venerdì 20 febbraio 2015

(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

VANGELO
 (Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di vivere nel mio cuore con la tua sapienza, di illuminarmi la mente ed il cuore, amore unico e perfetto.

Stupendo Gesù, che passa tra i peccatori e non vede il loro peccato, ma vede il fratello da salvare, è così che egli va davanti a Levi e lo chiama, e lui, che sembrava senza cuore, cede e lo segue. Ma la storia non finisce qui per far comprendere come il suo messaggio di salvezza sia per tutti, si reca con lui nella sua casa, e siede al tavolo con i suoi amici, anch’ essi considerati degli emarginati dai farisei e dagli scribi. Questo naturalmente è una provocazione per questi ultimi, ma Gesù spiega che non è venuto per i sani, ma per gli ammalati; non per i giusti, ma per i peccatori. Questa frase può significare forse che i farisei non avevano bisogno del Signore perché rispettavano la legge?Assolutamente no, perché già il fatto che facevano delle discriminazioni li rendeva ingiusti. Tutti siamo bisognosi della parola di Dio, tutti abbiamo un cammino da fare per raggiungere la santità, e nessuno di noi deve sentirsi migliore degli altri e già salvo, ma ricercare continuamente la perfezione attraverso la Sua parola, facendo continuamente un confronto con la nostra vita e la vita di Gesù, per cercare di non fare come i farisei, che a parole erano perfetti, ma nei fatti, non facevano altro che recintare e mettere dei paletti alla misericordia di Gesù. 

giovedì 19 febbraio 2015

(Mt 9,14-15) Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.

VANGELO
(Mt 9,14-15) Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di rinnovare in questo periodo di quaresima, la mia fede, la mia anima ed il mio cuore, perché sempre fedele alla tua parola, possa seguire la via segnata per noi da Gesù.
Quanto è viva la nostra fede? Quanto in noi c'è la speranza? Il cristiano sa che al di là della morte del Signore, c'è la sua resurrezione ,e non dobbiamo interpretare questo periodo di quaresima come un periodo di tristezza, ma di conversione profonda,di impegno reale, di ricerca di comunione, di tenerezza. Fare Quaresima, non significa fare a meno, ma fare di più, fare meglio. Incontro Gesù nel Getzemani e lo vedo triste, allora mi chiedo da dove viene questa tristezza. Gesù non ha altri interessi nel mondo che noi uomini, vederci voltare le spalle alla grazia lo rende triste, per cui la cosa che dobbiamo fare è accettare con slancio ogni grazia ci viene trasmessa. Percorriamo la via crucis e cerchiamo di lenire il suo dolore, non lo tradiamo, come ha fatto Giuda. Non siamo falsi, ma testimoni di una fede si faticosa, ma autentica. Viviamo da amici di Gesù, amici degli altri uomini, rinunciando a voler predominare su tutti. In questi momenti di angoscia per il mondo, comportiamoci da cristiani, accogliendo i fratelli in difficoltà e non sventolando ideologie politiche ed egoismi. Non facciamo di Cristo un re di burla, incoronandolo con bugie, dicendo di amarlo e dimostrandogli il contrario. Quella croce che Gesù ha abbracciato per noi grida al nostro dovere di prenderne coscienza, di cambiare atteggiamento .Formiamo famiglie in cui si cantino inni alla vita, si percepisca il dono che ogni figlio rappresenta, e cerchiamo di trasmettergli questi valori, non di vestirli all'ultima moda. Sotto alla croce Maria ci insegna che l'amore è non fuggire la sofferenza, ma condividerla. La quaresima ci insegnerà che la fede non è teoria d'amore, ma pratica d'amare; è stare tutto il tempo che possiamo con Gesù, è tenerlo stretto e farci stringere al suo cuore, grondante d'amore per noi.

mercoledì 18 febbraio 2015

(Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.

VANGELO 
 (Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Signore a perdere la mia natura terrena per vivere sulla terra come Tu ci hai insegnato. Siamo così impregnati del nostro fango,  dal quale siamo stati tratti, che togliercelo di dosso è davvero difficile.Anche chi ha scelto di seguire il Signore, non riesce a rinnegare e se stesso; purtroppo questo è spesso motivo di scandalo, anche se per i loro peccati sono molto più indulgnti che per i nostri. Anziani e sacerdoti allora, come ora, più che seguire quello che fa Gesù, sono impegnati a rinnegarlo.Ogni volta che la decisione si fa difficile, ogni volta che c'è da fare uno sforzo, rinunciano più facilmente a seguirlo... e noi dietro a loro.La nostra vita sempre sul bordo di un baratro, sempre in bilico tra bene e male e noi che non riusciamo mai a decidere definitivamente perchè spostiamo i confini secondo il nostro comodo.Lasciamo che Cristo ci guarisca, lasciamo che  ci rivesta d' amore ed usiamo tutta la nostra forza, per piegare le nostre ginocchia, per tacere pettegolezzi e giudizi, ed apriamo gli occhi del cuore a Lui ed a LUI SOLO.Amen
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 (ALTRA RIFLESSIONE)http://bricioledivangelo.blogspot.it/2014/03/lc-922-25-chi-perdera-la-propria-vita.html

martedì 17 febbraio 2015

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

VANGELO
(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di illuminarmi con la tua sapienza, di benedirmi con il Tuo amore e di non farmi mancare mai il tuo appoggio. Per Cristo nostro Signore . Amen.

