lunedì 22 luglio 2013

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.

VANGELO
(Gv 15,1-8) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.


+ Dal Vangelo secondo San Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’ agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».


Parola del Signore

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo di starmi vicino e di assistermi con la tua sapienza nella lettura e nella riflessione della tua parola.


Spesso uso l’espressione, siamo operai della vigna del Signore e oggi il vangelo ci spiega proprio questo passo. Quella della vite e dei tralci è una delle immagini più belle che Gesù ci propone, addirittura ci fa l'esempio di come il Padre ci tiene a che la vite produca buoni frutti. La pianta della vite è una pianta che si aggroviglia, si arrampica e si attorciglia tutta intorno alla madre vite, dalla quale riceve la linfa, e l'agricoltore la cura, taglia i rami inutili, che non portano frutto e la pota perché sia più robusta. I ruoli sono chiari, il raccolto va a Dio, è di Dio la vigna, di cui Cristo è la madre vite da cui partono i tralci, che siamo noi tutti. L' importante quindi è rimanere aggrappati alla pianta madre, a Gesù, e alla Chiesa da lui istituita, di cui lo Spirito Santo è la linfa. Tante sono le immagini che mi vengono alla mente, una è quella delle sofferenze che nella vita ognuno di noi passa, che in qualche modo, anche se sono difficili da accettare, sembrano arrivare per distruggerci e invece ci fanno crescere e ci rendono più forti, e l'altra è l'immagine della Chiesa, che per quanto imperfetta e divisa è in ogni modo la parte portante della vite. Restiamo quindi attaccati a questa chiesa, e lasciamo a Dio il giudizio e la potatura dei tralci, lui sa quello che è giusto, noi non sappiamo vedere più in là del nostro naso, se vogliamo essere un tralcio e non d’intralcio, affidiamoci alla parola di Dio e abbracciamo con fiducia Cristo Gesù.
Aggiungiamo al vangelo di domenica, una nota che mi sembra molto importante cogliere, Gesù dice molto chiaramente che senza di lui, cercando di fare le cose a modo nostro, non potremo fare nulla , questo non vuol dire che da soli non sappiamo fare niente, ma che da soli, non sappiamo fare niente di buono, ma posso dire anche di più, noi da soli, non sappiamo neanche riconoscere quello che è buono e quello che non lo è.

domenica 21 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Benedico il buon Dio dei santi sentimenti che ti dà la sua grazia. Fai bene a non incominciare mai nessuna opera senza aver prima implorato l’aiuto divino. Ciò ti otterrà la grazia della santa perseveranza." (Epist. III, p. 456).

(Gv 20,1-2.11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

VANGELO
 (Gv 20,1-2.11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.
Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’ esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore
(Gv 20,1-2.11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.
(Gv 20,1-2.11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito,vieni nel mio cuore e riempimi di grazia. Donami la luce per vedere quello che è giusto e la sapienza per saperlo decifrare tra le pieghe della tua parola.

Mi piace molto l’idea che gli apostoli di Gesù, abbiano delle donne un rispetto nuovo, strano per quei tempi, che non si vede nelle piccole cose che comunque gli spettavano, ma
 nell’ ascolto che dedicavano a loro, nella loro partecipazione alla vita di Gesù,  e nel fatto che erano accettate tra di loro, anche dopo la sua morte, come se Maria, avesse aperto una nuova via di accesso alle donne nella vita pubblica.
In questo brano vediamo Maria di Magdala (Maddalena) che mentre è ancora notte, ci reca al sepolcro di Gesù e non trovandolo piange disperatamente. Notiamo che ci sono ancora le tenebre, che lei pensa come prima cosa che qualcuno ha rubato il corpo di Gesù, perché altro umanamente non poteva pensare.
All’ improvviso, tra le lacrime, vide due angeli, che le chiesero perché piangeva, dietro di lei ecco Gesù, ma lei non lo riconobbe subito, ma solo quando la chiamò per nome.
Questo è il passaggio che mi ha colpito di più, questo chiamarla per nome, con familiarità, come chi ti conosce bene, come chi in quel suo chiamarti dimostra tutto il suo amore.
Questo è Gesù, è colui che poteva vincere la morte, che è molto di più che vincere una battaglia contro i nemici, avrebbe potuto fare qualunque cosa, ma ha voluto morire su una croce per noi, per dimostrarci il suo amore immenso, per dimostrarci che la vita dei figli di Dio va oltre la morte, che si può vincere la morte, come si può vincere il peccato.
Collego questi due fattori,perché come la morte uccide il corpo, così il peccato uccide l’ anima.
Maria , che dapprima così disperata perché non trovava il Signore, non appena lo riconosce, accetta subito la missione che Lui stesso gli affida. - Va e di ai miei fratelli che salgo al Padre mio e Padre vostro - Maria va e felice di fare quello che Gesù le ha chiesto, felice di averlo rivisto vivo, lo annuncia e lo testimonia ai discepoli.
Fratelli Cristiani, non piangiamo un Cristo Morto, ma gioiamo della sua resurrezione e ricordiamo una frese che Gesù stesso disse:- Lasciate che i morti seppelliscano i morti - perché con Gesù siamo risorti al peccato e quindi alla morte.
Mi viene in mente che Davide, come giovane pastore, lottò contro animali selvaggi per proteggere le pecore di suo padre. Egli era pronto a morire per esse. Cristo fu ucciso per difendere quelle che il Padre gli aveva dato. Gli eletti di Dio sono stati uccisi dal tempo del giusto Abele e questo continuò attraverso la storia e continuerà ad essere il destino di molti chiamati, fino al ritorno di Cristo.



sabato 20 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

-"Ricordati che il perno della perfezione è la carità; chi vive di carità, vive in Dio, perché Dio è carità, come disse l’Apostolo." (AdFP, 554).

