sabato 6 dicembre 2014

(Mc 1,1-8) Raddrizzate le vie del Signore.

VANGELO
(Mc 1,1-8) Raddrizzate le vie del Signore.
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa:«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:egli preparerà la tua via.Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri»,vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Dio dei viventi, suscita in noi il desiderio di una vera conversione, perché rinnovati dal tuo Santo Spirito sappiamo attuare in ogni rapporto umano la giustizia, la mitezza e la pace, che l’incarnazione del tuo Verbo ha fatto germogliare sulla nostra terra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo ti supplichiamo: illuminaci!
La figura di Giovanni Battista, in questo brano, mi fa impazzire…. è proprio forte!
È un uomo vestito di pelle di cammello, un po’ come se fosse il primo saio della storia, vestito di niente, che si ciba di quello che la natura gli mette a disposizione, ed ha dentro di se un coraggio da leone.
Non ha paura di urtare la sensibilità dei potenti, né di dire quello che pensa e forse questo è talmente reale e moderno, che mi fa pensare a tanti personaggi che oggi criticano fortemente un certo tipo di Chiesa, proprio come lui stesso faceva.
Eppure c’è in questo suo ardire, una leggera stonatura rispetto a quello che poi sarà invece, il carattere Messianico di Cristo; perché è evidente che Gesù aprirà a tutti questa porta per il regno dei cieli e nelle sue parole è più presente il perdono della condanna.
Certamente c’ invita alla vera conversione, non ad un cambiamento pro forma, ma al taglio radicale delle cattive abitudini e di tutti quegli atteggiamenti che sono contrari agli insegnamenti divini, compresi la condanna e l’incapacità di perdonare.
Convertitevi e credete alla parola del Signore, ci dice Giovanni e ci avverte che il regno dei cieli è vicino, e non stava sbagliando i tempi, voleva solo ricordarci che abbiamo solo questa vita per farlo. Convertitevi per permettere a Gesù di entrare nella vostra vita e di battezzarvi con lo Spirito Santo.Giovanni non è solo il cugino di Gesù, non è solo colui che lo annuncia, ma è anche colui che prima di lui viene ad annunciare un battesimo di conversione, cioè segno di cambiamento, per il perdono dei peccati. È una sfida tremenda quella che Giovanni Battista fa, perché il perdono dei peccati si otteneva al tempio di Gerusalemme portando delle offerte al Signore.Apriti cielo!!!Ed il cielo si aprì veramente mettendo in comunicazione Dio con l'uomo, e discese sopra di lui lo Spirito Santo.
In forma corporea come una colomba. Il libro del Genesi si apre con l'immagine dello spirito di Dio che aleggia sulle acque e poi la colomba appare di nuovo come liberata da Noè dopo il diluvio. In Gesù c'è la nuova creazione, quella successiva al diluvio, in cui Dio non castigherà più il popolo, ma a tutti quanti perdonerà le proprie colpe. E venne una voce dal cielo, cioè da Dio che definì Gesù l'amato, l'unico che è stato generato da Dio e quindi colui che eredita tutto del Padre. Quindi su Gesù, nel momento del battesimo, scende non soltanto lo Spirito Santo, ma Dio che si riconosce in lui. Con Gesù non c'è più da cercare Dio, ma da accoglierlo e con lui e come lui lavorare per rendere il mondo giusto ed umano.

venerdì 5 dicembre 2014

(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.

VANGELO
 (Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Signore sei Tu il mio Pastore,non manco di nulla......Tu guidi la mia vita ed io provo a seguirti con amore,a volte cado mio pastore e tu sei sempre pronto per rialzarmi, concedimi ancora la luce del tuo spirito per illuminare la mia via e quella di chi leggerà... gratuitamente hai dato, gratuitamente vorrei restituire. Amen.

