domenica 1 maggio 2011

PRIMA DI COMINCIARE(PRIGIONIERO DEL SISTEMA)

Prima di cominciare a scrivere qualcosa, vi voglio mettere al corrente di un dato importante: io non so scrivere; non l’ho mai fatto se non per un mio libero sfogo, né ho mai pensato che a qualcuno potesse interessare quello che scrivevo, ma stavolta è diverso.
Da tanto tempo mi chiedo qual è lo scopo per il quale il Signore mi ha voluta su questa terra;io credo in Dio,lo amo con tutte le mie forze,penso che ci sia tra me e lui un rapporto quasi famigliare,ma non è importante per la stesura di questo lavoro,è fondamentale invece il fatto che se non sentissi che questo è il mio scopo nella vita ,non vi avrei imposto il sacrificio di leggere queste righe.
Oggi il progresso ha creato un fenomeno inafferrabile che è internet,con tutti i suoi risvolti,un filo immaginario lungo il quale camminano tutte le informazioni del mondo,basta collegarsi e sei in comunicazione con chi vuoi.Io fino a tre mesi fa,ero stata immune da questa malattia, ma per un puro caso sono stata contagiata. Mia figlia di 23 anni usciva da una disavventura sentimentale durata sei lunghi anni,e dato che per tutto questo tempo era stata un pò isolata dagli amici e dal resto del mondo,ho deciso di regalarle un computer portatile per andare su facebook come facevano tante persone che lei conosceva,alcuni delle quali,dall’altra parte del mondo e dato che né io né lei avevamo una grande cognizione di come funzionasse il sistema, ci siamo messe insieme per aprire questo benedetto account. Era carino,ci si potevano mettere le fotografie e poi c’erano tanti link che facevano ridere; Voi mi direte: che c’è di strano?!?! Fin qui niente, ma seguitemi e capirete….. Un giorno mio marito disse:_guarda un po’ se su facebook c’è Fausto P.?!?! Era un suo amico di infanzia,di cui non aveva più notizie.
Digitai quel nome e mi apparvero un pò di profili, alcuni con foto, altri senza; li aprii tutti , fino a che ne trovai uno senza immagine,che, tra le informazione accennava al lavoro nei supermercati,forse era lui, mio marito si ricordava che aveva aperto una di queste aziende a F..... così gli mandai un messaggio chiedendo se era lui il Fausto P. che conosceva mio marito. Il giorno dopo, nella posta di facebook, trovai la sua risposta affermativa e cominciammo a mandarci piccoli messaggi, poi lui mi scrisse una cosa “strana” che io ,lì per lì, non capii bene, ma che mi mise in allarme. Mi disse:_ “Vi scrivo con gli occhi, vi leggo col cuore”.
Gli chiesi il suo numero di telefono per parlarci a voce, e fu a quel punto che mi informò che era malato di S.L.A (sclerosi laterale amiotrofica), ma me lo disse in un modo…come se fosse la cosa più naturale del mondo, ricordo perfettamente le sue parole, perché le ho lette e rilette fino a che non mi sono rimaste stampate nel cuore
-Purtroppo Faustino non sono in grado di telefonare, mettiti seduto,ti racconto un po’ di me, della mia storia. Sai in questo momento sto scrivendo con gli occhi, sono uno dei pochi fortunati che sono malati di S.L.A, sono fortunato perché ho vissuto a mille, dopo il fallimento dei miei genitori con la lavanderia abbiamo passato momenti difficili, poi finalmente finito di pagare i debiti, mi sono trasferito a F...... In 20 anni sono riuscito ad aprire diverse societa’,sei supermercati,tre punti vendita di telefonia ed un ristorante,tutte attività che erano fallite non senza difficoltà.Ho dovuto combattere con commercialisti e avvocati,ma ho sempre vinto;te lo immagini il tuo amico con la quinta elementare che è riuscito in questo?
Ho tre figli,una moglie impagabile,perché molte impazziscono con un malato nelle mie condizioni,sono paralizzato,respiro con una macchina,per mangiare ho un cannello nello stomaco,e quando dico paralizzato è perché muovo solo gli occhi.Sono comunque felice,mi devi credere,sono in pace,forse ho lavorato troppo;spero di non averti avvilito.
Ecco questo è Fausto,detto Faustone,solo perche' mio marito che si chiama anche lui Fausto,è più piccolo e quindi Faustino.Il suo carattere gioioso,viene fuori,nonostante tutto,quando parla dei ricordi d’infanzia,delle pazzie fatte insieme da ragazzi ,quando si divertivano con poco,una macchina scassata,una tenda e tanta voglia di avventura. Lui era il più socievole, il più simpatico tra tutti gli amici di mio marito, aveva sempre voglia di scherzare,aveva un cuore enorme, sempre pronto ad aiutare tutti. Mi raccontò della sua vita, del fatto che il lavoro lo aveva assorbito completamente; per caso, si era trovato nel 1995 ad aiutare cinque suoi colleghi che erano sull’orlo del fallimento con i loro supermercati e che dovevano all' azienda centinaia di milioni, e che con la sua gestione si erano risollevati e passati in attivo in soli cinque anni,un vero miracolo. Mi raccontò di come nel 1990 entrò a far parte di un cammino di fede, per seguire uno dei figli, che era molto credente per capire e magari per cuor suo allontanare questo figlio dalla chiesa, perché tante cosa allora non le capiva.
Eppure già fino a li si poteva vedere come in Signore stesse lavorando su di lui, già da come, figlio di un fallimento, aveva imparato a lottare, pur nella sua semplicità , con avvocati e commercialisti, tanto da diventare bravissimo.
La malattia cominciò a manifestarsi nel 1999,dieci anni fa, quando era in piena attività, ma lui non dava importanza alla cosa, non riusciva più a fischiare alla pecoraia quando rientrava a casa come faceva sempre, era sempre più stanco, ma non si voleva fermare neanche per il tempo di andare a fare le visite necessarie. Ma poi arrivarono le prime difficoltà di parola, ed E..., la moglie, una donna dolcissima ma ferma e risoluta, lo portò quasi di peso dall’otorinolaringoiatra per una visita specialistica. Quest’ultimo gli disse di consultare un buon neurologo, e lui ci rise su.Pensava che il neurologo era il medico dei matti,ma non disse nulla. Il giorno di ferragosto del 2000, lavorava ed era l’anniversario del suo matrimonio, aveva preparato per festeggiare in un bel ristorante.Ama moltissimo E...., ma come tutti gli uomini, pensa di aver tanto tempo per dimostrarglielo, e magari rimanda, una cena, un regalo, un abbraccio, ma lei , è una donna solida, non si preoccupa di questo e prosegue nel suo operato di moglie affettuosa e madre esemplare senza preoccuparsi se suo marito è sempre al lavoro e se un po’ la trascura; lei non si annoia davvero con tre figlioli, e poi c’è questo gruppo di preghiera con il quale continuano a studiare la Bibbia e a credere nella fede. Ma E.... è pratica, e dopo il ristorante, tirò fuori un borsone con della biancheria che aveva preparato di nascosto e lo accompagnò in ospedale a P...., nel reparto di neurologia, dove con un elettromiografia e un sacco di esami gli venne diagnosticata la malattia degenerativa.
