308. I tuoi occhi non hanno voluto imparare a distinguermi
309. anche se ero mescolata ed unita a te come ad un abito”.
310. Quando ebbe detto questo,
311. l’anima riprese la sua strada, più nuda e nella gioia
312. finché attraversò il terzo stato,
313. quello che si chiama Ignoranza.
314. Ignoranza interrogò subito l’anima:
315. “In che modo serpeggia il tuo sentiero?
316. Non c’è, in te, una strana malattia?
317. Infatti sei diventata schiava
318. perché sprovvista della chiara visione”.
319. L’anima rispose:
320. “Perché giudicarmi, io che in essenza non giudico,
321. Io che ho accettato la dominazione senza aver dominato?
322. Nessuno mi ha riconosciuta
323. mentre io ho visto in me
324. che ogni cosa costruita e non-Una
325. verrà smontata sulle terre e nei cieli”.
326. Una volta uscita dal terzo stato,
327. l’anima continuò la sua ascensione.
328. Ci mise molto a scorgere il quarto stato.
329. Questo stato conteneva, da solo, sette altri mondi.
330. Il primo di essi si chiamava Tenebra,
331. il secondo Bramosia,
332. il terzo Ignoranza,
333. il quarto Veleno-Gelosia,
334. il quinto Prigione Carnale,
335. il sesto Saggezza Ebbra,
336. il settimo Ira di Saggezza.
337. Si attardò alquanto in questo quarto stato.
338. Così, si enumerano i mondi della Collera
339. attraverso i quali l’anima soffoca di interrogativi,
340. perché la Collera è venuta dalla Ribellione
341. e la Ribellione è Tenebra della Separazione.
342. Collera chiese all’anima:
343. “Qual è la tua origine, tu che hai imparato ad uccidere?
344. Qual è il tuo scopo, tu che ti sposti solo errando?”.
345. Allora, l’anima rispose:
346.“Tutto ciò che mi soffocava è stato prosciugato
347. e tutto ciò che mi velava l’orizzonte con frontiere
348. è evaporato
349. perché ho voluto guardarlo.
350. Così la mia bramosia se n’è andata
351. così sono uscita dal cerchio dell’ignoranza
352. e così l’orgoglio si è esaurito.
353. Ecco, ho trovato l’uscita dallo scenario
354. penetrando in un altro scenario.
355. Un’immagine si è cancellata
356. Grazie ad un’altra, più Pura e più Una.
357. È adesso che imbocco la via della quiete.
358. La quiete annuncia la Pace là dove il Tempo si immobilizza nell’Eternità.
359. In verità, la mia Via è Una Via di Silenzio”».
360. Dopo avere così parlato, Myriam tacque.
361. Tutti videro allora come il Maestro le avesse insegnato.
362. Poi, fu Andrea a rivolgersi ai suoi Fratelli:
363. «Ditemi il vostro pensiero su ciò che questa donna ha appena detto.
364. Per quanto mi riguarda, non presto fede
365. al fatto che il Maestro abbia potuto esprimersi in tal modo.
366. Queste parole ci separano da ciò che abbiamo potuto avvicinare».
367. Simon Pietro guardò Andrea e si alzò:
368. «Acceteremo la possibilità
369. che una donna abbia ricevuto simili parole dalla bocca del Maestro?
370. Che Egli le abbia confidato dei segreti a cui non abbiamo avuto accesso?
371. Dovremo cambiare sguardo e cammino
372. accettando di aprire le orecchie a questa donna?
373. Vi chiedo: è lei che Lui ha scelto, preferendola a noi?».
374. Myriam allora si mise a piangere
375. e disse a Simon Pietro:
376. «Mio Fratello nello spirito, che cosa stai attraversando?
377. Pensi che io abbia inventato questa Visione
378. e che a proposito del Nostro Insegnante dica menzogne?».
379. Levi si alzò fra tutti e disse:
380. «Simon Pietro, ti abbiamo sempre visto focoso.
381. Perché ora ti ribelli contro la Donna
382. come se fosse un nostro avversario?
383. Se il Maestro l’ha resa degna del Suo Cuore,
384. chi sei, tu, per respingerla?
385. In verità, l’Insegnante che la conosceva bene
386. l’ha amata più di noi
387. perché la sua anima ha fatto un grande viaggio.
388. Guardiamo ora la nostra debolezza
389. e sbrighiamoci a diventare Totalmente Umani.
390. Lasciamo che l’Umano metta radici dentro di noi
391. e cresca come un albero
392. perché è quello che il Maestro ci ha chiesto.
393. Andiamo, senza più esitare, ad annunciare la Novella.
394. Che nell’anima nostra non vi sia altra regola
395. se non quella di cui Egli è il Testimone».
396. Quando Levi ebbe detto queste parole
397. vi fu silenzio.
398. Poi, i discepoli si alzarono insieme per andare ad offrire la Parola.