Gesù conosceva la gente mano a mano che avanzava nel suo cammino, nelle sinagoghe, nel deserto, nelle città, nei villaggi… ed ovunque andava provava compassione per le persone, le vedeva così sbandate, come pecore senza pastore, perché vagavano ma non sapevano neanche loro a chi rivolgersi per reindirizzare la propria vita. Ecco perché la folla si accalca intorno a Gesù, perché lui porta con se qualcosa di nuovo, di diverso. Lui solo ha parole di vita eterna. La parola di Gesù è valida ancora oggi e, a noi cristiani, suoi discepoli, affida il compito di vivere la sua parola e di portarla ai nostri fratelli, la stessa parola che aiuta a vivere una vita che ha un senso, una vita che ci introduce nel regno dei cieli.
Dove altro potremmo andare altrimenti, dietro a chi? Il mondo è pieno di sfavillanti lustrini, di tentazioni, di abbagli, ma tutto è fittizio, tutto è falso ed ingannevole, anche gli affetti non durano o si trasformano, difficilmente i legami superano le difficoltà, uno solo è l’amore eterno che ci cerca, il buon pastore che ci rincorre, che si incammina nel nostro deserto, nella nostra notte più nera e prendendoci per mano ci riporta all’ ovile, alla casa del Padre.
In questa pagina notiamo il parallelismo con quella di Luca, che discepolo di Paolo che era in prigione, come Matteo, mette in risalto quello che era il compito affidato ai discepoli: guidare il suo gregge. È chiaramente Gesù il Buon Pastore per eccellenza, ma affidando ai discepoli il compito di guidare il suo gregge noi vediamo che per prima cosa raccomanda la preghiera per la sua Chiesa, per i pastori. La preghiera è fondamentale perché crea quel legame profondo tra gli uomini e Dio, come se avessimo un lume accanto e lo accendessimo, allora potremo alla luce dello Spirito Santo vivere in comunione con Gesù Cristo. Ma se teniamo il lume spento, non alimentiamo la nostra fede, se vogliamo decidere di andare avanti da soli, inciamperemo molto presto.
Qualcuno potrebbe pensare che una persona non può pregare in continuazione, che non sarebbe vita, perché spesso ci pensa alla preghiera in maniera errata, come ad un obbligo da adempiere, e forse all’inizio è un po’ così per molti, ma pian piano, con il Suo Santo aiuto, si riesce ad entrare veramente in comunione, a vivere sentendo che il Signore è al nostro fianco, che ci guida e ci assiste in ogni nostra esigenza.
È il Signore che ci viene incontro, ma ci chiede di fare dei passi ben precisi verso di Lui, ed uno di questi è quello di conoscerlo veramente; di capire attraverso le sue parole, quello che è giusto e quello che è sbagliato ai suoi occhi, ma più di tutto, per il nostro bene, perché su una cosa non dobbiamo mai avere dubbi, anche nelle varie prove che si succedono nella nostra vita, ed è che Dio ci ama.
La sua presenza assidua, ci guarirà dall’ insoddisfazione, dalla cattiveria, dall’ egoismo, dalla paura di perderci e, finalmente, potremo riuscire a sentirci fratelli di tutti nel mondo, figli di uno stesso Padre, membra del corpo di Cristo.
Quando Gesù passa nella nostra vita, ci guarisce e niente è più come prima, per questa grazia che abbiamo ricevuto, dobbiamo dare testimonianza, perché come Gesù, dobbiamo provare amore e compassione, per le altre pecore sperdute del gregge, e non sentirci salvi e giusti, fregandocene degli altri o giudicandoli.
È facile smarrire la via, il nostro nemico è molto astuto, ci abbaglia con il suo mondo di lustrini appariscenti e illudendoci, non ci permette di riconoscere i fratelli più piccoli e bisognosi.
In questo avvento, perché Gesù trovi veramente un posto nel nostro cuore, apriamolo a Lui, e lasciamoci trasformare. E’ un Natale di crisi per molti, facciamo che sia anche un Natale d’amore.

giovedì 4 dicembre 2014

(Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.

VANGELO
 (Mt 9,27-31) Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Spirito Santo, trova il posto che è Tuo di diritto nel mio cuore e nella mente; fa che tutto di me viva di Te, perché la fede che il Signore mi ha donato, possa essere luce riflessa e lampada per i momenti di buio dei nostri piccoli cuori infedeli ed umani.


Gesù sì allontanava….
Questa frase mi colpisce, perché Gesù non si allontana, ma certo noi spesso lo facciamo ed ecco che appena lontani, diventiamo come ciechi.Se viviamo fuori della visione del Cristianesimo, quindi limitandoci a vivere da uomini, tutto è ammesso, tutto è normale, anche il male che fa parte della nostra vita ha una sua ragione d’essere, perché l’unico scopo dell’essere umano è il raggiungimento del proprio benessere, anche a scapito degli altri; è questo che gli uomini cercano, con tutti i mezzi, leciti e non.La vita senza Cristo è veramente di un’aridità incredibile, quasi come se tutto dovesse essere vissuto velocemente e per forza, come se un istinto incontrollabile prenda possesso del nostro io e lo costringa a vivere incurante delle conseguenze dei propri gesti.In un mondo così non c’è spazio per nessun altro che non sia il nostro io, ma ci circondiamo di falsi amici e di cattivi maestri per non rendercene conto.In questi giorni si discute in televisione d’eutanasia e d’accanimento terapeutico, molti sono quelli che, essendo lontani dall’ amore, non accettano l’idea che doversi occupare di corpi martoriati ed inermi, definendoli soltanto dei vegetali, e prego Dio che queste persone non siano costrette mai a stare dall’ altra parte, non siano costrette a capire che essere favorevoli all’ eutanasia equivale a chiudere il corpo di una persona viva dentro ad una bara e a sotterrarla.Forte come immagine, lo so, ma visto che oggi si sta imponendo silenziosamente il concetto d’eutanasia, dovete concedermelo, anzi, concedercelo, perché voglio parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.Quando a ferragosto hanno ricoverato mia nipote Chicca per embolia celebrale, ci hanno chiesto di firmare un foglio per intervenire attaccandola alle macchine per mantenerla in vita, se ce ne fosse stato bisogno….Ma non dovrebbe essere sempre così? Non dovrebbe essere un nostro diritto essere aiutati a vivere in un ospedale? Silenziosamente hanno cambiato le regole ed ora dobbiamo chiedere di essere mantenuti in vita, solo perché siamo un costo aggiuntivo alle casse della previdenza sociale.Centinaia di famiglie sono abbandonate a se stesse nella triste esigenza di provvedere ad un parente invalido, ma lontani da Gesù, quelle famiglie non c’interessano, quelle persone non sono esseri umani, e questo che lo vogliamo o no, avviene anche per colpa nostra.Siamo Cristiani tiepidi, non ci sentiamo membra dello stesso corpo, non vogliamo vedere il dolore degli altri, ma solo le nostre privazioni, le nostre frustrazioni, facendoci accecare dall’ egoismo.Gesù ci prende per mano e ci guida oltre tutto questo, ascoltiamolo, facciamoci aprire gli occhi dall’ Amore assoluto, e viviamo alla luce della sua parola, perché solo con Gesù possiamo vivere una vita degna di essere chiamata tale.Gesù non ci permette di arrenderci davanti alla croce, ma ci aiuta a portarla; non ci fa schiacciare dall’ egoismo e dalla cattiveria; non permette alla parte peggiore di noi di prevalere su quella buona, non ci fa vivere come bestie ascoltando solo i nostri istinti; Gesù ci dona la vista!Io vivo sperando e implorando Dio di non dover mai scegliere per qualcun altro, perché ho paura di quello che potrebbe succedere dentro di me, ho paura che vedere soffrire senza speranza una persona mi possa portare a considerare la morte il suo bene, non me la sento di giudicare nessuno perché fa questa scelta, ma chiedo a Dio di starmi vicino e darmi la forza della speranza, della fede, e di impedirmi in tutti i modi, di fare la scelta orribile della morte. Figlio di Davide, abbi pietà di me!