Il responso fu terribile,praticamente l’aspettava la morte,piano piano si sarebbe paralizzato del tutto,fino a diventare come un burattino senza fili, fino a che non sarebbe stato più in grado di respirare ed allora, avrebbe potuto essere attaccato,sempre se si faceva in tempo, ad un respiratore artificiale.
Faustone non era una persona istruita,nel senso corrente della parola, se per istruzione si intende scuola, diploma ecc. ecc. ma la vita gli aveva insegnato tanto, così appena tornò a casa si mise davanti al computer e lesse tutto quello che c’era da sapere sulla malattia.
La botta fu tremenda, e ancora non si rendeva conto bene di niente, quello che aveva saputo e che gli girava per la testa ,era solo che avrebbe avuto al massimo tre anni di vita davanti a se. Piangeva e cercava di ragionare, ma i pensieri si accavallavano nella mente, creando solo una grande confusione..Tutto questo aveva un nome: disperazione; e quando la bestia ti prende, non ti permette di ragionare lucidamente e tutto diventa ancora più difficile.
Non era solo, ma si sentiva addosso tutto il peso della sua malattia, come se tutto dipendesse da lui. L’unica cosa che fece lucidamente, fu prendersi un periodo di ferie e andare via con la bimba più  più piccola, la luce dei suoi occhi, per cercare di spiegarle cosa sarebbe successo.
Ma come spiegare quello che sarebbe accaduto veramente, se nemmeno lui lo sapeva,per sommi capi poteva dirle che si sarebbe paralizzato,che non avrebbe potuto accompagnarla nella vita come avrebbe voluto, le fece le “raccomandazioni di rito”: fai la brava, aiuta la mamma, stai attenta ai ragazzi, trovane uno bravo e sposati, non frequentare i, e invece il tempo era tiranno, ne aveva troppo poco e faticosamente cercava di dire tutto e subito.
Intanto E... iniziava ad acquisire consapevolezza su cosa volesse dire combattere contro la S.L.A , vivere nella paura che tutto potesse precipitare da un momento all’altro, dover prendere in mano le briglie e condurre la situazione, sempre con il sorriso sulle labbra.
Per fare un grande uomo,ci vuole una grande donna,si dice sempre così,ma credo che non sia mai stato indicato come in questo caso,quella piccola donna fragile,ma risoluta,sembra diventare ogni giorno più forte,certamente grazie alla preghiera il Signore sembra darle sempre le armi necessarie.
Lei si rivolge a Lui,prega continuamente ,condivide con il gruppo di fede la sua avventura,e la Madonna la protegge con tutta la sua famiglia sotto al suo manto.Fausto peggiora e si dispera,non vuole essere di peso,vuole morire,ci prova in tutti i modi;lo chiede ad uno dei  figli, ma neanche lui se la sente di assecondarlo,non poteva chiedergli una cosa del genere,non se lo sarebbe mai potuto perdonare,forse lo capiva,ma non ce la faceva proprio,quel padre che si sentiva inutile in fondo non lo era,era importante per la sua famiglia,lo amavano al di la di tutto,della malattia ,degli sforzi fisici che dovevano fare per trasportarlo con la carrozzina,per aiutarlo nelle pulizie quotidiane,la vita di tutti loro sta cambiando,ma piano piano,ogni giorno,si affrontava tutto insieme.
Ogni tanto riaffiorava il desiderio di farla finita,si vergognava per questo,perché sapeva in cuor suo che era sbagliato,ma sentiva così pressante quella situazione che cercava in tutti i modi di sfuggirla;ancora una volta il ruolo di E... diventa fondamentale nella storia.quando sembrava che non ci pensasse più,che si fosse messo il cuore un pace,ha l’occasione di restare solo con lei e ci riprova,ma lei oltre ad essere contro ogni forma di violenza,è anche una donna di fede e gli parla con dolcezza e trova le parole giuste per dissuaderlo.Gli parlò dell’educazione che avrebbe dato ai figli con un gesto del genere,che cosa voleva insegnarli?Ad arrendersi e a fuggire di fronte alle difficoltà,voleva che pensassero di lui che era un vigliacco e che se non gli riusciva di affrontare qualcosa ,avrebbero potuto togliersi la vita come il padre?
La fede della moglie lo contagiò,comincio’ ad accettare la malattia ed il destino avverso e a pregare in maniera diversa,non chiedeva più al Signore di liberarlo della croce,gli chiedeva aiuto per sopportarla e questo aiuto arrivava puntuale,come Gesù aveva promesso:”chiedi e ti sarà dato”tutto stava nell’imparare a pensare come Gesù e non a pretendere che sia Gesù a pensarla come noi.La forza che gli viene dall’amore per Gesù,sembra già arrivata al massimo,quando arriva al crisi respiratoria che lo sta per portar via,anzi lo porta via!
Le parole che usa per descrivermi l’avvenimento sono gioiose,se penso quanto deve essere strano per lui aprirsi in questo modo con me,ma tra noi ormai si è stabilito un contatto spirituale,e sembra che ci conosciamo da anni.Ancora una volta mi rendo conto che la chiave di lettura di questo rapporto è tutta nell’amore di Dio,io prego per lui,senza vergogna,nonostante la mia timidezza,scrivo nella posta che gli invio le preghiere più belle e semplici che mi escono dal cuore,cerco di capire la sua sofferenza,di incutere in lui la forza che sento a volte può mancargli,ma poi sono io che ne acquisto da lui,ogni volta.
E così mi racconta di quando è andato di là e me lo dice con queste semplici e splendide parole:
-Ciao bella,finalmente è finito il dolore agli occhi e posso scrivere di nuovo,bellissime parole quelle che mi hai scritto,mi sono state di conforto;tu hai voluto con queste parole,donarmi un angolo del tuo cuore,grazie.So benissimo che non c’è bisogno di ringraziare un cuore che si dona,però è più forte di me perché bene o male,vivi la mia sofferenza,ma devi sapere che dopo la mia morte fisica e la rinascita io non ho più dolore,quello vero,dell’esistenza;non mi pongo più quelle domande che l’uomo si pone dalla notte dei tempi,io le ho vissute e credimi,è meraviglioso!
La luce che avvolge le anime è indescrivibile,senti solo la felicita’,siamo soli con Dio,soli e insieme ad altre anime.E’ tutto vero sai,siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci ha donato un po’ di Sé,almeno quando andiamo in viaggio,non ci perdiamo.Cara Lella ,io da allora non vedo l’ora di rifare quel viaggio,non sono un vigliacco,ma so ciò che ci attende;le sofferenze fisiche non mi spaventano più,certo so che ne soffriranno i miei famigliari,anche se sono credenti,in fondo in loro qualche dubbio resta,ma io so solo che non ho dubbi,col cuore gonfio di gioia ti auguro di non avere dubbi,c’è Lui,c’è Dio e non ci manda croci che non possiamo sopportare,lo ha fatto con me,aveva solo questo modo per farmi credere,io come Tommaso,mi ha fatto toccare con mano.-
Rispondo:
-Io non ho paura,non ho dubbi,ho ricevuto dal Signore la grazia di avere la certezza che Lui c’è,mi ha dimostrato tante volte la sua onnipotenza,il suo amore,la meraviglia di ciò che ha creato,quegli ingranaggi della natura così intersecati tra di loro,come ingranaggi di un’unica macchina che fa girare il mondo.So che tante cose non le possiamo capire,ma mi dico sempre che se accadono,ci sarà un motivo,ora a noi sconosciuto,ma forse solo per colpa nostra,perché credo che se riuscissimo ad isolarci nella preghiera,saremmo così vicini a Lui da poter addirittura entrare in contatto con il paradiso,lo credo veramente,a volte sono tentata da quelle filosofie ,che ti permettono di isolarti e concentrarti meglio,ma poi mi dico che sono solo una stupida pigra,che basterebbe che mi concentrassi un po’ di più nella preghiera,che facessi più posto al Signore,ma la perfezione non mi appartiene.-
Io gli parlo di tutto,delle nuove amicizie,fatte su internet,di quanta gente triste ho incontrato,la vita per molta gente è difficile,spesso si sentono soli e disperati,e allora lui mi dice che è fortunato,perché a una famiglia favolosa,che gli sta vicino,ed io confermo,è vero noi siamo fortunati!Io non so cosa vuole da me il Signore,ancora non l’ho capito,certo è che ho una certa predisposizione nell’aiutare gli altri,forse perché la vita non mi ha regalato niente,ho sofferto veramente tanto,certe volte mi sembra quasi assurdo che sia successo tutto a me.Ricordo che una volta, ero molto giovane,e piangevo disperata,quando mi si avvicinò un amico,che per quanto faccia non riesco a ricordare chi fosse,e mi piace pensare che fosse un angelo.Mi disse che la vita
non andava guardata tutta insieme ,ma vissuta giorno per giorno…un po’ come una grande e difficile espressione matematica,che a prima vista poteva sembrare impossibile,ma che poi si svolgeva mettendo insieme le quattro operazioni +,-,x e : che tutti sappiamo fare,e questa è diventata un po’ la mia filosofia di vita. Eppure mi risuonano quelle parole nel cervello:_E’ vero che siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci abbia donato un pò di lui, almeno quando andiamo in viaggio non ci perdiamo”.
Mi chiedo quanto io sia in grado di capire questa frase, vorrei scomporla, analizzarla per guardare parola per parola, e poi tornare indietro ed entrare nelle righe, ma poi la vedo, la leggo tutta come se si fosse dispiegata davanti ai miei occhi, siamo figli di Dio, siamo tutti parte delle stesso corpo divino ecc perché dobbiamo amarci, perché dobbiamo amare il Padre nostro,perché se dalle parti dello stesso corpo si mettono in contrasto tra loro,il corpo non può funzionare bene, come se un sassolino si frappone tra gli ingranaggi; ecco perché Lui ci ama cosi tanto da donarci il suo figlio prediletto in sacrificio per salvarci. Dio è il creatore, ama la natura prima del creato, il resto è tutto conseguente. Questo sulla terra è un viaggio, torneremo al Padre e se ci comporteremo con giustizia e amore, se sapremo essere degni di chiamarci figli di Dio,potremo accedere al paradiso e alla nuova vita che Lui ha predisposto per noi.Gesù ci ha dimostrato che lo possiamo fare,che dobbiamo solo fare una scelta tra il bene e il male e mantenerci saldi fino in fondo,tenendo presente che quello che sarà il risultato della nostra scelta,sarà per l’eternità’.Io non cerco di andare oltre,anzi forse ho già pensato troppo,d’altronde anche Fausto prima non credeva del tutto,come posso fargli capire che io non ho dubbi e che in fondo questa mia fede mi porta a non desiderare di conoscere i dettagli.C’era un periodo in cui mi facevo tante domande,in cui contestavo ,ma forse mai ho contestato Dio.
Da quello che gli scrivo,Fausto mi dice che ho una fede che mi fa volare,ma poi quando gli racconto che in fondo vivo come tutti,ho le mie piccole beghe in famiglia con mio marito e mia figlia,lo sento sorridere,sa che faccio un po’ di casino ,ma poi mi passa,e mentre mi incita a mantenere la calma,lo sento sorridere perché già sa che l’ho già fatto.
La cosa più strana di questa amicizia,e’ che mio marito è uno di quelli che staccherebbe la spina,ed è convinto di questo,tanto che quando si parlava del caso di Eluana Englaro mi ci facevo tante di quelle litigate,perchè naturalmente io non ero d’accordo,tanto che dico sempre a tutti che se toccasse a me essere attaccata a una macchina,non vorrei che mi staccassero la spina,solo Dio può decidere se devo vivere o morire.
Fausto è la prova che una persona è viva nonostante il suo corpo non risponda più,anzi,quando gli ho detto che avrei cercato di raccontare la sua storia,per far capire questi concetti ,ne è stato contento,gli ho chiesto se il titolo “prigioniero del mio corpo “ gli piaceva e lui mi ha risposto che prima era prigioniero del sistema ora è libero!
GRAZIE FAUSTO!

