lunedì 4 marzo 2013

(Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.


VANGELO
 (Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Ti imploro o Spirito di Dio, aiutami a far entrare la tua parola perfettamente nel mio cuore, a comprendere bene come e perché perdonare e dammi la forza di farlo secondo il tuo volere. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Leggendo questo passo, ci rendiamo conto che Gesù  non ci vuole solo buoni, ma perfetti. Continuano gli insegnamenti per raggiungere la perfezione dell'amore. Devo perdonare il mio fratello? E un po' quello che noi chiediamo ogni giorno, quando qualcuno ci ferisce, quando ci fa del male e spesso gratuitamente, quando vediamo che gli altri non hanno verso di noi gli stessi sentimenti che noi nutriamo nei loro confronti.Quello che Pietro chiede a Gesù: quante volte? Continuo a ripetere che dobbiamo guardare a Gesù per imitarlo e che solo facendo questo possiamo riuscire a capire qual è la forma più alta dell'amore alla quale dobbiamo tendere. Il perdono è una cosa fondamentale nella creazione dei rapporti, nella loro continuità, perché tutti possiamo sbagliare, anche non volendo, verso un fratello, ma se al minimo errore il rapporto fosse chiuso, vorrebbe affermare che l'orgoglio è superiore all'amore stesso. Gesù c’insegna che bisogna perdonare sempre e ci ricorda che Lui è amore misericordioso, che perdona senza limiti, e c’invita a fare altrettanto. Io spesso mi sono chiesta come si può perdonare sempre, qualcuno che la cattiveria l’ha nell'anima, che uccide e stupra, che massacra senza il minimo rimorso, e questo per me è un punto dolente, una domanda alla quale non riesco a dare risposta, ma confido che se Gesù ci dice di farlo, vuol affermare che è possibile. Il perdono, infatti, nasce da dentro al nostro cuore e non dalla gravità della colpa ricevuta e se riusciamo a far posto al Signore nel nostro cuore, se chiediamo a Lui l'aiuto necessario e vogliamo con tutto il cuore essere simili a lui, sicuramente sarà possibile.

domenica 3 marzo 2013

(Lc 4,24-30) Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.


VANGELO
 (Lc 4,24-30) Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore di darmi l'umiltà di mettermi in ginocchio, all' ascolto della tua parola, per saperla comprendere grazie allo Spirito Santo, e per saperla vivere in modo da poter dimostrare ai miei fratelli più lontani, che è possibile seguirti passo passo. 

Ancora una volta Gesù fa il rivoluzionario, e a chi vuole criticarlo per avere una scusa per non doverlo seguire, non pare vero.  Quando afferma che nessun profeta è ben accetto nella sua patria, sa perfettamente quello che dice, è, infatti, vero che chi crede di conoscerti e ha la presunzione di sapere tutto di te, non ha interesse nei tuoi confronti. 
I giudei vedevano che Gesù era il figlio di Giuseppe il falegname, e non riuscivano ad accettare che in lui si rivelasse Dio, che fosse lui il Messia atteso, perché credevano di sapere ogni cosa di lui, e non volevano neanche minimamente pensare di cambiare il loro modo di pensare.  Un poco così anche noi, che leggiamo il vangelo e continuiamo a vivere come se niente fosse, come se non dovessimo cambiare nulla nella nostra vita, nelle nostre "abitudini".  Diciamo di credere, ma poi alle prime difficoltà abbiamo paura e ci dimentichiamo di chiedere al Signore la forza di affrontare ed accettare ogni cosa.  Diciamo di amare Gesù, e magari non parliamo con il nostro vicino o con un nostro parente per un motivo magari futile.  Diciamo di volerci donare al Signore, di accettare la croce, ma ci lamentiamo in continuazione dei nostri acciacchi.  Una frase che mi ha molto colpito in questo passo è quella che raffigura Gesù, che stanco del loro sdegno, della loro indifferenza, del loro volerlo uccidere per eliminarlo dalla loro vita, gli passa in mezzo ... e va oltre.  Ti prego o Signore di non passare nella mia vita senza che io ti possa accogliere, in ogni occasione, ed in ogni tuo insegnamento, e che non mi senta mai come chi crede di essere sotto un giudice severo che non può capire e che si limita a giudicare e condannare, ma che mi ricordi dell'amore che tu metti in tutte le cose, ti prego Signore non stancarti di me, della mia ottusità, del mio continuo cadere, non passare  oltre ,ma portami oltre me stassa insieme a Te.  Te lo chiedo con tutto il cuore! Amen.

sabato 2 marzo 2013

(Lc 13,1-9) Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.


