domenica 17 novembre 2013

VOCE DI SAN PIO :

-" Dio me l’ha data la povera sorella mia e Dio me l’ha tolta. Sia benedetto il suo santo nome. In queste esclamazioni ed in questa rassegnazione trovo la forza sufficiente di non soccombere sotto il peso del dolore. A questa rassegnazione nella divina volontà esorto anche voi e troverete, al par di me, l’alleviamento del dolore." (Epist. IV, p. 802).

SANTI é BEATI :


San Noè Patriarca

Desterà forse un po’ di sorpresa il fatto che il santo oggi in questione non solo non sia cristiano, ma neppure ebreo come i patriarchi ed i profeti biblici. Analogo caso è però costituito dal re-sacerdote San Melchisedech.
Il patriarca Noè è infatti una figura nota, seppur sotto diversi nomi, ad altri popoli mesopotamici e la storia del diluvio a lui connessa è narrata anche da vari antichissimi testi babilonesi, quali per esempio l’Epopea di Ghilgamesh ed il Poema di Atrakhasis. Il fatto storico che probabilmente ispirò questo racconto leggendario sta in un catastrofico evento verificatosi forse nell’area dei due maestosi fiumi Tigri ed Eufrate, le cui inondazioni opportunamente incanalate si rivelarono sempre fonti di benessere, ma con le loro piene eccessive furono talvolta causa di devastazioni.La figura di Noè è così nota da rendere incompleto ogni possibile tentativo di riproporre così in breve la sua vicenda, narrata per esteso nei capitoli 6-9 del libro della Genesi, pur con qualche incongruenza, dovuta all’intrecciarsi di due differenti tradizioni. L’arca tratteggiata nel racconto biblico con misure esorbitanti, lunga 156 metri, alto 30, larga 26, con la capacità di 65/70.000 metri cubi, desta da secoli lo stupore degli artisti, che cercano di raffigurarla, e degli archeologi, che invano tentano di scovarne eventuali resti, nonostante le discordanze sulla suo possibile collocazione.Noè costituisce comunque un emblema dei giusti presenti indubbiamente anche nel mondo pagano: Abramo verrà infatti parecchi secoli dopo. Dio stabilì già con Noè un’alleanza anticipatrice di quella che stipulò poi con Israele sul monte Sinai. Questo è dunque l’atto culminante del racconto del diluvio, cioè il Signore che nella sua giustizia irrompe per colpire il male dilagante con le acque impetuose, simbolo per l’antico Vicino Oriente del nulla e del caos. Ma Dio si fa portatore di salvezza nei confronti di tutti i giusti, incarnati in Noè, “uomo giusto e integro” in una “terra corrotta e piena di violenza” (Gn 6,9.11).L’arcobaleno sfolgorante nel cielo divenne segno non solo del giudizio divino ormai ottemperato, ma anche della nuova alleanza cosmica intersorsa tra Dio e l’intera creazione. Tuttavia il male non fu così del tutto estirpato, riaffiorando infatti nel finale del racconto della storia di Noè, più precisamente nella mancanza di rispetto che Cam, uno dei tre figli di Noè, ebbe nei confronti di suo padre, qualora “vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli” (Gn 9,22).
Fu così evidente che purtroppo, anche nell’umanità appena rinnovata, il germe del male era già pronto a risorgere tra gli uomini e trovare nuovo vigore.

Autore:
Fabio Arduino

(Lc 18,35-43) Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

VANGELO
(Lc 18,35-43) Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
+ Dal Vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Parola del Signore



La mia riflessione
Preghiera
O Dio che mi ha voluto in questo mondo, per partecipare alla vita, fa che io possa sempre camminare al tuo fianco e che mi lasci condurre sempre e solo dal Tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Voglio seguirti Signore, dammi la mano, guidami se io sono cieca, fa che io sappia sempre riconoscere la tua mano che mi guida e non mi lasci condurre da chi mi tira da tutte le parti.
Spesso siamo costretti a gridare: dove sei Signore? Vieni a salvarmi, perché ci sembra che Dio ci perda di vista, ma siamo noi che non riusciamo a vederlo, noi che passiamo sotto alla croce come se la cosa non ci riguardasse, noi che non vogliamo condividere il dolore, ma solo la gloria. Eppure la gloria passa dalla croce e, se io sono così fortunata di sentire che la mia è leggera, voglio gridare ancora Gesù, per la croce di quei fratelli che sembrano soccombere sotto al suo peso.
Siamo ciechi se siamo insensibili al dolore dei fratelli, se non sappiamo aiutare chi si sta facendo trascinare verso la perdizione.
Essere cristiano, vuol dire essere corpo di Cristo, non mi stancherò mai di ripeterlo, quindi tutti siamo indispensabili gli uni agli altri, per far vivere questo corpo, e tutti dobbiamo fare la nostra parte, come se fossimo dei piccoli medici che sanano le parti ferite e la medicina è la nostra preghiera, che se urlata con la voce del cuore, arriverà al Signore.
Amiamo fratelli, amiamo chi è lontano, chi sbaglia, chi non sa perdonare, chi ha il cuore ferito, chi non conosce il Signore; amiamo e chiediamo al Signore di donare anche a loro la fede, amiamo e con amore sincero andiamo controcorrente e cerchiamo di combattere contro l’ indifferenza,  di saper aiutare nel bisogno i fratelli invece di mettere a tacere la nostra coscienza, cerchiamo di saper ascoltare più che parlare, cerchiamo di sentirci tutti parte dello stesso corpo.
Ascoltiamo ed ascoltiamoci, cerchiamo dentro di noi le nostre paure, le nostre incertezze, la nostra piccola fede che urla, aiutami Signore! 
Fa che io veda le mie infermità, che io riconosca la mia piccolezza, perchè è nella mia superbia che io divento piccola; nella mia mancanza d' amore che divento egoista; nella mia inquietudine che ti cerco; nella rabbia che ti perdo; nell'orgoglio che ti rifiuto.
Fa questo per me Signore mio, fa che io veda !

sabato 16 novembre 2013

VOCE DI SAN PIO :

-" Nulla di piú nauseante di una donna, massimamente se è sposa, leggera, frivola ed altezzosa. La sposa cristiana deve essere una donna di soda pietà verso Dio, angelo di pace in famiglia, dignitosa e piacevole verso il prossimo." (AP).