(Gv 3,1-8) Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

VANGELO
 (Gv 3,1-8) Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito Santo e fermati su di me,fammi rinascere come tu vuoi,illuminami come tu sai e fa che possa capire che cosa vogliono dire le parole di Gesù.

Rinascere dall’alto,o nascere in acqua e spirito, la cosa qui sembra veramente molto complessa e difficile da capire.Io ho una mia lettura,che chiaramente è solo mia e non vuole essere legge,è anche difficile da spiegare come io la intendo,ma ci proverò,prendendo in prestito le parole di un mio amico carissimo,affetto da S.L.A. che io ho sempre sentito mie,come se lui riuscisse a spiegare semplicemente quello che io provavo.:-- La luce che avvolge le anime è indescrivibile,senti solo la felicità,siamo soli con Dio,soli e insieme ad altre anime.E’ tutto vero sai,siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci ha donato un po’ di Sé,almeno quando andiamo in viaggio,non ci perdiamo.—
Una parte di Se,si è questo che io ho sempre pensato,che in noi,quella sua immagine e somiglianza-sia un pò di Dio che abbiamo in noi,perché altrimenti non mi spiego come mai senza Dio, ci manca sempre qualcosa.
Io non voglio più allontanarmi da quella parte di Dio che è in me,anzi ,più la curo,più la vivo e più sento che sta diventando una parte importante di me.Sento che è la mia parte giusta,quella fatta di luce e di amore,che ho cercato di soffocare per anni per far vivere quell’altra parte di me fatta di egoismo e di tante altre cose che in fondo non mi hanno mai dato ne' la felicità,ne' la serenità.
Questa parte “di Dio”che io definisco la parte che porta in se il seme della vita,è invece sempre amore e luce,anche nel dolore,nella sofferenza,nella tribolazione,perché c’è un luogo nel mio cuore,che è pieno di luce e che va oltre tutto quello che è terreno,va verso la speranza ,oserei dire la certezza,che oltre la terra c'è un mondo meraviglioso che ci aspetta.
Per chi non la conosce,metto qui sotto la storia di Fausto,questo amico la cui vita è vangelo,la cui croce è portata con tanto amore e tanta fede,che veramente ci può insegnare tantissimo.
http://www.facebook.com/note.php?note_id=174713976418

sabato 30 aprile 2011

ho vinto un sogno

Una notte senza stelle
al luna park della vita...
mentre cercavo di prendere
 la coda del coniglio
dai seggiolini volanti
ho sfiorato
con la mano il tuo cuore
e mi sei rimasto
appiccicato addosso.
Il mio cuore ha continuato
a volare lassù
attaccato alla coda del coniglio.
Mi dicono che ho vinto un sogno
te lo regalo.
Un altro giro sulla giostra!

(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.

VANGELO
 (Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore di soffiare anche su di me il tuo Spirito, per darmi la conoscenza, sempre, del tuo volere, che debbo e voglio fare e per il quale chiedo a te tutto l'aiuto necessario.

