lunedì 14 gennaio 2013

(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità


VANGELO 
(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore
(Mc 1,21-28) Gesù insegnava come uno che ha autorità

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, vieni e parlami come se fossi giusta ai tuoi occhi, non guardare le mie colpe, non meriterei niente, ma la tua misericordia, e dammi la possibilità di comprendere la Tua parola. Amen.

La cosa che mi salta agli occhi in questa pagina di Vangelo, è il fatto che Gesù è diverso dagli scribi e dai sacerdoti del tempio, questi infatti leggevano i testi sacri, ma non li interpretavano. Proclamavano la parola di Dio, ma non la facevano loro. Gesù invece parla a nome suo, parla con autorità, proprio come chi sa bene di cosa parla, perchè nè è co-autore. Dice cose come convertitevi, il regno di Dio è vicino, e ordina al diavolo di lasciare il corpo degli sventurati che ne sono oppressi. Anche il diavolo lo riconosce ed urla il suo nome, lo chiama il Santo di Dio. Questo suo potere di comandare sugli spiriti impuri, di compiere miracoli, lascia stupefatti tutti coloro che lo seguono. Alcuni vengono abbagliati da Lui, e cominciano ad avere una grande fede, vedendolo come colui che saprà risolvere i loro problemi. Altri invece ne avranno paura, penseranno che per causa sua, non avranno più ascendente sugli altri, vedranno sminuirsi il loro potere. Anche satana e i suoi compari, non accettano certo di buon occhio che Gesù sia venuto a scacciarli, e noi sappiamo come satana sa manipolare le menti. Seguiamo Gesù, chiamiamolo in nostro soccorso quando abbiamo paura di sbagliare e di cadere nelle trappole del maligno, ed egli accorrerà, cerchiamo di vivere sempre con molta umiltà, vedendo i nostri errori e chiedendo perdono ogni giorno, anche di quelli che purtroppo non ci rendiamo conto di fare.

domenica 13 gennaio 2013

(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo.


VANGELO 
(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: « Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo ». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’ essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore
(Mc 1,14-20) Convertitevi e credete nel Vangelo.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Padre buono e Santo, manda su di me il tuo Spirito per illuminarmi con la tua parola, fa che io possa seguire a pieno quello che tu mi vuoi concedere di capire.

Gli avvenimenti della storia proseguono; Gesù ha appena cominciato a farsi conoscere attraverso le parole di Giovanni il Battista, che subito parla di conversione.Non cerca di trascinarsi dietro persone che non vogliono cambiare, ma gli propone una scelta, mettendo davanti a loro quello che sarà tutto il suo messaggio.
Ai discepoli che lo seguiranno, chiede di abbandonare tutto e di aiutarlo nella sua impresa, di riportare gli uomini sulla via della salvezza e, ancora oggi, molti lasciano la famiglia di origine per seguire Gesù in questa sua impresa. Grazie a questi uomini, noi oggi possiamo ricevere i sacramenti che ci permettono di essere perdonati e riavvicinati al Padre attraverso il Figlio.
Non lasciamo che questi uomini combattano da soli al fianco di Gesù, ascoltiamoli e cerchiamo di aiutarli con la nostra testimonianza di figli di Dio, preghiamo per loro, anche se non sono perfetti, perchè su di loro si scatenano gli attacchi da parte di satana.
Anche a noi fa lo stesso discorso, perché la sua parola è viva oggi come allora, ma per convertirci, dobbiamo abbandonare il nostro ego e  i nostri legami con il peccato.
Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita, ed ecco che ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi. " Vi farò pescatori di uomini" dice, e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini. Forse una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest' uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.

sabato 12 gennaio 2013

(Lc 3,15-16.21-22) Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.