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,38-42 Corrispondenza nell’”Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta

16ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta

Domenica 21 luglio 2013 – Anno C

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,38-42
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

Corrispondenza nell’”Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta
Volume 6 Capitolo 377 pagina 127

14 agosto 1944
Comprendo subito che si è ancora intorno alla figura della Maddalena, perché la vedo per prima cosa in una semplice ve­ste di un rosa lillà come è il fiore della malva. Nessun orna­mento prezioso, i capelli sono semplicemente raccolti in trecce sulla nuca. Sembra più giovane di quando era tutta un capola­voro di toletta. Non ha più l'occhio sfrontato di quando era la «peccatrice», e neppure lo sguardo avvilito di quando ascolta­va la parabola della pecorella, e quello vergognoso e lucido di pianto di quando era nella sala del fariseo... Ora ha un occhio quieto, tornato limpido come quello di un bambino, e un riso pacato vi risplende.
Ella è appoggiata ad un albero presso il confine della proprietà di Betania e guarda verso la via. Attende. Poi ha un gri­do di gioia. Si volge verso la casa e grida forte per essere udita, grida con la sua splendida voce vellutata e passionale, inconfondibile:
«Giunge!... Marta, ci hanno detto giusto. Il Rab­bi è qui!», e corre ad aprire il pesante cancello che stride.
Non dà tempo ai servi di farlo e esce sulla via a braccia tese, come fa un bambino verso la mamma, e con un grido di gioia amoro­sa: «O Rabboni mio!», (io scrivo “Rabboni” perché vedo che il Vangelo porta così. Ma tutte le volte che ho sentito la Madda­lena chiamarlo, mi è parso dicesse “Rabbomi”, con l'emme e non l'enne), e si prostra ai piedi di Gesù, baciandoglieli fra la polvere della via.
«Pace a te, Maria. Vengo a riposare sotto il tuo tetto».
«O Maestro mio!», ripete Maria levando il volto con una espressione di riverenza e d'amore che dice tanto... È ringra­ziamento, è benedizione, è gioia, è invito ad entrare, è giubilo perché Egli entra...
Gesù le ha messo la mano sul capo e pare l'assolva ancora.
Maria si alza e, a fianco di Gesù, rientra nel recinto della proprietà. Sono corsi intanto servi e Marta. I servi con anfore e coppe. Marta col suo solo amore. Ma è tanto.
Gli apostoli, accaldati, bevono le fresche bevande che i servi mescono. Vorrebbero darla a Gesù per il primo. Ma Marta li ha prevenuti. Ha preso una coppa piena di latte e l'ha offerta a Gesù. Deve sapere che gli piace molto.
Dopo che i discepoli si sono ristorati, Gesù dice loro: «An­date ad avvertire i fedeli. A sera parlerò loro».
Gli apostoli si sparpagliano in diverse direzioni non appena fuori dal giardino.
Gesù inoltra fra Marta e Maria. «Vieni, Maestro», dice Mar­ta. «Mentre giunge Lazzaro, riposa e prendi ristoro».
Mentre pongono piede in una fresca stanza che dà sul porti­co ombroso, ritorna Maria che si era allontanata a passo rapi­do. Torna con una brocca d'acqua, seguita da un servo che por­ta un bacile. Ma è Maria che vuole lavare i piedi di Gesù. Ne slaccia i sandali polverosi e li dà al servo, perché li riporti pu­liti insieme al mantello, pure dato perché fosse scosso dal pol­verume. Poi immerge i piedi nell'acqua, che qualche aroma fa lievemente rosea, li asciuga, li bacia. Poi cambia l'acqua e ne offre di monda a Gesù, per le mani. E mentre attende il servo coi sandali, accoccolata sul tappeto ai piedi di Gesù, glieli ac­carezza e, prima di mettergli i sandali, li bacia ancora dicendo: «Santi piedi che avete tanto camminato per cercarmi!».
Marta, più pratica nel suo amore, va all'utile umano e chie­de: «Maestro, oltre i tuoi discepoli chi verrà?».
E Gesù: «Non so ancora di preciso. Ma puoi preparare per altri cinque oltre gli apostoli».
Marta se ne va.
Gesù esce nel fresco giardino ombroso. Ha semplicemente la sua veste azzurro cupo. Il mantello, ripiegato con cura da Maria, resta su una cassapanca della stanza. Maria esce insie­me a Gesù.
Vanno per vialetti ben curati, fra aiuole fiorite, sin verso la peschiera che pare uno specchio caduto fra il verde. L'acqua limpidissima è appena rotta, qua e là, dal guizzo argenteo di qualche pesce e dalla pioggiolina dello zampillo esilissimo, al­to e centrale. Dei sedili sono presso l'ampia vasca che pare un laghetto e dalla quale partono piccoli canali di irrigazione. Credo anzi che uno sia quello che alimenta la peschiera e gli altri, più piccoli, quelli di scarico adibiti ad irrigare.
Gesù siede su un sedile messo proprio contro il margine del­la vasca. Maria gli si siede ai piedi, sull'erba verde e ben cura­ta. In principio non parlano. Gesù gode visibilmente del silen­zio e del riposo nel fresco del giardino. Maria si bea di guar­darlo.
Gesù gioca con l'acqua limpida della vasca. Vi immerge le dita, la pettina separandola in tante piccole scie e poi lascia che tutta la mano sia immersa in quella pura freschezza. «Co­me è bella quest'acqua limpida!», dice.
E Maria: «Tanto ti piace, Maestro?».
«Sì, Maria. Perché è tanto limpida. Guarda. Non ha una traccia di fango. Vi è acqua, ma è tanto pura che pare non vi sia nulla, quasi non fosse elemento ma spirito. Possiamo legge­re sul fondo le parole che si dicono i pesciolini...».
«Come si legge in fondo alle anime pure. Non è vero, Mae­stro?», e Maria sospira con un rimpianto segreto.
Gesù sente il sospiro represso e legge il rimpianto velato da un sorriso, e medica subito la pena di Maria.
«Le anime pure dove le abbiamo, Maria? È più facile che un monte cammini che non una creatura sappia mantenersi pura delle tre purità. Troppe cose intorno ad un adulto si agitano e fermentano. E non sempre si può impedire che penetrino nell'interno. Non vi sono che i bambini che abbiano l'anima angelica, l'anima preservata, dalla loro innocenza, dalle cogni­zioni che possono mutarsi in fango. Per questo li amo tanto. Vedo in loro un riflesso della Purezza infinita. Sono gli unici che portino seco questo ricordo dei Cieli.