Notiamo come nel vedere Gesù i discepoli gioiscono, e chiediamoci:

 perché è venuto?
Gli mostra le ferite per fargli vedere che è proprio lui, quello che è salito sulla croce e ha vinto la morte.
E’ normale che qualcuno abbia dei dubbi, Tommaso n’è la conferma.

La nostra umanità ci porta a credere solo a quello che possiamo vedere, ma con Gesù ormai abbiamo capito che non può bastare.Ha compiuto miracoli davanti ai loro occhi, è entrato in una casa con le porte chiuse, ma è proprio Lui?
Nulla lo puo’ dividere da noi, perché il suo amore lo spinge a cercarci sempre e a darci tutto di se, così come fa con gli apostoli, ai quali dona lo spirito Santo; solo la nostra incredulità riesce a tenerlo lontano da noi, siamo sempre noi che abbiamo l’ultima parola.
Chi fa l’esperienza di Gesù nella propria vita, non ha più dubbi, e non serve che lo veda fisicamente o no, anzi proprio perché si fida della sua parola, riesce a sentire la sua azione tramite lo Spirito Santo.
Nel dolore spesso ci sentiamo distrutti sia fisicamente sia moralmente, ma quando chiediamo al Signore aiuto, vediamo che siamo subito alleviati dalla cosa più atroce del dolore, la disperazione.
E’ importante stare vicini a chi soffre, per un motivo o per l’altro, perché noi possiamo essere la parola che Gesù vuole dire, la mano di Gesù che sa accarezzare, noi possiamo essere la testimonianza che Gesù non abbandona i suoi figli, perché seguire il Signore vuol dire amare il nostro prossimo come Dio ama noi.

Amore è la parola d’ordine per entrare nella famiglia celeste, e per tornare nella casa del Padre, dove Gesù è andato a preparare un posto.

venerdì 29 aprile 2011

Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.

VANGELO
 (Mc 16,9-15)  Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o santo Spirito su di me che scrivo e su chi mi legge, vieni per darci la luce del Signore, perché facciamo posto solo a Lui nel nostro cuore e nella nostra mente, vieni e donaci la LUCE che illumina la vita.
Bello questo parallelo tra la prima lettura, in cui vediamo gli apostoli Pietro e Giovanni che con grande coraggio testimoniano la presenza del Signore su di loro e nella loro vita e opere; contro tutto e tutti e le apparizioni di Gesù prima a Maria di Magdala e poi ai discepoli di Emmaus.
Non è bastato per far credere neanche tutti i discepoli, perché erano così attaccati alla loro umanità che non riuscivano a distaccarsene.
E allora come fare per testimoniare Gesù, se neanche loro ci credevano? Se neanche loro si fidavano? Tommaso è quello che forse ci rappresenta di più; quello che si fa trascinare dagli altri nella sua incredulità.
Eppure Pietro e Giovanni sono solo piccole persone,anche abbastanza ignoranti, ma basta che si affidino al Signore ed ecco che compiono prodigi,  ecco che riescono a trasmettere la fede in Gesù con la loro vita, ad illuminare di speranza il mondo che li osserva, anche quelli che non vogliono credere devono inchinarsi di fronte a tanta potenza, che non può venire da loro, ma da Dio. E tra gli increduli,qualcuno si comincia a porre delle domande.
Gesù è vivo,è in mezzo a noi, testimoniamolo ai fratelli increduli, questa è la missione che Gesù ci ha affidato, molti sono i cristiani che, ancora oggi,vengono uccisi per la loro fede e noi che cosa vogliamo fare? restare chiusi nelle catacombe per paura o uscire allo scoperto e vivere da cristiani, testimoniando con la nostra vita la grandezza di Dio?
L’ultima parola è sempre la nostra….io esco e tu?

mercoledì 27 aprile 2011

Gv 21,1-14 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

Vangelo 

Gv 21,1-14 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Parola del Signore 
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni Signore Gesù, vieni con il tuo Santo Spirito, a d illuminare la mia vita, la mia lettura, la mia riflessione ed il mio cammino, perché tutto sia secondo i tuoi insegnamenti.

I discepoli avevano ripreso la vita di tutti i giorni, erano impegnati nella pesca, ma senza frutto, perché pensavano di staccare la loro vita terrena da Gesù, e questo dopo averlo incontrato, non è possibile, non porta da nessuna parte.E’ ancora una volta è Gesù che gli va incontro e si fa riconoscere, è lui che gli dice dove gettare la rete, e solo ascoltando la sua parola, la pesca diventa fruttuosa. Gesù non è uscito dal mondo, non è tutto finito li’ con la sua morte, ma anzi è da li’ che tutto è ricominciato. Gesù è vivo e vuole che ce ne ricordiamo sempre, che viviamo in comunione con lui, che ci affidiamo a Lui, e che c’incontriamo con lui sempre anche nelle cose più pratiche della nostra vita.Lui non è il Signore ad ore, quello cui dedicare un’ora a settimana per la messa, o un’ora il giorno per la preghiera, Lui vuole la nostra adesione completa, ma non certo perché vuole essere servito e riverito da noi come molti scettici ci vogliono far pensare, ma per servire e riverire noi.Lui che si è fatto servo, che si è umiliato per noi, non sa veramente più come fare per farci capire che solo attraverso di Lui avremo la salvezza.
L’amore che prova per noi, lo porta a farsi ancora riconoscere, nonostante l’indifferenza degli apostoli e nostra, e noi dobbiamo fare questo passo, senza più indugiare, dobbiamo mettere Gesù ed i suoi insegnamenti al primo posto nella nostra vita, ed allora sapremo dove, com’e quando gettare la rete.


lunedì 25 aprile 2011

(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.

