mercoledì 16 gennaio 2019

PREGARE



 Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione. È come vedere ogni frammento del creato che brulica nel torpore di una storia di cui a volte non afferriamo il perché. Ma è in movimento, è in cammino. 
Papa Francesco

(Mc 1,29-39) Gesù guarì molti che erano afflitti da varie malattie.

martedì 15 gennaio 2019

Mancanze

Mancanze

(San Bernardo da Chiaravalle)



È bene avere coscienza delle proprie mancanze, ma ciò non dev'essere una preoccupazione costante, altrimenti sprofonderemo di nuovo nella disperazione.

mercoledì 9 gennaio 2019

Preghiera contro la depressione (Sant'Ignazio di Loyola)


Preghiera contro la depressione

(Sant'Ignazio di Loyola)



Cristo Gesù,
quando tutto è oscurità
e sentiamo la nostra debolezza e impotenza,
donaci di sentire la tua presenza,
il tuo amore e la tua forza.
Aiutaci ad avere una fiducia totale
nel tuo amore che protegge
e nel tuo potere che rafforza,
perché nulla possa spaventarci o preoccuparci,
perché vivendo accanto a te
vedremo la tua mano,
i tuoi obiettivi e la tua volontà in tutte le cose.

domenica 23 dicembre 2018

(Lc 1,67-79) Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.


VANGELO DI LUNEDì 24 DICEMBRE 2018
(Lc 1,67-79) Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Parola del Signore




RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA: Spirito Santo eterno amore, porta la tua luce nel mio cuore, fammi vivere la tua parola, fammi vedere la tua luce, fammi splendere del tuo riflesso. Amen.
- Le donne come madri, non vivono da sole la loro maternità, neanche nel caso di Maria che, pur non avendo in Giuseppe la figura del padre di suo figlio, non può fare a meno di concedergli la figura della guida , a cui si affida ed affida la protezione della famiglia. Egli era un semplice fedele, mentre Zaccaria era un sacerdote, quindi queste due figure collegate tra loro da un vincolo di parentela terrena, si trovano ad avere anche un vincolo di parentela divina. Due uomini scelti come padri, direttamente da Dio! Alla nascita di Giovanni, Zaccaria torna a parlare, per prima cosa benedice il Signore, perché ha capito che aveva sbagliato a dubitare, ad avere paura e così si affida anche lui allo Spirito, sulle orme di Maria ed Elisabetta e pieno di fiducia ringrazia Dio della venuta del salvatore, come aveva promesso. Alla luce della conoscenza, anche la missione del figlio Giovanni diventa chiara e la preghiera di Zaccaria, dopo essere passata per la profezia arriva al ringraziamento. Ricordiamo il magnificat di Maria? Ed ora il cantico di Zaccaria, la prima cosa che sale alle labbra dopo aver riconosciuto lo Spirito Santo ed essersi affidati a lui è una preghiera, perché il contatto con il Signore procura gioia, meraviglia e fiducia, una fiducia che diventa certezza, addirittura profezia….. E poi eccolo l’ avvenimento meraviglioso della nascita di Gesù, in una stalla, straniero, povero, ricercato per essere ucciso, non è certo questo il modo in cui si pensava alla nascita del Messia; ma una stella guida il cammino dei pastori e dei Magi; una luce che fa intravedere nel buio della notte, la speranza della salvezza. Gli angeli del Signore avvisano i pastori che la salvezza è nata per il mondo… Buon Natale a tutti coloro che sono davanti alla capanna semplice di Dio, che lo riconoscono come il Messia e che vivono per lodare il Suo nome e testimoniare la sua venuta!

sabato 22 dicembre 2018

(Lc 1,39-45) A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?



VANGELO DI DOMENICA 23 DICEMBRE 2018
(Lc 1,39-45) A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a percepire il volere di Dio in ogni piccola sillaba della scrittura. Fa che io possa sempre accettare quello che il Signore mi chiede, che possa non aver mai dubbi e che mi renda sempre disponibile a tutto quello che decide per me.