La Mamma mia è la Donna dall'anima di bambino. Più an­cora. Ella è la Donna dall'anima di Angelo. Quale era Eva usci­ta dalle mani del Padre. Lo pensi, Maria, cosa sarà stato il pri­mo giglio fiorito nel terrestre giardino? Tanto belli anche que­sti che fanno guida a quest'acqua. Ma il primo, uscito dalle mani del Creatore! Era fiore o era diamante? Erano petali o fo­gli d'argento purissimo? Eppure mia Madre è più pura di que­sto primo giglio che ha profumato i venti. E il suo profumo di Vergine inviolata empie Cielo e Terra, e dietro ad esso andran­no i buoni nei secoli dei secoli. Il Paradiso è luce, profumo e armonia. Ma se in esso non si beasse il Padre nel contemplare la Tutta Bella che fa della Terra un paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non avere il Giglio vivo nel cui seno sono i tre pistilli di fuoco della divina Trinità, luce, profumo e armo­nia, letizia del Paradiso, sarebbero menomati della metà. La purezza della Madre sarà la gemma del Paradiso.
Ma è sconfinato il Paradiso! Che diresti di un re che avesse una gemma sola nel suo tesoro? Anche fosse la Gemma per ec­cellenza? Quando Io avrò aperto le porte del Regno dei Cieli... -non sospirare, Maria, per questo Io son venuto- molte ani­me di giusti e di pargoli entreranno, scia di candore, dietro alla porpora del Redentore. Ma saranno ancora pochi per popolare di gemme i Cieli e formare i cittadini della Gerusalemme eter­na.
E dopo... dopo che la Dottrina di verità e santificazione sarà conosciuta dagli uomini, dopo che la mia Morte avrà rida­to la Grazia agli uomini, come potrebbero gli adulti conquista­re i Cieli, se la povera vita umana è continuo fango che rende impuri? Sarà dunque allora il mio Paradiso solo dei pargoli? Oh! no! Come pargoli occorre saper divenire. Ma anche agli adulti è aperto il Regno. Come pargoli... Ecco la purezza.
Vedi quest'acqua? Pare tanto limpida. Ma osserva: basta che Io con questo giunco ne smuova il fondale che ecco si intorbida. Detriti e fango affiorano. Il suo cristallo si fa giallognolo e nes­suno ne berrebbe più. Ma se Io levo il giunco, la pace ritorna e l'acqua torna poco a poco limpida e bella. Il giunco è il peccato. Così delle anime. Il pentimento, credilo, è ciò che depura...».
Sopraggiunge Marta affannata: «Ancora qui sei, Maria? Ed io che mi affanno tanto !... L'ora passa. I convitati presto ver­ranno e vi è tanto da fare. Le serve sono al pane, i servi scuoia­no e cuociono le carni. Io preparo stoviglie, mense e bevande. Ma ancora sono da cogliere le frutta e preparare l'acqua di menta e miele...».
Maria ascolta sì e no le lamentele della sorella. Con un sor­riso beato continua a guardare Gesù, senza muoversi dalla sua posizione.
Marta invoca l'aiuto di Gesù: «Maestro, guarda come sono accaldata. Ti pare giusto che sia io sola a sfaccendare? Dille Tu che mi aiuti». Marta è veramente inquieta.
Gesù la guarda con un sorriso per metà dolce e per metà un poco ironico, meglio, scherzoso.
Marta ci si inquieta un poco: «Dico sul serio, Maestro. Guardala come ozia mentre io lavoro. Ed è qui che vede...».
Gesù si fa più serio: «Non è ozio, Marta. È amore. L'ozio era prima. E tu hai tanto pianto per quell'ozio indegno. Il tuo pianto ha messo ancor più ala al mio andare per salvarmela e rendertela al tuo onesto affetto. Vorresti tu contenderla di amare il suo Salvatore? La preferiresti allora lontana di qui per non vederti lavorare, ma lontana anche da Me? Marta, Marta! Devo dunque dire che costei (e Gesù le pone la mano sul capo), venuta da tanto lontano, ti ha sorpassata nell'amore? Devo dunque dire che costei, che non sapeva una parola di be­ne, è ora dotta nella scienza dell'amore? Lasciala alla sua pa­ce! È stata tanto malata! Ora è una convalescente che guarisce bevendo le bevande che la fortificano. È stata tanto tormenta­ta... Ora, uscita dall'incubo, guarda intorno a sé e in sé, e si scopre nuova e scopre un mondo nuovo. Lascia che se ne faccia sicura.
Con questo suo “nuovo” deve dimenticare il passato e conquistarsi l'eterno... Non sarà conquistato questo unica­mente col lavoro, ma anche con l'adorazione. Avrà ricompensa chi avrà dato un pane all'apostolo e al profeta. Ma doppia ne avrà chi avrà dimenticato anche di cibarsi per amarmi, perché più grande della carne avrà avuto lo spirito, il quale avrà avu­to voci più forti di quelle degli anche leciti bisogni umani. Tu ti affanni di troppe cose, Marta. Costei di una sola. Ma è quella che basta al suo spirito e soprattutto al suo e tuo Signore. La­scia cadere le cose inutili. Imita tua sorella. Maria ha scelto la parte migliore. Quella che non le sarà mai più tolta. Quando tutte le virtù saranno superate, perché non più necessarie ai cittadini del Regno, unica resterà la carità. Essa resterà sem­pre. Unica. Sovrana. Ella, Maria, ha scelto questa, e questa si è presa per suo scudo e bordone. Con questa, come su ali d'Ange­lo, verrà nel mio Cielo».
Marta abbassa la testa mortificata e se ne va.
«Mia sorella ti ama molto e si cruccia per farti onore...», dice Maria per scusarla.
«Lo so, e ne sarà ricompensata. Ma ha bisogno di esser depurata, come si è depurata quest'acqua, del suo pensare uma­no. Guarda, mentre parlavamo, come è tornata limpida. Marta si depurerà per le parole che le ho detto. Tu... tu per la since­rità del tuo pentimento...».
«No, per il tuo perdono, Maestro. Non bastava il mio pentirmi a lavare il mio grande peccato...».
«Bastava e basterà alle tue sorelle che ti imiteranno. A tutti i poveri infermi dello spirito. Il pentimento sincero è filtro che depura; l'amore, poi, è sostanza che preserva da ogni nuova in­quinazione. Ecco perciò che coloro che la vita fa adulti e pec­catori potranno tornare innocenti come pargoli ed entrare co­me essi nel Regno mio. Andiamo ora alla casa. Che Marta non resti troppo nel suo dolore. Portiamole il nostro sorriso di Ami­co e di sorella».