VANGELO 
(Lc 3,15-16.21-22) Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore
(Lc 3,15-16.21-22) Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

 LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Signore mio, ti imploro, stammi vicino, fammi tua discepola nella mente e nel cuore, concediti a me come io mi concedo a Te immensa sapienza e amore! Abbiamo l'occasione di ricominciare a conoscere Gesù, seguendo la presentazione che ce ne fa Giovanni Battista.Ieri abbiamo visto come l'apostolo Giovanni ci mostra l' indietreggiare di Giovanni Battista davanti alla maestà divina di Gesù, la sua frase "Lui deve crescere ed io diminuire" ci ha indicato il metodo per far vivere Gesù dentro di noi, per permettergli di agire ed oggi è lo stesso Gesù che ci guida verso la prima fase del cammino cristiano, proprio mentre riceve il Battesimo,lo Spirito Santo si pone su di Lui che stava in preghiera.La preghiera è fondamentale amici, per stabilire un  rapporto con Dio, neanche Gesù ne fa a meno, proprio perchè è tra noi come uomo ed ha bisogno dell' aiuto del Padre, per questo lo prega. Ripartiamo quindi da qui amici,dopo aver assistito alla nascita di Gesù nel nostro piccolo cuore, rendiamoci conto che in un cuore povero come il nostro ,è Dio che sceglie di dimorare.Noi non siamo meritevoli, ma Lui ci ha scelto ed allora non ci resta che arrenderci a tanto amore e cominciare ad ascoltare i suoi insegnamenti, per essere degni di appartenergli.Dio ci ama ed ha mandato suo Figlio per salvarci, guardiamo cosa fa, cerchiamo di instaurare con lui un vero rapporto d'amicizia, proprio come Giovanni Battista, e diminuiamo nel nostro ego, per far risplendere in noi la grazia di figli di Dio.Non perdiamoci in dispute senza senso, come facevano i discepoli di Giovanni, che credevano che Gesù e Giovanni fossero due maestri in competizione, ma uniamoci nel nome di Dio, che sa a chi affidarci, e lasciamoci trascinare dalla preghiera, che ci aprirà la mente ed il cuore, che sarà il nostro radar in contatto con Gesù stesso.Padre nostro, benedicici; Figlio di Dio, guidaci; Spirito Santo, illuminaci; Madre di Dio,accompagnaci; Angeli di Dio, proteggeteci; Santi di Dio, ispirateci! 

venerdì 11 gennaio 2013

(Gv 3,22-30) L’amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo.


VANGELO
 (Gv 3,22-30) L’amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

Parola del Signore


(Gv 3,22-30) L’amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo.
LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito di Dio, inebriami concedimi di scrivere quello che scaverà il cuore mio e di chi tu vorrai, io ti offro solo quello che ho, il mio nulla.
 Da qui in poi, seguite Lui, sembra dire Giovanni, a chi corre ad avvertirlo che anche Gesù battezza dall'altra parte del Giordano. Non  sa ancora che presto sarà catturato e sarà decapitato e sembra non interessargli più di tanto, perchè sa che lui è solo una figura marginale nella storia del mondo.Quanto mi  piace questo modo di vivere di Giovanni Battista, questa sua consapevolezza di partecipare alla festa, ma solo, come amico dello Sposo; quella frase,adesso Lui deve crescere ed io diminuire, è semplicemente meravigliosa!Questo è quello che ognuno di noi dovrebbe riuscire a fare una volta avvenuto l' incontro con Gesù."Fa o Signore che ognuno di noi sappia viverti come lo Sposo tanto atteso, fa che sappiamo capire che la nostra gioia deve essere quella di annunciarti proprio attraverso il nostro riflettere la tua Luce, fa che i nostri gesti e le nostre parole indichino veramente Te e non ci sentiamo così importanti e superbi da voler prendere il tuo posto."Questa mia preghiera può sembrare anche esagerata per molti, ma credo che sia più facile di quanto si pensi cadere in contraddizione, come vediamo che fecero anche i discepoli di Giovanni.Gesù battezzava come lui e molti lo seguivano! Vediamo come la rivalità spesso la fa da padrona nell' uomo, ma non nell' uomo di Dio, che non dovrebbe  sentirsi in rivalità con nessuno e tanto meno con chi come lui cerca di servire Dio, eppure le Chiese sono in lotta tra loro e nelle stesse parrocchie non c'è mai un'unione di forze, ma un cercare di primeggiare nel sentirsi migliori degli altri.Siamo parti dello stesso Corpo Mistico o ci sentiamo più importanti di altri? Più bravi di altri?  Questo dobbiamo chiedercelo e risponderci sinceramente, perchè potremmo dimenticare di mettere l' olio nelle lampade e restare fuori dalla porta dello sposo, se non ci fermiamo a riflettere. 

