lunedì 6 luglio 2015

(Mt 9,32-38) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!

VANGELO
 (Mt 9,32-38) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, e aiutami a comprendere le scritture, apri il mio cervello ed il mio cuore alla Tua Sapienza.Per Cristo nostro Signore!Amen.

 Presentarono! Chi presentò a Gesù l’indemoniato? Chi si prese la briga di condurlo davanti al Signore? Sicuramente qualcuno che credeva in lui e che sperava nella guarigione del poveretto. C’è da tenere presente che la chiesa di allora, non teneva molto in considerazione gli ammalati, anzi li considerava castigati da Dio, e li abbandonava a se stessi.  Allora il tempio era veramente un qualcosa di molto lontano dai bisogni della gente, che aveva nei confronti dello stesso solo obblighi. Il personaggio che qui Matteo ci descrive, era muto, e non appena Gesù lo libera dal demonio, torna a parlare. Questo provoca sia una reazione di ammirazione e meraviglia, sia una di contestazione; non potendo negare il miracolo, infatti, lo attribuiscono al Diavolo. Gesù continua a viaggiare tra le genti, nella sua missione salvifica e guaritrice ed è pieno di compassione per quel suo popolo afflitto, si rende conto che ha bisogno di pastori che lo conducano e non di dotti che dettino leggi e non curano il gregge. I pastori che Gesù vuole per il suo popolo sono quelli che lo seguono in tutto e per tutto, ed in primis nell’accoglienza e nella compassione per i poveri e gli emarginati. Non vuole pastori che pensano solo ad arricchirsi, infatti,  diceva di andare senza bisaccia e senza calzari, ma vuole dei pastori attenti che si preoccupano di tutte le sue pecore, senza discriminare nessuno. È un invito per i sacerdoti, ma anche per tutti coloro che ha chiamato al suo seguito.

Preghiera per i sacerdoti (don Andrea Gasparino )


Abbiamo bisogno di preti, Signore,
ma di preti fatti sul Tuo stampo;
non vogliamo sgorbi,
non vogliamo "occasionali",
ma preti autentici,
che ci trasmettano Te senza mezzi termini,
senza ristrettezze,
senza paure.
Vogliamo preti "a tempo pieno",
che consacrino ostie,
ma soprattutto anime,
trasformandole in Te;
preti che parlino con la vita,
più che con la parola e gli scritti;
preti che spendano il loro sacerdozio
anziché studiare di salvaguardarne la dignità. 
Sai bene, Signore,
che l'uomo della strada non è molto cambiato
da quello dei tuoi tempi;
ha ancora fame; ha ancora sete;
fame e sete di Te, che solo tu puoi appagare.
Allora donaci preti stracolmi di Te,
come un Curato d'Ars,
preti che sappiano irradiarti;
preti che ci diano Te.
Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno.
 Perdona la mia impertinenza:
tieniti i preti dotti,
tieniti i preti specializzati,
i preti eloquenti,
i preti che san fare schemi,
inchieste, rilievi.
A noi, Signore, bastano i preti dal cuore aperto,
dalle mani forate, dallo sguardo limpido.
Cerchiamo preti che sappiano pregare più che organizzare,
preti che sappiano parlare con Te,
perché quando un prete prega,
il popolo è sicuro.
Oggi si fanno richieste,
si fanno sondaggi su come sarà,
su come la gente vuole il prete.
Non ho mai risposto a queste inchieste,
ma a Te, Signore, posso e voglio dirlo:
il prete io lo voglio impastato di preghiera.
Donaci, o Signore, preti dalle ginocchia robuste,
che sappiano sostare davanti a Te,
preti che sappiano adorare,
impetrare, espiare;
preti che non abbiano altro recapito che il tuo Tabernacolo.
E dimenticavo: rendici degni di avere tali preti.
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domenica 5 luglio 2015

(Mt 9,18-26) Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.