VANGELO
 (Lc 13,1-9) Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito ad illuminare la mia mente ed il mio cuore, vieni a portare la tua luce sulle parole di Gesù, e a farle aderire a me come una seconda pelle.Per Cristo nostro Signore. Grazie Amen.

In quel tempo…spesso troviamo questa frase, ma abbiamo cominciato a capire che quel tempo è anche il nostro tempo, che le parole di Gesù sono attuali più che mai.Quanto sono strani gli uomini, credono di vedere il castigo di Dio in tutto quello che per loro è degno di castigo, e ancora non capiscono che le calamità della vita, il dolore e le catastrofi, non sono castighi di Dio.
Sicuramente il racconto dell’arca e del diluvio universale, contribuiscono a far sì che questa credenza sia legittimata, ma Gesù è chiaro nei suoi discorsi, ci spinge a non valutare le cose in questo modo, perché sarebbe sbagliato.
La parabola del fico sterile è un monito per tutti noi, ed io oggi la vedo come un incitamento a cambiare, non solo il modo di vedere le cose, ma anche di vivere la fede.
Il mondo va male? Non lasciamo che il nostro sguardo sia fermo sul giudizio, ma agiamo in modo di migliorare le cose.
Là dove c’è aria di divisione, predichiamo l’unità.
La dove c’è l’errore cerchiamo di reindirizzare aiutando a comprendere.
Invece di soffermarci a criticare la chiesa e a dare la colpa a questo o a quello di non comprendere i bisogni dei fedeli, diamoci da fare per aiutarla, senza stare a fare discussioni e chiacchiericci.
Siamo tutti dei peccatori, chi più chi meno e stare a sputare sentenze sulle colpe altrui non produce frutto, dobbiamo invece cercare di collaborare con il progetto di Dio per la salvezza di tutti gli uomini, pregando per la loro conversione ed accettando che questo è il desiderio del Padre nostro, Gesù comunque ci avverte che il giudizio di Dio non è eliminato, ma solo rimandato, e che tutto dipende da noi e da come ci presenteremo il giorno del giudizio.Stiamo quindi attenti a non abusare della sua bontà e della sua pazienza.

venerdì 1 marzo 2013

(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.


VANGELO
 (Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Ti prego o Spirito d'amore, fammi riconoscere il vero volto dell'amore che Dio vuole farci comprendere in questo brano del vangelo, in ogni sua più piccola sfaccettatura. 