L’ arte dell’apparire non è dei figli di Dio, ma piuttosto lo è quella del silenzio, del fare senza voler ricevere niente in cambio, quella del perdonare anche chi offende. Essere Cristiani, diventa sempre più faticoso, Gesù scava sempre più dentro di noi, per fare piazza pulita di quello che può deviare la nostra spiritualità, la nostra condotta, che deve essere veramente sincera per arrivare all’ essenza della fede.
Il vero credente non fa di tutto per sembrare buono, ma è buono… ed è buono perché ama il suo Dio ed il suo prossimo. Se noi viviamo in una famiglia unita e ci vogliamo bene, ci aiutiamo gli uni con gli altri; se vediamo che nostra Madre o nostro Padre sono preoccupati, addolorati per il comportamento dei nostri fratelli, cerchiamo di parlare con loro, di fargli capire dove sbagliano, non li cacciamo da casa e non chiediamo di chiuderli fuori; se a nostro fratello serve aiuto, non stiamo neanche ad aspettare che lo chieda, ma senza voler sembrare più in gamba, solo perché abbiamo di più, lo aiutiamo.
Purtroppo tanti nostri atteggiamenti sono sbagliati, perché mentre con una mano aiutiamo, con l’altra pretendiamo di avere riconoscimenti per il nostro gesto.
Come possiamo pensare di fare parte della stessa famiglia, di essere legati all’ amore di Dio, che ha dato la vita per noi e non ci chiede altro che amore.
Lui è stato martoriato, in silenzio, è morto su una croce di legno ruvida che graffiava il suo corpo piagato, e chi lo avrebbe mai sospettato che da duemila anni ancora nessuno riesca a dimenticare quel gesto.
La piccola Teresa Madre di Calcutta, per fare un esempio fra tanti, non cercava gli onori, anzi, era là tra i poveri, i lebbrosi e gli emarginati e cercava solo di alleviare le loro ferite, ma più di tutto, cercava di abbracciare i suoi ammalati, molti dei quali in fin di vita, per non farli sentire soli nel momento del trapasso.
Quello che lei iniziò a fare non aveva evidentemente lo scopo di farla apparire, anzi, gli unici che la avvicinavano erano proprio loro, gli ultimi del mondo, ma il Signore guardava la piccola madre, ed aveva in serbo per lei grandi cose e così, lei che non fece nulla per apparire, divenne nel mondo l’ immagine stessa della carità.
Fa o Signore, che possiamo somigliare sempre più alla piccola Madre Teresa, che sappiamo come lei riconoscerti nel fratello bisognoso, di un sorriso, di una parola, di un aiuto… fa che possiamo essere le tue mani ed il tuo cuore, belli, puri e mai vanitosi, perché tutto quello che ci viene da te viene direttamente dal cuore. La pratica del digiuno, non è un optional che abbellisce il nostro aspetto esteriore di bravi cristiani, anzi, deve essere concepita proprio nel senso opposto.
Abbiamo spesso affermato, che quello che il Signore vuole da noi, è una vera fede, non fatta di apparenza e di esteriorità e, quello che deve essere il nostro intento, è proprio entrare nella profondità della fede.
Il digiuno serve per capire quanto siamo schiavi delle cose materiali, quanto quello che ci succede intorno in fondo non ci tocca l'anima perchè non ci tocca personalmente. Non cerchiamo di sembrare migliori, cerchiamo di diventarlo, per noi stessi, per poter godere delle grazie che il Signore ci elargirà, solo in base a quanto noi ci affideremo a Lui, provando ad entrare nel mistero della comunione con Cristo, e se veramente riusciremo a viverla in profondità, ci darà talmente tanto, che nessun sacrificio ci sembrerà tale.
La gioia di avvicinare il nostro spirito al Signore, nel silenzio, nell'umiltà, nella verità, e non come i farisei, per seguire le regole, ci potrà riempire di consapevolezza; ci potrà far capire quanto siamo fragili, quanto senza la forza dello Spirito Santo noi non siamo niente.

lunedì 16 febbraio 2015

(Mc 8,14-21) Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode

VANGELO 
(Mc 8,14-21) Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, che hai promesso d’essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. 

