venerdì 28 giugno 2013

(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.

VANGELO
 (Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. 
E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore

(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 O Dio, nostro Padre, che ci hai aperto il passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio e con l'effusione dello Spirito Santo, fa' che, partecipi di così grandi doni, progrediamo nella fede e ci impegniamo sempre più nel tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Uno strano dialogo questo, tra Gesù e Pietro, sembra quasi che Gesù voglia mettere alla prova il povero Pietro, che si mortifica e non sa più come ribattere al maestro. Mi ami? Come mi ami? Quanto mi ami?ma sei sicuro che mi vuoi bene?.Che cosa vuoi da Pietro Signore,cosa vuoi da noi?Vuoi che ci rendiamo conto della nostra pochezza? Della nostra fragilità?Tu ci conosci e ci scruti e a te non possiamo mentire,come facciamo persino con noi stessi... Gesù lascia a Pietro il compito di guidare il suo popolo la sua chiesa,lo elegge pastore delle anime ,ma non si limita a questo,lo invita a riflettere sulla sua umanità,per far sì che non se ne dimentichi mai,e che non conti sulle sue forze,ma sulla sua affiliazione a Dio. Gli indica la sua vecchiaia,in cui dovrà affidarsi all'amore di chi lo curerà e lo vestirà,perché in questo gesto umano,pieno di amore ,c'è l'essenza dell'uomo,che con pazienza si affida,non potendo far altro. Ed ancora io leggo tra queste righe che sarà l'amore di Dio che ci porterà dove noi non sapremo di andare...per questo Gesù ci dice ,SEGUIMI!

mercoledì 26 giugno 2013

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

VANGELO 
(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni  E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Parola del Signore

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.

Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’ apparenza per entrare nel regno di Dio.
Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. E’ inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico o al prete e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno.
Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore c’indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Molto spesso viviamo il cristianesimo come una un vestito troppo stretto, non riusciamo mai a indossarlo completamente, c'è sempre qualche parte che proprio non riusciamo a far entrare.
Chiediamo aiuto ,ma cerchiamo di imparare a rivestirci completamente di cristo,perchè se lasciamo troppe parti scoperte, satana farà presto a lacerarci la veste.

martedì 25 giugno 2013

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.

VANGELO
 (Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. 
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
SPIRITO ETERNO di DIO LUCE DI SPLENDORE, vieni e illumina le nostre menti e il nostro cuore; dà senso nuovo alla nostra vita e facci conoscere ciò che è BUONO E GIUSTO.

 Gesù, ci continua a mettere in guardia, dai pericoli che sono ben nascosti nelle pieghe della vita.
 In tante cose che sembrano solo moderne o segno d’evoluzione, si nasconde il male, e non è sempre facile rendersene conto, perché le cose ci sono presentate in modo falso ed è facile essere tratti in inganno. 
In questi tempi, vediamo che nascono sette come i funghi dopo una giornata di pioggia, e in molte di queste, è tutto camuffato dalla fede, dalla preghiera.
E’ di questi giorni la notizia di una setta che è stata scoperta, dietro alla quale si nascondeva un santone, che approfittava delle persone e le plagiava, e faceva ogni tipo di violenza su donne e bambini. Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, dice Gesù, dai loro frutti li riconoscerete. 
Non seguiamo MAI l'uomo, anche se viaggia con il Vangelo in mano, neanche se è vestito da prete o da cardinale... seguiamo sempre e solo la parola di Dio!
Questo è molto indicativo di come l’astuta bestia può trarci in inganno facilmente, quello che dobbiamo sempre invece guardare è Gesù, la sua vita, la sua parola, che non dobbiamo mai perdere di vista, e difenderci con la preghiera dagli attacchi del nemico. Preghiamo sempre, perché Gesù non ci abbandonerà nelle mani del nemico, chiediamo a Lui di illuminarci con il suo santo Spirito, su quello che vuole da noi, su quello che è giusto e quello che è sbagliato, di farci scoprire quello che viene da Lui e quello che invece non ci viene da Lui.Teniamo presente che Gesù è verità, ed è unione, quindi quello che è falsità e divide, non viene da Lui. Quando la grazia viene da Dio, produce frutto.

lunedì 24 giugno 2013

(Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

VANGELO
 (Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Parola del Signore

(Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Spirito Santo, nostra guida Guida intima, tu non ci mostri solo all'esterno la volontà divina, ma la traduci per noi in una illuminazione interiore: aiutaci, dunque, ad accogliere pienamente la tua direzione.

