domenica 30 aprile 2017

(Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname?

VANGELO
(Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname?
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie O Spirito Santo di essere sempre così presente nella mia vita, di vivere costantemente nel mio cuore e accorrere al mio richiamo. Sei luce che spacca le tenebre, in ogni occasione, sei voce che grida nel deserto, la voce del Signore mio, sei l’ impronta che Dio pone davanti a me perché ci metta il mio piede. Nulla ti è oscuro e nulla tu mi neghi. Ti adoro mio Signore che nella SS. Trinità, ci riempi della tua misericordia.


Seguire Gesù. Sappiamo quanto è difficile essere onesti, quanto ci costa essere cristiani, vincere la tentazione di fare come tutti, come è difficile essere compresi e non trattati da poveri dementi per questa nostra fede.
A Gesù stesso fu riservato questo trattamento, figuriamoci a noi, non ci saranno certo belle parole e complimenti, anzi, a volte anche tra chi ha fede tra chi vive nella stessa comunità Cristiana, ci saranno incomprensioni.
Pensate che Gesù, che non aveva colpe, non aveva mai dato scandalo con i suoi comportamenti, non aveva mai fatto del male a nessuno, lo hanno oltraggiato, fustigato, sbeffeggiato ed ucciso. Noi spesso ci lamentiamo dei nostri problemi, dei disagi e delle incomprensioni ; speriamo di essere trattati meno duramente amici miei, noi che siamo anche peccatori….
Gli uomini hanno molta più memoria dei peccati altrui che dei propri. Una frase in questa pagina di Vangelo, mi porta a invitarvi, e a rinnovare a me stessa l’ invito a credere e a fare veramente posto alla parola di Dio nel nostro cuore:- E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. -Proprio le persone per cui Gesù era venuto, per coloro che presiedevano il culto nel tempio, non riescono ad accettare di aprire il cuore e la mente al Cristo.
Era entrato lì appena dodicenne e i dottori del tempio si erano meravigliati di tanta sapienza. Ora però Gesù non si limitava a dire loro quello che era giusto secondo il volere di Dio, non si fermava alla teoria, ma era passato alla pratica, e li spingeva alla pratica nel nome di Dio. La legge di Dio non è solo una legge scritta da imparare a memoria e decantare, ma è adesione alla parola e alla persona che è la parola stessa.
"In principio era il verbo,il verbo era presso Dio,il verbo era Dio" Gv 1,1
Ma quando uno non vuole aprire il suo cuore,non permette che il Signore apra la sua mente; tutti coloro che si oppongono a Dio, che gli parlano sopra, non ascoltano la sua voce e si fermano ai loro pre-giudizi. Proprio così fecero i cosiddetti sapienti, che videro in Gesù, solo il figlio del falegname e non riuscirono ad andare oltre.
Oggi mi chiedo e vi invito a porvi la stessa domanda: che cosa è cambiato in me da quando Gesù è entrato nella mia vita? Quanto riesco a lavorare su me stessa per far si che la sua parola sia aderente con la mia vita? Comprendo che le parole di Gesù mi riguardano personalmente?
Lasciamo che Gesù entri con tutto il suo ESSERE nel nostro cuore, facciamogli tutto il posto che riusciamo a fargli con la nostra disponibilità a fidarci di lui ed affidarci a Lui, non cerchiamo di voler fare, capire, agitarci come Marta, ma restiamo in ascolto di quello che lui ci indicherà con la sua parola…facciamogli posto nel cuore e nella mente e allora si che vedremo grandi prodigi, senza dover andare troppo lontano a cercare, ma ripartendo da dentro il nostro cuore.
Potremo allora dire anche noi, ti cercavo fuori e ti ho trovato dentro di me, come ha detto Sant’Agostino :" tardi t'amai "

sabato 29 aprile 2017

(Lc 24,13-35) Lo riconobbero nello spezzare il pane.

VANGELO DI DOMENICA 30 APRILE 2017
(Lc 24,13-35) Lo riconobbero nello spezzare il pane.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore  


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e donaci di conoscere Gesù in Spirito e Verità. Fa che possiamo sentirlo sempre vicino a noi, che sappiamo farci guidare dalla sua parola perchè è l’ unico che ha fatto ogni cosa per il nostro bene!
Riprendiamo questo brano che abbiamo già incontrato una decina di giorni fa, e torniamo ad analizzarlo perchè ci sorprenda con un nuovo messaggio dello Spirito di Dio.
I due discepoli stanno attraversando un brutto momento, non credono più in niente di tutto quello che li aveva sostenuti prima della morte di Gesù.
Le donne raccontano di averlo veduto risorto... i discepoli di averlo toccato ... ma loro
avevano perso ogni speranza, loro erano fermi nella triste certezza che tutto era inutile, che la liberazione sperata non sarebbe mai giunta da Gesù, che la croce era il segno della sconfitta.
In questo stato d’animo non riescono ad andare oltre, ma Gesù si avvicina a loro, gli parla, cerca di dare una nuova chiave di lettura degli eventi, perchè possano rileggerli alla luce dello Spirito.
Ecco il passo da fare, quell’andare più in là del visibile, del corporeo, quel saper vivere dello Spirito di Dio.
“Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.” prendiamo questa frase come Luca ce la porge e leggiamola con altri occhi:” quando pensavano di aver compreso ciò che era successo, che Gesù ormai fosse lontano da loro...”
Gesù ancora una volta sconvolge il loro modo di leggere la storia e li meraviglia con la sua presenza.
Non li ha lasciati; non ci ha lasciati, ma è pronto a fermarsi con noi, a riscrivere insieme a noi la storia della nostra vita.
Quella parola che faceva fremere il cuore dei due discepoli di Emmaus, fa fremere ancora oggi i nostri cuori, è viva ed efficace se riusciamo non soltanto a leggerla, ma a farci trasformare da essa.
Provate ad andare ad Adorare Gesù Eucarestia... provate lasciare che vi guidi lo Spirito... provate per scoprire come in ogni riga, in ogni palpito del nostro cuore, potrete riconoscere la presenza del Signore!