giovedì 10 gennaio 2013

(Lc 5,12-16) Immediatamente la lebbra scomparve da lui.


VANGELO
 (Lc 5,12-16) Immediatamente la lebbra scomparve da lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fà l’ offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

Parola del Signore

(Lc 5,12-16) Immediatamente la lebbra scomparve da lui.
LA MIA RIFLESSIONE
  PREGHIERA 
Ti prego o Spirito d' amore, fammi riconoscere il vero volto dell' amore che Dio vuole farci comprendere in questo brano del Vangelo, in ogni sua più piccola sfaccettatura.
I personaggi li conosciamo, o almeno spero che Ci riconosciamo nell' uomo ricoperto dalla lebbra che chiede aiuto a Gesù.La lebbra di oggi forse non è come quella che Gesù guariva così vistosamente, ma è addirittura peggiore, più  subdola e nascosta.Vediamo tanti uomini e donne che pur essendo al seguito di Gesù,non riescono a soffocare il loro io e non riescono ad essere guariti da questo Cristo che purifica.Nelle nostre Chiese, tanta ipocrisia, tanta superbia, tante divisioni; poca carità, poca umiltà, poco amore per il prossimo!Quanti hanno capito l'importanza fondamentale della preghiera, che portava Gesù ad isolarsi per cercare un contatto con Dio? Quanti seguono degli schemi, senza mai lasciarsi andare veramente tra le braccia del Signore?Pregare con le labbra, non concedendo nulla a Dio, ma esaltando se stessi, è uno degli errori più frequenti in cui si può cadere. La lebbra della superbia, della vanagloria, dell'ipocrisia. Guariscici Signore!Sappiamo fare discussioni su tutto: su questa o quella frase, su questa o quella apparizione!Una frase che nella prima lettura ci viene data da San Giovanni Apostolo dice tutto in poche righe su quello che si può e non si può,su quello che si deve e non deve:"Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio."Cosa dobbiamo chiedere a Dio se non :"AUMENTA LA NOSTRA FEDE".
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mercoledì 9 gennaio 2013

(Lc 4,14-22) Oggi si è adempiuta questa Scrittura.


VANGELO
 (Lc 4,14-22) Oggi si è adempiuta questa Scrittura.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’ inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

Parola del Signore

(Lc 4,14-22) Oggi si è adempiuta questa Scrittura

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a capire. La profezia si avvera, la liberazione è a portata di mano, eppure qualcuno ancora tentenna. Sappiamo chi è Gesù, ma solo sapere non basta, bisogna scoprire quanto cambia l' ingresso di Gesù nella nostra vita, altrimenti è un teatrino senza senso. Il Papa quest' anno, ci sta dimostrando quanto sia importante una fede autentica, che non vuol dire una fede cieca , perchè non è basata su delle fantasie, ma sulla parola di Dio. Deve essere vera, perchè deve essere viva, ossia vissuta insieme al Signore e non può essere vissuta  e non testimoniata con la propria vita.  Questo è il momento di scegliere per Dio, che non significa vivere solo per Dio, ma vivere sempre con Dio, anche nelle cose di ogni giorno, per entrare in quel regno che ci fa sentire che tutto con Lui è eterno.  Quello che noi conosciamo è nulla rispetto a quello che è veramente, proprio perchè il nostro essere umani, limita la nostra conoscenza delle cose dello Spirito, ma dobbiamo pensare che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, di poco inferiori agli angeli.

martedì 8 gennaio 2013

(Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.