 In questo brano vediamo che Maria inizia da subito a vivere il suo sì a Dio, mettendosi al servizio della cugina Elisabetta, anziana e incinta per grazia di Dio del piccolo Giovanni, che precederà Gesù nella sua missione. Due modi diversi di rispondere alla chiamata di Dio, quello di Maria, forse l'unico della storia, incondizionato e perfetto, l'altro quello d’Elisabetta e Zaccaria suo marito, che mettono davanti al Signore, come tutti in fondo facciamo, la propria umanità. Ma il miracolo di Dio si compie ugualmente, nonostante la nostra titubanza, ed allora ecco che, se riusciamo a lasciarci condurre, possiamo far parte di quest’avvenimento, così com’è stato per loro, sarà anche per noi. C’è chiesto di arrenderci a Gesù, di riconoscerlo la dove non riusciamo a vederlo, perché questo vuol dire accettare di far parte di un progetto Divino, che ci fa vivere in questo mondo, non solo per il proprio gusto di farlo, ma per esserne partecipi. A Dio nulla è impossibile, se ancora non riusciamo a convincerci di questo, vuol dire che lo sentiamo lontano, forse indifferente al nostro destino, e questo è forse la cosa più sbagliata che possiamo fare, perché non riusciamo così a toccare l'amore di Dio. Viene tra noi, si fa piccolo, accetta di nascere povero, umile, senza nulla, eppure è Dio; pensiamoci, quando ci lamentiamo di tutto quello che ci manca, cerchiamolo nella semplicità delle piccole cose di apprezzarlo, nel nostro vivere quotidiano e di abbracciarlo, condividendo con Lui la nostra vita. Cominciamo da questo Natale, perché sia il nostro Natale con Gesù.

venerdì 21 dicembre 2018

(Lc 1,46-55) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.



VANGELO DI SABATO 22 DICEMBRE 2018
(Lc 1,46-55)
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Dolcissimo Spirito del Signore, ti prego di entrare nel mio cuore e di illuminarmi con la tua sapienza, di insegnarmi a vivere con la stessa umiltà di Maria, per Cristo nostro Signore, nel quale io credo ed al quale affido il mio destino. Amen.
Maria inizia da subito la sua opera, spinta da quello che lo Spirito Santo opera in lei, ci insegna a pregare.
Gesù non è una teoria, è un fatto e ci vuole rendere partecipi di quanto sta accadendo, Lei che lo sta vivendo in prima persona ci annuncia che sta arrivando il salvatore, il suo salvatore, il salvatore di tutta l’umanità, ed esulta Maria, ci invita a gioire con lei e a ringraziare per essere stati scelti, nonostante il nostro niente.
Non è finta umiltà quella di Maria, ma consapevolezza che di fronte a Dio, noi non siamo degni di nulla, eppure grazie alla sua onnipotenza e alla sua misericordia, Egli sceglie di compiere in noi grandi cose, basta accoglierlo.
La fede in Lui ci renderà giustizia, nei secoli dei secoli, perché così ha promesso.
Maria, che riconosce come opera di Dio, quello che succede, ringrazia e gioisce, ripone in Lui la sua speranza, e si mette al Suo servizio, accettando da subito,
di fare parte del suo progetto per la salvezza dell’umanità. Attraverso Maria anche noi potremo far vivere in noi Gesù, il Messia, il Redentore, perché la grazia di Dio per gli uomini passa attraverso Maria per arrivare a Gesù.

giovedì 20 dicembre 2018

(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?


VANGELO DI VENERDì 21 DICEMBRE 2018
(Lc 1,39-45) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito e aiutami a percepire il volere di Dio in ogni piccola sillaba della scrittura. Fa che io possa sempre accettare quello che il Signore mi chiede, che possa non aver mai dubbi e che mi renda sempre disponibile a tutto quello che decide per me. 

