domenica 25 febbraio 2018

(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.



VANGELO DI LUNEDì 26 FEBBRAIO 2018
(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA. Vieni o Santo Spirito e guidaci tra le parole, insegnaci a far si che il sogno di Dio su di noi, diventi realtà. Qual’è la misura della misericordia? L'invito è a misurare con la stessa misura di Dio, ossia senza misura, all'infinito. Oggi torna questo grande valore, che è la misericordia, che non vuol dire essere buoni, ma molto di più. Per capirlo bisogna prima di tutto renderci conto che senza la misericordia del Padre, nessuno di noi sarebbe salvo; perché la miseria del nostro animo, è talmente grande da non potersi mai plasmare abbastanza all’ idea del bene di Dio. Ci basta pochissimo per sentirci quasi santi, per guardare tutti dall’alto in basso, per pensare di non meritare quello che ci accade quando tutto non va secondo i nostri progetti; anche se in cuor nostro sappiamo di poter essere migliori e che troppe sono le tentazioni che ci vincono e poche le virtù che ci permettono di resistere. A volte invece, il nostro sentirci colpevoli ci fa schierare dalla parte sbagliata e ci fa rinunciare alla salvezza, ma con Dio tutto è molto più semplice di come noi lo giudichiamo, tutto è dono, tutto è grazia infinita. La liberazione nasce da un semplice riconoscimento di giustizia , il Dio che si manifesta in Gesù non è il Dio che guarda i meriti, non abbiamo nessun merito, non è un Dio che guarda le virtù, non abbiamo molte virtù, ma è il Dio che guarda i bisogni e le necessità, un Padre che concede la salvezza, non come un premio, ma come un regalo, così come fa Gesù.
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COMMENTO DI :

Rev. D. Antoni ORIOL i Tataret (Vic, Barcelona, Spagna)
Oggi, il Vangelo di Luca proclama un messaggio più denso che breve, nonostante sia molto breve. Lo possiamo ridurre a due punti: un inquadramento di misericordia ed un contenuto di giustizia. In primo luogo, un `inquadramento di misericordia´. Infatti, la consegna di Gesù si distingue come una norma e risplende come un ambiente. Norma assoluta: se il nostro Padre del cielo è misericordioso, noi, quali figli Suoi, dobbiamo esserlo pure. E il Padre è così misericordioso! Nel versicolo precedente afferma: «(...) e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i maligni» (Lc 6,35). In secondo luogo, un `contenuto di giustizia´. Infatti ci troviamo di fronte a una specie di “legge del taglione” ma agli antipodi (all’inversa) di quella respinta da Gesù («occhio per occhio, dente per dente»). Qui, in quattro momenti successivi, il Maestro divino ci istruisce, prima con due negazioni; poi con due affermazioni. Negazioni: «Non giudicate e non sarete giudicati»; «Non condannate e non sarete condannati». Affermazioni: «Perdonate e sarete perdonati»; «Date e vi sarà dato». Applichiamolo, in forma concisa, alla nostra vita quotidiana, soffermandoci specialmente sulla quarta ingiunzione, come fa Gesù. Facciamo un coraggioso e chiaro esame di coscienza: se in materia familiare, culturale, economica e politica il Signore giudicasse e condannasse il nostro mondo come il mondo giudica e condanna, chi potrebbe reggersi di fronte al tribunale? (Quando torniamo a casa e leggiamo il giornale o ascoltiamo le notizie, pensiamo solo nel al mondo della politica). Se il Signore ci perdonasse come lo fanno ordinariamente gli uomini, quante persone ed istituzioni otterrebbero il totale perdono? La quarta ingiunzione, però, merita una riflessione particolare, giacchè in essa, la benedetta (?) legge del taglione che stiamo considerando, risulta, in qualche modo superata. Infatti, se diamo , ci daranno nella stessa proporzione? No! Se diamo, riceveremo –notiamolo bene- «una misura buona, pigiata, colma e traboccante» (Lc 6,38). Ed è la luce di questa straordinaria sproporzione che ci si esorta a dare previamente. Domandiamoci: Quando do, do bene? do considerando il meglio, do pienamente?