VANGELO 
(Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.
+ Dal Vangelo secondo Marco

Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

Parola del Signore
(Mc 6,45-52) Videro Gesù camminare sul mare.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Gesù,che ci indichi come seguire i tuoi insegnamenti, manda su me il tuo Spirito per comprendere a pieno le tue parole, illuminami Signore. 
Perchè Gesù manda via i discepoli  da soli? In questo brano mi sembra chiaro come ci istruisca a non cercare di fare senza di lui, a non mettere il nostro ego, la nostra sicurezza alla prova, di non seguire una strada che non passi attraverso la preghiera, una strada che non sia la sua.
Troviamo la misericordia di Gesù, che ci viene incontro nel buio e nella tempesta, ma che noi non sappiamo riconoscere perché nella disperazione non riusciamo a distinguerlo.
Eppure lo abbiamo visto spezzare il pane, distribuirlo a milioni di persone prima di noi, abbiamo visto come la vita di tanti che ci hanno preceduto è stata impregnata dalla grazia della comunione con Lui. Lo possiamo vedere ogni giorno se vogliamo, com’ è bello vivere con Gesù nel cuore, come nella disperazione lui ci sappia confortare. Affrontiamo la tempesta con Lui , facciamolo salire sulla barca della nostra vita, non ci deluderà. Non restiamo con il cuore indurito, che ci impedisce di essere sereni e di affidarci a Lui.

lunedì 7 gennaio 2013

(Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.


VANGELO 
(Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Parola del Signore

Mc 6,34-44) Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili. Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore, grazie. Amen.

Questo è  un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune , piccole cose,  che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali.
Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel Suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa. Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo. I suoi discepoli si stanno preoccupando nonostante Gesù sia con loro, sono loro a suggerirgli cosa fare! Come vediamo, non basta conoscere Gesù per non sbagliare, occorre che impariamo ad agire noi come vuole Gesù e non chiedere a Lui di fare quello che noi vorremmo.
Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla. Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il Suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. I discepoli di allora e quelli di oggi, forse dimenticano troppo spesso di essere strumenti di Dio e di poter contare sullo Spirito Santo. Non serve essere esegeti, teologi, ma affidare tutta la nostra vita, la nostra imperfetta umanità a Gesù Cristo perché ci trasformi. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce. Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso  quell’ ostia  i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue; amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro.
Non è facile vivere la carità, la condivisione, non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo, potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità. Dobbiamo avere più coraggio e non farci tarpare le ali da chi ci suggerisce l’  idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza.
Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre.

domenica 6 gennaio 2013

(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino.


VANGELO 
(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Parola del Signore

(Mt 4,12-17.23-25) Il regno dei cieli è vicino.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Padre che ci doni lo Spirito, Tu non rifiuti mai lo Spirito Santo a coloro che te lo chiedono, perché tu sei il primo a desiderare che lo riceviamo. Concedici dunque questo dono che riassume e contiene tutti gli altri. Amen.