(Gv 4,43-54) Va’, tuo figlio vive.

VANGELO
 (Gv 4,43-54) Va’, tuo figlio vive. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore

(Gv 4,43-54) Va’, tuo figlio vive.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Signore, di illuminarmi e farmi comprendere il senso della tua parola, per saperlo vivere con vera fede e saper rivolgere a Te una vera preghiera come Tu la desideri!
Gesù passa da un territorio all'altro, compiendo miracoli, parlando ed unendo alla parola le opere, ma nonostante la sua fama si spanda in ogni luogo, molte persone si accostano a lui titubanti, senza fiducia, piene di dubbi e in cerca di prove. Un giorno si accosta a lui un uomo che aveva un figlio malato e che cercava con vera fiducia, spinto dal bisogno, attraverso la fede in Cristo, la salvezza per suo figlio.
La malattia porta le persone a cercare Dio, ma spesso neanche questo inizialmente, ci fa avvicinare nel modo giusto a Lui. Credere, questo è difficile; credere che il Signore può salvare da ogni cosa, da ogni male, riesce così difficile, ma se non c'è questo, vuol dire che è il nostro approccio alla fede che è sbagliato. Il fatto di accettare la volontà di Dio, da parte delle persone ammalate nel corpo e nell'anima, è fondamentale, è vero, perché è Lui che sa quello che è giusto per noi, ma questo non significa che dobbiamo rinunciare a chiedere e a sperare. Io mi sono trovata spesso davanti a situazioni che sembravano ormai definite, chiuse e che invece grazie alla preghiera, sono cambiate totalmente, per questo non mi arrenderò mai e pregherò sempre per gli ammalati, chiedendo incessantemente la loro guarigione, pur rispettando il volere di Dio, perché so che non è certo la sofferenza dei figli che egli vuole.
Accettare la propria croce e pregare per la guarigione, è secondo me la situazione ideale per un cristiano, e non è in contraddizione con se stessa. Anche Gesù ci ha dimostrato come ci si deve comportare, pur chiedendo al Padre se era possibile allontanare da Lui quel calice, accetta la sua volontà e prega per chi lo sta uccidendo, chiedendo per loro il perdono e quindi la salvezza. Egli è infatti morto per la salvezza di tutti gli uomini, anche per i peccatori, quindi nessuno di noi è escluso; possiamo rivolgere a Lui con fiducia la nostra preghiera, sapendo che verrà ascoltata.Il Papa ha proclamato un nuovo giubileo quello della misericordia:"  «La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la stessa sostanza del Vangelo», quindi niente è più bello che poter essere testimoni della misericordia infinita di Dio.

sabato 14 marzo 2015

(Gv 3,14-21) Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

VANGELO
 (Gv 3,14-21) Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e assistimi con la tua sapienza, lascia che io possa lasciarmi andare veramente alla volontà di Dio, che con cuore sincero, impari da te e da Maria tutto quello che devo ancora imparare per essere come Dio mi vuole.