In questo brano vediamo che Maria inizia da subito a vivere il suo sì a Dio, mettendosi al servizio della cugina Elisabetta, anziana e incinta per grazia di Dio del piccolo Giovanni, che precederà Gesù nella sua missione. Due modi diversi di rispondere alla chiamata di Dio, quello di Maria, forse l'unico della storia, incondizionato e perfetto, l'altro quello d’Elisabetta e Zaccaria suo marito, che mettono davanti al Signore, come tutti in fondo facciamo, la propria umanità. Ma il miracolo di Dio si compie ugualmente, nonostante la nostra titubanza, ed allora ecco che, se riusciamo a lasciarci condurre, possiamo far parte di quest’avvenimento, così com’è stato per loro, sarà anche per noi. C’è chiesto di arrenderci a Gesù, di riconoscerlo la dove non riusciamo a vederlo, perché questo vuol dire accettare di far parte di un progetto Divino, che ci fa vivere in questo mondo, non solo per il proprio gusto di farlo, ma per esserne partecipi. A Dio nulla è impossibile, se ancora non riusciamo a convincerci di questo, vuol dire che lo sentiamo lontano, forse indifferente al nostro destino, e questo è forse la cosa più sbagliata che possiamo fare, perché non riusciamo così a toccare l'amore di Dio. Viene tra noi, si fa piccolo, accetta di nascere povero, umile, senza nulla, eppure è Dio; pensiamoci, quando ci lamentiamo di tutto quello che ci manca, cerchiamolo nella semplicità delle piccole cose di apprezzarlo, nel nostro vivere quotidiano e di abbracciarlo, condividendo con Lui la nostra vita. Cominciamo da questo Natale, perché sia il nostro Natale con Gesù.

mercoledì 19 dicembre 2018

(Lc 1,26-38) Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.


VANGELO DI GIOVEDì 20 DICEMBRE 2018(Lc 1,26-38) Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e guida il mio cuore in quell’ umile casa.... 

Alla base della nascita di Gesù, c’è la grande e meravigliosa umiltà di Maria. La grazia di Dio si riconosce anche da questo, dalla sua personalità docile, ma al tempo stesso ferma e consapevole. Insegnaci Maria l’arte del silenzio, guidaci verso una fede forte e consapevole, aiutaci ad accettare tutto quello che accade con pazienza ed umiltà. Nulla è impossibile a Dio, nulla è impossibile all’ uomo che ha fede, spesso Gesù ci ripeterà che è la fede che salva, che guarisce, e noi dobbiamo fare tesoro di ogni attimo di vita di Gesù, per farlo nostro, cominciando proprio dalla semplicità nella quale è nato, che getta le basi sulle quali fondare la nostra fede, 
nell’ umiltà.

martedì 18 dicembre 2018

(Lc 1,5-25) La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.


VANGELO DI MERCOLEDì 19 DICEMBRE 2018
(Lc 1,5-25) La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Parola del Signore


LA RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito, ti prego, vieni e soffermati su di me che voglio capire; vieni e aiutami a discernere quello che tu vuoi insegnarmi da quello che viene dalla mia scarsa intelligenza, e aiutami a vedere quello che tu vuoi insegnarmi.
Zaccaria è nella tenda del Signore e si preoccupa di quello che pensa la gente di fuori, del tempo che passa, di quello che deve dire…. preoccupazioni inutili, perché il Signore lo rende muto. Per gli ebrei la sterilità era una grave disgrazia, tanto che c’ era la possibilità di ripudiare la moglie o di fare figli con le schiave, perché la discendenza era molto importante. Zaccaria ed Elisabetta dedicavano la loro vita al tempio e mentre era in preghiera, ecco che il Signore si china verso di lui e accoglie quella che era la preghiera di sempre del povero Zaccaria. Uno si aspetta che a quel punto, alla promessa dell’ angelo, egli venga preso dalla gratitudine, ed invece ecco giungere per prima la paura, il dubbio… Non basta essere del tempio per saper riconoscere la verità, e questo perché non sempre si riesce a staccarci dalla parte umana, non sempre si decide veramente per Dio, magari le intenzioni iniziali ci sono, le promesse sono state fatte, ma poi ci si allontana dal servizio con i dubbi e le tentazioni prettamente umane. Oggi vorrei invitarvi a pregare per i sacerdoti, perché sono le mani consacrate attraverso le quali passa la nostra salvezza, perché sono i discepoli consacrati di Gesù, e poverini, se noi siamo tentati, loro lo sono molto di più, e non è certo giudicandoli che li aiutiamo.

lunedì 17 dicembre 2018

(Mt 1,18-24) Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.