SANTI é BEATI :

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San Giordano Ansalone Sacerdote domenicano, martire
Santo Stefano Quisquina (Agrigento), 1 novembre 1598 - Nagasaki (Giappone), 17 novembre 1634
Nel 1625, raggiunta a piedi Siviglia, partì per le missioni. Dopo una sosta di circa un anno in Messico, attraverso il Pacifico, nell’estate del 1626, raggiunse le Isole Filippine. Spese dapprima due anni tra i Filippini, a Cagayan, nel nord dell’isola di Luzon, poi visse per quattro anni tra i Cinesi d’una colonia del sobborgo di Binondo, a Manila, nella Parrocchia e all’Ospedale S. Gabriele, costruito per loro. Studiò a fondo la lingua, la mentalità e i costumi de Cinesi, dimostrandosi vero antesignano d’inculturazione e precorritore del dialogo con i non credenti. A tale scopo scrisse anche un’opera, irrimediabilmente perduta, in cui raccoglieva le principali credenze religiose e idee filosofiche dei cinesi, discutendole con i dati della fede e della dottrina cattolica, per un confronto chiarificatore. Nel 1632, mentre infuriava la persecuzione, si recò in Giappone, travestito da mercante, per recare aiuto e conforto: per un anno fu Vicario Provinciale di questa missione. Gravemente ammalato nell’isola di Kyushu, “impetrò dalla Vergine Maria di essere guarito fino a quando non lo avessero ucciso per Cristo”. Incarcerato il 4 agosto 1634, fu sottoposto a inaudite torture.
Etimologia: Giordano = dal nome del fiume della Palestina
Emblema: Palma

Martirologio Romano: A Nagasaki in Giappone, santi Giordano (Giacinto) Ansalone e Tommaso Hioji Rokuzayemon Nishi, sacerdoti dell’Ordine dei Predicatori e martiri: il primo si adoperò a fondo per il Vangelo dapprima nelle isole Filippine e poi in Giappone, l’altro fu operoso propagatore della fede nell’isola di Taiwan e, negli ultimi anni, nella regione di Nagasaki nella sua patria. Entrambi morirono per ordine del comandante supremo Tokugawa Yemitsu dopo esser stati sottoposti per sette giorni con animo invitto a crudeli supplizi sulla forca e in una fossa.

Per lui non si potrà sicuramente dire che il martirio fu un “incidente di percorso”, perché davvero fu pensato, voluto, quasi cercato, in un’ottica di donazione totale e di piena configurazione a Gesù, che proprio sulla croce aveva dimostrato la grandezza e la totalità del suo amore per gli uomini. Il bambino, nato il 1° novembre 1598 a Santo Stefano Quisquina (Agrigento), viene chiamato Giacinto: un nome che tiene solo fino ai 17 anni, all’entrata nel convento domenicano di Agrigento, quando lo muta in quello di Fra Giordano. Inizia gli studi a Palermo e poi li prosegue in Spagna, a Salamanca, sempre però con il chiodo fisso di andare missionario in Giappone. Ordinato sacerdote a Trujillo, raggiunge a piedi Siviglia e di qui raggiunge il Messico: ha 27 anni, un ardore che sprizza da tutti i pori e coraggio da vendere. La sosta messicana dura un anno o poco più e di qui raggiunge le Isole Filippine. Per due anni si spende per i filippini di Cagayan, poi si dedica all’apostolato tra i cinesi, in una loro colonia alle porte di Manila, prendendosi soprattutto cura dei malati, ma anche impegnando pazientemente molto del suo tempo nello studio e nell’approfondimento della loro cultura, tanto che della lingua, dei costumi e della mentalità cinese diventa un profondo conoscitore, in un tempo in cui il dialogo con i non credenti è ancora di là da venire e di inculturazione non si parla sicuramente tanto. Fra Giordano non si ferma qui: in una monumentale opera, di cui purtroppo a noi è giunta solo notizia, passa al vaglio della dottrina cattolica le credenze religiose e filosofiche dei cinesi, nella speranza di poter aprire con loro un sereno confronto, premessa per una futura evangelizzazione. Intelligente, intraprendente, aperto, soprattutto innamorato di Cristo, Fra Giordano, pur sentendosi permanentemente in missione, non perde di vista il Giappone, il suo primo amore, nel quale spera in ogni caso di andare un giorno a predicare. E’ nota la sua ostinazione e la sua fermezza, ben riassunte nella sua lapidaria frase “Jordanus non est retrorsum” perché, spiega con riferimento al fatto biblico, il fiume Giordano “potè tornare indietro, io, Giordano, no, non torno indietro”. Per la serie “chi la dura la vince” riesce a mettere piede in Giappone nel 1632, ma travestito da mercante, perché la persecuzione contro i cristiani (iniziata, a dire il vero, prima ancora che lui nascesse) negli ultimi 16 anni si è estesa a macchia d’olio, sta sconvolgendo le comunità e sta facendo molti martiri. Suo primo compito è dunque rincuorare, incoraggiare, sostenere i perseguitati. E’ pienamente cosciente dei rischi cui va incontro e il martirio per lui non è solo un’eventualità. Che comunque non lo sfugga lo dimostra il fatto che, ammalatosi un giorno gravemente, chiede ed ottiene la guarigione per intercessione della Madonna, per non morire nel proprio letto ma poter offrire a Cristo e ai giapponesi la testimonianza del sangue. Lo arrestano dopo due anni, il 4 agosto 1634: sotto le torture e davanti ai giudici non ha paura di confessare di essere venuto in terra giapponese a diffondere l’amore di Cristo, un amore che si è spinto fino alla croce. A Nagasaki lo sospendono ad una forca a testa in giù e seminterrato in una fossa, dove agonizza per sette giorni, fino alla morte che arriva il 17 novembre. Padre Giordano Ansalone nel 1981 è stato proclamato beato a Manila da Giovanni Paolo II°, lo stesso papa che lo ha canonizzato sei anni dopo a Roma.
La data in cui viene celebrato è il 17 novembre mentre in Sicilia è ricordato il 19 novembre.

Autore: Gianpiero Pettiti




Nel 1625 un domenicano nato in Sicilia s’imbarca in Spagna per il Messico, che all’epoca è colonia spagnola. Lavora per qualche tempo nella capitale e poi riparte attraverso il Pacifico: quattro mesi di navigazione ed eccolo nelle Filippine, anch’esse dominio di Spagna. Questo sembra l’approdo per fra Giordano Ansalone, di origine agrigentina (al battesimo è stato chiamato Giacinto), studente presso i domenicani locali, poi accolto nell’Ordine col nome di fra Giordano e infine ordinato sacerdote in Spagna. Il suo campo di lavoro nelle Filippine è dapprima il Nord dell’isola di Luzon. Più tardi ritorna a Manila per l’assistenza religiosa agli immigrati cinesi, e questo contatto è decisivo: sta con loro, insegna e impara, studia lingue, costumi e culti orientali, sicché poi diventa maestro dei missionari destinati alla Cina.
Ma il traguardo suo si chiama Giappone. Qui il cristianesimo, portato da san Francesco Saverio nel 1549, nel 1600 aveva quasi un milione di seguaci. Ma per essi è cominciata la Via Crucis. Sul Paese regna di nome l’imperatore, ma di fatto comanda lo shogun. Questo titolo indicò dapprima un incarico temporaneo (tipo l’antico dictator romano) ed è poi diventato ereditario nella potente famiglia Tokugawa. Il primo shogun della casata, Ieyasu (1546-1616), favorisce dapprima gli scambi con l’Occidente e non combatte i cristiani. Ma gravi incidenti provocati da stranieri lo spingono verso la politica del sakoku, lo Stato chiuso agli occidentali (tranne gli olandesi, però controllatissimi), e verso la lotta attiva al cristianesimo, visto come dottrina nemica. Già nel 1597 erano stati crocifissi a Nagasaki 26 tra missionari e neofiti. Ma dal 1616 la persecuzione diventa generale, continuando anche sotto i due successori di Ieyasu, Hidetada e Iemitsu: cacciata dei missionari, uccisione di quelli rimasti e anche di cristiani giapponesi; oltre 200 morti fino al 1632 e comunità cristiana sconvolta.
A questo punto fra Giordano decide: "Vado in Giappone". Sa ciò che lo aspetta. E vuole lucidamente farsi imitatore di Cristo, fino a dare la vita sul suo esempio. Arriva a Nagasaki travestito da mercante, con altri tre sacerdoti. Riprende l’evangelizzazione clandestina nei villaggi, dà coraggio ai cristiani, vive nei nascondigli protetto da loro. Ma nell’agosto 1634 viene catturato insieme al domenicano fra Tommaso Nishi. Prima della condanna a morte ci sono mesi di torture per loro e per Marina di Omura, una terziaria domenicana giapponese che li ha ospitati. Altri missionari e fedeli vengono intanto uccisi, e per loro la fine viene in novembre. Marina è messa a morte l’11, fra Giordano e fra Tommaso il 17. Tutti e tre verranno canonizzati a Roma nel 1987 da Giovanni Paolo II, insieme ad altri 13 testimoni della fede, occidentali e giapponesi, uccisi nel 1633, nel 1634 e nel 1637.