Con questa pagina del vangelo, torniamo al discorso che Gesù fa a Nicodemo, per fargli capire cosa significa rinascere dall'alto.
Gli spiega che solo un amore immenso per gli uomini poteva portare Dio a sacrificare la vita del suo figlio prediletto, in cambio di quella nostra, che pazzi, incoscienti e ingrati, continuiamo a vivere nelle tenebre senza non solo non apprezzare questo gesto, ma addirittura vanificandolo.
Cerchiamo di capire qual è il discorso che Gesù ci fa quando parla di luce e di tenebre ed anche in maniera semplice, ma facciamolo una volta per tutte, altrimenti non usciremo mai da questo tunnel.
Noi non siamo santi, e questo è certo, ma forse pensiamo di essere abbastanza bravi, di piacere al Signore, ma questo amici miei, non è vero....Mi dispiace dover dire questo, e tanto di più mi dispiace sapere che neanche io che vi parlo e che credo di aver compreso almeno in parte cosa vuole il Signore da noi, mi sento esonerata da questo fatto.
Gesù non ama le mezze misure, ci ha sempre detto di fare una scelta tra Dio e mammona, ma nessuno di noi, riesce mai a dare un taglio netto alla sete di potere, al desiderio del denaro, e addirittura alla superstizione, perché magari credendo di non fare niente di male, leggiamo l'oroscopo .... non ci crediamo? E allora perché lo leggiamo? C' è sempre qualcosa che ci impedisce di andare fino in fondo.
Se un fratello ci offende e ci fa del male, qual' è la nostra reazione? Beh a dirla tutta, nella migliore delle ipotesi, lo cancelliamo dalla nostra vita ed in questo gesto, che sembra innocuo, o in ogni caso il minore dei mali, noi invece ci mettiamo allo stesso livello di peccatori, di chi ci ha offeso. Pensiamo se Gesù sulla croce ha detto qualche parola contro i suoi carnefici, o se in tutta la vita, ha risposto al male che gli è stato fatto, alle offese ricevute, con rancore o altre offese. E se noi dobbiamo seguire la strada maestra, ossia la via del maestro, la dobbiamo percorrere fino in fondo, specialmente se ci viene chiesto di portare la croce.

venerdì 13 marzo 2015

(Lc 18,9-14) Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

VANGELO
 (Lc 18,9-14) Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni Santo Spirito e guida il mio piccolo cuore, al cospetto del Signore.

Quanto mi tocca questo brano... Tempo fa riflettevo proprio su come siamo poco coscienti di cosa sia il peccato e questo, purtroppo, fa parte proprio della nostra umanità.A volte cerchiamo la perfezione, ma questo ci porta ad allontanarci dalla base della fede, che consiste nell'umiltà di riconoscerci peccatori.
Senza l'umiltà la nostra preghiera non sale verso il Signore, ma gira intorno a noi stessi.Vediamo solo i difetti degli altri e siamo lontanissimi dall'immagine che dovrebbe avere un seguace di Cristo.
Solo il fatto di considerarci giusti, già fa di noi dei peccatori, e persi nella nostra  superbia, non riusciamo a fare neanche un attento esame di coscienza.Perdonaci Signore di quello che non riusciamo a correggere ed aiutaci a crescere in umiltà.

giovedì 12 marzo 2015

(Mc 12,28-34) Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.

VANGELO
(Mc 12,28-34) Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio, vieni in me e su di me, vieni a fare di me una tua cosa, a darmi il tuo alito di vita, la tua scienza e la sapienza. Vieni a prendere in me il posto che ti spetta, ed usami come più ti piace.
Tutto gira intorno all'amore, eppure il mondo sembra vada a tutt'altra parte...
Siamo abituati a vedere scribi e farisei che contestano Gesù, che cercano di tendergli trappole, spesso pieni di zelo, ma purtroppo, anche di superbia.
Stavolta però scopriamo uno di loro che riesce ad ascoltare bene Gesù, uno che riesce a non mettere ostacoli tra lui e il Cristo, e per questo la grazia di Dio, riesce a toccarlo.
Tra noi e Dio, c'è sempre il nostro io... frase detta e ridetta, ma come si fa a impedire che questo accada?
Partiamo dal presupposto che per poterci mettere all'ascolto di Dio, non serve molto, ma una cosa è necessaria, la nostra disponibilità ad aprirci.
Gesù ci guarda e si china verso di noi, vede la nostra fragilità, ma non si ferma davanti a questo, perchè il suo scopo è guidarci verso il suo regno.
Come i farisei, volte le persone pensano che per avvicinarsi a Dio, occorra una preparazione dottrinale, una sapienza eccelsa, ma non è così; basta accettare di credere in Dio, mettersi al suo cospetto con umiltà e sincerità e allora sarà Dio stesso a prendersi cura di noi, a guidarci verso di Lui con un amore così grande da poterlo quasi toccare con mano.
Sta a noi lasciarci andare, lasciarci abbracciare da questo amore grande e farsi plasmare da Lui, con tranquillità e fiducia, tenendo presente che su questi due comandamenti si basa tutta la nostra fede e che questi sono quelli che ci debbono guidare.

mercoledì 11 marzo 2015

(Lc 11,14-23) Chi non è con me è contro di me.

