venerdì 17 gennaio 2014

(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

VANGELO
 (Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
(Mc 2,13-17) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito santo di penetrare in ogni ruga della mia pelle, in ogni piega del mio cuore. Fa che solo tua sia la voce che canta alle mie orecchie, che il tuo amore che mi circonda mi faccia esprimere con altrettanto amore, per Cristo nostro Signore, che col suo sangue ha purificato la mia colpa.

Tutti quelli che conoscono Gesù, vengono ogni volta stupiti da come si comporta, da come parla; specialmente quelli che sono i più colti, che credono di avere più diritto degli altri di parlare, quelli che si sentono sempre un gradino più su. Ma Gesù ancora una volta stupisce tutti ed è lo stesso Matteo che ci racconta come fu chiamato a seguirlo. Questa è quella che noi oggi potremmo chiamare testimonianza di una conversione. Matteo era un esattore delle tasse, e quasi sicuramente un po’ disonesto, frequentava gente senza fede e disonesta come lui, ma proprio a lui il Signore dice :- Vieni e seguimi! - A Matteo, che era abituato ad esigere le imposte, viene chiesto di imparare dal Signore ad elargire misericordia, perché con quella verrà giudicato, e tante ne userà agli altri , altrettanta ne sarà usata per lui.Gesù non chiede tasse, non si paga con il denaro quello che Lui offre, ma con quella che chiameremo “la stessa moneta” Perdona e sarai perdonato! Abbi pietà dei fratelli ed il Signore avrà pietà di te!
Quello che forse non salta subito agli occhi, ma che ci richiede un momento di riflessione e di silenzio interiore, è CHE PER PRIMO LUI FA QUESTO CON NOI! Ci dona la sua misericordia, a noi miseri e peccatori di tutte le razze; a noi che siamo assenti mentre ha bisogno di noi; a noi che non vogliamo pensare ad altro che alle cose materiali; a noi che non ci sediamo mai vicino a lui raccolti in preghiera; a noi che giudichiamo il prossimo; a noi che portiamo rancore per ogni torto subito ed ancora, potrei continuare per ore, elencando quelli che sono tutte le nostre mancanze. Cerchiamo di riflettere su quanto siamo immeritevoli di tanto amore e cominciamo a provare ad essere migliori, ad avere più amore e misericordia fra di noi, chiediamo a Lui che è il Maestro di aiutarci.


giovedì 16 gennaio 2014

(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.

VANGELO
 (Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore

(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
(Mc 2,1-12) Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Aiutami mio Signore, con l'effusione del Tuo Santo Spirito, a leggere la Tua parola per trasmetterla, contemplando le Tue intenzioni, per il nostro Signor Gesù Cristo.

Con questo brano del Vangelo, Gesù c’ insegna che la fede è qualcosa che va oltre le barriere e gli impedimenti, che se uno vuole conoscere veramente il Signore, non ci sono impedimenti che tengano.
In questa narrazione troviamo Gesù nel tempio, attorniato dai dottori della legge, che insegna e molti venivano da tutti i territori vicini, per conoscerlo, ascoltarlo ed essere guariti. Alcuni uomini cercano di portare un paralitico da Gesù, ma la folla glielo impedisce, perché tutti vogliono essere lì, tutti fanno a gomitate per assistere. Sì,  per assistere, ma quanti tra loro hanno capito chi era Gesù? Molti si avvicinavano, ancora oggi lo facciamo, a Gesù come ad un maghetto che con un colpo di bacchetta magica può fare la magia. Da una parte ci siamo noi, che siamo increduli e non riusciamo a comprendere il senso della venuta di Gesù sulla terra; ci aspettiamo chissà quale cambiamento, solo assistendo. Dall' altra parte c'è Gesù, pronto per noi, subito disposto a perdonarci i peccati e a sanare le ferite della nostra anima. Riconosciamo di essere paralitici e di avere bisogno di lui, di non saper camminare da soli. Dobbiamo riuscire a capire che solo vivendo le leggi dell’ amore e del perdono che Lui c’ insegna vedremo grandi miracoli; come la fede ci farà correre incontro al Signore e poi a portare la testimonianza del suo amore ai fratelli. Calcolando che all'epoca le persone storpie e ammalate erano considerati impuri, perchè gli ebrei pensavano a Dio come a uno che punisce i peccatori mandandogli le malattie, capiamo che questi quattro amici che avevano condotto il paralitico a Gesù, erano quattro che andavano anche contro le regole della Chiesa d'origine, per poter portare a Gesù quell' uomo. Commosso da tanto amore per il fratello infelice Gesù gli rimette i peccati e poi lo guarisce dalle sue infermità. Questo crea scandalo tra i sommi sacerdoti, che hanno paura di perdere il loro potere. Chi è quest' uomo che dice di rimettere i peccati, quella è una cosa che aspetta solo a Dio, questo è un pazzo.... ma che dice? Alzati e prendi la tua barella e vai a casa? Ed ecco che il paralitico guarisce , si alza, prende la sua barella e se ne va sotto agli occhi di tutti.
Possiamo scegliere di capire che siamo noi il paralitico da guarire, o di essere lo spettatore egoista che non lo fa passare, o di essere l’ amico che lo aiuta a superare gli ostacoli; di essere dei contestatori o di lodare il Signore, possiamo anche continuare ad aspettare di ri-conoscere Gesù come il nostro Salvatore, ma allora non vedremo mai le meraviglie di cui Dio è capace e quello che più conta è che non sapremo mai che anche attraverso noi il Signore compie meraviglie.
Pensando ai sacerdoti del tempo di Gesù, li voglio relazionare (senza voler fare di tutta l'erba un fascio) a certi membri della Chiesa, che in tutti i  tempi,  pur vivendo a fianco di Gesù, non riescono a credere in Lui, non riescono a considerarlo forse, neanche migliore di loro....
Credo che, scusate le parole forti, questo sia il tarlo che divide tutti gli uomini e le donne di Dio.
Non aver fiducia in Gesù, non credere completamente in Lui e non lasciare che sia Lui ad agire in noi.
Voglio mettermi per un attimo, nei  panni dei sacerdoti, non deve essere nè facile nè piacevole, combattere con un popolo come noi, che cerca sempre qualcosa da criticare, che vuole stare al centro dell'attenzione, che litiga per tutto, che vuole una Chiesa su misura..... e ancora più grave, vuole essere protagonista nella Chiesa al posto di Gesù.
Questi sacerdoti che noi critichiamo sono proprio come noi, troppo presi da noi stessi e poco da Gesù.
Vogliamo un rapporto diretto con Dio, un Dio che in qualche modo giustifica tutto quello che non ha spiegazione, un incognita superiore alla quale dare un nome, ma ci crediamo veramente?
Dio li conosce, ci conosce; il cuore di tutti è per Lui un libro aperto, ed ecco che si fa uomo e scende tra noi. Lui è verità, e  costringe tutti a sconvolgere  i nostri piani , ci fa rivedere le nostre scelte,  anche quelle di chi non ha scelto la Chiesa o la cristianità per una vera e propria convinzione, o che non riesce a non far prevalere il volere di Dio sul suo.
Questo è quello che ha fatto Gesù, sempre e nonostante tutto,anche nella più atroce e ingiusta tribolazione affermando: - non la mia ma la tua volontà sia fatta. -
Grazie a Dio Padre che ci ama, al Figlio che ci redime e allo Spirito che ci trasmette tutto questo amore.