Dice Gesù:
«Il commento non occorre. La parabola dell'acqua è com­mento all'operazione del pentimento nei cuori.
Hai così il ciclo della Maddalena completo. Dalla morte alla Vita. È la più grande risorta del mio Vangelo. È risorta da sette morti. È rinata. L'hai vista, come pianta da fiore, alzare dal fango lo stelo del suo nuovo fiore sempre più in alto, e poi fio­rire per Me, olezzare per Me, morire per Me. L'hai vista pecca­trice, poi assetata che si accosta alla Fonte, poi pentita, poi perdonata, poi amante, poi pietosa sul Corpo ucciso del suo Si­gnore, poi serva della Madre, che ama perché Madre mia; infi­ne penitente sulle soglie del suo Paradiso.
Anime che temete, imparate a non temere di Me leggendo la vita di Maria di Magdala. Anime che amate, imparate da lei ad amare con serafico ardore. Anime che avete errato, imparate da lei la scienza che rende pronti al Cielo.
Vi benedico tutti per darvi aiuti a salire. Va' in pace».

Estratto di “l'Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta

(Lc 10,38-42) Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

VANGELO
(Lc 10,38-42) Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore

(Lc 10,38-42) Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
(Lc 10,38-42) Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Ti prego Spirito Santo di essere sempre presente nel mio cuore,di aiutarmi a comprendere e a capire la parola del Signore che tu dettasti ai suoi apostoli che pure lo conobbero, ma che senza di te non lo avrebbero compreso fino in fondo. Questo ti chiedo, di insegnarmi a conoscerlo, perché io sappia sempre come fare per seguire i suoi insegnamenti.


Quante meravigliose occasioni per conoscere Gesù in questo brano, proviamo a esprimerle con l’ aiuto dello Spirito Santo insieme.Prima di tutto una piccola nota storica che ho appreso leggendo le altre riflessioni, di quelli che sanno di teologia e di storia, molto più di me : a quei tempi le donne non potevano partecipare nemmeno alle celebrazioni liturgiche, e quindi anche nel ricevere gli ospiti, le donne erano lì solo per servire, muta presenza di chi è escluso.Marta e Maria invece, erano in confidenza con Gesù,erano come i suoi discepoli, perché essere in comunione con Gesù,significa anche questo, essere in confidenza con Lui.Marta vuole che il Signore sia contento della sua accoglienza, prepara con grande cura tutto, non chiede aiuto, ma poi si stanca e si innervosisce perché la sorella non l’ ha aiutata, ed allora, sicura che il suo modo di fare sia quello giusto, cerca l’appoggio di Gesù, vorrebbe che Lui sgridasse sua sorella perché non ha partecipato al servizio.Maria, sicura che la sorella avrebbe provveduto a servire l’ ospite, ha approfittato di questo e si è seduta ai suoi piedi ad ascoltare Gesù che parlava ed insegnava, era così presa da quello che stava ascoltando che non si è nemmeno resa conto che la sorella si stava stancando. L’ atteggiamento delle due donne è molto simile al nostro, è l’ atteggiamento di chi come Marta si prodiga e pensa che far bene tutto sia un suo dovere, ma non ascolta quella voglia interiore di fermarsi ad ascoltare il Signore, che però comincia a farsi strada dentro di lei e comincia a farla diventare nervosa e insofferente.Non si ferma Marta, ha voglia di fermarsi ad ascoltare, ma ci sono tante cose da fare e solo lei sa farle così bene lei sa servire il Signore,è un servire materiale e necessario il suo…A questo punto proviamo a vedere chi riusciamo a riconoscere in questo atteggiamento e quanto di noi troviamo, quanto siamo simili a Marta in questo nostro affaccendarci per fare qualcosa di buono per il Signore.Io sono brava - io so scrivere - io sa parlare - io so leggere - io so preparare l’ altare - io sono sempre la prima ad arrivare - io so fare stare buoni i bambini in chiesa - io non dimentico mai nulla …. sicuro?Marta Marta, hai lasciato il posto al Signore o vorresti entrare anche in quell’ ostia? Prepari l’ altare e le letture, ma hai dedicato un po’ di questo tuo tempo prezioso per leggere la parola di Dio e per chiederti che cosa ti vuole dire il Signore? Si proprio a te, perché tu non ci crederai ,ma anche tu hai bisogno di Lui, di ascoltare e di far penetrare nelle tue ossa la sua parola, forse allora impareresti a non giudicare e a non condannare chi non è preciso come te nel servizio, o semplicemente chi è diverso da te. Forse ascoltando Gesù, sapresti che è venuto per tutti, che non parla per se stesso, ma per essere ascoltato e, se tu non lo ascolti, anche tu sbagli qualcosa, proprio come Maria che non si preoccupa di servirlo.E tu Maria? Dopo aver ascoltato, esserti immersa nell’ ascolto della sua parola,dopo averla masticata, fatta entrare nel tuo cuore, averla meditata…. ti sei accorta che tua sorella era stanca? Ti sei accorta della sua muta richiesta di aiuto? Va corri da lei , da questa sorella in difficoltà ed aiutala, perché altrimenti vorrebbe dire che non hai saputo digerire la parola del Signore, che parla di comunione, condivisione e amore.Quante cose ancora ci sarebbero da dire, su questa semplice storia di Vita di Gesù, ma ognuno di noi, qui, può provare a scrivere la sua; quella del suo incontro personale con il Signore.La mia casa è sempre pronta? Sono sicura di volerlo accogliere ed ascoltare? Oppure ho troppo da fare per farlo?Per imparare ad amare Gesù, bisogna imparare a conoscerlo e a riconoscerlo in quello che facciamo.Possiamo chiederlo direttamente a Lui, non lasciamolo fuori dalla porta a bussare, apriamo il nostro cuore, e Lui verrà a riempirlo di doni che neanche immaginiamo. Se lo farai…grazie da parte sua.

venerdì 19 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

- "La carità è il metro col quale il Signore ci giudicherà tutti." (AdFP, 560).