venerdì 28 aprile 2017

(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

VANGELO
(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Amore Eterno, che da sempre mi amasti e sempre mi amerai; vivi nel mio cuore scacciando da quello che è il tuo posto, tutto quello che è gramigna ai tuoi occhi. Tu che hai scelto nel tuo immenso amore di darci prova della più grande umiltà perdonaci le nostre continue infedeltà e le nostre incertezze ed aiutaci a fare la Tua volontà.
I piccoli di Dio sono secondo me tutti coloro che si affidano semplicemente per quello che sono,con i loro difetti,le loro paure,e la loro voglia di diventare come Dio vuole.
Per farlo abbiamo bisogno di riconoscerci indegni di tanto amore e tante grazie,perché solo capendo che tutto quello che c’è di buono in noi viene da Dio,sapremo metterci davanti a Lui con il cuore sincero. A volte credersi arrivati,perfetti,porta a sentirsi superiori agli altri….Questo è il primo segno di trovarsi su una strada sbagliata. I piccoli che Dio ama,sono quelli che sanno di essere nulla senza di Lui e di ricevere tutto per grazia.- Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.-Solo amando si sopporta il peso delle difficoltà e delle malattie,solo amando le disgrazie,diventano grazie che Gesù ci fa dono di condividere con noi.Lui ha preso la nostra croce per amore, è inchiodato per amore,si fa pane per restare con noi per amore…e noi? Che aspettiamo amici a diventare un tutt’uno tra noi e con Cristo?
Lui sì che sa amare e perdonare, non ci sono regole da imparare, né riti da eseguire, non è importante essere ebrei, circoncisi, preti o monache, quello che conta è diventare suoi, amarlo e accettare di amare in quel modo sublime, assurdo si, ma trascinante, che non si ferma a riflettere, a guardare se l’ oggetto del suo amore, merita o no…. Ama e basta, ama anche il dolore che gli dai, come una madre ed un padre insieme, che amano il figlio che li trascura, li ferisce, che bramano un suo sguardo, una sua carezza, che aspettano solo di vederlo tornare sano e salvo per stare bene, che sono in ansia se è lontano…L’ amore di Dio è quello di tutte le madri e i padri del mondo e tanto, tanto di più……

giovedì 27 aprile 2017

(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.

VANGELO DI VENERDì 28 APRILE 2017
(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.


Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


Parola del Signore 






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, ad accendere la luce della mente, ad aprire le orecchie al verbo del Signore, a guidare il mio cuore verso la strada che lui ci ha indicato e percorso prima di noi.


Nella prima lettura, ci troviamo a vedere come anche chi dice di non credere comincia ad avere dubbi. I farisei ed i giudei, avevano già risolto il problema di chi si trascinava dietro le folle, come avevano fatto con Gesù, uccidendolo, e i loro discepoli si erano dispersi, ma stavolta era diverso, questi discepoli non si disperdevano, continuavano a predicare nel nome di Gesù, e se fossero stati veramente mandati da Dio ? Li fecero frustare e loro ne furono felici perché venivano colpiti per testimoniare come Gesù, e si sentivano conformi a lui.
Dal vangelo vediamo che cosa significa essere conformi a Gesù, vuol dire essere in comunione con i fratelli, affidare a Gesù anche la nostra materialità, i nostri bisogni fisici, condividere con gli altri, e collaborare con Gesù. Il miracolo che compie il Signore è il simbolo di come sia possibile sfamare tutti condividendo in nome dell' amore. Questa sembra che sia oggi la cosa più difficile, dire al Signore Gesù:- io ho solo questo, come posso aiutarti a sfamare il mondo intero?- Dire a Gesù: - Usami, fai Tu di me strumento delle tue mani. Dire:- Padre ho fame aiutami, ho fame di Te, abbracciami. Ho fame di giustizia, fammi essere giusto per primo; ho fame d' amore, fammi amare come tu ami i miei fratelli.-Abbiamo fame Signore, tu ci hai detto di chiedere a te ogni cosa, ci hai detto che se anche il padre che abbiamo sulla terra al posto del pane ci può dare un sasso, Tu non lo faresti mai, e noi ti crediamo Padre.
L’ amore non ha limiti, i limiti sono nell’ uomo, nel nostro modo di amare e di donarci.A volte diciamo di non aver tempo per pregare, per aiutare, per dedicarci alle opere di carità … questo ci deve far capire che siamo ancora troppo lontani dal Signore, troppo attaccati alla nostra umanità, perché Gesù, ci spinge a provare ad andare oltre i nostri limiti, oltre quello che pensiamo di poter fare, ci spinge ad essere comunione, ad essere testimoni della sua presenza nel mondo e dentro di noi.

mercoledì 26 aprile 2017

(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

VANGELO
(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o santo Spirito, e manda a noi dal cielo, un raggio della tua luce …. che illumini la tua parola e la faccia riflettere nel mio cuore e nella mia mente.
Dall’ alto viene l’aiuto, la luce dello Spirito, l’ amore del Padre per tutti noi figli. Dall' alto viene Gesù, per tutti noi, se lo accettiamo, se lo riconosciamo. Purtroppo noi, spesso, non comprendiamo e ci limitiamo a rinunciare a quello che ci sfugge.
La nostra vita, come quella di Nicodemo, si basa su valori terreni che oserei definire “ terra terra” e che non tengono conto della spiritualità che è comunque insita in ognuno di noi, ma che troppo spesso viene soffocata dalla materialità.
Riuscire a considerare invece la parte spirituale la più importante nella nostra vita, apre un nuovo scenario.
Riceviamo la forza dallo Spirito Santo, e grazie a questa ci possiamo affidare completamente a Dio. Sarebbe una grande conquista se riuscissimo a mettere sempre in pratica l’ affidamento al Signore, anche se mi rendo conto che è questa la cosa più difficile; perché tutto è facile quando va tutto bene, ma nelle difficoltà, quando occorre tutto il nostro coraggio, per difendere le nostre scelte cristiane, allora si che abbiamo bisogno di tutti i doni dello Spirito Santo… chiediamo e ci sarà dato.
Io leggo spesso la vita dei santi e mi rendo conto, che passano attraverso enormi sofferenze, spirituali e corporali, e questo è permesso da Dio per poter partecipare al pagamento del riscatto che va a completare il sacrificio di Gesù Cristo, proprio come dice San Paolo che conferma tale compiutezza e ne specifica la portata: “Completo quello che manca alla passione di Cristo” (Col 1,24) e nello stesso San Paolo leggiamo: “Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5,19).
Gesù chiede ai suoi discepoli:
“Siete pronti a bere il calice che io berrò ?” (Mt 20,22)
" E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’ anima” (Mt 10,28).
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12)