mercoledì 15 gennaio 2014

(Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

VANGELO
 (Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Se vuoi Signore....fa scendere su me il Tuo Santo Spirito, per illuminarmi e farmi comprendere la tua parola, farmi capire attraverso le tue azioni, narrate dai Vangeli, i tuoi insegnamenti.
In questa pagina salta subito agli occhi l'immagine del lebbroso, che riconosce d’essere malato ed emarginato da tutti. Questo lo fa soffrire, ma, si fa coraggio, passa tra gli altri, che sicuramente lo scansano e lo guardano con ribrezzo, e si presenta davanti a Gesù.
Sa che Gesù lo accoglierà, per quanto brutto e schifoso possa essere agli occhi degli uomini e questo preso e rapportato al discorso spirituale, ci fa capire che nessun peccato è poi così orribile agli occhi di Dio, da non poter essere perdonato.
L'atteggiamento del lebbroso è di chi umilmente si mette in ginocchio davanti al Signore e per prima cosa accetta la sua volontà, dicendo: <se tu vuoi> e mi sembra di riconoscere in quest’atteggiamento quello che Gesù stesso ci ha insegnato nella preghiera che dobbiamo elevare al Padre.
Andare alla ricerca di Dio, inginocchiarsi davanti a Lui, riconoscerne la regale paternità.
Acquisiamo la consapevolezza che solo da lui può venire la salvezza, che è in Lui il potere di cambiare la nostra situazione e che tutto dipende dal nostro accettare la sua volontà,
a credere in lui, nel potere della sua salvezza.
Accettare che anche se su questa terra non siamo apprezzati, ne ascoltati, ne accettati, agli occhi di Dio siamo considerati come unici, ci deve spingere ad inoltrare a Lui la nostra preghiera, sempre e in ogni modo, in qualunque circostanza, anche quando sembra che proprio lui c’ignori, perché lui è lì e ci aspetta.
Lì dove? Lo fa capire chiaramente: in chiesa.

Lo dice parlando col lebbroso, ammonendolo di recarsi dal sacerdote del tempio per confermare la sua purificazione, la sua guarigione, perché è attraverso i sacerdoti, che lui ci lascia la possibilità di essere guariti dalle nostre infermità spirituali.
Ora sta a noi mettere in pratica il suo messaggio, accettare anche le cose negative della vita, confidare sempre in Dio, adorarlo e rivolgere con vera umiltà a lui la nostra preghiera, confermare con la frequentazione della messa, della comunione con Lui, la nostra fede, come Lui ha confermato la sua volontà di salvarci fino all’estremo sacrificio della croce.

martedì 14 gennaio 2014

Col dolore è inutile lottarci ..... meglio farci pace!

