giovedì 23 luglio 2015

(Mt 13,18-23) Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

VANGELO
(Mt 13,18-23) Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, che hai creato e governi l’universo, fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, infondi nei nostri cuori e nelle nostre menti il tuo Santo Spirito, perché possiamo dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo,che ci ha promesso che non ci avrebbe lasciato orfani, ma che lo Spirito Santo sarebbe sceso su di noi. Amen.
La parola greca “ Parabolay” =parabola, significa mettere vicino, ossia mettere una cosa a fianco dell’altra per far comprendere, per illustrare meglio.
Chiaramente per i suoi discepoli c’è un qualcosa di più, attraverso la quale anche cose incomprensibili agli uomini sono svelate.
Ma perché questa corsia di favore? Onestamente non credo che a nessuno sia dato di comprendere se non per grazia di Dio, quindi lasciamo che sia Lui a svelare ad ognuno quello che vuole svelare.
Io leggo, penso che poiché l’uomo è così stolto da pensare che tutto dipenda da lui e dalla sua intelligenza, è bene che sia tenuto a testa bassa per non montare in superbia. Tanti credono d’esseri migliori e di meritare di più per la loro sagacia e perspicacia, ma non è così che giudica il Signore, anche perché se uno è intelligente è SOLO una grazia di Dio, ma quello che dà la luce dello Spirito Santo di Dio non è l'intelligenza, ma la fedeltà alla sua parola, infatti leggiamo: ” Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.”
A volte non è facile essere fedeli alla parola del Signore, andare contro il nostro istinto, amare chi non ci ama; spesso in noi vorrebbe prevaler più lo spirito di vendetta che quello di giustizia, ma costi quel che costi, se ci fidiamo di Dio, se mettiamo tutto nelle sue mani, anche i nostri limiti e gli chiediamo aiuto per essere come lui vuole, egli ci spingerà sempre un pochino più oltre i nostri limiti.
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mercoledì 22 luglio 2015

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.



VANGELO
(Gv 15,1-8) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo di starmi vicino e di assistermi con la tua sapienza nella lettura e nella riflessione della tua parola.

Spesso uso l’espressione, siamo operai della vigna del Signore e oggi il vangelo ci spiega proprio questo passo.
Quella della vite e dei tralci è una delle immagini più belle che Gesù ci propone, addirittura ci fa l' esempio di come il Padre ci tiene a che la vite produca buoni frutti. La pianta della vite è una pianta che si aggroviglia, si arrampica e si attorciglia tutta intorno alla madre vite, dalla quale riceve la linfa, e l' agricoltore la cura, taglia i rami inutili, che non portano frutto e la pota perché sia più robusta.I ruoli sono chiari, il raccolto va a Dio, è di Dio la vigna, di cui Cristo è la madre vite da cui partono i tralci, che siamo noi tutti.L' importante quindi è rimanere aggrappati alla pianta madre, a Gesù, e alla Chiesa da lui istituita, di cui lo Spirito Santo è la linfa. Tante sono le immagini che mi vengono alla mente, una è quella delle sofferenze che nella vita ognuno di noi passa, che in qualche modo, anche se sono difficili da accettare, sembrano arrivare per distruggerci e invece ci fanno crescere e ci rendono più forti, e l'altra è l'immagine della Chiesa, che per quanto imperfetta e divisa è in ogni modo la parte portante della vite. Restiamo quindi attaccati a questa Chiesa, e lasciamo a Dio il giudizio e la potatura dei tralci, lui sa quello che è giusto, noi non sappiamo vedere più in là del nostro naso, se vogliamo essere un tralcio e non d’intralcio, affidiamoci alla parola di Dio e abbracciamo con fiducia Cristo Gesù.
Aggiungo una nota che mi sembra molto importante cogliere, Gesù dice molto chiaramente che senza di lui, cercando di fare le cose a modo nostro, non potremo fare nulla , questo non vuol dire che da soli non sappiamo fare niente, ma che da soli, non sappiamo fare niente di buono, ma posso dire anche di più, noi da soli, non sappiamo neanche riconoscere quello che è buono e quello che non lo è.
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martedì 21 luglio 2015

(Gv 20,1-2.11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

VANGELO 
 (Gv 20,1-2.11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito,vieni nel mio cuore e riempimi di grazia. Donami la luce per vedere quello che è giusto e la sapienza per saperlo decifrare tra le pieghe della tua parola.


