venerdì 29 marzo 2013

VIA CRUCIS AL COLOSSEO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE FRANCESCO


VIA CRUCIS AL COLOSSEO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE

 

FRANCESCO


UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE VIA CRUCIS  AL COLOSSEO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE FRANCESCO VENERDÌ SANTO MEDITAZIONI di giovani libanesi sotto la guidadi Sua Beatitudine Eminentissima il Signor Cardinale Béchara Boutros Raï
I Stazione: Gesù è condannato a morte

I Stazione:
Gesù è condannato a morte «Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso» (Mc 15, 12-13. 15).Davanti a Pilato, detentore del potere, Gesù avrebbe dovuto ottenere giustizia. Pilato aveva in effetti il potere di riconoscere l‟innocenza di Gesù e di liberarlo. Ma il governatore romano preferì servire la logica dei suoi interessi personali e si piegò alle pressioni politiche e sociali. Condannò un innocente per piacere alla folla, senza soddisfare la verità. Consegnò Gesù al supplizio della croce, pur sapendolo innocente… prima di lavarsene le mani.Nel nostro mondo contemporaneo, molti sono i “Pilato” che tengono nelle mani le leve del potere e ne fanno uso al servizio dei più forti. Molti sono coloro che, deboli e vili davanti a queste correnti di potere, impegnano la loro autorità al servizio dell‟ingiustizia e calpestano la dignità dell‟uomo e il suo diritto alla vita.Signore Gesù, non permettere che siamo nel numero degli ingiusti. Non permettere che i forti si compiacciano nel male, nell‟ingiustizia e nel dispotismo. Non permettere che l‟ingiustizia conduca gli innocenti alla disperazione e alla morte. Confermali nella speranza e illumina la coscienza di coloro che hanno autorità in questo mondo, affinché governino nella giustizia. Amen.
II Stazione: Gesù è caricato della croce

II Stazione:
Gesù è caricato della croce «Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo» (Mc 15, 20).Gesù Cristo sta davanti a dei soldati che credono di avere ogni potere su di lui, mentre egli è Colui per mezzo del quale «tutto è stato fatto…e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste» (Gv 1, 3).L‟uomo, in ogni tempo, ha creduto di potersi sostituire a Dio e determinare da se stesso il bene e il male (cfr Gen 3, 5), senza riferimento al suo Creatore e Salvatore. Si è creduto onnipotente, capace di escludere Dio dalla propria vita e da quella dei suoi simili, in nome della ragione, del potere o del denaro.Anche oggi il mondo si piega sotto realtà che cercano di espellere Dio dalla vita dell‟uomo, come il laicismo cieco che soffoca i valori della fede e della morale in nome di una presunta difesa dell‟uomo; o il fondamentalismo violento che prende a pretesto la difesa dei valori religiosi (cfr Esort. ap. Ecclesia in Medio Oriente, 29).Signore Gesù, tu che hai assunto l‟umiliazione e ti sei identificato con i deboli, ti affidiamo tutti gli uomini e tutti i popoli umiliati e sofferenti, in particolare quelli dell‟Oriente martoriato. Dona loro di avere, in te, la forza per poter portare con te la loro croce di speranza. Noi poniamo nelle tue mani tutti coloro che sono smarriti, perché, grazie a te, trovino la verità e l‟amore. Amen.
III Stazione: Gesù cade per la prima volta

III Stazione:
Gesù cade per la prima volta «Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.» (Is 53, 5).Colui che tiene i luminari del cielo nella sua mano divina e davanti al quale tremano le potenze dei cieli, eccolo che cade a terra, senza proteggersi, sotto il giogo pesante della croce.Colui che ha portato la pace al mondo, ferito dai nostri peccati, cade sotto il fardello delle nostre colpe.«Guardate, o fedeli, il nostro Salvatore che avanza sulla via del Calvario. Oppresso da amare sofferenze, le forze l‟abbandonano. Andiamo a vedere questo incredibile avvenimento che sorpassa la nostra comprensione ed è difficile da descrivere. Le fondamenta della terra furono scosse e una paura terribile s‟impadronì dei presenti quando il loro Creatore e Dio fu schiacciato sotto il peso della croce e si lasciò condurre alla morte, per amore di tutta l‟umanità» (Liturgia caldea).Signore Gesù, rialzaci dalle nostre cadute, riconduci il nostro spirito smarrito alla tua Verità. Non permettere che la ragione umana, che tu hai creato per te, si accontenti delle verità parziali della scienza e della tecnologia senza cercare di porre le domande fondamentali del senso e dell‟esistenza (cfr Lett. ap. Porta fidei, 12).Donaci, Signore, di aprirci all‟azione del tuo Santo Spirito, affinché ci conduca alla pienezza della Verità. Amen.
IV Stazione: Gesù incontra la Madre