Autore:
Domenico Agasso

(Lc 21,5-19) Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

VANGELO DI DOMENICA 17 NOVEMBRE 2013
(Lc 21,5-19) Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O Santo Spirito,luce portentosa che mi assisti, ti prego di dimorare in me e di parlare con me della parola del Signore, fammela entrare nel cuore e fammela sentire in tutta le sue sfaccettature.


Essere cristiani non sembra veramente facile,non mi sembra neanche che ci si possa fidare di chi dovrebbe guidarci, almeno non di tutti, perchè a volte, forse per troppo zelo, chi ci dovrebbe condurre, finisce con l'allontanare.
Non voglio dare la colpa di questo solo alla chiesa, intesa nel senso della parte ecclesiale (non so neanche se si dice esattamente così) anche noi fedeli siamo troppo intolleranti, troppo critici, troppo permalosi e spesso troppo superbi e questo crea delle incomprensioni enormi.
Pensiamo alla fine del mondo ed in qualche modo, mentre lo facciamo, speriamo che venga, ma solo per gli altri; solo per i cattivi, ergendoci a giudici e, anche se inconsapevolmente, sbagliamo anche noi.
Gesù ci avverte che non avremo vita facile come cristiani, quindi, io credo che invece di giudicare, dovremmo stare attenti a non cadere in trappola anche noi. Non è facile essere veri cristiani,andare avanti con fede mentre tutti vanno controcorrente, è molto più facile sbagliare.
Pensando a Pietro che rinnegò Gesù per paura, penso che se avessimo la possibilità di scegliere in molti faremmo come lui, e poi credo che a molti non è stata data la possibilità di scegliere.
Alcune scelte che facciamo nella vita, dovrebbero in linea di massima essere per sempre, ma sembra che gli uomini cambino idea molto spesso. Signore accresci la nostra fede, dacci la forza di essere CRISTIANI senza tregua, infiammaci d'amore, fa che non indietreggiamo mai davanti alle scelte che la fede ci impone, come non hai indietreggiato tu davanti alla croce.
Ci sono dei posti sulla terra in cui gli sconvolgimenti vengono definiti naturali,altri in cui le guerre distruggono tutto, ed altri ancora in cui si uccide in nome di un Dio che inorridisce ad essere chiamato in causa, ma quello che io vorrei invitare voi e me stessa a fare, è cercare di conquistare e di difendere la pace, cominciando dal nostro cuore, perchè è da qui, da questo piccolo posto che si può ricominciare ad avere speranza.
Parlare della pace del mondo è un'utopia, se non siamo capaci per primi a difendere la pace nel nostro cuore, anche se il fratello che ci colpisce o ci offende.
Sentendo i telegiornali, a volte ci rendiamo conto di quanto anche la nostra incoerenza è ormai così normale, che invece di mettere ordine dove non c' è, cerchiamo di adattare tutto all'occorrenza.Non so se ricordate la mamma della piccola Sara Scazzi, che intervistata, diceva di essere cristiana e di non portare odio, ma di non poter perdonare,perchè ci sono dei passi necessari per il perdono. Con tutta la tenerezza che provo per la signora Concetta, vorrei riflettere sul fatto che il pentimento è una cosa che può richiedere Gesù, non noi uomini; noi dobbiamo essere capaci di perdonare anche se l'altro non è pentito, perchè non sta a noi giudicare se degno o no di perdono.Il nostro perdono è imperfetto, approssimativo, e spesso è condizionato dal comportamento dell' altro, ma essere seguaci di Gesù,vuol dire cercare di calcare le sue orme, e lui ha offerto la vita per la redenzione di tutti i suoi fratelli, in blocco,senza distinzioni, senza se e senza ma.
Gesù ha realizzato pienamente queste parole nella sua vita, non solo perdonando un gran numero di peccatori, ma chiamando "amico" Giuda Iscariota, pur sapendo che stava per tradirlo. E quando sul legno della croce, inchiodato, sente l'insulto dei suoi carnefici, Egli dice: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" 
Gesù ci ha redento dal peccato e essere cristiani vuol dire anche questo, lasciare che sia lui a giudicare chi è degno o no di perdono; a lui che sa leggere nel cuore di ognuno di noi.
Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  
Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta
 
Domenica 17 novembre 2013 – Anno C
 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,5-19
Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?». Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine». Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio Nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; Io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio Nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
 
Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta
Volume 9 Capitolo 596 pagina 413
Mattia, l’ex pastore, si avvicina a Gesù e chiede: «Signore e Maestro mio, io ho molto pensato coi compagni alle tue parole finché la stanchezza ci prese, e dormimmo prima di avere potuto risolvere il quesito che ci eravamo posti. E ora siamo più stolti di prima. Se abbiamo bene capito i discorsi di questi giorni, Tu hai predetto che molte cose si cambieranno benché la Legge resti immutata e che si dovrà edificare un nuovo Tempio, con nuovi profeti, sapienti e scribi, contro il quale saranno date battaglie, e che non morrà, mentre questo, sempre se si è capito bene, pare destinato a perire».
«È destinato a perire. Ricorda la profezia di Daniele...».
«Ma noi, poveri e pochi, come potremo edificarlo di nuovo se fecero fatica a edificare questo i re? Dove lo edificheremo? Non qui, perché Tu dici che questo luogo resterà deserto sino a che essi non ti benediranno come mandato da Dio».
«Così è».
«Nel tuo Regno, no. Siamo convinti che il tuo Regno è spirituale. E allora come, dove lo stabiliremo? Tu ieri hai detto che il vero Tempio - e non è quello il vero Tempio? - che il vero Tempio, quando crederanno di averlo distrutto, allora sarà che salirà trionfante alla Gerusalemme vera. Dove è essa? Molta confusione è in noi».
«Così è. I nemici distruggano pure il vero Tempio. In tre giorni Io lo farò risorgere, e non conoscerà più insidia salendo dove l’uomo non può nuocere. Riguardo al Regno di Dio, esso è in voi e ovunque sono uomini che credono in Me. Sparso per ora, succedentesi sulla Terra nei secoli. Poi eterno, unito, perfetto nel Cielo. Là, nel Regno di Dio, sarà edificato il nuovo Tempio, ossia là dove sono spiriti che accettano la mia dottrina, la dottrina del Regno di Dio, e ne praticano i precetti.
Come sarà edificato se siete poveri e pochi? Oh! in verità non necessitano denari e poteri per edificare l’edificio della nuova dimora di Dio, individuale o collettiva. Il Regno di Dio è in voi. E l’unione di tutti coloro che avranno in loro il Regno di Dio, di tutti coloro che avranno Dio in loro -Dio: la Grazia; Dio: la Vita; Dio: la Luce; Dio: la Carità- costituirà il grande Regno di Dio sulla Terra, la nuova Gerusalemme che giungerà ad espandersi per tutti i confini del mondo e che, completa e perfetta, senza mende, senza ombre, vivrà eterna nel Cielo.
Come farete a edificare Tempio e città? Oh! non voi, ma Dio edificherà questi luoghi nuovi. Voi dovrete soltanto dargli la vostra buona volontà. Buona volontà è permanere in Me. Vivere la mia dottrina è buona volontà. Stare uniti è la buona volontà. Uniti a Me sino a fare un sol corpo che è nutrito, nelle sue singole parti e particelle, da un unico umore. Un unico edificio che è poggiato su un’unica base e tenuto unito da una mistica coesione.
Ma siccome senza l’aiuto del Padre, che vi ho insegnato a pregare e che pregherò per voi prima di morire, voi non potreste essere nella Carità, nella Verità, nella Vita, ossia ancora in Me e con Me in Dio Padre e in Dio Amore, perché Noi siamo un’unica Divinità, per questo vi dico di avere Dio in voi per poter essere il Tempio che non conoscerà fine. Da voi non potreste fare.
Se Dio non edifica, e non può edificare dove non può prendere dimora, inutilmente gli uomini si agitano a edificare o a riedificare.
Il Tempio nuovo, la mia Chiesa, sorgerà soltanto quando il vostro cuore ospiterà Dio, ed Egli con voi, vive pietre, edificherà la sua Chiesa».
«Ma non hai detto che Simone di Giona ne è il Capo, la Pietra sulla quale si edificherà la tua Chiesa? E non hai fatto capire anche che Tu ne sei la pietra angolare? Chi dunque ne è il capo? C’è o non c’è questa Chiesa?», interrompe l’Iscariota.
«Io sono il Capo mistico. Pietro ne è il capo visibile. Perché Io ritorno al Padre lasciandovi la Vita, la Luce, la Grazia, per la mia Parola, per i miei patimenti, per il Paraclito che sarà amico di coloro che mi furono fedeli. Io sono un’unica cosa con la mia Chiesa, mio Corpo spirituale di cui Io sono il Capo.
Il capo contiene il cervello o mente. La mente è sede del sapere, il cervello è quello che dirige i moti delle membra coi suoi immateriali comandi, i quali sono più validi per far muovere le membra di ogni altro stimolo. Osservate un morto, nel quale morto è il cervello. Ha forse più moto nelle sue membra? Osservate uno completamente stolto. Non è forse inerte al punto da non saper avere quei rudimentali moti istintivi che l’animale più inferiore, il verme che schiacciamo passando, ha? Osservate uno nel quale la paralisi ha spezzato il contatto delle membra, uno o più membra, col cervello. Ha forse più moto nella parte che non ha più legame vitale col capo?
Ma se la mente dirige con i suoi immateriali comandi, sono gli altri organi -occhi, orecchie, lingua, naso, pelle- che comunicano le sensazioni alla mente, e sono le altre parti del corpo che eseguiscono e fanno eseguire ciò che la mente, avvertita dagli organi, materiali e visibili quanto l’intelletto è invisibile, comanda. Potrei Io, senza dirvi: “sedete”, ottenere che voi sediate su questa costa di monte? Anche se Io lo penso che voglio vi mettiate seduti, voi non lo sapete finché Io non traduco il mio pensiero in parole e dico queste, usando lingua e labbra. Potrei Io stesso sedermi, se lo pensassi soltanto, perché sento la stanchezza delle gambe, ma se queste rifiutassero di piegarsi e mettermi così seduto?
La mente ha bisogno di organi e membra per fare e per far fare le operazioni che il pensiero pensa. Così nel corpo spirituale che è la mia Chiesa Io sarò l’Intelletto, ossia la testa, sede dell’intelletto; Pietro e i suoi collaboratori coloro che osservano le reazioni e percepiscono le sensazioni e le trasmettono alla mente, perché essa illumini e ordini ciò che è da fare per il bene di tutto il corpo, e poi, illuminati e diretti dall’ordine mio, parlino e guidino le altre parti del corpo.
La mano che respinge l’oggetto che può ferire il corpo, o allontana ciò che, corrotto, può corrompere; il piede che scavalca l’ostacolo senza urtarvi e cadere e ferirsi, hanno avuto comando di farlo dalla parte che dirige. Il fanciullo, e anche l’uomo, che è salvato da un pericolo, o che fa un guadagno di qualsiasi specie -istruzione, affari buoni, matrimonio, buona alleanza per un consiglio ricevuto, per una parola detta- è per quel consiglio e quella parola che non si nuoce o che si benefica. Così sarà nella Chiesa. Il capo, e i capi, guidati dal divino Pensiero e illuminati dalla divina Luce e istruiti dall’eterna Parola, daranno gli ordini e i consigli, e le membra faranno, avendo spirituale salute e spirituale guadagno.
La mia Chiesa già è, poiché già possiede il suo Capo soprannaturale e il suo Capo divino e ha le sue membra: i discepoli. Piccola ancora -un germe che si forma- perfetta unicamente nel Capo che la dirige, imperfetta nel resto, che ha bisogno del tocco di Dio per essere perfetta e del tempo per crescere. Ma in verità vi dico che essa già è, e che è santa per Colui che ne è il Capo e per la buona volontà dei giusti che la compongono.
Santa e invincibile. Contro di essa si avventerà una e mille volte, e con mille forme di battaglia, l’inferno fatto di demoni e di uomini-demoni, ma non prevarranno. L’edificio sarà incrollabile.
Ma l’edificio non è fatto di una sola pietra. Osservate il Tempio, là, vasto, bello, nel sole che tramonta. È forse fatto di una sola pietra? È un complesso di pietre che fanno un unico armonico tutto. Si dice: il Tempio. Cioè una unità. Ma questa unità è fatta delle molte pietre che l’hanno composta e formata. Inutile sarebbe stato fare le fondamenta, se esse non avessero poi dovuto sorreggere le mura e il tetto, se su esse non avessero poi avuto ad innalzarsi le mura. E impossibile sarebbe stato alzare le mura e sostenere il tetto, se non fossero state fatte per prime le fondamenta solide, proporzionate a sì gran mole.
Così, con questa dipendenza delle parti, una dall’altra, sorgerà anche il Tempio novello. Nei secoli voi lo edificherete appoggiandolo sulle fondamenta che Io gli ho dato, perfette, per la sua mole. Lo edificherete con la direzione di Dio, con la bontà delle cose usate a innalzarlo: spiriti che Dio inabita. Dio nel vostro cuore, a fare di esso pietra levigata e senza incrinature per il Tempio nuovo. Il suo Regno stabilito con le sue leggi nel vostro spirito. Altrimenti sareste mattoni malcotti, legno tarlato, pietre scheggiate e farinose che non reggono e che il costruttore, se avveduto, respinge, o che fallano, cedono, facendo crollare una parte se il costruttore, i costruttori preposti dal Padre alla costruzione del Tempio, sono costruttori idoli che si pavoneggiano nel loro onore senza vegliare e faticare sulla costruzione che si innalza e sui materiali usati per farla.
Costruttori idoli, tutori idoli, custodi idoli, ladri! Ladri della fiducia di Dio, della stima degli uomini, ladri e orgogliosi che si compiacciono di aver modo di aver guadagno, e modo di avere numeroso mucchio di materiali, e non osservano se sono buoni o scadenti, causa di rovina.
Voi, novelli Sacerdoti e scribi del novello Tempio, ascoltate. Guai a voi e a chi dopo voi si farà idolo e non veglierà e sorveglierà se stesso e gli altri, i fedeli, per osservare, saggiare la bontà delle pietre e del legname, senza fidarsi delle apparenze, e causerà rovine lasciando che materiali scadenti, o addirittura nocivi, siano lasciati usare per il Tempio, dando scandalo e provocando rovina. Guai a voi se lascerete crearsi crepacci e muraglie insicure, storte, facili al crollo non essendo equilibrate sulle basi che sono solide e perfette.
