S a c . DOLINDO RUOTOLO
Fui chiamato Dolindo,
che significa dolore...
... pagine d'autobiografia
da “La storia della mia vita nel piano
della misericordia di Dio”
Scritta di mio pugno col giuramento
solenne di dire la verità, così come
consta a me e come me ne ricordo.
Sac. DOLINDO RUOTOLO
Int roduz ione
(dal l 'autobiograf ia)
Il Signore è padrone delle sue creature...
Il Signore è padrone delle sue creature, e se ne serve come vuole, secondo i disegni arcani della sua infinita Provvidenza.
Le creature irragionevoli sono tutte sottoposte a leggi infallibili che le
regolano; le creature ragionevoli hanno il grande dono della libertà, che le
rende capaci di elevazioni anche superiori alla loro natura, allorché questa
libertà si dona a Dio e si lascia guidare dai suoi lumi e dalla sua grazia.
La creatura ragionevole è come un liquido, che prende la forma del
vaso nel quale si raccoglie.
Se si raccoglie in Dio, essa diventa come riflesso della grandezza di
Lui; se si abbandona a Dio, Egli la innalza e se ne serve, e la rende come
specchio terso, nel quale si riflette la gloria divina e dal quale s'irradia.
Se la creatura - che è libera - si raccoglie in se stessa, cade nell'abisso
irrequieto della sua nullità; diventa prima schiava della sua miseria, della
sua carne, e poi si smarrisce in quel tenebroso vuoto, che è la dannazione
eterna.
Il segreto vero della grandezza di una creatura sta tutto nella santa
umiltà che la annienta, la stacca da se stessa e l'inabissa in Dio. Ogni anima
ha una storia particolare, interessante, nella quale rifulge costantemente
questa verità fondamentale: il tutto di Dio, il nulla della creatura.
Ma vi sono certe anime scelte da Dio, nelle quali egli scherza, opera, si
glorifica. Dio vuole che si conosca la sua divina azione in queste anime,
perché altre anime siano attratte in Lui.
Ogni anima ha una missione particolare per la gloria di Dio,2
ma io credo che nessuna lo glorifichi di più quanto quella che può mostrare in se stessa tutta la misericordia di Dio, e tutta la sua miseria umana. E’ in
questo contrasto che risalta di più la grandezza di Dio e la nullità della
creatura.
Io non sono un santo...
Costretto a scrivere la storia dell'anima mia e di quanto vi si collega,
da un'obbedienza, io stabilisco come primo fondamento questo: io non sono un santo, non sono un'anima gentile, virtuosa, piena di buone inclinazioni, di virtù elette; sono invece la sintesi di ogni miseria umana, sono un
monumento vivo della misericordia di Dio. Il Signore ha operato molto in
me proprio per allargare il cuore degli altri nella fiducia illimitata nella sua
misericordia.
Sono convinto che non vi è male che non sia nell'anima mia, e me ne
umilio tanto innanzi all'infinita sua maestà. Il Signore ha utilizzato que -
st'ammasso di miserie per vincerle, e mi ha reso come un ospedale vivente,
dove si raccolgono tutti i malanni, e dove si combattono tutte le infezioni.
Egli si è messo da padrone nell'anima mia, dove fluirono e fluiscono tutte le
miserie, per annientarle, trasformarle, per far rifulgere la sua misericordia e
la sua gloria. Egli è venuto in me non già per discendere nell'orto dei gigli e
dilettarsene, ma per combattere una vera battaglia...
Egli mi ha fatto passare per tutte le condizioni della vita, tanto spirituale
quanto materiale come si rivelerà da questa storia; Egli ha reso pura una
cloaca d'impurità, umile una fogna di orgoglio, forte un ammasso di debolezza, fiero un cumulo di viltà, dolce un insieme di durezza, calmo un uragano di nervi...
Egli ha reso spirituale ciò che è tutto impastato di materia e di senso.
Egli ha reso vivo tutto quello che era morto. E non sono un santo, poiché
dei Santi Dio si diletta: sono un povero strumento nelle sue mani, una voce
che grida nel deserto del mondo, non perché io possa gridare, ma perché
Egli grida attraverso la mia nullità.
Confesso che ho sentito una grande ripugnanza ed una grande difficoltà a
scrivere questa storia così complessa, ma sento il dovere di obbedire a Dio
(attraverso l'obbedienza al Confessore) ancora una volta e di manifestare la
sua gloria, manifestando anche la mia nullità.
Quello che scriverò è la pura verità, e lo giuro solennemente sul Cuore benedetto di Gesù che tanto mi ha amato; è la pura verità, detta semplicemente, senza reticenze.
lo confido solo in Gesù, e spero che Egli stesso mi aiuterà in un lavoro così arduo.
Questo lavoro è utile anche sotto un aspetto umano, come lavoro psicologico, ed anche da questo punto di vista, gioverà a qualche anima per
l'esperienza della vita.
Il Signore mi perdoni e mi aiuti.
Napoli, 9 Gennaio 1923
Sac. DOLINDO RUOTOLO
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