giovedì 23 ottobre 2014

(Lc 12,54-59) Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?

VANGELO 
 (Lc 12,54-59) 
Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Usando le parole della colletta ti prego Signore: Dio onnipotente ed eterno,
crea in me un cuore generoso e fedele, perché possa sempre servirti con lealtà e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Purtroppo non è colpa mia, perdonatemi, ma quando leggo Paolo mi blocco su di lui.
Leggo tra le righe: -amici attenti a non litigare tra noi, attenti a non perderci in discussioni sterili, ma aiutiamoci gli uni con gli altri, perché tutti siamo figli dello stesso Dio che opera su noi attraverso lo Spirito Santo.-
Le parole di Paolo sembrano rimbalzare invece sul mondo, sempre più diviso, sempre più ostinato che come un cieco si avvicina alla fine dei tempi senza rendersi conto dell’enorme divario che regna tra le nostre chiese, le nostre istituzioni ed il regno di Dio.
E’ come se tra noi è il cielo ci fosse un’ immensa torre di babele in cui tutti ci affanniamo a fare qualcosa senza invece “lasciarci fare” dal Signore.
Un mondo questo, in cui i segni sono chiari più che mai, ma non solo i segni che tutti spiano sulla fine di quest’era; sono chiari invece i segni della divisione della scelta tra il bene ed il male, una scelta che noi tutti siamo chiamati a compiere in questo nostro passaggio sulla terra che come sappiamo non è eterno.
Anche Luca ci esorta a vivere in pace, a testimoniare perché siamo chiamati dal nostro essere di Cristo a farlo, a confrontarci con i nostri fratelli e a chiarire con loro ogni disguido o lite, per vivere come fratelli e non contro i fratelli, ricordando che nella parola di Dio c’è molto di più di quello che si legge e si vede. La parola di Dio è amore, un amore che sì tocca con mano se ci lasciamo trascinare da questo stesso amore verso tutti i figli di Dio.
Non dobbiamo ergerci a giudici, o pensare di saper distinguere meglio dei nostri fratelli,ma dobbiamo lavorare molto su noi stessi, farci un attento esame di coscienza e, ogni volta che ci troviamo a parlare ,o meglio a sparlare, impariamo ad offrire il nostro silenzio al Signore, almeno avremo un santo motivo per tacere e potremo usare la nostra lingua solo per pregare.

mercoledì 22 ottobre 2014

(Lc 12,49-53) Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

VANGELO
(Lc 12,49-53) Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, aiutami, apri le porte del mio cuore alla tua parola, e falla vivere in me, fammi vivere di Te!

Vieni Signore a mettere il fuoco dello Spirito Santo nel mio cuore, fammi ardere di passione e d’amore per Te….parole che spesso mi escono dal cuore, ma che subito prendono secchiate d’acqua quando le devo mettere in pratica.La divisione di cui parla Gesù, è molto più presente di quanto non pensiamo se veramente ci lasciamo ardere da fuoco della passione per Cristo.
Le persone che ci circondano stabiliscono con noi un rapporto d’ossessività, e spesso si sentono escluse se qualcuno li precede nei nostri pensieri e nel nostro tempo, a volte siamo costretti a veri e propri slalom e non a caso uso questo termine, perché nella vita sembra che tutti si mettano in gara per occupare i primi posti, ma vivere la fede è un qualcosa che stabilisce già delle priorità.
Può sembrare assurdo, ma quando il rapporto con Dio si fa stretto, niente e nessuno riesce a strapparti quest’amore dal cuore, lo vediamo nella vita dei Santi, che abbandonano tutto per vivere con il Signore, qualche scalino sotto, troviamo tante persone che hanno scelto di vivere per Dio, rispondendo alla sua chiamata, sono i nostri sacerdoti, le nostre suore, i nostri consacrati, che chi più chi meno, con tutte le imperfezioni del mondo, cercano di resistere alle tentazioni del maligno e alle persecuzioni.
Poi ci siamo noi, laici impegnati o no, che cerchiamo di far conciliare la famiglia, il lavoro e la fede.Incredibile come tutto secondo alcuni dovrebbe venire prima della messa, prima della preghiera…e invece per noi non è così, ma dobbiamo far conciliare le cose senza creare scontri né divisioni, perché l’antico nemico è in agguato ed approfitta d’ogni spazio creato da sentimenti negativi per dividerci.
Chiediamo al Signore stesso di aiutarci a superare gli ostacoli senza darci in pasto al nemico, ma offrendo anche piccoli sacrifici per l’unità di tutte le famiglie, delle comunità e delle chiese.

martedì 21 ottobre 2014

(Lc 12,39-48) A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto


VANGELO
(Lc 12,39-48) 
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,39-48.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
PAROLA DEL SIGNORE





RIFLESSIONE DI LELLA

PREGHIERA : Vieni o Santo Spirito, e inondami con la tua luce, fa che io impari a conoscere ogni desiderio di Dio per poterlo soddisfare; forse non ci riuscirò, ma con il tuo aiuto, niente è impossibile.