Comincerò col leggere insieme a voi, tra le righe, l' amore del Padre. Un padre che ha lavorato sodo per non far mancare niente ai figli, che li ha educati al lavoro, alla responsabilità, ha fatto questo con tutti e due, ma all'improvviso, uno di loro, stanco e con una irrefrenabile voglia di ribellarsi al padre, decide che vuole partire, vuole andare lontano per avere tutto quello che il padre per buon senso gli negava.  Il padre con il cuore infranto,non può trattenerlo e così, gli dà la sua parte di eredità e lui va.  All' inizio, non si rende conto dell'errore fatto, gode di tutto quello che vuole, ma dopo un po' si rende conto che tutto quello che ora ha, non gli ha dato la felicità, ma anzi, ha ancora di meno di quello che aveva quando si sentiva sottomesso al padre. Infatti nel vangelo Luca ci parla di una grave carestia in quel paese, facile da rapportare alla tristezza del suo cuore. Non aveva conquistato nulla ed aveva perso anche quello che aveva. Ripensava alla sua casa, dove tutti potevano godere dei beni e dell' amore del padre, persino l' ultimo dei suoi servi, e lui se n' era andato per rincorrere cosa? Si era perduto! Ecco la nuda e cruda verità, si sentiva perduto e disperato e con fatica, perché era molto orgoglioso, decide di tornare dal padre. 
Chissà cosa pensava di lui, chissà come sarebbe stato accolto! Certamente non si sentiva degno, ma avrebbe trovato le parole per chiedere scusa?  Quanti pensieri prima di incamminarsi, quanto tempo perso in inutili elucubrazioni. Appena il padre lo vede da lontano gli corse incontro e lo abbracciò, lo strinse forte e ordinò ai suoi servi di portare il vestito più bello, l' anello e i calzari e gli restituisce la sua dignità di uomo e di figlio e così anche il figlio ingrato capisce quanto è grande la gioia del padre per il suo ritorno, quanto è grande il suo amore! 
Ed ora passiamo all' altro figlio, quello che aveva sempre fatto il volere del padre;  che gli era stato sempre vicino, cosa succede dentro di  lui?
Non gli sembra giusto che per il padre questo ritorno sia motivo di gioia, non accetta che il fratello sia messo sul suo stesso piano; forse invidia, forse rabbia, o forse solo dolore, ma qualcosa lo spinge a voler giudicare il modo di agire del padre, addirittura criticarlo ... quante volte noi ci mettiamo in questa condizione? 
Ecco quello che per me è un punto fondamentale di questo brano del vangelo, il punto in cui la mia riflessione, mi ha portato a capire che noi troppo spesso giudichiamo, condanniamo e vogliamo decidere chi fa il bene e chi il male, dimenticando troppo spesso che Dio non la pensa come noi, ma noi dobbiamo pensare come lui!Anche oggi un pensiero a quello che resterà il mio Papa, che con la sua buona notte ieri sera, ci ha invitato a restare uniti in preghiera con lui, per questa  chiesa che non è nostra,ma di Dio.Anche lui come il padre della parabola ha cercato in tutti i modi di educarci ad ascoltare la parola di Dio, a seguirla, a sbriciolarla, a farla nostra; con quest' atto di umiltà delle dimissioni, ci ha anche insegnato come fidarci di Dio più di noi stessi. Restiamo uniti a lui in preghiera, ed imploriamo il Signore di perdonarci tutti e di purificare noi e la Chiesa!

giovedì 28 febbraio 2013

(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!


VANGELO
 (Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:“La pietra che i costruttori hanno scartatoè diventata la pietra d’angolo;questo è stato fatto dal Signoreed è una meraviglia ai nostri occhi”?Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito di Dio, insegnami a stare in ascolto della tua parola, per comprendere l’ essenza del tuo messaggio e saperlo rendere attuale nella mia vita.

Ancora una parabola sulla vigna, ma questa volta, vediamo che il padrone della vigna, la lascia in mano ai contadini perché la coltivino. Ma questi non vogliono dare al Signore il raccolto, non vogliono riconoscerlo come padrone, né tanto meno riconoscere il Figlio come padrone, per  questo decidono di ucciderlo. Questo è quello che l’uomo fa quando diventa superbo e vuole fare a meno di Dio, vuole guidare la propria vita, senza riconoscerla come un dono, perdendo di vista che quella vigna è già sua, che non ha bisogno di uccidere e rubare niente, perché tutto quello che è del Padre ,è dei figli. 
Ma Gesù che è stato ucciso, è diventato la pietra su cui poggia la Chiesa, Questa chiesa che spesso noi non vediamo come la nostra casa, ma come un’ istituzione che ci è estranea, come un regno di pochi, questa Chiesa che alcuni credono di loro proprietà, e che altri non accettano… Quanta competizione, quanto cercare di mettersi in mostra, quanto guardare i propri interessi.  Che c’entra tutto questo con Gesù? Che ha a che fare con la mitezza ed il coraggio di Maria? Non è stando ai primi posti che si fa la volontà di Dio, ma anzi, Gesù ci diffida dal farlo, ci invita ad essere servitori per essere eredi del regno. Chi è stato chiamato a coltivare la vigna, lo fa nel nome di Dio, o lo fa nel suo interesse? Lavora su se stesso per poter portare frutti al regno di Dio, con la parola e l’esempio? Ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza per scoprire come ci comportiamo, per capire se questo atteggiamento del tutto ci è dovuto ci appartiene, e fino a che punto vogliamo continuare a rifiutare di essere partecipi eredi con Cristo, del regno dei cieli. Cos’ altro deve fare Dio per farci comprendere quanto è grande il suo amore più che dare la vita del suo Figlio per la nostra redenzione?

