lunedì 1 dicembre 2014

(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.

VANGELO
(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.
 + Dal Vangelo secondo Luca


In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».


Parola del Signore
 .
(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore con il Tuo Santo Spirito a dare forma ai pensieri,  vieni perché tutto da te dipende, vieni perché io conto su di te per capire, conto su di te per vivere, conto su di te per essere degna di vivere nel tuo regno.


In questa lettura, vediamo che la cosa più importante che dobbiamo tenere presente è che tutto dipende da Dio, ma spesso il nostro orgoglio ci fa diventare superbi e pensiamo che siamo noi, con la nostra sapienza il nostro savoir faire, che dirigiamo i nostri passi.
Noi senza il Signore non siamo nulla e non possiamo nulla, ma mettendoci al suo servizio con l’umiltà di servi avremo la possibilità di essere quei piccoli a cui Cristo rivela e si rivela. Solo attraverso Gesù potremo conoscere il Padre che in lui si è rivelato.
Servi per amore e non per obbligo, perché Gesù stesso ci ha detto ” non vi chiamo servi , ma amici ” quindi in nome di questa grandissima amicizia che ci dimostra, doniamo a Lui la nostra fedeltà.
Impariamo ad entrare in intimità con Lui, a conoscere Gesù così come lui ci conosce; a fidarci di quello che ci dirà di fare, a mettere la nostra vita nelle sue mani e, più di tutto, a capire che tutto quello che riusciremo a fare, non sarà opera nostra, ma sua.
Ci vuole coraggio per pensare questo, non è facile sentirsi strumenti di Dio, ma l’evidenza dei fatti ci deve far trovare il coraggio e al tempo stesso, l’umiltà per farlo.
Rispondere a Dio, accettare di essere partecipi al suo progetto, non è un’azione isolata, ma ha bisogno di farci sentire parte di un tutt’ uno, come ingranaggi di una stessa macchina che si intrinsecano l’uno con l’altro, a cui il Signore stesso dà ordine e forma.
Plasmaci Signore, dacci forma, perché dalla terra ci hai creato, e a te solo dobbiamo la vita, siamo figli tuoi e possiamo essere degni di te, vivere a tua immagine e somiglianza, insegnaci a farlo, proteggici dal fango del peccato che vuole impedirci di risplendere della tua luce.


domenica 30 novembre 2014

Riflessione (traccia) Vangelo 1 Avvento B







Con questa domenica inizia il tempo dell' Avvento, tempo dell' attesa, tempo soprattutto della speranza. Lo viviamo ogni anno questo tempo, eppure ci ritroviamo sempre il cuore appesantito, che non cerca nulla di nuovo. Continuiamo nella nostra vita a disperdere, sperperare e scialacquare ogni tipo di speranza, accontentandoci di quello che siamo e mai di quello che abbiamo. Viviamo una società dove scompaiono valori, scricchiolano sicurezze e le certezze sprofondano. I nostri cuori si sono appesantiti e in essi non c'è più alcuna speranza, o meglio, speriamo soltanto nelle cose che ci possono soddisfare ora e subito, soprattutto in quelle che non ci costano fatica e sudore. 
Questo tempo di Avvento invece ci ricorda che c'è Qualcuno che è padre e nostro redentore. Tra i tanti sconquassi che ci costringono ad incassare la testa e a chiudere gli occhi, c'è Qualcuno che ci invita a sollevare il capo e a scorgere l'aurora della salvezza e della liberazione. C 'è qualcuno che ci invita a sperare in Lui ed essere pronti alla continua novità e freschezza di un Dio che si fa uno di noi. Vegliare, essere vigili e tenere gli occhi ben aperti per scoprire e riconoscere la sua presenza nelle situazioni che viviamo e nelle persone con le quali conviviamo. Attenti e svegli per coltivare la speranza della salvezza, per non essere condannati a non sperare più.

(Mt 8,5-11) Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.

