domenica 1 maggio 2016

(Gv 15,26-16,4) Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.

VANGELO
(Gv 15,26-16,4) Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O mio amato Signore, non lasciarmi mai sola, anche se non merito la tua grazia, stammi vicino sempre, per non permettere che io sbagli e che mi senta mai sola senza il tuo aiuto.
Credo che ognuno di noi leggendo questa pagina possa ritrovarsi un po’ timoroso ed impaurito.
Era sicuramente un messaggio per i primi discepoli di Gesù, ma ormai siamo abituati a leggere anche nell’attualità le pagine del vangelo, perché ci siamo ormai resi conto che non è un libro antico, ma sempre attuale, specialmente se pensiamo a tutto quello che succede al giorno d’oggi, a quanto la Chiesa ed i cristiani in genere siano perseguitati; alla pacifica invasione da parte dell’islam che avviene in ogni paese d’Europa, e quanto pericoli essa in fondo nasconda.
Siamo dei Cristiani strani noi, litighiamo addirittura tra di noi, ma in fondo non siamo peggiori di altri, solo che a volte sembra quasi che ci vergogniamo rispetto al mondo di avere fede .
Gesù non è certo un malvivente di cui ci dobbiamo vergognare, ma quello che ci fa essere così tiepidi è che ci vergogniamo di noi stessi, di non essere capaci di amare allo stesso modo, neanche i parenti più stretti, mentre l’amore che Lui ci ha dimostrato è immenso.
Ma l’orgoglio umano è stupido, e pur di non riconoscere le proprie mancanze, preferisce pensare di tutto, così la mente spazia dall’ateismo alla new age, dall’islam al buddismo e così via…
Ma la cosa più importante che abbiamo lette nelle pagine di questi ultimi giorni, è che lo Spirito Santo viene mandato da Dio anche sui pagani,quasi a voler dire che è grazie allo Spirito che la Chiesa di cristo continua a vivere.
Anche nel nostro paese la Chiesa è perseguitata, anche se il martirio al quale è sottoposta è meno visibile. Tutti questi attacchi al crocefisso, al Papa e poi anche gli scandali di alcuni sacrdoti che hanno profondamente ferito la Chiesa stessa con delle condotte non solo sbagliate, ma molto gravi che creano un grande dissenso anche nei credenti. Questo è sicuramente opera del principe di questa terra, che ha reso schiavi molti di noi con la sua seduzione e la sua falsità. Ancora di più allora dobbiamo essere fedeli a Cristo,e stringerci intorno al Papa e alla Chiesa, perché lo Spirito che ci anima è lo spirito di Dio, spirito di verità. Mai come oggi, in cui regna una grande confusione, è necessario essere coerenti e dare testimonianza della parola di Dio, perché l' ipocrisia e l' ambiguità, non prendano il sopravvento. Lo Spirito viene a compiere l'ultimo atto della comunione tra gli uomini ed il Padre. È spesso così difficile essere testimoni di fede, perchè noi, il più delle volte, non abbiamo una fede vera, costante, sincera; non stabiliamo un rapporto vero con Dio, ed anche se diciamo il contrario, non ci affidiamo completamente a Lui.
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sabato 30 aprile 2016

(Gv 14,23-29) Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

VANGELO DI DOMENICA 1 MAGGIO 2016
(Gv 14,23-29) Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, amore di Dio, luce per noi uomini inesperti e dubbiosi, vieni. Unisciti al nostro debole corpo con il tuo Spirito e rendici saldi e forti nella fede.


Se uno mi ama,osserverà la mia parola e il Padre lo amerà…. è tutto legato a quel SE.
É la nostra scelta che ci permetterà di stare in contatto col Padre e col Figlio e di ricevere da loro lo Spirito Santo Paraclito che ci aiuterà per la contemplazione e la conoscenza, perché attraverso questa unione le opere del Padre possano essere compiute anche in noi discepoli.
Spesso mi succede di parlare con persone che sono piene di dubbi, di incredulità per quanto concerne la nostra fede. Mi dicono di credere a modo loro, ma non c’ è un modo nostro per credere, o crediamo o non crediamo.
La fede non vuole dubbi, non si può fermare davanti ai peccati e agli errori di qualcuno, come non si è fermato l’ amore di Dio per noi a causa dello sbaglio di alcuni.
Potevamo essere tutti condannati alla perdizione eterna, se uno di noi era al posto di Dio, lo avrebbe fatto; irriconoscenti come siamo, presuntuosi e pieni d’ orgoglio.
Ma Dio è Dio, da lui viene solo amore e per questo amore è disposto a tutto, anche a donare la vita del suo figlio prediletto.
Per questo amore Gesù è venuto sulla terra per redimerci ed è tornato al Padre ad aspettarci, a preparare per noi un posto; la sua frase più bella?
NON ABBIATE TIMORE.
Non temete quando tutto sarà difficile, quando tutto sarà incredibilmente faticoso, quando dai vostri occhi scenderanno copiose le lacrime; NON ABBIATE TIMORE, quando la confusione sarà tanta, ma restate saldi come il tralcio alla vite, perché se Dio è con noi, questa lotta la vinceremo, anche a forza di lacrime e di dolore, satana non ci farà suoi schiavi, resteremo aggrappati alla croce, e con questa saremo innalzati al cielo. Amen.
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venerdì 29 aprile 2016