Mi piace molto l’idea che gli apostoli di Gesù, abbiano delle donne un rispetto nuovo, strano per quei tempi, che non si vede nelle piccole cose che comunque gli spettavano, ma nell’ ascolto che dedicavano a loro, nella loro partecipazione alla vita di Gesù,  e nel fatto che erano accettate tra di loro, anche dopo la sua morte, come se Maria, avesse aperto una nuova via di accesso alle donne nella vita pubblica.
In questo brano vediamo Maria di Magdala (Maddalena) che mentre è ancora notte, ci reca al sepolcro di Gesù e non trovandolo piange disperatamente. Notiamo che ci sono ancora le tenebre, che lei pensa come prima cosa che qualcuno ha rubato il corpo di Gesù, perché altro umanamente non poteva pensare.
All’ improvviso, tra le lacrime, vide due angeli, che le chiesero perché piangeva, dietro di lei ecco Gesù, ma lei non lo riconobbe subito, ma solo quando la chiamò per nome.
Questo è il passaggio che mi ha colpito di più, questo chiamarla per nome, con familiarità, come chi ti conosce bene, come chi in quel suo chiamarti dimostra tutto il suo amore. Questo è Gesù, è colui che poteva vincere la morte, che è molto di più che vincere una battaglia contro i nemici, avrebbe potuto fare qualunque cosa, ma ha voluto morire su una croce per noi, per dimostrarci il suo amore immenso, per dimostrarci che la vita dei figli di Dio va oltre la morte, che si può vincere la morte, come si può vincere il peccato.
Collego questi due fattori, perché come la morte uccide il corpo, così il peccato uccide l’ anima.
Maria , che dapprima così disperata perché non trovava il Signore, non appena lo riconosce, accetta subito la missione che Lui stesso gli affida. - Va e di ai miei fratelli che salgo al Padre mio e Padre vostro - Maria va e felice di fare quello che Gesù le ha chiesto, felice di averlo rivisto vivo, lo annuncia e lo testimonia ai discepoli.
Fratelli Cristiani, non piangiamo un Cristo Morto, ma gioiamo della sua resurrezione e ricordiamo una frese che Gesù stesso disse:- Lasciate che i morti seppelliscano i morti - perché con Gesù siamo risorti al peccato e quindi alla morte.
Mi viene in mente che Davide, come giovane pastore, lottò contro animali selvaggi per proteggere le pecore di suo padre. Egli era pronto a morire per esse. Cristo fu ucciso per difendere quelle che il Padre gli aveva dato. Gli eletti di Dio sono stati uccisi dal tempo del giusto Abele e questo continuò attraverso la storia e continuerà ad essere il destino di molti chiamati, fino al ritorno di Cristo.
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lunedì 20 luglio 2015

(Mt 12,46-50) Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».