VANGELO
(Mt 9,18-26) Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Santo, vieni a portare la luce nella mia mente ottenebrata, vieni a farmi conoscere il senso della parola del Signore, vieni ad insegnarmi come ascoltare e come vivere per essere specchio che riflette la luce che abbaglia, e fa che dietro a questa luce io scompaia.
Gesù passa nella nostra vita, molti ce ne hanno parlato, ma per tanti è stato come per me, anni e anni ad aspettare che qualcosa succedesse, senza fare mai un gesto, mai una preghiera vera in cui chiedere al Signore di fermarsi per me.
La nostra fede non andava oltre al “ Sentito Dire ”, ma forse nella nostra disperazione, non riuscivamo ad alzare lo sguardo … Io non so perché, ma so che oggi che conosco la potenza dell’ amore di Dio, oggi che pur con mille mancanze, mille imperfezioni, mi sono sentita toccare da Lui, vorrei averlo fatto da sempre.
C’era un uomo che era avverso a Gesù, forse uno dei capi di quella chiesa che Gesù ammoniva, fatta di sepolcri imbiancati, ma ad un tratto quell' uomo, colpito da una tragedia, si rivolge al Signore , con una fede che fa meravigliare Gesù stesso, perché quell' uomo, così lontano da Lui, capisce che Lui può vincere la morte del corpo e dello spirito.
Anche la donna ( che per gli ebrei era considerata impura ) cerca di arrivare a Gesù, sa che se solo riesce a toccarlo, sarà guarita.
Come toccare Gesù? Come farsi toccare da Lui? Basta invocarlo, cercarlo nel proprio cuore, nella preghiera, con tutta l’ anima e Lui si volterà verso di noi, e ci salverà.
Nonostante il Suo amore sia grande, immenso, noi non vediamo mai Gesù correre dietro a qualcuno, cercare di toccarlo , imporgli la sua presenza, anche se Gesù, pur conoscendo tramite lo Spirito Santo i nostri bisogni e la disperazione , non ci risparmia la fatica di cercarlo, non ci rende più facile la lotta con il nostro orgoglio, la nostra presunzione, la nostra paura di dover lasciare quei peccati he tanto ci attirano... ma vuole che siamo noi a desiderare di incontrarlo, di essere liberati dalla nostra incapacità di arrivare fino a Lui!
L’amore del Signore è immenso, se solo potessimo riuscire a capire quanto è grande, non esiteremmo un attimo a rivolgere a Lui la nostra preghiera, se solo potessimo ascoltare le voci di chi ci ha descritto le grandi grazie che il Signore ha compiuto su di loro, come la voce dei santi, allora il nostro cuore griderebbe: Gesù, se potessi toccare il tuo mantello, sarei salvata.
Nel Padre nostro, diciamo : “ Sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta in cielo ” (Matteo 6:10).
Affinché la volontà di Dio sia fatta in terra, bisogna che trovi la sua realizzazione in ogni essere umano. E finché non riusciamo a capire che la volontà di Dio è la realtà migliore a cui possiamo aspirare e la nostra volontà non decide di assoggettarsi ad essa rinunciando a portare avanti caparbiamente la nostra visione della vita, non riusciremo a toccare le vesti di Gesù e non troveremo guarigione alle nostre ferite.
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sabato 4 luglio 2015

