martedì 11 agosto 2015

(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.

VANGELO
(Mt 18,15-20) Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito di sapienza a far luce nella mia mente, insegnami ad ascoltare le parole del Signore ed a tradurle in realtà nella mia vita, senza mettere nulla della mia stolta umanità, ma solo quello che Lui desidera.
In questa pagina Gesù ci insegna a costruire la società cristiana in cui vivere ed come confrontarci con i nostri fratelli. Chiaramente questo è un discorso che sì, era adatto alle prime comunità cristiane, ma che può benissimo rapportarsi ad ogni nostra attuale piccola comunità, cominciando dalla famiglia stessa.
Prima di tutto chiarire e confrontarci senza cattiveria con quel fratello che secondo noi ci ha fatto un torto, perché potrebbe anche essere solo un disguido, un malinteso. Se questo non basta si deve comunque cercare di risolvere anche con l’ aiuto di testimoni, non facendo chiacchiere dietro alle spalle,ma cercando aiuto per la soluzione della vicenda, insomma si deve far di tutto per non far diventare una contesa qualsiasi in un rancore.
Si deve cercare la pace, ma quella vera, quella che non è solo apparenza , ma la pace del cuore e questa deve essere la cosa più importante in una comunità di Fratelli. Quello che poi noi stiamo leggendo non è solo un monito per i fedeli , ma anche per i discepoli, che hanno grandi responsabilità nell’ ambito della Chiesa stessa.
La comunità si deve basare sulla preghiera comunitaria, deve essere un incontro tra fratelli e a questo punto, troviamo delle parole molto difficili da comprendere, ma che si possono racchiudere tutte in sintesi, in un’unica frase.
Le regole le mette Dio e le conferma Gesù Cristo, non si può vivere da cristiani , facendoci degli schemi a modo nostro.
L’uomo tende ad aggiustarsi tutto come gli pare, ultimamente poi, si è creata talmente tanta confusione che la torre di Babele è un esempio di come pur essendo tutti nello stesso posto, parlando tutti la stessa lingua, non riusciamo più a capirci. Ogni individuo ha una sua verità, ogni sacerdote, ogni vescovo dice la sua, ma tutto contribuisce spesso solo a creare più confusione proprio perché ognuno dice la sua… ma la verità è una sola, quella di Dio ed a questa bisogna attenerci.
La preghiera e l'invocazione allo spirito Santo, rimettono tutto nelle mani del Creatore, risolvono dubbi e affidano al Signore ogni cosa. Io personalmente posso dire di aver messo in pratica questa pagina , pregando ed affidando a Gesù delle situazioni che sembravano estreme, ed umanamente impossibili da risolvere; la risposta del Signore non ha tardato ad arrivare, specialmente quando chiedo anche all'altra persona di affidarci a Dio con la preghiera.
Guadagnare un fratello!!! In queste semplici tre parole c’è il senso di quello che noi non riusciamo spesso ad afferrare, perché nella realtà ci comportiamo al contrario di quello che ci indica il Signore, prima ne parliamo male con tutti e solo poi, forse, ne discutiamo con lui. Quando perdiamo un fratello, perdiamo una parte di noi, ma se non ce ne rendiamo conto è perché mettiamo davanti a noi il nostro ego, la nostra dignità, la nostra superbia, cosa che non ha fatto Gesù Cristo.
Ci ha amato anche se non ci siamo abbassati , trafitto dall’amore che ha per noi, inchiodato alla croce dal desiderio di salvarci e di ricondurci nella casa del Padre.
Con la sua morte ci ha guadagnato fratelli, se capissimo che pregando per chi non si corregge guadagneremmo tanti fratelli , allora si che avremo capito quello che vuole da noi Gesù: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
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lunedì 10 agosto 2015

(Mt 18,1-5.10.12-14) Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.

VANGELO
 (Mt 18,1-5.10.12-14) Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Parola del Signore

 (Mt 18,1-5.10.12-14) Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito di Dio ed aiutami ad essere come un bambino e affidarmi a te.