La prima lettura è una lettera di San Paolo, ed io quando mi imbatto in Paolo, mi sento sempre collegata a lui , perché anch’ io come lui, non dimentico mai che quello che oggi sono, lo sono per grazia di Dio e non ne ho alcun merito, se non quello di aver lasciato che lo Spirito Santo agisse in me senza oppormi o rinnegarlo.
Come Paolo, riconosciamo le nostre colpe, senza paura, perché negarle sarebbe come non voler riconoscere la opera salvifica di Gesù che si è dato tutto per noi, mentre noi siamo sempre troppo presi a far esperienza del mondo, per aver tempo di fare esperienza di Dio.
Viviamo sempre come se fossimo eterni, ed anche se parliamo della morte, lo facciamo più per esorcizzarla che per crederci veramente.Ancora un appello alla vigilanza alla fedeltà e all' amicizia con il Signore. Tenerci e fare di tutto per far fruttare i doni che Dio ci mette a disposizione, e vivere ogni giorno con la consapevolezza che il nostro futuro va ben oltre la temporaneità della vita terrena.
Dio non ha risparmiato, ci ha donato la vita di suo figlio, e noi? Cosa restituiamo di ogni grazia donata? Le briciole di un amore immenso….

lunedì 20 ottobre 2014

(Lc 12,35-38) Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.

VANGELO  
(Lc 12,35-38) Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Parola del Signore


 LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito accanto a me, su di me, dentro di me. Riempimi della tua sapienza e del tuo discernimento, perchè io possa solo fare e dire ciò che è utile al Signore. Amen.

In questi giorni la Chiesa ci presenta il Vangelo di Luca  sulla vigilanza  e sulla fedeltà ed in particolare oggi ci presenta un uso tipico dei lavoratori orientali,  che si sollevavamo le lunghe vesti cingendo con una fascia i fianchi, per poter camminare più agevolmente, liberati dall'ingombro che ostacola il cammino.
Questo può a mio avviso sottintendere anche un cammino spirituale più sciolto, libero dall'ingombro dei nostri pensieri, dei nostri peccati, così come Gesù ci chiama a compiere.
Il padrone che torna dalle nozze  e troverà ancora svegli e vigilanti i suoi servi, fa riflettere su altre parole di Gesù,che dice in (Lc 18,8.) " Quando il Figlio dell'uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra? " Il banchetto nunziale diventa il banchetto con tutti i suoi amici, con chi persevererà nella fede e non si farà distrarre dalle cose del mondo e della carne, ma sempre rivolgerà lo sguardo alle cose di Dio. Nessuno sa il momento in cui ci troveremo davanti al Signore, ma non è solo per il dopo che dovremo imparare a camminare alla sequela di Cristo, ma anche per cambiare la nostra esistenza terrena. Beati coloro che saranno trovati vigilanti e fedeli al ritorno del Signore.

domenica 19 ottobre 2014

(Lc 12,13-21) Quello che hai preparato, di chi sarà?

VANGELO
(Lc 12,13-21) Quello che hai preparato, di chi sarà?
 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, amore di Dio per noi, vieni e aiutami a vivere con te questa pagina di Vangelo, vieni a farmi capire cosa conta per la vita eterna che mi aspetta tra le braccia del Signore, vieni ad aiutarmi perché le cose della terra non offuschino i miei pensieri.