VANGELO
(Mt 8,5-11) Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
VIENI SPIRITO DI DIO, donaci una fede forte e autentica in Gesù e guarisci tutte le nostre ferite. Allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione. Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo. A te ci affidiamo con fede, come il centurione si affidò a Gesù.
Spesso quando ci poniamo davanti al Signore, il nostro atteggiamento è incerto, dubbioso, e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo, anzi, sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione, nel quale non crediamo veramente… perché non ci accontenta subito, perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.
Non sento altro intorno a me che frasi del tipo: Dio non mi ascolta - Se Dio esiste perché….. - Proprio a me doveva mandare… - Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere, di non arrabbiarmi, perché capisco il dolore di chi soffre, ma certe volte, quando percepisco in tutto questo, solo la provocazione, la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede, mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa, per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.
È abbastanza frequente che si abbia di Dio un' immagine che non corrisponde alla realtà, anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo, geloso, che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente.
Ma il centurione sente parlare di Gesù, che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri, uno che non solo compie dei miracoli, delle guarigioni, ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi e i lontani , quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori dalla loro cerchia di popolo eletto. Allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo, e con molta umiltà, quando Gesù stava andando da lui, gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia, non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua, ma che era sicuro che con una sua parola, il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù, che non aveva certo preconcetti, anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico, ma da subito, non aveva rifiutato grazie a nessuno.
Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano, quindi un pagano, che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei, proprio perché questi tenevano la gente a distanza, considerando Dio una loro proprietà, un loro diritto.
Lui, che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù, perché è preso dalla sua vita di soldato, dal considerarsi uno che ha potere, perché è comandante delle sue guardie, si rende conto, che tutto il potere terreno di cui dispone, non gli serve a nulla … e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta. È in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenisse.
Allora si sente indegno di tanta grazia, di tanta accortezza, perché la sua casa non è degna di riceverlo, poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera. Non conosceva Gesù quel soldato, ma era disposto a credere, ad aprire il cuore, molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui .
Gesù mette in risalto come aprirà le porte della nuova Gerusalemme a coloro che sono disposti a credere e lascerà fuori i duri di cuore, indipendentemente dalla loro origine terrena.

sabato 29 novembre 2014

(Mc 13,33-37) Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà

VANGELO DI DOMENICA 30 NOVEMBRE
(Mc 13,33-37) Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, restami accanto, perché come Tu sei fedele a me, io lo sia a Te nell'ora della prova.
Gesù ci torna a chiedere di vegliare e di pregare. Le prove che si succedono nel mondo sembrano sempre annunciare la fine dei tempi, ma ormai abbiamo capito che ognuno di noi ha solo il tempo della sua vita per prepararsi all'incontro e comparire davanti al figlio dell'uomo.
Cosa vogliamo fare della nostra vita? Spenderla in bagordi? Farci trascinare dai vizi? Distruggere il nostro corpo svilendolo e disprezzandolo?
Ma questi non sono i soli pericoli che possiamo incontrare, quello che mette a dura prova la nostra fedeltà al Signore è proprio quella croce che anche a Gesù mise addosso una grande angoscia.
Stamattina parlando con un'amica che sta affrontando la prova della malattia in famiglia, io le ho detto :- prega, fino a consumare il rosario, prega incessantemente per avere non solo la grazia, ma prima di tutto, la forza di affrontare la prova. -
Preghiamo fratelli, lo so che sono ripetitiva, ma senza preghiera, non possiamo fare molta strada, senza preghiera crolleremmo presto, senza preghiera, non cerchiamo il Signore, ma cerchiamo di farcela da soli, e da soli restiamo al palo, non andiamo da nessuna parte, se non tra le braccia del nemico.
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Lettere dalla Turchia - Andrea Santoro - Google Libri

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venerdì 28 novembre 2014

briciola di vangelo


(Lc 21,34-36) Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.