mercoledì 3 dicembre 2014

(Mt 7,21.24-27) Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.

VANGELO
 (Mt 7,21.24-27) Chi fa la volontà del Padre mio, entretener nel regno dei cieli. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.

Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’apparenza per entrare nel regno di Dio. Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. È inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’ invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’ amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno. Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore ci indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Oggi leggiamo nella preghiera di colletta: ridesta la tua potenza, Signore e con grande forza soccorri i Tuoi fedeli; la Tua grazia vinca le resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza. Non dobbiamo pensare di essere da soli, di dover fare cose impossibili, ma solo di chiedere al Signore la forza e la grazia necessarie per vivere cercando il più possibile di capire che l’ amore che Dio ha riposto in noi, che il fatto di essere un solo corpo con Cristo, ci saprà condurre sempre sulla strada giusta. Vivere il mondo e la nostra stessa vita, comunicando al Signore, la nostra accettazione di Figli Suoi, consapevoli di essere stati creati per amare quello che Lui ha creato per noi e per amarci l’ uno con l’ altro.

martedì 2 dicembre 2014

(Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

VANGELO
(Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA

O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi, si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili.
Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore…. grazie. Amen.

Questa pagina del vangelo, nella versione di Luca, l’ abbiamo trovata nel giorno del corpus Domini, quindi in uno dei tempi forti della liturgia. È un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune piccole cose che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali.
Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa … Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo, (dal vangelo di Luca: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».)
Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla.
Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce.
Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue … Amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro.
Non è facile vivere la carità, la condivisione,  non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità; l’idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza.
Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre.
È così facile sedersi sulle comodità, rilassarsi e poi diventare gelosi di tali beni e non volerli dividere con nessuno....Quando i poveri, gli afflitti, quelli che cercano di sopravvivere alla fame e all'ingiustizia, bussano alle porte dell'Italia, noi siamo spinti dall'egoismo e dalla paura a vedere solo il lato negativo della cosa; a vedere tutti come dei fanatici islamici assetati di sangue, come gente che ci ruba il pane ed il lavoro. Sono fratelli scomodi, hanno bisogno di tutto e noi abbiamo così poco, ma noi siamo gli stessi che non riescono a non sentire una morsa dentro quando vediamo in tv i bambini africani che muoino di fame, noi siamo gli stessi che rabbrividiscono quando sentiamo che in India le bambine vengono violentate ed uccise.... noi siamo le mani che Gesù vuole usare per combattere l' egoismo e l'indifferenza.
Proviamo ad affidare i bisogni di chi chiede aiuto al Signore, e Lui ci renderà capaci di tutto il bene del mondo e ci restituirà

lunedì 1 dicembre 2014

(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.

VANGELO
(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.
 + Dal Vangelo secondo Luca


In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».


Parola del Signore
 .
(Lc 10,21-24) Gesù esultò nello Spirito Santo.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore con il Tuo Santo Spirito a dare forma ai pensieri,  vieni perché tutto da te dipende, vieni perché io conto su di te per capire, conto su di te per vivere, conto su di te per essere degna di vivere nel tuo regno.