VANGELO
(Mt 12,46-50) Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e assistimi sempre, perché tu sei il tesoro che il Signore ci ha donato per aprire lo scrigno della conoscenza e della parola.Fa che tutto sia chiaro ai nostri occhi, che la tua parola sia viva per noi e palpiti nei nostri cuori.
Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre. Il Padre mio che è nei cieli…
Padre mio e Padre nostro…. Sono veramente significative le parole di Gesù. Già ci aveva detto che chi ama la madre e i fratelli più di lui, non è degno di Lui. Le frasi bibliche dimostrano invece, in maniera inequivocabile (per chi vuol capire!) che in base all’eterna Parola di Dio i fratelli di Gesù Cristo si distinguono dall’ammucchiata generale in cui le teorie del mondo, supportate e diffuse da satana, tendono a relegarli. I fratelli di Gesù Cristo sono solo quelli che si comportano secondo gli insegnamenti di Cristo; non quindi tutti! Lasciamo quindi ai teologi far teologia e fissiamo lo sguardo su questa cosa che è importante e che vale la nostra fede e il nostro credo. Ancora una frase per ricordare le parole di Gesù: io ti rendo lode, o Padre, perché hai rivelato queste cose ai piccoli». Accontentiamoci di essere piccoli e di fidarci di Gesù, non accettiamo le insinuazioni e i dubbi che i “grandi studiosi”di cui non conosciamo la veridicità ci insinuano nella mente. Sono gli stessi che ci vogliono far credere che siamo figli dell’evoluzione delle scimmie (ma non di tutte, perché le scimmie ancora esistono) o addirittura un esperimento genetico di extraterrestri che ci volevano come schiavi per estrarre l’oro dal nostro pianeta (ultima delle stupidaggini sentite in tv) o prodotti del big bang (teoria assolutamente non provata).
Tutti dicono qualcosa in proposito, ma io credo che satana non sa più che inventare contro la Madonna, la cui purezza e il cui amore lo mettono fortemente in difficoltà. Va de retro satana con tutte le tue bugie contro la Santa Vergine Maria. Ascoltiamo solo la parola di Gesù: CHIUNQUE FA LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO CHE è NEI CIEI, EGLI E’ PER ME FRATELLO SORELLA E MADRE …e parteciperemo alla nostra parte di eredità di figli di Dio.
Amen.
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domenica 19 luglio 2015

(Mt 12,38-42) La regina del Sud si alzerà contro questa generazione.

VANGELO
(Mt 12,38-42) La regina del Sud si alzerà contro questa generazione.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Alla luce del Tuo Spirito Signore, fammi capire, fammi vedere dove sbaglio e come posso cambiare. Fa che tutti quelli che mi mandi, trovino sempre un cuore aperto a loro come io l' ho trovato in te, fa che il mio piccolo cuore, batta nel tuo. Voglio imparare ad essere un Tuo segno, non a cercare un segno. Amen!
Ancora cerchiamo segni, ancora guardiamo fuori di noi per trovarli, ancora chiediamo miracoli… eppure il segno più grande siamo proprio noi. Il fatto di averci creati a sua immagine e somiglianza secondo voi che cosa vorrà dire? Che Dio ha gli occhi azzurri? O verdi? O marroni? Quanto siamo stolti a volte nel cercare lontano quello che è dentro di noi. San Paolo, Sant’Agostino… e mille e mille persone prima di noi l’ hanno scoperto, ma per farlo dobbiamo uscire fuori di noi stessi e guardare dentro…. Bene a fondo, con la lente di ingrandimento dell’umiltà, perché senza di quella non andremo mai da nessuna parte, tantomeno alla ricerca dei nostri difetti; non vedremo mai quanti muri mettiamo tra noi e Dio. Cominciamo piano piano, martello e scalpello (preghiera e fede) a buttare giù orgoglio, paura, superbia, incoerenza, miracolismo, falsa fede, idolatria, concetto del dare per avere che spunta da ogni dove, falsità, ipocrisia …. e milioni di difetti ….
CHI CERCA DI PIEGARE GESÙ ALLE PROPRIE ESIGENZE,NON APRE GLI OCCHI NÉ IL CUORE!
Cominciamo con un bel lavaggio dell’ anima, una profonda meditazione sulla nostra mancanza di umiltà. Se ci riteniamo un po' giusti, se vediamo tante cose belle in noi e brutte negli altri, stiamo già sbagliando. SIAMO TUTTI UGUALI, TUTTI SIAMO PECCATORI E SE NON CE NE ACCORGIAMO……STIAMO GIA’ PECCANDO DI SUPERBIA. Buon lavoro a tutti, anche io ho il mio bel da fare!!!!
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sabato 18 luglio 2015

(Mc 6,30-34) Erano come pecore che non hanno pastore.