(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

VANGELO
(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Donami Signore la prudenza e l'umiltà necessarie per poter parlare di Te con giustizia e verità,perchè quello che io scrivo possa far comprendere,non confondere.
Ho dato un'occhiata ad altre riflessioni che ho fatto in precedenza su questa pagina, ma questa immagine che ho scelto oggi, mi ha portato via e come al solito, a me non resta altro che seguire questa ispirazione.
Gesù torna a Gerusalemme, tra i suoi, che conoscevano la sua storia, le sue origini, e la sua famiglia.
Erano quindi convinti di sapere tutto di lui, di conoscerlo a fondo.... di sapere chi era e cosa potevano aspettarsi da lui!!!
Ecco che la foto dimostra come non lo conoscevano affatto, perchè, come nella foto, erano fermi, immobili sulla porta delle loro credenze.
Gesù resterà sempre motivo di scandalo se non ci si immedesimerà con Lui, e mai come in questo periodo, vedo sacerdoti confusi, che cercano di allontanare le pecore dal pastore, creando altro scandalo.
Ho più di 60 anni e ho vissuto la crisi della chiesa degli anni 70, che portò molti a dividersi, perchè non riuscivano ad accettare le aperture del concilio vaticano 2°.
La più famosa è quella dei cosiddetti cattolici tradizionalisti o lefevriani, ma non da meno furono i sedevacantisti che credono che dal Concilio Vaticano II ad oggi non ci siano più stati Papi legittimi e quindi la sede papale sia vacante: da quelli che sostengono che Giovanni XXIII fosse un eretico a quelli che ritengono il Concilio un complotto dei nemici della Chiesa – massoni od ebrei.
Non voglio spaccare il capello in 4, nè tornare ai motivi che li spinsero ad uscire dalla Chiesa Madre, o a restarne in seno minandone continuamente la credibilità, perchè se andiamo a studiare un pò la storia della Chiesa, vediamo che di scismi ce ne sono stati molti, voglio solo dire che 50 anni fa la Chiesa vide il cambiamento, vi si avvicinò e lo ostacolò insieme, come fa tuttora.
Io credo che l'unico cambiamento sarebbe l'unità di tutti i credenti, senza che si cerchi di omologare quello che per alcuni deve essere in un modo e per altri in un altro.
Mi è capitato di ascoltare un intervento di una pastora protestante battista sull'argomento "salvaguardiamo la terra" lo scorso anno, e trovo che il discorso di Papa Francesco molto simile; per questo io penso che se essere cristiano è un valore , questo lo è ancor più, nella dimensione della capacità dei cristiani di svolgere una funzione positiva nei confronti della società e della storia.
Non arrendersi significa ascoltre la parola di Dio, farla propria, ognuno a modo suo e non restare immobili aspettando che il mondo cambi, ma iniziare il cambiamento smettendola di dividerci.
Il sogno di Dio è anche il nostro, e non è un ideale di fantasia, come alcuni filosofi pensano, ma un ideale della ragione e non posso nè voglio arrendermi a pensarla come Hegel che disse: "Può anche accadere, certo, che così resti sacrificato il diritto dell'individuo: ma ciò non riguarda la storia del mondo, a cui gli individui servono solo come mezzo per il suo progresso."
No io non posso considerarmi un mezzo per il progresso, ma voglio pensare che il mondo è la mia casa, reata da Dio per la mia felicità, e non per la ricchezza di pochi a scapito di altri.
Delinquenti che avvelenano la terra, assassini che uccidono senza pietà nei modi più svariati... questo sicuramente nessuno lo vuole accettare, ed allora usciamo dai preconcetti, sia che siamo battezzati o che non lo siamo, sia che siamo cattolii o no, riconosciamo che il mondo non migliora facendoci le guerre, e specialmente distruggendo ogni valore.
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venerdì 3 luglio 2015