VANGELO
 (Lc 24,35-48)  Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio,ti prego,a far luce nel mio cuore e nella mia mente,vieni a dirmi cosa vuoi che io comprenda,e dammi la capacità di trasmetterlo.


Gesù torna dopo la resurrezione tra i suoi discepoli, si fa toccare, si fa vedere e si fa riconoscere, ma neanche questo sembra bastare, e allora ecco che divide con loro il pasto, per dimostrare che è veramente lui in carne ed ossa.
Spiega che nulla è così strano se ascoltano le scritture, perché tutto era scritto, e quindi torna a far capire che il vecchio e il nuovo sono uniti, che si è compiuto quello che era scritto.
A questo punto inizia la missione dei discepoli, e lo vediamo dagli atti degli apostoli, che compiono miracoli, e predicano nel nome del Signore la salvezza dai peccati, perché ora, illuminati dallo Spirito Santo, capiscono tutto quello che non avevano compreso.Chiediamo anche noi allo Spirito di illuminarci,e cerchiamo di accoglierlo con cuore puro e sincero,vedremo allora le meraviglie che il Signore compie su di Noi.
 Quante volte abbiamo avuto la sensazione di aver avuto la possibilità di riconoscere Gesù nel nostro prossimo e non l’abbiamo fatto? A me personalmente è accaduto di vedere un barbone accasciato in terra e di non essermi fermata, e poi aver sentito un grandissimo senso di colpa, quando un ragazzo che passava in moto, si è fermato e ha chiamato l’ambulanza. Sono passati degli anni, tanti, eppure quel momento mi è rimasto nel cuore. In che modo vogliamo incontrare Gesù? Vogliamo forse vederlo col vestito della festa? Che cosa abbiamo capito della resurrezione di Cristo? Forse un giorno, per grazia divina lo vedremo Gesù, nella sua luce sfolgorante, ma prima dovremo saperlo riconoscere sporco di sangue e fango, di quel fango che è costituito dai nostri peccati e quel sangue versato per purificarci.

(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.

VANGELO
 (Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane. 

+ Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, , due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvo! lti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Da quando abbiamo visto che Cristo è risorto, dobbiamo renderci conto che è ora di guardarlo in un altro modo.Basta col non sentirlo presente nella nostra vita, col camminargli di fianco senza riconoscerlo, con l’ascoltare la sua parola senza metterla in pratica.Eccolo è qui, cammina insieme a noi, pronto a rispondere a tutte le nostre domande, a dirci che tutto quello che vogliamo sapere è scritto nella Bibbia, che tutto si è avverato come i profeti avevano scritto.
Il vangelo ci parla di Gesù e l’antico testamento ce l’aveva annunciato.Nella vita di Gesù si compie quello che era stato scritto,si completa così un quadro che va dalla creazione del mondo alla salvezza degli abitanti della terra oltre la morte.
Dice Gesù ai discepoli che camminano sulla strada di Emmaus,che era necessario che Gesù morisse sulla croce per poterci far entrare nella sua gloria,come era scritto,ma ancora questi non riconobbero in lui il Signore fino a quando,la sera egli spezzò con loro il pane e li benedisse.
E’ nella comunione del suo amore,in quel condividere la croce,nello spezzare il pane e condividerlo con i fratelli che noi ritroviamo Gesù e che viviamo con Gesù.
Se andiamo un attimo alla prima lettura,vediamo come I discepoli che vivono Gesù pienamente,come Pietro e Giovanni,riescono attraverso lo Spirito del Signore a sanare uno storpio,perché non agivano per conto loro,ma abbandonando loro stessi,agivano nel nome di Gesù Cristo,il Nazareno.
Ora sta a noi decidere se continuare a stare immobili a parlare di Gesù,o cominciare a vivere effettivamente con Gesù e come Gesù,come fecero Abramo,Isacco, Giacobbe,Mosè,e molti altri prima di noi anche dopo la sua venuta,san Francesco,san Benedetto,Padre Pio,Giovanni Paolo 2° e tanti altri,uomini e donne alla sequela del Signore.

(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

VANGELO
(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose. 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,come Gesù ci ha promesso,a illuminare la mia mente e la mia vita,perchè possa sempre capire e vivere alla Tua luce,anche se non comprendo in pieno i disegni di Dio,ma mi fido di Lui.

Il giorno di pentecoste era il giorno che rappresentava per i giudei il ricordo del dono della legge data a Mosè sul monte Sinai,in quel giorno,Pietro si fa coraggio,e con una forza nuova,esce allo scoperto.Parla ai giudei,e gli dice che quel Gesù che loro avevano rigettato e messo in croce,era stato mandato da Dio.
Ora che Gesù li aveva lasciati per gli apostoli comincia un lavoro duro e pericoloso,contro chi si contrapponeva all’accettazione di Gesù come Signore e re della nostra vita,lo fanno con una forza nuova,che li esalta e li sconvolge,con la forza dello Spirito Santo ,che Gesù aveva promesso loro,e che li porta a rischiare la propria vita,pur di annunciare la salvezza che viene dall’adesione a Cristo.
Maria di Magdala cerca Gesù,e non vedendolo nella tomba,si chiede dove sia,rimane lì,vicino al sepolcro e non riesce a muoversi,in questo io vedo l’immobilità dell’essere umano,che attaccato agli schemi della terra,non riesce ad andare oltre.Il dolore e lo sconforto ci bloccano,li’ dove quel corpo non c’è più,ma in quel dolore,il Signore invia i suoi angeli ai quali chiedere aiuto,poi arriva e chiamandoci per nome come chi ci conosce profondamente, si fa riconoscere.
Lui ci conosce e sa che staremmo immobili nel nostro dolore per questo ci spinge ad andare oltre la morte,per farci comprendere che la vita su questa terra non termina con la morte,ma come Lui anche noi saliremo al Padre,è Gesù stesso che ce lo dice:”PADRE MIO E PADRE NOSTRO - DIO MIO E DIO NOSTRO”
Invita Maria ad andare da quelli che Lui definisce i suoi fratelli,perché possa annunciare loro di averlo visto e quello che Lui aveva detto.
Se riconosciamo in Gesù il nostro maestro,il nostro fratello e ci riconosciamo figli di Dio,non possiamo rimanere fermi davanti a una tomba vuota,ma annunciare a tutti i nostri fratelli che Cristo è vivo,è in mezzo a noi,che la sua morte non è un qualcosa che ci ha separato per sempre,ma anzi,è servita per permetterci di poter salire dopo di Lui al Paradiso,nella casa del Padre.

