PRESENTAZIONE
Introduzione.
2 - L’ordine primordiale.
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Annesso n. 1 - Domande e risposte.
Annesso n. 2 - Tre immagini sulla Divina Volontà.
Annesso n. 3 - La centrale elettrica.
Bibliografia.
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DA PARTE DI DON PABLO-MARTíN SANGUIAO
L’autore di queste pagine riassume il Messaggio che tramite Luisa Piccarreta Dio ci dà sul Volere divino. Per convincere gli amanti della verità che si tratta di un Messaggio importante e attuale, l’autore lo inserisce fin dall’inizio nel suo contesto globale: il Piano divino di Salvezza. Secondo questo Piano, Dio ha prima di tutto creato l’umanità, poi l’ha redenta, e adesso intende santificarla. Per realizzare questa terza ed ultima parte, chiamata Santificazione, Dio ha previsto il Regno messianico, quel Regno che noi cristiani invochiamo da due mila anni con le parole del Padre Nostro: “Venga il tuo Regno, sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra”.
Spiegazione: Prima del peccato originale, tra Dio e i suoi figli c’era un idillio d’amore, ma col peccato l’idillio è cessato, ed è iniziata la tragedia. L’autore afferma che nel Piano di Dio il paradiso terrestre è stato solo rimandato, e che esso sta per tornare, accompagnato dalla felicità della vita divina. Ora l’Umanità è come il “figliuol prodigo” che non riesce più a vivere lontano dal Padre, e sta per tornare alla casa paterna: il Volere divino. Un banchetto lo aspetta nella casa paterna, quello delle “Nozze dell’Agnello”. [Ap 19, 7]
La notizia riassunta in questo libro riguarda ognuno di noi, ed esige una risposta personale a Dio: “Ecco il dono meraviglioso che Dio ti offre: la sua Volontà! In cambio ti chiede di dargli la tua; e tu cosa gli rispondi?”
I testi di Luisa che qui sono citati, malgrado non siano ufficiali (siamo in attesa di una “editio typica” che sarà approvata dall’autorità della Chiesa) mi sembrano sufficientemente fedeli.
Civitavecchia, 6 dicembre 2004
Don Pablo-Martín Sanguiao
INTRODUZIONE.
Questo libro fa la sintesi di quello che Dio ci rivela a proposito di un’operazione prodigiosa – specie di “innesto mistico” – che permetterebbe agli esseri umani che noi siamo di mettere la Volontà divina, perfetta, al posto della nostra volontà umana, imperfetta o malata. Quello che Dio ci rivela su questa operazione, ce lo rivela tramite Luisa Piccarreta, la mistica pugliese che negli 82 anni che durò la sua vita terrena fu sempre in contatto col soprannaturale.
Secondo Luisa Piccarreta, la vita nel Divin Volere [1] permetterà all’uomo di ritrovare su questa terra la felicità del primo Paradiso terrestre. In altre parole, gli esseri umani che accetteranno di rimettere il Volere divino al suo vero posto – quel posto prioritario che esso occupava nell’anima umana prima delPeccato originale – risorgeranno a vita gloriosa. Ciò significa che è giunto il momento, per chi si sente chiamato, di rifare alla rovescia il cammino che ha condotto Adamo ed Eva a commettere il Peccato originale.
Luisa Piccarreta non ha avuto una vita facile, perchè le persone della sua cerchia non erano in grado di capire la natura dei fenomeni mistici che essa viveva. Fra le eccezioni si trova tuttavia un santo sacerdote, il Padre Annibale Di Francia, che fu suo direttore spirituale dal 1910 al 1927.
Annibale Di Francia è oggi un santo canonizzato. Da vivo fu spesso ricevuto in udienza da Pio X. Alcuni testimoni riferiscono [2] che un giorno egli ritornò da Luisa più contento che mai. Le raccontò che durante l’udienza che aveva avuto con Pio X, il Papa gli aveva chiesto di leggergli una parte degli scritti che don Annibale intendeva pubblicare. Erano le pagine del futuro libro: “L’Orologio della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”, che Gesù aveva inspirato a Luisa qualche anno prima. Il Padre stava leggendo al Pontefice la pagina della Crocifissione quando questi lo interruppe dicendo: “Non così, Padre, ma in ginocchio bisogna leggere. È Gesù che parla”.
Luisa non è stata capita da tutti in questa maniera. Alcuni sacerdoti l’hanno trascurata, altri l’anno osteggiata, altri ancora l’hanno perseguitata. È stata come Cristo – e come Lui continua ad essere – una pietra d’inciampo per molti.
- I -
IL VOLERE DIVINO E NOI
1. - Il tempo del Divin Volere.
Nel giro del ventesimo secolo il Cielo ha scelto Luisa Piccarreta, [3] una donna della regione delle Puglie, per proporre all’umanità un nuovo ideale di vita destinato alle persone disposte a rimpiazzare la loro volontà umana con la Volontà divina. La proposta assomiglia ad un nuovo “contratto” spirituale [4]che il Cielo offre all’umanità per permetterle di realizzare la felicità per la quale è stata creata, ma che il Peccato originale le ha fatto perdere.
Di tutti i messaggi che il Cielo ha inviato alla terra nei secoli posteriori alla Redenzione, questo si presenta come il più importante. Basti sapere che l’ideale che Luisa propone all’umanità trasformerebbe il mondo in un paradiso terrestre. Il nostro mondo diventerebbe l’equivalente del Regno di Dio in terra, quel Regno che da due mila anni i cristiani invocano con le parole del “Padre Nostro”: “Venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”.
Di fronte a una notizia così grande e inattesa molte persone si domandano se questo Regno è o non è quello che Gesù ci ha promesso per questa terra. Nel riflettere a ciò mi sono chiesto: Perchè Gesù ha accettato di morire crocifisso? Lui stesso ha detto, a quel che sembra, che lo scopo finale del suo sacrificio era di vedere un giorno realizzato il suo Regno. Ora questo Regno, che gli esegeti della Bibbia hanno più tardi battezzato “Regno messianico”, è forse già esistito su questa terra? Molti mi rispondono, e con ragione: “Se fosse già esistito, la cosa si saprebbe”.
Assumendo dunque come cosa certa che questo Regno deve ancora venire, è evidente che un bel giorno esso finirà per arrivare. E se quel giorno fosse domani? Nulla lo esclude. Molte profezie recenti lo affermano chiaramente, aggiungendo che questo Regno è il Regno messianico, quel Regno che Dio ha promesso all’umanità come anticipo del Regno celeste. [5]
Non è solo nel Vangelo che il Regno messianico è presentato come lo scopo ultimo del sacrificio di Cristo. Maria Valtorta, [6] alla quale Gesù ha rivelato molti segreti, anch’essa ne parla. Per esempio, nel 1943 Gesù le detta il testo seguente:
Gesù a Maria Valtorta: “Come uno a cui prema di fare intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa, e che qui è il mio Regno. [Regno temporale, ma di riflesso anche quello eterno]. Perchè nel mio Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto. Perchè nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza. Perchè nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice. Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio Trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso [7], nella sua creatura [8], nei suoi precursori. [9] »
Questi dati suggeriscono che è possibile, anzi probabile, che il Regno messianico [10] e il Regno del Divin Volere siano la stessa cosa. Gesù lo conferma ulteriormente il 15 settembre 1922 parlando a Luisa in questi termini:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Anelo ardentemente a che siano conosciuti gli effetti del mio Divin Volere. Da esso mi verrà la completa gloria della Creazione ed il compimento finale e definitivo della Redenzione. Oh, quanti effetti sono ancora sospesi, tanto della Creazione quanto della Redenzione, perchè il mio Volere non è conosciuto, e non tiene il suo vero Regno nella creatura, e non regnando, la volontà umana resta sempre schiava di se stessa!” [11]
Se queste parole sono autentiche – e a mio avviso lo sono – esse ci permettono di affermare che l’Era nuova che si annuncia garantirà il compimento definitivo della Redenzione, e che questo compimento si realizzerà col trionfo del Volere divino. Questa notizia è grandiosa, anche perchè che questo Regno messianico presenta dei punti in comune con l’Era nuova annunciata da tutti i profeti cristiani contemporanei, e che a loro volta i due assomigliano al“Millennio felice” che S. Giovanni evangelista descrive all’inizio del ventesimo capitolo dell’Apocalisse. Ecco il testo di S. Giovanni:
“Il Millennio felice”. “Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, Satana – e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta, Perchè non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo.
Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni.
Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni". [12]
Di fronte a tutti questi annunci profetici, una domanda appare con sempre maggior frequenza: Quand’è che questo Regno comincerà, o potrebbe cominciare ?
Le profezie, quelle vere, non offrono date precise, ma un’interpretazione accorta del loro senso nascosto può condurre a delle rivelazioni interessanti. Nel caso attuale, per esempio, un attento esame del loro contenuto permette di concludere che l’inizio del Regno messianico coincide con l’inizio del settimo millennio della storia umana, il quale a sua volta corrisponde al terzo millennio della storia cristiana. Tutto questo fa parte del piano globale concepito da Dio.[13]
Continuando il ragionamento, visto che il terzo millennio cristiano è quello che l’umanità ha appena iniziato, vuol forse dire che il Regno messianico sta per cominciare?
Sì, certamente. E le profezie aggiungono che prima di entrare in questo millennio felice l’umanità dovrà subire una grande purificazione, senza la quale non le sarebbe possibile arrivare alla felicità, che di tale millennio è proprio la caratteristica principale.
Luisa Piccarreta dice che il tempo presente è propizio alle grandi conversioni, e ci informa che le persone che desiderano vivere nel Volere divinopossono già da subito incamminarsi su questa via. Le porte del Regno del Divin Volere sono aperte a partire da questo tempo attuale.
Grazie al ritorno sulla terra del Volere divino, i dolori e le sofferenze che il Peccato originale ci ha lasciato in eredità non esisteranno più. Spariti completamente! L’umanità potrà vivere la felicità per la quale Dio l’ha creata. Questa felicità si stabilirà ovunque come conseguenza diretta di una comunione spirituale generale, resa possibile dalla presenza santificatrice del Volere divino nelle persone sopravissute alla Purificazione.
Quante sono le persone invitate a questo appuntamento? L’invito è per tutti, ma già si sa che alcuni l’accetteranno e altri no. A coloro che tuttavia lo accetteranno Dio darà la possibilità di recuperare i privilegi persi col Peccato originale, e questo permetterà loro di realizzare il sogno dei sogni, quello di diventare Figli di Dio in pienezza.
2. - L’Ordine primordiale.
Dalla Bibbia sappiamo che Adamo ed Eva al momento della loro creazione erano perfetti. Oltre alla loro vita fisica, intellettuale, e spirituale, Adamo ed Eva avevano ricevuto da Dio un dono eccezionale, la Vita divina, frutto della presenza in essi del Volere divino. Sì, prima del Peccato originale, il Volere divino era innestato nella natura umana, integrato in essa, e questo aveva come effetto di divinizzare l’essere umano appena creato, e di avvicinarlo al suo Creatore in maniera molto intima, la maniera filiale. Ciò significa, in un certo senso, che il Volere divino era per noi umani più prezioso del sangue che scorre nelle nostre vene. Infatti, se il sangue fisico è in grado di garantire in noi la vita fisica, il Volere divino garantiva in noi la Vita divina, [14] sorgente delle gioie più ineffabili. [15]
Il Volere divino che abitava l’uomo prima del Peccato originale era per lui fonte di felicità perfetta, ma il peccato che ha cacciato via il Volere divino, ha cacciato via anche la Vita divina, giacchè i due vanno insieme. Privato della Vita divina l’uomo ha scoperto il dolore, la sofferenza, la morte, e tutti i figli di Adamo hanno ereditato questa condizione di decadimento. Da quel tempo gli esseri umani camminano in ginocchio in una terra cosparsa di spine. [16]Bisogna capire che le nostre volontà umane, molteplici ed imperfette, hanno lo sventurato potere di dividere il Corpo sociale che formiamo tutti insieme, mentre il Volere divino, unico e perfetto, avrebbe avuto il potere di unificarlo nella pace.
Allora Dio, che vuole aiutarci a ritrovare la felicità che il Peccato originale ci ha fatto perdere, ci accorda oggi la possibilità di ritornare all’Ordine primordiale, quello che era in noi all’inizio della creazione. È come se a partire da oggi Dio ci accordasse la possibilità di rifare in senso inverso il cammino del Peccato originale. [17]
Detto questo, le persone che si sentono attirate da questo progetto non devono far altro che rispondere “sì” all’invito che Dio ci manda oggi tramite Luisa Piccarreta. Per ottenere questa grazia basta che esse chiedano allo Spirito Santo di fare il necessario, in modo che il Volere divino riprenda in esse quel posto d’onore che già possedeva all’inizio della creazione. Per vivere nella felicità del Regno messianico l’uomo futuro rinuncerà al suo volere umano per far posto al Volere divino. [18] Ciò avrà per effetto di ristabilire in lui l’Ordine primordiale.
Una volta compiuto quest’atto di offerta, lo Spirito di Dio prenderà possesso di coloro che l’avranno compiuto per amore. [19] Il loro volere umano sarà sostituito dal Volere divino, che in tal modo ritornerà dove all’inizio Dio l’aveva posto. Questo restauro provocherà la divinizzazione del loro essere, ed il loro corpo sarà glorioso, simile a quello di Cristo risuscitato.
Questo momento è vicino, ma sarà decretato dall’eterno Padre dopo l’inevitabile purificazione che ormai sembra del tutto imminente.
Luisa Piccarreta, conosciuta anche come: “La piccola Figlia della divina Volontà”, ci informa che il fatto di vivere nel Volere divino ha per effetto di santificarci. Infatti, coloro che per amore accettano di conformarsi a questo ideale di vita, vivono la loro santità in modo spontaneo, naturale.
Conclusione: le persone che dopo la Purificazione saranno ammesse al Regno messianico (la Sala delle Nozze della parabola delle dieci vergini [20]) lo saranno grazie all’amore che avranno espresso a Dio attraverso questo atto di offerta liberamente compiuto. [21] È ovvio che la forza che si trova all’origine di questo atto deve essere l’amore. Gli altri sentimenti, come la paura, il timore, la sensazione di obbligo, o quello di dovere, non convengono perfettamente a questo atto di offerta.
3. - L’équivalente terrestre del Paradiso.
Vi è forse una parte di ignoto in questo ideale di vita che Dio propone all’Umanità?
Sì. Questo ideale può essere considerato nuovo secondo vari punti di vista. Lo prova il fatto che coloro che cominciano ad interessarsene si fanno molte domande, alcune delle quali possono apparire persino bizzarre, come ad esempio: L’essere umano ha forse diritto di rinunciare alla sua volontà? È razionale un simile atto? In che modo la Terra potrebbe accogliere una Comunione di esseri che, da quel che si sa, non s’è mai vista applicata altrove che in Cielo? Eccetera...
Dopo avere riflettuto e pregato sui testi di Luisa, un’idea ha attraversato il mio spirito. Sappiamo che il Volere divino è l’elemento che unifica le tre Persone divine al punto di farne un unico Dio. [22] In Cielo questo unico volere si applica in maniera assoluta alle Persone della Trinità santissima, ma anche, nei limiti consentiti da questa stessa Trinità, agli esseri che vivono in comunione con Essa, e in comunione tra di loro. Se questo stesso Volere si installasse in Terra come già lo è in Cielo, sarebbe forse in grado di unificare gli esseri della terra come già unifica gli esseri del Cielo?
La risposta non può essere che affermativa. Le anime che vivono in Cielo adottano il Volere divino come se fosse il loro proprio. Se gli esseri che attualmente vivono sulla terra facessero la stessa cosa (adottare anch’essi il Volere divino come se fosse il loro proprio), è lecito pensare che le condizioni di vita presenti in Paradiso finirebbero per essere presenti anche sulla Terra. La comunione degli esseri che attualmente forma l’anima del Paradiso formerebbe pure l’anima della Terra. Felicità celeste e felicità terrestre si rifletterebbero l’una nell’altra.
Il risultato è che la terra ridiventerebbe ciò che era all’origine, un giardino, un Paradiso. Gli esseri infelici verrebbero trasformati in esseri felici. Il Regno di Dio, quello che invochiamo con la recita del “Padre Nostro” diventerebbe una realtà. Dopo averlo atteso ed invocato con tanta speranza e trepidazione per due mila anni, noi ne saremmo i primi cittadini. [23]
4. – Il contrario del Peccato originale.
Le persone che si sentono attirate dall’ideale proposto da Luisa Piccarreta si fanno generalmente la seguente domanda: “Se è vero che per noi è arrivato il tempo di mettere il Volere divino al posto del nostro volere umano, esiste un percorso suscettibile di aiutarci a raggiungere presto e bene questo obiettivo? Se sì, qual’è questo percorso?”
Il percorso esiste. Si tratta di adottare un comportamento che sia all’opposto di quello che ha spinto Adamo ed Eva a commettere il Peccato originale. Se l’uomo d’oggi vuole onorare il Volere divino che Adamo ed Eva hanno rigettato e offeso, esso deve accettare che questo Volere riprenda in lui il posto che Dio gli aveva dato all’origine. In altre parole: visto che i nostri Progenitori hanno preferito il loro volere umano al Volere divino, Dio ci invita oggi a preferire il Volere divino al nostro volere umano. Tutto ciò comincia con un atto di sottomissione amorosa a Dio: l’opposto della ribellione iniziale.
Diciamolo con poche parole: per onorare il Volere divino in modo conveniente occorre umiltà, sottomissione; per arrivare all’umiltà e alla sottomissione occorre l’amore; e che questo amore sia orientato verso Dio, e che Dio lo accetti, e che a seguito di questa accettazione Dio venga a rifare in noi l’Ordine primordiale.
Una persona ha tutti i diritti di rinunciare al suo a volere umano a vantaggio del Volere divino. Se a seguito di questo desiderio concepito interiormente, la stessa persona si inginocchia davanti a Dio e gli chiede la grazia di potere vivere nel Volere divino, questo atto di fiducia amorevole finisce per provocare la divinizzazione della persona che lo compie. Dio infatti non rifiuta mai questa grazia a chi gliela chiede con fiducia e sottomissione amorosa. I sentimenti di umiltà, di sottomissione e d’amore che normalmente accompagnano questa preghiera hanno per effetto di spingere Dio a ripristinare l’Ordine primordialenella persona interessata.
L’Ordine primordiale, che Dio aveva concepito per il nostro bene, rimette il Volere divino al primo posto, l’unico che gli conviene. Questo produce ladivinizzazione della persona interessata. [24] Ma per ottenere bisogna sapere umiliarsi, al punto di voler chiedere.
La natura di questo atto di sottomissione amorosa è talmente gradevole a Dio, che in cambio Dio si impegna a cancellare le tracce del Peccato originale in coloro che lo compiono. L’anima e il corpo di coloro che aderiscono a questo ideale saranno interamente rinnovati. La loro persona assomiglierà a quella di Cristo risuscitato. Il loro corpo sarà l’equivalente di un corpo glorioso, e l’insieme di tutti questi corpi gloriosi formerà il Nuovo Corpo mistico di Cristo, la Nuova Chiesa.
Conclusione: le persone che, spinte dall’amore, si sentono chiamate a vivere nel Divin Volere, possono giungervi grazie ad una semplice preghiera di offerta compiuta con amore. Questa preghiera, da ripetere a piacimento, con la frequenza desiderata, potrebbe essere la seguente: «Padre nostro, Dio d’amore, io rinuncio alla mia volontà umana. Te l’offro in sacrificio di olocausto. Ti chiedo umilmente di sostituirla con la tua, che è divina. Grazie. [25]
5. – Tre nascite: fisica, spirituale, divina.
La pienezza della nostra vita si realizza con tre nascite: fisica, spirituale, divina.
La lettura dei libri di Luisa Piccarreta ci permette di concludere che il progetto concepito da Dio per ricostruire la perfezione umana originale comporta tre tappe. Queste corrispondono a tre forme di vita: 1) fisica, 2) spirituale, 3) divina. Ciascuna di queste forme di vita comincia con una nascita, il che spiega le famose parole di Gesù a Nicodemo: “In verità ti dico, se un uomo non rinasce nuovamente, egli non può vedere il Regno di Dio”. [26]
La nostra prima nascita, quella della Vita fisica, avviene nel momento in cui l’essere che noi siamo inizia a vivere tramite sua madre. È una creazione individuale, che comincia alla fecondazione e continua al momento del parto. La potremmo considerare come un prolungamento della Creazione dell’Universo che fu realizzata da Dio Padre.
La nostra seconda nascita, quella della Vita spirituale, avviene nel momento in cui la parte spirituale del nostro essere inizia a vivere in seno alla Chiesa. Questa seconda nascita è come una redenzione individuale, personale. Essa inizia col battesimo e arriva a compimento il giorno della nostra adesione volontaria al battesimo stesso. La potremmo considerare come un prolungamento della Grande Redenzione, che fu realizzata da Dio Figlio.
La nostra terza nascita, quella che ci immette nella Vita divina, riguarda la santificazione totale e definitiva della nostra persona individuale. La sua realizzazione dipende da Dio Spirito Santo. Essa è in divenire. È iniziata alla morte di Gesù, e conoscerà la sua piena espansione – o maturità – il giorno in cui la Volontà divina riprenderà in noi il posto che Dio le aveva assegnato prima che avvenisse il Peccato originale. Leggendo fra le righe i messaggi dei profeti cristiani contemporanei, una persona intuisce che questa terza nascita, del tutto imminente, è un qualcosa di nuovo, di inedito nella storia umana. [27]
Possiamo dire in sintesi che dopo il dono della Vita fisica e quello della Vita spirituale Dio ci concede oggi la più alta espressione del suo amore, la suaVita divina. Se questo dono non è da noi rifiutato, Dio terminerà di ricostruire in noi la perfezione iniziale grazie ad esso (per suo tramite). [28]
Questa Vita divina che Dio vuole trasmetterci implica la presenza in noi del suo Volere divino. Questo Volere, che è supremo e perfetto, negli esseri che l’accolgono ha il privilegio di garantire l’unità, sia quella interiore che quella, e la vita che ne consegue. Al momento della Colpa originale questo Volere supremo e perfetto è stato detronizzato dal volere umano, fonte inevitabile di individualismi e divisioni. [29]
Domanda n. 1: Perchè il dono della Vita divina (che si manifesta con il dono di Volere divino) non è stato accordato all’umanità prima d’oggi?
Molti pensano, con ragione, che questo grande dono non ci poteva essere concesso prima d’oggi perchè l’albero della Redenzione doveva giungere all’età adulta per potere dare i suoi frutti più saporiti. Ogni cosa ha bisogno di tempo per maturare. Se Dio ha voluto far conoscere solo oggi il messaggio sulla Divina Volontà, è perchè il momento più adatto per conoscerlo è quello presente. [30]
Domanda n. 2: A chi spetta il compito di realizzare questa trasformazione mistica nelle persone che la desiderano?