martedì 25 aprile 2017

(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

VANGELO
(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e assistimi con la tua sapienza,lascia che io possa lasciarmi andare veramente alla volontà di Dio,che con cuore sincero,impari da te e da Maria tutto quello che devo ancora imparare per essere come Dio mi vuole.
Con questa pagina del vangelo, torniamo al discorso che Gesù fa a Nicodemo, per fargli capire cosa significa rinascere dall'alto. Gli spiega che solo un amore immenso per gli uomini poteva portare Dio a sacrificare la vita del suo figlio prediletto, in cambio di quella nostra, che pazzi, incoscienti e ingrati, continuiamo a vivere nelle tenebre senza non solo non apprezzare questo gesto, ma addirittura vanificandolo.
Cerchiamo di capire qual è il discorso che Gesù ci fa quando parla di luce e di tenebre ed anche in maniera semplice, ma facciamolo una volta per tutte, altrimenti non usciremo mai da questo tunnel.
Noi non siamo santi, e questo è certo, ma forse pensiamo di essere abbastanza bravi, di piacere al Signore, ma questo amici miei, non è vero....
Mi dispiace dover dire questo, e tanto di più mi dispiace sapere che neanche io che vi parlo e che credo di aver compreso almeno in parte cosa vuole il Signore da noi, sono esonerata da questo fatto.
Gesù non ama le mezze misure, ci ha sempre detto di fare una scelta tra Dio e mammona, ma nessuno di noi, riesce mai a dare un taglio netto alla sete di potere, al desiderio del denaro, e addirittura alla superstizione, perché magari credendo di non fare niente di male, leggiamo l'oroscopo....non ci crediamo?
allora perché lo leggiamo? C'è sempre qualcosa che ci impedisce di andare fino in fondo.
E se un fratello ci offende e ci fa del male, qual'è la nostra reazione? Bhè a dirla tutta, nella migliore delle ipotesi, lo cancelliamo dalla nostra vita ed in questo gesto, che sembra innocuo, o in ogni caso il minore dei mali, noi invece ci mettiamo allo stesso livello di peccatori, di chi ci ha offeso. Pensiamo se Gesù sulla croce ha detto qualche parola contro i suoi carnefici, o se in tutta la vita, ha risposto al male che gli è stato fatto, alle offese ricevute, con rancore o altre offese. E se noi dobbiamo seguire la strada maestra, ossia la via del maestro, la dobbiamo percorrere fino in fondo.

lunedì 24 aprile 2017

(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

VANGELO
(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
CREDO SIGNORE, AIUTAMI A CREDERE!
Oggi vorrei fermarmi con voi alle parole di questa preghiera che mi è sgorgata dal cuore: Credo Signore..... per tua grazia, per tuo dono, io oggi posso affermare di credere.
Credo in tutto quello che la tua Chiesa mi ha insegnato, nonostante l’ umana fragilità degli uomini di Chiesa e la mia.
Marco è duro, ma realista, e ci spinge a leggere le parole di Gesù in tutta la loro franchezza, perchè sono parole che se non riusciamo a tradurre in realtà, ci lasceranno fuori dalla porta.
Quella porta che possiamo senza timore di sbagliare, dire che è Gesù!
Non era la presenza di Gesù che cambiò gli uomini, perchè molti restarono uguali a ciò che erano prima di incontrarlo; ma quelli che credettero in lui, quelli che gli permisero di cambiare la loro vita, furono battezzati e furono salvati.
Solo chi crede veramente, riesce ad evangelizzare, perchè non proclama delle aride teorie, ma trasmettette la gioia del Vangelo ricevuto.
La fede è un grande dono che si riceve nel battesimo, è una grazia che ci viene donata, che resta chiusa in uno scrigno fino a che non decidiamo di affidare la nostra vita a Dio.
I segni che sapremo vedere, che sapremo vivere, saranno la dimostrazione che Dio è veramente entrato a far parte della nostra vita, che siamo cambiati e rinati, che ora viviamo da risorti ed il peccato non regna più nei nostri cuori; questa gioia è quella che potremo annunziare, anche se indegni, ma consapevoli di essere salvati per amore.

domenica 23 aprile 2017

(Gv 3,1-8) Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

VANGELO
(Gv 3,1-8) Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni Spirito del Padre ad insegnarmi come capire ,come leggere tra le parole ,quello che la Parola vuol farmi comprendere,per poter adorare veramente il mio Dio in Spirito e Verità.Grazie , Amen.
Nicodemo era un giudeo, fariseo,una persona importante tra i capi dei giudei, dottore della legge, e questo ci fa subito pensare alla frase che Gesù disse al suo gruppo:" Ipocriti! Bene profetò di voi Isaia, quando disse: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me; è vano il culto che essi mi rendono, impartendo insegnamenti che sono precetti di uomini” (Mt 15,7).Per questo forse va di notte da Gesù, per non essere visto; vorrebbe sapere, poter essere certo, prima di decidere se dar retta a quest'uomo che però, è innegabile, ha qualcosa in se di Divino, lo si vede dalle opere che compie.Ma purtroppo a volte, neanche l'evidenza sembra bastare per convincerci, perchè non riusciamo a lasciare a terra i nostri preconcetti e non sappiamo elevare il nostro spirito.Eppure siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, ci ha fatto poco meno degli angeli, come canta il salmo 8, ma sembra che non riusciamo a prenderne coscienza. Rinascere dall'alto vuol dire morire a se stessi e nascere in acqua e spirito; l'aqua rappresenta il battesimo che ci da la vita di figli, e Gesù ci invita a vivere nell'amore per Lui e con Lui sempre presente nel nostro cuore: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23)Gesù parla a Nicodemo, con tenerezza lo spinge a lasciare le sue idee terrene su come e dove adorare Dio.Lo farà anche con la samaritana,la donna che incontrerà al pozzo. Infatti i giudei pensavano che Dio era da adorare nel tempio di Gerusalemme e i samaritani invece sul loro monte, il Garizim; ma gesù ci fa capire che non è un luogo fisico,ma adorare in spirito e verità vuol dire adorare Dio con tutto il cuore,vivere con Lui un rapporto vero, non solo con le labbra, ma modificando totalmente il nostro modo di vivere. L'atteggiamento del Cristiano non sarà quindi solo preghiera nel tempio, ma diventare noi stessi tempio di Dio, ascoltando e vivendo la parola. Gesù è il mezzo attraverso il quale siamo stati salvati, colui che ha dato la vita per noi, è la parola eterna che ci apre le porte del regno.Come ci ripete il Papa,amiamo la parola, amiamo il Vangelo e soprattutto, amiamo il Signore veramante e non solo con le labbra.Nelle litanie del rosario ce n'è una che in particolare mi fa commuovere,quando definiamo la Madonna,"dimora consacrata a Dio", ci pensate mai a quanto sarebbe bello vivere il nostro battesimo come l'ha vissuto Maria! Se vogliamo pregare veramente come Gesù ci ha insegnato, dobbiamo ricordare queste Sue importanti parole: “Quando pregate, non siate come gli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per farsi notare dagli uomini. …Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. Pregando, poi, non sprecate parole come i gentili, i quali credono di essere esauditi per la loro verbosità. Non vi fate simili a loro, poiché il Padre vostro conosce le vostre necessità ancor prima che gliene facciate richiesta” (Mt 6,5).