 La prima parte del brano evangelico,  mi fa pensare a quando ci avviciniamo all’ Eucarestia senza un minimo di preparazione,alle messe ascoltate come per dovere, ma con la testa altrove, alle grazie che Dio ci fa e non sappiamo apprezzare. L’ immagine delle due porte… tutti si accalcano verso quella larga, quella facile da raggiungere, agevole da superare, ed è nella mia mente, come se quasi tutti gli uomini si incamminino attraverso quella, convinti di essere verso la strada giusta. Ma la strada per il paradiso, quella che ha percorso Gesù e attraverso la quale dobbiamo entrare è quella stretta, quella che non è certo agevole, quella che è fatta di sacrifici fatti per amore.
Questo per amore che ho aggiunto, non è un “di Più”, ma è la chiave della vita del Cristiano.
Cristo ci ama e ci chiede di amare, per essere con lui, perché quella porta stretta è il suo cuore pieno d’amore . Se gli chiediamo di entrare di condividere con lui questo amore, sarà lui a darci la chiave, a spalancarci le braccia ed a stringerci al suo cuore, ma dobbiamo decidere di amare, di abbandonare il nostro ego e di vivere solo per essere figli di Dio, fratelli di Cristo e tra di noi.

domenica 23 giugno 2013

(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

VANGELO 
(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’ istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. 
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Parola del Signore

(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni o Spirito Santo, ed aiutami a conoscere la tua parola, fa che io possa capire ogni cosa tu vuoi che capisca, e che sappia scrivere secondo il tuo consiglio.
 Una cosa che mi salta all'occhio è come sia stato Dio a decidere tutto, anche il nome del bambino; incredulo il povero Zaccaria aveva dubitato, mentre offriva incenso sull'altare del Signore...Quanti di noi sono come Zaccaria, compiamo dei gesti senza una vera convinzione, preghiamo senza credere veramente...andiamo a messa distratti, facciamo la comunione incoscienti. Ma quando l'amore di Dio nasce, come viene alla luce il piccolo Giovanni, ecco la grazia. Giovanni, il precursore di Gesù, Giovanni il profeta, un uomo che era stato nel deserto per molti anni, e che aveva al suo seguito molti discepoli, un uomo che parlava nel nome del Signore, annunciava la venuta del Messia, ed era temuto per la sua predicazione quasi come Gesù stesso.Bellissime le parole di Gesù nei suoi confronti, quando dice: non c'è figlio d'uomo più grande di Giovanni. Da prima della sua nascita all'ultimo dei suoi giorni, Giovanni è stato il filo conduttore tra Dio e Gesù e tra questo e gli uomini..Oggi vediamo che lo Spirito Santo agisce su di noi in maniera mirabile, tanti profeti sorgono, profeti dei giorni nostri, che anche se non sono veggenti, vivono nella vita di tutti i giorni il loro rapporto con il Signore in umiltà e sono motivo di conversione per molti...piccoli semi di senape nel solco dell'amore di Dio che danno frutti copiosi e neanche se ne accorgono, piccole persone che pregano da tantissimi anni, col rosario in mano, ne ricordo una col suo latino sbiascicato, che seguiva la messa senza capirla, ma con una fede che anche se era seduta tra i banchi della chiesa, io la ricordo in ginocchio..una donna da sempre vecchia, con le mani rugose di terra e la schiena china dai panni lavati al fiume...una vecchia così io l' ho sempre vista nella mia vita...e mi ha fatto sempre tanta tenerezza e rispetto..noi che vogliamo sempre conoscere, sapere, scrutare....lei che si affidava alla corona del rosario! Cerchiamo anche noi, di lasciare un segno semplice del nostro passaggio sulla terra, di essere finalmente figli di Dio più che uomini.

sabato 22 giugno 2013

(Lc 1,5-17) Ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni.

VANGELO
 (Lc 1,5-17) Ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, ti prego, vieni e soffermati su di me che voglio capire; vieni e aiutami a discernere quello che tu vuoi insegnarmi da quello che viene dalla mia scarsa intelligenza, e aiutami a vedere quello che tu vuoi insegnarmi.