VANGELO
(Mc 6,30-34) Erano come pecore che non hanno pastore.
+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego, Signore mio, di vivere dentro di me, di imprimerti nel mio cuore e di esprimerti attraverso la mia persona per aiutarci a capirti e a viverti.
Stiamo assistendo ad uno dei tanti episodi in cui Gesù e gli apostoli, sono attorniati dalla folla. Questo è narrato da tutti e 4 gli evangelisti, anche se con delle diversità, e questi versetti precedono la descrizione da parte di Marco della prima moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Quello che voglio notare insieme a voi però, non è il miracolo che seguirà, ma quello che genererà in Gesù il desiderio di operare il miracolo. Si era incontrato con gli apostoli e loro gli avevano raccontato tutto quello che avevano fatto da quando lui li aveva inviati in missione a due a due.
La stanchezza era evidente, e anche gli apostoli come Gesù, provarono cosa voleva dire prendersi cura degli altri più che di se stessi; ricordate quando di Gesù dicevano che era folle perchè non si fermava neanche per mangiare e per stare con i suoi parenti?
Lui li guarda e prova compassione per loro, ossia soffre insieme a loro della loro stanchezza, e decide di allontanarsi insieme a loro da quel posto pieno di gente, per trovare un posto per riposare. Nel brano si dice che Gesù cerca un luogo deserto, ma spesso la parola deserto serve per far capire che non ci sono sicurezze su cui basare la propria vita, per questo cercano qualcuno che li conduca fuori dal deserto. E come Mosè, che ricevette dal cielo la manna per saziare il popolo d'Israele, Gesù come un nuovo Mosè, darà loro quello che cercano proprio come un buon pastore che vede le sue pecore che hanno paura perchè non sanno dove andare.
Pochi tra noi sanno che le pecore non vedono molto bene, che belano per tenersi in contatto e per questo si stringono tra di loro. Gesù le ama e non vuole farle ripartire da lì senza aver donato loro la sua parola.
Gesù ha compassione dei suoi uomini e della gente che vuole ascoltare la sua parola; la stessa che dobbiamo provare per noi stessi e per i nostri fratelli; " la compassione di Cristo" ed è con questa che noi dobbiamo confrontarci.
Fermiamoci e rimaniamo con Gesù, isoliamo il nostro animo in contemplazione della parola, raccogliamoci in preghiera, non solo opere, non solo esposizione, non solo testimonianza, ma anche ritrovarsi nella pace del Signore, per avere anche il tempo di ascoltare la sua voce. Non perdiamo la pazienza dietro alle richieste di chi ha bisogno di noi, del nostro aiuto, della nostra comprensione, ma cerchiamo sempre di ricavare un piccolo spazio per noi stessi e per il nostro colloquio con il Signore, come se innaffiassimo una piantina che altrimenti seccherebbe e non potrebbe più fare fiori.
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venerdì 17 luglio 2015

(Mt 12,14-21) Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.

VANGELO 
 (Mt 12,14-21) Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:«Ecco il mio servo, che io ho scelto;il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.Porrò il mio spirito sopra di luie annuncerà alle nazioni la giustizia.Non contesterà né grideràné si udrà nelle piazze la sua voce.Non spezzerà una canna già incrinata,non spegnerà una fiamma smorta,finché non abbia fatto trionfare la giustizia;nel suo nome spereranno le nazioni».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Alla luce del Tuo Spirito Signore, fammi restare, per conoscere la verità tutta, che non posso conoscere senza il tuo aiuto.