Questa volta è  Matteo e non Luca e ci descrive la scena, mettendo in risalto le parole di Gesù. Vorrei notare con voi una frase che dice il Signore: ”accoglie me”. Gesù si immedesima in un bambino, si fa piccolo e ci chiede di fare come lui; di non cercare la grandezza, ma proprio come un fanciullo lasciarsi educare e plasmare dall’ amore del Padre.
I bambini hanno degli angeli che li custodiscono, e l' intervento immediato del Padre in loro difesa: egli ha disposto uno schieramento di angeli a servizio e a difesa dei suoi bambini, dei suoi "piccoli". Tramite i propri angeli che vedono la faccia di Dio, essi possono far giungere fino a lui i torti e le ingiustizie che ricevono. Chi tocca i suoi "piccoli", tocca Dio.
Essere come bambini, vuol dire essere semplici ed umili e non significa essere incapaci di ragionare, ma capaci di affidarsi a Dio.
 Poi passiamo ad un altro passo, quello del pastore . 
Queste poche righe sembrano povere a prima vista, semplici, perché in fondo è normale che il pastore ci tenga alle sue pecore, fin qui non ci piove;  ma se guardiamo più attentamente, scopriremo che il discorso è rivolto anche a noi. Che ve ne pare di questo pastore che corre dietro alla pecora smarrita fino a che non l’ ha trovata? Sembra chiederci Gesù!
Che amore pensate che sia quello che lo spinge a sacrificare anche se stesso per darci la possibilità di entrare a far parte del suo regno?
Scoprire quanto e come Dio ci ama, ci fa notare che non è proporzionabile al nostro modo d’amare, né a come noi concepiamo l’amore.  Nella lettura del Vangelo, si parla di Gesù come dell’ agnello che è messo sul trono da Dio e che sarà il pastore per tutti noi, ma anche dell’ agnello che per primo ha accettato di essere sacrificato, di donare la sua vita, con una rassegnazione che è tipica di quest’animale, che va incontro alla morte senza neanche un lamento, con docile accettazione. Gesù ha accettato di servire fino alla fine il progetto di Dio e per questo sarà ritenuto degno di diventare il pastore di tutti, quello che c’ indicherà la via da seguire.
Una sola pecora in cambio di 99… sicuramente tornerà pensiamo, speriamo, ma sarà difficile che qualcuno di noi sarebbe disposto ad abbandonare le altre per correre mille pericoli ed andare a cercarla.
Eppure questo è quello che fanno centinaia di missionari che corrono mille pericoli in terra straniera per far conoscere Gesù, perché questo sentimento di condivisione della salvezza, dono per tutti, deve essere quello che anima i nostri cuori di Cristiani per essere conformi a Cristo e non un rapporto egoistico. Sempre più spesso si parla di una chiesa troppo ricca, ma poi, quando sentiamo di quanti perdono la vita solo perché cristiani che cercano di far conoscere il Signore in ogni parte del mondo, capiamo che la chiesa con è soltanto una banca che prende per arricchirsi, ma un’opera di grande umanità che porta nei posti più sconsolati del mondo tanto amore, istruzione e cibo per il corpo e per l’ anima. Quanti di noi che stiamo caldi e comodi nelle nostre case, sono disponibili a camminare diverse miglia nella foresta o nel deserto per poche anime, quanti come Gesù sanno essere buoni pastori? Dacci o Signore la forza di non perderci mai e di poter aiutare chi non conosce le tue vie.

domenica 9 agosto 2015

(Gv 12,24-26) Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.

VANGELO

 (Gv 12,24-26) Se il chicco di grano muore, produce molto frutto. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Parola del Signore.
 
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e porta la tua luce nella mia mente, affinché attraverso il tuo apporto, il chicco possa germogliare e dare frutto.

Questa è una serie di cose che Gesù ci dice, che sembrano un po’ buttate là, ma che invece sono colonne della fede, sulle quali si basa poi tutta la nostra speranza. Attraverso la sua parola, Gesù si fa chicco di grano, attraverso la sua vita, fa germogliare in noi la speranza di un nuovo modo di concepire sia la vita sia la fede, attraverso la sua morte germoglia in noi la salvezza e attraverso a sua resurrezione la certezza dell’eternità. Tutto è per noi, dal momento della creazione tutto quello che Dio ha fatto, lo ha fatto per noi, tutto quello che ci ha dato l’ ha dato per amore e, la parola di Gesù, ce lo ripete e lo rinnova nel nostro cuore.
Sta a noi adesso, cogliere quel piccolo seme che Dio ha messo nel nostro cuore, farlo germogliare e fare sì che produca frutto, ma senza perdere tempo, senza distrazioni, perché se il campo non è coltivato attentamente, la zizzania soffocherà tutto il raccolto. Vediamo qui espressi i concetti base della nostra fede, quelli che ci faranno passare con l’aiuto di Dio, attraverso la porta stretta, servire e seguire. Se riusciremo ad essere fedeli a questi concetti, vedremo germogliare i frutti dell’amore che Gesù ha trasmesso a noi.
 