Zaccaria è nella tenda del Signore e si preoccupa di quello che pensa la gente di fuori, del tempo che passa, di quello che deve dire…. preoccupazioni inutili, perché il Signore lo rende muto.
Per gli ebrei la sterilità era una grave disgrazia, tanto che c’era la possibilità di ripudiare la moglie o di fare figli con le schiave, perché la discendenza era molto importante.
Zaccaria ed Elisabetta dedicavano la loro vita al tempio e mentre era in preghiera, ecco che il Signore si china verso di lui e accoglie quella che era la preghiera di sempre del povero Zaccaria.
Uno si aspetta che a quel punto, alla promessa dell’angelo, egli venga preso dalla gratitudine, ed invece ecco giungere per prima la paura, il dubbio… Non basta essere del tempio per saper riconoscere la verità, e questo perché non sempre si riesce a staccarci  dalla parte umana, non sempre si decide veramente per Dio, magari le intenzioni iniziali ci sono, le promesse sono state fatte, ma poi ci si allontana dal servizio con i dubbi e le tentazioni prettamente umane.
Oggi vorrei invitarvi a pregare per i sacerdoti, perché sono le mani consacrate attraverso le quali passa la nostra salvezza, perché sono i discepoli consacrati di Gesù, e poverini, se noi siamo tentati, loro lo sono molto di più.
La preghiera è l' arma dell'amore,  se noi preghiamo per loro, possiamo aiutarli a vincere nella battaglia, se li  giudichiamo, aiutiamo il nemico, e se ogni tanto serve, non abbiamo timore di ricordargli le parole parole del Vangelo, proprio come loro devono fare con noi.

(Lc 9,18-24) Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

VANGELO
(Lc 9,18-24) Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

Parola del Signore


LAMIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o mio Signore, aiutami, con il tuo Santo Spirito, infuocami, con il tuo amore; guariscimi, con la tua sapienza; illuminami e fa che io possa essere per i miei fratelli una lucina... piccolissima lucina che li conduca a Te anima della mia anima.Ti amo!

Il rapporto intimo di ognuno di noi con il Signore, è conosciuto solo a noi e a Lui. Pietro, toccato dallo Spirito Santo, riconosce in Gesù il CRISTO di Dio, l’ UNTO, il MESSIA.
Tutto questo non può avvenire se non per Grazia di Dio, una grazia che non è stata fatta solo a Pietro, ma a molti uomini. Per ricevere queste grazie, c’è bisogno però della nostra adesione, del nostro SI.
Nei vangeli noi impariamo a riconoscere il modo di fare di Dio attraverso il comportamento di Gesù.
Non si comporta come un capo che comanda, ma che è venuto per soffrire, per essere umiliato, per essere rifiutato dagli scribi, dai sacerdoti, dagli anziani, insomma da tutti quelli che tenevano all’ epoca il potere del governo e se lo spartivano, cercando di assoggettare le persone a questo potere.
I sacerdoti di allora, i governanti di allora, non sono poi per nulla dissimili dai governanti di oggi, vediamo che in molti hanno piegato il loro capo davanti al potere terreno, alla cupidigia, all’ apparenza, anche la Chiesa di oggi come quella di ieri, è immersa nel peccato.
Dei governanti del mondo, meglio non parlarne… ci sono duemila organizzazioni che dovrebbero organizzare gli aiuti per il terzo mondo (e già questa è una bestemmia, il mondo è uno) e invece organizzano solo cose appariscenti e i loro stipendi.
Siete mai stati al palazzo della F.A.O….io ci lavoravo vicino e quello che vedevo erano delle persone belle, in carne e pieni di boria… di umanitario ho visto ben poco!
Alla CARITAS qualcuno si dà da fare, sì i volontari… gli altri, i capi… bhè lasciamo stare, non ci facciamo il sangue amaro, così va il mondo.
Non sta certo a noi il giudizio, ma spesso quello che vediamo, ci sconsiglia quando stiamo per fare un gesto ,anche piccolo.
Allora mettiamoci in testa che nessuno può essere delegato a fare quello che noi dobbiamo fare, e che non c’è niente che ci può fermare se siamo pieni di Spirito Santo. Forza, non abbiamo paura, seguiamo Gesù e abbandoniamo tutto quello che è vano e inutile, questi sono momenti molto difficili, se la Madonna viene in nostro soccorso, se lo Spirito ci Parla e si fa sempre più insistente, ascoltiamolo, seguiamo Gesù, nella parola, nelle opere, nella croce e nella resurrezione.
Il nostro è un Dio vivo, risorgiamo a vita nuova con lui.




venerdì 21 giugno 2013

(Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani

VANGELO
 (Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’ uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie o Gesù delle tue sante parole, grazie di ogni respiro che hai emesso per noi, concedimi di respirare del tuo respiro e di vivere di Te.  