venerdì 21 aprile 2017

(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.



VANGELO
(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore di soffiare anche su di me il tuo Spirito, per darmi la conoscenza sempre del tuo volere che debbo e voglio fare e per il quale chiedo a te tutto l' aiuto necessario.
Notiamo come nel vedere Gesù i discepoli gioiscono increduli. Cominciamo con il notare che è sera, come ad indicare che il sole è sceso, la speranza sta per lasciare il posto alla notte, al buio.
Le porte erano chiuse per paura dei giudei, e noi sappiamo che la paura spesso impedisce di ragionare, di vedere, di camminare; la paura ci blocca e ci rende inermi. Per paura Pietro lo aveva rinnegato, gli altri erano fuggiti... solo Giovanni era rimasto accanto a Maria in quel dolore.
Eppure Gesù non li rimprovera per questo, gli mostra le ferite per fargli vedere che è proprio lui, quello che è salito sulla croce, e ha vinto la morte.
È normale che qualcuno abbia dei dubbi, Tommaso che non era presente, resta sbigottito, incredulo, ma disponibile a ricredersi.
La nostra umanità ci porta a credere solo a quello che possiamo vedere, anche se con Gesù ormai abbiamo capito che non può bastare. Ha compiuto miracoli davanti ai loro occhi, è entrato in una casa con le porte chiuse, ma è proprio Lui? Nulla lo può dividere da noi, perché il suo amore lo spinge a cercarci sempre e a darci tutto di se, così come fa con gli apostoli, ai quali dona lo Spirito Santo. Chi fa l’esperienza di Gesù nella propria vita, non ha più dubbi, e non serve che lo veda fisicamente o no, anzi proprio perché si fida della sua parola, riesce a sentire la sua azione tramite lo Spirito Santo. Nel dolore spesso ci sentiamo distrutti sia fisicamente sia moralmente, ma quando chiediamo al Signore aiuto, vediamo che siamo subito alleviati dalla cosa più atroce del dolore, la disperazione. È importante stare vicini a chi soffre, per un motivo o per l’altro, perché noi possiamo essere la parola che Gesù vuole dire, la mano di Gesù che sa accarezzare, noi possiamo essere la testimonianza che Gesù non abbandona i suoi figli, perché seguire il Signore vuol dire amare il nostro prossimo come Dio ama noi.
Amore è la parola d’ordine per entrare nella famiglia celeste, e per tornare nella casa del Padre, dove Gesù è andato a preparare un posto.

(Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.

VANGELO
(Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.


+ Dal Vangelo secondo Marco


Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, conducimi verso la luce, e fa che la mia parola sia conforme alla Tua.
Maria di Magdala capisce che cosa vuol dire passare da una vita di peccato alla redenzione; fa l'esperienza del passaggio e del risorto, è ormai proiettata verso la santità e questo neanche i discepoli riescono a capirla del tutto, tanto che non le credono. A volte penso a Maria di Magdala e alla confusione che ancora oggi si fa e non è mai stata chiarita del tutto sulla sua persona, alcuni dicono che lei e la Maddalena erano due persone diverse, altri che fosse la stessa persona, perchè credo che il fatto che una donna in qualche modo venisse messa da Gesù al pari loro, in fondo, non sia mai andato tanto giù agli uomini dell'epoca.
Gesù è così, non eleva in base al sesso o alla posizione, ma in base a quanto si aderisce al suo progetto di salvezza. La Maddalena è sempre stata giudicata per ciò che di peccaminoso aveva compiuto, persino la sorella Marta la critica anche se la sua intenzione era solo mettersi all'ascolto di Gesù; questo per me rappresenta il nostro umano e fallace modo di vedere. Amo questa figura forse più di ogni altra nei Vangeli, la unisco alla figura di Giovanni evangelista, che vive come lei l'amore puro verso il Signore Gesù. La frase "vai e non peccare più" è uno stile di vita che la donna sceglie di seguire e ce la mette tutta ....dagli scritti della Valtorta,vi invito a leggere : http://www.scrittivaltorta.altervista.org/testi/conversione_di_maria_maddalena.pdf
Il messaggio di Gesù non può essere fermato dal pregiudizio degli uomini, per questo Gesù torna a farsi vedere anche da loro, anche dai più increduli... perchè tutti possiamo fare l'esperienza della Pasqua e del risorto, e lo possiamo testimoniare con la nostra conversione e con la nostra vita, come la Maddalena.
Non importa se per gli uomini conterà sempre di più il nostro passato, quello che conta è il giudizio di Dio.