VANGELO
(Lc 21,34-36) Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cuore e la mia mente. Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza, per Cristo nostro Signore. Amen.
Il brano che oggi Luca ci propone, è molto simile a quello che Matteo ed a quello di Marco; vengono detti sinottici, ossia simili.
Vengono chiamati così perché se si mette il testo dei tre vangeli su tre colonne parallele, in uno sguardo d'insieme (sinossi) si notano facilmente molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze.
Gesù dice non ci è dato di sapere come e quando Lui tornerà, ma che dobbiamo prepararci a quel giorno, perché sarà il giorno in cui saremo giudicati, in base a come avremo vissuto.
Per essere pronti a quel momento, quindi, dobbiamo essere vigili, coerenti e costanti nel nostro rapporto con il Signore, perché solo la Sua presenza nella nostra vita, ci mette al sicuro dagli attacchi del maligno e dalla tentazione di vivere una vita di peccato.
Uno sarà preso e uno lasciato... in base a quale criterio non possiamo saperlo, vediamo che nel mondo muoiono uomini buoni e cattivi, vecchi e giovani, uomini e donne, e questo, per quanto umanamente ci possa mettere in apprensione, ci deve far capire che il disegno del Padre per tutti noi figli, non è limitato come il nostro piccolo mondo, agli affetti più vicini, ma all'intera umanità.
Per allargare i nostri orizzonti quindi viviamo come figli di Dio nel mondo, considerando la terra come una casa terrena messa a nostra disposizione e la nostra vita come un'opportunità per entrare a pieno diritto nella vota eterna offerta dal Padre.
Viviamo cercando di uscire dal nostro concetto di umanità, che è sempre, purtroppo, molto limitato a quello che conosciamo, e cerchiamo di affidare tutto il nostro essere al Signore. Questo non significa non vivere, non farsi una famiglia, non lavorare ecc, ma farlo tenendo presente che siamo inseriti in un progetto più grande d'amore, e che per comprenderlo dobbiamo cominciare a viverlo già da qui. Parafrasando, cerchiamo di entrare nell'arca dell'alleanza per essere salvati.
Evitiamo i contrasti, evitiamo di fare discorsi inutili che possono farci cadere in discussioni, preghiamo per chi si comporta male, per chi coltiva l'odio nel suo cuore, innaffiamo intorno a noi il seme dell'amore,della speranza, della giustizia.
Noi non siamo migliori di nessuno, neanche del più abietto degli uomini e non abbiamo il diritto di condannare gli altri, ma il dovere di amarli e pregare per loro.
Oggi penso a quanto coraggio e quanto amore ha il Papa che si reca in Turchia, che è pronto ad offrire il dialogo a certi personaggi carichi d'odio e assetati di sangue; penso che è veramente difficile per un cristiano vivere in un contesto in cui rischia la sua vita e quella dei suoi familiari; penso che anche al tempo di Gesù molti sono morti per portare la sua parola... e che noi siamo capaci solo di giudicare e di fare i cristiani da poltrona, quelli che non vogliono rischiare di andare contro corrente e non vogliono rovinarsi le ginocchia per pregare.
Penso tutto questo di me per prima,e spero veramente che il Signore mi salvi dal mettere alla prova la mia poca fede, o che mi aiuti a non perdermi prima di trovarmi davanti a Lui; Lui non ha tremato ed ha affrontato tutto questo anche per me.
Non è il Battesimo,nè la Bibbia sul tavolo che ci salveranno,ma saremo giudicati per l'amore che sapremo donare, ieri il Papa alle famiglie Paoline ha detto: Gratuità. Solo chi ha sperimentato tale gioia la può comunicare, anzi non può non comunicarla, poiché «il bene tende sempre a comunicarsi. … Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa» ( Evangelii gaudium , 9).
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giovedì 27 novembre 2014

(Lc 21,29-33) Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

VANGELO
(Lc 21,29-33) Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito Santo, che distingui il vero dal falso, aiutami a riconoscerlo. Aiutami a capire gli insegnamenti che mi vuoi dare, non per i miei meriti, ma per Cristo, nostro Signore. Amen
Nella fede che Dio ci chiede non ci deve essere disperazione, per questo ci fa notare la pianta del fico che germoglia.
Quello che Dio ci invita ad avere è l’ attenzione, la perseveranza, l’ accortezza e la ricerca della verità, per essere vigili.
La vigilanza è una delle cose che spesso viene sottolineata come richiesta da Gesù. Ci dice che le sue parole non passeranno, ma che invece il cielo e la terra passeranno; è chiaro che ci invita a seguire i comandamenti e alla luce del suo vangelo ci insegna anche come seguire correttamente il volere di Dio perché si possano adempiere le sua parole: ” Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” ed il regno di Dio sia veramente presente nel nostro cuore.
Che cosa significa per me seguire i comandamenti alla luce del suo Vangelo? Questa domanda mi viene spontanea perchè devo essere certa per prima di aver iniziato un cammino di conversione e la risposta che mi sono data è molto semplice: mettere Gesù al centro della mia vita, tenermi strettamente salda alla sua parola, per vivere il più possibile come Lui ha vissuto, sperando nel Suo aiuto per vedere maturare una fede di cui vedo il germoglio.
La parola del vangelo è veramente un libretto di istruzioni da cui prendere spunto per ogni attimo di vita e da come riusciremo a metterlo in pratica capiremo quanto viviamo già sulla terra il regno dei cieli.
Se dovessi dire l' immagine che ho davanti agli occhi in questo momento mi viene da pensare ad un operaio che costruisce la sua casa cercando di analizzare prima bene il terreno sulla quale costruirla, per poter poggiare con cura i mattoni, ripartendo bene dalle fondamenta, per evitare che crolli alle prime scosse di vento, tenendo ben presente la parola di Dio come libretto d' istruzioni!
Perchè il mio atteggiamento sia quello giusto, devo stare attenta però anche alle cose negative che vengono dette nel Vangelo, devo ascoltare e non pensare mai di aver già capito tutto, di sapere a memoria quello che Gesù vuole da me, perchè ogni giorno Gesù mi sorprende e mi vuole trovare protesa all'ascolto.Ogni seme fruttifica e matura di giorno in giorno, quando smette di crescere, di maturare, di allargare le sue fraccia alla sorpresa, alla novità, al cambiamento, non ha in se più la vita....è morto!Chi crede di sapere già tutto, di aver dato già tutto... perderà anche quello che ha; chi si sorprende, chi cerca, chi allarga le sue braccia ed il suo cuore al Signore, chi vive prendendo da Lui la linfa dell'amore,anche se non ha nulla, riceverà tutto in grazia e verità. 