In questa lettura, vediamo che la cosa più importante che dobbiamo tenere presente è che tutto dipende da Dio, ma spesso il nostro orgoglio ci fa diventare superbi e pensiamo che siamo noi, con la nostra sapienza il nostro savoir faire, che dirigiamo i nostri passi.
Noi senza il Signore non siamo nulla e non possiamo nulla, ma mettendoci al suo servizio con l’umiltà di servi avremo la possibilità di essere quei piccoli a cui Cristo rivela e si rivela. Solo attraverso Gesù potremo conoscere il Padre che in lui si è rivelato.
Servi per amore e non per obbligo, perché Gesù stesso ci ha detto ” non vi chiamo servi , ma amici ” quindi in nome di questa grandissima amicizia che ci dimostra, doniamo a Lui la nostra fedeltà.
Impariamo ad entrare in intimità con Lui, a conoscere Gesù così come lui ci conosce; a fidarci di quello che ci dirà di fare, a mettere la nostra vita nelle sue mani e, più di tutto, a capire che tutto quello che riusciremo a fare, non sarà opera nostra, ma sua.
Ci vuole coraggio per pensare questo, non è facile sentirsi strumenti di Dio, ma l’evidenza dei fatti ci deve far trovare il coraggio e al tempo stesso, l’umiltà per farlo.
Rispondere a Dio, accettare di essere partecipi al suo progetto, non è un’azione isolata, ma ha bisogno di farci sentire parte di un tutt’ uno, come ingranaggi di una stessa macchina che si intrinsecano l’uno con l’altro, a cui il Signore stesso dà ordine e forma.
Plasmaci Signore, dacci forma, perché dalla terra ci hai creato, e a te solo dobbiamo la vita, siamo figli tuoi e possiamo essere degni di te, vivere a tua immagine e somiglianza, insegnaci a farlo, proteggici dal fango del peccato che vuole impedirci di risplendere della tua luce.


domenica 30 novembre 2014

Riflessione (traccia) Vangelo 1 Avvento B







Con questa domenica inizia il tempo dell' Avvento, tempo dell' attesa, tempo soprattutto della speranza. Lo viviamo ogni anno questo tempo, eppure ci ritroviamo sempre il cuore appesantito, che non cerca nulla di nuovo. Continuiamo nella nostra vita a disperdere, sperperare e scialacquare ogni tipo di speranza, accontentandoci di quello che siamo e mai di quello che abbiamo. Viviamo una società dove scompaiono valori, scricchiolano sicurezze e le certezze sprofondano. I nostri cuori si sono appesantiti e in essi non c'è più alcuna speranza, o meglio, speriamo soltanto nelle cose che ci possono soddisfare ora e subito, soprattutto in quelle che non ci costano fatica e sudore. 
Questo tempo di Avvento invece ci ricorda che c'è Qualcuno che è padre e nostro redentore. Tra i tanti sconquassi che ci costringono ad incassare la testa e a chiudere gli occhi, c'è Qualcuno che ci invita a sollevare il capo e a scorgere l'aurora della salvezza e della liberazione. C 'è qualcuno che ci invita a sperare in Lui ed essere pronti alla continua novità e freschezza di un Dio che si fa uno di noi. Vegliare, essere vigili e tenere gli occhi ben aperti per scoprire e riconoscere la sua presenza nelle situazioni che viviamo e nelle persone con le quali conviviamo. Attenti e svegli per coltivare la speranza della salvezza, per non essere condannati a non sperare più.

(Mt 8,5-11) Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.

VANGELO
(Mt 8,5-11) Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
VIENI SPIRITO DI DIO, donaci una fede forte e autentica in Gesù e guarisci tutte le nostre ferite. Allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione. Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo. A te ci affidiamo con fede, come il centurione si affidò a Gesù.
Spesso quando ci poniamo davanti al Signore, il nostro atteggiamento è incerto, dubbioso, e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo, anzi, sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione, nel quale non crediamo veramente… perché non ci accontenta subito, perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.
Non sento altro intorno a me che frasi del tipo: Dio non mi ascolta - Se Dio esiste perché….. - Proprio a me doveva mandare… - Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere, di non arrabbiarmi, perché capisco il dolore di chi soffre, ma certe volte, quando percepisco in tutto questo, solo la provocazione, la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede, mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa, per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.
È abbastanza frequente che si abbia di Dio un' immagine che non corrisponde alla realtà, anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo, geloso, che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente.
Ma il centurione sente parlare di Gesù, che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri, uno che non solo compie dei miracoli, delle guarigioni, ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi e i lontani , quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori dalla loro cerchia di popolo eletto. Allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo, e con molta umiltà, quando Gesù stava andando da lui, gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia, non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua, ma che era sicuro che con una sua parola, il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù, che non aveva certo preconcetti, anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico, ma da subito, non aveva rifiutato grazie a nessuno.
Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano, quindi un pagano, che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei, proprio perché questi tenevano la gente a distanza, considerando Dio una loro proprietà, un loro diritto.
Lui, che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù, perché è preso dalla sua vita di soldato, dal considerarsi uno che ha potere, perché è comandante delle sue guardie, si rende conto, che tutto il potere terreno di cui dispone, non gli serve a nulla … e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta. È in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenisse.
Allora si sente indegno di tanta grazia, di tanta accortezza, perché la sua casa non è degna di riceverlo, poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera. Non conosceva Gesù quel soldato, ma era disposto a credere, ad aprire il cuore, molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui .
Gesù mette in risalto come aprirà le porte della nuova Gerusalemme a coloro che sono disposti a credere e lascerà fuori i duri di cuore, indipendentemente dalla loro origine terrena.