(Mt 9,14-17) Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

VANGELO
(Mt 9,14-17) Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami in questa piccola stesura che mi accingo a fare, dammi la capacità di dire solo quello che Tu vuoi che io dica, e secondo i tuoi insegnamenti.
Tutti i tempi sono uguali, le cose si ripetono ora come 2000 anni fa.I discepoli di Giovanni cercavano di confrontarsi con quelli di Gesù ed erano pronti alla critica.Evidentemente il digiuno non era fatto con amore, ma accettato come una pratica religiosa, come un' imposizione. Capiamo così che non deve essere un atto apparente, una formalità, perché altrimenti non ha senso. Cominciamo a digiunare dalle liti, dalla violenza, dall' attaccamento ai beni materiali, dalla prepotenza, dal sopruso, dalla voglia di apparire e di mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti.
Scegliamo l'umiltà di chi non sa riconoscere da solo, neanche i propri peccati e inginocchiamoci riverenti davanti al Signore, che per amore nostro, ha sacrificato il suo Figlio, fino alla morte umiliante della croce, per la salvezza di tutti noi, che sicuramente non meritiamo tanto amore.
Matteo ci parla di Gesù che nella regione dei Gaderèni, è interrogato dai discepoli di Giovanni, sul digiuno, che loro e i farisei rispettavano scrupolosamente e che invece i suoi discepoli non facevano.
Gesù tra le tante cose che vuole rinnovare per far capire bene i desideri del Padre, rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo da questa, la scorza dell' apparenza, e offrendo se stesso come olocausto, per farci capire che non c' è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi. Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui da essere come invitati a nozze alla presenza dello sposo, e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, se vorranno, quando resteranno da soli.
Se lo vorrano! Queste parole di Gesù fanno eco a quelle del Papa nell'enciclica " Lumen Fidei " presentata proprio oggi : "La fede non è una verità che si imponga con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Il credente non è arrogante".
Cerchiamo di vivere le regole fondamentali della fede, preghiera, digiuno e carità, con vero cuore, offrendo ogni nostra azione al Signore, perché è la disposizione dei nostri cuori che farà la differenza tra noi e i farisei.
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giovedì 2 luglio 2015

(Gv 20,24-29) Mio Signore e mio Dio!

VANGELO

 (Gv 20,24-29) Mio Signore e mio Dio! 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Parola di Dio


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Vieni o Spirito Santo,vieni nella mia mente ed accendi la luce della tua sapienza, perchè possa saper vedere quello che tu vuoi che io veda. Vieni a donarmi la sapienza della semplicità e l'umiltà di mettermi completamente al tuo servizio. Perchè questo vuole il Signore Gesù, che è Dio e che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. 

Gesù e Tommaso, Gesù e noi. Aver conosciuto Gesù, a volte non ci esonera dall’ avere dei dubbi. L’ uomo è un misto di fede e paura, non si fida neanche di se stesso a volte, e fa bene, perché spesso cambia idea, anche sulle cose più importanti. E così Tommaso, non si fida di quello che gli altri apostoli gli dicono, vuole vedere Gesù per credere che veramente è risorto dai morti, anzi, di più, per essere sicuro deve poter toccare con mano le sue ferite. 
Questo è necessario perché Tommaso creda, allora il Signore lo accontenta, e torna tra i suoi discepoli quando c’è anche lui; solo allora Tommaso fa la sua professione di fede, solo quando attraverso i segni della passione di Cristo, riesce ad entrare nell’amore del suo Signore. Molte volte si ha bisogno di soffrire per una persona, di perderla, per capire quanto siamo legati a lei, quanto l’ amiamo; noi uomini abbiamo bisogno di queste cose per scoprire il senso  dell’ amore ed allora ben venga la tua incredulità se poi come Tommaso, riuscirai a riconoscere quanto Gesù ti ha amato, quanto ha sofferto per te; ben venga la tua incredulità se ti renderai conto che solo Lui è il Signore della tua vita; Gesù non ti amerà di meno se gli esprimerai i tuoi dubbi, ma ti aiuterà a superarli. Oggi invece io vorrei andare appena - appena più in là, vorrei essere io a dire Gesù, vedi, metti le tue mani nelle mie ferite, nella sofferenza ti ho chiamato, sei accorso, ti ho riconosciuto ed ho imparato da te a soffrire per amore! L’incontro con Gesù è qualcosa che ti toglie ogni dubbio, che ti stupisce ma dà sicurezza, che apre gli occhi e il cuore ad un modo di vivere completamente diverso, ad un donarsi agli altri e a Dio che rende la nostra vita in linea con quella di Maria, che dal suo primo Si’ non ha più avuto una vita sua, ma ha vissuto per Dio. Certo noi abbiamo tanto da imparare da Maria, ma non c’è maestra più paziente ed amorevole di lei.Una cosa mi colpisce di questo brano,che Tommaso è definito "uno dei dodici", anche se Giuda sicuramente non era con loro, restano 12 gli apostoli, e questo mi fa pensare che Gesù non decide mai di lasciare fuori nessuno, siamo noi che ci escludiamo non essendo in comunione con Lui e con gli altri.

mercoledì 1 luglio 2015

(Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

VANGELO
(Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perchè non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali. 