Non serve accumulare tesori sulla terra per mettersi al sicuro, perché nessuno sa quando finirà la nostra vita, anzi, a volte quest’attaccamento al denaro crea non pochi conflitti nelle famiglie. Il Signore ci da tutto quello che ci serve se affidiamo a Lui la nostra vita, ma quello che conta è che ci dà la possibilità di salvare la nostra vita e la nostra anima, ma non accumulando beni sulla terra, ma operando per accumulare tesori in cielo. Seguire il vangelo, comportaci da Cristiani fedeli contro tutte le avversità, prendere ad imitazione Maria e i Santi, cercare di seguire le orme di Cristo e di vedere il mondo attraverso i suoi occhi.
E’ più facile di quello che può sembrare, in fondo non c’è chiesto niente di eclatante almeno all'inizio del cammino di fede. Pregare, onorare il Signore almeno un giorno a settimana, confessare ad un sacerdote le nostre mancanze, così come faremmo davanti a Gesù e fare la comunione. Se non riusciamo davanti ad un sacerdote che è molto simile a noi, a confessare le nostre colpe, come possiamo pensare di presentarci davanti a Gesù, che è luce infinita.. Dobbiamo essere umili, questa è forse la cosa più importante, tanto umili da riconoscere che senza Dio la nostra vita è un ingorgo in mezzo al traffico, e che per quanto facciamo, non riusciamo a stare bene. Sono i tesori che accumuliamo ad essere privi di contenuto, di armonia…cerchiamo l’amore e non riusciamo più a riconoscerlo perché lo cerchiamo a livelli molto più bassi di quelli che Dio amore ci propone, e ci affanniamo dietro al sesso, alla perversione, alla libertà sessuale…cerchiamo di dare tutto ai figli, e non riusciamo a dargli il nostro tempo, non riusciamo a conoscerli ne a renderli felici… Domenica prova anche tu che sei ancora lontano fratello o sorella, ad entrare in chiesa….Non ti guardare intorno, ma va dritta /o verso il tabernacolo, inginocchiati e parla con Gesù, digli che sei lì per conoscerlo, ma non sai da dove cominciare, e che comincerai proprio da qui, dall’ammettere che se Lui ti aiuta sai come fare. Ascolta la sua parola durante la messa, vedrai che ti risponderà, resta con il cuore attento e prova a rimanere almeno un quarto d’ora al giorno sola con lui nel tuo cuore. La prossima domenica tornerai a trovare non più uno sconosciuto, ma il tuo migliore amico. Vedrai che vivere nel mondo ti riuscirà più facile, non dovrai scendere a compromessi, non cercherai il successo agli occhi degli uomini, perché saprai che la tua ricchezza più grande l’hai nel cuore. Sei figlio di Dio, amato dal Padre più d’ogni altra cosa al mondo ,e tutto quello che conta te lo darà Lui, chiedi e ti sarà dato! Chiedi la fede e ti darà la vita eterna.Se ascoltiamo la televisione in questi giorni, vediamo la gente che sta lottando per la sopravvivenza, e altri che prendono soldi a palate con superbia ed arroganza. Lo stato dovrebbe garantire la vivibilità ai cittadini, ma la perfidia di certi individui, la loro arroganza ed il loro egoismo li portano a continuare a mettere tasse sui poveri per non perdere i loro benefici.Anche a loro un giorno sarà richiesta la vita, e sarà richiesto anche come hanno amministrato!...

sabato 18 ottobre 2014

(Mt 22,15-21) Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

VANGELO
 (Mt 22,15-21) Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Parola del Signore

(Mt 22,15-21) Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.(
Mt 22,15-21) Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Vieni  o Santo Spirito, a posare il tuo alito su di me, fa che  il mio cuore vibri al respiro della Tua parola e trovi riposo solo in Te.
Tutti quelli che non vogliono cambiare la loro vita, cercano di uccidere Gesù per non ascoltarlo.Conservatori li chiamano da sempre, ma secondo me vogliono conservare soltanto le loro idee, i loro preconcetti e i loro privilegi. 
Provano a trarlo in inganno, perché vigliaccamente, volevano che fossero i romani ad ucciderlo; se Gesù avesse risposto che non era lecito pagare le tasse, avrebbero detto che era un rivoluzionario e che osteggiava al potere di Roma.
Ma perché tanto odio? Perché Gesù li aveva definiti falsi e ipocriti, e loro invece si nascondevano dietro al nome di Dio per conservare il loro potere sul popolo.
Gesù comprende la malizia dei suoi interlocutori e risponde con una frase che vuol dire che vivere sotto al potere degli uomini, non vuol dire non vivere riconoscendosi figli di Dio. Il potere dell’uomo o la libertà di figli del regno? Questa scelta a volte è necessaria per difendere i valori della vita, là dove il potere degli uomini sposta i paletti della moralità nell’immoralità di alcune scelte, come il diritto alla vita di ogni essere umano.In questo periodo si parla molto del sinodo e chiaramente ognuno lo legge a modo suo, si tirano fuori tutte le profezie possibili e immaginabili e si dimenticano le parole del Vangelo:"(Mt.24, 23-24)  Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o è là, non ci credete.  Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti."
Quanta malizia  nel cuore dell'uomo.... guardiamo bene dentro di noi e più di tutto, chiediamo allo Spirito Santo di non farci perdere dietro a critiche, giudizi, e di non farci sentire giusti, ma di perdonarci e donarci l'umiltà di chi sa di avere  possibilità di salvezza, solo per Cristo, e non per i nostri meriti, altrimenti saremmmo veramente tutti fritti!