Tutto combacia con le profezie, anche il territorio in cui Gesù comincia a muoversi dopo la cattura di Giovanni il Battista, è lì che i popoli che vivevano nelle tenebre vedranno la luce.
Il popolo d’ Israele era in quel periodo oppresso dall’ occupazione Romana, che dava importanza solo ai capi degli ebrei e ai sommi sacerdoti. Ecco che Gesù comincia a far capire da subito che non è venuto per andare ad inchinarsi davanti a loro, al potere, ma anzi, sceglie per amici, i più umili della zona. Comincia a predicare un vangelo che parla d’ amore, di salvezza e di luce e molti uomini lo seguivano. Andava nelle sinagoghe e parlava alle genti dicendo…”convertitevi, il regno dei cieli è vicino” che poi significava, pensa che devi morire, cambia la tua condotta, non rimanere fermo nei tuoi preconcetti, vieni e seguimi, io sono la luce che t’indicherà la via della salvezza. Mentre diceva queste cose, guariva gli ammalati, ridava la vista ai ciechi, scacciava i demoni.  Solo chi rimaneva chiuso nel cuore non lo accettava, cercava delle scuse per non credere in Lui.
Ancora oggi in fondo è così, si cercano tante motivazioni per contestare il cristianesimo, vediamo che le stragi di cristiani si susseguono nell’ indifferenza di molti, addirittura c’ è chi, quasi per giustificare questi delitti, ne mette altri sul piatto della bilancia, come se con delle motivazioni più che altro politiche, si possa mai trovare una giustificazione a tutto questo.Gesù è amore e solo con amore può essere accolto e compreso.Sono le nostre miserie di cui si è fatto carico, le nostre divisioni e le nostre colpe che ancora oggi lo inchiodano alla croce. Riuscire a capire chi è Gesù, a riconoscerlo come colui che ci trasmette l’amore di Dio Padre, superiore ad ogni nostra attesa e ai nostri meriti.
E’ stato il primo ad amarci e aspetta a braccia aperte che ci lasciamo abbracciare da lui e corrispondiamo al suo amore, ma noi cerchiamo troppo spesso di capire, ci fermiamo a giudicare, gli errori degli uni e degli altri, senza riflettere che seguire Cristo vuol dire proprio amare, nonostante tutto.





sabato 5 gennaio 2013

(Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’ oriente per adorare il re.


VANGELO
 (Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’ oriente per adorare il re.
Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch ’io venga ad adorarlo».Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore

(Mt 2,1-12) Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
La mia riflessione
preghiera
Vieni Signore Gesù, vieni in Spirito santo, ed indicami la via da seguire per vivere la tua parola.

Le scritture parlano di un re che deve venire, il re dei Giudei e, quando Erode si ritrova davanti i magi, venuti da lontano che cercano questo neonato per adorarlo, si irrita, ha paura di perdere il regno, si sente minacciato, ed allora furbamente cerca di ingannarli e si fa promettere che al ritorno sarebbero passati da lì per dirgli dove trovare il bambino per andare anche lui ad adorarlo. Chi sono i magi? Probabilmente quelli che oggi noi chiamiamo scienziati, quelli che scrutando il cielo cercano di capire e di analizzare gli avvenimenti, quelli che cercano un segno e attraverso quella loro ricerca si mettono in moto e scoprono Gesù, come per significare che scienza e fede non sono in opposizione, mentre quelli che studiano le scritture e che le insegnano nel tempio, i saggi e i sacerdoti, restano fermi nelle loro posizioni, non accettano in quel bambino il Messia, non vanno neanche a vederlo, non si scomodano, meno che mai vanno ad adorarlo. E noi? Abbiamo sentito parlare di Gesù, che cosa abbiamo fatto? Ci siamo mossi per andare ad adorarlo? Quanto è cambiata la nostra vita con lui? Sappiamo testimoniare che la sua venuta ci ha cambiato la vita?
I nostri scrigni pieni di doni ricevuti da Dio per presentarli davanti al trono di Gesù, restano troppo spesso chiusi ermeticamente come i nostri cuori.

venerdì 4 gennaio 2013

(Gv 1,43-51) Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele.