Col dolore è inutile lottarci ..... meglio farci pace!
Non conviene fuggirlo,ma guardarlo negli occhi e lasciare che ti trapassi con consapevolezza che così come è venuto se ne andrà....inutile stringerlo forte per soffocarlo ... fermeresti solo la sua corsa dentro di te.


(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.

VANGELO 
(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Caro Gesù, ti prego di assistermi con il tuo Santo Spirito e di farmi comprendere la tua parola, per poterla rendere viva nella mia vita.

In questa pagina notiamo che Gesù, pur stando tutto il tempo a disposizione della gente, si ritira spesso in preghiera.
Perché Gesù fa questo?
Sicuramente perché ha bisogno di ritemprare il suo spirito, di ricaricare le batterie, come diremmo noi, ma sicuramente ci vuole poco a capire che il messaggio fondamentale è che la preghiera è indispensabile nella vita, per stabilire e mantenere un rapporto costante, con la nostra famiglia celeste, quindi, sia in quella di Gesù che nella nostra.
Vediamo Gesù che guarisce la suocera di Pietro, che, subito, si mette a servirlo.
Che cosa può voler dire questo, rapportato alla nostra quotidianità? Sicuramente che dopo essere stati aiutati dal Signore, guariti, salvati, nell'anima e nel corpo, il nostro dovere, è quello di metterci subito al suo servizio e di dare testimonianza di quanto l’ incontro con Gesù, dia un valore alla nostra vita.
Un' altra nota strana è quella che vede la gente accalcarsi davanti alla porta di Pietro; molti erano guariti e molti demoni scacciati, ma non permetteva a loro di parlare, perché si doveva compiere tutto quello che era stato deciso da Dio, e nei tempi giusti.
Potrebbe restare lì e continuare la sua opera, ma non è lui a decidere, ora come uomo obbedisce al volere del Padre, quindi se ne va con i suoi discepoli nei villaggi vicini.Ha una missione da compiere e se decidiamo di seguirlo, anche noi scopriremo che Gesù non è fatto per chi vuole stare fermo, ma per chi si mette in moto, perché per questo é venuto, per portare nel mondo la sua parola, per portare la salvezza a tutti gli uomini.
Pensiamo alla nostra vita, così immersa in mille faccende, segue questo cammino?
Quanto sentiamo di dovere e potere partecipare a questa missione salvifica del Redentore?
Spesso vedo la gente affannarsi a vivere, di corsa, nel cercare uno scopo; ma lasciando sfuggire il senso della vita tra le dita, perché il nostro attaccamento alla terra, non ci lascia vedere le cose che danno vita al nostro Spirito, ed è come se tutto girasse intorno senza afferrarne il valore.

lunedì 13 gennaio 2014

(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità

VANGELO 
(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore








LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, vieni e parlami come se fossi giusta ai tuoi occhi, non guardare alle mie colpe, non meriterei niente, ma alla tua misericordia, e dammi la possibilità di interpretare la tua parola. Amen.

La cosa che mi salta agli occhi in questa pagina di Vangelo, è il fatto che Gesù è diverso dagli scribi e dai sacerdoti del tempio, questi infatti leggevano i testi sacri, ma non li interpretavano. Proclamavano la parola di Dio, ma non la facevano loro. Gesù invece parla a nome suo, dice cose come convertitevi, il regno di Dio è vicino, e ordina al diavolo di lasciare il corpo degli sventurati che ne sono oppressi. Anche il diavolo lo riconosce ed urla il suo nome, lo chiama il Santo di Dio. Questo suo potere di comandare sugli spiriti impuri, di compiere miracoli, lascia stupefatti tutti coloro che lo seguono. Alcuni vengono abbagliati da Lui, e cominciano ad avere in lui una grande fede, a vederlo come colui che saprà risolvere i loro problemi, altri invece ne avranno paura, penseranno che per causa sua, non avranno più ascendente sugli altri, vedranno sminuirsi il loro potere.
Anche satana e i suoi compari, non accettano certo di buon occhio che Gesù sia venuto a scacciarli e noi sappiamo come satana sa manipolare le menti.Molto più facile per noi seguire le inclinazioni verso le passioni del mondo, e cercare di non sentire la voce della coscienza, ma scegliere per Gesù vuol dire metterci al suo seguito nella via del bene.Seguiamo Gesù, chiamiamolo in nostro soccorso quando abbiamo paura di sbagliare e di cadere nelle trappole di satana, ed egli accorrerà, cerchiamo di vivere sempre con molta umiltà, vedendo i nostri errori e chiedendo perdono ogni giorno, anche di quelli che purtroppo non ci rendiamo conto di fare.

domenica 12 gennaio 2014

(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo.