Non si può servire Dio se la ricchezza diventa il nostro Dio. Questo deve essere ben vivo nel nostro cuore e nella nostra mente, se vogliamo salvare la nostra anima, se non vogliamo fare scelte sbagliate. 
Spesso ci occupiamo più del nostro corpo che della nostra anima, come se le due cose fossero scollegate, ma non ci rendiamo conto che separando l’una dall’ altra, noi ci separiamo dal creatore, ci allontaniamo da Dio.
Matteo mette in risalto le parole di Gesù con le quali ci dice con una chiarezza sconcertante, che nella vita è una questione di scelta d’appartenenza.
Non si può vivere nel mondo ed essere del mondo e allo stesso tempo servire Dio.
Appartenere a Dio vuol dire confidare che da Lui ti verrà tutto quello che ti serve per vivere.
Molte persone appena perdono le loro sicurezze terrene si preoccupano e disperano, e questo, anche se umanamente è comprensibile, è segno che non è nel Signore che confidano. 
Penso agli apostoli che sulla barca, in mezzo alla tempesta avevano paura, ma appena anno invocato il nome di Gesù, hanno visto con loro stupore che comandò alle acque di calmarsi e queste si calmarono.
Abbiamo visto come con pochi pani e pochi pesci, sfamò una moltitudine di gente e ne avanzò.
Abbiamo visto che resuscitò i morti.
Di Dio noi abbiamo attraverso Gesù una rivelazione d’onnipotenza senza pari, ma non ci rivolgiamo a Lui se non in caso d’estrema necessità, e spesso, troppo spesso, lo consideriamo un talismano, un banco dei pegni, al quale dire una preghierina con la speranza di ottenere tutto e subito.
Crediamo di valere solo in base a quello che abbiamo, alla posizione sociale, al nostro aspetto fisico, ma forse questo è vero solo perché anche noi giudichiamo gli altri da questo.
Agli occhi del Signore invece contano le nostre piccole opere buone, la nostra mano tesa verso i fratelli più bisognosi, il nostro amore per lui, per la nostra famiglia; l’amore che riusciamo a dare è più importante di tutto quello che possiamo avere.
Nella vita passiamo molti esami, qualcuno riusciamo anche a truccarlo, con l’aiuto di altri uomini corruttibili…. ma quando passeremo il nostro ultimo esame, non potremo barare, ne comperarne l’ esito.

giovedì 20 giugno 2013

(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

VANGELO 
(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore

(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

SPIRITO SANTO,DEL DIO UNO E TRINO,CONCEDIMI LA LUCE DELLA SAPIENZA,PER VIVE RE NELLA LUCE ED ESSERE LUCE RIFLESSA DEL NOSTRO SIGNORE.  AMEN.

L'uomo vive la sua vita, per realizzarsi, per conquistare un posto nella società, e per potersi permettere di comperare agi e comodità per vivere meglio, meno faticosamente, e con più prestigio.
Per fare questo spesso è costretto a lavorare sempre di più, e diventa schiavo del benessere acquisito.
E' giusto che vivendo, cerchi di vivere comodo, ma è giusto sacrificare la vita, spendere tutte le proprie forze per correre sempre dietro a qualcosa di materiale?
Vediamo che nella società moderna si sono persi molti valori, ed anche molti sentimenti. Diciamo di amare i nostri figli, e per questo cerchiamo di dar loro tutto quello che possiamo, ma non abbiamo più tempo per giocare con loro, per parlare dei loro problemi, e così li facciamo crescere davanti al televisore, ai giochi elettronici, o al computer. Viviamo nelle stesse case, ma mentre comunichiamo attraverso internet col mondo, non riusciamo più a comunicare tra di noi.
Viviamo con tutto il nostro corpo, lo riempiamo di sensazioni, ma non riusciamo più a far vivere il nostro cuore, siamo schiavi di quello che possediamo e desideriamo sempre di più.
In questo brano del vangelo vediamo che Gesù ci mette davanti ancora una volta ad una scelta, vedere le cose con l'occhio cattivo, simbolo dell'invidia, dell'avarizia, dell' egoismo che rifiuta la luce della rivelazione di Gesù e rimane opaco e non permette di vedere bene dove stiamo andando.  
 Possiamo anche cadere camminando nelle tenebre. L'occhio buono invece, è quello che vive alla luce della rivelazione di Gesù amore,  che vive per essere illuminato dall' amore di Dio e per riflettere lo stesso amore ai fratelli. La luce che ne deriva deve essere guida anche per chi vive nelle tenebre, per cui non c'è posto per l'egoismo e l'invidia, ne per l'avarizia e il rancore, ma solo per l' amore e la comprensione.
Il Signore ci ha amato fino all'inverosimile,e questo ha fatto di noi dei figli ,a cui è riservata l' eredità del regno dei cieli. Guardiamo bene dentro di noi,troviamo la luce del cuore e chiediamo al Signore di guidarci verso casa.

mercoledì 19 giugno 2013

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

VANGELO
 (Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, 
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti 
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Aiutami o Spirito di Dio a sentire e a far comprendere il valore della preghiera.