giovedì 20 aprile 2017

(Gv 21,1-14) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

VANGELO
(Gv 21,1-14) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, vieni con il tuo Santo Spirito, a d illuminare la mia vita, la mia lettura, la mia riflessione ed il mio cammino, perché tutto sia secondo i tuoi insegnamenti.
I discepoli avevano ripreso la vita di tutti i giorni, erano impegnati nella pesca, ma senza frutto. Ancora non avevano compreso a pieno il messaggio Messianico e pensavano di staccare la loro vita terrena da Gesù. Sì certo, potevano farlo, erano liberi, ma avevano conosciuto Gesù, avevano vissuto con lui un rapporto vero ed ora il vuoto, la delusione, si facevano pesanti, e tornare alla normalità, come se niente fosse, era difficile. Ecco allora che Gesù interviene ancora nella loro vita, gli conferma che Lui non è stato l’avventura di un momento, ma l’ avvento di tutta una vita. Ancora una volta è Gesù che gli va incontro e si fa riconoscere, è lui che gli dice dove gettare la rete, e solo ascoltando la sua parola, la pesca diventa fruttuosa. Gesù non è uscito dal mondo, non è tutto finito lì con la sua morte, ma anzi è da lì che tutto è ricominciato. Gesù è vivo e vuole che ce ne ricordiamo sempre, che viviamo in comunione con lui, che ci affidiamo a Lui, e che c’ incontriamo con lui sempre anche nelle cose più pratiche della nostra vita. Lui non è il Signore ad ore, quello cui dedicare un’ora a settimana per la messa, o un' ora al giorno per la preghiera, Lui vuole la nostra adesione completa; non certo perché vuole essere servito e riverito da noi come molti scettici ci vogliono far pensare ma, al contrario, per servire e riverire noi.
Lui che si è fatto servo, che si è umiliato per noi, non sa veramente più come fare per farci capire che solo attraverso di Lui avremo la salvezza.
L’amore che prova per noi, lo porta a farsi ancora riconoscere, nonostante l’ indifferenza degli apostoli e nostra, e noi dobbiamo fare questo passo, senza più indugiare, dobbiamo mettere Gesù ed i suoi insegnamenti al primo posto nella nostra vita.
Gesù non è morto e basta, Gesù è risorto; è tra noi, e non possiamo fare come se nulla fosse.
Dio, ci ama tanto da dare la tua vita per salvare tutti noi suoi figli e tu hai accettato senza recriminare di offrirti per noi. Questo non riusciamo a farlo noi, non riusciamo ad amare come tu ci ami, insegnaci almeno a continuare a provare, anche contro le avversità, insegnaci ad amare i nostri fratelli ed in modo particolare i nostri nemici. Noi non siamo coraggiosi e spesso vorremmo vivere adeguandoci alle regole del mondo, molto più terrene che spirituali, ed è questo invece che dobbiamo imparare a scoprire, che la nostra anima può salvare il nostro corpo, se non vogliamo che il nostro corpo faccia perdere alla nostra anima la presenza di Dio.

mercoledì 19 aprile 2017

(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.



VANGELO
(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio, ti prego, a far luce nel mio cuore e nella mia mente, vieni a dirmi cosa vuoi che io comprenda, e dammi la capacità di trasmetterlo.

Non è un fantasma! Perchè non lo capivano? Avevano letto le scritture, avevano vissuto accanto a lui , ma non avevano ascoltato veramente, non avevano fatto loro il messaggio che Gesù aveva portato a loro, per loro e con loro... ed ora attraverso di loro voleva fosse trasmesso nel mondo.
Cristo vivo attraverso l'esperienza del risorto, non è un personaggio del passato, ma è colui che permette all'uomo nuovo, la donna nuova che vivono in noi, di ricominciare a vivere in Lui. Credo che Gesù può far questo per me? Che può farmi rinascere? Ascolto la sua parola? " Effetà apriti! " Viviamo la nostra nuova missione.
A volte penso che Dio poteva stupirci con "effetti speciali" tipo un grande personaggio che usciva da una nuvola di fumo, come il genio della lampada e forse avrebbe ottenuto di più la nostra attenzione!
Questa parola "ATTENZIONE" è quella sulla quale vorrei fermarmi.
La Bibbia è un libro che ho imparato a leggere con il cuore, ad amare e mi sembra a volte di vivere tra quei personaggi del passato, tra re e pastori, tra uomini e donne che cercano di vivere rispettando le leggi mosaiche, ed altri che cercano di usarle per i loro interessi.
Se scribi e farisei, dottori della legge e appartenenti alle varie tribù e sette, avessero prestato attenzione alla coerenza di Gesù, a come il suo sguardo era amorevole verso tutti, invece di sentirsi preoccupati di perdere il loro potere sul popolo, avrebbero potuto con la loro cultura, aiutare Gesù invece di contrapporsi a Lui.
Provare a capire, non chiudersi, imparare a dialogare anche con idee diverse, può arricchire sia gli uni che gli altri; ma l' uomo ha paura di concedere, come se donando perdesse qualcosa, perché è abituato a non voler perdere nulla, a non fare niente per niente.Dobbiamo imparare a prestare attenzione agli altri, ai loro bisogni, e non pensare che ci tolgono qualcosa, ma che possiamo scambiarci delle cose. L' amore di Dio dovrebbe riempirci il cuore e dovremmo averne in abbondanza da riversare, invece spesso siamo così chiusi da sembrare aridi ed egoisti, presuntuosi e prepotenti. Ci preoccupiamo della cattiveria altrui e perdiamo d' occhio la nostra. Facciamo attenzione!

martedì 18 aprile 2017

(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.

VANGELO
(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE

 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito e insegnami a pensare come Te, insegnami a vivere con Te ed aiutami a guardare con Te questa pagina del Vangelo.
Solo ieri vedemmo che Maria di Magdala non riconobbe subito Gesù, oggi i due discepoli, che pur essendogli stati vicino se ne stanno andando da Gerusalemme confusi e tristi, ugualmente non lo riconobbero se non al momento di spezzare il pane. I limiti umani si incontrano con la potenza di Dio, ma quello che conta , ancora una volta, è spezzare le catene della mente ed aprire il cuore al Vangelo, che non è la parola degli uomini, ma è il miracolo di Dio fatto uomo. Così come gli ebrei non seppero riconoscere in Gesù il Messia, troppo spesso non sappiamo riconoscere Gesù nel povero, nell’inddigente, nell’emarginato.... troppo spesso ci viene chiesto di spezzare il nostro pane con chi non ha nulla, e noi pensiamo solo a tirare fuori tutte le scuse possibili per non farlo. All’inizio del nostro cammino ci siamo innamorati di Gesù, della sua bontà, del suo saperci spingere verso le cose giuste “Eppure ardeva in noi il nostro cuore mentre egli conversava lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” Ma quando viviamo la delusione, l’abbandono, la tristezza, è così facile rinnegare Gesù... É così conveniente voler stare solo dalla parte dei vincenti. É nella comunione del suo amore, in quel condividere la croce, nello spezzare il pane e condividerlo con i fratelli che noi ritroviamo Gesù e che viviamo con Lui.