mercoledì 26 novembre 2014

(Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

VANGELO
(Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e non lasciarci mai, uniscici nell'amore di Dio, e insegnaci ad affidarci solo a Te.
Sembra un annuncio di catastrofe vero? Ma andate oltre amici, quello che leggiamo è quello che è successo e risuccesso nella storia, non vuol dire che siamo alla fine dei tempi, perché la fine dei tempi nessuno sa quando verrà e come ho spesso ripetuto, non è importante, perché per ognuno di noi, la fine dei tempi è la fine della nostra vita. Abbiamo solo questo di tempo, non ne avremo altri, per vivere IL FINE DELLA NOSTRA VITA, quindi via dai nostri occhi scenari di disperazione o paura, e facciamo posto alla visione della vittoria, che si legge chiaramente anche nell'ultima riga e che Gesù spesso ci ripete.
Il bene vincerà sul male, perché la gloria del Signore sarà un giorno visibile a tutti, e Gesù tornerà in tutta la sua gloria e libererà la terra dal male. Allora anche noi saremo liberati dalla morte, apriamo la Bibbia e leggiamo in Eb. 9:27 “ E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto per una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza.” Ho aperto la Bibbia perché solo essa ci dice cosa avviene e non vi è altro luogo all’infuori di essa dove noi possiamo trovare una risposta all’interrogativo “ chi sono, cosa sarò, cosa diventerò, dove andrò ? ” Non sta a noi scegliere l’ ora della nostra morte ma è Dio che chiama il giusto e l’ingiusto. Non fa Egli stesso piovere nello stesso tempo sul campo del buono che su quello del malvagio? Accogliamo quindi il Suo insegnamento “ Vegliate, vegliate! Non sapetene il giorno né l’ora.” Mt.25:13 - Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'agnello!
Quando la nostra conversione procederà decisa, anche noi vedremo come ci sentiremo vittoriosi sul male; quando saremo liberi da quel giogo che ci schiaccia e ci rende schiavi, guidando le nostre passioni che ci condurrebbero alla perdizione dei valori e del senso della vita oltre che del paradiso.
Quello che si può pensare che sia il giorno della conoscenza del giudizio di Dio, oggi lo leggo come il giorno in cui, finalmente, riconosceremo Dio e dopo averlo ascoltato, riusciremo a seguirlo, a fidarci di Lui e a riconoscerlo come re della nostra vita.
Allora molleremo tutto quello che per tutta la vita abbiamo messo al primo posto, prima del nostro Signore e quello sarà il tempo della salvezza.

La regalità di Sr. Daniela: “Io faccio un po’ di tutto…“(don Arturo Bellini)

La regalità di Sr. Daniela:
“Io faccio un po’ di tutto…“

XXXIV Domenica Anno A – Gavarno, 23 novembre 2014.

La regalità di Sr. Daniela:
Nell’introduzione a un breve biografia di Santa Benedetta Cambiagio, don Valentino Salvoldi, mio compagno di studi al Pontificio seminario romano, così racconta il suo incontro con Sr. Daniela: “Stavo rivestendo i paramenti per la messa, quando mi si accosta una suora esile, mite e timida di circa 50 anni. Mi sussurra in dialetto: -Anch’io sono di Bergamo!-. Le chiedo che cosa faccia in convento. Lei mi risponde: - Un pò di tutto -. Dentro di me penso a mansioni della serie: lavo, pulisco, stiro … A pranzo, la superiora della casa mi fa sedere accanto a Sr. Daniela. Una scelta che interpreto suggerita dal fatto che siamo di Bergamo: io di Ponte Nossa e lei di Gavarno. La conversazione prende la via delle origini delle Benedettine della divina Provvidenza. A un certo punto, chiedo a suor Daniela: Ma la vostra madre generale chi è e dove è? Un sospiro e poi la riposta: - Sarei io –“.
 La regalità di Sr. Daniela:
Discrezione, semplicità e umiltà: ecco Suor Daniela. Una religiosa che fa un po’ di tutto. Non sta sul piedistallo, ma vive lo spirito del re pastore. Lo spirito della fondatrice Santa Benedetta, che si firmava: Benedetta che vivo per Gesù”, convinta che nel servizio di Dio, niente è piccolo e vile, ma tutto è grande per chi lo fa, con il vero spirito e con l’intenzione di piacere unicamente a Dio.
Questo episodio introduce nel modo più bello nella solennità di Cristo, Re dell’universo e nel messaggio che il Vangelo del giudizio finale ci vuoleconsegnare. Questa pagina non informa su come avverrà la fine del mondo, ma ci insegna a vivere l’oggi. Gli anni della vita dell’uomo sono un bene prezioso e sono da investire nel fare il bene…
La regalità di Sr. Daniela:
Come? A imitazione di Gesù, il re pastore, venuto non a farsi servire ma a servire. La lista delle persone da aiutare era nota nel cultura del tempo:l’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato, il carcerato.
La vera novità, anzi la novità assoluta del giudizio finale, non è l’elenco dei poveri, ma l’identificazione di Gesù con queste persone: l’avete fatto a me”, “non l’avete fatto a me”.
La regalità di Sr. Daniela:
Il messaggio del giudizio finale non mira a creare suspence su chi sarà considerato pecora e chi capra alla fine del mondo, ma a rivisitare la nostra vita, per capire in quali occasioni, oggi, noi siamo dalla parte delle pecore e in quali, invece, siamo dalla parte delle capre, quando amiamo il fratello e quando trascuriamo le sofferenze altrui; quando siamo attenti ai bisogni degli altri e quando siamo insensibili e indifferenti.
Servire Deo regnare est: 
la più grande regalità è nel servizio di Dio.
La regalità di Sr. Daniela:
Pescando nei pensieri che, già ieri sera, ci hanno accompagnato nella preghiera davanti all’Eucaristia, eccone uno fecondo per il nostro cammino cristiano: Non basta far parte del gruppo di coloro che Gesù chiama a seguirlo, occorre camminare realmente sulle sue tracce con vigile fedeltà. Il suo amore attende da noi una risposta autentica e personale. Gesù ci ha amato donandosi fino al sacrificio di sé”.  
La regalità di Sr. Daniela:

Non è importante sui passi di Gesù, essere il primo ministro o il ciabattino del re: l’importante è essere amore. Donne e uomini capaci di eucaristia, direbbe il nostro vescovo Francesco. Donne e uomini - ha scritto suor Daniela - consapevoli che Dio ci ama e si offre al nostro amore, per colmare la nostra vita e renderci capaci di amare a nostra volta come lui ci ha amato”.
Dio ci ama per renderci capaci di un amore come il suo, che è amore di re pastore: amore che vede. Amore che cerca. Amore che aiuta. Amore che vigila. Amore si prende cura. Amore che sostiene. Amore che incoraggia.
La regalità di Sr. Daniela:
Concretamente quale la via della regalità? Suor Daniela la indica così: Ricordiamocelo – scrive -: non si ha bisogno di tante cose; si ha bisogno soprattutto di sentirsi amati. Il nostro mondo ha tanto bisogno di sentire vicino, per mezzo nostro, l’amore concreto di Dio. Non importa se non siamo capaci di grandi cose. Quello che conta è la generosità con cui ci mettiamo al servizio di Dio donandogli “tutto” di noi, salute o malattia, lavoro o sofferenza, ecc., perché Lui possa giungere a tutti.
La regalità di Sr. Daniela:
Un gesto, un’opera di carità, un servizio dato: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero nudo e mi hai vestito; ero malato e mi hai curato; ero carcerato e sei venuto a visitarmi.
La regalità di Sr. Daniela:
Quando mai? Tutti sono stupiti: i salvi e i dannati. Tutti stupiti, anche i samaritani, stupiti d’aver intersecato tante volte, nella vita, il cammino del re.
Ma non ti abbiamo visto! Ti aspettavamo, ma non sei venuto!
E invece sì, c’ero. Sono venuto, ho bussato, ho chiesto e tu non mi hai negato un goccia d’acqua. Ero forestiero e mi hai accolto.
Alla sera della vita, saremo giudicati per l’amore. L’amore è il nostro lasciapassare. E l’amore – ha scritto suor Daniela -non ha mezze misure. O dona tutto, oppure non dona un bel niente. O doniamo la nostra vita a Dio e ai fratelli, oppure non doniamo niente a nessuno”.
 La regalità di Sr. Daniela:
Saremo giudicati sull’amore, non sui titoli, non se sei stato monsignore, vescovo, direttore di una grande azienda o semplice operatore ecologico. Sarai, sull’amore, non se hai avuto questo o quel ruolo. Saremo giudicati sull’amore. Nell’amore investiamo il tempo che ci è dato. Traspiriamo Gesù  – ci ripete oggi Suor Daniela - perché molti possano incontrarlo nella nostra vita, rinnovata dall’incontro quotidiano con Lui.
Chiedigli di infonderti il suo amore –scrive a una familiare -e in esso naviga leggera e vola verso Dio, unita Gesù. Vola verso di Lui affidandogli tutto e tutti… Lui ti guiderà”.
La regalità di Sr. Daniela:La regalità di Sr. Daniela:
Si, Lui ci guiderà a mettere su ogni cosa il sigillo dell’amore; perché solo l’amore rimane. Questo ci ricorda la festa di Cristo e questo, carissimi, è il messaggio del giudizio finale.                                            
   a cura di don Arturo Bellini