IV Stazione:
Gesù incontra la Madre «Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l‟anima – affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2, 34-35. 51b).Ferito e sofferente, portando la croce dell‟umanità, Gesù incontra sua madre e, nel suo volto, tutta l‟umanità.Maria, Madre di Dio, è stata la prima discepola del Maestro. Accogliendo la parola dell‟Angelo, ha incontrato, per la prima volta, il Verbo incarnato ed è diventata tempio del Dio vivente. L‟ha incontrato senza comprendere come il Creatore del cielo e della terra abbia voluto scegliere una ragazza, una fragile creatura, per incarnarsi in questo mondo. L‟ha incontrato in una ricerca costante del suo Volto, nel silenzio del cuore e nella meditazione della Parola. Credeva di essere lei a cercarlo, ma, in verità, era lui che cercava lei. Ora, mentre porta la croce la incontra.Gesù soffre nel vedere sua madre soffrire, e Maria di veder soffrire suo Figlio. Ma da questa comune sofferenza nasce un‟umanità nuova. «Salam a te! Noi ti supplichiamo, o Santa piena di gloria, Vergine perpetua, Madre di Dio, Madre di Cristo. Fai salire la nostra preghiera al cospetto del tuo figlio diletto perché perdoni i nostri peccati» (Theotokion dall‟Orologion copto, Al-Aghbia37).Signore Gesù, nelle nostre famiglie proviamo anche noi le sofferenze causate ai figli dai loro genitori e ai genitori dai loro figli. Signore, fa‟ che in questi tempi difficili le nostre famiglie siano luoghi della tua presenza, affinché le nostre sofferenze si tramutino in gioia. Sii tu il sostegno delle nostre famiglie e fa‟ di esse delle oasi d‟amore, di pace e di serenità, ad immagine della santa Famiglia di Nazaret. Amen.
V Stazione: Gesù è aiutato da Simone di Cirene

V Stazione:
Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la croce«Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù» (Lc 23, 26).L‟incontro di Gesù con Simone di Cirene è un incontro silenzioso, una lezione di vita: Dio non vuole la sofferenza e non accetta il male. Lo stesso vale per l‟essere umano. Ma la sofferenza, accolta nella fede, si trasforma in via di salvezza. Allora noi l‟accettiamo come Gesù e aiutiamo a portarla come Simone di Cirene.Signore Gesù, tu hai coinvolto l‟uomo nel portare la tua croce. Tu ci hai invitati a condividere la tua sofferenza. Simone di Cirene ci assomiglia e ci insegna ad accettare la croce che incontriamo sulle strade della vita.Sul tuo esempio, Signore, portiamo anche noi oggi la croce della sofferenza e della malattia, ma la accettiamo perché tu sei con noi. Essa può inchiodare alla sedia, ma non impedire di sognare; oscurare lo sguardo, ma non colpire la coscienza; rendere sorde le orecchie, ma non impedire di ascoltare; legare la lingua, ma non sopprimere la sete di verità. Appesantire l‟anima, ma non derubare della libertà.Signore, vogliamo essere tuoi discepoli per portare la tua croce tutti i giorni; la porteremo con gioia e con speranza perché tu la porti con noi, perché tu hai trionfato sulla morte per noi.Ti rendiamo grazie, Signore, per ogni persona malata o sofferente, che sa essere testimone del tuo amore, e per ogni «Simone di Cirene» che tu poni sul nostro cammino. Amen.
VI Stazione: Veronica asciuga il volto di Gesù

VI Stazione:
Veronica asciuga il volto di Gesù «Il mio cuore ripete il tuo invito: „Cercate il mio volto!‟. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza» (Sal 27, 8-9).La Veronica ti ha cercato in mezzo alla folla. Ti ha cercato e infine ti ha trovato. Mentre il tuo dolore era al culmine, lei ha voluto lenirlo asciugandoti il volto con un panno. Un piccolo gesto, ma esprimeva tutto il suo amore per te e tutta la sua fede in te; è rimasto impresso nella memoria della nostra tradizione cristiana.Signore Gesù, è il tuo volto che noi cerchiamo. La Veronica ci ricorda che tu sei presente in ogni persona che soffre e che avanza sulla sua via del Golgota. Signore, fa‟ che ti troviamo nei poveri, i tuoi fratelli piccoli, per asciugare le lacrime di chi piange, prenderci cura di chi soffre e sostenere chi è debole.Signore, tu ci insegni che una persona ferita e dimenticata non perde né il suo valore né la sua dignità e che rimane segno della tua presenza nascosta nel mondo. Aiutaci ad asciugare dal suo volto le tracce della povertà e dell‟ingiustizia, affinché la tua immagine in essa si riveli e risplenda.Preghiamo per quanti cercano il tuo Volto e lo trovano in quello dei senza dimora, dei poveri e dei bambini esposti alla violenza e allo sfruttamento. Amen.
VII Stazione: Gesù cade per la seconda volta

VII Stazione:
Gesù cade per la seconda volta«Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo. Non stare lontano da me, perché l‟angoscia è vicina e non c‟è chi mi aiuti» (Sal 22, 8. 12)Gesù è solo sotto il peso interiore ed esteriore della croce. E‟ la caduta, quando il peso del male si fa troppo grande e sembra non esserci più limite all‟ingiustizia e alla violenza.Ma egli si rialza un‟altra volta forte della fiducia infinita che ha nel Padre suo. Di fronte agli uomini che l‟abbandonano alla sua sorte, la forza dello Spirito lo rialza; lo unisce interamente alla volontà del Padre, quella dell‟amore che può tutto.Signore Gesù, nella tua seconda caduta, riconosciamo tante nostre situazioni che sembrano senza via d‟uscita. Tra queste, quelle derivanti dai pregiudizi e dall‟odio, che induriscono i nostri cuori e conducono ai conflitti religiosi.Illumina le nostre coscienze affinché riconoscano, nonostante «le divergenze umane e religiose», che «un raggio di verità illumina tutti gli uomini», chiamati a camminare insieme - nel rispetto della libertà religiosa – verso la verità che è in Dio solo. Così, le diverse religioni potranno «mettersi insieme per servire il bene comune e contribuire allo sviluppo di ogni persona e alla edificazione della società» (Esort. ap. Ecclesia in Medio Oriente, 27-28).Vieni, Santo Spirito, a consolare e fortificare i cristiani, in particolare quelli del Medio Oriente, affinché uniti a Cristo siano, su una terra lacerata dall‟ingiustizia e dai conflitti, i testimoni del suo amore universale. Amen.
VIII Stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme

VIII Stazione:
Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono su di Lui«Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli”» (Lc23, 27-28).Sulla via del Calvario, il Signore incontra le donne di Gerusalemme. Queste donne piangono la sofferenza del Signore come se si trattasse di una sofferenza senza speranza. Della croce, esse non vedono che il legno, segno di maledizione (cfr Dt 21, 23), mentre il Signore l‟ha voluta come mezzo di Redenzione e di Salvezza.Nella Passione e nella Crocifissione, Gesù dona la sua vita in riscatto per molti. Così egli diede sollievo a quanti erano oppressi sotto il giogo e consolò gli afflitti. Asciugò lelacrime delle donne di Gerusalemme e aprì loro gli occhi alla verità pasquale.Il nostro mondo è pieno di madri afflitte, di donne ferite nella loro dignità, violentate dalle discriminazioni, dall‟ingiustizia e dalla sofferenza (cfr Esort. ap. Ecclesia in Medio Oriente, 60). O Cristo sofferente, sii la loro pace e il balsamo delle loro ferite.Signore Gesù, con la tua incarnazione da Maria «benedetta tra le donne» (Lc 1, 42), tu hai elevato la dignità di ogni donna. Con l‟Incarnazione hai unificato il genere umano (cfr Gal 3, 26-28).Signore, l‟incontro con te sia il desiderio dei nostri cuori. Il nostro percorso colmo di sofferenze sia sempre un percorso di speranza, con te e verso di te che sei il rifugio della nostra vita e la nostra Salvezza. Amen.
IX Stazione: Gesù cade per la terza volta

IX Stazione:
Gesù cade per la terza volta «L‟amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro» (2 Cor 5, 14-15).Per la terza volta Gesù cade sotto la croce, caricato dei nostri peccati, e per la terza volta cerca di rialzarsi raccogliendo le forze che gli restano, per proseguire il cammino verso il Golgota, rifiutando di lasciarsi schiacciare e di soccombere alla tentazione.A partire dalla sua Incarnazione, Gesù porta la croce della sofferenza umana e del peccato. Ha pienamente ed eternamente assunto la natura umana, mostrando agli uomini che la vittoria è possibile e che la via della filiazione divina è aperta.Signore Gesù, la Chiesa, nata dal tuo fianco aperto, è oppressa sotto la croce delle divisioni che allontanano i cristiani gli uni dagli altri e dall‟unità che tu hai voluto per loro; essi deviano dal tuo desiderio «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17, 21) come il Padre con te. Questa croce grava con tutto il suo peso sulla loro vita e sulla loro comune testimonianza. Concedici, Signore, la saggezza e l‟umiltà, per rialzarci e avanzare sulla via dell‟unità, nella verità e nell‟amore, senza soccombere alla tentazione del ricorso ai soli criteri degli interessi personali o settari, davanti alle divisioni nelle quali ci imbattiamo (cfr Esort. ap. Ecclesia in Medio Oriente, 11).Donaci di rinunciare alla mentalità di divisione «perché non venga resa vana la croce di Cristo» (1 Cor 1, 17). Amen.
X Stazione: Gesù è spogliato delle vesti

X Stazione:
Gesù è spogliato delle vesti «Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte» (Sal 22, 19).Nella pienezza dei tempi, tu hai rivestito, Signore Gesù, la nostra umanità, tu del quale «i lembi del manto riempivano il tempio» (Is 6, 1); ormai, tu cammini in mezzo a noi, e quanti toccano il lembo dei tuoi abiti guariscono. Ma tu sei stato spogliato anche di questo vestito, Signore! Ti abbiamo rubato l‟abito e tu ci hai dato anche la tunica (cfr Mt 5, 40). Hai permesso che il velo della tua carne si strappasse affinché di nuovo fossimo ammessi alla presenza del Padre (cfr Eb 10, 19-20).Pensavamo di poterci realizzare da noi stessi, indipendentemente da te (cfr Gen 3, 4-7). Ci siamo ritrovati nudi, ma nel tuo amore infinito tu ci hai rivestiti della dignità di figli e figlie di Dio e della tua grazia santificante.Accorda, Signore, ai figli delle Chiese orientali – spogliati da varie difficoltà, a volte perfino dalla persecuzione, e indeboliti dall‟emigrazione – il coraggio di restare nei loro Paesi per annunciare la Buona Novella.O Gesù, Figlio dell‟uomo, che ti sei svestito al fine di rivelarci la creatura nuova risuscitata dai morti, strappa in noi il velo che ci separa da Dio e tessi in noi la tua presenza divina.Donaci di vincere la paura di fronte agli avvenimenti della vita che ci spogliano e ci mettono a nudo, e di rivestire l‟uomo nuovo del nostro Battesimo, al fine di annunciare la Buona Novella, proclamando che tu sei il solo vero Dio che guida la storia. Amen.
XI Stazione: Gesù è inchiodato sulla croce