Non da Dio, Fondatore della Chiesa, ma da voi verrebbe il disastro, e ne sareste responsabili davanti al Signore e agli uomini.
Diligenza, osservazione, discernimento, prudenza! La pietra, il mattone, la trave debole, che in un muro maestro sarebbero rovina, possono servire per parti di minore importanza, e servire bene. Così dovete saper scegliere. Con carità per non disgustare le deboli parti, con fermezza per non disgustare Dio e rovinare il suo Edificio. E se vi accorgete che una pietra, già posta a sorreggere un angolo maestro, non è buona o non è equilibrata, siate coraggiosi, audaci, e sappiatela levare da quel posto, mortificatela squadrandola con lo scalpello di un santo zelo. Se urla di dolore non importa. Vi benedirà poi nei secoli, perché voi l’avrete salvata. Spostatela, mettetela ad altro ufficio.
Non abbiate paura anche di allontanarla del tutto se la vedete oggetto di scandalo e rovina, ribelle al vostro lavoro.
Meglio poche pietre che molta zavorra.
Non abbiate fretta. Dio non ha mai fretta, ma ciò che crea è eterno, perché ben ponderato prima di eseguirlo. Se non eterno, è duraturo quanto i secoli. Guardate l’Universo. Da secoli, da migliaia di secoli, è come Dio lo fece con operazioni successive. Imitate il Signore. Siate perfetti come il Padre vostro. Abbiate la sua Legge in voi, il suo Regno in voi. E non fallirete.
Ma, se non foste così, crollerebbe l’edificio, invano vi sareste affaticati a innalzarlo. Crollerebbe rimanendo di esso unicamente la pietra angolare, le fondamenta... Così come avverrà di quello!... In verità vi dico che di quello così sarà. E così del vostro se metterete in esso ciò che è in questo: le parti malate di orgoglio, di avidità, di peccato, di lussuria.
Come si è disfatto per soffio di vento quel padiglione di nuvole che pareva posare, così vagamente bello, sulla cima di quel monte, ugualmente, al soffiare di un vento di castigo soprannaturale e umano, crolleranno gli edifici che di santo non hanno che il nome...».
Gesù tace pensoso. Quando riparla è per ordinare: «Sediamoci qui a riposare un poco».
Si siedono su un pendio del monte Uliveto, di faccia al Tempio baciato dal sole calante. Gesù guarda fisso quel luogo, con mestizia. Gli altri con orgoglio per la sua bellezza, ma sull’orgoglio è steso un velo di cruccio, lasciato dalle parole del Maestro. E se quella bellezza dovesse proprio perire?...
Pietro e Giovanni parlano fra di loro e poi sussurrano qualcosa a Giacomo d’Alfeo e ad Andrea, loro vicini, i quali annuiscono col capo. Allora Pietro si rivolge al Maestro e gli dice:
«Vieni in disparte e spiegaci quando avverrà la tua profezia sulla distruzione del Tempio. Daniele ne parla, ma se fosse come lui dice e come Tu dici, poche ore avrebbe ancora il Tempio. Ma noi non vediamo eserciti né preparativi di guerra. Quando dunque avverrà? Quale sarà il segno di esso? Tu sei venuto. Tu, dici, stai per andare via. Eppure si sa che essa non sarà che quando Tu sarai fra gli uomini. Tornerai, allora? Quando, questo tuo ritorno? Spiegaci, perché noi si possa sapere...».
«Non occorre mettersi in disparte. Vedi? Sono rimasti i discepoli più fedeli, quelli che saranno a voi dodici di grande aiuto. Essi possono sentire le parole che dico a voi. Venitemi tutti vicino!», grida in ultimo per radunare tutti. I discepoli, sparsi sul pendio, si avvicinano, fanno un mucchio compatto, stretto intorno a quello principale di Gesù coi suoi apostoli, e ascoltano.
«Badate che nessuno vi seduca in futuro. Io sono il Cristo e non vi saranno altri Cristi. Perciò, quando molti verranno a dirvi: “Io sono il Cristo” e sedurranno molti, voi non credete a quelle parole, neppure se saranno accompagnate da prodigi.
Satana, padre di menzogna e protettore dei menzogneri, aiuta i suoi servi e seguaci con falsi prodigi, che però possono essere riconosciuti non buoni perché sempre uniti a paura, turbamento e menzogna.
I prodigi di Dio voi li conoscete: danno pace santa, letizia, salute, fede, conducono a desideri e opere sante. Gli altri no.
Perciò riflettete sulla forma e le conseguenze dei prodigi che potrete vedere in futuro ad opera dei falsi Cristi e di tutti coloro che si ammanteranno nelle vesti di salvatori di popoli e saranno invece le belve che rovinano gli stessi. Sentirete anche, e vedrete anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno: “Sono i segni della fine”. Non turbatevi. Non sarà la fine. Bisogna che tutto questo avvenga prima della fine, ma non sarà ancora la fine.
Si solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro nazione, continente contro continente, e seguiranno pestilenze, carestie, terremoti in molti luoghi. Ma questo non sarà che il principio dei dolori. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi uccideranno, accusandovi di essere i colpevoli del loro soffrire e sperando di uscirne col perseguitare e distruggere i miei servi.
Gli uomini fanno sempre accusa agli innocenti di esser causa del male che essi, peccatori, si creano. Accusano Dio stesso, perfetta Innocenza e Bontà suprema, di esser causa del loro soffrire, e così faranno con voi, e voi sarete odiati per causa del mio Nome. È satana che li aizza. E molti si scandalizzeranno e si tradiranno e odieranno a vicenda. È ancora satana che li aizza. E sorgeranno falsi profeti che indurranno molti in errore. Ancora sarà satana il vero autore di tanto male. E per il moltiplicarsi dell’iniquità si raffredderà la carità in molti. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo. E prima bisogna che questo Vangelo del Regno di Dio sia predicato in tutto il mondo, testimonianza a tutte le nazioni. Allora verrà la fine. Ritorno al Cristo di Israele che lo accoglie e predicazione della mia Dottrina in tutto il mondo.
E poi un altro segno. Un segno per la fine del Tempio e per la fine del mondo. Quando vedrete l’abominazione della desolazione predetta da Daniele -chi mi ascolta bene intenda, e chi legge il Profeta sappia leggere fra le parole- allora chi sarà in Giudea fugga sui monti, chi sarà sulla terrazza non scenda a prendere quanto ha in casa, e chi è nel suo campo non torni in casa a prendere il suo mantello, ma fugga senza volgersi indietro, ché non gli accada di non poterlo più fare, e neppure si volga nel fuggire a guardare, per non conservare nel cuore lo spettacolo orrendo e insanire per esso. Guai alle gravide e a quelle che allatteranno in quei giorni!
E guai se la fuga dovesse compiersi in sabato! Non sarebbe sufficiente la fuga a salvarsi senza peccare. Pregate dunque perché non avvenga in inverno e in giorno di sabato, perché allora la tribolazione sarà grande quale mai non fu dal principio del mondo fino ad ora, né sarà mai più simile perché sarà la fine. Se non fossero abbreviati quei giorni in grazia degli eletti, nessuno si salverebbe, perché gli uomini-satana si alleeranno all’inferno per dare tormento agli uomini.
E anche allora, per corrompere e trarre fuori della via giusta coloro che resteranno fedeli al Signore, sorgeranno quelli che diranno: “Il Cristo è là, il Cristo è qua. È in quel luogo. Eccolo”. Non credete. Nessuno creda, perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno prodigi e portenti tali da indurre in errore, se fosse possibile, anche gli eletti, e diranno dottrine in apparenza così confortevoli e buone a sedurre anche i migliori, se con loro non fosse lo Spirito di Dio che li illuminerà sulla verità e l’origine satanica di tali prodigi e dottrine. Io ve lo dico. Io ve lo predico perché voi possiate regolarvi.
Ma di cadere non temete. Se starete nel Signore non sarete tratti in tentazione e in rovina.
Ricordate ciò che vi ho detto: “Vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni, e di tutta la potenza del Nemico nulla vi nuocerà, perché tutto vi sarà soggetto”. Vi ricordo anche però che per ottenere questo dovete avere Dio in voi, e rallegrarvi dovete, non perché dominate le potenze del Male e le venefiche cose, ma perché il vostro nome è scritto in Cielo. State nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità. Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io solo ho detto la verità. Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando sarà la fine. Perciò, se vi dicono: “È nel deserto”, non andate. Se vi dicono: “È in quella casa”, non date retta.
Perché il Figlio dell’Uomo nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il batter di una palpebra. E scorrerà sul grande Corpo, di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti Angeli, e giudicherà. Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile. E subito dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta -parlo già della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle quali cose parlano i profeti- si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.
E allora nel firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell’Uomo, e piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il Figlio dell’Uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Ed Egli comanderà ai suoi Angeli di mietere e vendemmiare, e di separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più perpetuazione della specie umana sulla Terra morta. E comanderà ai suoi Angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti.
 