Ancora una volta vediamo Gesù che discute e questa volta con i discepoli.
Si erano appena allontanati con la barca dalla terra dei Farisei, che avevano tanto da fare a criticare il suo operato, che non capivano assolutamente l'importanza di comprendere le sue parole.
Certo che con loro era rimasto deluso, ma con i suoi discepoli, la delusione diventa quasi rabbia. Loro erano vicini a Lui, lo avevano visto con i loro occhi, compiere miracoli, possibile mai che neanche questo bastasse per aprire la loro mente? Perché non riuscivano a capire che seguire il Messia significa abbandonare la parte attaccata alla terra, la parte umana che è in noi? Come puoi aver paura d’avere fame confidando nel Signore? Come puoi preoccuparti di quello che è ingiusto se confidi in Dio?
Giacomo ricorda, di non cadere in tentazione, perché la tentazione non può venire da Dio, e quindi va fuggita in tutti i modi, solo tutto quello che viene da Dio è perfetto. Perché ci preoccupiamo di quello che è degli uomini, perché ci facciamo deviare da tutto e non seguiamo solo la sua parola, siamo come i farisei? Siamo come i pagani? Cerchiamo nel potere la nostra salvezza? Pensiamo alla ricchezza come sinonimo di felicità? Dov' è la nostra fede? In chi riponiamo la nostra fiducia? Ancora non abbiamo capito? Eppure ce ne ha date e continua a fornircene di prove il nostro Signore, ma noi siamo sordi, ciechi e duri di cuore, continuiamo a vivere per le cose materiali e trascuriamo la Spiritualità dell'anima, nascondendoci dietro a tutte le scuse del mondo.Ecco la chiave, le scuse del mondo!
Perdonaci Signore di non vivere solo per te e per la tua parola, fa che in questo periodo di Quaresima che ci accingiamo a vivere, possiamo entrare veramente in comunione con Te; che con Te spezziamo il pane, e dopo essercene cibati, Ti aiutiamo a distribuirlo ai fratelli.
Fa o Signore che il nostro relazionarci con te diventi efficace e vero, che possiamo diventare credenti in Spirito e Verità. Fa o Signore che solo quello che è in te ci guidi e non qualcosa di illusorio che promette e non mantiene; fa che possiamo essere tuoi con tutto il cuore, con tutta l'anima e tutta la mente. 
Il mio tono in questa riflessione, non vuole essere saccente, ma indignato, perché è questa l'impressione che mi da leggere questo brano. Gesù parla, ma loro non ascoltano, gli parlano sopra, accampando scuse, e Lui a raffica risponde con delle domande, classico atteggiamento di chi sta per esplodere, perché giustamente è indignato da tanta ottusità. Le sue parole sono ancora oggi rivolte a noi, che ci dichiariamo Cristiani, credenti, battezzati ecc. ecc. Quanta pazienza devi avere con noi Signore! Noi non ti meritiamo, per questo tutto quello che abbiamo, anche quel po' di fede di cui ci vantiamo tanto, è merito della tua grazia.

domenica 15 febbraio 2015

(Mc 8,11-13) Perché questa generazione chiede un segno?

VANGELO
 (Mc 8,11-13) Perché questa generazione chiede un segno? 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Parola del Signore

(Mc 8,11-13) Perché questa generazione chiede un segno?
                                                                  (Mc 8,11-13) Perché questa generazione chiede un segno?

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Ti prego Signore, fa che io sia una testimonianza sincera e vera dell' incontro con te, fa che io sia purificata interamente e che nessun male mi contamini, per essere degna di portarti nel mio cuore.
Noi uomini non siamo abituati a credere in ciò che non vediamo, cerchiamo prove, ragioni visibili, prima di fidarci.... eppure al tempo stesso siamo dei creduloni, pronti a cadere tra le braccia di tutto ciò che  "appare"  buono per noi. Crediamo nelle pillole miracolose che fanno dimagrire mangiando; nella droga che offre paradisi artificiali; nei politici che ci fanno promesse mai esaudite...La nostra è una stupida malizia, come quella dei farisei, perchè fingiamo di cercare ragioni per credere, ma in realtà, non abbiamo nessuna voglia neanche di provarci.Gesù  sa cosa c'è nel cuore falso ed ipocrita di quegli uomini  che chiedono un segno visibile, ma che non lo cercano per credere in lui, perchè il loro cuore è duro e chiuso.Anche oggi molti cercano segni, messaggi, apparizioni, e spesso lo fanno con tanta malizia che satana li accontenta. Saranno segni che divideranno, che non porteranno conversione vera, ma superstizione, eppure ancora oggi, dopo 2000 anni, tanti chiedono segni.
Gesù si rattrista per questi uomini che non riescono ad aprire il cuore, e se ne và. In quel tempo, allora come oggi, noi abbiamo solo questo tempo per aprire il cuore e se non riusciamo a farlo, terremo Gesù lontano da noi.Gesù li lasciò ed andò oltre! Quanti vogliono conoscere Gesù veramente, quanti chiedono segni e poi rispondono NO quando il segno è :amare i propri nemici; dar da mangiare agli affamati; sopportare le persone moleste...Qual' è il segno se non l'amore, ma come i farisei, se non ci piace, se è faticoso, preferiamo ignorarlo e cercare altro. 

sabato 14 febbraio 2015

(Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

VANGELO 
 (Mc 1,40-45) La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore


(altra mia  riflessione http://bricioledivangelo.blogspot.it/search?q=+(Mc+1,40-45)+La+lebbra+scomparve+da+lui+ed+egli+fu+purificato.+ )
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, io non spero in altro, io non credo in altra giustizia, io non desidero altro che di trovare rifugio nel tuo amore, perchè solo Tu puoi guarire tutte le ferite del mio cuore.