XI Stazione:
Gesù è inchiodato sulla croce«Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Pilato compose anche l‟iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”» (Gv 19, 16a. 19).Ecco il Messia atteso, sospeso sul legno della croce tra due briganti. Le due mani che hanno benedetto l‟umanità sono trafitte. I due piedi che hanno calpestato la nostra terra per annunciare la Buona Novella sono sospesi tra terra e cielo. Gli occhi pieni d‟amore che, con uno sguardo, hanno guarito i malati e perdonato i nostri peccati non fissano più che il Cielo.Signore Gesù, tu sei stato crocifisso per le nostre iniquità. Tu preghi Dio Padre e intercedi per l‟umanità. Ogni colpo di martello risuona come un battito del tuo cuore immolato.Come sono belli sul monte Calvario i piedi di Colui che annuncia la Buona Novella della Salvezza. Il tuo Amore, Gesù, ha riempito l‟universo. Le tue mani trafitte sono il nostro rifugio nell‟angoscia. Esse ci accolgono ogni volta che l‟abisso del peccato ci minaccia, e noi troviamo nelle tue piaghe la guarigione e il perdono.O Gesù, noi ti preghiamo per tutti i giovani che sono oppressi dalla disperazione, per i giovani vittime della droga, delle sette e delle perversioni.Liberali dalla loro schiavitù. Alzino gli occhi e accolgano l‟Amore. Scoprano la felicità in te e salvali tu, nostro Salvatore. Amen.
XII Stazione: Gesù muore sulla croce

XII Stazione:
Gesù muore sulla croce«Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo, spirò» (Lc 23, 46).Dall‟alto della croce, un grido: grido di abbandono nel momento della morte, grido di fiducia nella sofferenza, grido del parto di una vita nuova. Eccoti sospeso all‟Albero della Vita, consegnare il tuo spirito nelle mani del Padre, facendo zampillare la vita in abbondanza e modellando la nuova creatura. Anche noi affrontiamo oggi le sfide di questo mondo: sentiamo che le onde delle preoccupazioni ci sommergono e fanno vacillare la nostra fiducia. Donaci, Signore, la forza di sapere intimamente che nessuna morte ci vincerà, finché noi riposeremo tra le mani che ci hanno formato e ci accompagnano.E che ognuno di noi possa esclamare:«Ieri, ero crocifisso con Cristo,oggi, sono glorificato con lui.Ieri, ero morto con lui,oggi, sono vivo con lui.Ieri, ero sepolto con lui,oggi, sono risuscitato con lui» (Gregorio Nazianzeno).Nelle tenebre delle nostre notti, noi ti contempliamo. Insegnaci a rivolgerci verso l‟Altissimo, il tuo Padre celeste.Oggi preghiamo perché tutti coloro che promuovono l‟aborto prendano coscienza che l‟amore non può essere che sorgente di vita. Pensiamo anche ai difensori dell‟eutanasia e a coloro che incoraggiano tecniche e procedimenti che mettono in pericolo la vita umana. Apri i loro cuori, perché ti conoscano nella verità, perché si impegnino nell‟edificazione della civiltà della vita e dell‟amore. Amen.
XIII Stazione: Gesù è deposto dalla croce

XIII Stazione:
Gesù è deposto dalla croce e consegnato alla MadreGesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!” (Gv 19, 26-27a).Signore Gesù, coloro che ti amano restano accanto a te e conservano la fede. Nell‟ora dell‟agonia e della morte, quando il mondo crede che il male trionfi e che la voce della verità e dell‟amore, della giustizia e della pace taccia, la loro fede non viene meno.O Maria, tra le tue mani noi poniamo la nostra terra. «Come è triste vedere questa terra benedetta soffrire nei suoi figli che si sbranano tra loro con accanimento, e muoiono!» (Esort. ap. Ecclesia in Medio Oriente, 8). Sembra che nulla possa sopprimere il male, il terrorismo, l‟omicidio e l‟odio. «Dinanzi alla croce sulla quale tuo figlio stese le sue mani immacolate per la nostra salvezza, o Vergine, noi ci prostriamo in questo giorno: concedici la pace» (Liturgia bizantina).Preghiamo per le vittime delle guerre e della violenza che devastano, in questo nostro tempo, vari Paesi del Medio Oriente, come pure altre parti del mondo. Preghiamo perché gli sfollati e i migranti forzati possano tornare al più presto nelle loro case e nelle loro terre. Fa‟, Signore, che il sangue delle vittime innocenti sia il seme di un nuovo Oriente più fraterno, più pacifico e più giusto, e che questo Oriente recuperi lo splendore della sua vocazione di culla di civiltà e di valori spirituali ed umani.Stella dell‟Oriente, indicaci la venuta dell‟Alba! Amen.
XIV Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro

XIV Stazione:
Gesù è deposto nel sepolcro«Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di aloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. (Gv 19, 39-40).Nicodemo riceve il corpo di Cristo, se ne prende cura e lo depone in un sepolcro, in mezzo a un giardino che ricorda quello della Creazione. Gesù si lascia seppellire come si è lasciato crocifiggere, nello stesso abbandono, interamente «consegnato» nelle mani degli uomini e «perfettamente unito» ad essi «fino al sonno sotto la lastra della tomba» (S. Gregorio di Narek).Accettare le difficoltà, gli avvenimenti dolorosi, la morte, esige una speranza salda, una fede viva.La pietra posta all‟ingresso della tomba sarà ribaltata e una nuova vita sorgerà.Infatti, «per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6, 4).Abbiamo ricevuto la libertà di figli di Dio per non ritornare alla schiavitù; la vita ci è stata data in abbondanza, per non accontentarci più di una vita priva di bellezza e di significato.Signore Gesù, fa‟ di noi dei figli della luce che non temono le tenebre. Ti preghiamo oggi per tutti coloro che cercano il senso della vita e per quanti hanno perso la speranza, affinché credano nella tua vittoria sul peccato e sulla morte. Amen.