-VANGELO 
(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo. 
+ Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Padre buono e Santo, manda su di me il tuo Spirito per illuminarmi con la tua parola, fa che io possa seguire a pieno quello che tu mi vuoi concedere di capire.
Gli avvenimenti della storia proseguono; Gesù ha appena cominciato a farsi conoscere attraverso le parole di Giovanni il Battista, che subito parla di conversione … non cerca di trascinarsi dietro persone che non vogliono cambiare, ma gli propone una scelta mettendo davanti a loro quello che sarà tutto il suo messaggio.
Ai discepoli che lo seguiranno, chiede di abbandonare tutto e di aiutarlo nella sua impresa, di riportare gli uomini sulla via della salvezza e, ancora oggi, molti lasciano la famiglia d’ origine per seguire Gesù in questa sua impresa. Grazie a questi uomini, noi oggi possiamo ricevere i sacramenti che ci permettono di essere perdonati e riavvicinati al Padre attraverso il Figlio.
Non lasciamo che questi uomini combattano da soli al fianco di Gesù, ascoltiamoli e cerchiamo di aiutarli con la nostra testimonianza di figli di Dio, preghiamo per loro, spesso oggetto di attacchi da parte di satana.
Anche a noi fa lo stesso discorso, perché la sua parola è viva oggi come allora: Venite dietro a me, vi guiderò verso la salvezza, ma per fare questo, dovrete abbandonare tutto ciò al quale siete legati, che vi tiene attaccati a questa terra, ai piaceri materiali, perché vi tiene lontani da Dio. Loro aiuteranno noi, in questo scambio reciproco dono dell' amore di Dio.
Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita, ed ecco che ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi. Vi farò pescatori di uomini dice e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini. Forse una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest'uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.


sabato 11 gennaio 2014

(Mt 3,13-17) Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.

VANGELO 
(Mt 3,13-17) Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’ acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Manda Signore il tuo Spirito su di me, per farmi comprendere in tutta la sua meraviglia il tuo volere.
Amen.
Giovanni lo aveva preannunciato, e tutti aspettavano di conoscere colui che sarebbe venuto dopo di lui. Gesù giunse, ma si mescolò alla folla per ricevere il battesimo come tutti gli altri. C’era da parte di tutti la volontà di essere purificati dal peccato, di cominciare da capo, di ritrovare la speranza di un salvatore.
Gesù poteva avanzare, farsi riconoscere, ma non fece nulla; si fece come tutti noi, uomo tra gli uomini, ricevette il battesimo con l’ acqua da parte di Giovanni e poi… .mentre stava in preghiera si aprì il cielo e lo Spirito Santo scese su di Lui sotto forma corporea come di colomba, mentre una voce dal cielo lo annunciava come il figlio prediletto di Dio.
Un’ immagine suggestiva quella del battesimo di Gesù, che fa pensare all’ incontro con tutti noi; quel suo stare tra i peccatori, è fratello, che ha compiuto il volere del Padre e che è venuto per ricordarci il volere di Dio. La speranza si fa presente con Lui, perchè come dice il profeta Isaia: ”consolate il mio popolo dice il vostro Dio”, non vuole un popolo disperato e per questo ci manda un salvatore, che grazie al suo sacrificio ci condurrà nel regno di Dio.
Dire siamo figli di Dio è bello,ma dobbiamo somigliare a Cristo, dobbiamo sentirci fratelli di tutti gli altri uomini, solo a questa condizione possiamo conoscere che cosa portò Gesù ad accettare il volere di Dio fino all’estremo sacrificio. 
Fu amore, un amore smisurato che non guarda niente, non si ferma davanti a niente, l ’amore di chi ci vuole salvi, di chi non vuole assolutamente che ci perdiamo, e manda il redentore che si unisce a noi e ci insegna la via per tornare alla casa del Padre.

venerdì 10 gennaio 2014

(Lc 5,12-16) Immediatamente la lebbra scomparve da lui.

VANGELO
 (Lc 5,12-16) Immediatamente la lebbra scomparve da lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fà l’ offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
  PREGHIERA
Ti prego o Spirito d' amore, fammi riconoscere il vero volto dell' amore che Dio vuole farci comprendere in questo brano del Vangelo, in ogni sua più piccola sfaccettatura.
I personaggi li conosciamo, o almeno spero che Ci riconosciamo nell' uomo ricoperto dalla lebbra che chiede aiuto a Gesù. La lebbra di oggi forse non è come quella che Gesù guariva così vistosamente, ma è addirittura peggiore, più  subdola e nascosta. Vediamo tanti uomini e donne che pur essendo al seguito di Gesù, non riescono a soffocare il loro io e non riescono ad essere guariti da questo Cristo che purifica.
Nelle nostre Chiese, tanta ipocrisia, tanta superbia, tante divisioni   ...  poca carità, poca umiltà, poco amore per il prossimo!
Quanti hanno capito l' importanza fondamentale della preghiera, che portava Gesù ad isolarsi per cercare un contatto con Dio? Quanti seguono degli schemi, senza mai lasciarsi andare veramente tra le braccia del Signore? Pregare con le labbra, non concedendo nulla a Dio, ma esaltando se stessi, è uno degli errori più frequenti in cui si può cadere. La lebbra della superbia, della vanagloria, dell'ipocrisia. Guariscici Signore! Sappiamo fare discussioni su tutto: su questa o quella frase, su questa o quella apparizione! Una frase che nella prima lettura ci viene data da San Giovanni Apostolo dice tutto in poche righe su quello che si può e non si può, su quello che si deve e non deve: "Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio."
Cosa dobbiamo chiedere a Dio se non : "AUMENTA LA NOSTRA FEDE".

giovedì 9 gennaio 2014

(Lc 4,14-22) Oggi si è adempiuta questa Scrittura.