martedì 25 novembre 2014

(Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto

VANGELO
(Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e assistici; a me che rifletto sulla parola del Signore ed a chi la legge. Fa che la Tua forza, vada a toccare le corde del cuore di ognuno di noi, per Cristo nostro Signore. Grazie amen.
Sembra incredibile come Gesù ci chieda di seguirlo senza neanche addolcirci la pillola, non ci fa nessuna promessa di gioia e benessere materiali, ma continua a mettere in risalto le difficoltà che si incontrano nel seguirlo. La croce che aspetta Lui, aspetta anche noi, ma non ci lascia soli ad affrontare le difficoltà, sarà con noi in questa lotta e se ci affideremo a Lui, non ne saremo delusi. I segni delle persecuzioni contro il popolo di Dio, ci sono sempre stati, molti sono i martiri che hanno pagato con il loro sangue la loro fede, ma questo non ci deve intimorire, perché quella che può sembrare una morte terrena , è solo l'inizio di una nuova vita.A queste parole di Luca, possiamo aggiungere quelle di Marco " appena l’ inizio dei dolori di parto! " (Mc 13,8) che pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, ma di speranza! Impariamo a fidarci di Dio, più di quanto ci fidiamo di noi stessi, dei nostri figli, dei nostri parenti e di ogni altro essere umano, considerando che le persecuzioni sono un' occasione per dimostrare al Signore la nostra fedeltà, infatti Gesù dice: - questo vi darà occasione di render testimonianza. - Pensiamo al povero Giobbe che fu provato fino all'inverosimile ma si mantenne fedele, perché la persecuzione non va intesa solo come un atto di violenza, ma come un perseverare nella fede anche di fronte alle difficoltà. La cosa che ci stupirà, andando avanti nel nostro cammino di fede, sarà proprio scoprire come questa sfida al fianco del nostro Dio può essere eccitante, come sapere di essere dalla parte giusta, ci farà sentire forti, proprio quando ci sentiremo deboli, perché non saremo mai soli, ma Gesù vivrà con noi e guiderà ogni nostra battaglia.Se ci sentiamo sconfortati, se ci sentiamo indegni, pensiamo solo a quanto il Signore sa trasformare chi si lascia ricreare da Lui.... " che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?"

lunedì 24 novembre 2014

(Lc 21,5-11 ) Non sarà lasciata pietra su pietra.

VANGELO
(Lc 21,5-11 ) Non sarà lasciata pietra su pietra.
 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito del signore a fare nuove tutte le cose vieni e mostraci come interpretare la parola, i segni di cui il Signore ci parla, e più d’ogni altra cosa, insegnaci ad essere pronti per il giorno del giudizio. Fa che non vi preoccupiamo di salvare solo noi stessi, ma che siamo capaci come Gesù di rinunciare a noi stessi, per la salvezza dei fratelli. Grazie, amen.

In quei tempi, in questi tempi, in ogni tempo, l'uomo cerca di capire e d’essere pronto per quel momento, per quando l'inevitabile fine della nostra vita sulla terra, si compirà.
Ci preoccupiamo di noi, della nostra famiglia, e già ci sembra d’essere buoni e giusti se arriviamo a temere il giorno del giudizio, se ci preoccupiamo di poter essere graditi a Dio.
Eppure non era questo che Gesù faceva, non si preoccupava di se stesso, né pregava solo per la sua famiglia, ma voleva e predicava per la salvezza di tutti i suoi fratelli, di tutti i figli di Dio.
Spesso si sente parlare della croce da portare, ma non si comprende bene il senso di questa croce.La croce è una sofferenza che si deve riuscire a comprendere per sentire l'amore che l' ha fatta accettare a Gesù, per poterlo condividere sul serio, per arrivare a non giudicare chi fa del male, chi è in peccato, perché noi non siamo migliori di nessuno, ma viviamo solo situazioni e tempi diversi.
E' proprio il nostro attaccamento a quello che è materiale che è sbagliato, ma fa parte del nostro essere terreni, e per uscire da questo dannato equivoco, dobbiamo capire che il tempio non è seguire gli uomini, ma seguire Cristo.
Gesù ha lasciato che gli strappassero la vita, che lo umiliassero, lo ingiuriassero, per farci capire che neanche il suo corpo di carne doveva essere un freno all'amore che prova per noi, neanche la sofferenza più atroce gli avrebbero impedito di donarci la salvezza.
Quindi il tempio che gli uomini debbono venerare è Cristo, che si fa corpo per noi nel tabernacolo, Cristo che diventa Eucaristia, e non il tempio fatto di pietra e oro, perché del  tempio non rimarrà pietra su pietra, dice il Signore.Una chiesa costruita sull'apparenza, non porta la verità; una chiesa attaccata all'oro, non vive la carità; una chiesa che esercita il potere, non parla di comunione.Gli uomini che vogliono essere pastori di Cristo, e con Cristo, devono camminare nell'amore di Cristo, non di se stessi e delle loro organizzazioni.
Gesù non ci ha promesso una vita facile, né ci propone di credere a chi ci parla di catastrofi, a chi si spaccerà per Lui, ci mette in guardia dal cercare i segni di un’imminente fine del mondo, ma c’invita a vivere la nostra umanità pensando che ha una fine inevitabile e che deve e può essere vissuta ,non come se fosse fine a se stessa, ma in funzione della nostra appartenenza alla famiglia di Dio e alla gioia che ci aspetta nel riunirci a Lui.