Quante ingiustizie in questo mondo, quante volte ognuno di noi ha detto una frase come questa: - se esiste una giustizia divina… -
 I soprusi, l’ ingordigia, le cattiverie contro i poveri, contro i piccoli che non  possono e non sanno difendersi, non finiscono mai.
Sono sotto gli occhi di tutti, ma sono considerati gesti normali, da furbi, non da disonesti.
Il senso del peccato si è perso strada facendo, di peccato in peccato, e per noi è comodo pensare al decalogo come 10 regole e basta, facendo finta di non comprendere, che non sono " 10 no"  ma " 10 si " da dire al Signore, per iniziare un cammino che ci impegna alla collaborazione con Lui, sotto la sua guida divina.
La legge del Signore è chiara, non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, ma gli uomini sono così presi dalla loro corsa verso il potere, verso il benessere, che perdono completamente di vista il senso dell’onestà e dell’ amore verso i fratelli.
Il Signore guarisce, mentre noi continuiamo a cercare di toglierlo di mezzo dalla nostra vita.
Si alzano le voci che vogliono distruggere la figura di Gesù e della sua Chiesa, e noi che cosa facciamo per difendere la Chiesa di Cristo?
La Madonna ci chiede continuamente preghiere per il Papa, quanti minuti dedichiamo al giorno per quest’intenzione?
Quanta pazienza ha il Signore, quanta ne dimostra con noi, ce ne rendiamo conto?
Pensiamo mai a fare un confronto con la nostra di pazienza?
Gesù non alza la voce, non punisce, non grida, ma vuole la salvezza di tutti gli uomini, per questo consola, guarisce, comprende, aiuta; non c’è nessuno che è troppo peccatore per lui, nessuno troppo cattivo, la sua misericordia è per tutti quelli che la cercano.
Per Lui non ci siamo altro che noi, la nostra salvezza è lo scopo della nostra esistenza, ma spesso passiamo la maggior parte della vita, bighellonando tra un idolo e l'altro, senza mai intrecciare un vero rapporto d'amore con l'unico Dio.
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giovedì 16 luglio 2015

(Mt 12,1-8) Il Figlio dell’uomo è signore del sabato.

VANGELO
 (Mt 12,1-8) Il Figlio dell’uomo è signore del sabato. 
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». 

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, e illuminami, dammi la grazia di comprendere la tua parola, dammi la forza di viverla e la sapienza di saperla esprimere.


In questo brano, io vedo quel Gesù che mi piace da morire, quello che io definisco “anarchico di Dio”.
Nessuno può dirgli quello che è giusto, quello che secondo gli uomini è giusto, perché lui segue la legge del cuore, là dove c’è l’amore del Padre, dove la misericordia del Padre parla al posto della legge scritta e corretta dagli uomini.
Un Dio che conosce i suoi figli sa che il rispetto e l’amore per Lui, non vengono meno perché non si rispettano certe regole di culto, ma perché non si rispetta l’oggetto stesso del culto.
Fare sacrifici e offrire olocausti, non sempre significava fare cosa gradita a Dio, anche perché gli stessi sacerdoti che credevano di rendere onore a Dio, non hanno saputo riconoscere in Gesù, il Messia atteso.
Infatti, questo loro riprendere Gesù senza riconoscerlo, li porterà a non conoscere il vero tempio dell’ olocausto permanente, quel Gesù che prova compassione di noi, fino ad accettare di offrire se stesso per i nostri peccati.
Si, Gesù prova compassione per noi, in Lui non c’è mai una parola di rimprovero solo perché non riusciamo ad essere perfetti, ci sprona a cercare la perfezione, ma lo fa unicamente per il nostro bene, non ci obbliga, ci ama ed il suo amore è veramente immeritato.
Se solo pensassimo a quanto ci ama, anche quando ci allontaniamo, quando lo flagelliamo con la nostra indifferenza, quando lo crocefiggiamo con i nostri peccati, allora sì che cominceremmo a scoprire quanto è bello essere amati anche e soprattutto perché imperfetti.
Non perdiamo tempo a stabilire quale sia la parola da seguire, la legge scritta da rispettare, impariamo a seguire l’unica parola che conta, amore, e allora capiremo tutti i discorsi di Gesù che possono sembrare difficili a volte, ma che hanno solo una chiave di lettura, e la chiave è proprio questa: AMORE!
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mercoledì 15 luglio 2015

(Mt 11,28-30) Io sono mite e umile di cuore.