lunedì 17 aprile 2017

(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

VANGELO
(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Parola del Signore 

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù e chiamaci per nome,perhè anche noi sappiamo riconoscere i Te il Cristo risorto
Maria di Magdala cerca Gesù e non vedendolo nella tomba, si chiede dove sia. Rimane lì, vicino al sepolcro e non riesce a muoversi. In questo io vedo l’immobilità dell’ essere umano che, attaccato agli schemi della terra, non riesce ad andare oltre. Il dolore e lo sconforto ci bloccano, là dove quel corpo non c’è più. Proprio in quel dolore, il Signore invia i suoi angeli ai quali chiedere aiuto, poi arriva e chiamandoci per nome come chi ci conosce profondamente, si fa riconoscere. Lui ci conosce e sa che staremmo immobili nel nostro dolore per questo ci spinge ad andare oltre la morte, per farci comprendere che la vita su questa terra non termina con la morte, ma come Lui, anche noi saliremo al Padre; è Gesù stesso che ce lo dice: ”PADRE MIO E PADRE NOSTRO - DIO MIO E DIO NOSTRO.” Invita Maria ad andare da quelli che Lui definisce i suoi fratelli, perché possa annunciare loro di averlo visto e quello che Lui aveva detto. Se riconosciamo in Gesù il nostro maestro, il nostro fratello e ci riconosciamo figli di Dio, non possiamo rimanere fermi davanti a una tomba vuota, ma annunciare a tutti i nostri fratelli che Cristo è vivo, è in mezzo a noi, che la sua morte non è un qualcosa che ci ha separato per sempre, ma anzi, è servita per permetterci di poter salire dopo di Lui al Paradiso, nella casa del Padre.

domenica 16 aprile 2017

(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

VANGELO
(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.


+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito Santo, che scendi su chi ti invoca con cuore puro e sincero, vieni a confortare il mio cuore, che sempre ti cerca per vivere con te, di te, nel nome di Cristo , Signore della mia vita.


Una bellissima pagina questa del Vangelo, una pagina che ci fa vedere come, alle donne, viene dato il compito di annunciare che Gesù è risorto; come queste donne che hanno seguito ed amato Gesù, che continuano a cercarlo con cuore sincero, egli si rivela.
A loro chiede di dire ai discepoli di tornare in Galilea, come per dire di tornare alle origini, lì dove tutto è cominciato, per ricominciare a vivere tutto quello che Gesù stesso ha insegnato, alla nuova luce della sua resurrezione.
Maria sotto la croce è stata nominata madre dell’umanità, e lei più di ogni altro ci guiderà alla scoperta di Gesù, morto e risorto per noi.
Le donne educatrici, le donne fedeli e devote, le donne che sanno stare in attesa, che sanno soffrire per dare la vita e che sanno che dopo la sofferenza del parto, avranno la gioia di stringere tra le braccia il loro bambino. A quelle donne oggi si chiede come allora, la testimonianza della bellezza di un amore che va oltre la sofferenza.
Troppo spesso capiamo solo dopo un dolore quanto è stato grande l’amore perduto, ma il messaggio che Gesù ci trasmette è quello di andare oltre la terrena umanità che ci tiene legati al dolore e di vedere oltre la vita, alla resurrezione dei morti, perché li ci ritroveremo tutti insieme.
Solo ora,che la Pasqua è stata vissuta tra donne possiamo chiederci che abbiamo saputo testimoniare ai nostri figli: se per noi è stato più importante l’Agnello di Dio che si è immolato per noi sulla croce, o la preparazione dell’agnello pasquale nel forno.

sabato 15 aprile 2017

(Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti.



VANGELO DELLA DOMENICA DI PASQUA 16 APRILE 2017
(Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
 

Parola del Signore.

LA RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA: Ora,per ora e da ora e per sempre, rendimi capace di amare, di essere amore per poterti trasmettere con tutto il cuore.


Corrono tutti .. meravigliati ed increduli… Giovanni e Pietro al richiamo di Maria di Magdala..... come non c’è più? Chi ha preso il suo corpo?
Erano stati vicino a Te Gesù e ancora non avevano capito!
Mi consola questo, perché sono tante le cose che di Te mi sfuggono, ma tu non aspetti che io capisca, mi chiedi solo di fidarmi e non aver paura, che Tu sarai sempre con me e ricostruirai in tre giorni quello che verrà distrutto.
Per questo Amore mio, mi lascio abbracciare e convincere che tutto in Te è possibile e ti chiedo di donarmi sempre la grazia della fede, di far si che tutto quello che ricevo da te io sappia donarlo senza avere paura.
Speranza mia , resta in me anche quando io sarò incredula e avrò paura.
Solo così saprò risorgere con Te anima mia!

venerdì 14 aprile 2017

SABATO SANTO

SABATO SANTO
15 APRILE 2017


Oggi non meditiamo un vangelo in particolare, dal momento che è un giorno senza liturgia. Ma, con Maria, l'unica che è rimasta ferma nella fede e nella speranza, dopo la tragica morte del suo Figlio, ci prepariamo, nel silenzio e nella preghiera, per celebrare la festa della nostra liberazione in Cristo, che è il compimento del Vangelo.