mercoledì 27 febbraio 2013

(Lc 16,19-31) Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.


VANGELO
 (Lc 16,19-31) Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore

La mia riflessione

Preghiera

Vieni o Santo spirito e aiutami a capire il desiderio di Dio, aiutami a non sbagliare strada e a non perdermi nelle tentazioni della vita, aiutami a seguire solo i lumini che portano al regno di Dio e a non farmi abbagliare dalle luci sfavillanti del mondo che illude.


Quante volte Gli apostoli ci hanno riportato le parole di Gesù che dicevano di non cercare le ricchezze nel mondo. Sembrano però discorsi per stolti! Come si fa a non essere attirati dalle cose del mondo? Tutto è così sfavillante, basta un po’ di corruzione, bastano le amicizie giuste, uno scambio di voti, e si aprono tante possibilità, che chi è ” fuori dal giro” se le scorda.
 Bei vestiti, cene e feste, e il mondo cammina in quel senso, senza curarsi dei poveri cui manca tutto, degli ammalati che sono soli e abbandonati alle loro famiglie spesso in gran difficoltà. Che importa all' uomo  fortunato, di chi è in difficoltà?
 Un terzo del mondo ha fame, ma noi non vogliamo saperlo, tanto che possiamo fare? Cambiamo il modo di vedere le cose, perchè non dia fastidio, ed invece di chiamarlo un terzo del mondo, lo chiamiamo " il terzo mondo" come ad escluderlo dalla parte importante, dalla parte buona e bella del mondo.
 Ancora queste faccine di bambini denutriti e pieni di mosche mentre stiamo mangiando? Che schifo!
 Ma se non ci sono i soldi per nutrirli perché fanno i figli?
 Ed una parte di mondo soffre ed è costretta dal nostro egoismo a soffrire anche in silenzio, per non darci fastidio.
 Dov’ è Gesù? Perché Dio non interviene?
 Gesù è proprio lì che puoi trovarlo, lì dove noi non vogliamo guardare, tra gli ultimi della terra, là dove il dolore non ha voce, dove si muore in silenzio.
 Andando a fare una passeggiata nei centri commerciali, vediamo i nostri bambini fare i capricci in continuazione per l’ultimo gioco alla moda, per lo zainetto firmato, e per tutte quelle cose che vogliono avere, e per quanto in difficoltà, i genitori oggi non sono capaci di negargli niente. Stiamo creando dei mostri d’ egoismo, potremmo insegnare loro che con i soldi di un gelato, potremmo adottare un bambino a distanza e garantirgli il diritto di mangiare e studiare, ma non siamo capaci di dirglielo, perché preferiamo non sapere, non vederlo!!
 Non chiediamo dov’è Gesù, perché Dio non fa niente… noi siamo le mani e gli occhi di Dio, quello che faremo al più piccolo dei nostri fratelli ci sarà restituito da Gesù.
 Decidiamo finché siamo in vita di fare qualcosa per gli altri e per la nostra anima, perché verrà per tutti il giorno in cui dovremo rendere conto di quello che NON ABBIAMO FATTO!

martedì 26 febbraio 2013

(Mt 20,17-28) Lo condanneranno a morte.