VANGELO 
 (Mt 11,28-30) Io sono mite e umile di cuore. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, in me, che non ho merito, per poterti servire con semplicità, e così poter per tuo merito, fare qualcosa di utile al Signore.

Anche oggi ritroviamo una pagina che abbiamo percorso già in questi ultimi giorni  http://bricioledivangelo.blogspot.it/2014/06/mt-1125-30-io-sono-mite-e-umile-di-cuore.html
ma poichè il Vangelo , pur essendo sempre lo stesso , ogni giorno ci offre un nuovo punto di vista, un nuovo spunto per riflettere; questo nuovo incontro non può essere che un invito a soffermarci ancora sulle parole di Gesù." In quel tempo " infatti non può essere solo la descrizione di eventi accaduti,perchè sarebbe in contraddizione con :
"I cieli e la terra passeranno, ma la mia parola non passerà". GESU' CRISTO (Matteo 24, 35)Gesù  non si contraddice, Gesù provoca delle reazioni con le sue parole, che ci fanno mettere in discussione tutta la nostra vitae le nostre contraddizioni tra la parola e le opere.Quel tempo è ogni tempo che viviamo, e a volte , io vedo che alcune cose gravi, faticose e pesanti, mi riescono meglio che altre che sembrano più facili. A volte la stanchezza prende il sopravvento, perchè quando si spende tutto di se stessi, non dico che si vogliano vedere dei risultati, ma trovare sempre muri di marmo, è abbastanza duro.Gesù ci ha avvertito, ci ha dato nelle batitudini un memorandum da tenere sempre presente :
{« Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli » (Mt 5,3-12).}
Quando tutto sembra troppo difficile, troppo stancante, c'è qualcosa che deve suonare come un campanello d'allarme. Stiamo cercando di combattere la nostra battaglia da soli, non cerchiamo nel Signore la nostra forza,perchè altrimenti il nostro peso,sarebbe dolce e leggero.Il giogo è un asse di legno curvo con con un anello centrale, che viene appoggiata sulla base del collo di una coppia di buoi e fissata con due sottogola e  ha una funzione specifica: portare i pesi in due e lasciare che il peso vada al centro… perfettamente distribuito… in più, ed è proprio questo il bello, Gesù mica parla a caso… ci sta dicendo che il peso è portato da entrambi,Lui ci dice: “Percorriamo questo cammino” e noi seguiamo semplicemente i suoi passi… ci lasciamo andare… questo è un vero riposo…
Se ci pensate bene allora, non c’è sforzo nel condividere con Lui i nostri pesi e non c’è via più SERENA se non quella di seguire i suoi movimenti.
Facciamo attenzione alla nostra presunzione, perchè dietro alla nostra stanchezza può nascondersi l'accidia, la voglia di mollare tutto, di pensare che tanto è inutile, ma, ancor peggio, di non poter fare di più.
L'accidia è una vera e propria malattia dello spirito, che approfitta della nostra stanchezza, per inserirsi in pianta stabile e farci fermare, ed irrimediabilmente tornare indietro.
È abbastanza sconosciuta come peccato e, spesso, la nominiamo tra i 7 vizi capitali, senza rifletterci molto, ma a mio avviso è veramente uno dei vizi più infidi, più subdoli che ci sia.
S.Bernardo la chiamava tiepidezza, l’ombra della morte. Il tiepido assomiglia ad una vigna non coltivata, una vigna che è stata abbandonata. Il tiepido è così: è una casa senza porta, senza chiusura. Qualcun altro ha detto: “E’ un verme che nella radice divora dal di dentro”. Divora soprattutto le virtù principali anche se esternamente la vita continua apparentemente come prima.
Un’altra immagine del pigro a livello accidioso, è quella di colui che nasconde i talenti sotto terra, o la persona non troppo buona né troppo cattiva alla quale si applicano le parole tremende dell’Apocalisse: “Conosco le tue opere, non sei né freddo né caldo, magari tu fossi freddo o caldo, ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca”.Vincere l'accidia non è un optional, ma un dovere, un passo che costa tantissimo , ma che va fatto, per non perdersi e non perdere tutto quello che si è  costruito assieme a Dio nella nostra persona e nella nostra vita. 
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martedì 14 luglio 2015