Potevo fare la solita riflessione, ma stavolta mi sento veramente tirata per la giacchetta a tirare fuori tutta l'amarezza che ho dentro, perchè il discorso che vado ad affrontare  è tosto.
Cominciamo con il vedere quel male interiore che ci fa vivere spesso come emarginati, chi per un motivo, chi per l'altro e ci porta a non avere più fiducia in nessuno. Dall' altra parte, oltre la barricata, uomini come noi che si sentono perfetti, che pensano di non doverci nulla e che si beano della loro fede attiva fatta di spazi ritagliati su misura, e di preconcetti che tendono a tenere gli altri a debita distanza dall'altare, come se fosse cosa loro. Ma su quell' altare non si recita un sacrificio, e ricordo con grande commozione, che il verbo che viene usato in greco è  splanchnízomai che significa si commosse fin nelle viscere, non provo pena esternamente, ma entrò in comunione con lui. Il nostro malato modo di vivere, la nostra pena entra nel cuore di Gesù e diventa cosa sua, tanto da non permettergli di lasciarci soli, tanto da volerci aiutare, confortare, guidare, dare forza .
Eppure tra noi e Lui si frappongono altri uomini che ci guardano schifati, che pensano di avere il potere di decidere non solo con il loro giudizio, ma anche con quello di Dio.
Io mi chiedo sempre più spesso, se tutti quelli che si elevano dagli altari, e che continuano a restare arroccati sulle loro idee, si rendono conto di quale responsabilità hanno nell'allontanamento di tanti fratelli dalla Chiesa. 
La chiesa d' elite che Papa Francesco richiama continuamente, continua ad esistere e a persistere, come se niente fosse. Continuano i padronati e le sudditanze alla persona e mentre dicono di servire Dio, servono loro stessi. Chiacchiere, pettegolezzi, cattiverie gratuite, e solo il dio denaro riesce a far accogliere, come sempre, gli indesiderati, a cui tutto è perdonato, tutto è concesso. Il Papa ha voluto i bagni sotto al porticato per il ristoro e abiti puliti per i più emarginati, e pensate che bello sarebbe avere una Chiesa che sia tutta così, una Chiesa che sa donarsi, che sa abbracciare gli ultimi; ed invece uomini e donne di chiesa, si comportano come uomini e donne di mondo, che non vedono nel povero la ricchezza che esprime, che non vedono nel povero Cristo... e tentano di tenerlo fuori dal regno di Dio!
Ma il povero entrerà come Lazzaro perchè il suo nome che nessuno conosce è scritto nel cuore di Dio, e molti  resteranno fuori come il ricco avido personaggio che forse era anche sacerdote, ma non certo per amore di Cristo!

venerdì 13 febbraio 2015

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

VANGELO
 (Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e guida i nostri passi,sulla via della pace del cuore,portaci accanto al Signore per seguire i Suoi insegnamenti.

" Non passate da una casa all’altra. "Leggo e rifletto su questa frase che emerge dalle letture di oggi, come un monito.È facile criticare, pensare all'opportunismo, addossare delle colpe ai vari operai della messe, ma come acogliamo le loro parole?Io poi,  mi interrogo per prima, perchè per tanto tempo ho valutato, soppesato, criticato e così raramente ho accolto.Ho capito che quella voce che urlava dentro i suoi "perchè?" non mi apparteneva, ma era la voce di chi non riusciva ad arrendersi al contaminamento del mondo.Lasciare tutto oggi, ha un altro senso, mi costringe a scoprire che c'è una parte di noi che va decisamente e coraggiosamente rifiutata, e che nessuno sarà mai abbastanza adatto a lavorare nella vigna del Signore, se prima non avrà compiuto su se stesso, quei cambiamenti che ci permetteranno di non tornare indietro.Io ricordo con un sorriso quando i miei nipoti, vedevano la mia casa come la "casa delle regole" con sarcasmo, ma al tempo stesso venivano in cerca di pace.Questa pace non nasce da sola, bisogna faticare e non poco, per farla vivere, per coltivarla, per non farla inquinare dal mondo.Quanti apostoli, discepoli, sacerdoti, catechisti; quanti hanno parlato al mondo di Dio, hanno portato il Vangelo come i Santi Cirillo e Metodio, quanti hanno dato la vita per poterlo fare, eppure nella Cattolica Europa la fede sembra morta, ed è così difficile riuscire a seminare i valori del Vangelo in un mondo che crede che la libertà sia poter agire con sregolatezza.Fare del mio cuore la "casa delle regole" per conquistare la pace e poterla testimoniare a chi la cerca spasmodicamente, perchè la fede che il Signore ha voluto concedermi, non vada dispersa, ma cresca e produca buoni frutti. 

giovedì 12 febbraio 2015

(Mc 7,31-37) Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

VANGELO
(Mc 7,31-37) Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, nella mia mente ottusa; aprila alla comprensione della tua parola. Apri i miei occhi e le mie orecchie, come hai fatto con il sordomuto del Vangelo, ma sopratutto ti imploro, apri il mio cuore all'amore!
Nel tempo che ci è concesso...vorrei cominciare così oggi, perchè il Vangelo non è un racconto di storie antiche.
Il miracolo che opera sul sordomuto, è significativo di quello che opera in noi quando ci avviciniamo a Lui. Noi speriamo in una sua azione guaritrice, ed è per questo che chiediamo l'imposizione delle mani, ma Gesù non opera come noi vogliamo, ha sempre qualcosa da dirci di più, ed infatti ecco che non opera quello che noi aspettiamo, ma ci invita anche all'ascolto e alla parola.
Quel suo non dire a nessuno del miracolo operato, non vuole dire non parlarne, secondo me, ma vuole dire: Non parlare del miracolo che io ho operato in te,ma di quello che tu sei diventato grazie a questo miracolo. Parla della grazia che è in te, della bellezza che vedi nel tuo cuore grazie alla fede , parla con le tue opere oltre che con le tue parole,in questo modo porterai la luce del Signore intorno a te e ,a tua volta aprirai gli occhi e gli orecchi dei tuoi fratelli.
Aderire al progetto di Gesù per la salvezza degli uomini; è questo il vero rapporto che il Signore vuole con noi, un amore reciproco e consapevole, che non aspetta solo di essere donato, ma che a sua volta si dona all'altro, con la stessa intensità.

mercoledì 11 febbraio 2015

Mc 7,24-30) I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.