Sono convinto che questo compito spetta allo Spirito Santo. La sola cosa che l’uomo deve fare è quella di dare allo Spirito Santo il permesso di agire. L’uomo che sinceramente desidera che il Volere divino trionfi sul suo proprio, rinuncia al suo proprio volere a vantaggio del Volere divino, domanda allo Spirito Santo la grazia del mutamento, e attende con fiducia che al momento giusto Dio operi in lui la trasformazione promessa. Siccome questo piano è fondato sull’amore, Dio si impegna a riporre in noi il suo Volere divino se vede che è per amore che accettiamo la sua proposta.
La presenza in noi del Volere divino trasformerà la nostra vita in modo radicale. La nostra persona – la cosa si può intuire – assomiglierà a quella di Gesù risorto. Il nostro corpo sarà un corpo glorioso, simile a quello di Gesù dopo la sua risurrezione.
Siccome Dio è trinitario, il suo Piano di Salvezza comporta tre momenti. Per conoscere questi momenti basta riflettere sulle tre nascite di cui abbiamo appena parlato: [31]
→ Prima nascita: Nascita alla Vita fisica. Attraverso i nostri genitori Dio Padre ci fa dono della vita fisica. È il “respiro” fisico. [32]
→ Seconda nascita: Nascita alla Vita spirituale. Attraverso suo Figlio, Dio Padre ci fa dono della Vita spirituale. L’uomo che accetta il “Credo”cristiano diventa possessore della vita presente in questo Credo. Quest’uomo potrebbe essere paragonato a una lampada elettrica che diventa luminosa nel momento in cui accetta l’energia elettrica che la investe. [33]
→ Terza nascita: Nascita alla Vita divina. Il tempo è arrivato per gli esseri umani di ritornare a questa forma di vita di cui hanno perso anche il ricordo.[34] La Vita divina si aggiungerà alle due precedenti grazie alla presenza del Volere divino che l’uomo avrà saputo riconquistare. [35]
Secondo le voci profetiche cristiane contemporanee, di cui quella di Luisa Piccarreta è tra le più importanti, la conclusione finale della Risurrezione di Cristo è la Risurrezione del suo Corpo mistico, la Chiesa. [36] L’idea che interiormente mi viene proposta, è che questa Risurrezione, sperata ed attesa da tutte le anime di buona volontà, sia quella che S. Giovanni qualifica di Prima Risurrezione. [37] Se questa mia “luce” interiore dice il vero, questa Risurrezione, che S. Giovanni qualifica di Prima Risurrezione, significherà al mondo il trionfo dell’amore sull’odio, annuncerà la vittoria definitiva della grazia sul peccato, della vita sulla morte, e coinciderà con l’apoteosi della potenza di Dio sui suoi nemici. Sarà essa a dare inizio al Regno messianico. [38]
Questo Piano è degno in tutto della sapienza divina, e corrisponde a una realtà bellissima; ma quanti sono coloro che accettano di approfittarne?
6. - La strada che conduce alla divinizzazione.
La strada che conduce alla divinizzazione è quella dell’amore. Non ce ne sono altre. Per meritare Dio, amore perfetto, è necessario amare del suo stesso amore.
Come fare per raggiungere questo amore? Desiderarlo e chiederlo. Non chiederlo alle creature, ma a Dio stesso.
Spiegazione: Il Volere divino e il Potere divino sono inseparabili. Lo dice la logica e lo dice l’evidenza. È dunque normale pensare che se un essere umano accetta che il Volere divino sia innestato in lui (come frutto dell’adozione divina), con il Volere divino egli riceve anche il Potere divino. Ma che cosa diventerebbe il Cielo se i suoi abitanti, o una parte di essi, decidessero di ribellarsi contro Dio dopo aver ereditato il suo stesso Volere e quindi il suo stessoPotere? Dato che i ribelli sarebbero potenti della Potenza divina, che non ha limiti, il confronto sarebbe tra due potenze infinite. La cosa è inammissibile. (Cosa mai non diventerebbe il Cielo se ciò si dovesse produrre magari una volta sola? Cosa mai non è successo quando Lucifero si è ribellato, lui che pure non era unito a Dio in maniera intima come soltanto noi lo saremo, in quanto figli adottivi dell’Altissimo?) Tutto questo spiega la necessità che Dio ha di condividere il suo Volere – ed il Potere che ne consegue – con delle persone desiderose di vivere con Lui in una comunione di intenzioni assolutamente perfetta, come quella che già esiste tra le Persone della Triade santissima.
Quante possibilità ci sono di raggiungere questa comunione perfetta in Cielo senza un addestramento preventivo in Terra? Nessuna. La divinizzazione prevista per il Cielo esige una preparazione in Terra, e questa preparazione si realizza in questo mondo attraverso l’amore. Praticare l'amore su questa terra è come un esercizio. L'amore dovrà raggiungere il massimo delle nostre capacità per renderci abili a vivere in paradiso.
Conclusione: visto che la comunione che esiste tra gli abitanti del Paradiso è frutto di un amore perfetto, gli umani che vorranno vivere sulla terra divinizzata dell’Era nuova dovranno accettare di amare Dio ed il loro prossimo di un amore vissuto al massimo delle loro capacità. Così la Comunione dei cristiani divinizzati, sia con Dio che tra di loro, sarà all’immagine della Comunione Trinitaria. L’uomo si accorgerà che grazie a questa nuova forma di vita le distanze psicologiche che da sei millenni dividevano gli esseri umani saranno tutte sparite. [39]
Domanda – Se è vero, come dicono i profeti, che Dio ha previsto che la Terra ritorni com’era prima del Peccato originale, quand’è che questo accadrà?
Risposta – Quando gli uomini vivranno d’amore.
Domanda – Ma la Terra di oggi è piena di odio!
Risposta – È vero. L’odio ci domina ancora, ma non per molto.
Domanda – È Dio che vuole quest’odio?
Risposta – No, Dio non vuole mai l’odio, ma lo permette. Lo fa per rispetto della libertà di scelta di cui Lui stesso ha gratificato ogni essere umano. Per un po’ di tempo Dio permette che il male trionfi sul bene. Lo fa per verificare chi di noi merita premio, e chi castigo. Ma il male non prevarrà sul bene. Non è possibile che la divinizzazione sia destinata a degli esseri che rifiutano di amarsi. [40]
7. – Dio vuole raccogliere il suo frumento.
Siamo realmente all’alba di un’era nuova? Tutto lo conferma. Tutto dice che è tempo di raccolta, la raccolta del frumento, [41] In questa occasione un grande lavoro di battitura avrà luogo nell’aia dell’azienda agricola, come vuole la tradizione, per separare il buon grano della paglia, dalla pula, e dal loglio. (Le moderne trebbiatrici non fanno altro che rimpiazzare i flagelli tradizionalmente usati per la battitura del frumento) Al termine di questo lavoro di separazione, il buon grano sarà messo nel granaio del Signore, corrispondente al suo Regno messianico, e la paglia, la pula e il loglio andranno nel fuoco, o dove si meritano.
Queste verità non sono proclamate soltanto da Luisa Piccarreta. I profeti cristiani contemporanei affermano tutti, chi in un modo e chi nell’altro, che ilRegno messianico è alle porte, che sarà fondato sul Volere divino, e che detto Volere sarà riattivato in noi dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo interverrà in noi grazie alle invocazioni che noi stessi lanceremo verso di Lui in risposta alla sua chiamata.
Gli abitanti della Terra che accetteranno di mettere il Volere divino al posto del loro proprio, formeranno il Nuovo Corpo mistico di Cristo, che allora sarà realmente unificato.
Gli esseri umani sono tutti invitati ad accettare la proposta dello Spirito Santo a partire da oggi stesso. [42]
- II -
LUISA PICCARRETA, APOSTOLA DEL DIVIN VOLERE
1. – L’ “Uomo Nuovo” sceglie il Divin Volere.
Sul Regno messianico c’è stata una preparazione indiretta a lunga scadenza, ma la preparazione attuale è diretta e a breve scadenza. Dio l’ha affidata a Luisa Piccarreta.
Luisa ha vissuto in Italia di 1865 al 1947. Il fatto di avere svolto la sua missione in maniera degna, sia con la parola che con l’esempio, ha fatto di lei l’apostola per eccellenza del Divin Volere. [43]
L’ideale che Luisa ci propone in nome di Gesù è semplice: non si tratta soltanto di FARE la Volontà di Dio, ma di VIVERE nella Volontà di Dio. [44]
I maestri di spiritualità cristiana dicono che una persona non può far parte del Regno di Dio se non è in perfetta sintonia con la Volontà divina. È necessario che sul piano spirituale ci sia un nesso perfetto tra Dio e la persona. In altre parole, la vita che ci attende nel Regno di Dio esige che in noi sia presente la Divina Volontà, ma presente con onore, al primo posto, non al secondo, al terzo, oppure all’ultimo. Prima del Peccato originale la Volontà divina era già presente nella persona dei nostri progenitori, presente al posto d’onore, ma il Peccato originale l’ha retrocessa, obbligandola a cedere il posto alla volontà umana. In un certo senso la volontà umana ha rubato il posto alla Volontà divina, usurpandone i diritti. [45]
Stando così le cose, le persone che oggi desiderano far parte del Regno messianico cosa devono fare? Devono semplicemente preoccuparsi di ridare alla Divina Volontà il posto che Dio le aveva assegnato fin dall’inizio: il primo posto.
Si presenta un’altra domanda: “È possibile per un essere umano adottare una volontà – divina o no – che non sia la sua propria?” Possibile sì, ma ovvio per tutti no. Parecchie persone non trovano l’idea di loro gradimento.
Bisogna sapere che il fatto di rinunciare ad una parte di sè a vantaggio di qualcun altro, sia pure Dio stesso, esige amore, generosità, abbandono, e queste qualità non sono di tutti. Il sacrificio richiesto assomiglia sia a quello di Abramo, il caro patriarca che tutti ammirano ma pochi imitano, sia a quello di Gesù, a cui molti rifiutano anche l’ammirazione. [46]
Durante il presente millennio, quindi, il sacrificio che l’uomo dovrà imparare a fare per poter entrare nel Regno messianico (in quella che ormai tutti chiamano l’Era nuova) è un sacrificio di rinuncia. Una persona che riesce a rinunciare a se stessa, alla sua volontà propria, autorizza Dio Padre a compiere in lei l’ “innesto mistico”, che è una grandissima trasformazione. La persona umana viene divinizzata sia sul piano individuale che sul piano collettivo. [47]
Di conseguenza, se una persona desidera che Dio realizzi in lei l’ “innesto mistico”, essa deve rinunciare alla sua volontà, offrirla a Dio in sacrificio di olocausto, e invitare Gesù a sostituirla con la sua, che è divina. [48] Come un buon vignaiolo affezionato alle sue piante, lo Spirito divino effettuerà in lei l’ “innesto mistico”. A partire da tale innesto, una Linfa nuova circolerà nelle persone, conseguenza del Volere divino rimpatriato. I frutti che darà saranno infinitamente superiori a quelli della volontà umana attuale, così impoverita - se non resa sterile addirittura - dal suo individualismo egocentrico! [49]
In altre parole, se Adamo ha scelto di far retrocedere la Volontà divina, noi oggi possiamo scegliere di far retrocedere la volontà umana, la nostra. L’opposto del Peccato originale! In questo modo verrà compiuto un atto contrario a quello compiuto da Adamo. La Divina Volontà sarà in noi onorata anzichè disprezzata. Dio avrà la prova che da noi si aspetta. Constaterà che sulla Terra c’è qualcuno capace di mettere la Divina Volontà al primo posto, come anche Abramo e Gesù seppero fare. [50] Questo gesto spingerà lo Spirito Santo a ristabilire l’Ordine primordiale nelle persone aspiranti a questo cambiamento, e da Lui giudicate degne di ottenerlo. Generosità e coraggio meritano ricompensa, e Dio non chiede nulla di meglio che di ricompensare chi lo merita veramente.
Così, anche se col Peccato originale Adamo ed Eva hanno disattivato il meraviglioso Piano di felicità che Dio aveva preparato per tutti, detto Piano può essere oggi riattivato in coloro che lo desiderano. Basta che gli interessati al ripristino chiedano a Dio, con amore, di operare in tal senso. L’uomo che con umiltà e amore chiede a Dio di essere restaurato, si accorge che oggi il restauro è possibile, essendo voluto e proposto da Dio stesso. La fiducia e l’amore presenti in una persona che rinuncia a se stessa per offrirsi a Dio, spingeranno Dio a restaurare detta persona. Un bel giorno la persona si scoprirà mutata grazie appunto all’ ”innesto mistico”.
– L’Uomo nuovo di cui tanto si parla, è forse questo?
– E quale altro, se non questo?
Nel testo che segue, Gesù spiega a Luisa i motivi che lo spingono a desiderare che i suoi insegnamenti sul Volere divino siano diffusi al più presto, senza inutili ritardi, e in modo ordinato.
Gesù a Luisa Piccarreta: « Figlia mia, coraggio, non ti abbattere troppo. […] Innanzi al mio Volere il tuo deve scomparire. E poi, è la santità del mio Volere che vuol essere conosciuta; eccone la causa. La santità del vivere nel mio Volere non tiene via, nè porte, nè chiavi, nè stanze. Invade tutto. È come l’aria che si respira, che tutti devono e possono respirarla. Solo che lo vogliano, e che mettano da banda (in disparte) il volere umano , il Volere divino si farà respirare dall’anima, e le darà la vita, gli effetti, il valore della Vita del mio Volere. Ma se non viene conosciuto, come potranno amare e volere un vivere così santo? È la gloria più grande che può darmi la creatura.
La santità delle altre virtù è bastantemente conosciuta in tutta la Chiesa, [...] ma la santità del vivere nel mio Volere, gli effetti, il valore che contiene, l’ultima pennellata che darà la mia mano creatrice alla creatura per renderla simile a Me, non è conosciuta ancora. Ecco perciò tutta la mia premura che si metta fuori ciò che ti ho detto. [...]
Solo voglio che le cose escano fuori ordinate, perchè una parola che manchi, un nesso ed un connesso, un periodo spezzato, invece di gettare luce mi getteranno tenebre, invece di farmi dare gloria e amore, le creature resteranno indifferenti. Perciò sii attenta. Ciò che ho detto Io, voglio che esca intero. » [51]
Molti si chiedono che vantaggio ci sia ad accettare in noi l’ “innesto mistico”.
A questa domanda io rispondo così: il fatto di vivere nel Divin Volere trasforma in paradiso il terreno dove questo Volere si stabilisce: l’anima di un individuo, o di una comunità. Gli esseri umani che accettano di vivere col Volere divino innestato al posto del loro volere umano finiscono per abbandonare i capricci che li rendono egoisti, ribelli, superbi.
Nel corso del terzo millennio cristiano questo ideale sarà verosimilmente adottato da tutti gli esseri umani, e genererà una società di grandi santi. Gesù si riferisce a questi santi definendoli: “Figli di Luce della Seconda Generazione”. [52]
Chi sono?
Si tratta di persone che nel corso del terzo millennio cristiano vivranno nella Divina Volontà. Lo scopo della Creazione è che tutte le creature compiano laDivina Volontà.
Gesù spiega a Luisa che la via da Lui percorsa per compiere l’opera della Redenzione è stata di fare sempre la volontà del Padre. Gesù si esprime nel modo seguente:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, Io sulla terra non facevo altro che darmi in balìa della Volontà del Padre, sicchè se pensavo, pensavo nella mente del Padre, se parlavo, parlavo nella Volontà del Padre, se operavo, operavo nelle mani del Padre. Anche il respiro respirava in Lui. Tutto ciò che facevo andava ordinato come Lui voleva, sicchè potevo dire che la mia vita la svolgevo nel Padre.
Io ero il portatore del Padre, perchè tutto chiuso nel suo Volere. Niente facevo da Me. L’unico mio pensiero era la Volontà del Padre, perciò non badavo a me stesso. Nè per le offese che mi recavano Io interrompevo il mio corso, ma sempre ad Essa volavo come al mio centro. E la mia vita naturale finì quando in tutto compii la Volontà del Padre.
Così tu, figlia mia, se ti darai in balìa della mia Volontà non avrai più pensiero di nulla. » (14 agosto 1917). [53]
Luisa Piccarreta con il suo Crocifisso.
Luisa Piccarreta ha vissuto nel nascondimento. Inizialmente i suoi scritti sono stati approvati dal suo direttore spirituale (Padre Annibale di Francia) ma nel 1938 un anonimo ecclesiastico si è presentato in casa sua e li ha tutti confiscati, dichiarandoli “fuori legge”. Questo gesto è stato per Luisa l’equivalente di una pugnalata al cuore, ma nonostante il dolore Luisa ha conservato la pace e la calma. Ci è riuscita grazie alla fiducia che aveva riposto in Gesù.
Questa strana messa al bando degli scritti di Luisa Piccarreta (le modalità di questa “condanna” sembrano del tutto irregolari) è durata 58 anni, fino al 1996.
Nel 1996, in seguito ai ripetuti interventi di Mgr Giuseppe Carata, vescovo della diocesi di Trani, gli scritti di Luisa sono stati fotocopiati e fatti uscire dagli archivi. Questo ha permesso a Mgr Cassati, successore di Mgr Carata, di iniziare il processo per la causa di beatificazione di Luisa Piccarreta. Oggi Luisa è riabilitata, com’è successo a suor Faustina Kowalska, ed esistono fonti diverse di messaggi profetici che confermano l’origine soprannaturale dei suoi insegnamenti sulla Divina Volontà. A titolo d’esempio, eccone due:
1. - La Madonna a don Stefano Gobbi: «La Nuova Era che vi annuncio coincide con il pieno compimento della Volontà divina. Così si realizzerà ciò che Gesù vi ha insegnato a domandare al Padre. “Venga il tuo Regno, e sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.
È il tempo in cui le creature umane compiranno il Volere divino del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. A partire dal perfetto compimento delVolere divino, la Terra sarà tutta rinnovata. Dio vi ci troverà l’equivalente del suo nuovo Eden, e vi abiterà in compagnia delle sue amate creature. »(Cf.: il “Libro azzurro” di don Stefano Gobbi, in data 15 agosto 1991).
2. - Gesù a Vassula Ryden: «Finchè rimarrete attaccati a questo mondo transitorio non riuscirete a capire che è solo abbandonandovi corpo e anima al mio Santo Spirito che i vostri pensieri si trasformeranno in nobili pensieri. È soltanto allora che si realizzerà la mia Volontà, dopo che avrete assorbito in voi la potenza della divinità. Solo allora si compirà in voi la mia opera, e questo grazie alla divina nobiltà di pensiero e allo stato di grazia divina che in voi si saranno radicati. » [54]
Le pagine scritte da Luisa Piccarreta ci fanno prendere coscienza che esiste un rapporto diretto tra il Volere divino e il Regno messianico. [55] Il Volere divino è come una sorgente d’acqua, e il Regno messianico come il ruscello che si forma a partire da essa. Coloro che berranno l’acqua di questo ruscello avranno la gioia di vivere come Adamo ed Eva vivevano prima il Peccato originale. Codesti uomini sono forse un’immagine dell’Uomo nuovo che deve rinascere in noi come Gesù l’ha spiegato a Nicodemo? Una cosa è certa: l’uomo che oggi accetta l’ “innesto mistico” che Dio gli offre, sa che il Volere divino farà di lui un Figlio di Dio autentico, già esercitato alla vita del paradiso.
2. - Divin Volere in azione: “Fiat”+“Fiat”+“Fiat”.
Luisa Piccarreta ci permette di intuire una cosa importante: che nel Piano di divino che riguarda l’Umanità, ognuna delle tre Persone divine ha un ruolo che le risulta specifico. Per esempio, il ruolo di Creatore è del Padre, il ruolo di Redentore è del Figlio, il ruolo di Santificatore è dello Spirito Santo. Luisa dice che ognuno di questi ruoli può essere espresso verbalmente con la parola latina: “Fiat”. [56] Dice pure che i tre “Fiat” del Piano trinitario sono successivi: il primo è quello del Padre, il secondo è quello del Figlio, e il terzo è quello dello Spirito Santo. Attualmente, aggiunge Luisa, l’Umanità è alla vigilia del terzo “Fiat”, quello dello Spirito Santo.
La tabella che segue (n. 1) è offerta per facilitare la percezione visiva di questo concetto:
Tabella n. 1:
PRIMO “FIAT”:
“FIAT LUX” = CHE LA LUCE SIA.
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SECONDO “FIAT”:
“FIAT REDEMPTIO” = CHE LA REDENZIONE SIA.
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TERZO “FIAT”:
“FIAT SANCTIFICATIO” = CHE LA SANTIFICAZIONESIA.
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In virtù della coesione perfetta [57] che esiste fra le tre Persone divine, ogni volta che una Persona della Trinità interviene per realizzare la sua parte, cioè il“Fiat” che le appartiene, la perfezione d’unità che abita le Persone trinitarie fa sì che vi aderiscano tutte tre, e in modo perfetto. Il brano seguente parla di questo grande mistero di unione perfetta. Si tratta di un dialogo tra Gesù e Luisa, datato 24-01-1923 (vol. 15).
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, la mia Volontà nel Cielo conteneva il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo. Una era la Volontà delle tre divine Persone. Mentre erano distinte tra loro, la Volontà era una. Questa, essendo la sola che agiva in Noi, formava tutta la nostra felicità, l’eguaglianza d’amore, di potenza, di bellezza, ecc... Se invece di una Volontà ce ne fossero tre, non potremmo essere felici, e ancora meno rendere felici gli altri. Saremmo stati ineguali nella Potenza, nella Sapienza, nella Santità, ecc... Sicchè la nostra Volontà una, agente in Noi, è tutto il nostro bene, da cui scaturiscono tanti mari di felicità, che nessuno può penetrare fino al fondo.
Ora, la nostra Volontà, vedendo il gran bene dell’agire sola in tre Persone distinte, vuole agire sola in tre persone distinte in terra, e queste sono la Madre, il Figlio, la Sposa. Da queste vuol fare scaturire altri mari di felicità, che porteranno beni immensi a tutti i viatori.»