venerdì 17 ottobre 2014

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

VANGELO
(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore Gesù, che hai aiutato l’ apostolo Luca a scrivere con tanto amore di Te attraverso lo Spirito Santo, aiuta anche me ti prego, fammi conoscere ogni minima cosa tu ritenga io debba conoscere, secondo la tua volontà. Grazie amen.
Non serve essere dotti, capaci o santi per servire il Signore, con queste parole Luca ci ricorda che quello che viene chiesto ad un discepolo, non è prendere, ma lasciare. Il discorso forse è un po’ forte, ma anche se non preso alla lettera, il senso è molto chiaro. Non attaccatevi a nulla di terreno, perché non vi serve ed anche per distinguerci dagli altri. Al tempo di Gesù, c’ erano diversi movimenti religiosi : esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità ed avevano i loro missionari. Ma costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti. Portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo. Non si fidavano del cibo che non sempre, secondo loro, era “puro”. Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù ricevono raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Notizia. Gesù li obbliga a confidare nell’ ospitalità. Perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto. Con questo atteggiamento loro criticano le leggi di esclusione, insegnate dalla religione ufficiale e mostrano, mediante una nuova pratica, che avevano altri criteri di comunità. Devono partecipare alla vita ed al lavoro della gente, e la gente li accoglierà nella sua comunità e condividerà con loro casa e cibo. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione, spieghiamo ora la critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché non rifiutano solo qualcosa di nuovo. Sembra che Gesù, invece, inviti a scuotere qualcosa che i discepoli proveranno dentro di loro al momento del rifiuto. Vuole che escano da quella casa in pace, senza rancore, senza disprezzo, senza rimpianto, perché loro saranno stati portatori di relazione, di incontro, di Parola di salvezza. Il rifiuto è una chiusura di possibilità, ma non dovrà mettere in discussione la loro fede, il loro aver camminato a lungo in nome di questa e la loro testimonianza. Scuoteranno, allora, la polvere della delusione da sotto le scarpe, scuoteranno la polvere dell’ attaccamento e dell’ ostinazione, della stanchezza per non essere riuscita a trasmettere il tesoro che portano dentro, per riprendere, poi, il cammino con speranza e per essere nuovamente pronti a creare ponti di relazione, nel nome di Gesù, Ponte di relazione tra il Padre e l’umanità. Perché Gesù non manda ognuno per conto proprio? Li manda a coppie, perché nessuno può fare verità da solo. L’ andare è sempre dialogico, coniugato. Andranno in due perché per l’ uno ci sarà, a fianco, sempre l' altro a ricordargli la strada, quando la smarrirà, a difenderlo dal pericolo, a ricordargli l’ amore di Dio, quando non lo sentirà e a portarlo a discernimento sulla sua verità, quando sarà necessario. Il due della missione diventa, criterio, di verità. Non si fa Chiesa singolarmente.< Là dove due o tre di voi saranno riuniti nel mio nome, io sarò con loro>.. dice il Signore. Quando parliamo, parliamo per essere missionari di Cristo come Lui ci esorta a fare o siamo pieni di supponenza e cerchiamo solo di apparire? Vi prego riflettiamo bene su questa domanda, perché troppo spesso, si trova gente (riferito a noi discepoli, sacerdoti, catechisti ecc.) che si erge sugli altari, dimenticando che Gesù invece scende in mezzo a noi. Il popolo di Dio, ha bisogno della parola di Gesù, non delle nostre parole, per riempire il vuoto che ha dentro e se non gli facciamo il giusto spazio, possiamo soffocare la Sua voce!

giovedì 16 ottobre 2014

(Lc 12,1-7) Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.

VANGELO
 (Lc 12,1-7) Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito, Tu che sei luce e verità, vieni ad illuminare la tua parola perché anche io possa scoprirla con te accanto, e non essere ingannata dalla sapienza degli stolti.


Cercare d’essere maestri, è stato sempre un difetto degli uomini, addirittura quelli che dovrebbero insegnare agli altri le cose di Dio, cercano di sostituirsi a Dio stesso.
 Facile salire sugli altari, parlare con belle parole per sembrare sapienti, ma quando le belle parole non sono sentite, quando il loro suono rimbomba nel vuoto, quando non sono seguite da atteggiamenti interiori coerenti, non hanno molto senso.
 “Anche se tu avessi la fede che sposta le montagne e il linguaggio degli angeli, se non hai la Carità, sei come un cembalo rimbombante” (Prima Lettera ai Corinti).
In questo brano Luca ci parla dell’ipocrisia di che predica bene e non attua quello che predica, come del lievito dei farisei, e magari stiamo già pensando a chissà che tipo d’inganno, d’ipocrisia, a qualcosa d’eclatante e chiaramente visibile, ma Gesù ci mette in guardia, proprio dai piccoli inganni, dei piccoli tradimenti alla parola, quelli che avvengono nei luoghi più segreti, che nessuno vede, a volte neanche chi li compie se n’avvede, perché non vigila sufficientemente sulle sue virtù e sui suoi difetti.
 Nella vita di tutti i giorni tradiamo il Signore e la sua parola continuamente, ma siamo talmente poco avvezzi a scrutare i nostri atti alla luce della parola, che a malapena vediamo solo gli errori più evidenti, ed anche per quelli troviamo mille giustificazioni, tanto da arrivare a modificare la parola di Dio a nostro comodo.
Il lievito dei farisei è l'ipocrisia ...queste parole fanno pensare a tutto quello che succede intorno al Papa in questi tempi.Come per la politica anche per la Chiesa si spendono parole,interviste,si creano "partiti", si semina divisione e giudizio. Giornalisti, scrittori, cardinali e semplici fedeli, tutti contro tutti e tutto.
Gli errori dell'uomo servono per trovare spunti per cercare di essere migliori,non per creare varie file di credenti da diviere in classi e mettere dietro la lavagna,ma molti pensano che il peccato appartenga solo ad alcune categorie.Siamo redenti a motivo di Cristo, e questo deve essere per noi anche motivo di speranza, perchè in questo cammino che è la vita, le cadute non sono rare e sono per tutti, sarebbe bene ricordarlo sempre.

mercoledì 15 ottobre 2014

(Lc 11,47-54) Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.