Mt 12,14-21. (I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.)

VANGELO

- Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 12,14-21.
I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.
Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti,
ordinando loro di non divulgarlo,
perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:
Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti.
Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce.
La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le genti.
 PAROLA DEL SIGNORE.
 LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Alla luce del Tuo Spirito Signore, fammi restare, per conoscere la verità tutta, che non posso conoscere senza il tuo aiuto.

Quante ingiustizie in questo mondo, quante volte ognuno di noi ha detto una frase come questa: -se esiste una giustizia divina…- I soprusi, l’ingordigia, le cattiverie contro i poveri, contro i piccoli che possono e sanno difendersi, non finiscono mai. Sono sotto gli occhi di tutti, ma sono considerati gesti normali, da furbi, non da disonesti. Eppure la legge del Signore è chiara, non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, ma gli uomini sono così presi dalla loro corsa verso il potere, verso il benessere, che perdono completamente di vista il senso dell’onestà e dell’amore verso i fratelli. Il Signore guarisce, mentre noi continuiamo a cercare di toglierlo di mezzo dalla nostra vita. Si alzano le voci che vogliono distruggere la figura di Gesù e della sua chiesa, e noi che cosa facciamo per difendere la Chiesa di Cristo? La Madonna ci chiede continuamente preghiere per il Papa, quanti minuti dedichiamo al giorno per quest’intenzione? Quanta pazienza ha il Signore, quanta ne dimostra con noi, ce ne rendiamo conto? Pensiamo mai a fare un confronto con la nostra di pazienza? Gesù non alza la voce, non punisce, non grida, ma vuole la salvezza di tutti gli uomini, per questo consola, guarisce, comprende, aiuta; non c’è nessuno che è troppo peccatore per lui, nessuno troppo cattivo, la sua misericordia è per tutti quelli che la cercano.

giovedì 18 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

- "La carità è la regina delle virtú. Come le perle sono tenute insieme dal filo, cosí le virtú dalla carità. E come, se si rompe il filo, le perle cadono; cosí, se viene meno la carità, le virtú si disperdono" (CE, 11).

MT 12,1-8. (Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato)

VANGELO

- Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 12,1-8.
In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano.
Ciò vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato».
Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni?
Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti?
O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa?
Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio.
Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa.
Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
 PAROLA DEL SIGNORE.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni o Spirito Santo, e illuminami, dammi la grazia di comprendere la tua parola, dammi la forza di viverla e la sapienza di saperla esprimere.

In questo brano, io vedo quel Gesù che mi piace da morire, quello che io definisco “anarchico di Dio”.Nessuno può dirgli quello che è giusto, quello che secondo gli uomini è giusto, perché lui segue la legge del cuore, là dove c’è l’amore del Padre, dove la misericordia del Padre parla al posto della legge scritta e corretta dagli uomini.
Un Dio che conosce i suoi figli sa che il rispetto e l’amore per Lui, non vengono meno perché non si rispettano certe regole di culto, ma perché non si rispetta l’oggetto stesso del culto.
Fare sacrifici e offrire olocausti, non sempre significava fare cosa gradita a Dio, anche perché gli stessi sacerdoti che credevano di rendere onore a Dio, non hanno saputo riconoscere in Gesù, il Messia atteso.
Infatti, questo loro riprendere Gesù senza riconoscerlo, li porterà a non conoscere il vero tempio dell’olocausto permanente, quel Gesù che prova compassione dei nostri peccati, fino ad accettare di offrire se stesso per i nostri peccati.
Si, Gesù prova compassione per noi, in Lui non c’è mai una parola di rimprovero solo perché non riusciamo ad essere perfetti, ci sprona a cercare la perfezione, ma lo fa unicamente per il nostro bene, non ci obbliga, ci ama ed il suo amore è veramente immeritato.
Se solo pensassimo a quanto ci ama, anche quando ci allontaniamo, quando lo flagelliamo con la nostra indifferenza, quando lo crocifiggiamo con i nostri peccati, allora sì che cominceremmo a scoprire quanto è bello essere amati anche e soprattutto perché imperfetti..
Non perdiamo tempo a stabilire quale sia la parola da seguire, la legge scritta da rispettare, impariamo a seguire l’unica parola che conta, amore, e allora capiremo tutti i discorsi di Gesù che possono sembrare difficili a volte, ma che hanno solo una chiave di lettura, e la chiave è proprio questa: AMORE! 

mercoledì 17 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

"Io non posso patire il criticare e il dir male dei fratelli. È vero, a volte, mi diverto a punzecchiarli, ma la mormorazione mi mette nausea. Abbiamo tanti difetti da criticare in noi, perché perdersi contro i fratelli? E noi, mancando alla carità, si intacca la radice dell’albero della vita, col pericolo di farlo seccare (GB, 62)."

Mt. 11,28-30. (Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.)

 VANGELO
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,28-30.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
PAROLA DEL SIGNORE.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e illumina nei nostri cuori, la parola viva del Signore, fa che la contempliamo e la facciamo nostra nella vita e nell'insegnamento. Amen.