LA MIA RIFLESSIONE


PORTAMI CON TE GESU', CHE PER NOI HAI SOPPORTATO E ACCETTATO TUTTO IL MALE DEL MONDO
Nel luogo dove Gesù si ritrovava con i suoi discepoli, proprio lì Giuda lo tradisce. Quante volte si sente dire che il fumo di satana è entrato anche nella Chiesa! Quanti discepoli di Gesù insofferenti alle regole si ribellano mettendo in atto dei veri e propri tradimenti! Ognuno di noi , può scegliere di seguirlo o di tradirlo, ma di una cosa dobbiamo sempre essere consapevoli, che la colpa è solo nostra.
Il condannato è Gesù, è vero, ma i colpevoli siamo noi, con i nostri peccati, con i nostri tradimenti; noi che siamo colpevoli, lo condanniamo e ci condanniamo a vivere senza di Lui, perchè noi non siamo capaci di amare come lui ama, perchè siamo così imperfetti, così umani e proprio per questo Dio ci perdona.
Cercare di scaricare sugli altri le nostre colpe .... non è quello che facciamo sempre? Negare di conoscere la verità, negando di conoscere Gesù come il Signore della nostra vita! Scegliere di seguire il mondo stolto e corrotto, il mondo che nega Dio, incuranti di quello che succederà, è la più assurda scelta di condanna a morte, ma non per Gesù, per noi, perchè il peccato è sempre una lancia a due punte che ci trafigge, trafiggendo il corpo mistico di Gesù Cristo.
Solo Giovanni e la Madre erano sotto alla croce e urlavano silenziosamente il loro dolore! Perchè noi uomini scegliamo di non amare l' amore? Quale ideologia ci spinge a respingere la cosa più grande, il sentimento più puro? Quanto cerchiamo e dove cerchiamo l' amore dopo averlo ucciso? Perchè la nostra vita senza amore non ha senso è una vita in solitudine, anche in mezzo a milioni di persone. Siamo attorniati dalle fiaccole che portano coloro che vogliono uccidere Gesù, che camminano al buio e non sanno riconoscere la luce che è in Lui.
Questa Quaresima Signore, fa che non sia come le altre, fermaci, abbagliaci, travolgici con il tuo amore, fa che non ti uccidiamo nel nostro cuore, ma entra in ogni uomo della terra e toccaci, guariscici, liberaci, illuminaci. Amen

giovedì 13 aprile 2017

(Gv 18,1- 19,42) Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

VANGELO DI VENERDì


(Gv 18,1- 19,42) Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni


- Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».


- Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».


Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.


Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.


- Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.


- Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.


Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».


E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.


- Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.


Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».


Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».


All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».


- Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.


- Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».


- Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.


- Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.


(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)


- E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».


- Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Oggi Signore ho bisogno di capire perchè hai dovuto soffrire! Ma non mi sarà mai rivelato se non condividendo quella sofferenza.


Io non so il perchè, non lo comprendo, ma so che in quel periodo quello era il tipo di morte più ingiuriosa che si potesse attuare su un uomo.
Per la cattiveria degli uomini, nessuna tortura è mai troppo atroce, per cancellarti alla faccia della terra tutto veniva messo in atto......allora come ora, chi non ti accetta, chi non crede in Te, ti mette in croce e chi ti ama, può solo seguirti sulla croce.
Andiamo in chiesa...andiamo a rivivere il triduo pasquale, non pensiamo al sontuoso pranzo da preparare, alle bocche da sfamare...andiamo per vedere che cosa abbiamo saputo offrire a Gesù in cambio di tanto amore, solo un boccone avvelenato da traditori.

mercoledì 12 aprile 2017

(Lc 4,16-21) Lo Spirito del Signore è sopra di me. secondo Luca

VANGELO DI GIOVEDì 13 APRILE 2017
(Lc 4,16-21) Lo Spirito del Signore è sopra di me. secondo Luca


In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Il Giovedì Santo nelle nostre parrocchie ci si prepara alle grandi celebrazioni, alla ripetizione del rito della lavanda dei piedi, al ricordo dell’ultima cena e dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma io dove sono Gesù? Perché mi sento sempre più sola in questi giorni, perché vedo solo la tua solitudine!
Tutti ti stanno intorno, ma nessuno sembra comprendere quanto è grande il tuo sacrificio, ci si comporta da estranei, non da amici; ognuno cerca il suo posto, lo vuole affermare ed è disposto anche a tradirti, a rinnegarti, a costruire tende…. Ma nessuno vuole prendere il tuo posto!
Tu il nostro posto però l’ hai preso, ti sei messo al nostro posto per riparare al nostro peccato di ribellione a Dio. Quel Dono di te che Tu fai, forse noi non arriveremo mai a capirlo, perché il gesto di umiliarti a lavare i piedi dei discepoli, noi non soltanto non saremmo mai in grado di farlo, ma neanche di comprenderlo.
Siamo come gli angeli decaduti, che si dibattono su questa terra, per far prevalere la loro volontà contro quella di Dio, e ci feriamo accettando il peccato e facendolo penetrare nella nostra vita.
Un’ immagine che mi è rimasta impressa è quella che ho letto tempo fa e che vi trascrivo: - Ad una donna, Consuelo, la Madonna dice: "Il peccato mortale è come una freccia a due punte che l’uomo ha fabbricato nella sua coscienza, consigliato da satana. L’uomo, quando commette un peccato che conduce alla morte, lancia con ribellione questa freccia contro il cuore di Dio. La cosa più sorprendente è che essa non raggiunge il cielo, perché da lì furono precipitati satana, autore del male, e la sua iniquità. La freccia avvelenata si conficca di nuovo nell’ anima dell’uomo che ebbe l’ardimento di ribellarsi contro il Creatore e lo ferisce a morte.-
Scegliendo il peccato,scegliamo di ferirti, e ci feriamo a nostra volta, ma Dio condannò Satana ed il peccato, non l’uomo peccatore, che fu solo allontanato dal paradiso terrestre.
Imparare da te… quanto è importante riuscire a seguirti, lo cominciamo a comprendere solo quando ci lasciamo condurre tranquillamente dalla tua mano,quando capiamo quanto è grande il Tuo amore,quanto è importante per noi e per te,ritrovarci insieme ,non per apparire,ma per essere un tutt’ uno con te.
Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto… queste parole echeggiano nella mia mente e mi sembra quasi di vederti, amico, fratello mio, mentre spezzi il pane con noi, mentre ci confermi la tua disponibilità ad ogni atto d’umiltà, pur di restituirci la nostra dignità di figli di Dio. Questo è quello che Tu vuoi trasmetterci, e solo impegnandoci e cercando di essere sempre più conformi a te, sapremo condividere anche le grazie che da Te ci vengono.

martedì 11 aprile 2017

(Mt 26,14-25) Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!