VANGELO DI SABATO 5 GENNAIO


(Gv 1,43-51) Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore
(Gv 1,43-51) Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Spirito Santo,  a leggere tra le righe del Vangelo, quello che Dio ci vuole far conoscere. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

Prima di Gesù, gli ebrei vedevano Dio più come un Dio guerriero, severo, che era pronto a punire i peccatori, gettandoli nell’ inferno.
Erano un popolo duro, quindi per molti di loro, quel comandamento che diceva “amatevi gli uni con gli altri ” era un poco  difficile da digerire.
Il Messia che loro speravano, doveva essere un conquistatore, un re e non si aspettavano certo che si presentasse a loro un uomo docile, figlio di un falegname…..
Eppure il carisma di Gesù era talmente evidente, che molti cominciarono a seguirlo, alcuni per curiosità, altri invece fecero come Natanaèle, che pur essendo inizialmente scettico credette da subito che Gesù era il Messia che attendeva, il figlio di Dio..
Credette per grazia di Dio, perché come a molti di noi, gli fu fatto dono della fede, ma Gesù gli dice chiaramente, che troppe cose potrà ancora vedere, molto più grandi, proprio grazie alla fede.Quello che Gesù vuole farci capire, è che alla chiamata della fede, corrisponde un cammino, infatti leggiamo le parole: " seguimi" , "vieni e vedi". Noi tutti siamo chiamati in forza del Battesimo a vivere da figli di Dio, quindi, ognuno nel suo piccolo, è chiamato alla santità; ma non si può raggiungere la santità senza la preghiera e, attraverso la preghiera, ad un contatto più intimo con Dio.Quello che segue, infatti, è una richiesta esplicita di Gesù, non basta incontrarlo e riconoscere in lui il Salvatore per fede e per grazia, ma come chiede ai discepoli di lasciare tutto e di seguirlo, anche a noi è chiesta una vera conversione, la rinuncia al peccato, il discernimento tra quello che è buono e quello che è cattivo agli occhi del Signore ed in cambio di tutte le rinunce ci sarà dato di conoscere le infinite grazie che Dio ci elargisce, grazie allo Spirito Santo.














mercoledì 2 gennaio 2013

(Gv 1,29-34) Ecco l’agnello di Dio.


VANGELO 
(Gv 1,29-34) Ecco l’agnello di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’ agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “ Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me ”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’ acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’ acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore
(Gv 1,29-34) Ecco l’agnello di Dio.

LA MIA RIFLESSIONE  
PREGHIERA
  Vieni Spirito Santo, vieni nel più profondo del mio cuore, per farmi comprendere e vivere la tua parola, come facesti con gli apostoli e i profeti di un tempo,come facesti con giovanni il Battista e  come fai con tutti quelli che ti accolgono in spirito e verità. Amen.

 Giovanni testimonia con la sua missione che tutto quello che lui vive gli viene da Dio,ma potremmo dire di più, che in tutto quello che fa c’ è Dio.
In molte occasioni parliamo di un cammino che facciamo per seguire Gesù, ma dimentichiamo che fino a quell' incontro noi andavamo proprio per i fatti nostri, non importa quanto lontano dalla retta via, quello che conta è che mentre noi eravamo intenti a vivere, Gesù era lì a guardarci, era lì pronto per entrare nella nostra vita e farsi riconoscere. La cosa che impariamo vivendo il nostro rapporto con Dio in maniera sempre più stretta, è che quasi tutto quello che dobbiamo sapere, non lo aquisiremo studiando, ma lasciandoci scrivere da Dio e imparando ad interagire con Lui.
Giovanni compie un po’ il nostro stesso errore. Ha una sua fantasia di Gesù e vorrebbe adattare a questa  lo Spirito di Dio, sentirsi portatore di qualcosa di suo, di una sua idea, ma Gesù viene prima di Lui e resterà dopo di lui, era, è e sarà sempre; lui può solo testimoniare di aver visto lo Spirito scendere su di Lui e di aver sentito che grazie a Lui tutti saremmo stati figli di Dio, perché essere cristiano vuol dire essere di Cristo, con Cristo ed in Cristo, figlio unigenito di Dio, nel quale ci riconosciamo figli di Dio. Viviamo oltre la scena del battesimo con loro:
Gesù, viene verso Giovanni, i due si erano già incontrati e sembrava che tutto fosse finito lì, con il battesimo di Gesù, ed invece il primo a dover ancora ricevere e dare ancora molto in questa missione sulla terra, è proprio Giovanni.
 Il destino di quest’ uomo sia stato scritto prima ancora della sua nascita, si comprende abbastanza bene già dalla visita di Maria a sua madre Elisabetta, e prima ancora, dal concepimento in età avanzata, ma quello che è meraviglioso nella sua vita è l’ estrema dedizione al suo ministero. Nacque da una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria, era di servizio nel tempio e, fino a che non uscì dal deserto, dove visse da eremita e si cibò di locuste, non abbiamo mai saputo niente di lui.  E’ quando ad un certo punto della nostra vita avviene l’ incontro con Gesù che tutto si trasforma e cambia, che tutto prende senso e non sembra più di vivere in un deserto, isolati con noi stessi,  come se gli altri non facessero parte della nostra vita. Si abbiamo parenti, amici, vicini e lontani, ma i nostri rapporti con loro sono legati solo da vincoli di sangue e famigliari, ma quando diventiamo cristiani, invece, iniziamo a far parte di una famiglia più ampia, che, man mano che ne prenderemo consapevolezza, impareremo ad amare ed a sentire unita a noi, buoni o cattivi che siamo, proprio in grazia della fratellanza che ci dà essere figli di uno stesso Dio.