Luisa Piccarreta a Gesù: «Ed io tutta meravigliata ho detto: “Amor mio, chi sarà questa Madre fortunata, questo Figlio e questa Sposa, che adombreranno la Trinità sulla terra, e che la tua Volontà sarà una di loro?” E Gesù: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Come, non l’hai capito ? Due sono già al posto d’onore: la mia Mamma divina ed Io, Verbo eterno, Figlio del Padre celeste, e Figlio della Madre celeste; con l’incarnarmi nel seno di Lei fui suo proprio figlio. La Sposa è la piccola figlia del mio Volere. Io ci sono nel mezzo, la mia Mamma a destra, e la Sposa a sinistra. Come la mia Volontà agisce in Me, fa l’eco a destra e a sinistra, e ne forma una solo Volontà. Perciò ho versato tante grazie in te, ti ho aperto le porte del mio Volere, ti ho svelato i segreti, i prodigi che Esso contiene, per aprire tante vie per farti giungere l’eco del mio Volere, affinchè, disperdendo il tuo, tu possa vivere con la sola mia Volontà. Non ne sei contenta? »
La tabella seguente ha per scopo di favorire una concezione visuale e sintetica dei tre “Fiat” della Santissima Trinità.
Tabella n. 2:
LA PIANIFICAZIONE DIVINA È TRINITARIA
Prima tappa (Creazione).
(Padre)
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Seconda tappa (Redenzione).
(Figlio)
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Terza tappa (Santificazione)
(Spirito Santo)
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ANTICO TESTAMENTO
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NUOVO TESTAMENTO
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TESTAMENTO
FUTURO
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Era di GIUSTIZIA
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Era diMISERICORDIA
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Era di SANTITÀ
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Spiegazioni:
1) - Era di Giustizia. È l’Era di Dio Padre. Comincia nel momento in cui Adamo commette il Peccato originale, e termina nel momento in cui Cristo, “Secondo Adamo”, muore sulla croce. La caratteristica principale di questa Era è la seguente: anche se Dio giudica che una persona fa parte della categoria dei “giusti” – è il caso di Abramo, di Mosè, dei profeti e dei patriarchi dell’Antico Testamento – al momento della morte l’anima di questa persona non può accedere direttamente alla felicità del Cielo. Ciò spiega perchè i giusti dell’Antico Testamento, S. Giuseppe compreso, prima di salire al Cielo hanno dovuto aspettare il compimento della Redenzione in un posto chiamato Limbo.
2) - Era di Misericordia. È l’Era di Dio Figlio. Questo periodo è iniziato alla morte di Cristo e terminerà con la Fine dei Tempi. La Redenzione è compiuta. Caratteristica principale di questo periodo è che le anime che muoiono in grazia di Dio possono andare in Paradiso senza essere costrette a sostare nel Limbo. Se però una persona muore in grazia di Dio senza essere completamente purificata, essa va in Purgatorio. [58] La fine di questo periodo coinciderà con la Seconda Parusia, chiamata pure Parusia intermedia. Parusia significa: “Dio si rivela all’uomo scendendo dal Cielo per venire ad incontrarlo sulla Terra”. La Parusia intermedia è quella del ritorno di Gesù nella gloria. Dio Padre ha stabilito che alla Fine dei Tempi Gesù ritorni sulla Terra per instaurare il suo Regno messianico. In vista di questo evento la terra sarà purificata, rinnovata e dotata di una nuova configurazione astrale. [59]
3) - Era di Santità. È l’Era di Dio Spirito Santo. Questo periodo è presentato dai profeti come un periodo di felicità che inizierà alla Fine dei Tempi, e terminerà alla Fine del Mondo. La Fine dei Tempi sembra ora arrivata, perchè nel 1948 gli Ebrei hanno ricostituito il loro antico Stato d’Israele. [60] Questa Era è un periodo che sembra coincidere con quel “Regno di Dio” che noi cristiani invochiamo da 2.000 anni recitando il “Padre Nostro”, ma anche col“Millennio felice” che S. Giovanni descrive nell’Apocalisse (Ap 20, 1-6). A Maria Valtorta Gesù ha spiegato che lo scopo ultimo della Redenzione è di arrivare al Regno messianico. Questo, a parer mio, corrisponde al Millennio felice, che in fin dei conti è un “Regno di felicità in Dio”.
Innovazione sorprendente: le tre tappe appena citate sembrano avere una durata ben precisa: la prima una durata di 4.000 anni, la seconda una durata di 2.000 anni, e la terza una durata di 1.000 anni. [61]
Ecco una terza tabella concepita per riassumere in modo visivo quanto detto finora:
Tabella n. 3:
Visto che la coesione divina è perfetta, ogni volta che una Persona trinitaria interviene per realizzare il suo “Fiat”, che è quella parte del Piano che Essa stessa si è riservata, è come se le tre Persone fossero tutte presenti (con la loro rispettiva volontà) nell’azione in corso.
Per comprendere come avviene tutto ciò, il lettore è invitato a leggere il brano che segue. Gesù lo ha affidato a Maria Valtorta, [62] che lo ha scritto mentre il mondo viveva la tragedia della seconda guerra mondiale.
Gesù a Maria Valtorta: «Come uno a cui preme di fare intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa, e che qui è il mio Regno. [Regno temporale, ma di riflesso anche quello eterno. ndr]. Perchè nel mio Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto. Perchè nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza. Perchè nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice. Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio Trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso [dopo il “Millennio di Pace”. ndr [63]], nella sua creatura [l’anti-Cristo, prima del “Millennio di Pace”. ndr [64]], nei suoi precursori [Napoleone, Hitler, Stalin, eccetera... ndr [65]]. »
Abbiamo visto che al momento della morte i Giusti dell’Antico Testamento non entrarono subito in Paradiso, ma furono costretti ad attendere il compimento della Redenzione in un posto chiamato Limbo. Poi abbiamo notato che i Santi del Nuovo Testamento possono entrare in Paradiso fin dalla loro morte, senza sostare nel Limbo. Se questa progressione dovesse continuare, è lecito sperare che i futuri santi, quelli dell’Era nuova, possano conoscere la felicità del Paradiso fin da questa terra.
Questo concetto è confermato da S. Giovanni che nell’Apocalisse ci parla di Prima risurrezione. Per capire in che cosa consiste la Prima risurrezionebisognerebbe accettare l’idea appena menzionata, la quale propone che i Santi dell’Era nuova possano vivere la felicità del Paradiso fin da questa terra.
Quando Luisa Piccarreta dice che l’umanità è fatta per vivere nel Divin Volere, e che questo Volere ci divinizzerà, essa vuol dire probabilmente che ilRegno messianico assomiglierà al Paradiso terrestre di Adamo ed Eva prima del Peccato originale. In questo caso la Prima risurrezione ci permetterebbe di vivere su questa terra come se già fossimo in Paradiso. Che significa questo? Significa, io penso, che il Regno messianico corrisponde al Millennio felice di cui parla S. Giovanni all’inizio del XX capitolo dell’Apocalisse. [66] Se una persona si sente oggi spinta a vivere nel Divin Volere, già lo può fare. Basta che rinunci alla sua volontà umana – erede di quella chi ci ha traditi nella persona dei nostri Progenitori – e chieda a Dio di sostituirla con la sua, che è divina. La risposta di Dio, sotto la forma di una Pentecoste personale e poi collettiva, non si farà aspettare a lungo.
3. - Azione perenne dell’Amore trinitario.
Per far contento Gesù che le dice di non tralasciare nulla di quello che può scrivere, Luisa Piccarreta ci ha lasciato anche queste parole:
Luisa racconta: «Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù mi faceva vedere il rev.do Padre che deve occuparsi della stampa degli scritti sull’adorabile Volontà di Dio, e Gesù, mettendosi a lui vicino gli diceva: »
Gesù: «Figlio mio, il titolo che darai al libro che stamperai sulla mia Volontà sarà questo: “Il Regno del Fiat in mezzo alle creature. Libro di Cielo. Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto, e nello scopo per cui fu creata da Dio.”»
Poi voltandosi verso Luisa, Gesù ha continuato:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Vedi, anche il titolo voglio che corrisponda alla grande opera della mia Volontà. Voglio che la creatura comprenda che il suo posto, assegnato da Dio, è nella mia Volontà. E fino a tanto che non entrerà in Essa, sarà senza posto, senza ordine, senza scopo; sarà un intruso nella Creazione, senza diritto di sorta, e perciò andrà ramingo, senza pace, senza eredità,; ed Io, mosso a compassione di lui, gli griderò continuamente: Entra nel tuo posto, vieni nell’ordine, vieni a prendere la tua eredità, a vivere in casa tua... Perchè vuoi vivere in casa estranea? Perchè vuoi occupare un terreno che non è tuo? E non essendo tuo vivi infelice, e sei il servo e lo zimbello di tutte le cose create.
Tutte le cose create da Me, perchè stanno al loro posto, stanno nell’ordine ed in perfetta armonia, con tutta la pienezza dei loro beni, assegnati loro da Dio... Tu solo vuoi essere infelice? Ma infelicità volontaria. Perciò, vieni al posto tuo; là ti chiamo e ti aspetto. [...]
Figlia mia, come sono belle le opere nostre! Sono il nostro onore e la nostra gloria perenne. Tutte le cose stanno al loro posto, e ciascuna cosa creata compie perfettamente il proprio ufficio.
Solo l’uomo è il nostro disonore nella nostra opera creatrice, perchè col sottrarsi dalla nostra Volontà cammina con la testa in giù in terra, e coi piedi per aria... Che disordine, che disordine! Fa ribrezzo a vederlo. [...]
L’ufficio della testa è di dominare, non di camminare. Camminare è l’ufficio dei piedi. Sicchè il fare la propria volontà è il vero e perfetto capitombolo dell’uomo e il disordine dell’umana famiglia.
Perciò mi interessa tanto che la mia Volontà sia conosciuta, affinchè l’uomo ritorni al suo posto, non più strisci con la testa giù, ma cammini coi piedi; non più formi il mio ed il suo disordine, ma il mio ed il suo onore. Guarda tu stessa: non compariscono brutte le creature a vederle camminare con la testa per terra? Non dispiace anche a te vederle così disordinate? » (27 agosto 1926). [67]
Gesù a Luisa Piccarreta: «Ah, figlia mia, la creatura imperversa sempre più nel male. Quante macchine di rovina stanno preparando! Giungeranno a tanto da esaurire lo stesso male. Ma mentre loro si occuperanno nel fare la loro via, Io mi occuperò che il mio “Fiat Voluntas tua” abbia compimento ed esaudimento, che la mia Volontà regni sulla terra, ma in modo tutto nuovo. Mi occuperò a preparare l’Era del terzo “FIAT”, in cui il mio Amore sfoggerà in un modo meraviglioso e inaudito... Ah, sì! Voglio confondere l’uomo tutto in Amore. Perciò sii attenta. Ti voglio con Me a preparare quest’Era d’Amore celeste e divina, e opereremo insieme...» (8 febbraio 1921). [68]
Nel meditare queste parole di Luisa, uno si convince che “Dio è amore eterno”. Ora, se è vero che l’amore è attivo per definizione − questo veniva ancora insegnato qualche anno fa dai maestri delle scuole − ciò significa prima di tutto che in Dio c’è un’azione continua, e secondariamente che questa azione continua è prodotta dall’amore.
Ecco allora la conclusione: “Fiat” è una parola latina che significa: “Che ciò avvenga”. (Si tratta di una forma di vita chiamata all’esistenza da una volontà capace di concepirla e di realizzarla). Se il concetto espresso da questa parola “FIAT” viene addizionato e fuso al concetto espresso dalla parolaAMORE, ne deriva un terzo concetto che in pratica potrebbe definire “Dio”. Infatti la fusione di questi due concetti ne genera un terzo, che io chiamerei: “POTENZA D’AMORE SEMPRE ATTIVA”. Non è questa una possibile definizione della quintessenza divina? [69]
- III -
LUISA PICCARRETA: VITA E OPERE
1. - Luisa Piccarreta: l’essenziale della sua vita. [70]
Luisa Piccarreta nasce il 23 aprile 1865 a Corato, nelle Puglie. Suo padre e sua madre, Vito-Nicola Piccarreta e Rosa Tarantini, la fanno battezzare il giorno stesso della sua nascita. Durante l’infanzia Luisa appare timorosa. Ha spesso dei sogni che le fanno paura e la rendono apprensiva. Per esempio, le capita spesso di vedere la Madonna cacciare il diavolo lontano da essa. Ricordando tutto ciò, un giorno Gesù le dice:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, anche la vergogna con cui ti circondai nella tua tenera età fu una delle più grandi gelosie d’amore per te. Non volevo che in te entrasse nessuno, nè il mondo, nè le persone. Volevo renderti estranea a tutti. A nessuna cosa volevo che tu prendessi parte e che ti facesse piacere, perchè avendo stabilito fin da allora che dovevo formare in te il Regno del Fiat supremo, e dovendo tu prendere parte alle sue feste e alle gioie che in esso ci sono, era giusto che nessun’altra festa tu godessi, e che dei piaceri e divertimenti che ci sono sulla terra ne dovessi restare digiuna. Non ne sei contenta?”
Luisa scrive: “Ma ad onta che ero vergognosa e paurosa, ero di temperamento vivace e allegro. Saltavo, correvo. Facevo anche delle impertinenze”.[71]
All’età di 9 anni Luisa fa la Prima Comunione e riceve il sacramento della Cresima. Un anno più tardi una voce inizia a parlarle interiormente. Dopo un po’ Luisa si rende conto che questa voce è quella di Gesù, che le chiede il distacco da se stessa e da tutto. Gradualmente Gesù diventa la sua guida sulle cose spirituali.
Luisa ha quattro sorelle, ma nessun fratello. Vive a Corato con la sua famiglia, ma nei mesi estivi la famiglia si sposta di una trentina di chilometri per il lavoro che c’è da fare in una masseria chiamata “La Torre disperata”.
A 13 anni Luisa vede Gesù che porta la croce, e che la guarda come per chiederle aiuto. Verso i 16 anni Luisa accetta quello che Gesù le propone di fare: dedicare la sua vita alla Divina Volontà.
All’età di 17 anni Luisa non vuole mangiare, non ci riesce. Un sacerdote chiamato dalla famiglia le impone di mangiare per obbedienza. Allora Luisa mangia regolarmente quello che le viene presentato, ma poi lo vomita. La cosa è stranissima, ma ancor più strana se si pensa che i cibi vomitati sono sempre intatti e profumati, come se non fossero mai stati masticati, nè inghiottiti. La famiglia di Luisa non capisce, e chiama in aiuto, uno dopo l’altro, quasi tutti i sacerdoti della città di Corato. I fenomeni sono così strani che i sacerdoti sono completamente disorientati. Non sanno cosa fare. Coloro che non si ribellano, capitolano. Questo provoca in Luisa sofferenze morali considerevoli, anche perchè a lungo andare i familiari di Luisa finiscono per imitare il comportamento dei sacerdoti. [72]
Luisa nella sua posizione più abituale
L’incomprensione è talmente grande che Luisa non può vivere una vita normale. All’età di 22 anni è costretta a letto in modo permanente, e ciò favorisce la sua vita spirituale. Il 16 ottobre 1888 Gesù l’invita ad accettare il “Matrimonio mistico”. Luisa accetta, e undici mesi più tardi, l’8 settembre 1889, quest’unione mistica è ratificata dalla SS. Trinità alla presenza di tutta la Corte celeste. Per la circostanza Luisa riceve il più grande dono che Dio possa fare ad una creatura umana: il dono della Divina Volontà, un dono che supera anche quello del Matrimonio mistico. [73]
Se le cose si sono svolte così – e nulla ci permette di pensare il contrario – in questo 8 settembre 1889 Dio avrebbe depositato il seme del suo terzo“Fiat” nel cuore di Luisa Piccarreta, un cuore umano scelto fra i più piccoli e nascosti della terra. Tutto ciò si sarebbe prodotto nel silenzio e nella modestia più totali. [74]
Nel febbraio dell’anno 1899 Luisa comincia a scrivere quello che Gesù le chiede di scrivere. Lo fa per accontentare Gesù e per obbedire al suo confessore. Grazie a questa sua obbedienza, che si prolungherà per una quarantina d’anni, Luisa riuscirà à mettere su carta tutto quello che Gesù voleva rivelare al mondo circa il mistero della Divina Volontà.
Il 4 marzo 1947 Luisa muore di polmonite, cinquanta giorni prima del suo 82mo compleanno. In tanti anni di degenza il suo corpo ha preso la forma di una “L”. Le persone incaricate di preparare la sua salma tentano di raddrizzarla, ma non ci riescono. Per seppellirla viene dunque fabbricata una bara speciale, fatta anch’essa a forma di “L”.
Oltre alla sua corrispondenza Luisa ha lasciato 36 quaderni manoscritti, tutti consacrati al tema della Divina Volontà. La storia di questi manoscritti è piuttosto interessante. Nel 1938, per ragioni mal definite, sono stati tutti confiscati dalle autorità ecclesiastiche, nascosti negli archivi vaticani, e dimenticati colà per 58 anni. Recentemente sono stati fotocopiati e recuperati grazie all’intervento di Mgr Carata, vescovo di Trani, e di Mgr Cassati, suo successore. Nel 1994 il Vaticano ha chiesto a Mgr Cassati di iniziare il processo per la causa di beatificazione di Luisa Piccarreta. Questo processo è stato subito iniziato, ed il 31 ottobre 2005 è passato dalle autorità diocesane a quelle vaticane.
Luisa dopo il suo decesso
Il caso di Luisa assomiglia un po’a quello di suor Faustina Kowalska, che dopo aver subito il rifiuto dei suoi è stata completamente riabilitata. Padre Annibale Di Francia, ex-direttore spirituale di Luisa, ed oggi santo canonizzato, parla di Luisa in questi termini:
Santo Annibale Di Francia scrive su Luisa: «Questa anima solitaria è una vergine purissima, tutta di Dio, che apparisce come oggetto di singolare predilezione del Divin Redentore Gesù. Nostro Signore, che di secolo in secolo accresce sempre di più le meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita da ogni istruzione, abbia voluto formare uno strumento adatto per una missione così sublime che nessun’altra le si possa paragonare, cioè il trionfo della Divina Volontà sull’universo orbe, in conformità con quanto è detto nel “Pater Noster”: Fiat voluntas tua, sicut in Cœlo et in terra. [...]
Questa Sposa di Gesù Crocifisso, che la notte la passa nelle estasi dolorose e nei patimenti di ogni genere, nel vederla poi nella giornata mezzo seduta in letto, lavorando di ago e di spillo, nulla, nulla trasparisce, il menomo nulla di una che la notte abbia tanto sofferto. Nulla, nulla di aria di straordinarietà, di sovrannaturale. Invece la si vede in tutto aspetto di una persona sana, lieta e gioviale. Parla, discorre, occorrendo ride, accoglie però poche amiche.
Talvolta qualche cuore tribolato le si confida, le domanda preghiere. Lei ascolta benignamente, conforta, ma giammai si avanza a fare da profetessa, giammai una parola che accenni a rivelazioni. Il gran conforto che essa presenta è sempre uno, sempre lo stesso argomento: la Divina Volontà.
Sebbene non possegga alcuna umana scienza, pure è dotata in abbondanza di una Sapienza tutta celeste, della Scienza dei Santi. Il suo parlare illumina e consola. Di sua natura non è scarsa d’ingegno. Di studi quando era piccola, fino alla prima classe. Il suo scrivere è zeppo di errori, quantunque non le manchino termini appropriati in conformità alle rivelazioni, che pare gliele infonda Nostro Signore.
Una nota del gran distacco di quest’anima da ogni cosa terrena, si è l’aborrimento e la costanza di non accettare qualunque dono o in denaro o in altro. Più di una volta, persone che hanno letto “L’Orologio della Passione” e si è svegliato in loro un senso di sacro affetto per quest’anima solitaria e sconosciuta, mi hanno scritto di volerle inviare del denaro. Ma essa si è opposta così recisamente come se le avessero fatta un’offesa. » [75]
Gesù parlava spesso a Luisa, e Luisa gli rispondeva. Che cosa si dicevano? Un primo esempio di dialogo tra Gesù e Luisa è riportato nelle righe seguenti:
Luisa racconta: “Mentre scrivevo sentivo il peso del grande sacrificio di scrivere, e l’offrivo al mio caro Gesù per ottenere che la Divina Volontà sia conosciuta, voluta ed amata da tutti. [...] E siccome mi sentivo sofferente, con stento continuavo a scrivere. Ed il mio dolce Gesù per fortificarmi mi ha detto:”
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia benedetta, coraggio. Sono Io con te, ed è tanto il mio compiacimento mentre scrivi, che in ogni parola che scrivi ti do un bacio, un abbraccio, una mia Vita divina per dono. E sai perchè? Vedo copiata in questi scritti la nostra Vita d’eterno Amore, la copia della nostra Divina Volontà operante.
E poi, è il nostro Amore represso per ben sei mila anni, che si sfoga, che ha i suoi refrigeri alle nostre fiamme, che fa conoscere quanto ama la creatura, e l’ama tanto che vuol darle la sua Volontà come vita, e questo per poter dare da’ambo le parti: ciò che è mio è tuo. Il vero amore allora è contento quando può dire: Ci amiamo di uguale amore. Ciò che voglio Io vuole essa... Se ci fosse disparità d’amore, questo renderebbe infelice l’amore dell’Uno e dell’altra. E se l’Uno volesse una cosa, e l’altra un’altra, l’unione e l’amore cesserebbero. E siccome il mio Amore è vero amore, sapendo che la creatura possiede amore finito e volontà finita, le do il mio Amore infinito e la mia Volontà infinita. Così possiamo dire: ci amiamo di un solo Amore, teniamo una sola Volontà. Se l’uno non diventa volontà dell’altro, il vero amore non esiste, nè possiede la sorgente.
Quindi dovresti essere contenta del sacrificio che fai di scrivere, sapendo che serve allo sfogo del mio Amore, per tanti secoli represso, e al refrigerio delle mie fiamme che sono tante che mi fanno dare in delirio. Perciò amiamoci d’un solo amore, e diciamo insieme: ciò che vuoi tu, lo voglio io... Di’: Gesù, la mia volontà sperdila nella tua, e dammi la tua per vivere.” [76]
I sei mila anni di cui parla Gesù, sono gli anni che l’umanità ha trascorso lontano dal Divin Volere, e questo a causa del Peccato originale. Gesù afferma che l’uomo è sulla terra da sei mila anni, e che l’Amore divino si sente represso nei riguardi dell’uomo, questo perchè da quando Adamo ha respinto il Divin Volere, l’Amore divino non può esprimersi come vorrebbe. [77] Invitando poi Luisa a vivere nel Divin Volere, Gesù le dice che la strada da percorrere è quella dell’amore. La conformità al Divin Volere, il cui scopo è l’unione degli esseri nella felicità del Cielo, è un frutto dell’amore, si realizza tramite l’amore. Gesù si serve di Luisa per insegnarci che soltanto l’amore è in grado di trasformare più voleri in uno solo, e così prepararci all’unione che si vive in Cielo. In un’altra occasione Gesù dice ancora a Luisa:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Voglio da te la perfetta conformità alla mia Volontà, in modo che la tua volontà venga a disfarsi totalmente nella mia. ” [78]
Nelle parole che seguono, Gesù spiega a Luisa che la Volontà di Dio opera meglio nei cuori piccoli. Più l’uomo è umile, meglio si presta alle divine realizzazioni.