VANGELO DI MERCOLEDì 12 APRILE 2017
(Mt 26,14-25) Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e vivi in me la visione dell'ultima cena del Signore con i suoi discepoli, perchè attraverso di te mi possa penetrare dentro quello che pensò nostro Signore.Assistimi .
Parliamo del tradimento di Giuda? O parliamo del nostro tradimento? Quante volte ti abbiamo lasciato da solo Gesù in pasto al nemico... quante volte ci siamo schierati con lui....
Noi non siamo migliori di Giuda, noi per seguire i nostri interessi lo abbiamo tradito mille volte, lo lasciamo da solo in chiesa, non ci fermiamo mai a parlare con Lui... e mille altri modi per tradire quel suo amore così grande che non starò ad elencare, per non ferire nessuno.
Quello che vorrei fare oggi, è spingerci ad un esame di coscienza vero. Chiediamo allo Spirito Santo di farci riconoscere i nostri peccati, di farci vedere in quanti e in quali modi tradiamo Gesù. Vedete quale è la differenza tra Giuda e gli altri? Gli altri discepoli lo chiamano Signore,perchè lo riconoscono Signore nella loro vita, ma lui lo chiama rabbì, maestro, ed il maestro insegna, ma noi siamo così attenti alla sua parola o distrattamente non vediamo l'ora di pensare ad altro, di fare altro?
Tu l'hai detto"...con queste parole Gesù ci dice che siamo noi a decidere il nostro destino, la nostra adesione a Lui, l'ultima parola è la nostra. Facciamo che non sia una parola che ci condanna, ma, anche se nella nostra imperfezione, ci sia da parte nostra un' adesione sincera a Dio.
Oggi riflettevamo sui bambini che aspettano la Pasqua solo per mangiare le uova di cioccolata, di chi è la colpa? Cosa gli abbiamo spiegato della Pasqua, come gliel'abbiamo sempre fatta vivere?

lunedì 10 aprile 2017

(Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

VANGELO DI MARTEDì 11 APRILE 2017
(Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».


Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE


PREGHIERA


Spirito Santo, amico mio, fammi capire che cosa vuole Gesù dirmi con queste parole, fammi sentire che tutto illumini, alla luce dell' amore che Lui nutre per me, non certo per i miei meriti o la mia fedeltà, che può crollare nel momento del pericolo come quella di Pietro.


Gesù è con i suoi amici, ed in mezzo a loro c'è quello che lo tradirà; una grande tristezza lo assale, mentre lo comunica agli altri.
Vicino a Lui c'era Giovanni, che qui non è chiamato per nome, ma viene definito il discepolo che Gesù amava, ed è tanto evidente questo che, persino Pietro, che aveva comunque già nei tratti caratteriali il carisma del capo, si rivolge a lui per far chiedere a Gesù il nome del traditore.
E Gesù illumina il suo discepolo, lo illumina con un gesto che mi fa pensare, che niente accade per caso tra noi e Dio.
" Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui." all'inizio non capivo che cosa volesse dire l'evangelista con questa frase, come mai è il pezzo di pane, intinto nel piatto stesso di Gesù, che produce per Giuda la condanna.
C'è un'altra frase che mi balza davanti agli occhi, ed è una frase di Paolo :
" Chiunque mangerà il pane o berrà il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore (1 Cor 11, 27)."
Paolo che provò la grazia del Signore nella debolezza del peccato, comprese con tutta la sua coscienza quello che Luca dice : " Ora, Satana entrò in Giuda chiamato Iscariota, ch'era del numero dei dodici, ed egli andò a trattare con i gran sacerdoti (Lc 22, 3-4)."
Quindi il proposito di tradire Gesù era già in Giuda, e si è accostato alla mensa del Signore già con l'intento di tradirlo, già disprezzando quella grazia che il Signore gli faceva, spezzando il pane anche con lui.
Qui il discorso diventa veramente ampio, quando ci accostiamo alla comunione in peccato, non stiamo sfidando il sacerdote o facendo fesso Dio, ma stiamo mangiando anche noi la nostra condanna, meglio che ne prendiamo atto, prima di metterci nelle mani di satana!
Uscito Giuda, Gesù resta con i suoi amici, che pur nelle loro imperfezioni, gli restano fedeli, ed a loro annuncia la sua partenza. Non gli dice apertamente che sarà ucciso, ne' come questo avverrà, ma gli dice che sarà glorificato, per la gloria di Dio. Anche Pietro, che crede di essere in una posizione di sicurezza per quanto riguarda la lealtà a Gesù, sembra disposto ad accettare ogni prova pur di poterlo seguire, ma Gesù , che è verità, che sa ogni cosa perchè è Dio, lo ammonisce con dolcezza, come per dire, non essere sicuro di te, perchè anche tu nella prova, se resterai da solo e smarrito, potrai cadere, non contare sulle tue forze e sulle tue buone intenzioni. In questo ultimo atteggiamento di Gesù, c'è molto di più di quello che sembra così, a prima vista; devo confessarvi che a questa frase di Gesù, è legata la mia conversione. Vi rubo ancora un attimo per raccontarvi che in un periodo particolare della mia vita, quando ormai stavo per cedere all'insistente richiamo del Signore, avevo però una forte remora a recarmi da un confessore, non mi sembrava giusto che un sacerdote, che sicuramente non era perfetto, potesse giustificare i miei peccati agli occhi di Dio.
Era il giorno di san Pietro e Paolo, nel santuario del Divino Amore di Roma,quando capii che se Gesù aveva giustificato la debolezza di Pietro, io non potevo oppormi ancora al suo volere.... da quella confessione alla caduta di cavallo come san Paolo, è stato tutt'uno.Per questo io mi rivolgo a voi che ancora non riuscite a trovare la forza di mettervi davanti ad un confessore... non indugiate ancora, nell'uomo imperfetto che vi accoglierà, troverete lo Spirito di perfezione di Gesù stesso. È a Lui che chiederete perdono, non fate passare questa Pasqua senza confessarvi e comunicarvi, la strada è ancora lunga e dura, e se al canto del gallo non vogliamo tradire il Signore, dobbiamo nutrirci del suo corpo e del suo sangue, perchè è in lui che troviamo la forza di respingere il male esterno e di combattere quello che ci portiamo dentro.