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta

venerdì 15 novembre 2013

VOCE DI SAN PIO :

-" L’abnegazione principale è quella che si esercita al focolare domestico." (FM, 167).

SANTI é BEATI :

- Santa Geltrude (Gertrude) la Grande Vergine

16 novembre - Memoria Facoltativa

Eisleben, Germania, ca. 1256 - Monastero di Helfta, Germania, 1302

Nata nel 1256 a Eisleben, in Germania, a 5 anni venne affidata alle monache di Helfta e con loro trascorse il resto della vita. Educata nell’eccellente scuola dell’abbazia, presto rivelò un’intelligenza fuori dal comune. A 26 anni ebbe una visione nella quale si trovò di fronte a una siepe di spine. Il Signore la sollevò e la depose dalla sua parte. «Da allora cominciai a seguire il profumo dei tuoi balsami e appresi in breve che il giogo del tuo amore è mite e leggero». Dei suoi progressi nella vita dello spirito, siamo informati dalla sua opera, 'Rivelazioni', che consta di cinque libri. Solo il secondo, il 'Legatus', un inno alla misericordia di Dio, è scritto di suo pugno. Il primo, una sua biografia, e gli altri vennero composti dopo la sua morte da una consorella, a partire da suoi appunti e racconti. Alla base delle sue esperienze mistiche vi sono le celebrazioni liturgiche, mentre il linguaggio evidenzia una forte impronta biblica. La sua dottrina, infine, è cristocentrica. La misericordia del Salvatore la trasporta nella sua divinità al punto che, come Maria, ella si sente sposa e madre di Gesù.Vivendo costantemente alla presenza di Dio, vede sempre Gesù, il Dio fatto uomo, il Salvatore con il cuore squarciato e vive nella disponibilità a patire ciò che ancora manca alla passione di Cristo. Una delle più grandi mistiche cristiane morì nel 1301 o 1302.

Etimologia: Geltrude = la vergine della lancia, dal tedesco

Emblema: Giglio

Martirologio Romano: Santa Geltrude, detta Magna, vergine, che, fin dall’infanzia si dedicò con grande impegno e ardore alla solitudine e agli studi letterari e, convertitasi totalmente a Dio, entrò nel monastero cistercense di Helfta vicino a Eisleben in Germania, dove percorse mirabilmente la via della perfezione, consacrandosi alla preghiera e alla contemplazione di Cristo crocifisso. Il suo transito si celebra domani.
(17 novembre: A Helfta vicino a Eisleben nella Sassonia in Germania, anniversario della morte di santa Geltrude, vergine, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo).

Invece delle origini familiari, conosciamo le sue passioni giovanili: letteratura, musica e canto, arte della miniatura. Per una ragazza del suo tempo, queste non sono cose tanto comuni. Gertrude, infatti, ha fatto i suoi studi, ed è certo quindi che veniva da una famiglia benestante. Ma non era figlia di nobili, come hanno scritto alcuni, confondendola con un’altra Gertrude. Comunque, già all’età di cinque anni, la sua famiglia la mette a scuola nel monastero di Helfta, in Sassonia, che all’epoca segue le consuetudini cistercensi.
E qui Gertrude trova la maestra delle novizie Matilde di Hackeburg e, successivamente, la grande Matilde di Magdeburgo, maestra di spiritualità e anche di bello scrivere: la narrazione delle sue esperienze mistiche, Lux divinitatis, costituisce un elegante testo poetico. Matilde è il personaggio decisivo nella vita interiore di molte giovani che l’avvicinano, maestra di una spiritualità fortemente attratta dal richiamo mistico. A questa scuola cresce Gertrude, che tuttavia non sembra percorrere tranquillamente la frequente trafila alunna-postulante-monaca. Alcune fonti, addirittura, le attribuiscono momenti di vita “dissipata”. Però a 26 anni diventa un’altra; o, come dirà successivamente lei stessa: il Signore, "più lucente di tutta la luce, più profondo di ogni segreto, cominciò dolcemente a placare quei turbamenti che aveva acceso nel mio cuore".
Una mutazione che sorprende molti, e che lei stessa attribuisce a una visione, seguita poi da altri fenomeni eccezionali come visioni, estasi, stigmate. E in aggiunta vengono a tormentarla le malattie. Ma accade a lei come ad altre donne e uomini misteriosamente “visitati” che l’infermità fisica, invece di fiaccarli, li stimola. Gertrude vorrebbe vivere in solitudine questa avventura dello spirito, ma non sempre può: le voci corrono, arriva al monastero gente per confidarsi, per interrogarla, anche semplicemente per vederla. E questa contemplativa malata ha momenti di stupefacente attivismo, nel contatto con le persone e nell’impegno di divulgatrice del culto per l’umanità di Gesù Cristo, tradotta nell’immagine popolarissima del Sacro Cuore. Accoglie tanti disorientati e cerca di aiutarli. Per raggiungerne altri scrive, sull’esempio di Matilde, e lo fa con l’eleganza che è frutto dei suoi studi.
Quell’impegno di adolescente e di giovane nelle discipline scolastiche l’ha preparata a essere “apostolo” nel modo richiesto dai suoi tempi. E anche precorritrice di Teresa d’Avila e di Margherita Maria Alacoque.
La fama di santità l’accompagna già da viva, e dura nel tempo, anche se ci vorrà qualche secolo per il riconoscimento ufficiale del suo culto nella Chiesa universale. Ma per chi l’ha conosciuta e ascoltata, Gertrude è già santa al momento della morte nel monastero di Helfta, all’età di circa 46 anni.
La Chiesa la venera come santa dal 1738.