VANGELO
 (Lc 11,47-54) Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Parola del Signore
(Lc 11,47-54) Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito del Signore per illuminare la mia mente, perché anch’io non commetta errori che mi allontanano da te e non impedisca ad altri di vedere e di capire, per questo togli da me quello che è mio e fa posto solo alle tue parole. Usami e accompagnami con la tua grazia, Signore, perché, sorretta dal tuo paterno aiuto, non mi stanchi mai di operare il bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Le parole dure del Signore non ci devono allontanare, perché sono dette per ammonire, per correggere, non per escludere, ma per avvicinare. Sono infatti, le parole di chi è verità, e servono proprio per chi non si avvede della verità e si erge a possessore di chissà quale verità, mentre solo attraverso la parola di Dio e la persona del Cristo che è la via si può arrivare a lei.
Non soltanto questi dottori della legge antichi e moderni, mettono dei fardelli che poi non portano per primi, ma danno anche una visione del Signore errata, non calcolando che è venuto sulla terra a morire per noi e per redimerci dal peccato che ci avrebbe escluso dal regno di Dio.
Questo è un qualcosa di fondamentale per la nostra fede, perché è un gesto che solo un amore immenso e misericordioso poteva realizzare; dobbiamo vedere quindi alla luce di questo amore la figura di Gesù Cristo, alla luce della sua parola vivere la nostra vita, collegando strettamente i nostri interessi ai suoi, perché sono strettamente collegati.
E’ quello che chiamiamo condivisione, comunione d’ intenti, quello che deve portarci a vivere con Gesù la croce, a fare del nostro corpo un tempio in cui realizzare il progetto di Dio, non il tempio del nostro IO.Noi non siamo niente e non andiamo da nessuna parte se non siamo Figli di Dio, se non accettiamo che sia Lui l’inizio ed il fine ultimo della nostra vita.
Nulla è casuale nel Vangelo, penso in questo momento allo apostolo Giovanni, di cui la immagine più presente ai miei occhi è quella in cui posava il suo capo sul petto di Gesù e come diceva Santo Agostino, attingeva direttamente dal Suo cuore anche la umiltà.Infatti dice Agostino: " Grande quale era, questo uomo non disse: abbiamo un avvocato presso il Padre, ma: Se qualcuno peccherà, abbiamo un avvocato. Non disse: avete come avvocato Cristo stesso. Egli invece ci presentò Cristo, non se stesso, e disse: Abbiamo , non già: avete. Preferì mettersi nel numero dei peccatori, per avere nel Cristo il suo avvocato, piuttosto che presentare se stesso come avvocato invece di Cristo e trovarsi poi tra i superbi degni di condanna. "Forse anche oggi, molti di noi, invece di sentirci tanto sicuri da riconoscere la verità dalla eresia, dovremmo ripensare a queste parole di San Giovanni e ri - considerarci peccatori più che giusti, sperando e confidando nella misericordia del Cristo, e non nella nostra superbia, o peggio ancora, falsa umiltà.

martedì 14 ottobre 2014

(Lc 11,42-46) Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.

VANGELO
(Lc 11,42-46) Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a comprendere quali sono le cose che piacciono a Dio, quali sono le virtù che devo esaltare e quali i difetti da reprimere, per essere come Dio ci vuole.

In questo brano non voglio vedere il rimprovero di Gesù ai farisei e ai dottori della legge come tale, ma proprio come fatto ad ognuno di noi.
Spesso ci confrontiamo con la fede in Dio, così come facciamo con la legge degli uomini, cercando degli aggiustamenti o delle scorciatoie, ma se questo non è giusto per le cose terrene, ancor meno è adatto a quelle spirituali.
Io credo che anzi, per essere il più possibile conformi a Cristo Gesù, dobbiamo lottare con tutta la veridicità e la forza di cui siamo capaci, per migliorare noi stessi.
<Quelli che appartengo a Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni.> Questa frase di Paolo, ci deve far comprendere come per entrare in comunione con Gesù, dobbiamo cercare anche di capire che certi comportamenti che la parola di Dio c’indica di seguire, ci sono le condizioni essenziali per essere di Cristo.
Non dobbiamo pensare che sia impossibile, perché non siamo tenuti a fare tutto da soli, ma grazie allo Spirito Santo, tutto potrà essere facilitato.
Esercitare le virtù e combattere i peccati, è andare alla scuola di Gesù, e bisogna capire che come nella vita, più noi ci affiniamo alla sua scuola, più saremo felici d’essere suoi, perché ci avvicineremo sempre un po’ di più a Lui.
Io sono come tutti voi, piena di difetti e di vizi, ma cerco di combatterli per amore di Dio, proprio come si fa quando ci s’innamora qui sulla terra, nella normalità, là dove si cerca di far felice l’amato, per dimostrare il nostro amore e la nostra dedizione.
Questo è un cammino che si fa in due, e vedrete che chiedendo aiuto al Signore, non ci sarà negato, ma non fermiamoci all’ esteriorità della fede, riempiamoci di Gesù e viviamo il più possibile in unione vera con Lui attraverso lo Spirito Santo.