domenica 23 novembre 2014

(Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

VANGELO
 (Lc 21,1-4) Vide una vedova povera, che gettava due monetine. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l' hai voluta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito.
Amen.

Gli occhi di Gesù si posano su una vedova che timidamente entra nel tempio e fa la sua offerta, frettolosamente, mestamente, come chi sa che sta dando poco al Signore, ma che quel poco è tutto quello che può dare, perché non ha altro, e affida a Dio tutti i suoi desideri, i suoi sogni e le sue paure.
Non voglio soffermarmi con voi a riflettere su chi dà di più, su chi non dà mai abbastanza, ma voglio essere con voi la povera vedova che non sa neanche come arriverà alla fine della giornata, ma mette tutto quello che è a disposizione di Dio.
Non sappiamo cosa è scritto nel libro della vita per noi.  A volte ci sentiamo miseri di tutto, senza nessuna possibilità, senza nulla da poter donare... ma non è così, non lo è mai.
In ognuno di noi c'è un miracolo vivente, che può trasformarsi in grazia per un altro fratello.
A volte basta un sorriso, una carezza, un orecchio  prestato all'ascolto, una mano a portare la busta della spesa, un passaggio in auto... mille piccole cose che possono rompere il muro della solitudine di tante persone.
Siamo qui, su internet ed anche in questo network, troviamo delle persone che hanno bisogno di non sentirsi sole, e che trovano qui un po' di compagnia. Oggi il mondo taglia fuori chi è malato, chi non rende al massimo, chi non segue le mode, chi rifiuta di adeguarsi al pensiero moderno, e considerato che sono i numeri che fanno la massa, spesso i numeri decretano la sconfitta.
La povera vedova rappresenta la parte debole di una società che  emargina chi è meno fortunato, e noi sappiamo che c'è anche chi vive proprio fuori dei margini, c'è chi ha fame, quella vera, quella che per la quale un pugno di riso rappresenta la sopravvivenza, ma noi siamo distratti da un altro tipo di mondo, quello sfavillante delle luci e degli addobbi che si prepara al Natale, siamo attirati dalle vetrine piene di bell'abbigliamento e di regali e se vediamo un barbone coperto di stracci, volgiamo lo sguardo altrove.
Come siamo poveri Signore mio, abbiamo un animo arido ed impregnato del nostro egoismo, posa il tuo sguardo su di noi e trasforma il nostro piccolo cuore di pietra in un cuore di carne per imparare ad amare, per riempirci del tuo amore.Eppure in questa pericope io voglio cercare anche altro, perchè Gesù mi ha insegnato a leggere nella disgrazia la grazia di Dio e so che ce n'è sempre in abbondanza. Troviamo infatti nel gesto timido della vedova, la capacità di dare il suo nulla, di non fermarsi e di sperare anche nella sua utilità. Vediamo che quello che la vedova compie, non è il gesto di chi si mette in mostra nel suo offrire, ma di chi cerca invece la COMUNIONE con un Dio in cui crede .I ricchi donano solo il superfluo e trattengono per se la ricchezza e la superbia di sentirsi migliori, non credono e non sperano in una comunione di beni, perchè accorcerebbe le distanze che secondo loro si misurano proprio nel denaro e nella classe sociale.
Molto diverso è il metro di misura del Signore, che dice:
 "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Non c'è altro comandamento più importante di questo » (Mc 12,29-31).
- “Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,40) -