6 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI LUNEDì 26 FEBBRAIO 2018
    Liturgical day: Monday 2nd of Lent
    Gospel text (Lc 6,36-38): Jesus said to his disciples, «Be merciful, just as your Father is merciful. Don't be a judge of others and you will not be judged; do not condemn and you will not be condemned; forgive and you will be forgiven; give and it will be given to you, and you will receive in your sack good measure, pressed down, full and running over. For the measure you give will be the measure you receive back».
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    MY REFLECTION
    PRAYER.
    Come Holy Spirit and guide us between words, teach us to ensure that the dream of God for us, become a reality.
    What is the measure of mercy? The invitation is to be measured with the same measure of God, that is without measure, to the infinite.
    Now back this great value, which is mercy, that does not mean to be good, but a lot more.
    To understand this we must first of all realize that without the mercy of God, none of us would be saved; because the misery of our soul, is so great that they can not ever enough shape to the idea of God's good.
    We need very little to feel almost saints, to look at all from top to bottom, to think they do not deserve what happens to us when everything does not go according to our plans; even though in our hearts we know we can be better and that there are too many temptations that win there and a few virtues that enable us to resist.
    Sometimes, however, our feeling guilty makes us line up on the wrong side, and give us salvation, but with God all things are much simpler as we judge, everything is a gift, everything is infinite grace.
    The liberation comes from a simple recognition of justice, the God who reveals himself in Jesus is not the God who looks at the merits, we have no merit, is not a God who looks at the virtues, we do not have many virtues, but it is the God who looks at the needs and necessity, a Father who gives salvation, not as a reward, but as a gift, as does Jesus.

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    1. COMMENT OFF:
      Fr. Antoni ORIOL i Tataret
      (Vic, Barcelona, Spain)

      Today, Luke's Gospel proclaims a short and dense message —very short, indeed!— that can be summarized in two points: a frame of mercy and a contents of justice.
      Firstly, a frame of mercy. Jesus' command, indeed, prevails as a rule and shines all around. A most definite norm: if our Father in Heaven is merciful, we, as his children, ought to be merciful, too. And our Father is so merciful...! The previous verse asserts: «(...) And you will be children of the Most High, for he himself is kind to the ungrateful and the wicked» (Lk 6:35).
      Secondly, a contents of justice. We are, indeed, facing some kind of “Talion Law”, the direct opposite to the one banned by Jesus («Eye for eye, tooth for tooth»). Here, in four successive moments, our Divine Teacher exhorts us, first, through two denials; later, with two affirmations. Denials: «Do not be a judge of others and you will not be judged; do not condemn and you will not be condemned». Affirmations: «forgive and you will be forgiven; give and it will be given to you».
      Let's apply these premises concisely to our daily's life, as Jesus does, by stopping especially on the fourth point. Let's examine, clearly and courageously, our conscience: if in family, cultural, economic and political matters Our Lord would judge and condemn our world as the world judges and condemns, who would stand up in his Tribunal? (When we get back home and read the newspaper or listen to the news, we are basically thinking of the world of politics). If Our Lord would forgive us as we, men, normally use to do, how many persons and institutions would reach full reconciliation?
      The fourth point deserves, however, an additional thought, as the good Talion Law we are considering, becomes overcome in some way. Indeed, if we give, shall we be given in the same measure? Most definitely not! If we give, we shall receive —let's take good note of it— «a good measure, pressed down, full and running over» (Lk 6:38). And it is in the light of that blessed disproportion that we are exhorted to previously give. Let's ask ourselves: how much do I give, do I give properly, do I give enough, do I give by choosing the best, do I give fully...?