sabato 29 novembre 2014

(Mc 13,33-37) Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà

VANGELO DI DOMENICA 30 NOVEMBRE
(Mc 13,33-37) Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, restami accanto, perché come Tu sei fedele a me, io lo sia a Te nell'ora della prova.
Gesù ci torna a chiedere di vegliare e di pregare. Le prove che si succedono nel mondo sembrano sempre annunciare la fine dei tempi, ma ormai abbiamo capito che ognuno di noi ha solo il tempo della sua vita per prepararsi all'incontro e comparire davanti al figlio dell'uomo.
Cosa vogliamo fare della nostra vita? Spenderla in bagordi? Farci trascinare dai vizi? Distruggere il nostro corpo svilendolo e disprezzandolo?
Ma questi non sono i soli pericoli che possiamo incontrare, quello che mette a dura prova la nostra fedeltà al Signore è proprio quella croce che anche a Gesù mise addosso una grande angoscia.
Stamattina parlando con un'amica che sta affrontando la prova della malattia in famiglia, io le ho detto :- prega, fino a consumare il rosario, prega incessantemente per avere non solo la grazia, ma prima di tutto, la forza di affrontare la prova. -
Preghiamo fratelli, lo so che sono ripetitiva, ma senza preghiera, non possiamo fare molta strada, senza preghiera crolleremmo presto, senza preghiera, non cerchiamo il Signore, ma cerchiamo di farcela da soli, e da soli restiamo al palo, non andiamo da nessuna parte, se non tra le braccia del nemico.
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Lettere dalla Turchia - Andrea Santoro - Google Libri

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venerdì 28 novembre 2014

briciola di vangelo


(Lc 21,34-36) Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.



VANGELO
(Lc 21,34-36) Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cuore e la mia mente. Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza, per Cristo nostro Signore. Amen.
Il brano che oggi Luca ci propone, è molto simile a quello che Matteo ed a quello di Marco; vengono detti sinottici, ossia simili.
Vengono chiamati così perché se si mette il testo dei tre vangeli su tre colonne parallele, in uno sguardo d'insieme (sinossi) si notano facilmente molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze.
Gesù dice non ci è dato di sapere come e quando Lui tornerà, ma che dobbiamo prepararci a quel giorno, perché sarà il giorno in cui saremo giudicati, in base a come avremo vissuto.
Per essere pronti a quel momento, quindi, dobbiamo essere vigili, coerenti e costanti nel nostro rapporto con il Signore, perché solo la Sua presenza nella nostra vita, ci mette al sicuro dagli attacchi del maligno e dalla tentazione di vivere una vita di peccato.
Uno sarà preso e uno lasciato... in base a quale criterio non possiamo saperlo, vediamo che nel mondo muoiono uomini buoni e cattivi, vecchi e giovani, uomini e donne, e questo, per quanto umanamente ci possa mettere in apprensione, ci deve far capire che il disegno del Padre per tutti noi figli, non è limitato come il nostro piccolo mondo, agli affetti più vicini, ma all'intera umanità.
Per allargare i nostri orizzonti quindi viviamo come figli di Dio nel mondo, considerando la terra come una casa terrena messa a nostra disposizione e la nostra vita come un'opportunità per entrare a pieno diritto nella vota eterna offerta dal Padre.
Viviamo cercando di uscire dal nostro concetto di umanità, che è sempre, purtroppo, molto limitato a quello che conosciamo, e cerchiamo di affidare tutto il nostro essere al Signore. Questo non significa non vivere, non farsi una famiglia, non lavorare ecc, ma farlo tenendo presente che siamo inseriti in un progetto più grande d'amore, e che per comprenderlo dobbiamo cominciare a viverlo già da qui. Parafrasando, cerchiamo di entrare nell'arca dell'alleanza per essere salvati.
Evitiamo i contrasti, evitiamo di fare discorsi inutili che possono farci cadere in discussioni, preghiamo per chi si comporta male, per chi coltiva l'odio nel suo cuore, innaffiamo intorno a noi il seme dell'amore,della speranza, della giustizia.
Noi non siamo migliori di nessuno, neanche del più abietto degli uomini e non abbiamo il diritto di condannare gli altri, ma il dovere di amarli e pregare per loro.
Oggi penso a quanto coraggio e quanto amore ha il Papa che si reca in Turchia, che è pronto ad offrire il dialogo a certi personaggi carichi d'odio e assetati di sangue; penso che è veramente difficile per un cristiano vivere in un contesto in cui rischia la sua vita e quella dei suoi familiari; penso che anche al tempo di Gesù molti sono morti per portare la sua parola... e che noi siamo capaci solo di giudicare e di fare i cristiani da poltrona, quelli che non vogliono rischiare di andare contro corrente e non vogliono rovinarsi le ginocchia per pregare.
Penso tutto questo di me per prima,e spero veramente che il Signore mi salvi dal mettere alla prova la mia poca fede, o che mi aiuti a non perdermi prima di trovarmi davanti a Lui; Lui non ha tremato ed ha affrontato tutto questo anche per me.
Non è il Battesimo,nè la Bibbia sul tavolo che ci salveranno,ma saremo giudicati per l'amore che sapremo donare, ieri il Papa alle famiglie Paoline ha detto: Gratuità. Solo chi ha sperimentato tale gioia la può comunicare, anzi non può non comunicarla, poiché «il bene tende sempre a comunicarsi. … Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa» ( Evangelii gaudium , 9).
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giovedì 27 novembre 2014