(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

VANGELO
(Mt 28,8-15)  Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Parola del Signore
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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito Santo,che scendi su chi ti invoca con cuore puro e sincero,vieni a confortare il mio cuore,che sempre ti cerca per vivere con te,di te,nel nome di Cristo ,Signore della mia vita.

Una bellissima pagina questa del Vangelo.una pagina che ci fa vedere come,alle donne viene dato il compito di annunciare che Gesù è risorto,come queste donne che hanno seguito ed amato Gesù,che continuano a cercarlo con cuore sincero,egli si rivela.
A loro chiede di dire ai discepoli di tornare in Galilea,come per dire di tornare alle origini,lì dove tutto è cominciato ,per ricominciare a vivere tutto quello che Gesù stesso ha insegnato,alla nuova luce della sua resurrezione. Maria sotto la croce è stata nominata madre dell’umanità,e lei più di ogni altro ci guiderà alla scoperta di Gesù,morto e risorto per noi.Le donne educatrici,le donne fedeli e devote,le donne che sanno stare in attesa ,che sanno soffrire per dare la vita,e che sanno che dopo la sofferenza del parto,avranno la gioia di stringere tra le braccia il loro bambino;a quelle donne oggi si chiede come allora ,la testimonianza della bellezza di un amore che va oltre la sofferenza.Troppo spesso capiamo solo dopo un dolore quanto è stato grande l’amore perduto,ma il messaggio che Gesù ci trasmette è quello di andare oltre la terrena umanità che ci tiene legati al dolore,e di vedere oltre la vita,alla resurrezione dei morti,perché 
 li ci ritroveremo tutti insieme

(Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti Domenica di Pasqua

VANGELO
 (Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti. 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. 

Parola del Signore 

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Corrono tutti ..meravigliati ed increduli…Giovanni e Pietro  al richiamo di Maria di Magdala, come non c’è più? Chi ha preso il suo corpo?
Erano stati vicino a Te Gesù e ancora non avevano capito. Mi consola questo, perché sono tante le cose che di Te mi sfuggono, ma tu non aspetti che io capisca, mi chiedi solo di fidarmi e non aver paura, che Tu sarai sempre con me e ricostruirai in tre giorni quello che verrà distrutto.

Per questo Amore mio, mi lascio abbracciare e convincere che tutto in Te è possibile,e ti chiedo di donarmi sempre la grazia della fede, di far si che tutto quello che ricevo da te io sappia donarlo senza avere paura.
Speranza mia , resta in me anche quando io sarò incredula e avrò paura.
Solo così saprò risorgere con Te anima mia!

Mt 28,1-1 È risorto e vi precede in Galilea.(sabato santo)

Vangelo
Mt 28,1-1 È risorto e vi precede in Galilea.
Dal Vangelo secondo Matteo

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 

Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 

L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto». 

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 

Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, porta in me la luce, fa che io possa percepire pienamente il senso della resurrezione.Te lo chiedo per Cristo, nostro Signore, che donò la sua vita per la nostra resurrezione. Amen.

Voglio partire da questa preghiera per riflettere con L’aiuto dello Spirito Santo, su quello che definiamo l’avvenimento della resurrezione di Gesù; ma non mi voglio fermare a pensare che Lui è risorto… per quanto importante sia, ma a come interpretare certi fenomeni per noi inspiegabili.
Cominciamo dalla considerazione che Gesù “trasfiguro” davanti ai discepoli, mentre pregava, che varie sono le testimonianze di ascesi dei Santi e i fenomeni di bi-locazione e di apparizioni dopo la morte.Dio ci ha creato e posti in quest’ambiente terreno, immersi in un’infinità di fenomeni senza spiegazione se non quella della fede, che è al centro di tutto questo come un punto fisso.La contemplazione della parola, la preghiera, e tutto quello che mette al centro Dio, può far roteare intorno e dentro di noi una serie di eventi, più o meno comprensibili, che possono essere recepiti solo con un’apertura al trascendentale.
Quando si parla di religione sembra che sia difficile credere a questi fenomeni, c’è molto scetticismo, ma poi gli stessi che negano il trascendentale religioso accusandoci di allucinazioni, si definiscono uomini liberi.
Credo che invece la vera libertà venga proprio dall’attaccamento alla Divinità che fa parte di noi, e al non sentirsi dominati né influenzati, dall’attaccamento alle cose create; per questo è possibile trascendere dal tempo, dal luogo e dallo spazio, in una più alta e più soprannaturale realizzazione di vita.
Risorge Gesù e appare alle donne, ai discepoli e alla Madre.
Appare ai Santi quando sono in vita e questi a loro volta appaiono a chi li invoca… 
Arrenderci all’evidenza che non siamo tutti degli allucinati è molto più semplice che continuare a cercare prove del contrario.
Questa generazione chiede dei segni, ma non li avrà se non crede in Gesù Cristo, se non si lascia andare a contemplare la sua vita, ad accettare come possibile con Dio quello che sembra impossibile all’uomo, a fermarsi davanti al miracolo di Dio fatto Uomo e non la vive come possibilità di fare parte di tutto questo progetto di Divinità che si crea in lui.