Gesù a Luisa Piccarreta: “Io girai e rigirai la terra. Guardai una per una tutte le creature per trovare la più piccola fra tutte, e fra tante trovai te, la più piccola fra tutte. La tua piccolezza mi piacque, e ti scelsi. Ti affidai ai miei angeli acciocchè ti custodissero, non per farti grande, ma perchè custodissero la tua piccolezza. Ed ora voglio incominciare la grande opera del compimento della mia Volontà. Nè con ciò ti sentirai più grande, anzi la mia Volontà ti farà più piccola, e tu continuerai ad essere la piccola figlia del tuo Gesù, la piccola figlia della mia Volontà. [79]
Abbiamo visto che Luisa ama il nascondimento, e che soffre moltissimo dell’obbligo che ha di mettere per iscritto i segreti della sua vita spirituale. Lo fa solo perchè è tenuta a farlo in nome della santa obbedienza. Ma quando questa sofferenza diventa troppo forte, Luisa ne parla con Gesù. Gli confida che non ce la fa più ad andare avanti. Il 5 dicembre 1921 Gesù interviene per rassicurarla. Ne deriva un altro dialogo, quello espresso nelle righe seguenti.
Gesù a Luisa Piccarreta: “È giusto, è necessario che Io parli di te. Sarebbe bello che uno sposo, che deve contrarre sposalizio con la sua sposa, debba trattare con gli altri e non con lei, mentre è necessario che si confidino i loro segreti, che uno sappia ciò che tiene l’altro, che i genitori dotino questi sposi, e che anticipatamente ognuno si abitui ai modi dell’altro?
Luisa Piccarreta a Gesù: Io ho soggiunto: Dimmi, Vita mia, la mia famiglia chi è? Qual’è la mia dote, e qual’è la tua? E sorridendo ha ripreso:
Gesù a Luisa Piccarreta: La tua famiglia è la Trinità. Non ti ricordi, nei primi anni di letto, che ti condussi in Cielo, e dinanzi alla Trinità sacrosanta facemmo la nostra unione? E la Trinità ti dotò di tali doni che tu stessa non li hai conosciuti ancora. E come ti parlo del mio Volere, dei (suoi) effetti e valore, sono scoperti dei doni con cui fin d’allora fosti dotata. Della mia dote non ti parlo, perchè ciò che è tuo è mio.
E poi, dopo pochi giorni, scendemmo dal Cielo tutte tre le Divine Persone, prendemmo possesso del tuo cuore, e formammo la nostra perpetua dimora. Prendemmo le redini della tua intelligenza, del tuo cuore, e di tutta te stessa, ed ogni cosa che tu facevi era uno sbocco della nostra volontà creatrice in te. Erano conferme che il tuo volere fosse animato da un volere eterno. Il lavoro è già fatto. Non resta altro che farlo conoscere, per fare che non solo tu ma anche gli altri possano prendere parte a questi grandi beni. E questo lo sto facendo, chiamando ora un mio ministro ed ora un altro, e anche ministri di lontane parti...” [80]
Gesù ammette Luisa nei misteri del suo amore. Luisa rimane tuttavia una creatura fragile, capace di preoccuparsi di questo e di quello. In certi casi i suoi timori sono per le parole che sta scrivendo. Soffre il martirio all’idea che queste belle pagine possano un giorno servire la curiosità morbosa di persone indegne, divenire come delle perle date ai porci. Le dispiacerebbe che ciò si producesse. Gesù le viene ancora in aiuto, e per aiutarla a superare le preoccupazioni eccessive le dice:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, non ti turbare. Questi scritti sono miei, non tuoi, ed in mano a chi potranno andare nessuno potrà toccarli per sciuparli. Io li saprò custodire e difendere perchè è roba che mi appartiene. Chiunque li prenderà con buona e retta volontà troverà una catena di Luce e d’Amore con cui amo le creature.
Questi scritti li posso chiamare sfogo del mio amore, follie, deliri, eccessi del mio amore con cui voglio vincere la creatura affinchè ritorni nelle mie braccia, per farle sentire quanto l’amo. E per maggiormente farle conoscere quanto l’amo voglio giungere all’eccesso di darle il gran dono della mia Volontà come vita. Solo con essa l’uomo potrà mettersi al sicuro, e sentire le fiamme del mio Amore, le mie ansie, di quanto lo amo.
Sicchè chi leggerà questi scritti con l’intenzione di trovare la verità, sentirà le mie fiamme, e si sentirà trasformato in amore, e mi amerà di più. Chi poi leggerà per trovare cavilli e dubbi, nella sua intelligenza resterà accecato e confuso dalla mia Luce e dal mio Amore.
Figlia mia, il bene, le mie verità producono due effetti, uno contrario all’altro: ai disposti è luce per formare l’occhio nella loro intelligenza, e vita per dare la vita di santità che le mie verità racchiudono, agli indisposti li acceca e li priva del bene che le mie verità racchiudono. [...]
Perciò, degli scritti avrò più interesse Io che tu, perchè sono i miei. Una sola verità sul mio “Fiat” mi costa tanto che supera il valore di tutta la creazione. La Creazione è opera mia, invece la mia verità è Vita mia, è Vita che voglio dare alle creature. E lo puoi comprendere da ciò che hai sofferto, e dalle grazie che ti ho fatto per giungere a manifestarti le mie verità sul mio Santo Volere.” [81]
Luisa comincia quasi tutti i capitoli dei suoi libri con l’espressione: “Proseguendo nel mio stato abituale”. Queste parole significano che Luisa è immersa nel soprannaturale. Il fatto di vivere in questo stato gli permette di partecipare a tutto ciò che Dio fa. Il suo “stato abituale” è dunque il fatto di vivere nel soprannaturale, immersa nel Divin Volere. Gesù l’incoraggia con espressioni di questo tipo:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Continua il tuo volo nel mio Volere, perchè la volontà umana contiene debolezze, passioni, miserie, che sono veli che impediscono di entrare nel Volere eterno.” [82]
Un giorno Gesù confida a Luisa che la sua agonia al Getsemani è stata più penosa di quella della croce. Quest’ultima, le dice, era il trionfo su tutto, ed il completamento da tutto, ma il Getsemani ne era l’inizio. Gesù descrive la sua esperienza in questo modo:
Gesù a Luisa Piccarreta: “La colpa mi compariva così orrida, e più orribile della stessa morte. Nel capire soltanto che significa peccato, mi sentivo morire, e morivo davvero. Gridai al Padre, e fu inesorabile. Non c’era nessuno che mi desse un aiuto per non farmi morire. Gridai a tutte le creature che avessero pietà di me, ma invano. Sicchè la mia Umanità languiva, e stavo per ricevere l’ultimo colpo della morte.
Sai tu chi ne impedì l’esecuzione e sostenne la mia Umanità a non morire? Prima fu la mia inseparabile Mamma. Ella, nel sentirmi chiedere aiuto, volò al mio fianco e mi sostenne, ed Io poggiai il mio braccio destro su di lei. La guardai quasi morente, e trovai in lei l’immensità della mia volontà integra, senza esserci stata rottura tra la Volontà mia e la sua.
La mia Volontà è vita, e siccome la Volontà del Padre era irremovibile, e la morte mi veniva dalle creature, un’altra creatura che racchiudeva la vita della mia Volontà mi dava la vita. Ecco la mamma mia, che nel portento della mia Volontà mi concepì e mi fece nascere nel tempo, ora mi dà una seconda volta la vita per farmi compiere l’opera della Redenzione.
Poi guardai a sinistra, e trovai la piccola figlia del mio Volere. Trovai te come prima, col seguito delle altre figlie della mia Volontà. E siccome la mia Mamma la volli con me come primo anello della Misericordia, per cui dovevamo aprire le porte a tutte le creature, volli perciò poggiare la destra. A te ti volli come primo anello di giustizia, per impedire che si sgravasse su tutte le creature come si meritano. Perciò volli poggiare la sinistra, affinchè la sostenessi insieme con Me.
Con questi due appoggi Io mi sentii ridare la vita, e come se nulla avessi sofferto, con passo fermo andai incontro ai nemici. Ed in tutte le pene che soffrii nella mia Passione, molte di esse capaci di darmi la morte, questi due appoggi non mi lasciavano mai, e quando mi vedevano pressocchè a morire, con la mia Volontà che contenevano, mi sostenevano e mi davano come tanti sorsi di vita. Oh, prodigi del mio Volere! Chi mai può numerarli e calcolarne il valore? Perciò amo tanto chi vive nel mio Volere. Riconosco in lei il mio ritratto, i nobili miei lineamenti. Sento il mio stesso alito, la mia stessa voce. E se non l’amassi, defrauderei Me stesso. Sarei come un padre senza generazione, senza il nobile corteggio della sua corte, e senza la corona dei suoi figli. E se non avessi la generazione, la corte, la corona, come potrei chiamarmi re? Il mio Regno è formato da quelli che vivono nella mia Volontà. Da questo Regno scelgo la Madre, la Regina, i figli, i ministri, l’esercito, il popolo. Io sono tutto per loro, e loro sono tutti per Me.” [83]
2. - Luisa Piccarreta: “Primogenita dei Figli di Luce della Seconda Generazione”.
Chi sono i “Figli della Luce”? Sono i Santi. Ce ne sono stati in passato e ne ce ne saranno in futuro.
Ma che differenza c’è tra prima e seconda generazione di Santi? Che significa: “Figli della Luce della Prima Generazione”, e “Figli della Luce dellaSeconda Generazione”? “Santi della Prima Generazione”, e “Santi della Seconda Generazione”?
L’espressione utilizzata da Gesù è nuova, e come tale può apparire strana, ma poi arrivano le spiegazioni. Per esempio, Luisa dice che i Santi del passato sono come i cespugli di una foresta, mentre i santi del futuro saranno come gli alberi della stessa foresta. Aggiunge che la santità del futuro supererà la santità del passato perché sarà una santità divina anziché umana.
Piazzate nel loro contesto, le parole di Luisa ci permettono di tirare tre conclusioni:
1) La parola generazione (come pure la parola secolo), nel linguaggio di Gesù non ha il significato nostro abituale. Nella mente divina esistono solo due “generazioni”, quella anteriore alla Fine dei Tempi, e quella posteriore alla Fine dei Tempi. La linea di demarcazione è data proprio dalla Fine dei Tempi. Questo ci aiuta a capire meglio alcune frasi evangeliche, come quella di Mt 24, 34, che dice: “In verità vi dico, non passerà questa generazione prima che tutto questo accada” . [84]
2) Siccome l’Umanità attuale è arrivata alla Fine dei Tempi, e praticamente tocca la linea di demarcazione, i Santi della prima generazione sono quelli del passato (anteriori alla Fine dei Tempi), mentre i Santi della seconda generazione sono quelli del futuro (posteriori alla Fine dei Tempi).
3) L’Umanità che vivrà dopo la Fine dei Tempi sarà essenzialmente diversa da quella che avrà vissuto prima della Fine dei Tempi.
Per chiarire il tutto è utile ascoltare una parte del dialogo che Gesù e Luisa hanno avuto il 6 ottobre 1922. Questo dialogo ci permette di vedere come saranno i Santi del futuro, quelli dell’Era nuova. Anche Luisa sembra un po’ disorientata di fronte a ciò che Gesù le rivela. Il dialogo è il seguente:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, questo piano, questo fiumicello nel mio Volere, lo voglio da te. […] Se tutto ciò che è umano, sia anche un pensiero, non viene fatto nel mio Volere, il piano umano non prende possesso, il fiumicello non viene formato, ed il mio Volere non può scendere sulla terra per farsi conoscere e regnare.
Ond’io, nel sentir ciò, Gli ho detto: »
Luisa Piccarreta a Gesù: «Amor mio, Gesù, possibile che dopo tanti secoli di vita della Chiesa, che ha messo fuori tanti Santi, molti dei quali hanno fatto stupire Cielo e terra delle loro virtù è delle meraviglie che hanno operato, non dovevano questi operare tutto nel Divin Volere, in modo da formare questo piano che Tu dici? Stavi aspettando proprio me, la più inabile, la più cattivella ed ignorante, per fare ciò? Pare proprio incredibile!»
Gesù a Luisa Piccarreta: «Senti, figlia mia, la mia Sapienza tiene mezzi e vie che l’uomo ignora, che è obbligato a piegare la fronte ed adorarlo in mutuo silenzio. E non sta a lui dettarmi leggi, chi devo scegliere, ed il tempo opportuno che la mia bontà dispone. E poi dovevo prima formare i Santi che dovevano rassomigliarmi e copiare nel modo più perfetto, per quanto a loro possibile, la mia Umanità. E questo l’ho già fatto. Ora la mia bontà vuol passare oltre, e vuole dare in eccessi più grandi d’amore; e perciò voglio che [i nuovi Santi, ndr] entrino nell’umanità mia e copino ciò che faceva l’anima della mia Umanità nella Divina Volontà.
Se i primi hanno cooperato alla mia Redenzione di salvare le anime, di insegnare la Legge, di sbandire la colpa, limitandosi nei secoli in cui sono vissuti, i secondi passeranno oltre, copiando ciò che faceva l’Anima della mia Umanità nella Divina Volontà. Abbracceranno tutti i secoli, tutte le creature, ed elevandosi su tutti metteranno in vigore i diritti della Creazione che spettano a Me, e che riguardano le creature, portando tutte le cose alla prima origine della Creazione e allo scopo per cui la Creazione uscì. Tutto è ordinato in Me. Se la Creazione la misi fuori, deve ritornarmi ordinata come uscì dalle mie mani.
Già il primo piano degli atti umani cambiati in divini nel mio Volere fu fatto da Me. Lo lasciai come sospeso, e la creatura nulla seppe, meno che la mia cara ed indivisibile Mamma, ed era necessario: se l’uomo non sapeva la via, la porta, le stanze della mia Umanità, come avrebbe potuto entrarvi dentro e copiare ciò che Io facevo? Ora il tempo è giunto che la creatura entri in questo piano e vi faccia anche del suo nel mio. Che meraviglia che ho chiamato te per prima?
E poi, è tanto vero che ho chiamato te per prima, che a nessun’altra anima, per quanto a Me cara, ho manifestato il modo di vivere nel mio Volere, gli effetti di esso, le meraviglie e i beni che riceve la creatura operante nel Volere supremo. Riscontra quante vite di Santi vuoi, o libri di dottrine, in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella creatura, e la creatura operante nel mio. Al più troverai la rassegnazione, l’unione dei voleri, ma il Volere divino operante in essa, ed essa nel mio, in nessuno lo troverai.
Ciò significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun altro. Perciò sii attenta. La mia Giustizia lo esige, il mio Amore delira; perciò la mia Sapienza dispone tutto per ottenere l’intento. Sono i diritti, la gloria della Creazione che vogliamo da te. » [85]
L’attività di Luisa: lavorare al tombolo.
Visto che Luisa è la “Primogenita delle anime che formeranno la Seconda Generazione dei Figli della Luce ”, in che cosa consiste la sua missione? La risposta è reperibile nelle parole del seguente dialogo avvenuto tra Luisa e Gesù il 26 novembre 1921.
Luisa racconta: «Stavo pensando a ciò che sta scritto il giorno 19 del corrente [mese, ndr] [86] e dicevo tra me: “Com’è possibile che dopo la mia Mamma possa essere io il secondo poggio?”
Il mio dolce Gesù, attirandomi a Sè dentro una luce immensa mi ha detto:
“Figlia mia, perchè ne dubiti? Qual’è la ragione?”
Ed io: “La mia grande miseria”.
E Lui:“Questo mettilo da banda. E poi, se non eleggevo te, dovevo certo eleggere un’altra della famiglia umana, perchè questa si ribellò alla mia Volontà, e col ribellarsi mi tolse lo scopo della gloria, dell’onore che la Creazione doveva darmi. Quindi un’altra della stessa umana famiglia, con l’avere un continuo connesso col mio Volere, col vivere più con la mia Volontà che con la sua, abbracciando tutto nel mio Volere, doveva elevarsi su tutto per deporre ai piedi del mio trono la gloria, l’onore, l’amore che tutti gli altri non mi hanno dato.
Unico scopo della Creazione fu che tutti compissero il mio Volere, non fu che l’uomo operasse cose grandi, anzi le guardo come un nonnulla e le disprezzo se non sono il frutto della mia Volontà. Perciò molte opere nel più bello vanno a sfascio, perchè la vita della mia Volontà non c’era dentro. Onde l’uomo, avendo rotto la sua volontà con ma mia, mi distrusse il più bello, lo scopo per cui lo avevo creato. Lui si rovinò completamente e mi negò tutti i diritti che mi doveva come [suo, ndr] Creatore. Ma le mie opere portano l’impronta dell’eterno, e non potevano la mia infinita Sapienza e il mio eterno Amore lasciare l’opera della Creazione senza i suoi effetti e i diritti che mi spettavano.
Ecco perciò la Redenzione. Volli espiare con tante pene le colpe dell’uomo, e col non fare mai la mia volontà, ma sempre quella della Divinità, anche nelle cose più piccole, come il respirare, il guardare, il parlare, eccetera. La mia Umanità non si moveva nè aveva vita se non era animata dalla Volontà del Padre mio. Mi sarei contentato di morire mille volte anzichè dare un respiro senza il suo Volere. Con ciò riannodai di nuovo la volontà umana con la divina, [87] e nella mia Persona, essendo anch’Io vero uomo e vero Dio, ridavo al Padre mio tutta la gloria e i diritti che gli convenivano.
Ma il mio Volere e il mio Amore non vogliono essere soli nelle opere mie; vogliono fare altre immagini simili a Me. E la mia Umanità, avendo rifatto lo scopo della Creazione, per l’ingratitudine dell’uomo vidi lo scopo della Redenzione pericolante, e per molti andare quasi a sfascio. Perciò, per rifare che la Redenzione mi portasse gloria completa e mi desse tutti i diritti che mi si dovevano, presi un’altra creatura della famiglia umana, quale fu la mia Mamma, copia fedele della mia vita, in cui la mia Volontà si conservava integra, ed accentrai in Lei tutti i frutti della Redenzione, onde misi in salvo lo scopo della Creazione e Redenzione. E la mia Mamma, se nessuno avesse approfittato della Redenzione, mi avrebbe dato Lei tutto quello che le creature non mi avrebbero dato.
Ora vengo a te. Io ero vero uomo e vero Dio, la mia cara Mamma era innocente e santa, ed il nostro amore ci spinse più oltre. Volevamo un’altra creatura che, concepita come tutti gli altri figli degli uomini, prendesse il terzo posto al mio fianco. Non ero contento che Io solo e la mia Mamma fossimo integri con la Volontà divina, volevamo gli altri figli, che a nome di tutti, vivendo in pieno accordo con la nostra Volontà, ci dessero gloria e amore divino per tutti. Quindi chiamai te “ab eterno”, quando nulla esisteva ancora quaggiù. E come vagheggiavo la mia cara mamma, deliziandomi, carezzandola e piovendo su di Lei a torrenti tutti i beni della Divinità, così vagheggiavo te, ti carezzavo, e i torrenti che piovevano sulla mia Mamma inondavano te, per quanto ne eri capace di contenere, e ti preparavano, ti prevenivano e, abbellendoti, ti davano la grazia che la mia Volontà fosse integra in te, e che non la tua ma la mia animasse anche i tuoi più piccoli atti. In ogni tuo atto scorreva la mia Vita, il mio Volere, e tutto il mio amore. Che contento! Quante gioie non provavo! Ecco perchè ti chiamo secondo poggio dopo la mia Mamma. Non su di te mi poggiavo, perchè tu eri nulla e non potevo poggiarmi, ma sulla mia Volontà che tu dovevi contenere.
La mia Volontà è Vita, e chi la possiede, possiede la Vita e può sostenere l’Autore della stessa Vita.
Onde, come in Me accentrai lo scopo della Creazione, e nella mia Mamma accentrai i frutti della Redenzione, così in te accentrai lo scopo della Gloria, come se in tutti fosse integro il mio Volere, e da cui verrà il drappello delle altre creature. Non passeranno le generazioni se non ottengo l’intento. »
Luisa continua a raccontare: «Ond’io, stupita, ho detto:
“Amor mio, possibile che la tua Volontà sia integra in me e che in tutta la mia vita non ci sia stata nessuna rottura tra la tua Volontà e la mia? Mi sembra che mi burli.”
E Gesù, con accento più dolce ancora: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «No, non ti burlo. È proprio vero che non c’è stata rottura. Al più, lesa qualche volta, ed il mio Amore, come forte cemento, ha riparato queste lesioni e ha reso più forte l’integrità. Io sono stato a guardia di ogni tuo atto, e subito facevo scorrere il mio Volere come al posto d’onore. Lo sapevo Io che molte grazie ci volevano, dovendo operare il più grande miracolo che esiste nel mondo, qual’è il vivere continuato nel mio Volere. L’anima deve assorbire tutto un Dio nel suo atto, per ridarlo di nuovo integro come lo ha assorbito, e poi assorbirlo di nuovo.
Perciò oltrepassa lo stesso miracolo dell’Eucaristia. Gli accidenti non hanno ragione, nè volontà, nè desideri che possano opporsi alla mia Vita sacramentale, sicchè niente ci mette l’ostia. Tutto l’operato è mio. Se lo voglio lo faccio. Invece, per far succedere il miracolo di vivere nel mio Volere dovevo piegare una ragione, una volontà umana, un desiderio, un amore puramente libero. Quanto non ci vuole?
Perciò ci sono anime abbondanti che si comunicano, e prendono parte al miracolo dell’Eucaristia perchè meno si sacrificano, ma dovendosi più sacrificare nel far succedere il miracolo che la mia Volontà abbia vita in loro, pochissime sono quelle che si dispongono. » [88]
I due brani seguenti continuano a descrivere la missione di Luisa, sempre vista come “Primogenita delle anime che formeranno la Seconda Generazione dei Figli della Luce”.