Oggi voglio riflettere con voi attraverso questa pagina di vangelo, ma più che altro, su quello che questa pagina è nella mia vita. Proprio stamattina mentre ero alla cappellina in preghiera, ho sentito una gran voglia di restare lì per sempre. Pensavo a quanto gli apostoli come me, all’ inizio avessero capito ben poco di Gesù, anche loro volevano stare sempre con Gesù, chi voleva costruire una tenda, chi voleva sedere alla sua destra, tutti ,una volta conosciuta la pace del Signore, vorrebbero isolarsi dal mondo e vivere di quella pace. Nella vita che corre io voglio stare ferma ad ascoltare il mio Signore, ad appoggiare la testa sul suo petto, come il discepolo che Gesù amava, voglio avere il tempo di chiedergli perdono, per leggere la sua parola, meditarla e farmela entrare nel cuore.
Come se solo con Lui mi sentissi al riparo dal mondo, voglio che faccia parte della mia vita, so che nella difficoltà, quando tutti spariscono, lui mi resta accanto, so che quando ho un problema grande, Lui c’è, non si stanca di sentire il mio lamento, anzi, è pronto a sollevarmi e a darmi una mano. Non importa quanto costa questa scelta, quanto costa essere onesti e vivere amando, non importa se il resto del mondo va da un’altra parte, se tutti scelgono la porta larga… se entrano ridendo e sembrano felici…. io ho scelto, davanti a me Gesù ha detto : - vieni e seguimi - ed io ho deciso di ascoltare quella voce. Il Signore non mi fa restare ferma, ma mi spinge a camminare nel mondo, mi spinge a trasmettere quella buona notizia che è entrata nel mio cuore: Gesù che ha salvato me, salverà anche te fratello e sorella in Cristo, salverà tutti coloro che il Padre gli ha assegnato ,non ne perderà nessuno.
Non finirò di certo la mia vita su una roll-royce, ma la finirò tra le braccia del Signore, e questo è quello che per me conta di più

martedì 16 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

-
- "Mi è dispiaciuto moltissimo nel sapere che sei stata ammalata, ma ho goduto moltissimo nel sapere che ti vai rimettendo e piú ancora ho goduto nel veder rifiorire in mezzo a voi la vera pietà e cristiana carità addimostrata nella tua infermità "(Epist. III, p. 1081)

Mt 11,25-27. (hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.)

VANGELO

- Dal Vangelo  secondo Matteo 11,25-27.
In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
PAROLA DEL SIGNORE 

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore con il Tuo Santo Spirito a dare forma ai pensieri vieni perché tutto da te dipende, vieni perché io conto su di te per capire, conto su di te per vivere, conto su di te per essere degna di vivere nel tuo regno.

In queste letture, vediamo che la cosa più importante che dobbiamo tenere presente è che tutto dipende da Dio. Ma spesso il nostro orgoglio ci fa diventare superbi e pensiamo che siamo noi, con la nostra sapienza, il nostro savoir faire, che dirigiamo i nostri passi. Noi senza il Signore non siamo nulla e non possiamo nulla, ma mettendoci al suo servizio con l’umiltà di servi avremo la possibilità di essere quei piccoli a cui Cristo rivela e si rivela. Servi per amore e non per obbligo, perché Gesù stesso ci ha detto” non vi chiamo servi, ma amici”, quindi in nome di questa grandissima amicizia che ci dimostra, doniamo a Lui la nostra fedeltà. Impariamo ad entrare in intimità con Lui, a conoscere Gesù così come lui ci conosce, a fidarci di quello che ci dirà di fare, a mettere la nostra vita nelle sue mani, e, più di tutto, a capire che tutto quello che riusciremo a fare, non sarà opera nostra, ma sua. Ci vuole coraggio per pensare questo, non è facile sentirsi strumenti di Dio, ma l’evidenza dei fatti ci deve infondere trovare il coraggio e al tempo stesso, l’umiltà per farlo. Rispondere a Dio, accettare di essere partecipi al suo progetto, non è un’azione isolata, ma ha bisogno di farci sentire parte di un tutt’ uno come ingranaggi di una stessa macchina che si intrinsecano l’uno con l’altro, a cui il Signore stesso dà ordine e forma.
Plasmaci Signore,dacci forma,perché dalla terra ci hai creato e a te solo dobbiamo la vita, siamo figli tuoi e possiamo essere degni di te, vivere a tua immagine e somiglianza, insegnaci a farlo, proteggici dal fango del peccato che vuole impedirci di risplendere della tua luce.

lunedì 15 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

"Mi dispiace tanto veder soffrire! Per togliere un dispiacere a qualcuno, non troverei difficoltà a tirarmi una pugnalata al cuore!… Sí, questo mi sarebbe piú facile! " (T, 121)

Mt 11,20-24 : (Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida.)

 VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24.
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere.
Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra.
E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».
PAROLA DEL SIGNORE
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito di Dio nella mia mente, stupiscimi con i raggi della tua luce, folgorami con la tua sapienza e dammi la possibilità di leggere tra le righe il tuo volere.
Mi sembra proprio che stavolta, il Signore l’abbia con me, che mi dica, che è ora che prenda coscienza di quanti segni ha compiuto su di me, e che mi comporti di conseguenza. A volte ci soffermiamo a vedere quanta fede c’è negli altri, dando per scontato che siano gli altri che non sanno avere fede nel Signore, che non sono riconoscenti, ossia che non sanno riconoscere Gesù come il Signore della nostra vita. In questo passo Gesù rimprovera il suo popolo, perché è proprio là dove ha compiuto più prodigi che invece di convertirsi, il popolo ha scelto di contestarlo. I farisei e i sadducei, litigavano tra loro su come vivere la parola di Dio e non vedevano la magnificenza dei segni che Gesù compiva, anzi alcuni si spinsero a dire che i miracoli che compiva non venivano da Dio, ma da satana. I segni che il Signore compie, sono sotto agli occhi di tutti, basta guardare cosa significa la conversione nella vita di ognuno di noi, senza cercare molto lontano, oppure come i Santi hanno saputo dare e quanto hanno ricevuto dal Signore. Penso a San Pio, di cui persone ancora in vita raccontano del dono della bilocazione, e penso alla devozione che il Padre aveva per il Signore e la Madonna. Se ci affidiamo, invece di pensare a quanto siamo bravi, a quanto siamo giusti, a come siamo buoni, ma a QUANTO E’ GRANDE IL SIGNORE e quanto abbiamo bisogno di Lui, forse, uscendo dalla nostra presunzione, saremo capaci di riconoscere questi segni e forse capiremo che non dobbiamo fare come i farisei e i sadducei, e non ci dobbiamo sentire salvi solo perché andiamo a messa la domenica, ma vivere con Gesù nel cuore i nostri giorni.

domenica 14 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

Vi scongiuro, per la mansuetudine di Gesú e per le viscere di misericordia del Padre celeste, a non mai raffreddarvi nella via del bene. Correte sempre e non mai vogliate fermarvi, sapendo che in questa strada lo star fermo equivale al ritorno sui propri passi (Epist. II, p. 259).