(Gv 18,1- 19,42) Passione del Signore.


VANGELO (Gv 18,1- 19,42) Passione del Signore.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

- Catturarono Gesù e lo legarono
 In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

- Lo condussero prima da Anna

Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

- Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono! 
 Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

- Il mio regno non è di questo mondo
 Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». 

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

- Salve, re dei Giudei!
 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». 

Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

- Via! Via! Crocifiggilo! 
 Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

- Lo crocifissero e con lui altri due
 Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

- Si sono divisi tra loro le mie vesti
 I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

- Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

(Qui si genuflette e di fa una breve pausa) 

- E subito ne uscì sangue e acqua
 Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

- Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
 Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

PORTAMI CON TE GESU', CHE PER NOI HAI SOPPORTATO E ACCETTATO TUTTO IL MALE DEL MONDO 

Nel luogo dove Gesù si ritrovava con i suoi discepoli, proprio lì Giuda lo tradisce. Quante volte si sente dire che il fumo di satana è entrato anche nella Chiesa! Quanti discepoli di Gesù insofferenti alle regole si ribellano mettendo in atto dei veri e propri tradimenti! Ognuno di noi , può scegliere di seguirlo o di tradirlo, ma di una cosa dobbiamo sempre essere consapevoli, che la colpa è solo nostra.
Il condannato è Gesù, è vero, ma i colpevoli siamo noi, con i nostri peccati, con i nostri tradimenti; noi che siamo colpevoli, lo condanniamo e ci condanniamo a vivere senza di Lui, perchè noi non siamo capaci di amare come lui ama, perchè siamo così imperfetti, così umani e proprio per questo Dio ci perdona.
Cercare di scaricare sugli altri le nostre colpe .... non è quello che facciamo sempre? Negare di conoscere la verità, negando di conoscere Gesù come il Signore della nostra vita! Scegliere di seguire il mondo stolto e corrotto, il mondo che nega Dio, incuranti di quello che succederà, è la più assurda scelta di condanna a morte, ma non per Gesù, per noi, perchè il peccato è sempre una lancia a due punte che ci trafigge, trafiggendo il corpo mistico di Gesù Cristo.
 Solo Giovanni e la Madre erano sotto alla croce e urlavano silenziosamente il loro dolore! Perchè noi uomini scegliamo di non amare l' amore? Quale ideologia ci spinge a respingere la cosa più grande, il sentimento più puro? Quanto cerchiamo e dove cerchiamo l' amore dopo averlo ucciso ?Perchè la nostra vita senza amore non ha senso è una vita in solitudine, anche in mezzo a milioni di persone. Siamo attorniati dalle fiaccole che portano coloro che vogliono uccidere Gesù, che camminano al buio e non sanno riconoscere la luce che è in Lui.
Questa Quaresima Signore, fa che non sia come le altre, fermaci, abbagliaci, travolgici con il tuo amore, fa che non ti uccidiamo nel nostro cuore, ma entra in ogni uomo della terra e toccaci,  guariscici, liberaci, illuminaci. Amen.

mercoledì 27 marzo 2013

(Gv 13,1-15) Li amò sino alla fine


VANGELO
Giovedì Santo
(Gv 13,1-15) Li amò sino alla fine.
Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». 

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Il Giovedì Santo nelle nostre parrocchie ci si prepara alle grandi celebrazioni, alla ripetizione del rito della lavanda dei piedi, al ricordo dell’ultima cena e dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma io dove sono Gesù? Perché mi sento sempre più sola in questi giorni, perché vedo solo la tua solitudine!
Tutti ti stanno intorno, ma nessuno sembra comprendere quanto è grande il tuo sacrificio, ci si comporta da estranei, non da amici; ognuno cerca il suo posto, lo vuole affermare ed è disposto anche a tradirti, a rinnegarti, a costruire tende….Ma nessuno vuole prendere il tuo posto!
Tu il nostro posto però l’ hai preso, ti sei messo al nostro posto per riparare al nostro peccato di ribellione a Dio. Quel Dono di te che Tu fai, forse noi non arriveremo mai a capirlo, perché il gesto di umiliarti a lavare i piedi dei discepoli, noi non soltanto non saremmo mai in grado di farlo, ma neanche di comprenderlo.
Siamo come gli angeli decaduti, che si dibattono su questa terra, per far prevalere la loro volontà contro quella di Dio, e ci feriamo accettando il peccato e facendolo penetrare nella nostra vita. Un’immagine che mi è rimasta impressa è quella che ho
letto tempo fa e che vi trascrivo: -Ad una donna, Consuelo, la Madonna dice: "Il peccato mortale è come una freccia a due punte che l’uomo ha fabbricato nella sua coscienza, consigliato da satana. L’uomo, quando commette un peccato che conduce alla morte, lancia con ribellione questa freccia contro il cuore di Dio. La cosa più sorprendente è che essa non raggiunge il cielo, perché da lì furono precipitati satana, autore del male, e la sua iniquità. La freccia avvelenata si conficca di nuovo nell’anima dell’uomo che ebbe l’ardimento di ribellarsi contro il Creatore e lo ferisce a morte.-
Scegliendo il peccato,scegliamo di ferirti,ma ci feriamo a nostra volta,ma Dio condannò Satana ed il peccato,non l’uomo peccatore,che fu solo allontanato dal paradiso terrestre.
Imparare da te…quanto è importante riuscire a seguirti,lo cominciamo a comprendere solo quando ci lasciamo condurre tranquillamente dalla tua mano,quando capiamo quanto è grande il Tuo amore,quanto è importante per noi e per te,ritrovarci insieme ,non per apparire,ma per essere un tutt’uno con te.
Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto… queste parole echeggiano nella mia mente e mi sembra quasi di vederti, amico, fratello mio, mentre spezzi il pane con noi, mentre ci confermi la tua disponibilità ad ogni atto d’umiltà, pur di restituirci la nostra dignità di figli di Dio. Questo è quello che Tu vuoi trasmetterci, e solo impegnandoci e cercando di essere sempre più conformi a te, sapremo condividere anche le grazie che da Te ci vengono.