1. Gesù a Luisa Piccarreta: «Ecco pure perchè ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho manifestato a nessuno. Al più hanno conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia la dolcezza che contiene il farla, ma penetrarvi dentro, abbracciarne l’immensità, moltiplicarsi con Me e penetrare ovunque – anche stando in terra – e in Cielo e nei cuori, deporre i modi umani e agire coi modi divini, questo non è conosciuto ancora, tanto che a non pochi sembrerà strano. E chi non tiene aperta la mente alla luce della Verità non ne comprenderà nulla. Ma Io a poco a poco mi farò strada, manifestando ora una verità, ora un’altra di questo vivere nel mio Volere, che finiranno col comprenderlo. » [89]
2. Gesù a Luisa Piccarreta: «Era stato questo lo scopo della creazione dell’uomo: farlo vivere come nostro figlio, e mettere in comune con lui i nostri beni affinchè lui fosse in tutto felice, e Noi restassimo divertiti della sua felicità. Ora, il vivere nel mio Volere è proprio questo: è il farci restituire lo scopo, le gioie, le feste della Creazione. [...] A te forse sembra nulla, oppure che ci siano cose simili nella mia Chiesa. No, no. Per Me invece è il tutto delle mie opere, e come tale devi apprezzarlo ed essere più attenta a compiere la missione che voglio da te. » [90]
Nel realizzare il secondo Fiat trinitario, quello della Redenzione, Gesù si è fatto aiutare da sua Madre, che ha saputo conservare la Volontà divina sempre intatta. Per realizzare il terzo Fiat trinitario, quello della Santificazione, lo Spirito di Dio ha scelto Luisa Piccarreta, una persona d’aspetto del tutto ordinario. A questo proposito, ecco quel che Gesù e Luisa si sono detti:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Ora, la tua missione di far conoscere l’eterna Volontà s’intreccia con la mia e con quella della mia cara Madre. E dovendo servire al bene di tutti, era necessario accentrare in una creatura questo Sole eterno del mio Volere, onde, come missione unica, questo Sole potesse far sfolgorare da una i suoi raggi, affinchè tutti potessero prendere il bene della sua luce. Ciò comporta che, per decoro ed onore della mia Volontà Io dovevo versare in te tali grazie, luce, amore e conoscenza di essa, come forieri e preparativi che si convenivano all’abitazione del Sole del mio Volere.
Anzi, tu devi sapere che, come la mia Umanità, per l’ufficio di Redentore, concepì tutte le anime, così in te, per la missione e per l’ufficio che hai di far conoscere e regnare la mia Volontà, doveva avvenire che, come vai facendo i tuoi atti nella mia Volontà per tutti, tutte le creature restano concepite nella tua Volontà. Come vai ripetendo i tuoi atti nella mia Volontà, così formi tanti sorsi di vita di Volontà divina per poter alimentare tutte le creature, che in virtù della mia Volontà restano come concepite nella tua ...
Non senti come nella mia Volontà tu abbracci tutti, dalla prima all’ultima creatura che dovrà esistere sulla terra, e per tutti vorresti soddisfare, amare, compiacere questa suprema Volontà, legarla a tutti, togliere tutti gli ostacoli che impediscono il suo dominio nelle creature, farla conoscere da tutti, e ti esibisci tu a soddisfare per tutti, anche con pene, questa Volontà suprema che tanto ama farsi conoscere, e regnare in mezzo alle creature?
A te è dato, figlia primogenita del mio Divin Volere, di far conoscere i pregi, il valore, il bene che contiene ed il suo eterno dolore di vivere sconosciuta, nascosta, in mezzo alle umane generazioni, anzi, dai cattivi disprezzata e offesa, e dai buoni messa alla pari delle altre virtù, come se fosse una piccola luce accesa dagli uomini, quali sono le virtù a paragone di Essa, e non un Sole eterno, qual’è la mia Volontà.
La missione della mia Volontà è la più grande che può esistere. Non c’è bene che da Essa non discenda, non c’è gloria che da Essa non mi venga. Tutto Essa accentra in Sè: le nostre operazioni interne e quelle che abbiamo messo fuori, la creazione degli Angeli, del mondo, degli uomini, tutte le virtù, tutti i meriti, tutte le predestinazioni, tutti i beni, tutta la gloria degli eletti, tutti i misteri dell’Amore infinito ancora sconosciuti dagli uomini, e presente, e passato, e futuro, tutto in un Atto ed in atto, e in un punto solo. [91]
Succede che alle volte Luisa faccia a Gesù delle domande originali. Come un maestro paziente, Gesù si serve delle domande di Luisa per sviluppare tutti gli argomenti. Un giorno Luisa fa entrare nella conversazione il Papa di Roma e la gerarchia della Chiesa! Secondo lei il Papa sarebbe molto più adatto a svolgere la missione che Gesù vuole affidare a lei… lei, così piccola, sconosciuta, debole, poco istruita. Nella sua risposta Gesù le spiega che è tipico del suo Volere supremo operare i più grandi prodigi in cuori vergini, sconosciuti, umili al punto da apparire insignificanti, piuttosto che in cuori molto in vista. Ecco un estratto del dialogo:
Luisa racconta: «Ora pensavo tra me:
“Se Gesù ama tanto che questo modo di vivere nel Divin Volere sia conosciuto, dovendo essere una nuova epoca che tanto bene deve portare da sorpassare gli stessi beni della Redenzione, poteva parlare al Papa che, come capo della Chiesa, avendone l’autorità, potrebbe influire subito sulle membra di tutta la Chiesa, col far conoscere questa celeste dottrina , e portare questo gran bene alle umane generazioni; oppure a qualche persona autorevole. A questa sarebbe più facile, ma a me, povera ignorante, sconosciuta... Come potrò far conoscere questo gran bene?”
E Gesù, sospirando e stringendomi più forte a Sè, mi ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia carissima, il mio supremo Volere è solito di fare le opere più grandi in anime vergini e sconosciute, e non solo vergini di natura, ma vergini anche di affetto, di cuore, di pensiero, perchè la vera Verginità è l’ombra divina, ed Io, solo nella mia ombra posso fecondare le mie opere più grandi.
Anche ai tempi in cui venni a redimere vi erano i Pontefici, le autorità, ma non andai da loro, perchè l’ombra mia non c’era. Perciò elessi una vergine sconosciuta a tutti, ma ben nota a Me. E se la vera verginità è l’ombra mia, con l’eleggerla sconosciuta, era la gelosia divina, che volendola tutta per Me, la rendevo sconosciuta a tutti gli altri. Ma con tutto ciò che questa vergine celestiale fosse sconosciuta, Io mi feci conoscere, facendomi strada per far conoscere a tutti la Redenzione.
Quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanto più vado coprendo l’anima con la superficie delle cose più ordinarie.
Ora, nelle persone che tu dici, essendo persone conosciute, la gelosia divina non potrebbe mantenere la sua sentinella, e l’ombra divina, oh, quant’è difficile trovarla!
E poi, Io eleggo chi mi piace. È stabilito che due vergini debbano venire in aiuto dell’umanità, una per far salvare l’uomo, e l’altra per far regnare la mia Volontà sulla terra, per dare all’uomo la sua felicità terrestre, per unire le due volontà, la Divina e la umana e farne una sola, affinchè lo scopo per cui fu creato l’uomo abbia il suo pieno compimento. Ci penserò Io a farmi via per far conoscere ciò che voglio. Quello che mi sta a cuore è avere la prima creatura dove accentrare questo mio Volere, e che in lei abbia vita, come in Cielo così in terra. Il resto verrà da sè.
Perciò ti dico sempre: continua il tuo volo nel mio Volere, perchè la volontà umana contiene debolezze, passioni, miserie, che sono veli che impediscono di entrare nel Volere eterno. » [92]
3. - Gesù ci istruisce sul Volere divino.
Brano # 1. [93] Il brano che segue, datato del 13 maggio 1924, dice che la vera adorazione consiste nell’accordo della volontà umana con la divina.
Luisa racconta: Stavo facendo le mie solite preghiere, e mentre tutta mi abbandonavo nelle braccia della Volontà Suprema per fare in Essa le mie adorazioni alla Maestà divina, il mio Gesù mi ha detto:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, la vera e perfetta adorazione sta nell’accordo completo dell’unione della Volontà di Dio con l’anima. Quanto più l’anima fa una la sua volontà con quella del Creatore, tanto più è completa e perfetta la sua adorazione. E se la volontà umana non è una colla Divina, e non è disposta a ricevere il bacio dell’unione della Volontà suprema, invece di adorazione può offrirmi indifferenza e freddezza.
Il primo atto di adorazione è quello di riconoscere la Volontà del suo Creatore per compierla. Se questo non c’è, succede allora che con le parole si adora, ma coi fatti si fa il contrario. Dunque l’accordo della volontà umana con la Divina Volontà è il primo anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura, e da questo anello scendono in lei, come da dentro un canale, le virtù divine, e producono in essa la vera adorazione, il perfetto amore verso il suo Creatore; ed ogni qualvolta l’anima si eleva per tuffarsi in questa Volontà Eterna, altrettante varietà di bellezza divina acquista. Perciò l’anima che fa la mia Volontà diviene la mia gioia, il mio contento, ed Io, col pennello del mio Volere tra le mani, come si tuffa nel mio Volere, così la ritocco, e le imprimo una sfumatura di più della mia bellezza, del mio amore, della mia santità, e di tutte le mie qualità divine. Sicchè per me è lo stesso stare in Cielo che stare in essa, perchè trovo la medesima adorazione, la mia Volontà, il mio amore.
E siccome alla creatura c’è sempre da poter dare, Io mi atteggio ora da valente pittore, e dipingo in lei la mia immagine, or da maestro, e le insegno le dottrine più alte e sublimi, or da amante appassionato che do e voglio amore! Insomma faccio uso di tutte le arti per arricchirla sempre più. E quando il mio Amore, offeso dalle creature, non trova dove rifugiarsi, dove mettersi al sicuro, e sta per prendere la via della volta dei Cieli, allora mi rifugio nell’anima che contiene la mia Volontà, e trovo in lei la mia potenza che mi difende, il mio Amore che mi ama, la mia pace che mi dà riposo. Insomma trovo ciò che voglio.
Quindi la mia Volontà congiunge insieme Cielo e terra, e da questa unità di volere scaturiscono tutti i beni possibili ed immaginabili. Sicchè l’anima che fa la mia Volontà, posso dire che è tutto per me, ed Io sono tutto per lei.»
Brano # 2. [94] Il brano seguente, datato del 31 maggio 1926, spiega la differenza che c’è tra l’anima che vive nel Divin Volere e quella che vive rassegnata. La prima è come il sole, l’altra invece è come la terra. La terra vive degli effetti del sole. In questo senso la terra dipende dal sole, mentre invece il sole non dipende dalla terra.
Luisa racconta: «Ero tutta immersa nella luce del Divin Volere, quando Gesù tutto tenerezza e tutto amore mi ha detto:
Gesù a Luisa Piccarreta: “Figlia mia, voglio farti conoscere ancora meglio la gran differenza che passa tra chi vive nel mio Volere nell’unità della sua Luce, e tra chi si rassegna e si sottopone alla mia Volontà.
Osserva: il sole sta nella volta dei cieli e spande i suoi raggi sulla superficie della terra. Sembra che tra terra e sole ci sia una specie d’accordo, il sole col toccare la terra e la terra col ricevere la luce ed il tocco del sole.
Ora la terra, col ricevere il tocco della luce, sotto-ponendosi al sole, riceve gli effetti che contiene la luce, e questi effetti trasmutano la sua faccia, la fanno rinverdire, fiorire, le sviluppano le piante, le maturano i suoi frutti, ed operano tante altre meraviglie che abbelliscono il creato.
Ora il sole, col dare i suoi effetti, non dà la sua luce, anzi, quasi geloso, ne conserva la sua unità. Gli effetti poi non sono duraturi, e perciò si vede la povera terra ora tutta fiorita, ora tutta spoglia. Ad ogni stagione si cambia, subisce mutazioni.
Se il sole desse alla terra effetti e luce, la terra si cambierebbe in sole e non avrebbe più bisogno di mendicare gli effetti perchè, contenendo in sè la luce, diverrebbe padrona della sorgente degli effetti che il sole contiene.
Ora tale è l’anima che si rassegna e si sottopone alla mia Volontà: vive degli effetti che ci sono in essa, e non possedendo la luce non possiede la sorgente degli effetti che nel sole dell’Eterno Volere ci sono, e perciò si vede quasi come terra, ora ricca di virtù, ora povera, e si muta ad ogni circostanza.
Se poi non è rassegnata e sottoposta alla mia Volontà, allora si rassomiglia alla terra che non si volesse far toccare dalla luce del sole, e quindi squallida e senza un filo d’erba.
Tale restò Adamo dopo il peccato: perdette l’unità della luce e quindi la sorgente dei beni ed effetti che il sole della mia Volontà contiene; non sentì più in se stesso la pienezza del Sole divino, non vide più in lui quell’unità della luce che il suo Creatore aveva fissato nel fondo dell’anima sua per cui comunicandogli la sua somiglianza faceva di lui una sua copia fedele.
Prima di peccare, possedendo la sorgente dell’unità della luce della Volontà del suo Creatore, ogni suo piccolo atto era un raggio di luce, che invadendo la Creazione tutta andava a fissarsi nel centro del suo Creatore portandogli l’amore ed il contraccambio di tutto ciò che era stato fatto per lui in tutta la Creazione.
Era lui che armonizzava tutto ciò che era stato fatto per lui in tutta la Creazione. Era lui che armonizzava tutto e formava la nota d’accordo tra il cielo e la terra.
Ma come si sottrasse dalla mia Volontà, non più i suoi atti come raggi invadevano cielo e terra, ma si restrinsero quasi come piante e fiori nel piccolo circuito della sua natura umana. Sicchè perdendo l’armonia con tutta la Creazione, diventò la nota scordante di tutto il Creato. Oh, come scese nel basso e pianse amaramente l’unità della luce perduta, che elevandolo sopra tutte le cose create faceva di lui il piccolo Dio della terra!
Ora, figlia mia, da quello che ti ho detto puoi ben comprendere che il vivere nella mia Volontà è possedere la sorgente dell’unità della luce del mio Volere con tutta la pienezza degli effetti che in esso ci sono. Sicchè in ogni atto della creatura sorge la luce, l’amore, l’adorazione, ecc., che costituendosi atto per ogni atto, amore per ogni amore, come luce solare invadono tutto, armonizzano tutto, accentrano tutto in lei, che come fulgido raggio porta al suo Creatore il contraccambio di tutto ciò che ha fatto per tutte le creature è la vera nota d’accordo tra cielo e terra.
Vedi dunque che gran differenza passa tra chi possiede la sorgente dei beni che contiene il sole della mia Volontà, e tra chi vive degli effetti di Essa! È la medesima differenza che passa tra il sole e la terra: il sole possiede sempre la pienezza della luce e degli effetti, è sempre sfolgorante e maestoso nella volta dei cieli, nè ha bisogno della terra; e mentre tocca tutto, esso è intangibile, non si fa toccare da nessuno, e se qualcuno ardisse anche di fissarlo, colla sua luce esso lo eclissa, lo acceca e lo atterra.
La terra invece ha bisogno di tutto. Si fa toccare, spogliare, e se non fosse per la luce del sole e dei suoi effetti sarebbe come una tetra prigione, piena di squallida miseria. Perciò non c’è paragone che regga tra chi vive nella mia Volontà e chi si sottopone ad Essa.
L’unità della luce la possedette Adamo prima di peccare, ma poi non potè più recuperarla stando in vita. Di lui successe come alla terra, che girando intorno al sole, non essendo fissa, mentre gira la parte che si oppone al sole si trova nelle tenebre della notte. Ora per renderlo fermo di nuovo e così poter godere l’unità di questa luce, ci voleva un riparatore superiore a lui, ci voleva una forza divina per raddrizzarlo: ecco la necessità della Redenzione.
Solo la mia celeste Mamma possedette l’unità della luce del mio Divin Volere, e perciò più che sole può dare luce a tutti. Tra lei e la Maestà suprema non ci fu mai notte, nè ombra alcuna, ma sempre pieno giorno, e perciò in ogni istante quest’unità della luce del mio Volere faceva scorrere in lei tutta la vita divina, che le portava mari di luce, di gioie, di felicità, di cognizioni divine; mari di bellezza, di gloria, d’amore. E lei, come in trionfo, portava al suo Creatore tutti questi mari come suoi, per attestargli il suo amore, la sua adorazione. Possedeva tanto amore che, come connaturale, poteva amare per tutti, adorare e supplicare per tutti. I suoi più piccoli atti, fatti nell’unità di questa luce, erano superiori ai più grandi atti, ed a tutti gli atti insieme di tutte le creature. I sacrifici, le opere, l’amore di tutte le altre creature sono come quasi piccole fiammelle di fronte al sole, goccioline d’acqua di fronte al mare degli atti della Sovrana Regina.
Fu in virtù dell’unità di questa luce del Supremo Volere che in lei trionfò tutto, vinse il suo stesso Creatore e lo fece prigioniero nel suo materno seno. Ah, solo l’unità di questa luce del mio Volere poteva operare un tanto prodigio! Adamo col perdere questa unità della luce si capovolse e formò la notte del suo spirito, le debolezze, le passioni per sè, per le generazioni venture. La Vergine eccelsa invece, col non fare mai la sua volontà, formò in lei il giorno eterno, e fece spuntare il Sole di Giustizia per tutte le generazioni.
Se la Vergine Regina non avesse fatto altro che conservare nel fondo dell’anima sua immacolata l’unità della luce dell’eterno Volere, ciò sarebbe bastato per ridarci la gloria di tutti, gli atti di tutti, ed il contraccambio dell’amore di tutta la Creazione. La Divinità, per mezzo suo, in virtù della mia Volontà, si sentì ritornare le gioie e la felicità che aveva stabilito di ricevere per mezzo della Creazione. Perciò lei si può chiamare la Regina, la Madre, la Fondatrice, la base e lo specchio della mia Volontà, in cui tutti possono rimirarsi per ricevere da lei la vita di essa.
Infine, figlia mia, Adamo nello stato d’innocenza e la mia Mamma Celeste possedettero l’unità della luce della mia Volontà non per virtù propria, ma per virtù comunicata da Dio. Invece la mia umanità la possedette per virtù propria, perchè in essa non solo c’era l’unità della luce del Supremo Volere, ma anche il Verbo eterno; perciò superò in modo infinitamente perfetto tanto Adamo innocente, quanto la stessa Madre mia, perchè in loro era grazia, in Me era natura. Loro dovevano attingere da Dio la luce, la grazia, la potenza, la bellezza, in Me c’era la fonte che faceva sorgere la luce, la bellezza, la grazia, ecc.
Perciò, figlia mia, sii attenta. Il tuo Gesù tiene la fonte di tutti i beni, fonte che sempre sorge per sempre comunicarteli: perciò ho tanta premura di farti conoscere la lunga storia della mia suprema Volontà, e numerarti i grandi prodigi che essa contiene”.»
Brano # 3. [95] Nel brano che segue, datato del 9 aprile 1926, Gesù spiega la differenza che c’è tra la Volontà di Dio, divina in tutto, e le nostre virtù.
Luisa racconta: «Stavo pensando e ragionavo tra me: il mio dolce Gesù mi ha manifestato tante verità grandi, mirabili, altissime, meravigliose circa la Volontà di Dio; eppure a me sembra che le creature non hanno un concetto esatto di essa, nè provano impressione alcuna delle meraviglie che in Essa ci sono, anzi, sembra che la mettano a pari delle virtù, e forse ci tengono più a queste che alla santissima Volontà di Dio.
Mentre così ragionavo, il mio amabile Gesù, tutto tenerezza, ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, vuoi sapere il perchè? Le virtù che si praticano sulla terra di rado escludono fini umani, stima propria, propria gloria, amore di comparire e di piacere a persone, e in ciò la volontà umana guadagna sempre qualche cosa. Invece quando si fa la mia Volontà, questa, la prima cosa che atterra è l’umano volere e non tollera nessun fine umano.
Essa è di Cielo e vuol mettere nell’anima ciò che è divino ed al Cielo appartiene, sicchè il proprio io resta digiuno e si sente morire. In una parola, la mia Volontà vuole il suo Cielo nel fondo dell’anima, altrimenti resterebbe inceppata e non potrebbe svolgere la sua vita divina.
Quindi, grande è la differenza che passa tra le virtù e la mia Volontà, tra la santità dell’una e dell’altra.
Le virtù possono essere delle creature, e possono formare al più una santità umana, la mia Volontà è di Dio e perciò forma una santità tutta divina. Vedi dunque che gran differenza.
Siccome le creature sono abituate a guardare nel basso, loro fanno più impressione le piccole lucerne delle virtù, che il gran sole della mia Volontà.
Osserva per poco l’azione che il sole esercita sulla terra quando esso sorge; tutte le cose cambiano aspetto: le piante sembrano inargentate ed imperlate, i fiori ricevono la vita del proprio profumo e del diverso colore a seconda della diversità di essi; sembra che tutte le piante ricevano a sorsi a sorsi la vita della luce del sole per svilupparsi e formarsi.
Eppure una è la luce, uno il calore, null’altro si vede. Ma donde scaturiscono tanti diversi effetti e tante varie tinte che riceve la natura?
Tutti dal sole, perchè il sole tiene il germe della fecondità, il germe della sostanza di tutti i colori nella sua luce e nel suo calore.
Non si può dare una cosa se non si possiede.
Così il sole non avrebbe potuto dare nè la fecondità, nè la dolcezza ai frutti, nè il colorito ai fiori, nè operare tante meraviglie sulla terra se non contenesse in sè tutti gli effetti che produce.
Simbolo della mia Volontà è il sole.
Come sorge sull’anima, così la vivifica, la imperla di grazie, le dà le tinte più belle della santità divina, la trasforma in Dio.
Essa col dare nulla perde, come niente perde il sole col fare tanto bene alla terra, anzi resta glorificato nell’opera della creatura.
Il nostro Essere è sempre in perfetto equilibrio, nè cresce, nè può decrescere.
È come se al mare un vento investa la superficie e formi delle onde. Se queste straripano, il mare nulla perde, perchè come le acque straripano, così subito il mare torna allo stesso livello di prima.
Così succede tra Dio e l’anima. Questa è come un piccolo vento che forma le onde sul mare divino. Può prendere quant’acqua vuole, ma il nostro mare rimarrà sempre al suo livello, perchè la nostra natura non è soggetta a subire mutazioni. Perciò più prenderà, tanto più mi darà gusto, ed Io resterò glorificato in lei”.
Luisa racconta: «Dopo ciò stavo pensando che differenza passa dal farsi dominare dalla Volontà di Dio e farsi dominare dalla volontà umana. Mentre ciò consideravo, mi sembrava di vedere un uomo curvo la cui fronte toccava le ginocchia, coperto di un velo nero involto in una nebbia fitta che gli impediva di vedere la luce. Poveretto, sembrava ubriaco, e barcollando cadeva ora a destra, ora a sinistra. Veramente faceva pietà.
Ora mentre ciò vedevo, il mio dolce Gesù mi ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, quest’uomo è l’immagina di chi si fa dominare dalla propria volontà.