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI LUNEDì 26 FEBBRAIO 2018
    Día litúrgico: Lunes II de Cuaresma
    Texto del Evangelio (Lc 6,36-38): En aquel tiempo, Jesús dijo a sus discípulos: «Sed compasivos, como vuestro Padre es compasivo. No juzguéis y no seréis juzgados, no condenéis y no seréis condenados; perdonad y seréis perdonados. Dad y se os dará; una medida buena, apretada, remecida, rebosante pondrán en el halda de vuestros vestidos. Porque con la medida con que midáis se os medirá».
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    MI REFLEXIÓN
    ORACIÓN.
    Ven Espíritu Santo y nos guía entre las palabras, nos enseñan a asegurar que el sueño de Dios para nosotros, se convierta en una realidad.
    ¿Cuál es la medida de la misericordia? La invitación es a ser medido con la misma medida de Dios, que es sin medida, hasta el infinito.
    Ahora de nuevo este gran valor, que es la misericordia, eso no significa que sea bueno, pero mucho más.
    Para entender esto, en primer lugar debemos darnos cuenta que sin la misericordia de Dios, ninguno de nosotros sería salvo; porque la miseria de nuestra alma, es tan grande que no pueden nunca lo suficientemente forma a la idea de de Dios bueno.
    Tenemos muy poco que se sienten casi santos, de mirar a todos desde arriba hacia abajo, para pensar que no se merecen lo que nos pasa cuando todo no va de acuerdo con nuestros planes; a pesar de que en nuestros corazones sabemos que podemos ser mejores y que hay demasiadas tentaciones que ganar allí y algunas virtudes que nos permiten resistir.
    A veces, sin embargo, nuestro sentimiento de culpa hace alinearnos en el lado equivocado, y nos dan la salvación, pero con Dios todas las cosas son mucho más simples como juez, todo es don, todo es gracia infinita.
    La liberación viene de un simple reconocimiento de la justicia, el Dios que se revela en Jesús no es el Dios que se ve en los méritos, no tenemos ningún mérito, no es un Dios que mira a las virtudes, no tenemos muchas virtudes, pero es el Dios que mira a las necesidades y la necesidad, un Padre que da la salvación, no como una recompensa, sino como un regalo, como lo hace Jesús.

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    1. COMENTARIO DE
      Rev. D. Antoni ORIOL i Tataret
      (Vic, Barcelona, España)

      Hoy, el Evangelio de Lucas nos proclama un mensaje más denso que breve, ¡y eso que es muy breve! Lo podemos reducir a dos puntos: un encuadramiento de misericordia y un contenido de justicia.
      En primer lugar, un encuadramiento de misericordia. En efecto, la consigna de Jesús sobresale como una norma y resplandece como un ambiente. Norma absoluta: si nuestro Padre del cielo es misericordioso, nosotros, como hijos suyos, también lo hemos de ser. Y el Padre, ¡es tan misericordioso! El versículo anterior afirma: «(...) y seréis hijos del Altísimo, porque Él es bueno con los ingratos y con los malos» (Lc 6,35).
      En segundo lugar, un contenido de justicia. En efecto, nos encontramos ante una especie de “ley del talión” en las antípodas de (inversa a) la rechazada por Jesús («Ojo por ojo, diente por diente»). Aquí, en cuatro momentos sucesivos, el divino Maestro nos alecciona, primero, con dos negaciones; después, con dos afirmaciones. Negaciones: «No juzguéis y no seréis juzgados»; «No condenéis y no seréis condenados». Afirmaciones: «Perdonad y seréis perdonados»; «Dad y se os dará».
      Apliquémoslo concisamente a nuestra vida de cada día, deteniéndonos especialmente en la cuarta consigna, como hace Jesús. Hagamos un valiente y claro examen de conciencia: si en materia familiar, cultural, económica y política el Señor juzgara y condenara nuestro mundo como el mundo juzga y condena, ¿quién podría sostenerse ante el tribunal? (Al volver a casa y leer el periódico o al escuchar las noticias, pensamos sólo en el mundo de la política). Si el Señor nos perdonara como lo hacen ordinariamente los hombres, ¿cuántas personas e instituciones alcanzarían la plena reconciliación?
      Pero la cuarta consigna merece una reflexión particular, ya que, en ella, la buena ley del talión que estamos considerando deviene de alguna manera superada. En efecto, si damos, ¿nos darán en la misma proporción? ¡No! Si damos, recibiremos —notémoslo bien— «una medida buena, apretada, remecida, rebosante» (Lc 6,38). Y es que es a la luz de esta bendita desproporción que somos exhortados a dar previamente. Preguntémonos: cuando doy, ¿doy bien, doy mirando lo mejor, doy con plenitud?

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  3. VERSIONE IN FRANCESE DI LUNEDI 26 FEBBRAIO 2018.

    Jour liturgique : Temps duCarême - 2e Semaine: Lundi

    Texte de l'Évangile (Lc 6,36-38): «Soyez donc miséricordieux, comme votre Père est miséricordieux. Ne jugez point, et vous ne serez point jugés; ne condamnez point, et vous ne serez point condamnés; absolvez, et vous serez absous. Donnez, et il vous sera donné: on versera dans votre sein une bonne mesure, serrée, secouée et qui déborde; car on vous mesurera avec la mesure dont vous vous serez servis»

    REFLEXION DE LELLA

    PRIERE: Viens o Saint Esprit et guide-nous entre les Paroles, enseigne-nous à faire que le rêve de Dieu deviens réalité sur nous.