(Gv 15,18-21) Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.

VANGELO DI SABATO 30 APRILE 2016
(Gv 15,18-21) Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di essere con me nella lettura e riflessione di questo brano del vangelo, per testimoniare attraverso la tua sapienza, quello che tu vuoi che io comprenda e riporti qui.

Essere seguace di Cristo, comporta spesso delle scelte che sono messe in discussione da chi ci circonda, da chi si sente parte del mondo e tende a farci vivere come se un cristiano stesse fuori posto su questa terra.
D’ altra parte anche Gesù, non è che ha avuto la vita facile sulla terra, faceva del bene ed era odiato, tanto che lo hanno crocefisso; perché in un mondo dove c’è la gara al successo, alla ricchezza, uno che si definisce re e viene per servire, per gli emarginati, per gli ultimi, non è compreso.Gesù ci dice di prepararci all’ ostilità della gente, e ci dice anche un’ altra cosa molto importante, ci spiega il motivo per cui il mondo ci odia, perché Lui ci ha scelto dal mondo. Spesso avvertiamo anche noi piccoli discepoli senza alcuna preparazione teologica, la grande grazia che il Signore ci ha fatto,chiamandoci alla conversione, e ripensando a quando eravamo lontani da Dio ed alla sua parola, avvertiamo lo stesso senso di disprezzo che prima noi nutrivamo verso chi era più dentro di noi, nelle cose di Dio. Quel disprezzo era molto simile alla rabbia, quella rabbia che provavamo verso chi secondo noi, era stupido a perdersi tante cose belle della vita, e visto che ci guardava compassionevoli, li attaccavamo e ne dicevamo di tutti i colori contro di loro. La calunnia era la nostra forma preferita, poi c’erano tutta una serie di tentativi di sfuggire all’ amore puro e a cercare la trasgressione, e questo è bene ricordarlo, perché quando vediamo qualcuno che riteniamo un gran peccatore, o un blasfemo, dobbiamo ricordarci di quando anche noi eravamo lontani.

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giovedì 28 aprile 2016

(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

VANGELO
(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Amore Eterno, che da sempre mi amasti e sempre mi amerai; vivi nel mio cuore scacciando da quello che è il tuo posto, tutto quello che è gramigna ai tuoi occhi. Tu che hai scelto nel tuo immenso amore di darci prova della più grande umiltà perdonaci le nostre continue infedeltà e le nostre incertezze ed aiutaci a fare la Tua volontà.
I piccoli di Dio sono secondo me tutti coloro che si affidano semplicemente per quello che sono,con i loro difetti,le loro paure,e la loro voglia di diventare come Dio vuole.
Per farlo abbiamo bisogno di riconoscerci indegni di tanto amore e tante grazie,perché solo capendo che tutto quello che c’è di buono in noi viene da Dio,sapremo metterci davanti a Lui con il cuore sincero. A volte credersi arrivati,perfetti,porta a sentirsi superiori agli altri….Questo è il primo segno di trovarsi su una strada sbagliata. I piccoli che Dio ama,sono quelli che sanno di essere nulla senza di Lui e di ricevere tutto per grazia.- Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.-Solo amando si sopporta il peso delle difficoltà e delle malattie,solo amando le disgrazie,diventano grazie che Gesù ci fa dono di condividere con noi.Lui ha preso la nostra croce per amore, è inchiodato per amore,si fa pane per restare con noi per amore…e noi? Che aspettiamo amici a diventare un tutt’uno tra noi e con Cristo?
Lui sì che sa amare e perdonare, non ci sono regole da imparare, né riti da eseguire, non è importante essere ebrei, circoncisi, preti o monache, quello che conta è diventare suoi, amarlo e accettare di amare in quel modo sublime, assurdo si, ma trascinante, che non si ferma a riflettere, a guardare se l’ oggetto del suo amore, merita o no…. Ama e basta, ama anche il dolore che gli dai, come una madre ed un padre insieme, che amano il figlio che li trascura, li ferisce, che bramano un suo sguardo, una sua carezza, che aspettano solo di vederlo tornare sano e salvo per stare bene, che sono in ansia se è lontano…L’ amore di Dio è quello di tutte le madri e i padri del mondo e tanto, tanto di più……
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mercoledì 27 aprile 2016

(Gv 15,9-11) Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena.