martedì 26 marzo 2013

(Mt 26,14-25) Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!


VANGELO
(Mt 26,14-25) Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e vivi in me la visione dell'ultima cena del Signore con i suoi discepoli,perché attraverso di te mi possa penetrare dentro quello che pensò nostro Signore. Assistimi .
Parliamo del tradimento di Giuda? O parliamo del nostro tradimento? Quante volte ti abbiamo lasciato da solo Gesù in pasto al nemico... quante volte ci siamo schierati con lui....
Noi non siamo migliori di Giuda,  per seguire i nostri interessi lo abbiamo tradito mille volte, lo lasciamo da solo in chiesa, non ci fermiamo mai a parlare con Lui... e mille altri modi per tradire quel suo amore così grande che non starò ad elencare, per non ferire nessuno...
Quello che vorrei fare oggi, è spingerci ad un esame di coscienza vero. Chiediamo allo Spirito Santo di farci riconoscere i nostri peccati,  di farci vedere in quanti e in quali modi tradiamo Gesù.
Qual’ è la differenza tra Giuda e gli altri? Gli altri discepoli lo chiamano Signore, perché lo riconoscono Signore nella loro vita, ma lui lo chiama rabbì, maestro, ed il maestro insegna ,  ma noi siamo così attenti alla sua parola o distrattamente non vediamo l'ora di pensare ad altro, di fare altro?
"Tu l'hai detto"... con queste parole Gesù ci dice che siamo noi a decidere il nostro destino, la nostra adesione a Lui, sempre nostra è l'ultima parola. Facciamo che non sia una parola che ci condanna,  ma, anche  nella nostra imperfezione, ci sia da parte nostra un'adesione sincera a Dio.

lunedì 25 marzo 2013

(Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte


VANGELO
 (Gv 13,21-33.36-38) Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Spirito Santo, amico mio, fammi capire che cosa vuole dirmi Gesù  con queste parole; fammi sentire che tutto illumini, alla luce dell' amore che Lui nutre per me, non certo per i miei meriti o la mia fedeltà, che può crollare nel momento del pericolo come quella di Pietro.

Gesù è con i suoi amici, ed in mezzo a loro c' è quello che lo tradirà; una grande tristezza lo assale, mentre lo comunica agli altri. Vicino a Lui c' era Giovanni, che qui non è chiamato per nome, ma viene definito il discepolo che Gesù amava, ed è tanto evidente questo, che persino Pietro, che aveva comunque già nei tratti caratteriali il carisma del capo, si rivolge a lui per far chiedere a Gesù il nome del traditore. E Gesù illumina il suo discepolo, lo illumina con un gesto che mi fa pensare, che niente accade per caso, il pezzo di pane, intinto nel piatto stesso di Gesù, produce per Giuda la condanna.
Uscito Giuda, Gesù resta con i suoi amici, che pur nelle loro imperfezioni, gli sono fedeli ed a loro annuncia la sua partenza. Non gli dice apertamente che sarà ucciso, nè  come questo avverrà, afferma invece  che sarà glorificato, per la gloria di Dio.
Pietro, che crede di essere in una posizione di sicurezza per quanto riguarda la lealtà a Gesù, sembra disposto ad accettare ogni prova pur di poterlo seguire, ma Gesù, che è verità e che sa ogni cosa perchè è Dio, lo ammonisce con dolcezza, come per dire,non essere così sicuro di te, perchè anche tu nella prova se sarai  solo e smarrito, potrai cadere.
In questo ultimo atteggiamento di Gesù, c' è molto di più di quello che sembra così, a prima vista; devo confessarvi che a questa frase di Gesù, è legata la mia conversione.
Vi rubo ancora un attimo per raccontarvi che in un periodo particolare della mia vita, quando ormai stavo per cedere all'insistente richiamo del Signore, avevo pero' una forte remora a recarmi da un confessore, non mi sembrava giusto che un sacerdote, che sicuramente non era perfetto, potesse giustificare i miei peccati agli occhi di Dio. Era il giorno di san Pietro e Paolo, nel santuario del Divino Amore di Roma, quando capii che se Gesù aveva giustificato la debolezza di Pietro, io non potevo oppormi ancora al suo volere, chi ero io se non una incallita peccatrice ... e pretendevo un santo sacerdote per confessarmi!!Quella mia confessione fu come la  caduta di cavallo di san Paolo, e da allora,non sono più tornata indietro.
Per questo io mi rivolgo a voi che ancora non riuscite a trovare la forza di mettervi davanti ad un confessore, non indugiate ancora, nell' uomo imperfetto che vi accoglierà, troverete lo Spirito di perfezione di Gesù stesso. E' a Lui che chiederete perdono, non fate passare questa Pasqua senza confessarvi e comunicarvi, la strada è ancora lunga e dura, e se al canto del gallo non vogliamo tradire il Signore,dobbiamo nutrirci del suo corpo e del suo sangue.