(Gv 18,1- 19,42)Passione del Signore.

VANGELO
 (Gv 18,1- 19,42)Passione del Signore. 
+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 

- Catturarono Gesù e lo legarono 
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

- Lo condussero prima da Anna 
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». 

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. 

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. 

- Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono! 
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. 

- Il mio regno non è di questo mondo 
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. 

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». 

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. 

- Salve, re dei Giudei! 
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». 

Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». 

All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». 

- Via! Via! Crocifiggilo! 
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. 

- Lo crocifissero e con lui altri due 
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». 

- Si sono divisi tra loro le mie vesti 
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così. 

- Ecco tuo figlio! Ecco tua madre! 
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. 
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. 

(Qui si genuflette e di fa una breve pausa) 

- E subito ne uscì sangue e acqua 
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». 

- Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi 
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. 

Parola del Signore 
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la mia riflessione 
preghiera 
Spirito del Signore che scendi su di noi,facci vivere degnamente il ricordo della santa passione del Cristo,dell'amore che lo ha portato alla croce,e poiche' non siamo degni di essere amati in questo modo,fa che almeno ci rendiamo conto,in questa quaresima,di quanto siamo amati. 

Volevo astenermi dal fare commenti in questi giorni,ma una cosa sola mi sento in dovere di dirla. 
Non ho mai sentito il Signore vicino come in questo periodo...non c'è Pasqua che eguagli quello che sto provando,non c'è dolore che mi passi dinnanzi senza che mi blocchi e mi fermi per aiutare chi è a terra.Non sono io,questo è certo,io vivo da 58 anni,e mai ero stata così attenta al dolore degli altri,non sono io,dicevo,ma Gesù che vive in me. 
Mi spiego bene ,perchè non voglio che qualcuno pensi che sono un'esaltata e che già mi sento santa,ANZI,TUTTO IL CONTRARIO.Ma facendo posto sempre di più a Gesù nel mio cuore,oggi vedo che l'amore per il mio prossimo,è aumentato tantissimo,la percezione che lo Spirito mi concede,non mi permette più di vivere con superficialità estrema il dolore e il bisogno altrui. 
E' il Signore che sceglie,ed io lo lascio fare,attenta alle insidie,e costante nella preghiera,io vivo,normalmente,in mezzo al mondo,e non ho nessun merito più di un altro,magari ne ho di meno,ma volevo dirvelo,perchè questa è la mia testimonianza di come l'adesione a Cristo ti cambia la vita. 
Non smetterò mai di ringraziarlo per avermi voluto cercare e riportare vicino al suo cuore,e lo prego di continuare a cercare ,anche attraverso di me,se posso,altre anime che come me si erano perse,e portarle ad aderire a Lui,pur con le nostre imperfezioni,sempre di più.E a voi compagni di viaggio posso solo dire che non ho mai sentito ,MAI,un amore così grande nei miei confronti,mi sento amata incondizionatamente,soprattutto nel dolore.LASCIATEVI AMARE. 

(Gv 13,1-15) Li amò sino alla fine. (giovedì santo)

VANGELO
(Gv 13,1-15) Li amò sino alla fine. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». 

Parola del Signore

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LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Il giovedì santo è una delle giornate più significative di tutto l'anno liturgico.In questa giornata,tutto si sta compiendo e Gesù,ancora per l'ultima volta ,insegna ai suoi discepoli ,come continuare dopo che lui non sarà più con loro.Nella messa del crisma,viene confermata la missione di Gesù come sacerdote di Dio,come l'unto,colui che è venuto per portare la lieta novella,a salvare gli oppressi e con un messaggio che è rimbombato per tutto il periodo della sua predicazione-"amatevi l'un l'altro come io ho amato voi".
Nell'ultima cena,ci preannuncia il dono della sua vita per amore nostro,e porta fino all'umiliazione di se,lavando i piedi e inginocchiandosi davanti agli apostoli,perchè vuole far capire che è venuto per servire e che i suoi discepoli devono fare quello che lui fa,a imitazione dell'umiltà che Lui ha avuto nell'accettare la volontà del Padre,in questo estremo sacrificio che sarà la sua morte nell'umiliazione della croce.
Non si cura del giudizio degli uomini Gesù,nè di chi lo deride,lo insulta e gli sputa addosso,si preoccupa solo di servire il Padre e di chiedere perdono per chi lo sta uccidendo.Le ultime parole sono state per invocare il perdono per noi poveri uomini colpevoli.

Un Gesù che si mette ai nostri piedi, che chiede perdono per noi, che ci guarda con misericordia e commiserazione, non può non amarci, ma ancor di più, non può non smuovere le corde del nostro cuore.
Non permettiamo che sia chinato davanti a noi, inginocchiato; lui il Re dei re  e noi il nulla assoluto,ma scendiamo dai nostri sgabelli e inginocchiamoci con lui, davanti ai nostri fratelli, davanti a tutti , senza guardare chi sono e le loro origini, proprio perchè tutti posiamo i piedi su questa terra non per merito nostro,ma per grazia di Dio.