martedì 1 gennaio 2013

(Gv 1,19-28) Dopo di me verrà uno che è prima di me.


VANGELO
 (Gv 1,19-28) Dopo di me verrà uno che è prima di me.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore

(Gv 1,19-28) Dopo di me verrà uno che è prima di me.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Io credo in Te Signore, e credo che il Tuo Spirito mi parli, come fa con tutti coloro che chiedono aiuto a te, Gesù ci ha insegnato a pregare, ci ha detto: "chiedi e ti sarà dato" ed io ti chiedo con molta umiltà .... illuminami.

Il vangelo di oggi, mi fa riflettere molto su quello che è il nostro compito di TESTIMONI della fede. Noi non siamo nessuno, non siamo profeti, non siamo meritevoli di nulla, ne tantomeno dobbiamo sentirci noi importanti o saggi più degli altri ai quali parliamo, perché quelli a cui dobbiamo parlare  per primi, siamo noi stessi. A volte può succedere che qualcuno creda che quello che testimonia, faccia di lui una persona migliore degli altri, ed allora ecco che satana si insinua, si prende gioco di te, ti fa diventare superbo. Anche chi ascolta o legge, non deve leggere pensando che chi scrive sia la verità, uno solo è la verità, perché uno solo è il Cristo, Padre , Figlio e Spirito Santo; chi testimonia, chi riflette con voi, in questo caso io, cerca solo di riflettere con voi sulle PAROLE DELLA SACRA SCRITTURA, cerca di far parlare lo Spirito di Dio che è in ognuno di noi, perché noi siamo battezzati in Spirito Santo, perché noi siamo FIGLI DI DIO,FRATELLI DI CRISTO . Quindi quello che il mio lettore deve fare, ed io vi invito sempre a farlo, NON E' leggere la mia riflessione e basta, MA andare sul gruppo, aprire la pagina del giorno e leggere tutte le sacre scritture del giorno; SOLO DOPO, potrà leggere le varie riflessioni ed anche le mie. POI PUO' ( e mi piacerebbe che tutti provassero) chiedere aiuto allo Spirito dl Signore e PROVARE AD ELABORARE UNA SUA RIFLESSIONE. Solo allora tutto quello che Di ha fatto per noi attraverso tutti i suoi figli, non sarà inutile, ma raggiungerà il suo scopo. Dio parla a tutti, e tutti abbiamo il diritto ed il dovere di metterci all'ascolto.

lunedì 31 dicembre 2012

(Lc 2,16-21) I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.


VANGELO 
(Lc 2,16-21) I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’ era stato detto loro.Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’  angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore
(Lc 2,16-21) I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Santo amico mio, dolce compagno dei miei pensieri, vieni a parlarmi di quello che successe a Betlemme, fammi capire il significato di questo passaggio delle letture alla luce della tua sapienza, perché diventi anche la mia.  Amen.