VANGELO 
(Mt 20,17-28) Lo condanneranno a morte.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, di entrare nel mio cuore, per fare posto alla persona nuova che Gesù vuole per me. Te lo chiedo per poter vivere in comunione con Cristo nostro Signore.  Amen.

Noi siamo uomini, e rimaniamo uomini, con i nostri difetti e i nostri miseri pregi, noi non capiamo mai, neanche quando la fede è forte, neanche quando abbiamo Gesù vicino al cuore, che il nostro ruolo non è apparire, ma servire. E' molto difficile comprendere che Gesù ha accettato di morire per poterci salvare, che ha messo la sua vita al nostro servizio, perché noi sulla terra, abbiamo un altro modo di vedere le cose e non riusciamo a spostare il fuoco della nostra visione, perché non riusciamo a vedere con gli occhi dell'anima. E' il figlio di Dio, è Dio e quindi la nostra mentalità umana, in fondo non percepisce come impossibile quello che è successo, quasi come se essere il figlio di Dio, gli avesse fatto vivere una vita umana diversa dalla nostra. In fondo faceva miracoli, forse non soffrì poi così tanto...... e non ci rendiamo conto che questa nostra ottusità, oltre ad essere bestemmia, non ci fa entrare nel mistero quaresimale e che c’impedisce di capire che Gesù uomo ha sofferto veramente per noi, su questa terra, per farci risorgere con lui dalla morte che prima o poi inevitabilmente colpirà ognuno di noi. Il nostro passaggio su questa terra, è contrassegnato da sofferenza, ma il messaggio di Gesù, ci fa intravedere la speranza della resurrezione; ma se non riusciamo a capire il mistero della sua morte in croce, l'amore che l' ha generato e quanto è stato alto il prezzo da pagare per amore, non riusciremo a comprendere la certezza della resurrezione dei morti, come quella che Cristo ci ha svelato. Vogliamo apparire, essere i primi, farci vedere migliori di quello che siamo,  anche a volte solo per noi stessi, come se guardandoci allo specchio e vedendo la nostra anima così scarsa nella fede, non ci piacessimo e volessimo riempirla a tutti i costi con palliativi privi di contenuto. Cerchiamo invece di metterci UMILMENTE davanti al Signore e chiediamogli di farci capire a pieno il mistero della sua morte e resurrezione, perché Lui ce lo farà comprendere, sa che siamo imperfetti, non dobbiamo sembrargli migliori, dobbiamo aprire gli occhi del cuore a Lui e Lui grazie allo Spirito Santo c’illuminerà. Chiediamo soccorso a chi ha saputo comprendere e non fare domande, a chi ha saputo fidarsi e vivere con Dio il miracolo dell'amore, chiediamo aiuto a Maria, imitando la sua fede e la sua umiltà, tenendo sempre presente che niente ci è dovuto e che solo per la misericordia di Dio siamo salvati.Cerchiamo almeno di essere sinceri nel nostro si stentato e senza meriti, e di non chiedere sempre di essere preservati dalla croce, perchè in essa è la nostra salvezza.

lunedì 25 febbraio 2013

(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.