A volte siamo confusi da mille parole, e ci rispondono mille silenzi …. nessuno di noi è in grado di dire quale sia la preghiera, come si deve pregare, in tanti provano a spiegarlo, ma è una cosa talmente personale, talmente intima , che nessuno vi potrà mai spiegare cosa sentirete. 
Gesù ci indica una preghiera molto semplice se ci pensate bene, una preghiera che non è fatta di parole, ma di fatti, pensate che san Francesco si fermò alla parola PADRE per un’infinità di tempo. Con questo non vuole certo dirci di non pregare con altre preghiere né di non usare parole nostre, ma ci chiede di non parlare a vuoto come i pagani, come chi non crede in quello che dice. 
Dio ci è PADRE: credere questo vuol dire avere fede in Dio…  fede = fiducia, capito bene? Dio può tutto,  ci ama tutti ed è un PADRE GIUSTO…. pensate anche voi che cosa è per me DIO PADRE NOSTRO….. Perché lo collochiamo nei cieli? Primo perché ce lo dice Gesù Cristo, poi perché il suo regno va oltre i confini della nostra terra, DIO HA CREATO L’UNIVERSO INTERO, spazio infinito che noi non capiremo mai fino a che siamo legati a questa terra. Santificare il suo nome, venerare Dio, adorare Dio, rendere grazie a Dio, a Lui tutto dobbiamo, dalla creazione alla salvezza ed aspettare glorificandolo che siamo accolti nel suo regno. Quindi la vita va oltre questa terra…dobbiamo crederci, e se chiediamo a Dio una fede viva, una fede pura, se abbandoniamo a lui la nostra anima…anche noi avremo questa certezza. Sia fatta la tua volontà…e qui la cosa comincia a diventare tosta….in genere la nostra preghiera invoca Dio di fare la nostra volontà….non che non sia giusto pregare per essere aiutati, anzi, spesso quando la nostra preghiera è serena, convinta e fiduciosa, quello che chiediamo ci viene accordato. A volte però, questo può non succedere, e magari una persona che amiamo tanto, viene a mancare ugualmente, nonostante tutte le nostre preghiere…accorate e sincere…Vuol dire che Dio non ci ama? No certamente no, ma dobbiamo accettare che i disegni di Dio, possono non essere i nostri. Ci sarà un motivo, che noi ora non possiamo capire, anche questo in fondo fa parte del ciclo della vita terrena, e questo è affidare a Dio anche quello che non capiamo. Chiediamo il pane quotidiano…contribuiamo a far si che tutti abbiano il loro?…noi chiediamo per oggi, ma riceviamo in abbondanza, e se invece di pensare solo a noi ci preoccupassimo anche di aiutare gli altri? Noi potremmo essere la divina provvidenza di molte bocche, la medicina di molte malattie, ma spesso il nostro egoismo ci chiude gli occhi sulla fame degli altri….. Chiediamo il pane e Dio ci da il pane…anche la sua parola è pane…ce ne cibiamo? Il suo corpo è pane…ce ne ricordiamo solo alla domenica? E come andiamo a ricevere il corpo di Gesù? -Rimetti a noi i nostri debiti -. .e fino qui ok, ma poi aggiunge Gesù:-come noi li rimettiamo ai nostri debitori…-non è che stiamo suggerendo a Dio come perdonarci, ma gli diciamo espressamente che ci deve giudicare in base a come noi ci comporteremo con gli altri, con il nostro prossimo, in base a quanto noi saremo capaci di perdonare. Io lessi una volta una frase che mi è rimasta stampata in testa…il perdono è un ponte sul quale dovrai passare anche tu…riflettiamo su quanto noi siamo veramente capaci di comprensione e perdono, su quanto siamo capaci di amare. E quando chiediamo di non essere tentati perché lo facciamo se ci sentiamo così forti? Forse perché di fronte alle tentazioni scopriamo tutta la nostra debolezza? Noi senza Dio non siamo nulla, né capaci di nulla, tutto quello che siamo lo dobbiamo a Dio, se siamo capaci di atti eroici, di grandi azioni e anche solo di piccoli sacrifici…è Dio che opera in noi. Ma sulla terra c’è anche il male, c’è anche il principe del male, che lo vogliamo credere o no, c’è e a volte, siamo più attaccati a questa bestia di quanto siamo attaccati a Dio. Basterebbe gridare salvami Signore mio, andare a confessarci …ma che scherziamo…un sacerdote? Un peccatore come me? E perché devo andare a raccontare i fatti miei ad un prete…boni quelli…..e allora come pensare di essere ascoltati da Dio se siamo i primi a mettere dei limiti al suo amore misericordioso. Satana odia i sacerdoti più di ogni altra cosa, li tenta e li distrugge con il nostro aiuto…con le nostre chiacchiere vane, se parlassimo di meno e pregassimo di più per loro ,vedremmo il potere salvifico della preghiera, frutto d’amore ,legame tra Dio e noi. Proviamo ora a pregare…..

martedì 18 giugno 2013

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

VANGELO 
(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di illuminarmi con la tua sapienza, di benedirmi con il Tuo amore e di non farmi mancare mai il tuo appoggio. Per Cristo nostro Signore.