Il volere umano incurva tanto l’anima, che questa è costretta a guardare sempre la terra, per cui questa sola conosce ed ama.
Questa conoscenza e quest’amore poi formano una nebbia fitta e nera, che tutta la involge, le toglie la vista del cielo e la luce delle verità eterne.
In tal modo la ragione umana resta ubriaca delle cose della terra e quindi non ha il passo fermo, e barcolla a destra e a sinistra, involgendosi nelle tenebre fitte che la circondano.
Vedi dunque che non c’è sventura più grande per un’anima che farsi dominare dalla propria volontà!
Invece tutto il contrario avviene a chi si fa dominare dalla mia Volontà.
Il mio Volere fa crescere l’anima talmente dritta, che questa è impossibilitata a piegarsi verso terra. Essa guarda sempre al cielo, per cui non vede che luce, che eclissando e facendo scomparire tutte le cose della terra, le mostra soltanto ciò che è celeste, perciò altro non conosce ed ama che il Cielo e tutto ciò che al Cielo appartiene.
La mia Volontà le rende il passo fermo, quindi non c’è pericolo che possa barcollare menomamente. Con la (sua) luce con cui l’avvolge, le illumina la mente, che passa da una verità all’altra, scoprendole arcani divini, misteri ineffabili, gioie celesti.
È la più grande fortuna per un’anima il farsi dominare dalla mia Volontà. Allora essa tiene la supremazia di tutto, occupa il primo posto d’onore in tutta la creazione, e continuamente si porta al Padre celeste per ricantargli la sua gloria, il suo amore, i prodigi della sua eterna Volontà.
E il Padre, a sua volta, le comunica il suo Amore che in lei si riversa abbondantemente, i suoi mari di grazie, che continuamente straripano dal Seno divino, i primi baci, le carezze più amorose.
Solo a lei ci è dato di affidare i Nostri segreti, perchè essendo la più vicina a Noi, è sempre con Noi, la facciamo parte di tutte le cose Nostre.
Noi formiamo la sua vita, la sua felicità, perchè essendo la volontà sua una con la Nostra, e possedendo il nostro Volere, la nostra stessa felicità, non è meraviglia che possa dare anche a Noi gioie e felicità, e quindi ci felicitiamo a vicenda.
Figlia mia, la nostra Volontà contiene potenza creatrice, quindi crea nell’anima la forza, la grazia, la luce, onde l’anima sente in sè una forza divina, come se fosse sua, una grazia sufficiente per il bene che deve fare o per una pena che le tocca soffrire, una luce che le fa vedere il bene che connaturalmente fa. E così, allettata dalla bellezza dell’Opera divina che compie, gioisce e fa festa. Sì, le opere che compie la mia Volontà nell’anima hanno l’impronta della gioia e d’una festa perenne. Questa festa fu iniziata dal mio “Fiat” nella creazione, ma interrotta dalla rottura della volontà umana con quella di Dio; e come l’anima fa operare e dominare in sè il Supremo Volere, così la festa riprende il suo corso, e tra la creatura e Noi si ripristinano le gioie, gli amori, le delizie.
In Noi non esiste l’infelicità, nè il dolore. Come potevamo darlo alle creature? E se esse sentono l’infelicità è perchè lasciano (abbandonano) la Volontà divina e si chiudono nel piccolo campo della volontà umana. E solo quando ritornano nel Supremo Volere trovano le gioie, la felicità, la potenza, la forza, la luce, la bellezza del loro Creatore. Tutti questi beni poi, facendoli come cose proprie, sentono in loro una sostanza divina come connaturale, che giunge a dar loro gioie e felicità nello stesso dolore.
Nella volontà umana invece non c’è una potenza creatrice, per cui se essa volesse esercitare le virtù, non potrebbe creare la pazienza, l’umiltà, l’ubbidienza, ecc. Ecco perchè sente lo stento, la fatica per poter praticare le virtù; ed il motivo è perchè le manca la Forza divina per sostenerla, la Potenza creatrice per alimentarla e darle vita.
Di qui la sua incostanza, per cui passa con facilità dalle virtù ai vizi, dalla preghiera alla dissipazione, dalla Chiesa ai divertimenti, dalla pazienza all’impazienza. E tutto questo miscuglio di bene e di male produce l’infelicità nella creatura.
Invece chi fa regnare in sè la mia Volontà, sente la fermezza nel bene, sente che tutte le cose gli portano la felicità, la gioia, tanto più che tutte le cose da Noi create portano l’impronta, il germe della gioia e della felicità di Colui che le creò; perchè furono create da Noi per portare tutta la felicità all’uomo, avendo avuto ciascuna cosa creata il mandato da Noi di partecipare alla creatura la felicità, la gioia che posseggono.
Difatti qual gioia e felicità non porta la luce del sole? Qual piacere non porta alla vista il cielo azzurro, un prato fiorito, un mare che mormora? Qual gusto non porta al palato un frutto dolce e saporito, un’acqua freschissima, e tante altre cose?
Tutte le cose create, nel loro muto linguaggio dicono all’uomo: ti portiamo la felicità, la gioia del nostro Creatore.
Ma in chi trovano l’eco della gioia loro e della felicità loro? Solo in chi trovano regnante e dominante la mia Volontà, perchè essendo unica la volontà che regna integra in loro, che possiede lo stesso Dio e che regna nell’anima, comuni diventano i mari di gioie, di felicità e di contenti. Sicchè è una vera festa.
Perciò, figlia mia, ogni qualvolta ti fondi nella mia Volontà e fai il giro per (di) tutte le cose create per suggellarmi il tuo amore, la tua gloria, la tua adorazione su ciascuna cosa creata, mi sento rinnovare la gioia, la felicità, la gloria, come nell’atto quando mettemmo all’esistenza tutta la Creazione.
Tu non puoi capire la festa che ci fai quando vediamo che tu, con la tua piccolezza, volendo abbracciare tutto nella nostra Volontà, ci ricambi in amore, in gloria, per tutte le cose create. Allora è tanta la nostra gioia, che siamo tutti intenti a goderci la gioia, la festa che ci dai.
Il vivere nel supremo Volere è la cosa più grande per Noi e per l’anima, è lo sbocco del Creatore sulla creatura, perchè riversandosi su di essa le dà la sua forma, e le partecipa tutte le qualità divine, in modo che ci vediamo ripetere da lei le opere nostre, la gioia nostra, la nostra felicità. »
4. – Gesù rivela a Luisa l’età dell’uomo.
Da quanto tempo la specie umana è presente sulla terra? La scienza tenta di rispondere, ma le sue risposte variano da uno scienziato all’altro, e da un’epoca all’altra. Nel testo che segue, scritto da Luisa Piccarreta il 29 gennaio 1919, Gesù ci dice che la storia dell’umanità è cominciata sei mila anni fa. Gesù si esprime in questi termini:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia diletta, voglio farti sapere l’ordine della mia provvidenza : in ogni corso di due mila anni ho rinnovato il mondo. Dopo i primi due mila anni lo rinnovai col diluvio. Dopo i secondi due mila anni i buoni e gli stessi santi sono vissuti dei frutti della mia Umanità, e a sprazzi hanno goduto della mia Divinità. Ora siamo circa al termine dei terzi due mila anni, e ci sarà una terza rinnovazione. Ecco perciò lo scompiglio generale. Esso non è altro che un preparativo, appunto, a questa terza rinnovazione.
E se nella seconda manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità, pochissimo ciò che operava la Divinità, ora in questa terza rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata, ed in gran parte distrutta la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature, e compirò la rinnovazione col manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio Volere divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in Me, come tutto facevo e rifacevo, ed anche un pensiero di ciascuna creatura era rifatto da Me e suggellato col mio Volere divino.
Il mio Amore vuole sfogo, e vuole fare conoscere gli eccessi che operava la mia Divinità nella mia Umanità a prò delle creature, che superano di gran lunga gli eccessi che operava esternamente la mia Umanità. » [96]
Il testo che segue, scritto da Luisa nel 1925, conferma il precedente. Ha come titolo: Appello del Re divino che promulga il Regno della sua Volontà.[97]
Dio parla all’Umanità: «Miei cari ed amati figli, vengo in mezzo a voi con il Cuore affogato nelle fiamme d’Amore. Vengo come Padre in mezzo ai figli che amo assai, ed è tanto il mio Amore, che vengo a rimanere con voi per fare vita insieme, e vivere con una solo volontà, con un solo Amore [...]
Sappiate che è tanto il mio Amore, che metterò da parte la vostra vita passata, le vostre stesse colpe, tutti i vostri mali, e li seppellirò nel mare del mio Amore affinchè siano tutti bruciati, ed incominceremo insieme una nuova vita, tutta di Volontà mia. [...]
Oh, quanto lo sospiro, quanto gemo e deliro, e giungo fino a piangere perchè voglio che i miei cari figli stiano insieme con Me, e vivano della mia stessa Volontà!
Sono circa sei mila anni di lunghi sospiri e di lacrime amare della mia santa Umanità, perchè reclamo e voglio i miei figli intorno a Me, per renderli santi e felici. [...] Se mi darete la vostra volontà, tutto è fatto. Mi renderete felice e sarete felici. Non sospiro altro, se non che la mia Volontà regni in mezzo a voi. Il cielo e la terra vi sorrideranno.
Perciò ascoltatemi. Vi prego, figli miei, di leggere con attenzione queste pagine che vi metto davanti, e sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà. Io mi metterò vicino a voi quando leggerete, e vi toccherò la mente, il cuore, perchè comprendiate e risolviate di volere il Dono nel mio “Fiat” divino. » Corato, 1925.
Dei tre estratti che seguono, due sono dialoghi tra Luisa e Gesù, il terzo è una lettera che Luisa ha scritto per rispondere ad un corrispondente. Il primo e il terzo confermano che l’uomo esiste sulla terra da sei mille anni, il secondo informa che il Divin Volere farà la salvezza o la perdita di molti.
Luisa a Gesù: «Mio amato Gesù, quando verrà questo Regno?»
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figli mia, per venire la Redenzione ci vollero quattro mila anni, perchè il popolo che pregava e sospirava il futuro Redentore era il più piccolo, di numero molto ristretto. Invece le anime che appartengono alla mia Chiesa formano più popoli e sono di numero, oh, quanto superiore a quello. Perciò il numero abbrevierà il tempo [...] »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, questo cerchio è la mia Volontà eterna, che abbraccia la gran ruota dell’eternità. Tutto ciò che è dentro il cerchio non è altro che tutto ciò che fece la mia Umanità nella Divina Volontà, per impetrare che il mio Volere si compisse come in Cielo così in terra. Tutto è preparato e fatto. Non resta altro che aprire le porte e farlo conoscere, per fare all’uomo prendere il possesso.
Di Me fu detto, quando venni sulla terra a redimere l’uomo, che sarei stato la salvezza e la rovina di molti. Così si dirà ora, che questa mia Volontà sarà o di grande santità, perchè la mia Volontà è di assoluta santità, o di rovina per molti. [...]
Perciò sii attenta. Guarda sempre fissa nel mio Volere, e ti troverai con la pienezza della grazia di vivere nella mia Volontà. » (21 settembre, 1923).
Lettera di Luisa a un corrispondente: «Carissimo figlio nel Voler Divino, rispondo alla vostra carissima lettera e prego Gesù che vi dia sempre nuove grazie, nuova luce, per far comprendere a tutti il vivere nel Volere divino. Oh, come Gesù Io sospira e giunge fino a piangere, che vuole che conosciamo la santa Divina Volontà, perché regni e domini in tutto il mondo, e perché è decreto della Trinità sacrosanta che la Divina Volontà si faccia in terra come si fa in Cielo.
Come fu decretata la Creazione e la Redenzione, così è decretato il Regno della Divina Volontà sulla terra; e perciò userà tutte le arti, prenderà la creatura da tutti i lati, con castighi terribili, con miracoli strepitosi, per fare che ciò avvenga. Giungerà a tanto, che il primo al sacrificio sarà Gesù: si metterà a capo di tutti gli atti nostri, per fare che tutti corrano nel mare della Divina Volontà. E se Gesù ci sta castigando è proprio per questo: che le creature, specie la parte religiosa, invece di farsi prendere da Gesù per via d’amore, come Lui voleva, si è fatta prendere per via di castighi.
Povero Gesù, quanto soffre, e come sospira e piange, che le creature non lo pregano, non lo pressano a concedere loro il dono di vivere nella Volontà di Dio. E se trova qualcuna, se la prende in braccio, fa festa, si sente come un Re vittorioso, che sebbene per sei mila anni ha dovuto combattere, ricevendo ferite e sconfitte, ora finalmente ha fatto la prima conquista, e vittorioso se la gode, e chiama tutto il Cielo a festeggiare la sua prima vittoria. E mentre fa festa, mette a disposizione della creatura la sua santità, il suo Amore, la sua Luce, le sue Grazie, e le dà il diritto nella sua Patria Celeste. Sicché anche stando in terra, lei è posseditrice della Patria Celeste e può dire: Ciò che si fa in Cielo faccio io in terra; anzi loro godendo e felicitandosi, ed io facendo le nuove conquiste che servono a portare nuove gioie al Cielo.
Perciò dite a tutti che non vi è cosa più grande, prodigio più strepitoso del vivere nel Volere Divino. Noi ci mettiamo a disposizione di Dio e Lui si mette a disposizione nostra, fino a farci formare tanti Gesù per quanti atti facciamo nella sua santa Volontà.
1 mari del Volere Divino non sono conosciuti ancora. Se li conoscessero, si getterebbero nel mare del Divin Volere per farvi vita perenne. Perciò preghiamo ed aspettiamo; Gesù tiene i secoli in suo potere; ciò che non fa oggi farà domani, perché oggi le menti sono cieche. Domani troverà occhi che potranno sostenere la luce della Divina Volontà e farà ciò che non ha fatto oggi.
Salutandovi, vi lascio tutti nel mare immenso del Volere divino. La piccola figlia del Volere Divino.
5. - Importanza degli scritti di Luisa per l’avvenire dell’umanità.
Che ruolo avranno i messaggi di Luisa nel futuro? Gesù dice che le verità sulla Volontà divina rinnoveranno la Chiesa e cambieranno la faccia della terra. Ecco le sue parole:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, nella mia onniveggenza vedo che questi scritti saranno per la mia Chiesa come un nuovo Sole che sorgerà in mezzo ad essa, e gli uomini, attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno per trasformarsi in questa luce, ed uscire spiritualizzati e divinizzati, per cui, rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.
La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la più bella, non soggetta ad ombra di materia o di interesse, tanto nell’ordine soprannaturale come nell’ordine naturale; perciò sarà a guisa di sole, la più penetrante, la più feconda, e la più benvenuta ed accolta.
Siccome è luce, per se stessa si farà capire e si farà via. Non sarà soggetta a dubbi o a sospetti di errore, e se qualche parola non si capirà, sarà la troppa luce, che eclissando l’intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza della Verità, ma non troveranno una parola che non sia verità; al più, non potranno del tutto comprenderla.
Perciò, in vista del bene che vedo, ti spingo a nulla tralasciare di scrivere. Un detto, un effetto, una similitudine sulla mia Volontà può essere come una rugiada benefica sulle anime, com’è benefica la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, o come una pioggia dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il bene, la luce, la forza che c’è dentro di una parola; ma il tuo Gesù lo sa, e sa a chi deve servire, ed il bene che deve fare. [...]
Tu lo vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà questo alimento celeste che, fortificandola, la farà risorgere nel suo pieno trionfo. »[101]
Questo grandioso rinnovamento spirituale, Gesù lo descrive in questo modo:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Queste verità sulla mia Volontà divina formeranno il giorno del mio Fiat in mezzo alle creature. A seconda che le conosceranno, così si andrà formando il giorno. Sicchè, come incominceranno a conoscere le prime verità che ti ho manifestate – purchè abbiano buona volontà e disposizione di farne vita propria – così si formerà una splendidissima aurora. Però queste verità avranno anche virtù di disporle, e di dar la luce a tanti ciechi che non la conoscono e amano.
Onde, sorta l’aurora, si sentiranno investiti da una pace celeste, più raffermati al bene, e quindi loro stessi sospireranno di conoscere altre verità, le quali formeranno il principio del giorno del mio Volere divino. Questo principio del giorno aumenterà la Luce, l’Amore. Tutte le cose si convertiranno in bene per loro. Le passioni perderanno la forza di farli cadere nel peccato. [...] Si può dire che è il primo ordine del bene divino ciò che si sentiranno. Quest’ordine gli faciliterà le loro azioni. Sentiranno una forza con cui tutto possono fare, perchè è proprio questa la sua virtù primitiva, che getta nell’anima il trasmutare la natura in bene.
Quindi, sentendo il gran bene del principio del giorno del mio Volere, sospireranno che il giorno s’inoltri. Verranno a conoscere altre verità, le quali formeranno il pieno giorno.
In questo pieno giorno sentiranno al vivo la Vita della mia Volontà in essi, la sua gioia e felicità, la sua virtù operante e creatrice in loro. Si sentiranno in possesso della mia stessa Vita, che sono i portatori della mia Volontà divina. Il pieno giorno darà loro tali ansie di conoscere le altre verità, e conosciute, esse formeranno il pieno meriggio. In questo la creatura non si sentirà più sola. Tra essa e il mio Volere non ci sarà più separazione. Ciò che farà Esso, farà lei, sarà operante insieme. Tutto, di diritto, sarà suo: il Cielo, la terra, e anche lo stesso Dio.
Vedi dunque a che scopo nobile, divino e prezioso, serviranno queste verità che ti ho fatto scrivere sulla mia Divina Volontà per formare il suo giorno? A chi formeranno l’aurora, a chi il principio del giorno, a chi il pieno giorno, ed in ultimi il pieno meriggio. [...]
Queste verità, a seconda che si conoscono, formeranno le diverse categorie delle anime che vivranno nel mio Volere. Una conoscenza in più o in meno le farà salire o restare nelle diverse categorie. La conoscenza sarà la mano per farle salire nelle categorie superiori. Sarà la stessa vita della pienezza della mia Volontà in loro.
Perciò posso dire che con queste verità ho formato il giorno a chi vuol vivere nel mio Volere divino. Giorno di Cielo, più della stessa Creazione […] perchè ogni verità tiene virtù di creare la nostra Vita nella creatura, ed oh, come sorpassa tutta la Creazione!
Perciò il nostro Amore ha superato tutto nel manifestare tante verità sulle mia Divina Volontà. La nostra gloria sarà piena da parte delle creature, perchè avranno la nostra Vita in loro potere, per glorificarci ed amarci.
In riguardo all’uscire queste verità, come ho tenuto potenza e amore per assistere a chi doveva manifestarle, così terrò potenza e amore per investire le creature, e trasmutarle nella stessa verità. Per cui, sentendosi la vita, sentiranno un tale bisogno di mettere alla luce ciò che sentono in loro. Quindi non ti dar pensiero. Io, che tutto posso, farò e ci penserò a tutto.» [102]
Posizione normale di Luisa.
Nel 1906 tra Gesù e Luisa si svolge un dialogo a proposito degli scritti che Luisa sta componendo progressivamente. Gesù le risponde qualificando questi scritti di Specchio divino.
Luisa Piccarreta a Gesù: «Mio sommo Bene, il mio desiderio è che non vorrei scrivere più. Quanto mi pesa! Se non fosse per timore di uscire dal tuo Volere e dispiacerti, non lo farei.
E Lui, troncando il mio dire ha aggiunto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Tu non lo vuoi, ed Io lo voglio. Quello che ti dico, e che tu, per ubbidire, scrivi, per ora serve da specchio a te e a quelli che prendono parte alla tua direzione. Verrà tempo che servirà da specchio agli altri. Sicchè ciò che tu scrivi, detto da Me, si può chiamare Specchio divino.
E tu vorresti togliere questo Specchio divino alle mie creature? Badaci seriamente, figlia mia, e non voler restringere col non scrivere, tutto questo Specchio di Grazia. » [103]
Il 14 febbraio 1922 Gesù appare a Luisa particolarmente gioioso, e rispondendo a Luisa che le chiede il motivo di tanta gioia, Egli dice che quelli che scrivono nel suo nome sono la continuazione della sua vita evangelica:
Luisa racconta: «Trovandomi nel mio solito stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere tutto compiaciuto e con un contento indescrivibile, ed io gli ho detto: “Che avete Gesù? Buone nuove mi portate che siete così contento?”
E Gesù mi disse: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, sai perchè sono così contento? Tutta la mia gioia, la mia festa, è quando ti vedo scrivere. Vedo vergare nelle parole scritte la mia Gloria, la mia Vita e la conoscenza di Me, che si moltiplica sempre più, la luce della Divinità, la potenza della mia Volontà, lo sbocco del mio Amore. Tutto vedo vergato sulla carta, ed Io in ogni parola sento la fragranza di tutti i miei profumi. Poi vedo quelle parole scritte correre, correre in mezzo ai popoli, per portare nuove conoscenze, il mio Amore sboccante, i segreti del mio Volere... Oh, come ne gioisco, che non so che ti farei quando scrivi! [...]
Io ho amato sempre di più e ho riservato grazie più grandi a chi ha scritto di Me, perchè essi sono la continuazione della mia Vita evangelica, i portavoce della mia Parola. E ciò che non dissi nel mio Vangelo mi riservai di dirlo a chi avrebbe scritto di Me. Io non finii allora di predicare. Debbo predicare sempre, fino a che esisteranno le generazioni. »
Luisa prosegue: «Io dissi: “Amor mio, scrivere le verità che Tu mi dici è sacrificio, ma il sacrificio allora si sente più duro e quasi non mi sento la forza quando sono obbligata e costretta a scrivere le mie intimità tra Te e me, e ciò che riguarda me, che non so che farei per non mettere penna su carta”.»