domenica 24 marzo 2013

(Gv 12,1-11) Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.


VANGELO
 (Gv 12,1-11) Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Parola del Signore
(Gv 12,1-11) Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, vieni nel mio cuore, porta la conoscenza dell'amore di Dio per noi, porta la sapienza di quello che Gesù mi vuole dire, ed io sarò qui, disponibile all'ascolto, perché solo la tua voce voglio seguire.

L'immagine che ci si presenta davanti agli occhi, se imparate a vederla con gli occhi dello Spirito, è di immensa dolcezza. Gesù è con i suoi amici, nella casa di Lazzaro, che aveva resuscitato dai morti. Quale devozione provavano le sorelle di quest'ultimo per quello che aveva fatto. Mi piace notare che già solo in queste poche righe troviamo uno di noi, chi sarò io? Lazzaro, amico di Gesù, che per la mia amicizia con lui sono tornato a vivere? Che per essergli fedele sono andato oltre la morte? Che ho atteso che mi venisse a risvegliare dai morti? Oppure sono Marta, che serve il Signore e i suoi amici con devozione e rispetto? Che grata a Lui della resurrezione di Lazzaro, senza il minimo dubbio, vede quello che c'è da fare e lo fa? Oppure sono Maria, la dolce piccola Maria, che si mette ai suoi piedi e lo unge con balsamo profumato? La dolcissima Maria che incurante di chi la guarda è lì in adorazione e lo accarezza con le sue mani e i suoi capelli come raccolta in preghiera? La semplice Maria che non si preoccupa di servire con sua sorella per compiere il suo dovere nella vita, ma preferisce un momento d’adorazione e d’intimità con Gesù? Poi vediamo intorno a loro altri personaggi che compongono il quadro che abbiamo davanti agli occhi, troviamo i discepoli, e tra loro, anche Giuda. Notate, infatti, come l'evangelista mette in risalto la sua figura. Giuda teneva la cassa, e si arrogava il diritto di gestire tutti i soldi di chi offriva qualcosa per Gesù, con la scusa di utilizzarlo per i poveri. Ma Giuda non serviva Gesù, serviva la sua avidità, il potere che il denaro gli dava, l'autorità di gestire a suo piacimento i cordoni della borsa, ed era così avido e meschino in cuor suo, che forse meditava già di tradire Gesù per intascarne la taglia.
Il gesto di Maria lo irrita,quanti soldi sprecati in profumi per Gesù,soldi che lui sente sottratti alle sue mani,e per avidità è irritato,ma si nasconde dietro ad una forma di riverenza per i poveri.Questo gesto di Maria, che Gesù difende, e lo fa sentire inferiore, perché lui non amava Gesù, e questa sua inferiorità lo spinge ad allontanarsi da lui, a volerlo far sparire dalla sua vista.
Lo stesso pensiero dei Giudei che non lo riconoscevano come Figlio di Dio e come Dio, e che volevano uccidere sia lui sia Lazzaro, per eliminare le prove della loro esistenza. Intorno a Gesù c'era la prima chiesa e c'erano i suoi oppositori, c'era chi serviva fedelmente, con umiltà e fiducia, chi cercava un rapporto intimo con Lui, come chi prega e vive in adorazione di Gesù, e chi anche tra i suoi discepoli, pensa solo al denaro e lo tradisce, favorendo così i nemici di Gesù, quello che lo odiano e lo vogliono morto, via, lontano dal loro cuore. Io chi sono Gesù? Aiutami con i carismi che tu dai a chi ti cerca con tutto il cuore, a servirti come te mi vuoi, e non permettere mai che mi unisca a chi per un motivo o per l'altro, cerca di allontanarti dalla sua vita. Questa quaresima sta per terminare, fratelli non permettiamo che passi senza lasciare nei nostri cuori un segno profondo, un solco dove Gesù possa seminare amore e raccogliere abbondanti frutti; non permettiamo che finita la Pasqua celebrativa, la porta del nostro cuore si richiuda e dimentichiamo tutto quello che Gesù ha fatto per noi, quanto e come ci ha amato.
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 Corrispondenza nel “Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta(Gv 12,1-11)

sabato 23 marzo 2013

(Lc 19,28-40)Benedetto colui che viene nel nome del Signore(DOMENICA DELLE PALME).

VANGELO DI DOMENICA 24 MARZO (DOMENICA DELLE PALME)
(Lc 19,28-40)Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

+ Dal Vangelo secondo Luca 

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:«Benedetto colui che viene,il re, nel nome del Signore.Pace in cieloe gloria nel più alto dei cieli!».Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».