VANGELO DI  MARTEDÍ 18 DICEMBRE 2018
(Mt 1,18-24) Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore


RIFLESSIONE DI LELLA
PREGHIERA : Vieni Signore mio,con il tuo Santo spirito,ad aiutare la mia mente a capire quello che Tu ritieni giusto che io debba capire e a liberare la mia mente da tutto il resto.
Matteo continua a raccontarci la storia della nascita di Gesù,vedendola dalla parte di Giuseppe.
La notte di Giuseppe! Questo dovrebbe essere il titolo di questa pagina di vangelo; ve la immaginate la notte del povero Giuseppe? Dubbi, angosce, paura, delusione… credo che nella sua mente sia passato veramente di tutto, e molto probabilmente ha anche pianto e a lungo, perché alla fine è crollato in un sonno profondo…. Ecco ora l’uomo Giuseppe finisce di comportarsi da uomo, ora stremato si lascia andare, allenta le difese, smette di pensare, e il Signore riesce ad intervenire mandando un suo angelo. Quello che mi colpisce e mi fa riflettere è proprio questo, quando l’uomo ha provato tutto, ha pensato tutto, si arrende a Dio, e da lì in poi tutto è possibile. Giuseppe, semplice falegname, aveva come promessa sposa la piccola Maria; una fanciulla mite e sicuramente degna del massimo rispetto, tanto che anche a lui riesce difficile pensare male di lei, quando le dice che aspetta un bambino. Giuseppe sa di non averla toccata, come può essere successa una cosa simile? E adesso che sarà di lei? Anche oggi come 2000 anni fa una ragazza che deve affrontare una gravidanza da sola si trova in mille difficoltà, dirlo alla famiglia, il giudizio della gente, ma in quei tempi era ancora peggio; una ragazza era messa al pubblico sdegno ed addirittura lapidata. Egli sente che non può farle questo, ma non può neanche sposarla! Non la sta giudicando, ma non comprende; le sue intenzioni erano altre: una casa, dei figli suoi, una bottega di falegname….. ed ora questa cosa gli sembra inaccettabile. Molti uomini cercano di capire come una Vergine possa aver partorito ed essere restata tale, ed a questo proposito io vorrei dire: che questo possa essere un dubbio legittimo in chi non crede in Gesù Cristo, è normale, ma quando si riesce a scoprire ed accettare il mistero dell’incarnazione di Dio, perché questi dubbi? Perché resistere al miracolo della fede? Perché cercare di capire e limitare Dio? Che tipo di fede è questa? Nella nostra vita avremo avuto e avremo sempre dei momenti in cui ci sarà difficile comprendere i disegni di Dio, ma se ci affidiamo a lui, tutto ci sarà poi comprensibile. Senza il Sì di Maria e di Giuseppe noi non saremmo qui dopo 2000 anni a parlare dei disegni di Dio, non aspetteremmo ancora una volta un Natale che ci rappresenta la nascita di “Dio con noi”, non spereremmo in un mistero ancora più grande di noi, in cui un piccolo esserino che sceglie di nascere in una stalla e morire su una croce, cambierà la storia della nostra vita! Ma quando Dio decide di intervenire nel mondo, non ci chiede il permesso, anzi, a volte sconvolge i nostri piani ed è proprio quello che ha fatto con Giuseppe, che, poverino, credeva di aver già programmato la sua vita. Se la nostra vita, non è sconvolta dall’arrivo di Gesù, se non cambia nulla, c’è qualcosa che non quadra, forse non è a Gesù che diamo ascolto, ma al nostro IO che grida più forte di DIO! La vita del mondo ci spinge a cercare il benessere e la sicurezza nelle cose materiali, nel lavoro la solidità del futuro, ecc. e seguendo questi schemi è facile che quando qualcuno dei paletti su cui poniamo le basi della nostra esistenza, ci viene a mancare, ci sentiamo franare la terra sotto ai piedi e temiamo che tutto possa crollare, ma se la nostra vita è basata su solide fondamenta e sulla fede, niente, neanche la prova più dura, ci metterà paura, perché in ogni cosa cercheremo di accettare e di riconoscere la mano del Signore e faremo riferimento a Lui. Non sarà sempre facile, Gesù ci ha avvertito che seguirlo non è una passeggiata, ma ci ha anche convinto che è l’unica via possibile per la nostra salvezza. San Giuseppe, tu che hai ascoltato la voce dell’angelo mandato dal Signore, proteggici e guidaci come hai fatto con il piccolo Gesù, che ti fu affidato da Dio, e guidaci nella vita verso il progetto di Dio per noi. Grazie, amen.

domenica 16 dicembre 2018

(Mt 1,1-17) Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.