L’ arte dell’apparire non è dei figli di Dio, ma piuttosto lo è quella del silenzio, del fare senza voler ricevere niente in cambio, quella del perdonare anche chi offende.  Essere Cristiani, diventa sempre più faticoso, Gesù scava sempre più dentro di noi, per fare piazza pulita di quello che può deviare la nostra spiritualità,  la nostra condotta, che deve essere veramente sincera per arrivare all’ essenza della fede.
Il vero credente non fa di tutto per sembrare buono, ma è buono… ed è buono perché ama il suo Dio ed il suo prossimo.  Se noi viviamo in una famiglia unita e ci vogliamo bene, ci aiutiamo gli uni con gli altri; se vediamo che nostra Madre o nostro Padre sono preoccupati,  addolorati per il comportamento dei nostri fratelli, cerchiamo di parlare con loro, di fargli capire dove sbagliano, non li cacciamo da casa e non chiediamo di chiuderli fuori; se a nostro fratello serve aiuto, non stiamo neanche ad aspettare che lo chieda, ma senza voler sembrare più in gamba, solo perché abbiamo di più, lo aiutiamo.
Purtroppo tanti nostri atteggiamenti sono sbagliati, perché mentre con una mano aiutiamo, con l’altra pretendiamo di avere riconoscimenti per il nostro gesto.
Come possiamo pensare di fare parte della stessa famiglia, di essere legati all’ amore di Dio, che ha dato la vita per noi e non ci chiede altro che amore.
Lui è stato martoriato, in silenzio, è morto su una croce di legno ruvida che graffiava il suo corpo piagato, e chi lo avrebbe mai sospettato che da duemila anni ancora nessuno riesca a dimenticare quel gesto.
La piccola Teresa Madre di Calcutta, per fare un esempio fra tanti, non cercava gli onori, anzi, era là tra i poveri, i lebbrosi e gli emarginati e cercava solo di alleviare le loro ferite, ma più di tutto, cercava di abbracciare i suoi ammalati, molti dei quali in fin di vita, per non farli sentire soli nel momento del trapasso.
Quello che lei iniziò a fare non aveva evidentemente lo scopo di farla apparire, anzi, gli unici che la avvicinavano erano proprio loro, gli ultimi del mondo, ma il Signore guardava la piccola madre, ed aveva in serbo per lei grandi cose  e così, lei che non fece nulla per apparire, divenne nel mondo l’ immagine stessa della carità.
Fa o Signore, che possiamo somigliare sempre più alla piccola Madre Teresa, che sappiamo come lei riconoscerti nel fratello bisognoso, di un sorriso, di una parola, di un aiuto… fa che possiamo essere le tue mani ed il tuo cuore, belli, puri e mai vanitosi, perché tutto quello che ci viene da te viene direttamente dal cuore.

lunedì 17 giugno 2013

http://www.santuarimariani.org/r-suor-maria-laura-m/10-smlaura-mainetti-tudevi-.htm
“TU DEVI FARE QUALCOSA DI BELLO PER GLI ALTRI”
  (a cura della Congregazione "Figlie della Croce")