Gesù passa da una parte all’ altra, si muove da una riva all’ altra ed opera miracoli.
Scaccia demoni, ma più che altro parla, spiega,  insegna. Molti sono quelli che ascoltano ed accorrono, ma non tutti quelli che si avvicinano hanno voglia di conoscerlo veramente. Tanti hanno voglia di avvicinarsi a lui, ma non tutti riescono a riconoscerlo come il Signore della vita, ed allora questi intralciano il cammino di chi ha voglia di abbracciarlo, di chi vuole venire a lui, anche da molto lontano, passando da vie traverse, aiutato da amici che hanno fede in Gesù e che lo accompagnano per essere guarito.
 Noi possiamo essere questi amici, che si prendono carico dei fratelli ammalati e, con le nostre preghiere presentarli al Signore, perché non c’ è ostacolo che ci può fermare quando c’ è la fede.  
Il discorso della nostra fede, di quanto sia forte o meno, ci porterà a comprendere che se Gesù può guarire il nostro corpo, tanto più potrà guarire la nostra anima. 
C’ è un passo del vangelo che dice:-“ là dove due o tre si incontreranno nel mio nome, io sarò in mezzo a loro ”-  
Ricordiamoci di questo, quando preghiamo; ricordiamoci di unirci spiritualmente agli altri fratelli del mondo che pregano e di unire le nostre mani in un unico abbraccio intorno ai fratelli più bisognosi, di non dimenticare nessuno fuori da questo cerchio, di non escludere nessuno per non essere a nostra volta esclusi dall’ abbraccio dell’amore
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martedì 30 giugno 2015

(Mt 8,28-34) Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?

VANGELO 
 (Mt 8,28-34) Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo? 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Spirito del Signore, scendi su di me, ed aiutami a leggere le tue parole; usami per quel che vuoi e per chi vuoi. Così sia!
Abbiamo appena visto Gesù  che  spinge i discepoli  verso l'altra riva, e che pensavamo che lì era tutto più facile? Ma neanche per sogno!
Gli indemoniati li attendono per tormentarli e per impedirgli di passare. Ci sono dei posti che sembrano fatti apposta per ospitare satana e i suoi accoliti, posti in cui di male ce n’ è talmente tanto che sembra normale, ed in questi posti Gesù arriva e sconvolge anche gli animi dannati.
Il diavolo conosce Gesù e lo teme, sa che là dove Gesù regna non c’ è posto per lui e allora subdolamente si mette a scongiurare Gesù di lasciarlo vivere nelle bestie immonde, che rappresentano coloro che sono suoi schiavi, e con loro precipitano poi nell’ abisso.
In questo brano si ha un' idea di come il diavolo agisce, prima si nasconde e, una volta scoperto da Gesù deve arrendersi, ma il suo trucco più ben riuscito è nascondere all’ uomo l’ esistenza di se e di Dio, di fargli credere che lui dirige la sua vita, che non deve rendere conto a nessuno, che tutte queste cose le hanno inventate per rovinargli la vita.
Lasciate che i morti seppelliscano i morti diceva poco tempo prima Gesù al giovane che lo interrogava per sapere cosa fare per seguirlo. Egli infatti non riusciva a staccarsi dal passato; ed ora in questa nuova riva, tra i morti troviamo i demoni.
Gesù ci libererà la via se uccideremo i nostri demoni, se ce ne libereremo per sempre , ci aiuterà a non essere più schiavi dei nostri peccati.
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lunedì 29 giugno 2015