lunedì 13 ottobre 2014

(Lc 11,37-41) Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

VANGELO 
(Lc 11,37-41) Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o mio Signore alla mia tavola, e parlami come facesti col fariseo, dimmi dove sbaglio, aiutami a condividere con te questa mia vita che da sola non ha senso né scopo; insegnami ad essere tua in tutto e per tutto, grazie al Tuo Santo Spirito. Grazie amen.

Bellissima lezione sull’arte dell' apparire da parte di Gesù. Non siamo certo buoni cristiani se lo sembriamo, se seguiamo le regole, se facciamo la carità ecc, ma solo se c’ impegniamo con tutto noi stessi, ad essere come Lui ci vuole.
Troppe volte ci fermiamo all’ingresso del cuore e non riusciamo ad aprirci completamente né a Gesù né ai fratelli, e questo ci fa vivere una fede fatta di religiosità, non d’amore, e senza amore, siamo contenitori vuoti, siamo senza Dio.
Guardiamo i comportamenti degli altri, ma non cerchiamo di guardare la relazione che noi abbiamo con gli altri, come se stare per conto nostro fosse sufficiente ad essere buoni, come per non essere contagiati, ma tra quelli con i quali non abbiamo nessun legame, ci sono i nostri fratelli, anche quelli peccatori, anche quelli che non credono, anche quelli che pensano d’essere più vicini di noi alla verità; non essere legati a loro, vuol dire non aver compreso che Dio ci ama tutti, che è Lui che stabilisce le regole e non noi, che non possiamo essere Cristiani se siamo ancora pieni di noi e dei nostri pregiudizi. Per appartenere a Cristo dobbiamo donare a Lui questa nostra vita terrena e farlo aderire come pelle viva alla nostra, per vivere di Lui.

domenica 12 ottobre 2014

(Lc 11,29-32) Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.

VANGELO
(Lc 11,29-32) Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito di Dio, ad indicarmi i segni che contano per il mio Signore, a dirmi cosa è giusto che veda e che faccia per non sbagliare ai Suoi occhi, perché solo questo io voglio.
Prima di tutto, facciamo mente locale alla storia di Giona, prendendo questo riassunto da wikipedia:
Nel capitolo 1 la Parola del Signore è rivolta a Giona, figlio di Amittai, e gli viene comandato di andare a predicare a Ninive, la Grande Città. Giona invece fugge a Tarsis via nave; di questa localizzazione si dirà più sotto. Ma la nave è investita da un temporale e rischia di essere colata a picco dalla violenza delle onde. Giona allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai compagni di viaggio che la colpa dell'ira divina è sua, poiché ha rifiutato di obbedire a JHWH; perché la nave sia salva, egli deve essere gettato in mare.
E così, ecco nel capitolo 2 l'episodio che ha ispirato generazioni di scrittori ed artisti. Giona è gettato in mare, ma un "grande pesce" (da nessuna parte è precisato che si tratti di una balena) lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera, che ricorda uno dei Salmi. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.
Nel capitolo 3, Giona ottempera la sua missione e va a predicare ai niniviti. Questi, contro ogni aspettativa, gli credono, proclamano un digiuno, si vestono di sacco e Dio decide di risparmiare la città. Ma qui riemerge l'istinto ribelle di Giona: lui non è contento del perdono divino, voleva la punizione della città di Ninive. Così, nel capitolo 4, si siede davanti alla città e chiede a Dio di farlo morire.
L'episodio più gustoso del libretto si trova proprio nel capitolo 4. Il Signore fa spuntare un ricino sopra la sua testa per apportargli ombra, ed egli se ne rallegra. Ma all'alba del giorno dopo un verme rode il ricino che muore, il sole e il vento caldo flagellano Giona, che invoca di nuovo la morte. Allora l'autore riporta le parole di Dio, divenute celeberrime:
« Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita; ed io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali? »
Ed ora passiamo a riflettere sulla parola di oggi, in primo luogo, mettendoci di fronte a Gesù con tutti i nostri difetti, ritrovandoci purtroppo, insieme a quelle persone che seguivano Gesù in cerca di segni e non per ascoltare la sua parola e metterla in pratica.
Facendo questo invece, potremmo vedere i segni dentro di noi e sarebbero dei segni di quanto Dio può operare in ogni uomo che segue la sua parola con fede. Giona ragiona con il suo cervello e mette in dubbio quello che Dio gli chiede di fare, non ha fede, ma poi, viste le conseguenze del suo rifiuto al Signore, si pente e ammette la sua colpa. Gli uomini lo gettano in mare per salvarsi, ma il Signore gli concede ancora la possibilità di redimersi e dopo tre giorni lo fa ritrovare sulla spiaggia. Compie la sua missione e nonostante il suo pensiero negativo, il popolo di Ninive si converte, ma lui ancora non ha capito e vorrebbe che Dio punisse quel popolo, dimenticando che anche lui aveva disobbedito a Dio, e che anche lui allora era degno di essere punito. Come facciamo presto noi uomini a giudicare e a condannare gli altri, proprio l'altro giorno abbiamo riflettuto sulle parole " rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori."
Dio ama il suo popolo, i suoi figli, non cerca vendetta né cieca obbedienza, ma come un Padre misericordioso, invia suo Figlio tra noi per aiutarci a comprendere il senso del suo amore. Se non crediamo che il Cristo sia la più alta espressione dell’ amore di Dio e non seguiamo la sua parola, non ha senso che cerchiamo dei segni di prodigio negli avvenimenti che ci circondano.,perché il prodigio che conta per il Signore è la conversione di tutti i suoi figli alla sua parola, perché attraverso i suoi insegnamenti riusciamo a passare per quella porta stretta che ci fa entrare nel regno dei cieli, già da questa terra.
Seguiamo la parola di Gesù, ascoltiamola con il cuore e cerchiamo di farla entrare in noi con avidità, perché diventi l’unica strada da percorrere, non giriamo la testa in cerca di segni, perché da soli non saremmo neanche in grado di riconoscere il vero dal falso, e solo grazie all’ azione dello Spirito Santo, e per grazia di Dio, possiamo farlo.