Suor Maria Laura è stata uccisa con 19 coltellate la sera del 6 giugno del 2000.
Con un tranello, combinato per telefono, tre ragazze con la scusa che una di loro era in pericolo e aveva urgente bisogno di aiuto, l'hanno convinta a uscire di sera, l'hanno attirata in Via Poiatengo e l'hanno accoltellata.
Chi era Suor Maria Laura?
Maria Laura era il nome da suora. Il suo nome di battesimo era Teresina.
I suoi genitori, Stefano Mainetti e Marcellina Gusmeroli, erano di Tartano (SO)  e facevano i contadiniNel 1931 lasciarono Tartano e vennero ad abitare a Colico.
Nel 1939, all'età di appena 31 anni, Mamma Marcellina morì dopo aver dato alla luce la decima dei suoi figli, precisamente Teresina. La piccola veniva così ad aggiungersi ad altri  5 fratelli e una sorella, poiché tre erano già morti.
La mamma, morendo, lasciò Romilda, la maggiore, che contava 12 anni e Teresina, l'ultima, 12 giorni.
Con tutta la sua buona volontà, Romilda non era in grado di occuparsi anche della piccola, così fu portata a Tartano da una zia.
A 3 mesi una signora di Colico si offrì di prenderla in casa sua.
Nel 1940 il papà si risposò e Teresina, all'età di 8 mesi, potè rientrare in famiglia. Da quel momento fu Romilda ad occuparsi di lei, perché la seconda mamma, che pur le voleva bene, dovette ben presto dedicarsi ai suoi figli che nacquero, anno dopo anno, in numero di sette.
Teresina si rivelò subito molto gracile, tanto più che non trovavano il latte che le andasse bene. Alla fine provarono quello di capra e questo, con soddisfazione di tutti, funzionò. Così Teresina fu allevata col latte di capra.
Nel frattempo era scoppiata la guerra e le condizioni economiche della famiglia diventarono precarie: lavorava solo il papà e le bocche da sfamare erano tante.
II fratello Amedeo, il confidente di Teresina dopo Romilda, dice di lei: "Sentendola spesso piangere, speravo che morisse, così a tavola ci sarebbe stato un piatto in meno da riempire".
Ma la Provvidenza aveva disposto diversamente.
Col tempo si rinforzò e divenne grande, curata e protetta soprattuto dalla sorella maggiore. Anche gli altri le volevano bene, perché era sempre contenta e sorridente.
"Io non ricordo, dice Amedeo, d'aver ricevuto da lei il più piccolo sgarbo o la più piccola offesa. Era molto sensibile e timida e, se per caso il papà alzava la voce con noi o la rimproverava per qualche sbaglio, non rispondeva e non si difendeva, ma si appartava un momento a piangere , per poi ritornare a sorridere come se nulla fosse accaduto."
Il padre era molto severo e imponeva ai figli di andare a Messa tutte le mattine prima di recarsi a scuola. Teresina non frequentò la Scuola Materna, ma all'età di sei anni cominciò la scuola elementare. Anche lei, ogni mattina, doveva assistere alla Messa coi fratelli all'Istituto S. Cuore di Colico, che ospitava una trentina di Seminaristi, alcuni Preti e anche quattro Suore "Figlie della Croce."
La Superiora, Suor M. Amelia, era molto amica della mamma Marcellina e quando questa morì, rimase molta affezionata a tutti , ma specialmente a Teresina.
"Sono convinto, dice ancora Amedeo, che sono state le preghiere di mia mamma e di Suor M. Amelia a far sì che Teresina, dopo le elementari, scegliesse di andare a Parma nell'Istituto delle Figlie della Croce, per frequentarvi le Scuole Medie e le Magistrali".
"Durante le vacanze estive ci trovavamo tutti insieme in famiglia e io ricordo benissimo, racconta ancora Amedeo, che ogni anno la trovavo più buona e generosa.
Avevo scoperto che teneva un diario sul quale scriveva tutti i giorni il suo cammino spirituale. Un giorno, spinto dalla curiosità, approfittai della sua assenza, lo presi e lo lessi. Con meraviglia scoprii chesi impegnava quotidianamente in fioretti, rinunce, gesti di generosità e pratiche spirituali. Da quel momento la stimai ancor più e cominciai a provare per lei una santa invidia".
Verso la fine delle Magistrali comunicò alla famiglia la sua decisione: voleva farsi Suora! Prima però doveva sottoporsi ad una visita medica per accertarsi che fosse in buona salute. Il responso non si fece attendere e Teresina, piangendo, confidò al fratello che le sue Suore di Parma non l’avrebbero mai accettata, perché le avevano riscontrato dei focolai di tubercolosi. Aggiunse però che doveva sottoporsi a un'altra visita, con analisi più accurate.. "Tu prega, disse al fratello, il Signore farà il resto".
Era molto debole, mangiava pochissimo e non si capiva come facesse a stare in piedi.
Due mesi dopo, tutta contenta ed entusiasta, abbracciò il fratello e gli disse che non avevano più trovato tracce di tubercolosi. Il Signore l'aveva esaudita e poteva finalmente coronare il suo sogno!
Fu allora che Amedeo fece con lei un patto: pregare un’ Ave Maria, tutti i giorni, l'uno per l'altra.
Fin da piccola, Teresina dimostrò una grande sensibilità verso i sofferenti. Alla   signora Lilia, una sua vicina di casa, era morta la figlia unica, Laura, che aveva la sua stessa età e Teresina andava a trovarla per farle compagnia e consolarla. Tra loro nacque un rapporto molto bello e affettuoso, tanto che la signora avrebbe voluto adottarla, ma il papà non volle staccarsi da lei, adducendo comescusa che lui non vendeva i suoi figli.
Diventata Suora, Teresina volle chiamarsi Suor Maria Laura per riconoscenza alla signora Lilia e in ricordo di Laura.
Vicino a casa sua abitava anche una ragazza poliomielitica. Andava sempre a trovarla e continuò a farlo anche da Suora.
In casa e a scuola si faceva notare per la sua prontezza nell'obbedire, per la sua docilità e timidezza.
Aveva appena 10 anni quando Romilda si sposò con un giovane non troppo gradito al padre. Teresina ebbe la proibizione di andarla a trovare. Allora, passando davanti alla casa della sorella , si avvicinava alla finestra e la salutava con la mano. Confiderà più tardi a Romilda: "Quanto ho pianto per quella privazione"!
Quando disse ai fratelli che voleva farsi suora, questi provarono a farle cambiare idea  raccontandole  un sacco di fandonie... Ma lei fu irremovibile e non si lasciò influenzare, disse :"Le vostre sono tutte frottole e io mi farò suora."