(Lc 21,29-33) Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

VANGELO
(Lc 21,29-33) Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito Santo, che distingui il vero dal falso, aiutami a riconoscerlo. Aiutami a capire gli insegnamenti che mi vuoi dare, non per i miei meriti, ma per Cristo, nostro Signore. Amen
Nella fede che Dio ci chiede non ci deve essere disperazione, per questo ci fa notare la pianta del fico che germoglia.
Quello che Dio ci invita ad avere è l’ attenzione, la perseveranza, l’ accortezza e la ricerca della verità, per essere vigili.
La vigilanza è una delle cose che spesso viene sottolineata come richiesta da Gesù. Ci dice che le sue parole non passeranno, ma che invece il cielo e la terra passeranno; è chiaro che ci invita a seguire i comandamenti e alla luce del suo vangelo ci insegna anche come seguire correttamente il volere di Dio perché si possano adempiere le sua parole: ” Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” ed il regno di Dio sia veramente presente nel nostro cuore.
Che cosa significa per me seguire i comandamenti alla luce del suo Vangelo? Questa domanda mi viene spontanea perchè devo essere certa per prima di aver iniziato un cammino di conversione e la risposta che mi sono data è molto semplice: mettere Gesù al centro della mia vita, tenermi strettamente salda alla sua parola, per vivere il più possibile come Lui ha vissuto, sperando nel Suo aiuto per vedere maturare una fede di cui vedo il germoglio.
La parola del vangelo è veramente un libretto di istruzioni da cui prendere spunto per ogni attimo di vita e da come riusciremo a metterlo in pratica capiremo quanto viviamo già sulla terra il regno dei cieli.
Se dovessi dire l' immagine che ho davanti agli occhi in questo momento mi viene da pensare ad un operaio che costruisce la sua casa cercando di analizzare prima bene il terreno sulla quale costruirla, per poter poggiare con cura i mattoni, ripartendo bene dalle fondamenta, per evitare che crolli alle prime scosse di vento, tenendo ben presente la parola di Dio come libretto d' istruzioni!
Perchè il mio atteggiamento sia quello giusto, devo stare attenta però anche alle cose negative che vengono dette nel Vangelo, devo ascoltare e non pensare mai di aver già capito tutto, di sapere a memoria quello che Gesù vuole da me, perchè ogni giorno Gesù mi sorprende e mi vuole trovare protesa all'ascolto.Ogni seme fruttifica e matura di giorno in giorno, quando smette di crescere, di maturare, di allargare le sue fraccia alla sorpresa, alla novità, al cambiamento, non ha in se più la vita....è morto!Chi crede di sapere già tutto, di aver dato già tutto... perderà anche quello che ha; chi si sorprende, chi cerca, chi allarga le sue braccia ed il suo cuore al Signore, chi vive prendendo da Lui la linfa dell'amore,anche se non ha nulla, riceverà tutto in grazia e verità. 

mercoledì 26 novembre 2014

(Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

VANGELO
(Lc 21,20-28) Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e non lasciarci mai, uniscici nell'amore di Dio, e insegnaci ad affidarci solo a Te.
Sembra un annuncio di catastrofe vero? Ma andate oltre amici, quello che leggiamo è quello che è successo e risuccesso nella storia, non vuol dire che siamo alla fine dei tempi, perché la fine dei tempi nessuno sa quando verrà e come ho spesso ripetuto, non è importante, perché per ognuno di noi, la fine dei tempi è la fine della nostra vita. Abbiamo solo questo di tempo, non ne avremo altri, per vivere IL FINE DELLA NOSTRA VITA, quindi via dai nostri occhi scenari di disperazione o paura, e facciamo posto alla visione della vittoria, che si legge chiaramente anche nell'ultima riga e che Gesù spesso ci ripete.
Il bene vincerà sul male, perché la gloria del Signore sarà un giorno visibile a tutti, e Gesù tornerà in tutta la sua gloria e libererà la terra dal male. Allora anche noi saremo liberati dalla morte, apriamo la Bibbia e leggiamo in Eb. 9:27 “ E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto per una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza.” Ho aperto la Bibbia perché solo essa ci dice cosa avviene e non vi è altro luogo all’infuori di essa dove noi possiamo trovare una risposta all’interrogativo “ chi sono, cosa sarò, cosa diventerò, dove andrò ? ” Non sta a noi scegliere l’ ora della nostra morte ma è Dio che chiama il giusto e l’ingiusto. Non fa Egli stesso piovere nello stesso tempo sul campo del buono che su quello del malvagio? Accogliamo quindi il Suo insegnamento “ Vegliate, vegliate! Non sapetene il giorno né l’ora.” Mt.25:13 - Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'agnello!
Quando la nostra conversione procederà decisa, anche noi vedremo come ci sentiremo vittoriosi sul male; quando saremo liberi da quel giogo che ci schiaccia e ci rende schiavi, guidando le nostre passioni che ci condurrebbero alla perdizione dei valori e del senso della vita oltre che del paradiso.
Quello che si può pensare che sia il giorno della conoscenza del giudizio di Dio, oggi lo leggo come il giorno in cui, finalmente, riconosceremo Dio e dopo averlo ascoltato, riusciremo a seguirlo, a fidarci di Lui e a riconoscerlo come re della nostra vita.
Allora molleremo tutto quello che per tutta la vita abbiamo messo al primo posto, prima del nostro Signore e quello sarà il tempo della salvezza.