VANGELO 
(Lc 11,14-23) Chi non è con me è contro di me. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Io voglio essere con Te Signore mio, aiutami, fa che il Tuo Santo Spirito, sia sempre su di me, perchè la mia scelta di vita sia una sola e per sempre, con te,  per te e da te mi venga ogni cosa, ti amo Gesù e ti desidero nell'anima mia. Amen.

Nel brano di oggi, Luca ci parla di un diavolo che aveva reso un uomo muto, impossessandosi di lui; per un attimo riflettiamo su questo.
La parola, dono di Dio, che ci viene tolta da satana... sembra una cosa dell' altro mondo?
No amici,troppo spesso neanche ce ne accorgiamo, ma è così, i figli non parlano con i genitori, non gli comunicano i loro pensieri, i loro problemi... si isolano.. e comincia così una specie di mutismo parlato, fatto di frivolezze e bugie, e nessuno legge tra le righe le cose non dette!
E gli anziani? Le loro paure? Le loro piccole manie di una vita? Dove sta scritto che un anziano dovrebbe stare fermo lì e non rompere, non parlare, non ripetere sempre le stesse cose, magari per colpa dell'alzheimer.
Per non parlare poi dei rapporti tra coniugi, che iniziano quasi sempre con la condivisone di tutto e finiscono con la spartizione di quello che resta tra le macerie di un campo di battaglia.
Voler pregare e non riuscirci...tra i banchi della chiesa fare scena muta, vergognarsi di mettersi in ginocchio ed essere disturbati durante la messa.
La nostra scelta deve essere definitiva, e verso Dio, perchè tutto quello che non viene da Dio, ci allontana da Lui.
Ora torniamo al Vangelo, e vediamo che le folle furono prese da stupore, ma qualcuno tra loro, cercava di attirare l'attenzione non su quello che avevano visto operare da Gesù, ma cercavano di spostarla altrove, cercavano di insinuare dei dubbi.
È satana che torna alla carica, dopo aver tentato Gesù nel deserto, ora tenta gli uomini, gli fa chiedere segni;
lo stesso che aveva fatto con Gesù, ma Gesù aveva risposto a tono, e noi dobbiamo fare altrettanto, se vogliamo fare questa scelta definitiva.
Va indietro satana, tu e tutte le tue lusinghe, tu e tutti i tuoi trucchi, le tue domande, i dubbi che mi insinui nella mente, tu e tutte le divisioni che crei. Va via satana dal mio mondo, vai via con la tua corruzione, con la tua malafede, con la tua ingiustizia e la tua sete di potere. Io non voglio essere tua schiava, non voglio vincere a tutti i costi in una discussione, ma voglio parlare, anche con il mio nemico, perchè è mio fratello.
Io non voglio trincerarmi dietro uno schieramento e fare guerra agli altri, non voglio giudicare, perchè tutti abbiamo le nostre colpe.
Satana è paragonato ad un uomo forte "bene armato che fa la guardia al suo palazzo". Tuttavia, Gesù si mostra più forte di lui", perché lo vince "con il dito di Dio", con la sua forza divina, vale a dire con lo Spirito Santo. Egli gli toglie le armi e gli strappa il bottino. È il segno che il regno di Dio è venuto sulla terra e che la lotta tra il bene ed il male in noi stessi richiedono una scelta, coloro che hanno reclamato da Gesù un segno, ecco che ce l' hanno.
Non ne verranno dati loro altri. Scoprendo i loro pensieri perversi, Gesù mostra loro che sono sotto l'influenza dello spirito malvagio. Poiché noi ci troviamo in mezzo a questa lotta, c’è impossibile una posizione neutrale: ognuno deve pronunciarsi pro o contro. Chi in questa lotta non è con lui, è con Satana, ricordiamo le parole di Gesù:
-o Dio o mammona.-
Gesù sa che gli uomini si fanno facilmente influenzare e che satana non li lascerà certo in pace, ma che in questa lotta farà di tutto per strapparli al Padre, per questo ci consiglia d’essere saldi nella fede e di difenderci dagli attacchi del maligno, fortificando le nostre difese con la preghiera e stando in guardia, esercitando la nostra mente alla parola del Signore, ma anche ad un colloquio diretto e continuo con la confessione.
La ricerca della perfezione spirituale, non è una forma di presunzione, ma, per come la vedo io, una questione d’umiltà; perché penso che poiché siamo ancora molto lontani da Gesù, che deve essere il nostro parametro di misura, abbiamo bisogno continuamente di confrontarci con la parola per non cadere nei trabocchetti del perfido.
Non credere che satana esiste, è già essere caduti in trappola, è già avere fatto la propria scelta, è già negare la parola di Gesù, perché è lui stesso che ce ne parla, e purtroppo fratelli miei, molti sono quelli che ci sono caduti, diffidate anche di chi nella chiesa stessa, non crede che esista satana, e rendetevi conto che molti di questi sapientoni, poi sono gli stessi che invece lo vedono da tutte le parti in cui la Madonna appare…..