(Mt 10,34-42.11,1. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.)

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo 10,34-42.11,1.
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.
Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera:
e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me;
chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.
E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

PAROLA DEL SIGNORE

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Vieni o Spirito Santo nel mio cuore, e fornire a tutte queste cose che non sono degni di voi, santificare il tuo amore, perché attraverso, vedo la luce della Parola di Dio

Matteo ci presentale parole di Gesù non condite con orpelli inutili,E' necessario che si comprenda bene che Lui ,anche se parla d'amore è lo stesso Dio che chiede di amarlo sopra ogni e qualsiasi altra persona, perché Egli ti ama . Non è sempre un surrogato, un sostituto, un prestanome. E "Dio stesso che chiede di amarlo sopra ogni e qualsiasi altra persona, perché Egli ti ama.
Chi ama è costante in amore, niente e nessuno può distrarlo dal dedicare la sua vita a un altro, neanche i propri cari, neanche tutte le opposizioni che potrà incontrare.
Ancora una volta vediamo come l'amore di Dio è veramente di gran lunga superiore alla nostra, anche con persone che amiamo, troviamo e creiamo un migliaio di difficoltà. Il il nostro amore è sempre condizionata da se e ma,invece per Gesù non è così. Ci sono uomini che non meritano nulla, ma forse uno è degno del suo amore e si è impegnato a morire per tutti, per salvare l'umanità che non è nata per il peccato, ma non può resistere alla seduzione del male.
Scegliere Gesù può dividere, il mondo considera stolto e superato vivere dai suoi decreti, può mettere in condizione di lottare per difendere la propria identità cristiana, può separarci da coloro che non ci capiscono, quindi scegliere Gesù ,è può diventare la scelta definitiva della vita.
Ma questo non deve spaventare o scoraggiare chiunque voglia seguire il Signore, perché se è vero che alcune cose sembrano contraddirsi a vicenda, è anche o, vero che il Signore continua a ripetere, non paura. Quello per il Signore sarà non solo ben fatto, ma anche ben retribuito. Il Signore stesso, fornirà i mezzi per far fronte a tutto ciò, la cosa importante è non arrendersi mai, non farsi distrarre dal mondo d e sedurre, o spaventare da chi ci sta intorno, che è contro Dio, ma che che è anche nostro fratello e anzi noi possiamo provare con l'aiuto di Dio e poi con la nostra preghiera, a trascinare più fratelli verso Gesù. Anche l'aiuto più piccolo verso i suoi discepoli sarà ripagato largamente.

sabato 13 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

"Dove non c’è ubbidienza, non c’è virtú. Dove non c’è virtú, non c’è bene, non c’è amore e dove non c’è amore non c’è Dio e senza Dio non si va in paradiso. Queste formano come una scala e se manca uno scalino della scala, si casca giú (AP)."

(Lc 25,37 Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?)



VANGELO

 Dal Vangelo secondo Luca ,25-37

Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: « Va' e anche tu fa' lo stesso ». 


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti chiedo Spirito Santo di aiutarmi a spiegare come ci troviamo ... come siamo in sintonia, come tu mi aiuti continuamente, come riesco a sentirti...perché attraverso questo vorrei far comprendere le parole di Gesù.
-E' così facile chiedere, domandare, provocare, e spesso gli uomini lo fanno. Lo facevano i sadducei, lo facevano i farisei e lo facciamo ancora oggi noi. Quante volte in questi giorni mi sono sentita dire, come fai ancora a credere in Dio, come fai a pregare...
Rispondere è facile, perché continuo a credere nell'amore di Dio, ma per chi non crede in Dio, mi rendo conto che è difficile comprendere, Gesù non si insegna, si vive. Amare ed essere riamati, attraverso questo semplice concetto si arriva a vivere Gesù.
Nulla di quello che fa o dice Gesù è per caso, prima scopri che Dio ti ama ed impari ad amarlo e poi lavori su te stesso e migliori il tuo cammino verso di lui e poi impari che non è ancora sufficiente, perché non puoi dire di amare Dio se non ami gli altri, perché Lui li ama.
Questa è forse la cosa più difficile da fare, imparare ad amare i nostri fratelli in Cristo, non solo quelli che sono bravi, come noi e più di noi, quelli che sono della nostra stessa nazione, idea politica o religiosa, educazione e cultura.... ma proprio tutti; ma amarli veramente, non vedendo in loro diversità, ma un unico cuore, quello di Dio che batte in loro.
Pensi a quando anche tu eri lontano, a quando non credevi poi molto, a quando commettevi peccati, errori più gravi di oggi... Dio ha avuto pietà di te, si è chinato e ti ha raccolto, ti ha amato... nella parabola dei vignaioli, abbiamo letto che qualcuno è stato chiamato prima, qualcuno dopo, ma tutti hanno ricevuto la stessa paga dal padrone, vuoi forse dire a Dio come si deve comportare? Vuoi suggerire chi deve amare e chi no?
Gesù ha amato tutti, alcuni hanno scelto di incontrarlo, di decidere per l'amore, altri sono stati troppo orgogliosi per accettare come Dio un uomo che ha amato tanto, un perdente, secondo il loro giudizio... la scelta è sempre la nostra, Lui ci lascia liberi, anche di sbagliare, ma più ci conformiamo a Lui, più l'amore ci trasforma, ci trasfigura; più amiamo e più tutto diventa sopportabile, addirittura la nostra gioia sarà lenire il dolore degli altri, dei fratelli che ce lo permetteranno, più ameremo e più saremo simili a Gesù, abbiamo tutto il resto della vita per imparare, cominciamo ... e piano piano capiremo sempre di più.
Chi è il mio prossimo? Il mio prossimo sono tutti i miei fratelli ,perchè Dio li ama, come ama me, ed io non posso fingere di ignorarlo e continuare a scegliere chi amare.
 

venerdì 12 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

Ricordati di Gesú, mitis et humilis corde. L’irascimini et nolite peccare è dei santi. Io non mi sono mai pentito della dolcezza usata, ma mi sono sentito un rimorso di coscienza e mi sono dovuto confessare, quando ho usato un po’ di durezza. Però, quando dico mitezza, non dico quella che lascia tutto andare. Quella no! Ma intendo quella che rende dolce la disciplina, la quale non va mai trascurata (GB, 34).