VANGELO 
(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
VIENI O SANTO SPIRITO, E RIEMPIMI DI TE, DELLA TUA SAPIENZA E FA CHE LA LETTURA DELLA PAROLA SIA PER ME GRANDE INSEGNAMENTO DA VIVERE.
Gesù vede tante cose che non vanno come dovrebbero, scribi e farisei, che occupavano i posti più importanti del tempio, non si comportavano come avrebbero dovuto, come si dice oggi, predicavano bene e razzolavano male.
Quindi già duemila anni fa c' era nel tempio chi diceva di fare e non faceva.
La parola di Dio è legge, che non è stata dettata per intimidire, ma per insegnare a vivere in modo corretto e leale, ma molti la usano per essere trattati da capi, da maestri, ma Gesù ammonisce gli apostoli dicendo di non fare come loro, perché uno solo è il maestro da seguire ed è il Cristo, uno solo è il Padre ed è Dio, e come il Cristo è venuto per servire, così gli uomini devono imitarlo e servire i fratelli.
In questo momento si avverte fortemente la crisi di una Chiesa in cui molti uomini hanno pensato più al potere della terra che a rispettare la parola di Dio. Non dobbiamo giudicarli, perché fondamentalmente tutti siamo uguali a loro. La fede che non trema, che manda avanti il Signore prima di noi stessi, è un dono grande, è una grazia dello Spirito Santo, e noi uomini, tendiamo spesso a negare anche i miracoli.I riferimenti di questi giorni tra  Papa Benedetto XVI e Mosè, che salgono sul monte a pregare, ci pongono in una posizione che non può essere più incompresa.  Mentre Mosè è sul monte, gli ebrei innalzano un altare al vitello d'oro,un altare pagano ad un Dio che non è lo stesso di Mosè, è preparato con materiali preziosi offerti dal popolo,che riduce la religione di Dio a quella di un qualsiasi idolo. L'uomo abbandona la propria fede,per quella che gli fa più comodo, incapace di rendersi conto di quanto sia grave tutto questo.Ma Dio ha fatto un patto con gli uomini, e non lo infrangerà; come Mosè torno sul Sinai e chiese perdono per gli ebrei, così noi uomini oggi possiamo contare sulla preghiera del Papa Benedetto, che  intercederà per noi e con noi, sulle responsabilità della Chiesa, e sulle nostre insane scelte di peccato.Torniamo a credere nello Spirito Santo, a offrire al Signore una fede fragile si, ma sincera, una volontà di convertirci veramente, non come ci fa comodo, ma come si deve. Non soffermiamoci a giudicare ma, per seguire un vero atteggiamento cristiano, impegniamoci sul serio a pregare per noi e per tutti coloro che sono lontani o avversi a Dio. 

domenica 24 febbraio 2013

(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.


VANGELO
 (Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito Santo, di farmi conoscere le tue vie, di illuminarmi indicandomi ogni piega dell' amore di Dio, per poterla conoscere ed imitare.

Torniamo con questo brano al discorso delle beatitudini, che Gesù aveva fatto sulla montagna, beati i misericordiosi.... Questo aspetto che Gesù torna a sottolineare del Padre, è appunto la misericordia, che è più che perdono, più che amore, più che compassione, più che grazia! Gesù c’ invita ad essere come il Padre, ad essere buoni sopra ogni misura, ad amare e perdonare, a non giudicare, perché in base a quanto riusciremo a farlo, saremo giudicati. E' un po’  come se fossimo noi a mettere sulla bilancia, la unità di misura dell'amore e della misericordia secondo la quale anche noi saremo giudicati. Tante persone si mettono sempre in vista, vogliono apparire agli occhi degli altri, del mondo, come migliori degli altri, ma spesso la memoria dei loro nomi si perde nel tempo, io ancora ricordo invece, solo per fare un nome, suor Maria Laura Mainetti, che come Cristo, perdonò le sue assassine mentre la colpivano, e mi piacerebbe che la nostra sfida nella vita, fosse proprio quella di assomigliare il più possibile a Dio, ma non per sostituirlo come vogliamo fare troppo spesso, ma per imitarlo, come sarebbe più giusto.La domenica dopo pasqua, la Chiesa celebra la divina misericordia,che rappresenta la generosità di Gesù che  ha detto a suor faustina : "Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della misericordia" (Q. I, p. 141), non ha posto alcun limite n‚ al campo n‚ alla grandezza di queste grazie e dei benefici terreni, che ci si può aspettare, venerando con incrollabile fiducia l'immagine della Divina Misericordia.Per saperne di più:  http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/il-culto-della-divina-misericordia.asp

sabato 23 febbraio 2013

(Lc 9,28-36) Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.


VANGELO 
(Lc 9,28-36) Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni vicino a me o Santo Spirito, ed aiutami a comprendere il senso della lettura di oggi, e saperla applicare alla mia vita.