Gesù a Luisa Piccarreta: «Tu resti sempre da parte. È sempre di Me che parli, ciò che ti faccio, l’amore che ti voglio, e dove giunge il mio amore verso le creature. Questo spingerà gli altri ad amarmi, affinchè anche loro possano ricevere il bene che faccio a te. E poi, questo mischiare te e Me nello scrivere è anche necessario, altrimenti si potrebbe dire: A chi ha detto questo? Con chi è stato così largo nel favorirla? Forse al vento, all’aria? Non si dice nella mia vita che parlai agli Apostoli, alle turbe, e che sanai il tale o il tale altro infermo? E che fui così largo con la mia Mamma? Quindi tutto è necessario, e sii sicura che in ciò che scrivi è sempre Me che fai più conoscere. »[104]
Luisa scrive tutto in nome della santa ubbidienza, ma la sofferenza è tale che in certi casi essa teme di non farcela. Chiede aiuto al Signore. Il 9 settembre 1926 Gesù le risponde spiegandole l’importanza che ha per Lui ogni parola scritta sul Regno del “Fiat” supremo, sul grande bene che esso rappresenta. Questo il dialogo:
Luisa racconta: «Dopo ciò, mi sentivo impensierita, perchè mi era stato imposto dalla santa ubbidienza che non dovevo tralasciare di scrivere neppure una parola che il mio dolce Gesù mi potesse dire, mentre io sono facile a lasciarle, perchè sono convinta che certe cose intime, certi sfoghi che Gesù fa alla piccola anima mia non è necessario scriverli e affidarli alla carta, ma restino nel segreto del cuore. Onde pregavo che mi desse la grazia di non farmi mancare all’ubbidienza. E Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: »
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, se chi ti guida e dirige ti dà questa ubbidienza, significa che ha capito che sono Io che ti parlo, e il valore che contiene anche una sola mia parola. La mia parola è luce e vita. Quindi, chi possiede la vita la può dare, molto più che la mia parola contiene la forza creatrice. Perciò, una sola mia parola può creare innumerevoli vite di Grazia, di Amore, di Luce, di Vita della mia Volontà nelle anime. Tu stessa non potrai comprendere la via lunga che può fare una sola mia parola. Chi ha orecchio l’ascolterà, chi ha cuore ne resterà ferito.
Perciò chi ti guida ha ragione di darti questa ubbidienza. Ah, tu non sai come lo assisto e gli sto d’intorno, mentre legge i miei e i tuoi scritti sulla mia Volontà, per fargli comprendere tutta la forza delle verità e dei grandi beni che ci sono in essi. E lui gira intorno alla mia Volontà e, in virtù della luce che sente, ti mette questa ubbidienza. Perciò sii attenta, ed Io ti aiuterò e ti faciliterò ciò che a te pare difficile.
Tu devi sapere che il mio Cuore è gonfio, spasima e sospira, perchè voglio far conoscere il Regno del “Fiat” supremo, i grandi beni che ci sono in Esso, e il gran bene che riceveranno coloro che lo possederanno. È proprio nel mio Cuore che lo tengo, e me lo sento scoppiare perchè voglio farlo uscire fuori. Non vuoi tu dunque darmi questo sollievo affinchè mettendolo fuori si sgonfi, e così non più gli tocchi spasimare nè sospirare con sospiri dolenti? E questo farai col far conoscere ciò che ti manifesto sulla mia Volontà. Quando fai questo mi dai campo ad aprirmi le vie, e a preparare il luogo dove devo deporre il Regno della mia Volontà. Ma se tu non manifesti ciò che ti dico, mi chiudi queste vie, e il mio Cuore si gonfia di più. Perciò lasciami fare, e seguimi. Non darti pensiero.»
In certi momenti Luisa si sente preoccupata di quello che potrà succedere in futuro alle pagine che sta scrivendo. Gesù interviene il 20 giugno 1938 per dirle di non preoccuparsi oltre misura di ciò che potrebbe succedere agli scritti. In quest’occasione Gesù le confida che per ogni parola che essa accetta di scrivere sulla Volontà divina, viene raddoppiato l’amore che Egli nutre nei suoi confronti e nei confronti di quanti più tardi leggeranno le pagine da lei scritte. Ecco come Luisa riporta il suo dialogo con Gesù:
Luisa racconta: «Mi sentivo impensierita per questi benedetti scritti, e per l’insistenza del mio amato Gesù nel volere che continui a scrivere. E poi, dopo tanti sacrifici, dove andranno a finire?
Ed il mio caro Gesù, interrompendo il mio pensiero, mi ha detto:
Gesù a Luisa Piccarreta: «Figlia mia, non ti dar pensiero. Sarò Io vigile custode, perchè troppo mi costano. Mi costa la mia Volontà che entra in questi scritti come vita primaria. Potrei chiamarli: “Testamento d’amore che fa la mia Volontà alle creature”. Si fa donatrice di Se stessa, e le chiama a vivere nella sua eredità, ma con modi così supplicanti, attraenti, amorosi, che solo i cuori di pietra non si muoveranno a compassione, e non sentiranno il bisogno di ricevere un sì gran bene.
Perciò questi scritti sono pieni di vite divine, le quali non si possono distruggere, e se qualcuno ci volesse provare, gli succederebbe come a colui che volesse provare a distruggere il cielo, il quale, offeso, gli piomberebbe sopra da tutte le parti, e lo annienterebbe sotto la sua volta azzurra. Sicchè il cielo rimarrebbe al suo posto e tutto il male cadrebbe sopra colui che volesse distruggere il cielo... Oppure come chi volesse distruggere il sole. Il sole si riderebbe di costui e lo brucerebbe. O come un altro che volesse distruggere le acque del mare. Il mare lo affogherebbe...
Troppo ci vuole a toccare ciò che ti ho fatto scrivere sulla mia Volontà, perchè posso chiamarlo “Nuova creazione vivente e parlante”. Sarà l’ultimo sfoggio del mio Amore verso le umane generazioni.
Anzi, tu devi sapere che in ogni parola che ti ho fatto scrivere sul mio “Fiat” raddoppio il mio Amore verso di te e verso coloro che le leggeranno, per farli restare imbalsamati nel mio Amore. Perciò, come scrivi, mi dai il campo ad amarti di più. Vedo il gran bene che questi scritti faranno. Sento in ogni mia parola le vite palpitanti delle creature, che conosceranno il bene della mia parola e formeranno la Vita della mia Volontà in loro... Perciò l’interesse sarà tutto mio, e tu abbandona tutto in Me.
Tu devi sapere che questi scritti sono usciti dal centro del gran sole della mia Volontà, i cui raggi sono pieni delle verità uscite da questo centro, i quali abbracciano tutti i tempi, tutti i secoli, tutte le generazioni. Questa gran raggiera di luce riempie cielo e terra, e a via di luce bussa a tutti i cuori, e prega, e supplica che ricevano la Vita palpitante del mio “Fiat”, che la nostra paterna bontà si è benignata e si è degnata di dettare da dentro il suo centro coi modi più insinuanti, attraenti, affabili, pieni di dolcezza, e con amore sì grande che dà dell’incredibile, da far stupire gli stessi Angeli.
Ogni parola può chiamarsi un portento d’amore, uno più grande dell’altro. Perciò, voler toccare questi scritti, è voler toccare Me stesso, il centro del mio Amore, le mie finezze amorose con cui amo le creature. Ed Io saprò difendere Me stesso, e confondere chi volesse menomamente disapprovare anche una sola parola di ciò che è scritto sulla mia Divina Volontà.
Perciò seguimi ad ascoltare, figlia mia, nè voler inceppare il mio Amore, nè volermi legare le braccia col respingere nel mio seno ciò che voglio che seguiti a scrivere. Troppo mi costano questi scritti. Mi costano quanto mi costo Io stesso. Quindi avrò tale cura che neppure una parola farò andare perduta.» [105]
Nel 1944, tre anni prima della sua morte, Luisa scrive queste parole ad uno dei suoi corrispondenti:
Luisa ad un suo corrispondente: «Nostro Signore farà i più grandi miracoli per far regnare la sua Volontà sulla terra. Preghiamo dunque affinchè i tempi siano accorciati, e che tutto si cambi in Volontà di Dio. »
Conclusione: Tutti profeti cristiani contemporanei affermano che all’orizzonte si profila l’alba di una Nuova Era. Coloro che leggono con amorosa diligenza le pagine di Luisa Piccarreta, si accorgono che questa Nuova Era sarà una conseguenza del rimpatrio in noi del Divin Volere. Gli uomini che rinunceranno al loro volere accettando di rimpiazzarlo con quello divino, ritroveranno la felicità che Adamo ed Eva possedevano prima del Peccato originale. È così che la Creazione realizzerà il suo fine primordiale, che la Redenzione raggiungerà la sua piena maturità, e che le tre Persone trinitarie riceveranno infine la gloria che spetta loro di diritto da parte delle umane creature.
Coloro che scoprono che gli scritti di Luisa Piccarreta sono un grande tesoro sono sempre più numerosi. Il tesoro sarà di coloro che accetteranno di vivere nel Divin Volere. Grazie a questo Volere divino ritrovato e riconquistato, l’uomo ridiverrà partecipe della Vita divina, proprio come Dio lo voleva fin dall’inizio. [106]
“Fiat Voluntas Dei”. Amen.
“Fiat” = “Che ciò avvenga (che ciò si realizzi)”
Questa immagine riassume Dio. Ne fa una sintesi visiva. La lettura interpretativa che mi sento di poter proporre è la seguente:
1) Dio è un tutto unico. Questo disegno è un tutto unico.
2) Dio è trino. Il triangolo che forma la parte centrale di questo disegno è composto da tre parti distinte, che rappresentano il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Queste tre Persone rappresentano a loro volta la Creazione, la Redenzione, la Santificazione.
3) Dio è amore. L’amore, per definizione, è azione creatrice. Questo concetto è significato dalla parola “Fiat” che si trova al centro del triangolo, e si concretizza nelle tre direzioni chiamate: Creazione, Redenzione, Santificazione. L’insieme formato da queste tre direzioni riempie la totalità dello spazio (360 gradi = 100%).
4) Dio è infinito. Ciò è rappresentato dal cerchio chi si trova al centro del disegno, attorno alla parola “Fiat”.
5) Dio irradia la vita all’infinito. Questo concetto è rappresentato dai raggi luminosi che partono dal cerchio centrale e vanno in tutte le direzioni.
Johannes De Parvulis
– QUATTRO ANNESSI –
ANNESSO N. 1 - Domande e risposte sul tema della Divina Volontà. (Adattate a partire dal libro di Thomas M. Fahy: “Book of Glory”).
Domanda n. 71
Perchè Dio ha scelto di farci conoscere l’ideale della Divina Volontà attraverso una rivelazione privata, tramite Luisa Piccarreta, anzichè includere questa importante informazione nella Rivelazione biblica?
Risposta: Tom Fahy risponde che parecchio di ciò che Dio ci ha rivelato tramite le Sacre Scritture e le Sacre Tradizioni può essere considerato come seme di verità, non come verità maturata. La maturazione della verità avviene nel tempo. Durante questo tempo, che evidentemente è successivo alla semina, Dio aiuta i figli suoi a capire lo svolgersi degli avvenimenti tramite le cosiddette “Rivelazioni private”. Tom Fahy aggiunge che molte anime sante, dopo avere fissato le basi della loro vita spirituale sulla Rivelazione biblica, hanno continuato la loro formazione spirituale con letture basate su “Rivelazioni private”. Per esempio, S. Caterina da Siena, dottore della Chiesa, è riconosciuta per aver contributo ad arricchire il tesoro delle verità appartenenti alla Chiesa. Ora questa santa ha scritto molto a partire da quello che il Signore le ha rivelato in forma privata, e alcune di queste rivelazioni sono contenute nei suoi famosi “dialoghi”. Tom Fahy ci invita a pensare a tutta la gloria che Dio ha ricevuto, e a tutte le anime che si sono salvate attraverso le “Rivelazioni private” del Sacro Cuore di Gesù (a S. Margherita-Maria Alacoque), a quelle sulla Misericordia divina (S. Faustina Kowalska), e a quelle legate alle apparizioni della Vergine di Guadalupe, di Lourdes, di Fatima, eccetera.
Sono convinto che Dio abbia diritto di manifestarsi all’uomo quando gli piace, cioè in qualsiasi tempo. Se ha scelto di farci conoscere soltanto adesso l’ideale della Divina Volontà, il motivo è, come Lui stesso dice, che prima d’oggi l’Umanità non era in grado di capirlo, e quindi di riceverlo con profitto. Invece ora i tempi sono maturi. [107] Attraverso la beatificazione recente di Padre Annibale di Francia e di Dina Bélanger, la Chiesa di oggi ci incoraggia a fare conoscere il Regno della Divina Volontà a partire da oggi.
Domanda n. 93
Che differenza c’è tra Divin Volere e Spirito Santo?
Risposta: Tom Fahy dice che per lui questa questione è un po’ difficile, e che per capirla meglio invoca il Signore. So, dice, che lo Spirito Santo è una Persona trinitaria, ma non sono sicuro che il Divin Volere lo sia altrettanto.
A mio avviso Tom Fahy merita di essere aiutato, e provo a farlo col commento seguente. Parlando dello Spirito Santo, nel Credo niceno-costantinopolitano è detto che Esso “procede dal Padre e dal Figlio”. Se veramente lo Spirito Santo è come l’elettricità, [108] la quale è generata dal Padre (la Centrale elettrica) e distribuita dal Figlio (la Rete di distribuzione), in questo caso sarebbe possibile dire del Divin Volere quello che si dice dello Spirito Santo, e cioè che “procede dal Padre e dal Figlio”. Ora, se il Divin Volere e lo Spirito Santo procedono ambedue dal Padre e dal Figlio, sia l’uno che l’altro dovrebbero avere la stessa natura. Ho l’impressione che il fatto di chiamare la terza Persona della SS. Trinità Divin Volere anzichè Spirito Santo, non cambi nulla.
Domanda n. 94
Che differenza c’è tra Volontà divina e Volizione divina?
Risposta: Thomas Fahy dice: per me non è facile rispondere a questa domanda perchè non conosco abbastanza la lingua italiana. Pare che in lingua italiana sia più facile distinguere i due termini.
A questa risposta aggiungo il mio granellino di sale (o di pepe). È una storia di traduzioni mal fatte. Inizia col famoso gruppo indipendente di St Cloud (Florida), primo responsabile di questa confusione. Mi spiego: Luisa utilizza due espressioni: “Volontà divina” e “Volere divino”. Per Luisa l’espressioneVolere divino significa Volontà divina in azione, e cioè l’azione concreta della Volontà divina. Il traduttore improvvisato di S. Cloud ha utilizzato il termineVolition”per tradurre sia il primo che il secondo concetto, come se il termine “Volition”fosse un termine universale e miracoloso, una specie di panacea. Facendo così ha mescolato tutte le carte, creando confusione e incertezze in molte persone, soprattutto di lingua inglese. La verità è che l’espressione inglese“Divine Volition” (Volizione divina) da lui usata e abusata, non traduce bene nè l’espressione Volere divino, né l’espressione Volontà divina.
Gesù aveva detto a Luisa: “Solo voglio che le cose escano fuori ordinate, perchè una parola che manchi, un nesso ed un connesso, un periodo spezzato, invece di gettare luce mi getteranno tenebre, invece di farmi dare gloria e amore, le creature resteranno indifferenti. Perciò sii attenta”. [109]
Domanda n. 101
Visto che l’Era del terzo Fiat sta prendendo forma, significa forse che l’Era della Redenzione sia sul punto di concludersi?
Risposta: No, affatto. Il terzo Fiat trinitario è il coronamento del primo e del secondo. Per questa ragione Gesù lo chiama “Fiat supremo”. In altre parole, la Santificazione umana sarà il coronamento della Creazione e della Redenzione. Grazie a questo terzo “Fiat” i due primi raggiungeranno la loro totale pienezza, la loro maturazione.
Domanda n. 104
Sembra che l’ideale di Dio sia che la Volontà divina regni in tutti i cuori. Vuol forse dire che la volontà umana sarà distrutta?
Risposta: No. Tale idea sarebbe un errore teologico. La volontà umana deve assolutamente esistere, altrimenti noi non saremmo più degli esseri umani, ma qualcos’altro. Gesù aveva una volontà umana, e Maria pure. L’ideale proposto da Dio è che la volontà umana rinunci a se stessa, ma liberamente, per amore, in modo che l’Eterno Padre abbia Lui stesso la possibilità di agire nell’anima umana. Questo è quanto è successo in Gesù e anche in Maria.
Prima del peccato originale Adamo ed Eva erano guidati dalla Volontà divina, ma col peccato hanno scelto di governarsi da soli, con la loro volontà umana. Essendo individualistica, la volontà umana non unifica gli esseri tra di loro, ma li divide. Fa crescere la discordia anzichè far crescere la concordia.
Se una persona è divinizzata dalla presenza della Volontà divina, vuol forse dire che potrebbe fare qualsiasi cosa, in qualsiasi momento? Per esempio, potrebbe forse compiere miracoli o creare qualcosa a partire da nulla?
Risposta: La persona umana non potrebbe mai, da sola, compiere cose divine, ma se Dio e la persona condividono la stessa volontà, quella divina, tutto è possibile alla persona umana. Non è più lei che vive, ma è Dio che vive in lei. Tuttavia la persona non perde mai la propria volontà, ma la sottomette a quella di Dio.
ANNESSO N. 2 - Tre immagini sulla Divina Volontà (Dal libro di J. De Parvulis: “La Guerra Mistica” )
Parlando di Luisa Piccarreta abbiamo visto che lo scopo dei suoi scritti è di incoraggiare tutti a vivere nel Divin Volere, un tema strettamente legato al terzo la “Fiat” di Dio, il “Fiat” dello Spirito Santo.
Spinti dal desiderio fare le cose per bene, molte persone si chiedono che differenza c’è tra FARE la Volontà di Dio e VIVERE nella Volontà di Dio. Siccome avevo anch’io questo problema, ho chiesto al Signore di aiutarmi a risolverlo. Come risposta ho ricevuto delle immagini mentali, tre in tutto. Ecco la prima:
Autista privato.
Inizialmente mi sono trovato alla guida della mia automobile, come faccio quando prendo il volante per andare in qualche posto. Notando che accanto a me c’era un passeggero, mi sono girato verso destra per vedere chi era. Con mia grande sorpresa ho scoperto che il mio passeggero era Gesù. Gesù stesso!
Stava lì, seduto tranquillamente, e ogni tanto mi dava un consiglio su quale strada prendere, dove girare, quando rallentare, eccetera. Io seguivo i suoi consigli, e lo ringraziavo pure, perchè vedevo che i consigli che mi dava erano utilissimi. Allora ho sentito una voce silenziosa suggerirmi dall’interno: “Questo è FARE la mia Volontà”.
Dopo un po’ mi sono trovato seduto dalla parte del passeggero, a destra dell’autista. Guardando verso sinistra per sapere chi guidava la mia macchina, ho scoperto, con grande stupore, che l’illustre Passeggero che prima era lì per accompagnarmi come passeggero, ora era diventato il mio autista. Autista privato! Gesù in persona aveva preso il volante della mia macchina, e a dire il vero la conduceva bene, anzi, molto bene. Ci eravamo scambiati di posto...
Confesso che con Gesù come autista avevo l’impressione che il mondo non era più lo stesso di prima. Mi sentivo in sicurezza. Per esempio, sentivo che a noi due non sarebbe mai potuto capitato un incidente grave. Sentivo che mentre Gesù conduceva potevo persino chiudere gli occhi e riposarmi i nervi. Allora qui la voce silenziosa mi ha suggerito: “Questo è VIVERE nella mia Volontà”.
Mi ricordo di avere pensato, forse anche a voce alta, come quelli che si parlano da soli: “Ma è normale tutto questo? È possibile che Dio, il Creatore, si trasformi adesso in autista, il mio autista privato?”
A queste parole, dette o pensate, Gesù ha risposto: “Cos’è più facile, secondo te, morire sulla croce o servirti da autista?”
Siccome Gesù continuava a guidare, ed in modo spontaneo e disinvolto, gli ho ancora detto: “Se voi guidate al mio posto, posso anche chiudere gli occhi e riposarmi i nervi? E se mi addormento del tutto?”
Il divino Autista ha sorriso, poi mi ha risposto: “Se ti addormenti, farò tutto Io per te”. [110]
Qui ho capito che se una persona umana rinuncia alla sua volontà per vivere nella Volontà divina, è come se cedesse al Signore il volante della sua macchina (cioè: la direzione della sua vita). I vantaggi che ne derivano sono innumerevoli.
Il gioco degli scacchi.
Mi sono permesso dire ancora al mio Signore: “Signore, non vi sembra che manchi qualcosa alla visione precedente? A me sembra che bisognerebbe aggiungere qualcosa per fare comprendere a tutti quello che per intuizione e per grazia Voi fate comprendere a me. Non avreste un’altra immagine, un qualcosa di supplementare per quelli che, spinti dalla buona volontà, hanno sete di comprendere meglio, e di più? Ho l’impressione che questa lezione è troppo importante per... ... ”
Come al solito, ma per me è sempre una sorpresa, un giorno mi si presenta un’altra immagine. Vedo due esseri che giocano a scacchi. Da una parte il diavolo, e dall’altra l’eterno Padre. Da solo non sarei mai riuscito ad immaginare che l’eterno Padre potesse giocare a scacchi col diavolo, suo grande nemico, eppure erano lì, uno di fronte all’altro, che giocavano a scacchi, davanti a me... Ma io dovevo capire che questa era solo un’immagine. Mi applico dunque a capire l’immagine.
Innanzitutto capisco che i pezzi che sono sulla scacchiera rappresentano gli esseri umani. Mi riconosco in una piccola pedina... E mi rendo conto che al gioco degli scacchi anche una semplice pedina può essere preziosa, se per esempio si trova al posto buono, al momento buono. [111] Osservo il gioco che va, e improvvisamente mi rendo conto che l’Eterno Padre, che è mio Papà, è in posizione di svantaggio. Penso: “È impossibile, Dio è più bravo del diavolo. Il diavolo è una creatura. Il Creatore di una creatura è inevitabilmente più bravo della sua creatura, qualunque sia l’intelligenza di quest’ultima. Allora il diavolo perderà la partita... Non la può guadagnare contro il Creatore.”
Eppure... lo svantaggio del Papà mio è visibilissimo. Allora mi metto ad osservare questo mio Genitore con occhi ansiosi, supplici e..., sì, sono come un bambino che osserva suo Papà, lo sa potentissimo, e malgrado tutto vede che sta perdendo terreno di fronte a un avversario misterioso, brutto, e vestito di nero. Il peggio è che ogni volta che il gioco lo obbliga a cedere uno dei suoi pezzi, vedo che soffre, perchè gli vengono le lacrime agli occhi. Il bambino che io sono in questa visione si ribella all’idea che suo Papà perda terreno di fronte a un avversario, che poi è anche così brutto! Scopro che cosa sia la morte, e soffro tremendamente di questa sua bruttezza, di questa sua crudeltà. Secondo la mia logica la morte non ha diritto di prevalere sulla vita, ma davanti a me si sta producendo l’opposto. Lo vedo. Lo sto vedendo. La cosa accade sotto i miei occhi. [112]
Piccolo come sono ho bisogno di aiuto, di luce, di spiegazioni, in modo da poter respingere un dubbio così atroce, così schiacciante... Ribelle alla morte, incapace di resistere davanti all’ingiustizia, mi metto quasi a gridare, ma con voce supplice:
“Dai, Papà! Non lasciarti battere! Fai qualcosa. Non sei l’eterno? Il tutto? Non sei il creatore? Non sei tu il mio Papà onnipotente, il migliore di tutti? Allora vinci! Devi vincere! Non voglio che tu perda. Non lo voglio! Devi vincere!”