VANGELO  
Mc 7,24-30) I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Ti prego o Santo Spirito, di entrare nel mio cuore, ed aiutarmi a capire e vivere la tua parola, perchè la tua luce possa riflettere attraverso di essa nella mia vita. 

Questo brano ci fa vedere un Gesù che non è disponibile a donarsi a chi no sa cosa vuole. 
La donna del Vangelo, non sta cercando Gesù perchè crede che sia il Messia, ma solo perchè è disperata, per la malattia della figlia, si rivolge a Lui come si rivolgerebbe a un altro qualsiasi dio, o a un mago. Ma Gesù non è come gli altri, non cerca affermazioni per se e per il suo potere, che viene dal Padre, ma si commuove per questa donna che soffre nel vedere la figlia posseduta ,la tratta con amore ed  è proprio qui che la differenza la sconvolge e le apre gli occhi.
Chiunque si sarebbe fatto grande ai suoi occhi, approfittando della sua disperazione, vuole che la donna capisca la differenza tra lui e gli altri. Gli dice che lui non è il suo dio, ma è il Dio degli ebrei, e che è per loro che è venuto; ma noi che stiamo imparando a conoscere Gesù, sappiamo che non è così che lui ragiona, anzi, è sempre in rotta con loro perchè compie guarigioni e si intrattiene con i pagani.  Allora la sua è una provocazione, vuole colpire la donna costringendola a rendersi conto, del fatto che la fede va riposta solo nel vero Dio, perchè gli altri dei non sono veri dei, ma solo proiezione dei desideri dell'uomo, che si aggrappa a tutto pur di trovare qualcosa in cui poter credere.
La fede che Lui vuole, non è una fede di comodo, ma una fede scomoda; che ci fa mettere tutto in discussione, anche le cose in cui crediamo. Quante volte mi sono trovata avanti a situazioni disperate, dove anche pregare è difficile, perchè l'evidenza della morte è così prossima che posso solo chiedere di non farlo soffrire... e quante volte il Signore mi ha stupito con un miracolo!
La fede nel Dio vero, è quello che compie miracoli, e solo quando vede che la donna è disposta alla fede, che per fede vera gli chiede di aiutarla, solo allora, le dice di andare e vedere il miracolo che è stato compiuto grazie alla sua fede.
Ti imploro Signore, aumenta la mia fede, vinci le mie resistenze, dammi tu la forza di viverla con consapevolezza. Io so solo di essere tanto piccola e di avere una fede ancor più piccola di me, aiutami Tu che sai, Tu che puoi, tu che non vuoi che io rimanga con la mia piccola fede, ma che cresca e parli di Te al mondo.
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martedì 10 febbraio 2015

(Mc 7,14-23) Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo.

VANGELO 
 (Mc 7,14-23) Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Ti prego Spirito Santo, confortami; aiutami e dammi la possibilità di comprendere la vera parola che tu vuoi che entri nel mio cu ore, perché solo quello che tu vuoi, esca dalla mia bocca.

Gesù dopo aver parlato del modo giusto di concepire le letture, spiega ai discepoli che non sono le cose esterne che possono inquinare il corpo dell'uomo, perché così come entrano queste escono, ma che è quello che è insito dentro al cuore dell'uomo, che può danneggiarlo veramente. È inutile pensare che ci sono dei cibi impuri, delle persone impure e non vedere che sono i sentimenti divisione, di odio ed altri cattivi pensieri che sono nel nostro cuore che ci allontanano dalla serenità dell’animo.
C'è un altro passo del Vangelo che dice di guardare il trave nel nostro occhio e non la pagliuzza nell'occhio del nostro fratello, tutto questo per far capire che la fede, non è apparenza, non può essere una cosa che sembra quella più giusta, ma deve essere quella giusta. Non possiamo farci una religione su misura, come i farisei, fatta di simbolismi e di ipocrisie, né possiamo pensare di essere credibili se predichiamo bene e razzoliamo male. Con questo non voglio dire che non possiamo sbagliare, siamo essere umani, sicuramente facciamo molti errori, ma io non credo che si possa capire il discorso evangelico se non lo si vive.
Gesù spiega alla folla e poi torna a ripetere ai suoi discepoli quello che vuol dire, proprio perché vuole che abbiano bene in mente e nel cuore quello che intende. Potremmo dire che Gesù ci sta mostrando un libretto di istruzioni per l’amore assoluto e totale, perché possiamo riconoscere quali sono le cose che fanno bene e quelle che fanno male. Vivere con onestà la fede, ci porta a non essere ipocriti, a non dover mentire per apparire migliori, proprio perché la libertà che ci ha donato Dio è quella di chi non cerca di costringerci, ma vuole che capiamo qual è il nostro bene!
È incredibile come vediamo chiaramente i peccati degli altri, come siamo propensi alla critica ed al giudizio e quanto siamo indulgenti verso noi stessi; proprio per questo io spesso penso che il primo passo per migliorare noi stessi, è imparare dagli errori altrui, per evitare di farli anche noi. Mi piace usare la lingua come un semaforo, che mi avverte pronunciando cattiverie, di quanta malizia ho nel cuore. C'è un detto che dice “La lingua batte dove il dente duole”   che vuol dire che quello che ci infastidisce a volte ci intriga, e spesso sono solo le situazioni che viviamo che fanno la differenza tra noi e chi tanto critichiamo.