Abbiamo appena lasciato Pietro che non voleva andare a Gerusalemme con Gesù, dopo che questi aveva detto a lui e agli altri, quello che lo aspettava e lo esortava a non sottoporsi a tale supplizio. A questo punto Gesù fa loro una proposta, che molto probabilmente i tre non capiscono del tutto; pensavano infatti di seguire il Maestro  sul monte Tabor solo per pregare, ma quello che si apre ai loro occhi  è qualcosa che non si aspettavano davvero.C'è una grande  differenza tra il pregare di Gesù, che trasfigura davanti ai loro occhi e quello assonnato degli apostoli. Apparve ai loro occhi riflesso di luce e parlava con Mosè ed Elia.Era una visione meravigliosa che li fece destare, anche se cadevano dal sonno. Ad un tratto furono avvolti da una nube ed udirono una voce: - ecco il mio Figlio, l’ eletto:ascoltatelo - La voce di Dio confermava quello che disse al battesimo nel Giordano, riporre la propria fede in Gesù Cristo Figlio di Dio, non è un optional, ma è un preciso comando di Dio stesso, e non riconoscerlo come tale vuol dire disobbedire a Dio.
I discepoli erano colpiti da questa manifestazione di Gesù e vedere Elia e Mosè li aveva riempiti di una nuova consapevolezza,che ancora non comprendevano fino in fondo,ma che apriva il loro cuore alla speranza. Dio aveva detto ascoltatelo, e avevano visto i patriarchi defunti nella gloria con Gesù, avevano ancora tanta confusione in testa e stettero tre giorni prima di capire bene il senso di quello che era successo, conservando tutte quelle cose in silenzio nel loro cuore.
Rispetto a questo brano io posso aggiungere che quando il Signore ci concede una sua grazia, anche noi rimaniamo esterefatti e stupiti, anche se non è la trasfigurazione, comunque è sempre un qualcosa che ci lascia senza parole e senza spiegazione, allora anche se al momento non capiamo a fondo, non realizziamo subito il senso dell' accaduto, viene automatico  restare tre giorni senza dire nulla e poi pian piano, per grazia di Dio, si riesce a mettere a fuoco quello che è successo.

venerdì 22 febbraio 2013

(Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.


VANGELO
 (Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore
(Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, fortezza di chi spera in Te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 La logica che ci lega alla terra è fatta di simpatie e di antipatie, di cose belle e cose brutte, di odio e di amore.  Tutti siamo capaci di provare dei sentimenti, anche gli animali, che sicuramente sono migliori di noi anche in questo. In genere i nostri sentimenti debbono essere corrisposti, ricambiati, perché non siamo proprio abituati a dare gratuitamente, e siamo più inclini all’indifferenza e al rancore che all’ amore.
Ma noi non siamo solo uomini, siamo anche Cristiani e nella logica di Cristo, l’ amore supera i nostri limiti. Ama il tuo nemico, perché Dio lo ama, è tuo fratello.  Se ami Dio, se vuoi condividere con lui il sogno, non puoi essere tu a decidere chi amare, devi fidarti di Dio. Io sono sicura che molte persone che per noi non hanno speranza, saranno invece davanti a noi sulla via del paradiso. Il Signore sa come e quando chiamarci,  ricordate la frase: “ non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi “? Poi si,  è vero,  abbiamo il libero arbitrio; la scelta è la nostra, se dire si o no a quella chiamata, ma come con Paolo, così fa con tutti noi, sono solo i tempi ed i modi che differenziano. Gesù ci invita ad amare, sempre e nonostante tutto, perché è da questo che si riconosce il Cristiano,  anche i pagani sanno amare chi li ama, ma il Cristiano deve tendere ad amare anche il suo nemico. Abbiamo tanti esempi di gente che ha saputo amare e perdonare come ha fatto Gesù ,un esempio è suor Maria Laura Mainetti http://www.youtube.com/watch?v=aQB8Pl-CvCM
Dal gesto insano di tre ragazze, all’amore incondizionato della piccola suora, e da allora, tanti piccoli fiori sono fioriti da quel seme d’amore. I disegni del Signore non sono i nostri, ma noi possiamo farne parte nel bene o nel male. Satana propone ma Dio con il nostro aiuto Dispone!

giovedì 21 febbraio 2013

(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.