(Mt 10,24,33 Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone.)

VANGELO
 

Dal Vangelo  secondo Matteo 10,24-33.
Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone;
è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!
Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.
Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati;
non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.


PAROLA DEL SIGNORE


giovedì 11 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO:

"La beneficenza, da qualsiasi parte venga, è sempre figlia della stessa madre, cioè la provvidenza." (AdFP, 554).

( Mt 10,16-23. «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi.»)

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe;
e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire:
non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.
E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.

Parola del Signore.

mercoledì 10 luglio 2013

(Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

VANGELO 
(Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Parola del Signore

(Mt 19,27-29) Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Concedimi o mio amato, la luce del tuo Spirito, per comprendere a pieno le tue parole, per inserirle nella mia vita e farmi muovere sui tuoi passi. Io sento di amarti e vorrei essere veramente come Tu mi vuoi, insegnami.

Il giovane ricco è appena andato via… non se la sentiva di vendere tutti i suoi averi per seguire Gesù, non se la sentiva di rinunciare a qualcosa che gli apparteneva. Pietro guarda Gesù e timidamente gli si avvicina e gli chiede se loro che hanno lasciato tutto per seguirlo, sono a posto?
Per capire a fondo questo momento con Gesù,  dobbiamo fare un parallelo con lo stesso episodio raccontato da Marco, che sottolinea che Gesù risponde: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
 C’è qualcosa in Pietro che gli fa presagire che la risposta non sarà quella che si aspetta, sembra che con Gesù non si riesca mai a capire fino in fondo, quello che è giusto, quello che vuole. Infatti, Gesù fa una precisazione che come al solito, lo lascia esterrefatto.   Dice che, già solo il fatto di seguire la sua parola, apre degli scenari completamente diversi nella nostra vita; il sapere che essa non è fine a se stessa, ma che è inserita in un progetto di Dio, è una proposta accattivante che dite? Lasciare tutto…non vuol dire mettersi a fare il barbone, ma non essere attaccati a nulla, non avere delle cose più importanti di Dio, che ci possono fuorviare ed è   questo  per noi molto difficile.Lo era ai tempi di Gesù, in cui si viveva di poco e lo è ancor di più oggi che tutto sembra essere di primaria importanza, irrinunciabile e per avere tutto si è disposti a tutto,anche a  lavorare per tante ore. C’è  la macchina, i videogiochi, la discoteca, le serate divertenti, gli impegni dei figli…tutto così importante da non avere il tempo per il Signore. Una fugace messa di domenica e se il sacerdote fa un’omelia troppo lunga, quanti visi scocciati…. Non è la ricchezza in se stessa,ma il fatto che spesso la ricchezza rende aridi ed egoisti. Dio ha scelto il popolo d'Israele, ma questo popolo lo ha tradito, ricordiamo che Mentre Mosè era sul monte Sinai per 40 giorni, il popolo si era costruito come idolo un vitello d'oro; oggi mentre aspettiamo il ritorno di Gesù, ce ne siamo costruiti talmente tanti di idoli che alla fine ci hanno allontanato da Dio, perché li abbiamo messi davanti a Lui. Lascia quello che hai e seguimi, sarai ricompensato nel regno dei cieli, addirittura agli apostoli, promette i troni dai quali giudicheranno le loro tribù, vale la pena di starlo a sentire, perché anche il più stupido degli uomini si rende conto che dove andremo, non conteremo per i soldi che abbiamo,ma proprio per il cuore arido, che non riesce a cambiare. Com’ è bello ogni giorno aprire la giornata con la preghiera, affrontare le difficoltà con la fede che ci sorregge, sapere che non si è soli, leggere le scritture e cercare di capire alla luce dello Spirito Santo, che cosa ci dice il Signore. Io lo faccio con voi, ma vorrei tanto che tutti lo facessimo ognuno per proprio conto, per aver la possibilità di stare a tu per tu col Signore, aprire a Lui il nostro cuore, scoprire che quello che riceviamo e di gran lunga superiore di quello a cui rinunciamo.
Anche Pietro capirà che deve rinunciare al suo orgoglio, alla sua presunzione, al suo carattere irruente, per far posto a Gesù nel suo cuore, e non ci rimetteremo, questo è sicuro!!!!

martedì 9 luglio 2013

VOCE DI SAN PIO :

"Bisogna, anche nel riprendere, saper condire la riprensione con modi garbati e dolci (GB, 34)"

(Mt 10,1-7) Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele.

VANGELO
 (Mt 10,1-7) Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie o Signore di essere sempre presente con il tuo Santo Spirito nella mia vita.Ti amo!

Gesù chiama i dodici apostoli, non gli dice fate come vi pare, ma gli da ordini ben precisi, perché Lui sapeva quello che era giusto e quello che non lo era, è chiaro che poi l’uomo che ha voluto fare di testa sua, senza seguire l’indicazione dello Spirito di Dio, è stato trascinato nell’errore, e che questi errori hanno portato alla distruzione di quello che oserei definire (sperando di essere capita e non accusata di eresia) il sogno di Gesù.
Se l’uomo vuole fare da solo, può anche fare tutto bene, ma una cosa è fare quello che è giusto per noi e l’altra fare quello che è giusto per Dio.
Tutto dipende dal posto che diamo a Dio nella nostra vita, nella nostra giornata e nella nostra preghiera. Se veramente Dio è al primo posto, tutto è in funzione della fede, e quindi tutto scorre su dei binari che hanno un loro indirizzo ed un loro senso, si va avanti, spediti come treni, e non ci si fa fuorviare da niente, perché non siamo noi che guidiamo, ma il Signore, e noi ci lasciamo trascinare. Sembra complicato, ma è tutto qui! Buona giornata nel Signore!

lunedì 8 luglio 2013