(Mt 11,25-27) Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.

VANGELO

(Mt 11,25-27) Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
 In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

 Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA : Dopo questa preghiera di Gesù, la mia scompare, ed è per questo che non oso neanche farla, ma mi unisco a quella di Gesù per ringraziare Dio.

Questa lettura ci sta girando intorno da più giorni,quasi come se la Chiesa volesse leggerla e rileggerla per poterla far veramente sua.Infatti anche se sembra una lettura facile da capire, risulta poi difficile da vivere.Non deve essere stato facile nemmeno per Gesù far comprendere agli uomini che tutto ciò che lui rivelava, lo rivelava Dio; perchè noi siamo uguali da sempre, vogliamo capire per essere primi, per essere presi in considerazione e quindi sentirci migliori di altri.

La dinamica che muove il mondo terreno è questa, ma non è la dinamica che muove il cuore di Dio.

La prima lettura e le letture di questi giorni, ci fanno conoscere un Dio che si adira contro il popolo che si ostina a voler guidare da solo la sua storia, come se una scure volesse colpire da sola un pezzo di legno e non riconoscere la mano che la guida.

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lunedì 13 luglio 2015

(Mt 11,20-24) Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

 VANGELO 
 (Mt 11,20-24) Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Parola del Signore

  LA MIA  RIFLESSIONE

 
 PREGHIERA: Vieni Spirito di Dio nella mia mente, stupiscimi con i raggi della tua luce, folgorami con la tua sapienza e dammi la possibilità di leggere tra le righe il tuo volere.

Mi sembra proprio che stavolta, il Signore l’abbia con me, che mi dica, che è ora che prenda coscienza di quanti segni ha compiuto su di me, e che mi comporti di conseguenza. A volte ci soffermiamo a vedere quanta fede c’è negli altri, dando per scontato che siano gli altri che non sanno avere fede nel Signore, che non sono riconoscenti, ossia che non sanno riconoscere Gesù come il Signore della nostra vita. In questo passo Gesù rimprovera il suo popolo, perché è proprio là dove ha compiuto più prodigi che invece di convertirsi, il popolo ha scelto di contestarlo. I farisei e i sadducei, litigavano tra loro su come vivere la parola di Dio e non vedevano la magnificenza dei segni che Gesù compiva, anzi alcuni si spinsero a dire che i miracoli che compiva non venivano da Dio, ma da satana.
I segni che il Signore compie, sono sotto agli occhi di tutti, basta guardare cosa significa la conversione nella vita di ognuno di noi, senza cercare molto lontano, oppure come i Santi hanno saputo dare e quanto hanno ricevuto dal Signore.
Penso a San Pio, di cui persone ancora in vita raccontano del dono della bilocazione, e penso alla devozione che il Padre aveva per il Signore e la Madonna. Se ci affidiamo, invece di pensare a quanto siamo bravi, a quanto siamo giusti, a come siamo buoni, ma a QUANTO E’ GRANDE IL SIGNORE e quanto abbiamo bisogno di Lui, forse, uscendo dalla nostra presunzione, saremo capaci di riconoscere questi segni e forse capiremo che non dobbiamo fare come i farisei e i sadducei, e non ci dobbiamo sentire salvi solo perché andiamo a messa la domenica, ma vivere con Gesù nel cuore i nostri giorni.