Teresina si fa Suora
Era ancora molto giovane quando un sacerdote, in confessione, le disse: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri".
Quella frase la riempì di gioia.... Da quel momento pensò che doveva dare uno scopo alla sua vita e capì che le Suore del suo Collegio le offrivano questa possibilità.
Nell'agosto 1957, all'età di 18 anni e con altre 10 giovani ragazze come lei, iniziò il cammino di preparazione alla vita religiosa e , due anni dopo, Suor Maria Laura era pronta per la sua missione di Figlia della Croce.
Fu per molti anni insegnante elementare a Chiavenna, a Roma, a Parma. E' difficile dire quanti bambini e quante famiglie ha avvicinato e accompagnato   con bontà, pazienza e severità quando occorreva.
I suoi alunni la ricordano con profondo affetto e stima.
Nutriva una predilezione particolare per i giovani. Con loro si sentiva a suo agio e amava intrattenerli sia negli incontri di catechesi come negli incontri casuali.
Durante tutti gli anni della sua permanenza all'Istituto Immacolata di Chiavenna, si è occupata delle giovani Convittrici della Scuola Alberghiera e, negli ultimi anni, le fu affidata anche la responsabilità di Superiora.
Conservava sempre nel suo cuore il ricordo di quella confessione: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri"!
Tutta la sua vita è stata spesa per gli altri, con particolare attenzione ai piccoli, ai poveri, agli ultimi.
Chi può dire quante cose belle ha realizzato? Non amava farsi pubblicità, parlare di sé, della sua famiglia, del suo lavoro, dei suoi progetti: si donava e basta!
Non era mai stanca... sempre pronta, sempre svelta, leggera, contenta.
Una Suora della comunità la ricorda così: "Era come una pallina che rimbalza da una parte all'altra della casa. La sua ombra ti seguiva ovunque... non facevi in tempo a vederla al primo piano che già la dovevi cercare al secondo".
La sua camera era tutta tappezzata di foglietti-promemoria sparsi un po' ovunque. Appena riceveva una telefonata o una richiesta, la scriveva, perché non voleva dimenticare niente e nessuno. Era solita dire che la memoria ormai cominciava a fare cilecca e bisognava prendere i mezzi per non dimenticare".
Un'altra Suora dice: "Passava tra la gente distribuendo saluti e sorrisi come una buona sorella che si interessa di tutti".
Era molto attenta ai poveri, non per mestiere ma per amore. In loro trovava la "perla preziosa" e dava tutto per averla.
Niente era banale per lei, tutto era amore.
Amava sostare in preghiera nella Cappella dell'Istituto e, quando le era possibile, partecipava con gioia alle celebrazioni in Parrocchia.
Se veniva a conoscenza di qualche ammalato in ospedale o nelle famiglie, si faceva un dovere di andarlo a visitare.
Era felice di essere Ministro Straordinario dell'Eucaristia e lo esercitava volentieri tutte le volte che si presentava l'occasione, sia distribuendo la Comunione in chiesa, sia portandola agli anziani e ammalati nelle case.
(Potrei continuare ancora a lungo, ma termino con questo ricordo) Due o tre giorni prima di morire, incontrando una Suora, esclamò: "Sono felice... Gesù è contento di me. Sì, ho ancora qualcosa da migliorare, ma sono contenta lo stesso".
A me e a voi consegno l’impegno che ha fatto scattare Teresina e che ha sempre avuto presente anche da Suora.
Oggi lei stessa lo ripete a ognuno di noi: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri"!