sabato 11 ottobre 2014

(Mt 22,1-14) Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.

VANGELO 
(Mt 22,1-14) Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con  parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, Vieni nei cuori dei tuoi fedeli, in me che scrivo ed in chi legge, vieni ad illuminare i nostri cuori e a farci venire fame di Te, fame da affamati, sete da assetati, fa che senza di te non possiamo vivere e che ti cerchiamo come la cerva anela ai corsi d'acqua, per Cristo nostro Signore.

Il re ha scelto un popolo e l' ha invitato ad un banchetto, ma questo popolo non ha accettato l'invito, e allora ha invitato altre persone, che erano pagane, emarginate, tutte persone che per quel popolo non avevano diritti... questa cosa mi fa pensare che questo invito fu una grande possibilità per il suo popolo, ma che non ne approfittò e questo decretò la loro condanna.Il banchetto di nozze rappresenta la condivisione del regno di Dio, che inizia dalla nostra adesione sulla terra. Se in noi non c'è il desiderio di partecipare al banchetto, avremo sempre altre fami di cui saziarci e altre fonti alle quali dissetarci, ma nessuna di queste ci condurrà al regno di Dio.Ricordiamo la samaritana al pozzo, alla quale Gesù disse « Chiunque beve di quest' acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell' acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna ». Aderire al progetto di Dio vuol dire indossare la veste di chi si vuole rivestire della sua essenza di figlio di Dio, vuol dire accettare il Vangelo e farlo nostro.La stanza è piena di commensali, alcuni buoni ed altri no, ma chi non si sarà per niente impegnato in un cammino di fede, chi " sembrerà " fedele a Dio,ma non lo sarà veramente, verrà smascherato e sarà troppo tardi.
A Dio niente è nascosto, il nostro cuore è un libro aperto davanti a Lui, sa perfettamente quello che proviamo, conosce le nostre infedeltà e i nostri difetti, non cerca la perfezione, ma vede la verità
Salmo 19- Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.-
E' inutile camuffare la nostra fede, far vedere che siamo bravi cristiani, meglio essere mediocri ma desiderosi di migliorare, che falsi; perché possiamo ingannare gli uomini, ma non Dio.
Possiamo sfuggire alla giustizia umana, con la nostra furbizia o con le conoscenze corrotte, ma non a quella divina.
Possiamo entrare nelle grazie degli uomini con falsi abiti, ma non sfuggirà nulla a Dio...
Convertiamoci veramente, con umiltà mettiamoci davanti al nostro re e chiediamo perdono finchè siamo in tempo, prima che il Signore decreti anche per noi la sua condanna... nessuno sa quando verrà il giorno del giudizio.

venerdì 10 ottobre 2014

Si risveglia dopo 15 anni: ‘Ecco come ho vissuto nel coma’ La storia di un 32enne

Si risveglia dopo 15 anni: ‘Ecco come ho vissuto nel coma’ La storia di un 32enne

(Lc 11,27-28) Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

VANGELO
 (Lc 11,27-28) Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Santo, vieni Amore di Dio, e inonda il mio cuore e la mia mente perché ti appartengono.