sabato 22 novembre 2014

(Mt 25,31-46) Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

VANGELO
(Mt 25,31-46) Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore

La mia riflessione
Preghiera
A Te o Santo Spirito mi rivolgo per capire quello che non posso capire, aiutami, secondo quello che tu ritieni giusto.
Una vita non basta per imparare a vivere da cristiani, ma la nostra aspirazione dovrebbe essere quella di vivere imitando Cristo, quella di vivere già sulla terra da Santi, come il Santo di Dio, ma poiché il divario è troppo, spesso rinunciamo.
Quello che però riusciamo a percepire è che la nostra vita da cristiani non finisce qui, non si ferma con la morte del corpo come un qualsiasi ingranaggio che si rompe e che si butta, ma ha in se qualcosa di più, qualcosa di santo, di divino, che ci permette di passare oltre.
L’immortalità è stato sempre il sogno degli uomini, ma non è di quest’immortalità che Gesù ci parla, ma dell’immortalità dell’anima e ci promette cieli nuovi e terra nuova, perché tutti quelli che muoiono in Adamo possano rinascere in Gesù ed in Lui risorgere.
Farci troppe domande non serve, bisogna imparare a conoscere Gesù Cristo, ascoltare la sua parola, e solo così potremo imparare a fidarci di Lui, perché senza fede, potremmo parlare di tante forme di vita, ma non potremmo mai comprendere il mistero dell’eternità che ci dona solo Dio.Quello che il Signore ci fa oggi , non è una proposta, ma un avvertimento.
Un avvertimento è un messaggio che ci avverte di un pericolo vero, che incombe, ed in questo caso quello che incombe è il giudizio finale che, sia che crediamo o no, toccherà a tutti.
Come dico io, quando passeremo alla cassa a pagare il conto, non ci saranno sconti, non potremo dire nulla in nostra discolpa, che possa cambiare le cose, perchè saremo davanti al Signore che conosce ogni cosa, e credo che allora avremo anche una piena coscienza del peccato.Io penso che quando l' anima, si sarà staccata dal corpo, perderà quella terrena incoscienza, perdendo la parte mortale contaminata dal peccato di superbia, e si riconoscerà in tutta la sua innocenza, tanto che ogni peccato sarà come una macchia enorme sull' abito candido e sarà visibile anche a noi.
Però Gesù parla chiaramente anche di premio ed è chiaro che un Dio giusto, emetterà una sentenza giusta. Pertanto a colui che pecca consapevolmente e mortalmente è dovuta la pena di essere totalmente escluso dal conseguire l’ultimo fine se non si ravvede, ma non posso non pensare che Davide supplicava piangendo il Signore:" Distogli il tuo sguardo dal mio peccato " e che Dio ha lo ha ascoltato, quindi, non disperiamo di poterci salvare, perchè nella sua misericordia egli terrà conto anche delle buone opere che compiremo e ripetiamo con Davide:
"Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo grande amore cancella il mio peccato."

venerdì 21 novembre 2014

(Lc 20,27-40) Dio non è dei morti, ma dei viventi.

VANGELO
(Lc 20,27-40) Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore, di aiutarmi ad entrare con te nel mistero della vita dopo la morte, per vivere con te la resurrezione così come una figlia di Dio deve riuscire a vivere.
Devo dirvi con molta onestà di non aver problemi nel credere all’ immortalità dell’ anima e alla vita dopo la morte, e questo sicuramente per grazia di Dio. Nonostante questo però, mi riesce difficile pensare a come sarà la vita nell’ aldilà, un po’ come credo che sia per tutti, ma non come per i sadducei, che poiché non credevano nella resurrezione, provocavano Gesù con domande sibilline.
Chiaramente siamo attaccati alle persone con le quali condividiamo la nostra vita, il nostro cammino sulla terra e questo ci porta, molto umanamente, a desiderare di poterci ritrovare anche nell’ aldilà, con le stesse persone e gli stessi affetti, ma da questo brano si evince che questi sono ragionamenti terreni e che forse non sarà come speriamo; allora mi sembra di capire che l’amore di cui Dio ci darà modo di vivere è qualcosa di molto più spirituale e meno carnale di quello che viviamo oggi.
Tutto ha in se la vita, anche quelle cose che per noi hanno qui pochissimo senso, un filo d’erba o una goccia d’ acqua, perché tutto ha in se l’impronta di Dio. Dovremmo imparare ad apprezzare in ogni cosa Dio, a distinguere tra il rispetto e il disprezzo per la natura e a vincere in tutto la nostra ignoranza, che si vince con l'amore, la dove la sapienza non ci appartiene; amandoci e amando il mondo, uniamo cielo e terra.Sicuramente l'amore che conosceremo nel regno di Dio,sarà così grande da non poter essere basato su egoismi terreni, e sarà per tutto quello e uelli che ci circonderanno, sarà l'amore per il quale siamo stati creati.
Un amore per l’altro come per noi stessi, per la vita di ogni essere vivente come dono di Dio e che quando finalmente avremo la conoscenza della magnificenza del regno che il Signore ha preparato per noi, la gioia di vivere a contatto con tutto questo ci darà delle sensazioni che neanche riusciremmo mai ad immaginare.