VANGELO
 (Lc 4,14-22) Oggi si è adempiuta questa Scrittura.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’ inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a capire.

 La profezia si avvera, la liberazione è a portata di mano, eppure qualcuno ancora tentenna.
 Sappiamo chi è Gesù, ma solo sapere non basta, bisogna scoprire quanto cambia l' ingresso di Gesù nella nostra vita, altrimenti è un teatrino senza senso. Il Papa anche  quest' anno, ci sta dimostrando quanto sia importante una fede autentica, che non vuol dire una fede cieca, perchè non è basata su delle fantasie, ma sulla parola di Dio. Deve essere vera, perchè deve essere viva, ossia vissuta insieme al Signore e non può essere vissuta  e non testimoniata con la propria vita.Essere cristiani vuol dire essere testimoni di Gesù, non semplicemente portando una croce sul petto,come un ornamento. Questo è il momento di scegliere per Dio, che non significa vivere solo per Dio, ma vivere sempre con Dio, anche nelle cose di ogni giorno, per entrare in quel regno che ci fa sentire che tutto con Lui è eterno.  Quello che noi conosciamo è nulla rispetto a quello che è veramente, proprio perchè il nostro essere umani, limita la nostra conoscenza delle cose dello Spirito, ma dobbiamo pensare che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, di poco inferiori agli angeli. Cerchiamo di essere CREDIBILI nel fare tutte le cose INCREDIBILI che Gesù ci è venuto ad insegnare, e facciamolo con amore, con gioia, anche quando ci costa sofferenza, anche quando il nostro IO ribolle e si ribella e vorrebbe esplodere in arroganza, superbia e cattiveria.Quello che non è amore, non viene da Dio; teniamolo sempre presente e dato che oggi è il mio compleanno,anche se questa riflessione è per il vangelo di domani, ringraziando tutti per gli auguri, vi chiedo un regalo grande grande,vi chiedo di fare con me questa preghiera:Signore mio, Dio mio, aiutami ad essere tabernacolo per Te, ad essere degna di averti nel cuore, per poter guardare il mondo con i tuoi occhi, i fratelli e le sorelle attraverso la luce del Tuo amore, e per poter vivere con Te,per Te ed in Te sotto la guida della tua etrna Madre,ed essere dimora consacrata a Dio. Grazie e Amen!

mercoledì 8 gennaio 2014

(Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.

VANGELO
 (Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.
+ Dal Vangelo secondo Marco

[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Gesù, che ci indichi come seguire i tuoi insegnamenti, manda su me il Tuo Spirito per comprendere a pieno le tue parole, illuminami Signore.

In questo brano mi sembra chiaro che Gesù ci istruisca a non cercare di fare senza di lui, a non mettere il nostro ego, la nostra sicurezza alla prova, di non seguire una strada che non passi attraverso la preghiera, una strada che non sia la sua.
Troviamo la misericordia di Gesù, che ci viene incontro nel buio e nella tempesta, ma che noi non sappiamo riconoscere perché nella disperazione non riusciamo a distinguerlo. Eppure lo abbiamo visto spezzare il pane, distribuirlo a milioni di persone prima di noi, abbiamo visto come la vita di tanti che ci hanno preceduto è stata impregnata dalla grazia della comunione con Lui.
 Lo possiamo vedere ogni giorno se vogliamo, com’ è bello vivere con Gesù nel cuore; come nella disperazione lui ci sappia confortare.  Affrontiamo la tempesta con Lui, facciamolo salire sulla barca della nostra vita, non ci deluderà. Non restiamo con il cuore indurito, che ci impedisce di essere sereni e di affidarci a Lui.Nella prima lettura Giovanni, che si è tuffato a capofitto nell'amore di Gesù, ci dona un'immagine ci cosa è la fede : è credere che quell'uomo che si dona tutto a tutti è Gesù-Dio, perchè immerso nell'amore di Dio per noi e ci invita a non avere timore di immergerci totalmente in questo amore, di non aver paura di sbagliare,perchè chi resta nell'amore di Dio per gli uomini, non deve temere di sbagliare.Mai come in questo periodo ho sentito l'importanza di queste parole; con Papa Francesco voglio ripetere:“Dio ci ama, e vuole liberarci dal male, dalle malattie, dalla morte, e portarci nella sua casa, nel suo Regno”. Lo ha sottolineato Papa Francesco nel breve discorso prima dell’Angelus il 6 gennaio. “Sinceramente mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, a quelli che sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore. Il Signore ti chiama, ti cerca, ti aspetta, non fa proselitismo, dà amore, e questo amore ti aspetta, aspetta te che sei lontano” Possiamo anche scegliere di  non essere accoglienti, di fare come il fratello prodigo della parabola, che facendo un confronto fra lui e l'altro che aveva abbandonato la casa paterna, si sentiva offeso e geloso dell'amore del Padre anche per lui.Quando si è lontani da casa, ci manca tutto, ma dobbiamo capirlo per tornare a cercarlo, dobbiamo capirlo per aiutare Gesù a cercare i fratelli che si sono persi, per fare come Giovanni, immergendoci nell'amore di Dio per tutta l' umanità.

martedì 7 gennaio 2014

(Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

VANGELO
 (Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’ erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili. Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore, grazie. Amen.