(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

VANGELO
 (Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore

 (Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni o Signore con il tuo Spirito, per illuminare la mia mente e scrivere con me questa riflessione, nel tuo Santo nome, ora e sempre. Amen.
Questo brano è uno di quelli che mi da più sensazioni, sia nella versione di Matteo che in quella di Marco.
Questi poveri apostoli che seguono Gesù senza neanche poter fare preparativi, che si trovano a passare da una riva all’ altra, con nella testa le parabole che raccontava, che ancora oggi per molti sono incomprensibili.
Il mare in tempesta li atterriva, come ci atterriscono i vari momenti in cui la vita ci assale con i suoi problemi; come ci atterrisce una malattia; come quando vorremmo azzerare tutto e far finta che non sia successo niente!!!
Ma non si può, siamo in mezzo a quel mare di sensazioni e abbiamo paura di affondare, di non farcela. Dove sei Gesù? Io ti sento vicino a me, ma Tu che fai? Perché non intervieni? Perché non mi aiuti?
O quante volte ci siamo trovati in queste situazioni! 
Quante volte abbiamo cercato il Tuo aiuto Signore!
Già solo saperti vicino ci fa sperare… ti imploriamo, e tu ci stupisci, perché anche la più grave tempesta con te vicino, si placa.
Cosa ci aspettiamo da te Signore? E Tu cosa ti aspetti da noi? Siamo spesso  messi  alla prova, questo forse ci aiuterà a capire che non ci abbandoni mai? Ci farà  diventare più fiduciosi? Più coraggiosi? Spero veramente, con tutto il cuore, di sì.
Questo è uno di quei brani che ci aiuta a capire quanto e come pregare, che ci fa considerare attraverso il libero arbitrio che Dio ci ha donato, tutta l'importanza della nostra ricerca di Dio.
Chi mi legge da tempo,si accorgerà che man mano abbiamo fatto insieme qualche passo di più, proprio perchè stiamo mettendo tutto il nostro impegno per cercare di cambiare. Non è il numero delle preghiere, non è un esercizio intellettuale, ma è un cercare di accogliere il mistero che ci viene incontro; è un riscoprire le nostre origini di figli di Dio; è un imparare a fidarsi, a ridimensionare il nostro io e  farci umili per Dio.
Pregare è amare e lasciarci amare, ma per impararlo dobbiamo imparare ad essere umili, ad umiliarci , a chiedere , implorare... desiderare l'intervento di Dio! Questa è la fede!

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domenica 28 giugno 2015

(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

VANGELO
 (Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Spirito Santo a dire quello che vuole il Signore, ad usare i fatti e gli avvenimenti della mia vita, per aprire quelle porte che sentono Dio lontano, Gesù sconosciuto, e Te dolce Spirito, come un canto mai cantato.