La regalità di Sr. Daniela: “Io faccio un po’ di tutto…“(don Arturo Bellini)

La regalità di Sr. Daniela:
“Io faccio un po’ di tutto…“

XXXIV Domenica Anno A – Gavarno, 23 novembre 2014.

La regalità di Sr. Daniela:
Nell’introduzione a un breve biografia di Santa Benedetta Cambiagio, don Valentino Salvoldi, mio compagno di studi al Pontificio seminario romano, così racconta il suo incontro con Sr. Daniela: “Stavo rivestendo i paramenti per la messa, quando mi si accosta una suora esile, mite e timida di circa 50 anni. Mi sussurra in dialetto: -Anch’io sono di Bergamo!-. Le chiedo che cosa faccia in convento. Lei mi risponde: - Un pò di tutto -. Dentro di me penso a mansioni della serie: lavo, pulisco, stiro … A pranzo, la superiora della casa mi fa sedere accanto a Sr. Daniela. Una scelta che interpreto suggerita dal fatto che siamo di Bergamo: io di Ponte Nossa e lei di Gavarno. La conversazione prende la via delle origini delle Benedettine della divina Provvidenza. A un certo punto, chiedo a suor Daniela: Ma la vostra madre generale chi è e dove è? Un sospiro e poi la riposta: - Sarei io –“.
 La regalità di Sr. Daniela:
Discrezione, semplicità e umiltà: ecco Suor Daniela. Una religiosa che fa un po’ di tutto. Non sta sul piedistallo, ma vive lo spirito del re pastore. Lo spirito della fondatrice Santa Benedetta, che si firmava: Benedetta che vivo per Gesù”, convinta che nel servizio di Dio, niente è piccolo e vile, ma tutto è grande per chi lo fa, con il vero spirito e con l’intenzione di piacere unicamente a Dio.
Questo episodio introduce nel modo più bello nella solennità di Cristo, Re dell’universo e nel messaggio che il Vangelo del giudizio finale ci vuoleconsegnare. Questa pagina non informa su come avverrà la fine del mondo, ma ci insegna a vivere l’oggi. Gli anni della vita dell’uomo sono un bene prezioso e sono da investire nel fare il bene…
La regalità di Sr. Daniela:
Come? A imitazione di Gesù, il re pastore, venuto non a farsi servire ma a servire. La lista delle persone da aiutare era nota nel cultura del tempo:l’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato, il carcerato.
La vera novità, anzi la novità assoluta del giudizio finale, non è l’elenco dei poveri, ma l’identificazione di Gesù con queste persone: l’avete fatto a me”, “non l’avete fatto a me”.
La regalità di Sr. Daniela:
Il messaggio del giudizio finale non mira a creare suspence su chi sarà considerato pecora e chi capra alla fine del mondo, ma a rivisitare la nostra vita, per capire in quali occasioni, oggi, noi siamo dalla parte delle pecore e in quali, invece, siamo dalla parte delle capre, quando amiamo il fratello e quando trascuriamo le sofferenze altrui; quando siamo attenti ai bisogni degli altri e quando siamo insensibili e indifferenti.
Servire Deo regnare est: 
la più grande regalità è nel servizio di Dio.
La regalità di Sr. Daniela:
Pescando nei pensieri che, già ieri sera, ci hanno accompagnato nella preghiera davanti all’Eucaristia, eccone uno fecondo per il nostro cammino cristiano: Non basta far parte del gruppo di coloro che Gesù chiama a seguirlo, occorre camminare realmente sulle sue tracce con vigile fedeltà. Il suo amore attende da noi una risposta autentica e personale. Gesù ci ha amato donandosi fino al sacrificio di sé”.  
La regalità di Sr. Daniela:

Non è importante sui passi di Gesù, essere il primo ministro o il ciabattino del re: l’importante è essere amore. Donne e uomini capaci di eucaristia, direbbe il nostro vescovo Francesco. Donne e uomini - ha scritto suor Daniela - consapevoli che Dio ci ama e si offre al nostro amore, per colmare la nostra vita e renderci capaci di amare a nostra volta come lui ci ha amato”.
Dio ci ama per renderci capaci di un amore come il suo, che è amore di re pastore: amore che vede. Amore che cerca. Amore che aiuta. Amore che vigila. Amore si prende cura. Amore che sostiene. Amore che incoraggia.
La regalità di Sr. Daniela:
Concretamente quale la via della regalità? Suor Daniela la indica così: Ricordiamocelo – scrive -: non si ha bisogno di tante cose; si ha bisogno soprattutto di sentirsi amati. Il nostro mondo ha tanto bisogno di sentire vicino, per mezzo nostro, l’amore concreto di Dio. Non importa se non siamo capaci di grandi cose. Quello che conta è la generosità con cui ci mettiamo al servizio di Dio donandogli “tutto” di noi, salute o malattia, lavoro o sofferenza, ecc., perché Lui possa giungere a tutti.
La regalità di Sr. Daniela:
Un gesto, un’opera di carità, un servizio dato: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero nudo e mi hai vestito; ero malato e mi hai curato; ero carcerato e sei venuto a visitarmi.
La regalità di Sr. Daniela:
Quando mai? Tutti sono stupiti: i salvi e i dannati. Tutti stupiti, anche i samaritani, stupiti d’aver intersecato tante volte, nella vita, il cammino del re.
Ma non ti abbiamo visto! Ti aspettavamo, ma non sei venuto!
E invece sì, c’ero. Sono venuto, ho bussato, ho chiesto e tu non mi hai negato un goccia d’acqua. Ero forestiero e mi hai accolto.
Alla sera della vita, saremo giudicati per l’amore. L’amore è il nostro lasciapassare. E l’amore – ha scritto suor Daniela -non ha mezze misure. O dona tutto, oppure non dona un bel niente. O doniamo la nostra vita a Dio e ai fratelli, oppure non doniamo niente a nessuno”.
 La regalità di Sr. Daniela:
Saremo giudicati sull’amore, non sui titoli, non se sei stato monsignore, vescovo, direttore di una grande azienda o semplice operatore ecologico. Sarai, sull’amore, non se hai avuto questo o quel ruolo. Saremo giudicati sull’amore. Nell’amore investiamo il tempo che ci è dato. Traspiriamo Gesù  – ci ripete oggi Suor Daniela - perché molti possano incontrarlo nella nostra vita, rinnovata dall’incontro quotidiano con Lui.
Chiedigli di infonderti il suo amore –scrive a una familiare -e in esso naviga leggera e vola verso Dio, unita Gesù. Vola verso di Lui affidandogli tutto e tutti… Lui ti guiderà”.
La regalità di Sr. Daniela:La regalità di Sr. Daniela:
Si, Lui ci guiderà a mettere su ogni cosa il sigillo dell’amore; perché solo l’amore rimane. Questo ci ricorda la festa di Cristo e questo, carissimi, è il messaggio del giudizio finale.                                            
   a cura di don Arturo Bellini

martedì 25 novembre 2014

(Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto

VANGELO
(Lc 21,12-19) Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e assistici; a me che rifletto sulla parola del Signore ed a chi la legge. Fa che la Tua forza, vada a toccare le corde del cuore di ognuno di noi, per Cristo nostro Signore. Grazie amen.
Sembra incredibile come Gesù ci chieda di seguirlo senza neanche addolcirci la pillola, non ci fa nessuna promessa di gioia e benessere materiali, ma continua a mettere in risalto le difficoltà che si incontrano nel seguirlo. La croce che aspetta Lui, aspetta anche noi, ma non ci lascia soli ad affrontare le difficoltà, sarà con noi in questa lotta e se ci affideremo a Lui, non ne saremo delusi. I segni delle persecuzioni contro il popolo di Dio, ci sono sempre stati, molti sono i martiri che hanno pagato con il loro sangue la loro fede, ma questo non ci deve intimorire, perché quella che può sembrare una morte terrena , è solo l'inizio di una nuova vita.A queste parole di Luca, possiamo aggiungere quelle di Marco " appena l’ inizio dei dolori di parto! " (Mc 13,8) che pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, ma di speranza! Impariamo a fidarci di Dio, più di quanto ci fidiamo di noi stessi, dei nostri figli, dei nostri parenti e di ogni altro essere umano, considerando che le persecuzioni sono un' occasione per dimostrare al Signore la nostra fedeltà, infatti Gesù dice: - questo vi darà occasione di render testimonianza. - Pensiamo al povero Giobbe che fu provato fino all'inverosimile ma si mantenne fedele, perché la persecuzione non va intesa solo come un atto di violenza, ma come un perseverare nella fede anche di fronte alle difficoltà. La cosa che ci stupirà, andando avanti nel nostro cammino di fede, sarà proprio scoprire come questa sfida al fianco del nostro Dio può essere eccitante, come sapere di essere dalla parte giusta, ci farà sentire forti, proprio quando ci sentiremo deboli, perché non saremo mai soli, ma Gesù vivrà con noi e guiderà ogni nostra battaglia.Se ci sentiamo sconfortati, se ci sentiamo indegni, pensiamo solo a quanto il Signore sa trasformare chi si lascia ricreare da Lui.... " che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?"