La vocazione: lasciarsi prendere per mano da Gesù

La vocazione: lasciarsi prendere per mano da Gesù

V Domenica Anno B – Gavarno, 8 febbraio 2015

Come viveva Gesù? E come erano le sue giornate? L’evangelista Marco presenta Gesù sempre in movimento. Le sue giornate sono piene: dalla sinagoga, alla casa, dalla casa alla porta della città, dalla città a un luogo di solitudine, nell’arco di una giornata: di giorno, la sera, la notte, il mattino. Gesù non sta fermo. Il suo andare è mosso da un desiderio che lo brucia: la passione del Regno di Dio, l'amore di Dio e degli uomini.
"Tutti ti cercano" gli dicono gli apostoli…  Egli disse loro: "Andiamocene altrove nei villaggi vicini perché io predichi anche là. Per questo infatti sono venuto".
Passa la sua giornata tra le gente: ascolta e vede. E’ attento e premuroso verso malati e sofferenti. Ha la sapienza del cuore e nel suo andare egli diviene occhi per il ciecopiedi per lo zoppo, come proclamato nel vangelo di oggi, mano che solleva.  Gesù non discute e non fa teorie sulle malattie.
Si fa vicino all’uomo e lo prende per mano. 
Con questo gesto non solo dà autorevolezza alle sue parole, ma comunica uno stile: la via per arrivare all’uomo parte dalla vita, dalle sue preoccupazioni e dalle sue attese. Gesù prende per mano e risveglia dal torpore di morte e dallo spirito dissipazione e di insensibilità che fa smarrire il senso della vita…
Nel messaggio per la giornata del malato, il papa scrive: “Quanti cristiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere “occhi per il cieco” e “piedi per lo zoppo”!”. 
Papa Francesco esprime gratitudine per quanti stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un’assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi: un servizio prezioso non privo di fatiche.
Prendere per mano è immagine che fa luce sulla vocazione. Oggi ricordiamo un quarantesimo di matrimonio. Un prendersi per mano cominciato da lontano.
Oggi ricordiamo il seminario e le vocazioni sacerdotali. La nostra società è diventata meno sensibile a questo richiamo, perché respira un’aria che la rende sorda ai valori dello spirito. Eppure anche oggi la messe è molta e gli operai sono pochi… 
La beata Teresa di Calcutta che nel suo servizio ha privilegiato sempre gli ultimi, non stancava di dire: "La prima povertà dei popoli è non conoscere Cristo"e a tutti ricordava: "La gente ha fame di Dio. La gente è assetata di amore. Ne siamo coscienti? Lo sappiamo? Lo vediamo? Abbiamo occhi per vederlo? Quanto spesso il nostro sguardo erra senza fermarsi Come se non facessimo altro che attraversare questo mondo. Dobbiamo aprire gli occhi, e vedere".
La vocazione è un lasciarsi prendere per mano dal Signore per condividere con Lui la passione per il regno, per essere con Lui e come Lui pastori e guida, per portare il Vangelo che libera nelle case e nella città… dove si svolge la vita sociale, politica, economica, culturale, nella società pluralista, laica, multiculturale e multi religiosa va testimoniato e annunciato il Vangelo.
Anche la nostra diocesi ha bisogno di vocazioni… In questi ultimi anni, abbiamo avuto trenta direttori di oratorio in meno! Sono trenta parrocchie sui cinquemila abitanti senza il prete giovane. Il numero dei teologi si mantiene sulla cinquantina… Tanti, ma pochi in rapporto alle necessità… Siamo tornati ai numeri della metà degli anni Settanta, quando il vescovo mi incaricò della pastorale vocazionale.
Presentiamo con Gesù al Padre i bisogni del nostra diocesi per vederli come li vede Dio e per condividere i suoi stessi sentimenti di misericordia, di perdono, di compassione, di tenerezza.
Preghiamo perché non manchino ragazzi e giovani che si lascino prendere per mano da Gesù, per annunciare il Vangelo della vera liberazione che il mondo di oggi attende e spera e che solo Dio può donare.
                                                                a cura di don Arturo Bellini


lunedì 9 febbraio 2015

(Mc 7,1-13) Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

VANGELO 
 (Mc 7,1-13) Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:“Questo popolo mi onora con le labbra,ma il suo cuore è lontano da me.Invano mi rendono culto,insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Ti chiedo Mio Signore, di illuminare la mia mente, di aprirla alla comprensione della tua parola, perché il mio cuore possa distinguere la verità tra la tua parola e quello che la mia mente umana inserisce come sovrastruttura a questa.