Quello che mi salta agli occhi in questa lettura, da subito, è il ruolo dei pastori, che appena ricevono l’annuncio dell’angelo, si mettono immediatamente in cammino, alla ricerca di Gesù, parlano tra di loro, annunciano agli abitanti di Betlemme quello che hanno visto e sentito.

Non hanno ancora idea di quello che sarebbe successo, ed annunciano che è nato un bambino, che la stella cometa li guidò alla stalla, che gli angeli facevano festa…Tutto si muove intorno a quest’avvenimento. Anche Maria e Giuseppe ancora increduli, accettavano tutto senza in fondo rendersi conto di quello che stava succedendo, ma silenziosamente Maria taceva e conservava tutti i suoi dubbi e le sue paure nel suo cuore, sentivano tutti che stava nascendo per loro qualcuno che avrebbe cambiato la loro vita e la storia del mondo, ma come? Quando arriva la chiamata del Signore è in fondo un po’ la stessa cosa anche per noi, ci agitiamo, domandiamo, ci muoviamo di qua e di là affamati della parola di Dio; vorremmo capire tutto e subito, ma sappiamo che dovremo cambiare il nostro modo di vedere le cose, perché dovremo imparare a vivere qualcosa di meraviglioso, di cui non abbiamo la minima idea e pensiamo che sarà un qualcosa che ci cambierà la vita. Lo afferriamo da subito, ma per fortuna il Signore sa dosare meglio di noi i tempi dell’azione dello Spirito e pian piano ci porterà a conoscere tutti i passi da fare e ci ricolmerà di grazie, e ci farà vivere il regno dei cieli già su questa terra.
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domenica 30 dicembre 2012

(Gv 1,1-18) Il Verbo si fece carne.


VANGELO
 (Gv 1,1-18) Il Verbo si fece carne.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l’hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore
(Gv 1,1-18) Il Verbo si fece carne.

LA MIA RIFLESSIONE (ripeto quella del 25 dicembre)
PREGHIERA

Ti prego Spirito di Dio, stammi vicino mentre leggo queste righe e falle entrare nel mio cuore, trasformale sulla tastiera in ciò che tu vuoi, annulla il mio pensiero se permane, per l' amore con il quale Gesù ha accettato la volontà del Padre, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Non servirono i profeti, non bastò Giovanni Battista che precedendolo lo annunciò, neanche che Gesù venne tra gli uomini, che testimoniò con la sua vita l’ amore del Padre; chi non voleva credere, non credette ugualmente. Anche oggi è così; alcuni aderiscono alla parola di Dio, la fanno loro, la seguono, riescono ad entrare in contatto con il regno di Dio già su questa terra, pur affrontando mille difficoltà e riescono a ricevere dal Signore grazie su grazie, per la fede che ripongono in Lui. Altri invece non seguono la legge dettata a Mosè, proclamata da Gesù su questa terra,  cercano ancora, non si fidano, non vogliono riconoscere la verità, non lasciano agire lo Spirito su di loro, si ribellano ed escono dalla via tracciata dal Signore e perdono la verità, andando a cercare chissà quale verità, ma trovando solo la menzogna.
Questo Vangelo di Giovanni ci porta direttamente in contatto con l’ amore di Dio. In principio era il Verbo che per comunicarci il suo amore creò una casa in cui farci vivere, creò la terra e poi ce la mise a disposizione, per amore e con amore. Tutto fa parte di un progetto divino di cui noi facciamo parte. Da Dio viene la vita e nella luce di Dio noi ritroviamo la via per tornare a casa, nella casa che era dal tempo dei tempi, preparata per noi.
Chi non ascoltò i profeti e non credette a Giovanni, non crede neanche a Gesù e non capisce che attraverso di Lui Dio si rivela .