VANGELO
 (Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito, dolce compagno, vienimi accanto ed insieme a te sarà tutto più comprensibile, tutto più semplice, tutto più giusto. Fa che niente di me permanga nel cuore e riempi il vuoto con la tua presenza, per Cristo nostro Signore. Amen.

Un brano questo, in cui Gesù ci pone un interrogativo importante, ci mette alla prova, così come fa con Pietro: - Tu chi dici che io sia?- Noi oggi, come cristiani, siamo molto più fortunati di Pietro, perché in duemila anni, Gesù ci ha fornito tante prove della sua presenza in mezzo a noi, ma quello di credere in Gesù figlio di Dio, non è il solo problema che oggi il Vangelo ci presenta. Pietro riconosce, per grazia Divina, in Gesù il Figlio di Dio, ma ancora non è pronto a comprendere del tutto. Vediamo che Pietro non è migliore di noi, nonostante la conoscenza e l’ amicizia che lo legano a Gesù.
-Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente ! -
-Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli.-Queste parole le dice dopo aver avvertito Pietro del fatto che lo avrebbe rinnegato, quindi nonostante questo,lo sceglie per dare inizio alla sua Chiesa.
Poche parole, ma essenziali per noi Cristiani. Seguire Pietro perché scelto da Gesù, ed è tutto.
Pietro è un uomo che ha paura? Sembrerebbe di sì perché negherà di conoscere Gesù quando fu catturato, ma da questa risposta che dà al Signore ancora prima che questo succedesse, si capisce che già lo Spirito agisce in lui, tanto da fargli dire quelle parole che solo la grazia di Dio poteva mettergli sulle labbra.  Allora perché tace?
 Perchè nega di conoscere Gesù? I disegni del Signore sono giusti, noi non li conosciamo, ma se Pietro fosse stato subito catturato e ucciso, come avrebbe potuto servire il Signore? Pietro era un uomo come noi, ma scelse Gesù, fino in fondo. Non era colto, aveva anche un carattere burbero, era un bel capoccione come diremmo oggi, ma si fece trascinare dall’ amore che quell’ uomo sprizzava da tutti i pori, per gli ultimi, per i bisognosi, per gli ammalati, per tutti quelli che considera fratelli, anche se lo crocifiggeranno  anche se non lo vogliono accettare. Certo anche Pietro come noi, avrebbe voluto farsi un Gesù un po’ più su misura, un po’ meno idealista e più combattivo, un po’ più umano e meno obbediente a Dio, un po’ più terreno e meno irreale. Ma Gesù è Gesù, è Dio stesso e non può essere qualcun altro, nemmeno per farci contenti.
Il suo amore è immenso per noi, ma non scende a compromessi con la nostra umanità, sa perdonare perché è misericordioso, ma quello che ci dice di fare è legge. Seguirlo significa prendere la nostra croce, come ha fatto Lui e seguirlo su questa strada. Possiamo essere imperfetti, ce lo perdonerà, possiamo cadere e ci aiuterà ad alzarci, ma la strada è solo questa, attraverso la porta stretta delle sue parole possiamo seguirlo, non facendoci un Dio su misura, più consono ai nostri desideri.
 Scegliere tra Dio o mammona, Tra un  Dio vero o idealizzato, adattato. Questo non è permesso a nessuno, neanche a Pietro, infatti, ricordiamo che anche per lui c’ è subito il rimprovero di Gesù, che addirittura lo apostrofa chiamando figlio di satana. E’ facile sbagliare strada, se quella che vogliamo percorrere non parte direttamente dal cuore di Cristo. Prima di tutto questo, capire che è lui la porta per la salvezza e la vita eterna, e non tutte quelle altre uscite di sicurezza che apriamo con la nostra umanità. Abbiamo forse paura di affrontare il mondo con Gesù oppure la nostra non è paura, ma negazione dell’ appartenenza a Cristo? Non è una domanda da poco!