Silenzio, e ancora silenzio, e poi ancora silenzio. Senza troppo capire, i miei occhi si posano sulla scacchiera, e mentre così la fisso, improvvisamente... Tieh! Eccola la spiegazione! Vedo che i pezzi coi quali mio Papà conduce il suo gioco sono tutti dotati di libertà, e che alcuni di loro, credendosi in posizione di svantaggio, si muovono da soli da un quadratino all’altro, e vanno anche lontano senza il permesso di mio Papà, che è anche Papà di ognuno di loro. Ahi! Questa loro mancanza di fiducia e di abbandono filiale provoca la loro perdita. [113]
E qui capisco tante altre cose... Mio Papà, onnipotente sì... Ma la libertà che per amore ha deciso di lasciare a tutti i sui figli (i “pezzi”) rende il suo gioco estremamente vulnerabile di fronte al gioco dell’Avversario, i cui “pezzi” rimangono fermi, sì, ma solo perchè paralizzati dalla paura. Allora mi chiedo: e che “vita” potrà mai essere quella dei pieni di paura, dei senza libertà, dei senza amore...? Mhmm... Non vorrei essere nei panni di uno di quei “pezzi”, proprio no.
Ritornato da questa parte della realtà, la voce silenziosa mi chiede: “Cara pedina, ti ricordi di avere già letto un testo che diceva che qualsiasi cosa dovesse succedere alla mia Chiesa, Io la ricostruirò?”
Rispondo: “Sì, me lo ricordo, ma non con le parole esatte”.
La voce: «Cerca le parole».
Mi metto a cercare il messaggio, e alla fine lo trovo a pagina 118 del libretto: “Le Grand Message d’Amour”. Lo rileggo attentamente, e il messaggio, tradotto in italiano, dice:
“Il mondo moderno rinnova la mia passione. Tuttavia, anche se i miei sacerdoti mi dovessero tutti abbandonare (com’è successo coi miei discepoli nell’ora della mia morte sul Golgota), e uno solo tra essi mi rimanesse fedele (com’è successo con Giovanni) ebbene, attraverso quel Giovanni Io rinnoverò il mondo!” (19 marzo 1969).
Questo testo mi ha fatto capire che la vittoria finale appartiene a Dio, ma che durante la partita ci possono essere degli alti e bassi dovuti alle condizioni che ormai ogni cristiano è in grado di capire.
Rifletto su ciò che ho appena vissuto. So che i messaggi profetici che tratto sono come le parti di un puzzle che intendo ricostruire. So bene che nella mia scatola, piena di questi messaggi, ne ce ne sono di veri e ce ne sono di falsi. Quelli falsi hanno sempre un difettuccio, magari piccolo piccolo, che fa sì che non stiano bene in nessun posto... Ma il messaggio che ho in mano è sicuramente vero, perchè trovo subito il suo posto, e noto che si adatta perfettamente ai pezzi che gli stanno intorno.
Mi aspetto un commento da parte della voce silenziosa, ma non mi è dato. Forse perchè le immagini che ho appena avuto sono già chiare ed eloquenti. Per me lo sono, ma per gli altri? Sento che nonostante la loro potenza e la loro chiarezza, queste immagini non convinceranno tutti. Allora guardo nel vuoto, mi interrogo su ciò che impedisce certe persone di dichiararsi soddisfatte delle spiegazioni fornite dalla provvidenza. Ed ecco la risposta che la voce immateriale me suggerisce:
“C’è una differenza enorme tra le persone che si accontentano di poco, quasi di nulla, e quelle al contrario che non si accontentano mai di niente, perchè proprio nulla le soddisfa. Le prime hanno un’anima di buona volontà, e credono alla provvidenza. Assomigliano a delle bambine docili che inventano la loro felicità a partire da ciò che ricevono dalle mani adulte. Le seconde invece hanno un’anima che somiglia a quella dei contestatori professionali. Nulla riesce a convincerle di scegliere la Verità quando questa viene loro proposta. Per queste persone tutto è pretesto per negare la verità, come se la verità non avesse diritto di esistere.
Per esempio, se un testimone della verità non dà il suo nome, la sua prova non è ammissibile; se invece lo dà, è il suo nome che non è ammissibile. Se un libro che testimonia della verità si presenta con “Imprimatur”, si tratta sicuramente di “vecchio paternalismo”, ma se si presenta senza “Imprimatur”, sventura per colui che osa diffonderlo in quello stato! ”
A queste condizioni, mi dico subito, sarà meglio che prosegua per la mia strada senza indugiare oltre, che segua il consiglio che Virgilio dava al suo amico Dante Alighieri, durante il viaggio che assieme hanno effettuato nei meandri dell’inferno: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa” [114]
L’amore al suo apice.
Avendo appreso da Luisa Piccarreta che nel tempo dell’Era nuova noi saremo capaci di amare nella giusta maniera, speravo sempre di incontrare qualcuno in grado di descrivermi quest’amore nuovo, mostrandomi come sarebbe fatto, di che cosa sarebbe composto. Il Signore lo sapeva, e un bel giorno ha permesso che mentalmente mi appaiano tre coppie di novelli sposi.
Le tre coppie mi appaiono raffigurate durante il periodo detto luna di miele. I coniugi di ogni coppia si prodigano dei gesti di affetto, di attaccamento, di passione, che sono apparentemente identici. All’improvviso mi è concesso di “vedere” all’interno della loro anima, e mi accorgo che le tre coppie non si amano allo stesso modo, e questo malgrado l’identità dei loro gesti esteriori. Risulta che i loro sentimenti non sono gli stessi, perchè appartengono a dei mondi diversi.
I coniugi della prima coppia si amano in modo tenero e appassionato, ma come risultato di una necessità istintiva di RICEVERE amore.
I coniugi della seconda coppia si amano in modo tenero e appassionato, ma come risultato di una necessità istintiva che li spinge ambedue a DARE amore (oltre che a riceverlo).
I coniugi della terza coppia si amano anch’essi in modo tenero e appassionato, ma come risultato di una necessità che li spinge ad amarsi reciprocamente allo scopo di poter amare Dio INSIEME. [115]
Riconosco che l’immagine della terza coppia è veramente quella che mi seduce di più. La qualità d’amore di questi due coniugi mi permette di capire che l’amore umano è un amore creato, e che i più solidi e veri degli amori creati sono quelli che accettano lo stampo dell’Amore increato.
Mi dico: l’Amore increato è Dio, che si trova al centro della Comunione dei Santi. Più gli esseri che si trovano attorno a Lui sono in grado di riflettere qualitativamente e quantitativamente la sua immagine, come avviene con i nostri “specchi”, e più questi “specchi” umano-divini sono in grado di rilanciare la luce ricevuta, quella che deriva loro dalla fonte prima dell’Amore, l’Amore increato.
Concludendo mi dico: ecco l’apice dell’amore, l’amore che converrà perfettamente al periodo che Luisa Piccarreta ci descrive come quello in cui trionferà in noi il Divin Volere. [116]
ANNESSO N. 3 - La Centrale elettrica.
Il momento è venuto, credo, di raccontarvi l’esperienza che ho vissuto qualche anno fa a proposito della Santa Trinità, e più precisamente a proposito dello Spirito Santo nella Santa Trinità. Ho l’impressione che Dio, in quel giorno, ha voluto concedermi una grazia del tutto particolare.
Mi ero messo alla presenza di Dio con l’intenzione di pregare, e invece di pregare come si fa normalmente, stavo dicendo a Dio che il mistero della Santissima Trinità mi dava dei grattacapi a causa dello Spirito Santo, la terza Persona trinitaria. Non riuscivo a piazzarlo nè a destra nè a sinistra, nè in alto nè in basso, nè sotto una forma nè sotto quell’altra. Mi dichiaravo soddisfatto dell’immagine di Dio Figlio, perché Gesù era per me un essere che potevo visualizzare. Lo avevo guardato nella sacra Sindone, e conoscevo la sua vita abbastanza bene. Mi dichiaravo soddisfatto dell’immagine di Dio Padre, perché mio padre io l’avevo conosciuto, e avevo in lui un punto di riferimento. Ma non potevo dichiararmi soddisfatto dell’immagine dello Spirito Santo. Erano anni che mi sforzavo di trovare un simbolo, un qualcosa che mi aiutasse a visualizzarlo in modo un po’ conveniente, ma niente, nessun risultato. La figura della colomba? Quella del vento? Non mi sentivo attratto nè dalla prima nè dalla seconda, e il motivo c’era. [117] Così non riuscivo a spegnere la sete che avevo di comprendere almeno un po’ com’era fatta la Terza Persona divina, e questo mi metteva a disagio, mi creava frustrazione.
Dunque, mentre prego o tento di pregare nel modo sopra descritto, pensandomi solo, mi accorgo che non sono affatto solo, ma circondato da una Presenza grandissima, quella di Dio Padre. Passata la sorpresa mi rendo conto che la situazione presenta per me un certo vantaggio, quello di favorire uno scambio di idee con Colui che da tanti anni considero il responsabile principale del mio problema, quello della rappresentatività dello Spirito Santo. Allora metto carte in tavola. Denuncio quella che considero una specie di lacuna nei riguardi dello Spirito Santo, dico quel che penso della colomba e del vento, eccetera… Il mio discorso non è del tutto finito, che di punto in bianco “vedo” una grandissima centrale idroelettrica. Non la vedo con gli occhi, ma con la mente. E una Voce immateriale mi dice:
Per te e per molti altri, questa immagine può rappresentare Dio Padre.
Per qualche istante mi lascio invadere dalla grandiosità e dalla bellezza della centrale, poi il mio sguardo si posa sui fili di alta tensione, quelli che formano la rete di distribuzione della forza elettrica prodotta dalla centrale. L’insieme di questi fili forma un vasto complesso. Vedo anche i fili di bassa tensione, quelli che penetrano nelle case, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle chiese, nei vari posti dove l’energia elettrica è utile o necessaria.
– Ti sto mostrando la rete di distribuzione dell’energia elettrica. La vedi? Essa può rappresentare Me, che sono Dio Figlio. Porto l’Energia divina nei posti dove essa è utile... A proposito dello Spirito Santo, poco fa dicevi che lo volevi “vedere”. Hai ancora quel desiderio?
Il significato globale dell’immagine è già tutto in me, per cui non ho più bisogno di altre spiegazioni. Allora balbetto:
– N… No, no. Adesso va tutto bene. Quello che volevo sapere, lo so già. L’ho già capito. Non ho più bisogno di “vedere” lo Spirito Santo. So già com’è “fatto”, e so anche da dove viene, per dove passa, e dove va. Lo Spirito Santo è nei fili elettrici. È come l’elettricità che passa nei fili. È “fatto” di energia. L’energia elettrica non si vede, ma tutti sanno per dove passa. Passa per i fili elettrici. Ce ne sono tanti, qui..., e vanno dappertutto. Partono dalla centrale e vanno in tutte le direzioni. Formano una rete vastissima. La rete serve per distribuire l’elettricità.
Grazie a questa esperienza capisco tutto quello che da anni cercavo di capire ma senza risultato. Guardo ancora i fili che partono dalla Centrale e si allontanano a perdita d’occhio nelle quattro direzioni. Sono sostenuti da piloni che si susseguono a distanza regolare. Là dove arriva questa forza, con essa arriva la vita. Capisco che la rete di distribuzione può rappresentare Gesù. Sì, Gesù è la rete di distribuzione. Ovunque c’è bisogno di luce, di vita, di calore in senso spirituale, Gesù vi trasporta lo Spirito Santo, che è l’Energia necessaria alla produzione di questa luce, di questo calore, e del movimento vitale.
Mi dico: se Dio Padre è la centrale, e Gesù la rete di distribuzione, è più che normale che lo Spirito Santo sia l’elettricità. Mi sembra che questo esempio calzi a meraviglia. In questo esempio è possibile dire che l’elettricità procede dal Padre e dal Figlio, proprio com’è detto nel Credo Niceno-Costantinopolitano a proposito dello Spirito Santo. [118]
Il paragone mi soddisfa. Adesso non mi è più possibile pensare alla SS. Trinità senza pensare alla centrale, alla rete distributiva, e all’energia elettrica, le tre componenti dell’esempio citato. C’è da dire, in più, che le tre Persone trinitarie formano un unico Dio proprio come queste tre componenti formano un unico sistema.
Molte cose che prima di questa esperienza mi sembravano vaghe o fuori portata, ora mi sembrano chiare e semplici. Ho il cuore pieno di riconoscenza verso Dio che si abbassa su di me per spiegarmi tutto con parole ed immagini adatte alla mia natura e alla mia statura. Con l’anima piena di riconoscenza e di fervente ammirazione oso proseguire:
Io a Gesù: «Signore, se una persona volesse osservare lo Spirito Santo in azione, mi sembra che ci riuscirebbe guardando quel che succede in fondo al filo elettrico. L’elettricità produce dei risultati visibili là dove arriva. Una lampadina che si accende per illuminare un angolo buio è un risultato visibile, i caloriferi elettrici che d’inverno riscaldano la casa (o all’inverso, i condizionatori d’aria che d’estate ne riducono il calore eccessivo) sono un risultato visibile, i motori elettrici che fanno funzionare le lavatrici, le macchine da cucire, i ventilatori, e tante altre macchine e macchinette, sono dei risultati visibili ».
Mentre dico questo mi rendo conto che l’elettricità, che ormai per me simboleggia lo Spirito Santo, è in grado di generare tre forme di vita, quella che si trova nella luce, quella che si trova nel CALORE, e quella che si trova nel MOVIMENTO. Sono tre forme di vita che talora si presentano separate, e talora combinate assieme. Schematicamente il concetto è il seguente:
L’energia elettrica si trasforma in:
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1
Luce
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2
Calore
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3
Movimento
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Lampade elettriche.
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Radiatori elettrici per riscaldare, o all’inverso, condizionatori d’aria per raffreddare.
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Motori elettrici.
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Grazie a queste immagini mentali capisco tutto quello che desideravo capire. Ma qui mi giunge l’eco di alcune parole latine che sono parte di una preghiera allo Spirito Santo: Lux beatissima … Dulce refrigerium…[119] Poi sento una voce che parla alla radio, e vedo anche un televisore che offre immagini e messaggi di tutti i generi. Ascolto, guardo, penso. Alla fine dico al Signore:
Io a Gesù: «Gesù, nel passato tutto funzionava a mano, o coi pedali, ma l’elettricità ha rivoluzionato il mondo. Il fatto è che la rivoluzione non è avvenuta solo nel bene ma anche nel male. Per esempio, quella televisione lì… Secondo me il male che fa supera il bene, e quella radio lì fa lo stesso…».
Gesù a me: «Lo so bene, Johannes, ma anche se le forme di energia appartengono a Noi che le abbiamo create, l’Avversario le usa ogni volta che voi gli chiedete di usarle.
Quando è lui che le usa, esse finiscono per darvi la morte anzichè la vita. Non tutti voi, ma parecchi di voi si servono del loro libero arbitrio [120] per chiamare l’Avversario, e dargli autorità su tante cose. Allora lui viene e si impossessa delle energie presenti nella nostra creazione. Salvo che lui usa queste energie per realizzare gli scopi suoi. Il libero arbitrio è un dono che vi ho fatto, e non intendo per nulla ritirarvelo. Se però lo usate per mettere le energie vitali nelle mani dell’Avversario, anziché la vita troverete la morte. In altre parole, se scendete a compromessi con l’Avversario, lui vi preparerà dei tranelli, che sono come i “cortocircuiti” elettrici che ogni tanto si verificano nelle vostre abitazioni. Quando questi suoi “cortocircuiti” entrano in azione, anche se inizialmente vi fanno pensare a dei meravigliosi fuochi d’artificio, alla fine vi mettono fuori uso spiritualmente, e in certi casi anche fisicamente». [121]
Una lezione come questa mi sembra preziosa. Mi viene l’idea di consultare un’enciclopedia sull’Occultismo. Ricevo conferma che “occultare” significanascondere, e che il titolo di “Maestro dell’occulto”, per tradizione viene attribuito al demonio.
Passano anni.
Un giorno mi trovo davanti a dei giornali che parlano di riunioni carismatiche piene di stranezze. Mi permetto di chiedere al Signore:
Io a Gesù: «Signore, negli avvenimenti di cui si parla in questi giornali, in quelle riunioni “carismatiche” che questa stampa chiama col nome del “Santo ridere”, o del “Toronto blessing”, eccetera… a me sembra che la gente faccia sciocchezze di tutti generi. Quello che mi disturba è che le facciano in nome dello Spirito Santo. Che ve ne pare? È forse un esempio di energia rubata dal quel “ladro” di cui discutevamo assieme qualche anno fa?».
Gesù a me: «Purtroppo Johannes… Ma vedo che per certe cose hai una memoria veramente eccezionale. Dimmi, se l’elettricità fosse già stata conosciuta e utilizzata al tempo della mia venuta in mezzo a voi, pensi che nel Vangelo ci sarebbe oggi una parabola in più? ».
Io a Gesù: «Ne sono quasi certo, Signore. Una “parabola” più eloquente di quella della centrale elettrica non l’ho mai trovata. Essa mi ha aiutato moltissimo a capire il mistero della SS. Trinità, sempre nei limiti a noi concessi».
Gesù a me: «Allora ascoltami. A voi che vi sforzate di essere fedeli leggendo quello che il Cielo vi comunica in questi anni, posso dire che la rivoluzione che si è prodotta sulla terra con la venuta dell’elettricità è un’immagine di quello che presto si produrrà su tutta la Terra con la venuta dello Spirito Santo. Si tratta della Pentecoste universale. Ora in vista di questo grandioso avvenimento, la vostra Terra ha bisogno di essere riassettata, purificata. Solo così potrà ricevere con profitto i doni dello Spirito Santo.
Comprendi che se i doni dello Spirito Santo fossero concessi all’umanità in questo istante, senza quella Purificazione generale che ormai vi è indispensabile, non solo non vi gioverebbero a nulla, ma il loro continuo abuso moltiplicherebbe per mille il male che già è presente sulla vostra terra in forme eccessive.
I doni dello Spirito Santo sono come nuove ricchezze, nuovi poteri, nuove capacità, capacità rinnovate, capacità moltiplicate, ma le ricchezze e le capacità moltiplicate non eliminano quel libero arbitrio che vi è stato concesso da Dio fin dall’inizio. Allora i frutti della vostra cattiveria aumenterebbero anziché diminuire. Aumenterebbero con l’aumentare dei nuovi doni, delle nuove ricchezze, delle nuove possibilità, dei nuovi poteri.
Come tu sai, la maggioranza delle persone che oggi vivono sulla terra cercano i loro interessi anziché i nostri, vogliono la loro gloria anziché la nostra, fanno la promozione del loro ordine anziché del nostro. Cosa pensi che queste persone farebbero dei nuovi doni dello Spirito Santo? Te lo dico Io cosa ne farebbero: li investirebbero nel male anziché nel bene, e questo moltiplicherebbe il male anziché il bene.
La Purificazione che sta per venire è un bene. Ha per scopo di prepararvi al Grande Rinnovamento che ormai deve venire, [122] e che la seguirà da vicino. Cesseranno allora le distruzioni. Non ci saranno più i disastri che oggi avvengono nel mondo e nelle vostre anime come conseguenza di quei famosi “cortocircuiti” di cui parlavamo assieme tempo fa ».
Qui capisco che i disastri che i cortocircuiti causano nelle nostre case sono un’immagine di quelli che si producono nelle anime delle persone che permettono a Satana di entrare nella loro vita, la loro casa, la loro anima. Sperando ricchezze e onori terreni, queste persone si vendono a Satana, gli aprono la porta, lo fanno entrare, gli fanno onore. Fanno questo tramite “occultismi” di ogni genere, incluse le messe nere. Per un po’ sembra che in casa vada tutto bene, ma poi…
Intravedo i numerosi sabotaggi che Satana e i suoi accoliti stanno oggi preparando sulla terra, la nostra comune dimora. Malgrado la visione di questi sabotaggi e conseguenti catastrofi rimango fiducioso che il Signore si servirà di tutto questo grande male per far trionfare il suo grande bene. Dopo laPurificazione generale ed il Grande Rinnovamento annunciati, il piccolo gregge che sarà rimasto potrà vivere una vita armoniosa e felice, degna di quella che i nostri Progenitori vivevano prima del Peccato originale.
ANNESSO N. 4 - Citazione ripresa dal libro di JNSR: “Témoins de la Croix”.
«Il mondo è una come barca che sta facendo acqua da tutte le parti. Dio non può lasciare la sua terra affondare. La ritirerà dalle mani dei tiranni. La sua creazione subirà la trasformazione desiderata, perchè la terra non ce la fa più a subire le contrazioni del suo parto. Il suo parto è prossimo.
I suoi dolori, provenienti da tante sofferenze umane, da tanto disordine presente ora nell’armonia della natura, i suoi dolori, i suoi pianti, i suoi timori, cesseranno. La nuova terra uscirà più bella che mai dalle mani del Creatore, che le darà la perfezione del suo Redentore. Avvolta nello Spirito purificatore, grazie al soffio vivificante di questo Spirito essa diventerà la terra dei viventi. Porterà la vita. Dio avrà bandito la morte per sempre.
La terra di Dio, unita al cielo, diventerà un paradiso. Tutto sarà rinnovato, diventerà come nuovo. I Cieli saranno nuovi, la terra sarà nuova, immersa nella conoscenza di Dio. E Dio sarà presente in tutto, in tutti, in ognuno. Regnerà l’armonia, trionferà l’amore. »
La causa di beatificazione di Luisa Piccarreta è stata introdotta a Roma nel 1994 da Mgr Carmelo Cassati, arcivescovo della Diocesi di Trani.
Nella sua lettera pubblicata il 19 novembre 1994, Mgr Cassati invita i testimoni di miracoli ottenuti per intercessione di Luisa Piccarreta, a farli conoscere scrivendo al postulatore di questa causa di beatificazione:
Mgr Felice Posa,
Casa divina Provvidenza,
70052 Bisceglie (Bari)
Italia.
CESHE, “Cercle Historique et Scientifique” è una associazione internazionale che vuole far conoscere l’opera di Fernand CROMBETTE (1880-1970) il quale, con lo pseudonimo di “un catholique français”, ha fatto luce su diversi aspetti della scienza, soprattutto in Geografia, Storia dell’Egitto antico, la Cronologia antica, l’Astronomia e l’Esegesi. Il CESHE pubblica dei Cahiersche presentano le molteplici tesi di Fernand CROMBETTE, e una rivista trimestrale il cui titolo è Science et Foi. Andare su Internet all’indirizzo: http://www.chez.com/ceshe/