Il 29 giugno è per me un giorno particolare, che festeggio con la preghiera i ringraziamento, per ricordare il giorno della mia conversione, che da tanti anni ormai, ha segnato l'inizio di un cammino che non finisce mai.
Ma proprio perchè anche prima mi ritenevo Cristiana, oggi vorrei soffermarmi a pensare con chi , come me, e come Pietro rispondono "si", subito, senza pensarci due volte, ma poi,devono fare i conti con il mondo.
He già! Perchè se fosse solo con Gesù il rapporto sarebbe facile, tu parli, io ti ascolto e ti seguo...che potrei desiderare di più?
Se tutti fossimo amabili,come sarebbe facile amare!
Ma ci sono gli altri, quelli che spesso non scegliamo come compagni di strada, ma che il Signore sceglie per noi, proprio perchè essere cristiani,vuol dire fare come Gesù, amare anche chi non merita di essere amato,proprio come Lui fa con tutti noi.
Spesso dimentichiamo quale sarà il premio per chi si comporta come Dio vuole,anzi,addirittura cerchiamo di trasferire il nostro modo di pensare anche al paradiso dove, forse, vorremmo gestire la vita eterna,stabilendone diverse misure.Infatti ,anche se nella parabola dei vignaioli , Gesù ci rammenta che per tutti ci sarà la stessa paga, noi pensiamo sempre di meritare qualcosa di più, di diverso.
Siamo umani imperfetti, e non è facile sentirsi all'altezza dell'amore di Dio, e questo dovrebbe bastare per cercare di pensare a migliorare noi stessi , per chiedere continuamente perdono delle nostre disattenzioni, mancanze... ma noi ci impegniamo molto solo a guardare le mancanze degli altri.
Tutti siamo chiamati a compiere una missione, a percorrere una strada e non sappiamo bene qual' è, ma piano piano se riusciremo ad entrare e a rimanere in contatto con Dio, riusciremo anche a percepire i segnali che ci guideranno.
Può essere solo una frase, un canto, un incontro, una lettura.... e ci immergeremo in qualcosa che ci trascina dove non credevamo di voler andare.
Ogni momento è buono e ogni volta ci saranno altre mille cose che cercheranno di trascinarci via.
Non è che se si vive la vita di parrocchia siamo al sicuro... o se si sceglie il seminario....anzi! Sembra incredibile ma in certi ambienti, che dovrebbero traboccare d' amore e umanità, vige tutt'altro tipo di sentimenti, e dobbiamo farci i conti e, a volte è veramente difficile.
La nostra umanità e la loro, nemiche - amiche, molto più simili di quel che pensiamo, neanche quando cerchiamo di fare qualcosa insieme per il bene comune ci riesce di non provare sentimenti contrastanti. Gesù da a Pietro le chiavi del regno, come le da ad ognuno di noi; ci da la chiave per entrare nel suo regno, nella vita eterna. Ad ognuno da la sua; non dobbiamo aprirci la porta rubando la chiave ad un altro, non siamo nella casa del grande fratello televisivo, in cui verremo premiati se sbaraglieremo gli avversari, ma tutt'altra cosa è il giudizio di Dio, esattamente il contrario di quello del mondo.
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sabato 27 giugno 2015

(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Àlzati!

VANGELO 
 (Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Àlzati! 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA
O mio Santo Spirito, confortami.Con la Tua sapienza, consigliami.Con il Tuo amore, riempimi.Con la Tua luce, illuminami.Fa che ogni tua parola diventi la mia parola, per testimoniare la parola che porta luce e vita eterna in ogni cuore.

Marco in questo 5° capitolo del suo Vangelo ci ha accompagnato in questo andare e tornare di Gesù e degli apostoli da una riva all’ altra del mar Morto.Gesù acclamato dalla folla e Gesù scacciato da chi ha altri interessi; come abbiamo visto nel vangelo di ieri, quindi possiamo vedere come l’incontro con lo stesso uomo sia accolto in maniera diversa, come nulla cambi nell’ accoglienza del figlio di Dio in base a quello che Lui offre, ma in base a quanto il cuore dell’uomo è disposto ad aprirsi.Torna quindi sull’ altra riva con i suoi discepoli e trova la folla che lo aspetta, si accalca e lo tocca. Immaginate quante mani lo abbiano sfiorato, si siano aggrappate a Lui, ma c’è un tocco che non gli sfugge, che si distingue dagli altri: il tocco di chi l’ ha cercato con la spasmodica attesa di chi crede il Lui, di chi ha fiducia cieca, di chi vuole essere salvato e immerge con quel suo tocco tutta la sua anima in quell’ incontro. La donna rappresenta tutte quelle persone con delle ferite interiori che cercano la guarigione, ma quelle ferite così intime, che a volte non si vedono, ci debbono far pensare a quanto possano sanguinare, quanto possano indebolire e rendere fragili, specialmente quando ci troviamo davanti ad una persona che reagisce alle cose della vita, in maniera che ci può sembrare errata.Anche Giairo si fa presso Gesù, crede sicuramente in Lui, nei suoi poteri di guaritore, altrimenti non si esporrebbe così (lui è uno dei capi della Sinagoga) e sappiamo bene che Gesù non era accettato dalla maggior parte di loro come il Messia.Hanno appena comunicato che la figlia è morta, ma Gesù dopo aver guarito la donna si rivolge a lui e dice: «Non temere, soltanto abbi fede!».Si reca a casa sua e trova la gente che piangeva disperata, allontana tutti ed alla presenza della mamma e del papà assicurò che la piccola non era morta, ma dormiva e le ordinò di alzarsi.La fanciulla immediatamente si alzò e si mise a camminare.Una cosa ancora per analizzare il comportamento di Gesù, chiede all’ uomo d’avere fede e ai parenti perché si agitano e piangono, sembra quasi una domanda senza senso, la bambina è morta, ed il dolore umano sfoga nel pianto, ma è evidente che Gesù lega tra loro vari elementi, ma non si esprime operando il miracolo apertamente, come fa in altre occasioni, perché?Lo deridevano…alcuni dei presenti, che molto probabilmente era lì a piangere a pagamento (cosa in vigore all’ epoca) e che quindi non era spinto dall’ amore per la fanciulla a quelle lacrime, non essendo effettivamente addolorato non era interessato al fatto che la ragazza si salvasse, quindi non avendo niente che gli stesse a cuore da chiedere a Gesù, si permetteva di deriderlo e di rifiutarlo. Vediamo che quello che chiede è una nuova visione della vita e della morte, un superare le idee terrene della morte come la fine di tutto, perché Gesù che dice perché piangete, non è morta, sta dormendo è colui che crede nella resurrezione. Gesù quindi fa distinzione tra chi lo prega con cuore sincero e chi no, scaccia via chi finge dolore, allontana gli ipocriti; torniamo a scoprire che nessun peccatore è allontanato da Gesù, neanche il peggiore, ma l’ipocrita si.