Con Korbàn (traslitterazione dell'ebraico קרבן, plurale קרבנות Korbanòt, dalla radice קרב "avvicinare", "accostare" a Dio) si intende il sacrificio cruento (cioè che veniva macellato e/o distrutto tramite il fuoco) o incruento (cioè che non veniva distrutto ma offerto ai sacerdoti o al Tempio di Gerusalemme) proprio dell'antica religione ebraica. Con questa ricerca inizia la mia riflessione alla parola del Signore. Come spesso ripeto, io sono una persona semplice, e questo mi porta a non conoscere il significato di alcune parole che vengono utilizzate nei testi sacri, che sono molto antichi e spesso citano parole che risalgono all'ebraico antico e aramaico.
Intorno a Gesù, c' era tanta gente; anche i farisei e i giudei del tempio, che si accostavano a lui più per criticarlo che per ascoltarlo. Veniva infatti a portare una parola nuova che per loro era sconvolgente. Erano infatti molto legati alle tradizioni, ma il problema non era la tradizione in se stessa, ma il fatto che rispettando le regole che loro stessi avevano imposto, trascuravano quello che era il messaggio fondamentale dell'amore di Dio. Gli ebrei si ritenevano gli unici degni di questo rapporto filiale con Dio, consideravano tutti gli altri impuri ed indegni ed anche tra di loro poi facevano una rigida selezione, escludendo gli ammalati, i lebbrosi, insomma, con le loro regole, chiudevano a molti le porte del paradiso. Non ci scandalizziamo molto però, perché ancora oggi c'è chi si nasconde dietro alle regole per escludere i fratelli dalla comunità religiose, come se fossimo noi a dettare queste regole dimenticando spesso che Dio non ama il peccato, ma ama il peccatore. 
Gesù non accetta queste regole create per selezionare, per dividere e per escludere dalla vita di tutti i giorni la parola di Dio, li chiama ipocriti, perché con la scusa di dover conservare l'offerta per il tempio di Dio, magari trascuravano di aiutare il padre e la madre, che invece era un comandamento della legge di Mosè.  Ma quello che Gesù portava in quei contesti, non era solo il messaggio dell'amore di Dio, ma anche un nuovo olocausto, che poneva fine a tutte quelle regole dettate dagli uomini. Era Lui che si offriva, per volere del Padre, come olocausto sulla croce, per la salvezza di tutti gli uomini.  Riflettiamo se anche noi per esempio, mentre ci rechiamo in chiesa, non facciamo finta di non vedere il povero che chiede l' elemosina vicino alla porta; si è vero, spesso sono zingari che approfittano della nostra bontà, ma se invece di irrigidire il nostro cuore, pensassimo a quanto noi siamo più fortunati e quanto non saremmo meno ricchi, se dessimo anche una piccola moneta, forse entreremmo in chiesa con più predisposizione all' ascolto della parola. Stiamo andando veramente a fare la comunione con Cristo, o solo un rito senza senso? Quali sono i nostri criteri di umanità e fratellanza con gli altri? Siamo disposti per esempio nelle scuole, ad accettare che qualche bambino che non conosce bene la nostra lingua, abbia il tempo di assimilarla? Siamo disponibili ad aiutare le donne in gravidanza che vivono in difficoltà ad avere il loro bambino, ad aiutare i malati ad avere la giusta assistenza, o semplicemente ci trinceriamo dietro ad un freddo” ci debbono pensare le istituzioni” lasciando queste persone sole con i loro problemi?
Il discorso è molto ampio e Gesù spera che tocchi il cuore di chi si trincera dietro a regole ottuse, dietro a ricchezze accumulate egoisticamente, come succede troppo spesso.

domenica 8 febbraio 2015

(Mc 6,53-56) Quanti lo toccavano venivano salvati.

VANGELO 
(Mc 6,53-56) Quanti lo toccavano venivano salvati. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore dammi la possibilità di toccare il tuo mantello, fa che il tuo Spirito mi sfiori e sarò salva

.In questa pagina Marco, pone l'accento sul fatto che la gente accorre da tutte le parti presentandosi a Gesù, per essere guariti. Riconoscere di aver bisogno del Signore è la prima cosa che ci serve per cominciare a creare un buon rapporto con Lui.
È la voglia di fede che li spinge a cercarlo, a voler toccare almeno un lembo del suo vestito, perché quelli che riuscivano a farlo, venivano salvati. Vediamo di capire che cosa può voler dire questo: certamente che per essere salvati bisogna cercare di conoscere Gesù, bisogna avvicinarsi a Lui, fino a toccarlo, per riconoscerlo tra tutti gli altri, avere quella fede sana che ci fa muovere verso di lui, la fede di chi si riconosce peccatore, indegno dell' amore di Dio.
Gli ultimi, gli emarginati, gli ammalati, tutte le persone alle quali nessuno dà retta, nessuno dà fiducia, si rivolgono a Gesù e Lui è sempre disponibile per loro, sempre pronto a servire, a insegnare, perché per questo è venuto.
Rivolgiamoci quindi con fiducia al Signore, non pensiamo di essere sufficienti a noi stessi, non cerchiamo i potenti terreni, ne maghi e stregoni, la cronaca insegna che non ci porteranno da nessuna parte se non all'insoddisfazione o alla rovina. Abbiamo Gesù il più grande dei guaritori dell'anima e del corpo, vediamo quanto la santità di chi si fida ciecamente di Lui, si veda nelle opere e nel cuore, quanto neanche la più grande sofferenza smorzi quella fede, imitiamo i santi, ma più di tutti, e per primo imitiamo Gesù, seguiamo il maestro e potremo avvicinarci tanto da poter toccare il suo mantello.

sabato 7 febbraio 2015

(Mc 1,29-39) Guarì molti che erano affetti da varie malattie.