martedì 10 marzo 2015

(Mt 5,17-19) Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

VANGELO
 (Mt 5,17-19) Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e parlami come Gesù mi parlerebbe oggi, parlami che io possa capire, che sappia spiegare, ma più di tutto, perché possa vivere questa parola.

Gesù dice delle cose in questo brano, molto importanti, ci annuncia che è venuto con parole nuove, ma non per abolire la legge di Dio proclamata da Mosè e dai profeti, ma per portarla a compimento. Lui è infatti colui nel quale si compie la parola di Dio; Lui è quello che parla con autorità.
Questo termine non va interpretato come intendiamo spesso noi, con potere, ma meglio con legittemazione, perchè Lui è l'autore delle cose che racconta, lui è colui che le vive in prima persona. Quello che porta Gesù, non è contro Dio, ma è l'azione di Dio che si compie in Lui; l’ amore di Dio, che s’ incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza. Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara il posto, ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al di sopra della carne.
Una cosa fondamentale è seguire la parola di Dio, leggerla, meditarla e non discostarsene mai, perchè tutto passerà, ma la parola di Dio è un patto che vale per sempre, e che ci rende eredi del regno; non c'è bisogno di cercare altro.

lunedì 9 marzo 2015

(Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.

VANGELO 
 (Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Ti imploro O Spirito di Dio, aiutami a far entrare la tua parola perfettamente nel mio cuore; a comprendere bene come e perchè perdonare; dammi la forza di farlo secondo il tuo divin volere, perchè io da sola ,non posso neanche capire cosa è veramente il perdono.
Non voglio soffermarmi a spiegare la pagina del Vangelo, perchè è di una semplicità disarmante, infatti tutti capiamo che dovremmo perdonare, ma non ci impegniamo mai abbastanza.
Perdonare è troppo importante e Gesù vuole che proviamo a dare il massimo, perchè solo dando si riceve. È qualcosa che si acquista con la stessa moneta e tutti ne abbiamo un bisogno immenso.Cosa ci impedisce di perdonare? La risposta che viene subito alla mente, è l'offesa ricevuta, ma non dipende da questo, dipende solo da quanto il nostro cuore riesce ad aprirsi all'altro, perchè non c'è perdono senza amore e viceversa.Si dice che se non riusciamo a perdonare noi stessi,  non sapremo perdonare l'altro. Io non so quanto questo sia vero, ma cercando di basarmi su questo, quando sono in difficoltà nel perdonare, comincio con il perdonare me stessa per non saperlo fare.La nostra umanità non parla per testi filosofici, ma per istinto e spesso questo prevale anche sulle buone intenzioni.Si impara a perdonare, imparando a chiedere perdono anche se pensiamo di avere ragione, che poi è molto più facile che farlo quando siamo in torto.Chiedere perdono non vuol dire umiliarsi, ma voler fare prevalere la pace, e si acquista una consapevolezza della bellezza di questo senso di pace, a poco a poco.Perdonare è un' arte come dice  Jean Monbourquette in un suo libro molto bello,  e non si può credere che basti la volontà di farlo per riuscire, perchè ci si esercita come si impara a suonare uno strumento, e se vogliamo che esca della buona musica, dobbiamo mettercela tutta.Non si può pensare di voler perdonare ad ogni costo,  perchè è un'arte difficile, ma come dico spesso ai bambini, quando non arriviamo a qualcosa, possiamo usare uno sgabello, ossia un trucchetto.Io ne ho uno che vi voglio svelare: quando non riesco a perdonare una persona chiedo a Gesù di perdonarla per me, con il Suo perdono che è perfetto e di perdonarmi se non riesco a fare di più. Mi impegno a pregare per quella persona ogni giorno, affidando al Signore la situazione, fino a che non svanirà ogni minima traccia di risentimento."Vogliamo essere soddisfatti per un istante? Vendichiamoci. Vogliamo essere felici sempre? Perdoniamo" (H. Lacordaire) o meglio “Impariamo a perdonare” ---------------------------------