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venerdì 26 giugno 2015

(Mt 8,5-17) Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.

VANGELO 
(Mt 8,5-17) Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:“Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

VIENI SPIRITO DI DIO, donaci una fede forte e autentica in Gesù e guarisci tutte le nostre ferite. Allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione. Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo. A te ci affidiamo con fede, come il centurione si affidò a Gesù.

Spesso quando ci poniamo davanti al Signore, il nostro atteggiamento è incerto, dubbioso, e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo, anzi, sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione, nel quale non crediamo veramente… perché non ci accontenta subito, perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.Non sento altro intorno a me che frasi del tipo: Dio non mi ascolta - Se Dio esiste perché….. - Proprio a me doveva mandare… - Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere, di non arrabbiarmi, perché capisco il dolore di chi soffre, ma certe volte, quando percepisco in tutto questo, solo la provocazione, la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede, mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa, per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.E' abbastanza frequente che si abbia di Dio un'immagine che non corrisponde alla realtà, anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo, geloso, che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente. Ma il centurione sente parlare di Gesù, che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri, uno che non solo compie dei miracoli, delle guarigioni, ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi e i lontani , quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori dalla loro cerchia di popolo eletto. Allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo, e con molta umiltà, quando Gesù stava andando da lui, gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia, non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua, ma che era sicuro che con una sua parola, il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù, che non aveva certo preconcetti ,anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico, ma da subito, non aveva rifiutato grazie a nessuno. Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano, quindi un pagano, che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei, proprio perché questi tenevano la gente a distanza, considerando Dio una loro proprietà, un loro diritto. Lui ,che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù, perché è preso dalla sua vita di soldato, dal considerarsi uno che ha potere, perché è comandante delle sue guardie, si rende conto, che tutto il potere terreno di cui dispone, non gli serve a nulla … e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta. E’ in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenisse.Allora si sente indegno di tanta grazia, di tanta accortezza, perché la sua casa non è degna di riceverlo, poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera. Non conosceva Gesù quel soldato, ma era disposto a credere, ad aprire il cuore, molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui .
Gesù mette in risalto come aprirà le porte della nuova Gerusalemme a coloro che sono disposti a credere e lascerà fuori i duri di cuore, indipendentemente dalla loro origine terrena.