sabato 8 agosto 2015

(Gv 6,41-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

VANGELO
 (Gv 6,41-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ ultimo giorno.  Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito, anche se non ti meritiamo,vieni a accendere in noi la sapienza di figli.

 Prima di passare al Vangelo,vorrei che rileggessimo ATTENTAMENTE la seconda lettura: 
(Ef 4,30-5,2) Camminate nella carità come Cristo. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Non credo di dover aggiungere parole alla Parola di  questa lettera, è di per se un fortissimo richiamo a non lasciarci influenzare da chi chiacchiera e sputa sentenze.

Non credo di dover aggiungere parole alla Parola di questa lettera, è di per se un fortissimo richiamo a non lasciarci influenzare da chi chiacchiera e sputa sentenze.
La fede è un dono di Dio, fatto a chi sceglie di accoglierlo, ma credere in Dio, non basta, non possiamo dire di credere in Dio, se non riconosciamo il figlio che Lui ha mandato. Qui sta il nocciolo della questione, accettare il Figlio perché si ascolta la parola del Padre, che con Gesù si compie, trasformando questo Figlio in amore che nutre la nostra fame di verità.
  Anche i giudei onorano Dio, ne conoscono le letture, se le tramandano ancora, ma non hanno adempiuto pienamente la sua parola, perché non hanno riconosciuto in Gesù il Messia promesso. Non lo hanno accettato perché non era quello che loro speravano, non era un vincitore, un re ricco e potente, non veniva a portare gloria sulla terra, ma diceva che il suo regno non era di questo mondo…è difficile accettare di conoscere qualcuno, quando quello che ci propone non ci interessa, quando quello che cerchiamo è solo terreno.Così oggi molti incartano le loro parole con la parola  delle scritture per parlare contro il Papa e contro i fratelli, salendo sul pulpito e chiamandoli peccatori,eretici e miscredenti...e andando contro ogni richiamo di Gesù all'amore e al perdono.
 Noi Signore invece ti vogliamo conoscere, vogliamo che tu ci parli, che c’ indichi la via da percorrere, perché ci fidiamo di Dio e di Te, Signore nostro Gesù Cristo, perché solo attraverso di te, potremo entrare nel progetto di Dio per la nostra salvezza.
Continua il discorso del  pane di vita e penso che noi siamo il seme di Dio sparso sulla terra, per quanto tempo non importa, ma in ognuno di noi c'è un seme di Dio.
Quello che vediamo sulla terra è il risultato di quello che da noi è germogliato e, stando a quello che si vede oggi nel mondo, non sembra proprio che il risultato sia ottimale; c'è molta gramigna e zizzania che soffoca anche i germogli più buoni, ma verrà il giorno che la gramigna sarà strappata ed il seme buono, potrà crescere rigoglioso.
Nessuno può uccidere il seme buono in noi se non noi stessi, ricordiamolo sempre; gli altri ci fanno quello che ci lasciamo fare!

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venerdì 7 agosto 2015

(Mt 17,14-20) Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.