VANGELO DI LUNEDì 17 DICEMBRE 2018
(Mt 1,1-17) Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE 

PREGHIERA
 Vieni Spirito Santo di Dio, illuminami, fa che io possa riconoscermi in questa famiglia, in questa stirpe, come Figlia Di Dio. Vieni, datore di doni, riempimi di sapienza per poter conoscere tutto quello che Dio mi concede di sapere, per seguire la luce che indica la via segnata dalla stella fino all' umile stalla dove nacque Gesù e, da lì in poi vivere con il Figlio, il volere del Padre, alla luce del tuo Spirito. Amen.
La genealogia di Gesù, è riportata in due versioni nei Vangeli, quella di Matteo e quella di Luca, abbastanza dissimili tra loro, per vari motivi, ma questa è la parte che interessa gli studiosi teologi, o quelli che amano spaccare il capello in quattro. Io non sto ad indagare sulle differenze, vi dico solo che probabilmente Luca sta riportando la genealogia di Maria mentre Matteo sta riportando quella di Giuseppe. Attraverso entrambe i lignaggi Gesù è un discendente di Davide e quindi corrisponde alle caratteristiche del Messia. Tracciare la genealogia dal lato materno è una pratica insolita, ma era insolita anche la nascita da una vergine. La spiegazione di Luca è che Gesù era il figlio di Giuseppe, “ così si pensava ” (Luca 3:23) Ma la fede in Gesù Cristo segna la fine di tutte le diatribe possibili, riunisce tutto i popoli della terra, ci rende tutti figli di Dio. Nasce dalla famiglia di Davide, è vero, ma nella sua storia terrena manda i suoi discepoli ad ammaestrare i popoli di tutta la terra, è il primo grande eroe dell’ unità, in un mondo che non sa far altro che dividersi, Lui rivoluziona tutto e ci dice che pur essendo diversi, di etnie, razze, popoli, colori, tutti siamo figli dello stesso Dio, fratelli in Cristo. Non serve sapere altro, ma vivere questo è secondo me, già sufficiente per entrare a far parte di questo benedetto Regno di Dio. Una famiglia è unita da legami di sangue, d’ amore e, se solo pensassimo ogni giorno, prima di adirarci con un nostro fratello, che in lui scorre lo stesso dna di figlio di Dio, forse potremmo pian piano, riuscire a vivere in pace e letizia. Oggi il Vangelo, sembra solo una lunga lista di nomi, per ricordarci che la genealogia di Gesù, è riconoscibile nella storia, e Matteo che è ebreo, la scrive per gli ebrei. Eppure sappiamo che molti di loro non hanno riconosciuto in Gesù il Messia che aspettavano,.....perché? Perché aspettavano un re, un vincitore, un conquistatore, uno che li avrebbe resi ricchi e potenti, conquistato terre per loro; un trascinatore che li avrebbe vendicati..... Ed ecco che invece Gesù, viene in un umile stalla e, anche se non trova posto tra la sua gente, attira già da neonato, moltitudine di folle da ogni parte, che guardando al cielo, e seguendo una stella ed il canto degli angeli, vengono a vedere il Bambino Gesù. Non sanno ancora bene chi è; vengono per conoscerlo e si avvicinano alla culla con venerazione e curiosità. Salutano Maria e Giuseppe e portano i loro doni, chi poco chi tanto, ma tutti lo fanno con il cuore. Persino i re venuti da lontano, non conoscendolo si erano dapprima messi d' accordo con Erode, che lo cercava per ucciderlo, per denunciare dov' era quel bambino che avrebbe cambiato la storia del mondo. Ma Dio scrive una storia diversa da quella degli uomini e davanti a quel piccolo capiscono per dono Divino, che debbono tornare per un altra via, che debbono prendere un' altra direzione, per aiutare Gesù nel suo disegno di salvezza. Dio ha scritto per noi la storia della salvezza, possiamo come molti non accoglierla, nonostante sia confermata dalla storia, oppure correre da Gesù Bambino, fare festa intorno a Lui, riconoscendo che è nato il salvatore del mondo e, come i re magi, aiutarlo nel suo progetto di salvezza.

sabato 15 dicembre 2018

(Lc 3,10-18) E noi che cosa dobbiamo fare?