(Lc 18,1-8) Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

VANGELO
(Lc 18,1-8) Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo e riempi il mio cuore della tua sapienza e dell’amore di Dio, perché solo con questo amore nel cuore io posso leggere e capire i concetti che Gesù vuole esprimere con la sua parola.

Un brano questo che mette in risalto l’importanza di pregare sempre ed incessantemente; ma non di una preghiera fatta di parole ripetitive, ma che diventa vita in comune con Dio.
Ci sono tante “scuole di preghiera”, ma probabilmente la più alta è quella dello Spirito Santo, che dona a piene mani la gioia della preghiera a chi la invoca in continuazione.
La vedova chiede giustizia, questa piccola donna insiste presso il suo re, fino a che non ottiene di essere accontentata, ma non per amore o per pietà, solo per stanchezza.
Se un re che non è misericordioso, ma disonesto, sa dare giustizia, quanta ne darà il nostro Padre celeste?
Nella prima lettura leggiamo una scena che ha quasi del comico, Mosè che alza le mani in preghiera e la sua gente vince,  ma poi si stanca e i suoi soldati cominciano a perdere, allora, capendo quanto è importante nella lotta la preghiera a Dio, si siede e due uomini gli tengono le braccia alzate al cielo.
Che cosa è la preghiera? Perché con tanta insistenza c’è chiesta da Gesù? Forse gode nell’essere adulato il nostro Dio? E’ quindi un Dio vanitoso? No, anzi tutto il contrario.
 E’ per noi che ci chiede di insistere nella preghiera, perché possa levigarci l’anima e renderla piena della grazia di Dio, è per entrare e rimanere in noi che Gesù ci chiede di pregare continuamente, di fare della nostra vita preghiera.
Farci scavare dalla parola di Dio e dalla preghiera, farci scavare dei profondi solchi che Dio riempie del suo amore, perché noi gliene diamo la possibilità, perché vogliamo essere con Lui una cosa sola.
Quando si sta con una persona che fa tutto per amore nostro, s’impara ad amarla, e quest’amore diventa reciproco, ma se noi trascuriamo di stare con chi cui ama, se lo ignoriamo, se lo facciamo soffrire con la nostra lontananza, non possiamo certo dire di amarlo.
Sempre meno fede nel mondo e sempre più egoismo, basta leggere i giornali e vediamo come la cattiveria e la stupidità umana ogni giorno toccano il limite, e si pensa che sia il massimo, ma poi un altro delitto ancora più orribile, un’altra strage, un’altra violenza…sembra che il male non abbia mai fine….E il bene dov’è?
E’ qui silenzioso, in quella donna che assiste il marito invalido; in quel vecchio stanco che con le ossa doloranti va a prendere il nipotino a scuola ogni giorno; in quella moglie che stanca e imbruttita dalla miseria, prepara una cena frugale ma amorevole per il marito che torna sempre più amareggiato e che con un sorriso stanco la accarezza con gli occhi; è in quella figlia che assiste la mamma ammalata e i fratelli più piccoli senza mai lamentarsi; è in quel soldato che per portare la libertà ad una popolazione schiava dei prepotenti, vive lontano di casa, e spesso muore per gente che neanche conosce, ma che si sente cittadino del mondo.
Quando tornerà come ci troverà? Dalla parte dei buoni o da quella dei cattivi?

PREGHIAMO CON MARIA SANTISSIMA IL SANTO ROSARIO PER LA CHIESA E I SACERDOTI.(PREGHIAMO I MISTERI DOLOROSI)

PREGHIAMO CON MARIA SANTISSIMA IL SANTO ROSARIO PER LA CHIESA E I SACERDOTI.(PREGHIAMO I MISTERI DOLOROSI)

CONTEMPLIAMO I MISTERI DOLOROSI.
NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO AMEN.
- O Dio vieni a salvarci
- Signore, vieni presto in nostro aiuto.
- Sia Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo .Com'era in principio, ora e sempre nei secoli dei secoli.Amen.
ALL'INIZIO DI OGNI DECINA SI RIPETE:
O GESU' MIO, PERDONA LE NOSTRE COLPE. PRESERVACI DAL FUOCO DELL'INFERNO, PORTA IN CIELO TUTTE LE ANIME, SPECIALMENTE LE PIU' BISOGNOSE DELLA TUA MISERICORDIA. SIGNORE MANDA SANTI, SACERDOTI E FERVENTI RELIGIOSI ALLA TUA CHIESA ED EFFONDI IL TUO SPIRITO SU TUTTA LA TERRA.L'ETERNO RIPOSO DONA A LORO SIGNORE E SPLENDI AD ESSI LA LUCE PERPETUA RIPOSINO IN PACE. AMEN.
- Annuncio del Mistero- Padre Nostro- Ave Maria... (10 volte)- Gloria al Padre,

Nel 1° Mistero Doloroso

LA PREGHIERA DI GESU' NELL'ORTO DEL GETSEMANI


LA PREGHIERA DI GESU' NELL'ORTO DEL GETSEMANI

Gesù è pieno di angoscia e come uomo ha paura.
Io Signore,quando ho paura ti cerco e tu accorri,sempre,anche se non lo merito.
Io come mi comporto Signore nei confronti di chi soffre ed ha paura?
aiutami ad essere migliore.

CHIEDIAMO AL SIGNORE LA VIRTU' DI UN VERO DOLORE DEI PECCATI.
PREGHIAMO PER I SACERDOTI E LE SUORE,I RELIGIOSI E TUTTI GLI APPARTENENTI ALLA CHIESA,PERCHE' NELLA SOFFERENZA SAPPIANO AFFIARSI A DIO E NON AL SONNO DEI FRATELLI NON VIGILANTI, E SAPPIANO TROVARE DIO NELL'ORAZIONE.
Padre Nostro – 10 Ave Maria – Gloria
O GESU' MIO...L'ETERNO RIPOSO...