Questo è  un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune , piccole cose,  che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali.
Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel Suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa. Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo. I suoi discepoli si stanno preoccupando nonostante Gesù sia con loro, sono loro a suggerirgli cosa fare! Come vediamo, non basta conoscere Gesù per non sbagliare, occorre che impariamo ad agire noi come vuole Gesù e non chiedere a Lui di fare quello che noi vorremmo.
Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla. Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il Suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. I discepoli di allora e quelli di oggi, forse dimenticano troppo spesso di essere strumenti di Dio e di poter contare sullo Spirito Santo. Non serve essere esegeti, teologi, ma affidare tutta la nostra vita, la nostra imperfetta umanità a Gesù Cristo perché ci trasformi.
Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce. Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso  quell’ ostia  i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue; amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro.
Non è facile vivere la carità, la condivisione, non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo, potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità. Dobbiamo avere più coraggio e non farci tarpare le ali da chi ci suggerisce l’  idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza.
Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre.

lunedì 6 gennaio 2014

(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino.

 VANGELO 
(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Padre che ci doni lo Spirito, Tu non rifiuti mai lo Spirito Santo a coloro che te lo chiedono, Perché tu sei il primo a desiderare che lo riceviamo. Concedici dunque questo dono che riassume e contiene tutti gli altri. Amen. Tutto combacia con le profezie,anche il territorio in cui Gesù comincia a muoversi dopo la cattura di Giovanni il Battista, è lì che i popoli che vivevano nelle tenebre vedranno la luce.

Il popolo d’Israele era in quel periodo oppresso dall’ occupazione Romana, che dava importanza solo ai capi degli ebrei e ai sommi sacerdoti. Ecco che Gesù comincia a far capire da subito che non è venuto per andare ad inchinarsi davanti a loro, al potere, ma anzi, sceglie per amici, i più umili della zona; comincia a predicare un vangelo che parla d’amore e di salvezza, di luce e molti uomini lo seguivano. Andava nelle sinagoghe e parlava alle genti dicendo…”convertitevi, il regno dei cieli è vicino” che poi significava, pensa che devi morire, cambia la tua condotta, non rimanere fermo nei tuoi preconcetti, vieni e seguimi, io sono la luce che t’indicherà la via della salvezza. Mentre diceva queste cose, guariva gli ammalati, ridava la vista ai ciechi, scacciava i demoni….Solo chi rimaneva chiuso nel cuore non lo accettava, cercava delle scuse per non credere in Lui.
Ancora oggi in fondo è così, si cercano tante motivazioni per contestare il cristianesimo, vediamo che le stragi di cristiani si susseguono nell’ indifferenza di molti, addirittura c’è chi, quasi per giustificare questi delitti, ne mette altri sul piatto della bilancia, come se con delle motivazioni più che altro politiche, si possa mai trovare una giustificazione a tutto questo…Gesù è amore e solo con amore può essere accolto e compreso.Sono le nostre miserie di cui si è fatto carico, le nostre divisioni e le nostre colpe che ancora oggi lo inchiodano alla croce. Riuscire a capire chi è Gesù, a riconoscerlo come colui che ci trasmette l’amore di Dio Padre, superiore ad ogni nostra attesa e ai nostri meriti.
E’ stato il primo ad amarci e aspetta a braccia aperte che ci lasciamo abbracciare da lui e corrispondiamo al suo amore, ma noi cerchiamo troppo spesso di capire, ci fermiamo a giudicare, gli errori degli uni e degli altri, senza riflettere che seguire Cristo vuol dire proprio amare, nonostante tutto.


domenica 5 gennaio 2014

SANTI é BEATI :

San Carlo da Sezze Frate laico francescano

6 gennaio

Sezze (Latina), 19 ottobre 1613 - San Francesco a Ripa, 6 gennaio 1670

Giancarlo Marchionne nacque a Sezze (Latina) nel 1613 da genitori contadini. Fece anche lui il pastore e l'agricoltore. A 17 anni fece voto di castità in onore della Vergine e poco dopo entrò nell'Ordine dei Frati minori come fra Carlo. Fu in numerosi conventi del Lazio come cuoco. portinaio, questuante e sacrestano. Ma, nonostante gli scarsi studi, aveva doni di scienza straordinari e ciò gli permise di realizzare una vasta produzione di opere ascetico-letterarie. Fu consigliere di Alessandro VII e Clemente IX. Morì nel 1670 ed è santo dal 1959. E' patrono di Sezze e della diocesi di Latina-Terracina Sezze-Priverno. (Avvenire)

Etimologia: Carlo = forte, virile, oppure uomo libero, dal tedesco arcaico

Martirologio Romano: A Roma, san Carlo da Sezze, religioso dell’Ordine dei Frati Minori: costretto fin dalla fanciullezza a procurarsi il vitto quotidiano, esortava i compagni all’imitazione di Cristo e dei santi; indossato finalmente, come desiderava, l’abito francescano, si dedicò all’adorazione del Santissimo Sacramento.
Ascolta da RadioVaticana:


Nato a Sezze (Latina) il 19 ottobre 1613 da Ruggero Melchiori (o Marchionne) e Antonia Maccione, contadini piissimi e di buona condizione, Carlo fu battezzato il 22 dello stesso mese, come risulta dall'unico registro contemporaneo esistente tuttora presso la cattedrale di S. Maria. Per motivi di salute dovette sospendere gli studi elementari: fece il pastore e poi il contadino. A diciassette anni emise il voto di perpetua castità in onore della Vergine e quindi, contro il parere dei genitori e dei parenti che lo avrebbero voluto sacerdote, preferì, per spirito di umiltà, rendersi religioso converso. Vestì, pertanto, l'abito dei Frati Minori nel convento di S. Francesco in Nazzano il 18 maggio 1635 e, dopo aver superato molte difficoltà, professò il 18, o il 19 maggio dell'anno seguente. Risiedette successivamente nei conventi di S. Maria Seconda in Morlupo, di S. Maria delle Grazie in Ponticelli, di S. Francesco in Palestrina, di S. Pietro in Carpineto Romano, di S. Pietro in Montorio e di S. Francesco a Ripa in Roma. Tra il 1640 e il 1642 dimorò per breve tempo nei conventi di S. Giovanni Battista al Piglio e in quello di S. Francesco in Castelgandolfo. NelI'ottobre 1648, ascoltando la Messa nella chiesa di San Giuseppe a Capo le Case in Roma, al momento dell'elevazione, ricevette dall'Ostia divina una ferita di amore al petto.
Impiegato negli uffici propri del suo stato, di cuoco, ortolano, portinaio, questuante e sagrestano, Carlo si distinse per l'umiltà, l'ubbidienza, la pietà serafica e l'amore verso il prossimo, riuscendo ad unire alla più intensa vita interiore e contemplativa una instancabile attività caritativa e apostolica che lo condusse a Urbino, a Napoli, a Spoleto e in altre città.
Laici, sacerdoti, religiosi, vescovi, cardinali e pontefici si giovarono dell'opera di Carlo, che aveva avuto da Dio doni straordinari, tra i quali, in particolare, quelli del consiglio e della scienza infusa (riconosciuto, questo prorsus mirabile dal breve stesso della beatificazione). Ad Alessandro VII, che lo interrogava su Girolama Spada, giustiziata come eretica a Campo de' Fiori il 5 luglio 1659, Carlo rispose che non si era mai recato a casa della donna, sapendo che in lei non v'era nulla di buono. Clemente IX lo inviò a Montefalco per esaminarvi lo spirito di una monaca, falsamente ritenuta santa. Carlo predisse il supremo pontificato ai cardinali Fabio Chigi (Alessandro VII), Giulio Rospigliosi (Clemente IX), Emilio Altieri (Clemente X) e Gianfrancesco Albani (Clemente XI).
Dopo la morte, avvenuta il 6 gennaio 1670 a San Francesco a Ripa, comparve sul petto di Carlo un singolare stigma, che fu riconosciuto di origine soprannaturale da un'apposita commissione medica e fu addotto come uno dei due miracoli richiesti per la beatificazione. I processi canonici, iniziati poco dopo la morte, subirono notevoli ritardi dovuti a contingenze storiche. Clemente XIV dichiarò l'eroicità delle virtù il 14 giugno 1772; Leone XIII, con breve del 1° ottobre 1881, lo beatificò il 22 gennaio 1882, e Giovanni XXIII lo canonizzò il 12 aprile 1959. La sua festa si celebra il 6 gennaio. Benché a scuola avesse imparato a leggere e a scrivere malamente, Carlo fu autore straordinariamente fecondo.

VOCE DI SAN PIO :

-" L’amore non soffre dilazione ed i magi appena giunti non risparmiano fatiche per far conoscere ed amare Colui che con l’influsso della grazia aveva conquistato i loro cuori, ferendoli di quella carità che ama spandersi, perché il cuore nella sua piccola mole non può contenere ed ama comunicare ciò che lo riempie." (TN, in Epist. IV, p. 887).

(Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’ oriente per adorare il re.

VANGELO
 (Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’oriente per adorare il re. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’ è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’ udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’ io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore

(Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
(Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, vieni in Spirito santo, ed indicami la via da seguire per vivere la tua parola.  

Le scritture parlano di un re che deve venire, il re dei Giudei e, quando Erode si ritrova davanti i magi, venuti da lontano che cercano questo neonato per adorarlo, si irrita, ha paura di perdere il regno. Si sente minacciato, ed allora furbamente cerca di ingannarli e si fa promettere che al ritorno sarebbero passati da lì per dirgli dove trovare il bambino per andare anche lui ad adorarlo.
Chi sono i magi? Probabilmente quelli che oggi noi chiamiamo scienziati, quelli che scrutando il cielo cercano di capire e di analizzare gli avvenimenti, quelli che cercano un segno e attraverso quella loro ricerca si mettono in moto e scoprono Gesù, come per significare che scienza e fede non sono in opposizione, mentre quelli che studiano le scritture e che le insegnano nel tempio, i saggi e i sacerdoti, restano fermi nelle loro posizioni, non accettano in quel bambino il Messia. Non vanno neanche a vederlo, non si scomodano, meno che mai vanno ad adorarlo. E noi? Abbiamo sentito parlare di Gesù, che cosa abbiamo fatto? Ci siamo mossi per andare ad adorarlo? Quanto è cambiata la nostra vita con lui? Sappiamo testimoniare che la sua venuta ci ha cambiato la vita?
I nostri scrigni pieni di doni ricevuti da Dio per presentarli davanti al trono di Gesù, restano troppo spesso chiusi ermeticamente come i nostri cuori.