VANGELO DI DOMENICA 16 DICEMBRE 2018
(Lc 3,10-18)
E noi che cosa dobbiamo fare?
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Io credo in Te Signore, e credo che il Tuo Spirito mi parli, come fa con tutti coloro che chiedono aiuto a te, Gesù ci ha insegnato a pregare, ci ha detto: "chiedi e ti sarà dato" ed io ti chiedo con molta umiltà .... illuminami.


Leggendo mi viene davanti agli occhi una frase, torna e s' insinua.... ripete:
" Poiché il popolo era in attesa".
Vedo la situazione di oggi; so che come me, molti attendono che qualcosa cambi, che la violenza sparisca, che l'uomo diventi più buono, che non ci sia più la fame, la guerra; insomma attendiamo che Gesù ritorni e metta fine a tutto questo.
C'e chi parla di fine del mondo, chi dell' inizio di una nuova era di pace e d'amore; io credo che la cosa più sensata sia quella di non aspettare, ma di cercare di cambiare questo mondo, cominciando da quello che ci è possibile, e chiedendo a Dio di aiutarci per cambiare quello che non sembra possibile.
Siamo cristiani perché battezzati con acqua, come dice Giovanni? O perché battezzati con lo Spirito Santo e il fuoco di Gesù Cristo?
La differenza la facciamo noi; in questa domenica definita “ della gioia.”
Una gioia che possiamo provare nell' essere salvati, ma anche tanta angoscia per chi rifiuta questa salvezza, per chi rifiuta Dio.
Non possiamo stare fermi, restare inermi ed aspettare che Dio ami anche per noi, che perdoni anche per noi, che spezzi il pane anche per noi! Ognuno di noi deve fare la sua parte, testimoniare il nostro amore per i fratelli, specialmente per chi è lontano, e non farci trascinare dallo spirito di divisione e di giudizio.
Essere Cristiani significa essere un tutt' uno con Gesù, ma ancor di più, significa capire che se non facciamo la cosa giusta, se non ci preoccupiamo dei fratelli che hanno più bisogno, se lasciamo vincere il nostro egoismo e la nostra superbia, faremo la fine della paglia, che brucerà nel fuoco inestinguibile.
Essere nella gioia non vuol dire vivere con ilarità, preoccupandoci solo di divertirci, ma vivere nella consapevolezza di fare quello che è meglio per noi e per la nostra vita, presente e futura.

venerdì 14 dicembre 2018

(Mt 17,10-13) Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.



VANGELO DI SABATO 15 DICEMBRE 2018
(Mt 17,10-13)
Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito che mi fosti donato il giorno del battesimo in Cristo Gesù, tu che sei nascosto nel mio cuore, soffocato dal mio io inutile, ti prego vieni ad illuminarmi e a farmi capire come vivere la Parola del Signore, per l' amore misericordioso che il Padre ci elargisce, riempimi di Te. Amen.
È venuto il Signore nella nostra vita? Si siamo cristiani, crediamo in Dio creatore e Signore, in Gesù Cristo; ma veramente gli abbiamo dato il posto che gli spetta?
Gesù trasforma la nostra fede in fuoco vivo, e noi siamo fuoco vivo? Bruciamo di amore inestinguibile verso tutti gli uomini? Bruciamo d’ amore per Lui? Quanto e come preghiamo il Signore? Con le labbra o con il cuore?
Molti quando il Signore ha bussato gli hanno aperto, ma poi… visto che era così difficile seguirlo, visto che ci chiedeva di essere fedeli, onesti, umili… hanno preferito lasciarlo lì, in un angolino del cuore, giusto il tempo di pregarlo quando ci serve qualcosa? Se questo è il Messia che è venuto... anche noi non l’abbiamo riconosciuto?
Facciamo un bell’ esame di coscienza, e svegliamoci!
Dio ci ama e ci vuole felici, ci ha insegnato che la felicità non è quella che crediamo noi, il benessere materiale, a tutti i costi, e neanche la salute a tutti i costi, perché chi vive Gesù, sa accettare anche la croce, ma chi non vuole riconoscerlo, non lo farà, nascondendosi dietro a mille scuse, ed ancora il Signore busserà alla nostra porta… amore infinito che aspetta solo che aprendo diciamo: eccomi, sono qui, trasformami in quello che solo grazie a te posso diventare, fammi lasciare a terra il pesante bagaglio della mia nullità, dei miei falsi idoli ai quali non mi rendo neanche conto di dare un valore e sollevami su ali d' aquila!