VANGELO 
 (Mc 1,29-39) Guarì molti che erano affetti da varie malattie. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Divino, a far tuo il mio pensiero, vieni e concediti al mio cuore che Ti cerca, perchè senza di Te le parole non hanno senso, perchè Tu completi quello che mi unisce alla mia famiglia celeste.
Ancora una volta questo brano mi interroga, ed io voglio riviverlo mentre mi apro e mi si apre una nuova via che oggi chiamerò inquietudine.
Gesù ci guarisce, lo fa da sempre,ma noi come viviamo questa guarigione?
Sentirsi salvati o continuare a sentirsi ammalati? La guarigione restituisce la libertà di muoverci, di uscire, di fare quello che non riuscivamo a fare...Essere guariti da Gesù genera "amore!" 
Sarà questa guarigione che ci permetterà di vivere con Cristo e per Cristo, che ci condurrà là dove c'è  fame d'amore, e daremo da mangiare agli affamati.Quando venne la sera, gli portarono tanti malati... La sera mi fa pensare alla fine del giorno, quando si tirano le somme di quello che è stato. Quanti sono quelli che si nascondono dietro a perbenismi interessati, ipocrisie, concetti, leggi e teologie per non essere costretti ad uscire dal loro mondo, a volte anche dalla loro religiosità. Noi uomini abbiamo bisogno di Dio per dare un senso alla nostra vita, per dare un volto che può anche essere mostrato senza vergogna; abbiamo bisogno di Verità per poter diventare Carità.Dopo la guarigione della suocera di Pietro, Gesù se ne va , va oltre, dove ancora non hanno ricevuto la lieta novella, perchè la sua parte Lui l'ha fatta, ora tocca a noi muoverci, o meglio, lasciarci smuovere dentro senza pensare più alle nostre catene,perchè Gesù guarisce e la salvezza rende liberi.

venerdì 6 febbraio 2015

(Mc 6,30-34) Erano come pecore che non hanno pastore.

VANGELO
 (Mc 6,30-34) Erano come pecore che non hanno pastore. 
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Ti prego, Signore mio, di vivere dentro di me,  di imprimerti nel mio cuore e di esprimerti attraverso la mia persona per aiutarci a capirti e a viverti.


Stiamo assistendo ad uno dei tanti episodi in cui Gesù e gli apostoli, sono attorniati dalla folla. Questo è narrato da tutti e 4 gli evangelisti, anche se con delle diversità, e questi versetti precedono la descrizione da parte di Marco della prima moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Quello che voglio notare insieme a voi però, non è il miracolo che seguirà, ma quello che genererà in Gesù il desiderio di operare il miracolo. Si era incontrato con gli apostoli e loro gli avevano raccontato tutto quello che avevano fatto da quando lui li aveva inviati in missione a due a due.
La stanchezza era evidente, e anche gli apostoli come Gesù, provarono cosa voleva dire prendersi cura degli altri più che di se stessi; ricordate quando di Gesù dicevano che era folle perchè non si fermava neanche per mangiare e per stare con i suoi parenti?
Lui li guarda e prova compassione per loro, ossia soffre insieme a loro della loro stanchezza, e decide di allontanarsi insieme a loro da quel posto pieno di gente, per trovare un posto per riposare. Nel brano si dice che Gesù cerca un luogo deserto, ma spesso la parola deserto serve per far capire che non ci sono sicurezze su cui basare la propria vita, per questo cercano qualcuno che li conduca fuori dal deserto. E come Mosè, che ricevette dal cielo la manna per saziare il popolo d'Israele, Gesù come un nuovo Mosè, darà loro quello che cercano proprio come un buon pastore che vede le sue pecore che hanno paura perchè non sanno dove andare.
Pochi tra noi sanno che le pecore non vedono molto bene, che belano per tenersi in contatto e per questo si stringono tra di loro. Gesù le ama e non vuole farle ripartire da lì senza aver donato loro la sua parola. 
Gesù ha compassione dei suoi uomini e della gente che vuole ascoltare la sua parola;  la stessa che dobbiamo provare per noi stessi e per i nostri fratelli; " la compassione di Cristo" ed è con questa che  noi dobbiamo confrontarci.
Fermiamoci e rimaniamo con Gesù, isoliamo il nostro animo in contemplazione della parola, raccogliamoci in preghiera, non solo opere, non solo esposizione, non solo testimonianza, ma anche ritrovarsi nella pace del Signore, per avere anche il tempo di ascoltare la sua voce. 
Non perdiamo la pazienza dietro alle richieste di chi ha bisogno di noi, del nostro aiuto, della nostra comprensione, ma cerchiamo sempre di ricavare un piccolo spazio per noi stessi e per il nostro colloquio con il Signore, come se innaffiassimo una piantina che altrimenti seccherebbe e non potrebbe più fare fiori.