VANGELO
(Mt 17,14-20) Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con (Mt 17,14-20) Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo,Tu non abbandoni chi ti cerca, Signore. Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso….Fa o Santo Spirito che queste nostre preghiere questo implorare il Signore Dio nostro, siano sempre e solo pure e sincere, fa che la fede in Dio Padre, in Gesù Cristo e in te Santo Spirito, siano la sola fonte di ispirazione della nostra vita e che siamo sempre degni di accoglierti nel nostro cuore e nella nostra mente.
Una cosa che mi è subito evidente è come quest’uomo non si arrenda davanti alla prima non riuscita da parte dei discepoli di Gesù…ecco che va alla fonte, si rivolge a Gesù stesso, ed è esaudito.Se la nostra fede fosse così forte…se riuscissimo a non fermarci davanti a niente, se tutti gli ostacoli fra noi è Dio avessero come unico mediatore Gesù Cristo, se noi avessimo fede come un granello di senape…..Ma la nostra umanità è più forte della nostra fede, chiediamo, preghiamo, ci sforziamo di credere sempre di più, ma non raggiungiamo mai quella santità che ci rende veri discepoli di Gesù.
I santi, questi sconosciuti, che operano miracoli in vita e dopo, perché riescono ad essere un tutt’uno con Cristo Gesù, sono ancora mille miglia lontani da noi.
Leggiamo di loro, ma non riusciamo a penetrarne il segreto della fede, non riusciamo ad abbandonarci a Dio come loro hanno fatto, eppure altro non erano, e non sono, che uomini come noi, e dobbiamo aspirare a diventare anche noi Santi, non per la gloria degli uomini, ma perché nulla potrebbe essere più bello che riuscire ad essere così in comunione con Cristo.
Eppure restiamo qui, ancorati alla nostra preghiera stanca e inconcludente, mentre il Signore ci mostra come la vera fede trasfigura.La domanda che cosa dobbiamo fare, non è quella giusta.
Signore facci essere come Te, donaci la Tua fede, donaci la potenza del Tuo essere perché possiamo essere solo tuoi, possiamo farti vivere in noi, fa che tutto quello che c’è di così umano e terreno che c’impedisce di raggiungerti, sia spazzato via dal tuo Santo Spirito, e che abbracciati ed uniti a te possiamo farti operare attraverso di noi.Questa forse dovrebbe essere la nostra preghiera, e dovrebbe essere talmente forte e sincera da non tremare di fronte a nulla, da aver paura di non farcela, ma consapevole del “ Sia fatta la Tua volontà ” che ogni giorno diciamo senza neanche rendercene conto.
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giovedì 6 agosto 2015

(Mt 16,24-28) Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?

VANGELO
 (Mt 16,24-28) Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

Parola del Signore



La mia riflessione
Preghiera

Vieni o mio Signore, aiutami, con il tuo Santo Spirito infuocami, con il tuo amore guariscimi, con la tua sapienza illuminami e fa che io possa essere per i miei fratelli una lucina... piccolissima lucina che cammina verso Te anima della mia anima. Ti amo!

Il rapporto intimo di ognuno di noi con il Signore, è conosciuto solo a noi e a Lui.
Pietro, toccato dallo Spirito Santo, riconosce in Gesù il CRISTO di Dio, l’ UNTO, il MESSIA.
Tutto questo non può avvenire se non per Grazia di Dio, una grazia che non è stata fatta solo a Pietro, ma a molti uomini.
Per ricevere queste grazie, c’ è bisogno però della nostra adesione, del nostro SI.
Nei vangeli noi impariamo a riconoscere il modo di fare di Dio attraverso il comportamento di Gesù.
Non si comporta come un capo che comanda, ma che è venuto per soffrire, per essere umiliato, per essere rifiutato dagli scribi, dai sacerdoti, dagli anziani, insomma da tutti quelli che tenevano all’ epoca il potere del governo e se lo spartivano; cercando di assoggettare le persone a questo potere.
I sacerdoti di allora, i governanti di allora, non sono poi per nulla dissimili dai governanti di oggi, vediamo che in molti hanno piegato il loro capo davanti al potere terreno, alla cupidigia, all’ apparenza; anche la chiesa di oggi come quella di ieri, non è esonerata dal peccato.
Dei governanti del mondo, meglio non parlarne… ci sono duemila organizzazioni  che dovrebbero dare gli aiuti per il terzo mondo (e già questa è una bestemmia, il mondo è uno) e invece si spendono solo per cose appariscenti e per i loro stipendi.
Siete mai stati al palazzo della F.A.O….per tante persone che si danno da fare, che ci credono; ce ne sono altrettanti belli ciccioni e pieni di boria… che di umanitario hanno ben poco!
Alla CARITAS qualcuno si dà da fare, ma  gli altri?  Bhè lasciamo stare, non ci facciamo il sangue amaro, così va il mondo.
Ma questo non deve spaventare o scoraggiare chiunque voglia seguire il Signore, perché se è vero che alcune cose sembrano contraddirsi a vicenda, è anche vero che il Signore continua a ripetere, non abbiate paura.
Allora mettiamoci in testa che nessuno può essere delegato a fare quello che noi dobbiamo fare, e che non c’ è niente che ci può fermare se siamo pieni di Spirito Santo.
Tutto quello che faremo con e per il Signore, sarà, non solo ben fatto, ma anche ben retribuito. Gesù stesso, fornirà i mezzi per far fronte a tutto ciò, la cosa importante è non arrendersi mai, non farsi distrarre dal mondo e sedurre, o spaventare da chi ci sta intorno, che è contro Dio, ma che è anche nostro fratello e anzi noi possiamo provare con l'aiuto di Dio e poi con la nostra preghiera, a trascinare più fratelli verso Gesù. Anche il gesto più piccolo sarà ripagato largamente.Forza, non abbiamo paura, seguiamo Gesù e abbandoniamo tutto quello che è vano e inutile, questi sono momenti molto difficili, se la Madonna viene in nostro soccorso, se lo Spirito ci Parla e si fa sempre più insistente, ascoltiamolo, seguiamo Gesù, nella parola, nelle opere, nella croce e nella resurrezione. Il nostro è un Dio vivo, risorgiamo a vita nuova con Lui.
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mercoledì 5 agosto 2015