giovedì 13 dicembre 2018

(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.


VANGELO DI VENERDì 14 DICEMBRE 2018
(Mt 11,16-19) Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA
Il Signore conduce il suo popolo per la strada della salvezza. Chiediamogli di essere attenti alle sue indicazioni e diciamo: Fa’ che ti riconosciamo, o Signore.Alla luce del Tuo Spirito,amen.
La chiesa saggiamente, unisce la lettura del profeta Isaia, e la preghiera del Salmo al vangelo di oggi; infatti possiamo leggere “Io sono il Signore tuo Dio che ti insegno per il tuo bene, che ti guido per la strada su cui devi andare.” E ancora ” Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.”. Poi nel Vangelo,invece vediamo che gli uomini non vogliono seguire la legge del Signore, cercano tutte le scuse per non farlo; perché quello che Dio vuole da noi è un impegno SERIO, non gravoso, non triste, ma serio. Si tratta di rispettare quello che il Signore ci ha insegnato sempre, non solo quando ci fa comodo. Il Vangelo è pieno di esempi di gente che pur se si trova davanti a Gesù, non lo riconosce come Signore della sua vita. Alcuni vogliono seguirlo, ma non sono disposti a rinunciare ai loro beni, alla loro libertà di giudizio e si ribellano a Dio . Siamo come tanti bambini capricciosi, che rifiutano di ascoltare gli insegnamenti del Padre e che trovano tutte le scuse per non obbedire,come se quello che c’è in ballo sia un trofeo per chi “vince o perde” e non ci si rende conto che Dio vuole solo la nostra salvezza, che la sua non è sete di potere, ma sete di salvezza per noi che tanto ama.

mercoledì 12 dicembre 2018

(Mt 11,11-15) Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.

VANGELO 

+ Dal Vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». 

Parola del Signore.






RIFLESSIONE DI LELLA 
 
PREGHIERA: Vieni o Santo Spirito Vieni, Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Sostieni chi è perseguitato; incoraggia chi è emarginato; dona forza a chi è imprigionato; concedi perseveranza a chi è calpestato e torturato; ottieni la palma della vittoria a chi, ancora oggi, viene condotto al martirio. 
 
Gesù sa che il cuore degli uomini è duro, che niente sembra,riuscire a poter essere accettato quando non si vuole e che a nulla servono le parole dei profeti ,se chi ascolta non vuole recepire il messaggio. La missione di Giovanni, è ben definita già dalla sua nascita,ricordiamo che il bambino sussultò nella pancia della madre Elisabetta, al riconoscere il Signore nel grembo di Maria. In questo brano sembra quasi che Gesù stia dando un giudizio su Giovanni, ma non è così secondo me, ma sta mettendo in evidenza come tutto sarà diverso dopo la sua morte in croce, dopo che dal vecchio si passerà al nuovo testamento, perché il battista profeta annuncia la sua venuta, ma è con la sua morte in croce che Gesù cambierà le cose, perché è morendo che germoglierà il perdono per tutti i figli di Dio. Infatti, contrariamente a quello che anche Giovanni pensava, Gesù non viene per castigare, ma per redimere,non per condannare,ma per salvare. Giovanni annunciò il Messia, ma gli sfuggiva il mistero più profondo della sua dottrina, del suo insegnamento. Gesù annuncia che siamo tutti figli di Dio, dello stesso Padre e pertanto fratelli. E’ questo che fa la differenza tra il vecchio e il nuovo e che rende tutti importanti allo stesso modo agli occhi di Dio.