sabato 4 gennaio 2014

VOCE DI SAN PIO :

-" Incominciamo oggi, o fratelli, a fare il bene, ché nulla fin qui abbiamo fatto». Queste parole che il serafico padre san Francesco nella sua umiltà applicava a se stesso, rendiamole nostre all’inizio di questo nuovo anno. Veramente nulla abbiamo fatto fino ad oggi o, se non altro, ben poco; gli anni si sono susseguiti nel sorgere e nel tramontare senza che noi ci domandassimo come li avevamo impiegati; se niente vi era da riparare, da aggiungere, da togliere nella nostra condotta. Abbiamo vissuto all’impensata, come se un giorno l’eterno giudice non dovesse chiamarci a sé e chiederci conto del nostro operato, del come abbiamo speso il nostro tempo. Eppure di ogni minuto dovremo rendere strettissimo conto, di ogni movimento della grazia, di ogni santa ispirazione, di ogni occasione che ci si presentava di fare il bene. La piú lieve trasgressione della legge santa di Dio sarà presa in considerazione!" (TN, in Epist. IV, p. 875).

SANTI é BEATI :

San Carlo di S. Andrea Houben Passionista

5 gennaio

Munstergeleen (Olanda), 11 dicembre 1821 - Dublino, 5 gennaio 1893

Martirologio Romano: A Dublino in Irlanda, beato Carlo di Sant’Andrea (Giovanni Andrea) Houben, sacerdote della Congregazione della Passione, zelante ministro del sacramento della Penitenza.

Giovanni Andrea Houben quarto di undici figli, nacque l’11 dicembre 1821 a Munstergeleen in Olanda e sin da bambino manifestò il desiderio di darsi al sacerdozio, ma si decise solo verso i ventidue anni, quando chiamato a prestare il servizio militare a Bergen-op-Zoom, sentì parlare da un suo compagno della Congregazione dei Passionisti, fondata nel Settecento da s. Paolo della Croce.
Una volta congedato chiese di essere ammesso nei Passionisti e accolto dal beato Domenico Barberi per il noviziato nel convento di Ere (Belgio), prendendo il nome di Carlo di S. Andrea; professò i voti il 10 dicembre 1846 e terminati gli studi superiori, venne ordinato sacerdote il 21 dicembre 1850, dal vescovo Labis di Tournai.
A fine 1851 fu inviato in Inghilterra dove i Passionisti avevano fondato tre conventi; lavorò con grande entusiasmo, così da divenire un “Apostolo dell’Ecumenismo” adoperandosi per il bene delle anime e per l’unità dei cristiani.
Ma il Signore lo volle poi in altro posto, nel 1857 fu inviato nel convento di Mount Argus presso Dublino, in Irlanda e fondato un anno prima. Qui padre Carlo di S. Andrea trascorse quasi tutta la sua vita; la fama delle sue virtù attirò ben presto al convento un gran numero di fedeli che affluivano per avere una sua benedizione, in particolare gli ammalati, con guarigioni sorprendenti.
Lo chiamavano il ‘Santo di Mount Arges’ e di lui si può dire quello che si dice di Gesù, “passò facendo del bene”. A causa della scarsa conoscenza della lingua irlandese non fu un grande predicatore, né missionario tra il popolo, ma si dedicò specialmente alla direzione spirituale di quanti lo visitavano, attraverso il sacramento della confessione.
Un padre Pio da Pietrelcina di quell’epoca in Irlanda; portava sempre in mano un crocifisso per ricordare continuamente la Passione, celebrava con molto fervore la Messa, che si prolungava oltre il solito. Dodici anni prima della sua morte, fu colpito da una malattia da cui non si rimise più completamente, soffriva di nevralgie ai denti, emicrania e vertigini, tutto sopportò senza lamentarsi.
Andò gradatamente peggiorando, finché morì il 5 gennaio 1893 nel suo convento di Mount Arges di Dublino, i suoi funerali furono un’apoteosi per la partecipazione di una grande folla, che le guardie stentarono ad arginare; segno di un onore popolare che già in vita gli veniva dato, non solo nella città di Dublino, ma anche nell’intera contea.
Un passionista così esemplare, carismatico, povero, apostolico, non poteva rimanere nell’oblio; la causa per la sua beatificazione fu introdotta il 13 novembre 1935.
Papa Giovanni Paolo II l’ha elevato agli onori degli altari come "beato" il 16 ottobre 1988, mentre Benedetto XVI l'ha infine dichiarato "santo" il 3 giugno 2007. La festa religiosa è al 5 gennaio.