    - Quel est la mesure de la miséricorde? L'invitation est de mesurer avec la même mesure que Dieu, ou alors sans mesure, à l'infini. Aujourd'hui cette grande valeur qui qui est la miséricorde revient, elle ne veut pas dire d'être bon, mais beaucoup plus. Pour comprendre il faut avant tout nous rendre compte que sans la miséricorde du Père, personne de nous ne serait sauvé; parce que la misère de notre âme est tellement grande à ne pouvoir jamais assez se modeler à l'idée du bien de Dieu. Il nous suffit de peu pour nous sentir presque saints, pour se regarder tous de haut en bas, pour penser de ne pas mériter ce qui nous arrive quand tout ne va pas selon nos projets; même si dans notre coeur nous savons pouvoir être meilleurs et que trop grande sont les tentations qui nous gagnent et peu les vertus qui nous permettent de résister. Parfois par contre, notre nous sensation de se sentir coupables nous fait nous ranger du cotés incorrecte et nous fait renoncer au salut, mais avec Dieu tout est beaucoup plus simple que nous jugeons comme si, tout est Don, tout est grâce infinie. La libération naît d'une simple reconnaissance de justice, le Dieu qui se révèle en Jésus n'est pas le Dieu qui regarde les mérites, nous n'avons aucun mérite, ce n'est pas un Dieu qui regarde les vertus, nous n'avons pas beaucoup de vertus, mais c'est le Dieu qui regarde les besoins et les nécessités, un Père qui accorde le salut, pas comme un prix, mais comme un Don, comme fait Jésus.

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    1. Commentaire de l'Abbé Antoni ORIOL i Tataret
      (Vic, Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui l'Évangile de Luc proclame un message plus dense que bref, et pourtant il est bref! Il peut être réduit à deux considérations: un encadrement de miséricorde et un contenu de justice.

      En premier lieu, un encadrement de miséricorde. En effet, la consigne de Jésus s'affirme comme une norme et resplendit comme un astre. Norme absolue: si notre Père qui est au ciel est miséricordieux, nous, qui sommes ses fils, devons l'être aussi. Et le Père est si miséricordieux! Le verset antérieur affirme: «(...) et vous serez les fils du Très-Haut, car Il est bon, lui, pour les ingrats et les méchants» (Lc 6,35).

      En deuxième lieu, un contenu de justice. En effet, nous nous trouvons confrontés à une sorte de “loi du talion”, aux antipodes de celle qui a été rejeté par Jésus («oeil pour oeil, dent pour dent»). En quatre étapes successives, le divin Maître nous instruit, d'abord, avec deux négations, ensuite, avec deux affirmations. Négations: «Ne jugez point, et vous ne serez point jugés»; «ne condamnez point, et vous ne serez point condamnés». Affirmations: «absolvez, et vous serez absous»; «Donnez, et il vous sera donné».

      Appliquons cela brièvement à notre vie quotidienne, en nous arrêtant spécialement à la quatrième consigne, comme le fait Jésus. Examinons notre conscience avec courage et clarté: si en matière familial, culturelle, économique et politique le Seigneur devait juger et condamner notre monde comme le monde juge et condamne, qui pourrait affronter son tribunal? (Songeons simplement au monde de la vie politique, en rentrant à la maison, en lissant le journal ou en écoutant les nouvelles). Si le Seigneur nous pardonnait comme le font d'habitude les hommes, combien de personnes et institutions parviendraient à la pleine réconciliation?

      Mais la quatrième consigne mérite une réflexion particulière. En elle, la bonne loi du talion que nous sommes en train de considérer est en quelque sorte dépassée. En effet, si nous donnons, nous sera-t-il donné proportionnellement? Certainement pas! Si nous donnons, nous recevrons —notons-le bien— «une bonne mesure, serrée, secouée et qui déborde» (Lc 6,38). Car, c'est à la lumière de cette disproportion bénie que nous sommes exhortés de donner au préalable. Demandons-nous, donc: quand je donne, est-ce que je donne bien, le meilleure de moi-même, est-ce que je donne pleinement?

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