Nel 2° Mistero Doloroso
LA FLAGELLAZIONE DI GESU' ALLA COLONNA



LA FLAGELLAZIONE DI GESU' ALLA COLONNA


Gesù è attorniato da gente che lo vede soffrire,vede che lo colpiscono da tutte le parti,e non interviene in sua difesa.
Io dove sono Gesù,tra chi ti colpisce o tra chi tace?
Insegnami a togliere dalle mani di chi ti colpisce la frusta,insegnami ad aiutarti a convertire i peccatori,usami Gesù.


CHIEDIAMO AL SIGNORE LA VIRTU' DELLA MORTIFICAZIONE DEI SENSI.
PREGHIAMO PER TUTTI QUEI SACERDOTI E SUORE CHE SONO DOMINATI DAI DESIDERI DELLA CARNE E NON SANNO COME LIBERARSI.
CONCEDI LORO SIGNORE DI SAPER MORTIFICARE LA CARNE CONCEDENDO NUMEROSE GRAZIE AL LORO SPIRITO.
CONSOLALI SIGNORE!
Padre Nostro – 10 Ave Maria - Gloria
O GESU' MIO...L'ETERNO RIPOSO...

Nel 3° Mistero Doloroso
L'INCORONAZIONE DI SPINE


L'INCORONAZIONE DI SPINE
Ogni nostra colpa è una spina che ti infliggiamo, nessuno più di te sa che cosa vuol dire soffrire per amore.
Tradito da Giuda, che hai trattato come un amico; tradito da noi che non chiami servi, ma amici.
Perdonaci Gesù di tradirti ogni volta che non ti mettiamo al primo posto nella nostra vita e nelle nostre azioni.

CHIEDIAMO AL SIGNORE LA VIRTU' DELL'UMILTA'.
PREGHIAMO PER QUELLI CHE HANNO RESPONSABILITA' NELLA CONDUZIONE DELLA CHIESA, PER IL PAPA, I CARDINALI,I VESCOVI ,I PARROCI, LE MADRI SUPERIORI.
PREGHIAMO PERCHE' NON TEMANO DI ESSERE UMILIATI NEL NOME DEL SIGNORE!
Padre Nostro – 10 Ave Maria – Gloria

O GESU' MIO...L'ETERNO RIPOSO....


Nel 4° Mistero Doloroso
VIAGGIO DI GESU' AL CALVARIO CARICO DELLA CROCE


VIAGGIO DI GESU' AL CALVARIO CARICO DELLA CROCE

Mentre sale Gesù, si guarda intorno e sotto al peso della croce, incontra gli occhi della gente.
Come ti vedo Gesù? Riesco a capire quanto mi hai amato? Riesco a comprendere che lo stai facendo anche per me?
Io sono tra chi asciuga le tue lacrime o tra chi ti schernisce?
Perdonaci Signore de averti costretto a dover subire tutto questo dolore, perdonaci per non aver capito.


CHIEDIAMO AL SIGNORE LA VIRTU' DELLA PAZIENZA.PREGHIAMO PER I SACERDOTI E LE SUORE INFERMI.
PREGHIAMO PERCHE' SAPPIANO OFFRIRE OGNI SOFFERENZA PER LA SALVEZZA DELLA CHIESA E DEI FEDELI.
Padre Nostro – 10 Ave Maria – Gloria
O GESU' MIO...L'ETERNO RIPOSO...






Nel 5° Mistero Doloroso
LA CROCIFISSIONE E MORTE DI GESU'



LA CROCIFISSIONE E MORTE DI GESU'


Solo morendo alla nostra parte umana possiamo trovarci in comunione con te. Solo mettendoti prima dei nostri idoli, possiamo trovare il nostro Dio. Solo riconoscendo in Gesù Cristo il nostro Dio, possiamo divenire figli dello stesso Padre nostro, come tu ci hai insegnato.
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen

CHIEDIAMO AL SIGNORE LA VIRTU' DELLA COSTANZA NEL SEGUIRE CRISTO.PREGHIAMO PER IL PAPA, I VESCOVI, I SACERDOTI E I DIACONI, CHE SONO I PRIMI COLLABORATORI DI CRISTO NELL'OPERA DELLA REDENZIONE.
 Padre Nostro – 10 Ave Maria - Gloria
O GESU' MIO...L'ETERNO RIPOSO...


SALVE REGINA

SECONDO LE INTENZIONI DEL PAPA:
1 PADRE NOSTRO 1 AVE MARIA 3 GLORIA AL PADRE

Litanie alla Madonna
Signore pietà. Signore pietà.
Cristo pietà. Cristo pietà.
Signore pietà. Signore pietà.
Cristo, ascoltaci , Cristo, ascoltaci
Cristo esaudiscici , Cristo esaudiscici
Padre celeste, che sei Dio, abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.
Santa Maria, prega per noi
Santa Madre di Dio, prega per noi
Santa Vergine delle vergini, prega per noi
Madre di Cristo, prega per noi
Madre della Chiesa, prega per noi
Madre della divina grazia, prega per noi
Madre purissima, prega per noi
Madre castissima, prega per noi
Madre sempre vergine, prega per noi
Madre senza peccato, prega per noi
Madre degna d'amore, prega per noi
Madre ammirabile, prega per noi
Madre del buon consiglio, prega per noi
Madre del Creatore, prega per noi
Madre del Salvatore, prega per noi
Vergine prudentissima, prega per noi
Vergine degna d'onore, prega per noi
Vergine degna di lode, prega per noi
Vergine potente, prega per noi
Vergine clemente, prega per noi
Vergine fedele, prega per noi
Specchio di perfezione, prega per noi
Modello di santità, prega per noi
Sede della sapienza, prega per noi
Fonte della nostra gioia, prega per noi
Dimora dello Spirito Santo, prega per noi
Tabernacolo dell'eterna gloria, prega per noi
Modello di vera devozione, prega per noi
Rosa mistica, prega per noi
Gloria della stirpe di Davide, prega per noi
Fortezza inespugnabile, prega per noi
Splendore di gloria, prega per noi
Arca dell'Alleanza , prega per noi
Porta del cielo, prega per noi
Stella del mattino, prega per noi
Salute degli infermi, prega per noi
Rifugio dei peccatori ,prega per noi
Consolatrice degli afflitti, prega per noi
Aiuto dei cristiani, prega per noi
Regina degli Angeli, prega per noi
Regina dei Patriarchi, prega per noi
Regina dei Profeti, prega per noi
Regina degli Apostoli, prega per noi
Regina dei Martiri, prega per noi
Regina dei Confessori della Chiesa, prega per noi
Regina delle vergini, prega per noi
Regina di tutti i santi, prega per noi
Regina concepita senza peccato, prega per noi
Regina del Santo Rosario, prega per noi
Regina della famiglia, prega per noi
Regina assunta in cielo, prega per noi
Regina della pace, prega per noi
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi
Prega per noi Santa Madre di Dio- E saremo degni delle promesse di Cristo.

PREGHIAMO
O DIO, IL TUO UNICO FIGLIO CI HA PROCURATO I BENI DELLA SALVEZZA ETERNA CON LA SUA VITA, MORTE E RISURREZIONE.
A NOI CHE CON IL SANTO ROSARIO DELLA BEATA VERGINE MARIA ABBIAMO MEDITATO QUESTI MISTERI, CONCEDI DI IMITARE CIO' CHE ESSI CONTENGONO E DI RAGGIUNGERE CIO' CHE ESSI PROMETTONO.
PER CRISTO NOSTRO SIGNORE.AMEN.