(Mc 9,2-10) Questi è il Figlio mio, l’amato.

VANGELO (Mc 9,2-10) Questi è il Figlio mio, l’amato. + Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA Vieni vicino a me o Santo Spirito, ed aiutami a comprendere il senso della lettura di oggi, ed a saperla applicare alla mia vita. Sono molte le cose che mi colpiscono di questo brano e, onestamente non so da dove cominciare, perchè nella sua narrazione Marco, va all' essenziale, senza raccontarci i dettagli di questa giornata particolare, che porta i tre discepoli a vivere un'esperienza spirituale con Gesù, veramente insolita, ma i sacerdoti parleranno abbondantemente di questa esperienza in chiave teologica e molto meglio di me. Io amo ascoltare quello che questo brano ci dice, quasi in segreto, proprio per noi! Gesù ha sempre parlato con i suoi, ma ci sono cose che non si possono spiegare a parole, bisogna farne l'esperienza diretta. Quello che accadde li intimorì, non se lo aspettavano e questo fece nascere in loro il desiderio di potersi fermare lì, di poter continuare a vivere quell' esperienza al di fuori del mondo. Dio non è così lontano, non è irraggiungibile, perchè è sempre Lui che viene incontro all'uomo, e questo momento di grazia, questo dono che fa loro, deve restare chiuso nel loro cuore. Gesù sa che il diavolo si insinua facilmente nel cuore dell'uomo, che questa visione fantastica poteva essere presa da lui e manipolata per suscitare in loro superbia, immodestia, presunzione, per questo chiede loro di non parlarne con nessuno fino a che Lui non fosse risorto. In quel momento era facile per loro credere che Gesù sarebbe veramente risorto, avevano appena visto davanti ai loro occhi Mosè ed Elia... ma poi tutto cambia e svanisce, solo Gesù con loro.... difficile sarà ricordare che non sono soli, quando non vedranno più neanche Gesù. Questa è l'esperienza che ci viene chiesta, che ci viene concessa, anche a noi sempre, capire che non siamo mai soli, perchè quello che non è visibile ai nostri occhi , è visibile al nostro cuore. Meravigliose le parole di Dio....ASCOLTATELO... ci da anche l'indicazione di dove trovarlo...nella sua parola! 
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martedì 4 agosto 2015

(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!

VANGELO
(Mt 15,21-28) Donna, grande è la tua fede!
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e inonda con la tua luce la mia misera mente, fa che io riesca a fare quello perciò tu mi hai creato, sempre quello che vuoi, nonostante tutto.