Stupende queste poche parole di Gesù, sembra quasi di immaginare la scena…attorniato dalla folla ha appena scacciato un demonio da un muto e sta parlando alla gente dei pericoli che corrono i figli di Dio assediati dai demoni, quando una donna (e torniamo a vedere il coraggio delle donne di esprimersi davanti a Gesù) levò il suo grido tra la gente, esprimendo il suo senso di compiacimento per la madre di Gesù,che suona così: ” che gioia per lei essere Tua Madre mio Signore! ”
Ma la gioia non è nell’essere madre di Gesù , la gioia è nell’ascoltare ed accettare la parola di Dio come ha fatto Lei, in questo è da considerare beata, nell’aver saputo dire quel si che ha permesso la salvezza dell’umanità..
La mentalità della donna che è sicuramente mamma, rappresenta quello che tutte le mamme pensano, il figlio è qualcosa che dà quello che possiamo definire il diritto di orgoglio materno, perché la mamma si sente realizzata nella sua educazione e nella sua crescita, ma questa è appunto la mentalità terrena; noi sappiamo che invece Maria, sfuggì a questo concetto, concedendosi completamente a Dio ,affidandosi interamente alla sua volontà, accettando già dal momento del concepimento l’idea di un figlio che non gli appartiene, ma che è dono di Dio. Se oggi ogni donna accettasse un figlio come dono di Dio, il mondo sarebbe sicuramente migliore, ma troppe sono le persone tra noi che pensano di avere diritto di vita e di morte sui propri figli, e molte quelle che considerano un figlio non come un regalo che è il coronamento di un progetto come la famiglia, ma come un optional aggiuntivo su cui proiettare i nostri sogni e le nostre frustrazioni.
Nel magnificat la Madonna si sentì piena di grazia e sentì che molte sarebbero state le generazioni che l’avrebbero chiamata “beata”. Oggi voglio regalarvi un canto molto bello, cantato dall'amico Aldo Achilli,di padre Stefano Casà:

buon ascolto.

giovedì 9 ottobre 2014

(Lc 11,15-26) Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

VANGELO
(Lc 11,15-26) Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e riempi il mio cuore di te e delle tue doti, donami sapienza e intelletto, consiglio e fortezza, e fa che in tutto possa essere gradita a Dio.
Nel Vangelo di oggi, Cristo si parla della lotta di Dio contro Satana.
Questa lotta diventa drammatica quando Cristo fa uscire Satana dagli indemoniati.
Satana è paragonato ad un uomo forte "bene armato che fa la guardia al suo palazzo".
Tuttavia, Gesù si mostra più forte di lui", perché lo vince "con il dito di Dio", con la sua forza divina, vale a dire con lo Spirito Santo (Mt 12,28). Egli gli toglie le armi e gli strappa il bottino.
È il segno che il regno di Dio è venuto sulla terra e che la Lotta tra il bene ed il male in noi stessi richiedono una scelta, coloro che hanno reclamato da Gesù un segno, ecco che ce l'hanno. Non ne verranno dati loro altri.
Scoprendo i loro pensieri perversi, Gesù mostra loro che sono sotto l' influenza dello spirito malvagio.
Poiché noi ci troviamo in mezzo a questa lotta, c’ è impossibile una posizione neutrale: ognuno deve pronunciarsi pro o contro. Chi in questa lotta non è con lui, è con Satana, ricordiamo le parole di Gesù:
-o Dio o mammona.- Gesù sa che gli uomini si fanno facilmente influenzare e che satana non li lascerà certo in pace, ma che in questa lotta farà di tutto per strapparli al Padre, per questo ci consiglia d’essere saldi nella fede e di difenderci dagli attacchi del maligno, fortificando le nostre difese con la preghiera e stando in guardia, esercitando la nostra mente alla parola del Signore, ma anche ad un colloquio diretto e continuo con la confessione.
La ricerca della perfezione spirituale, non è una forma di presunzione, ma, per come la vedo io, una questione d’umiltà; perché penso che poiché siamo ancora molto lontani da Gesù, che deve essere il nostro parametro di misura, abbiamo bisogno continuamente di confrontarci con la parola per non cadere nei trabocchetti del perfido.
Non credere che satana esiste è già essere caduti in trappola, è già avere fatto la propria scelta, è già negare la parola di Gesù, perché è lui stesso che ce ne parla, e purtroppo fratelli miei, molti sono quelli che ci sono caduti, diffidate anche di chi nella chiesa stessa, non crede che esista satana, e rendetevi conto che molti di questi sapientoni, poi sono gli stessi che invece lo vedono da tutte le parti in cui la Madonna appare…..