VANGELO (Lc 22,14-23,56) La passione del Signore.

+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

- Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione
Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».

- Fate questo in memoria di me
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».

- Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

- Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

- Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

- Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».

- Entrato nella lotta, pregava più intensamente
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

- Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

- Uscito fuori, Pietro, pianse amaramente
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

- Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

- Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

- Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

- Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.

- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

- Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

- Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

- Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
vieni o Spirito Santo, ed io mi metterò al tuo ascolto, vieni ed io faro' tutto quello che mi dici da fare; vieni nel mio cuore,ed io diventerò amore.

Noi uomini siamo molto strani, ci esaltiamo facilmente e altrettanto facilmente ci smontiamo e molliamo tutto.
Siamo abituati a non dare più peso a niente e lo facciamo veramente con tutto.
Lo facciamo con i giochi di bimbi, con gli interessi, quasi tutti momentanei, con gli studi, con il matrimonio, con i figli e con Dio.
Tutto è transitorio nella nostra vita, ma viviamo come fossimo eterni. Noi esaltati all' ingresso di Gesù nella nostra vita, siamo gli stessi che vorremmo solo gioie dalla sua venuta, vorremmo che ci ripagasse sulla terra della nostra fedeltà, e quando capiamo che per seguirlo dobbiamo lottare controcorrente, che dobbiamo abbracciare la croce, siamo subito pronti a rinnegarlo. La croce è stata ed è ancora oggi il più grande atto d'amore di Gesù e dei suoi discepoli, di quanti hanno accettato la loro infermità con amore come anime consacrate per la salvezza di molti, seguendo Gesù che è stato innalzato per la salvezza d tutti. Accogliamo Gesù, umile tra gli umili, e seguiamolo fino alla croce ed oltre, la' dove con la sua resurrezzione, ha sconfitto la morte, anche la nostra!

LA MIA RIFLESSIONE

La Passione di Gesù,vista dal mio cuore. Abbracciami Gesù!.

Mi è stato chiesto di parlare della Tua Passione Gesù...
Già alla parola "PASSIONE" ho avuto un sobbalzo. Tutto quello che noi raffiguriamo con questa parola, come esseri umani, è qualcosa che ci fa pensare ad un sentimento forte, irrefrenabile, intenso, più di ogni ragionamento che ci potrebbe distogliere. Questo è il Tuo amore Gesù, il tuo modo meraviglioso, senza riserve, senza limiti, di amarci.
Per noi hai sacrificato la vita e non solo perché sei morto per noi, ma anche perché L' HAI SPESA per noi.
In ogni tuo passo, nell'andare da un posto all'altro, nello sfidare tutte le forze della natura, Tu ti sei rivelato per quello che sei, ed io ti sento in tutta la tua potenza, nella tua incommensurabile sapienza umana, forza e potenza. Amare chi ci ama a volte non è neanche facile, altrimenti non ci sarebbero tanti amori non corrisposti sulla terra, ma Tu vuoi di più, Tu fai di più ed io ti voglio seguire per questa strada, perché solo seguendoti potrò vivere passo passo con te.
La tua via della croce, non è solo una strada ai cui margini dobbiamo metterci per guardare Te che soffri, ma dobbiamo capire che noi siamo quella croce. I suoi legni allargati ad abbracciare questi fratelli confusi e lontani, quei legni che sembrano poi innalzarsi verso il cielo, come il tuo sguardo in preghiera rivolto a Dio.
Amore infinito, vittima dell'amore che non è corrisposto, lacrime e sangue versati per noi, questo è il tuo calvario.
Uomini che governano il mondo, attaccati al potere e alla gloria terrena ti condannarono 2000 anni fa e ti condannano oggi a restare in silenzio, in favore della libertà di idee e religione; uomini che urlano e gridano vogliono Barabba libero al tuo posto, quel Barabba che si chiama divertimento, lusso, profanazione,
Cattiveria, egoismo, prevaricazione ... sì Barabba al tuo posto Angelo Santo, mentre si ubriacano per festeggiare la morte della loro anima!
Parlare della tua passione, vuol dire essere con Te, e soffrire con Te per noi uomini, ma soprattutto vuol dire accettare di soffrire anche per chi ci odia, perché Tu li ami.Noi non siamo capaci di tanto AMORE, ma l'unico modo per ripagarti di tutte le sofferenze che ti causiamo, è quello di condividere con te il desiderio di salvezza del mondo. Quella croce che tu allarghi su di noi...io voglio abbracciarla con Te, voglio aiutarti Gesù, anche a portare una sola scheggia, ma fa che sia sempre fissa nella mia carne, per ricordarmi che io sono una peccatrice e che quella croce la porti anche per me.
Voglio salire con te sul Calvario e alzare gli occhi al Padre, voglio chiedere perdono per essere perdonata e salvata; allora sì che quella croce darà un senso anche alla mia vita. Saranno le tue braccia e sollevarmi con te verso il regno che Dio ha preparato per noi.
Potevo dire tanto di più sulla tua passione, sulla Pasqua, sul passaggio dalla schiavitù alla salvezza, ma se non passo dall'amore della croce, sono solo parole!!!!!!!!
Vorrei amarti come Tu mi ami Gesù, ma so che ti accontenti di questo mio misero amore, per questo consacro a Te la mia vita, come Tu hai consacrato (dedicato) la Tua per me.
Lella