Quante volte cerchiamo soccorso per le nostre tragedie, quante volte ci siamo recati in quei luoghi dove si afferma che si debba cercare Dio e quante volte gli uomini si sono messi tra noi e Lui ? L’ uomo di Dio crede di fare bene, sicuramente, crede di saper indirizzare la nostra vita, crede di saperci aiutare nella preghiera e molti sono quelli che tendono veramente la mano e ci guidano. Eppure per tanti che fanno bene il loro dovere di pastori, ce ne sono altrettanti, che senza accorgersene magari, ci trattano con indifferenza, o peggio, proprio nel momento in cui abbiamo un disperato bisogno di essere aiutati.
In questo contesto si svolge la storia che oggi San Matteo ci descrive. Una donna straniera, continua ad invocare l’ aiuto di Gesù, grida forte e tanta è la sua disperazione che persino i discepoli si muovo a compassione ed intercedono per lei.
Sembra che inizialmente Gesù si rifiuti, ma quella, superata la folla, gli si butta davanti ai piedi e lo invoca, vincendo la sua resistenza.
La fede della donna supera le barriere degli uomini, perché nonostante la sua nazionalità non si ferma, lei ama la figlia vuole che guarisca, non l’ ha allontanata da casa anche se indemoniata, si percepisce che il suo amore è grande, e che grande è la fede che sta riponendo in Gesù.
Ha percorso tanta strada per incontrarlo, e questo presuppone un cammino di fede sincera e concreta, tanto che arriva a chiedere, a supplicare, di guarire la figlia, con una briciola della sua grazia, come se fosse un cane che lecca sotto al suo tavolo.
Di questo brano mi colpisce una cosa, quello che spinge questa donna a cercare aiuto da Gesù è AMORE ed è per questo che non può sfuggire alla sua disperazione che nessuno e tanto meno Gesù, può negare di intervenire.
Noi sappiamo quanto è grande l’amore di Dio per noi, eppure non riusciamo a chiedere con la stessa fede e lo stesso amore di guarire i nostri fratelli, anzi ci fermiamo a giudicarli anche in punto di morte.
Noi non siamo migliori di nessuno, tutti noi abbiamo tante colpe, chi per ignoranza, chi per educazione, tutti commettiamo errori educando i figli, nei confronti della famiglia, ma tutti siamo pronti a giudicare gli altri…. dov’è l’amore di quella Cananea che aveva la figlia indemoniata e che sicuramente non le rendeva la vita facile, ma che implorava Gesù di guarirla?
L’amore muove le montagne, spinge ad osare, ad andare oltre ed è lo stesso amore che fa allargare le braccia e dire: sia fatta la Tua volontà.
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lunedì 3 agosto 2015

(Mt 14,22-36) Comandami di venire verso di te sulle acque.

VANGELO
(Mt 14,22-36) Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, ed insegnami ad ascoltare col cuore la tua parola; aiutami a viverla e ad esprimerla,con parole semplici che sappiano penetrare i cuori.
Abbiamo visto pochi giorni fa questo brano
http://bricioledivangelo.blogspot.it/2014/08/mt-1422-36-comandami-di-venire-verso-di.html
quindi non starò ancora a trattare il brano in se stesso,ma vorrei soffermarmi su un particolare atteggiamento degli apostoli,che sembrano proprio non riuscire a comprendere che l' incontro con Gesù, gli ha cambiato la vita.Questo è un pò l'atteggiamento che tutti noi abbiamo fino a che non facciamo quella che io definisco,l'esperienza del "risorto".
Capire chi è Gesù non basta, perchè non si può restare spettatori quando lo si è incontrato, ma si deve vincere la paura, la vergogna, e soprattutto certi schemi di ragionamento umani, che ci tengono legati a preconcetti tutti nostri.
Gesù non si vive a distanza, ma si vive da dentro, ci si convive, altrimenti restiamo spettatori assonnati e spesso assenti.
I discepoli che si addormentano, le donne che si addormentano... queste figure mi hanno sempre lasciato sconcertata, ma credo che il sonno e
l' azione siano non parti contrapposte, ma rappresentative di continuità.
Gesù stesso ha bisogno di isolarsi, pregare, dormire e non pretende da noi nulla che possa vincere la natura umana, ma ci chiede di fare parte della sua natura divina, di esserne partecipi, di assumere un ruolo in quest' opera, e questo ruolo non può essere sempre e solo dello spettatore.
Io credo che dobbiamo imparare a vivere nello Spirito Santo, non lasciarlo sul comodino e dargli a tratti il permesso di agire, ma vivere credendoci e permettendogli di manifestarsi ogni volta che vuole, insomma imparare a viverlo.
Gesù non è venuto per fare un show, o per creare una religione, ma per insegnarci un modo di vivere in armonia con il creato ed il creatore.
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