VANGELO
(Gv 15,9-11) Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».



Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Aiutami Signore, a farmi tua seguace, a scegliere sempre e comunque la via indicata da Dio, per la nostra felicità.
Spesso pensiamo che i beni diano la felicità, ma non è così; è il bene che ci rende felici.
Sembra quasi che Gesù ci stia indicando di fare come ha fatto lui, poche parole, povere, ma piene di amore.
É l'amore del Padre che ha plasmato il Figlio, che lo ha portato ad accettare i comandamenti e a viverli sulla sua pelle.Un amore che non ha limiti e che lo ha reso un tutt'uno con il Padre.E' quello l'amore che ci ha trasmesso e noi dobbiamo approfittare di questo suo esempio e capire che è l'amore che può tutto, può aiutarci a superare le prove, le ostilità, l'incertezza.
Rimanete in me, come il tralcio alla vite, e come in un abbraccio infinito, in comunione tra noi, saremo uniti al Padre. Questa è l'immagine che io vedo, noi fratelli di tutto il mondo, uniti, con tutti i nostri difetti, che ci sosteniamo l' un l' altro e ci teniamo abbracciati a Gesù.
Mi viene da pensare a quei branchi di pesciolini che si uniscono tutti insieme per sfuggire i nemici più aggressivi...Qualcuno si perde è vero, ma la maggior parte si salva, perché stretti tra loro si proteggono a vicenda, e tutti insieme creano come un muro contro il nemico. L' amore li tiene uniti, quell' amore che noi dobbiamo imparare, e chi meglio di Gesù ce lo può insegnare!
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martedì 26 aprile 2016

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.

VANGELO
(Gv 15,1-8) Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Ti prego unica ragioione di vita E TE , io CON TE, perchè mai io possa vivere SENZA DI TE.
Spesso uso l’espressione, siamo operai della vigna del Signore e oggi il vangelo ci spiega proprio questo passo.
Quella della vite e dei tralci è una delle immagini più belle che Gesù ci propone, addirittura ci fa l'esempio di come il Padre ci tiene a che la vite produca buoni frutti.
La pianta della vite è una pianta che si aggroviglia, si arrampica e si attorciglia tutta intorno alla madre vite, dalla quale riceve la linfa, e l'agricoltore la cura, taglia i rami inutili, che non portano frutto e la pota perché sia più robusta.
I ruoli sono chiari, il raccolto va a Dio, è di Dio la vigna, di cui Cristo è la madre vite da cui partono i tralci, che siamo noi tutti.
Essere parte della stessa pianta, per noi deve essere un segnale di quello che Dio vuole da noi, essere un tutt' uno con Lui e con i nostri fratelli, vivere per ascoltarci, per capire i bisogni degli uni e degli altri; esserci per chi è in difficoltà.... Conoscendo la parola di Dio, capiamo che cosa dovremmo fare, ma spesso è così difficile il rapporto con gli altri e pensiamo di poterci dire Cristiani anche se non andiamo d'accordo con tutti, se coviamo rancori, se pensiamo solo a noi stessi e se magari non andiamo neanche in chiesa. Inventiamo un rapporto personale con Dio, staccandoci dalla comunità e viviamo un po' da selvatici il nostro rapporto con la fede e siamo come i tralci staccati dalla pianta.


L' importante quindi è rimanere aggrappati alla pianta madre, a Gesù, e alla Chiesa da lui istituita, di cui lo Spirito Santo è la linfa. Tante sono le immagini che mi vengono alla mente, una è quella delle sofferenze che nella vita ognuno di noi passa, che in qualche modo, anche se sono difficili da accettare, sembrano arrivare per distruggerci e invece ci fanno crescere e ci rendono più forti, e l'altra è l'immagine della Chiesa, che per quanto imperfetta e divisa è in ogni modo la parte portante della vite.Giorni fa rispondendo ad una catechesi stupenda di don Vincenzo Carone, mi sono trovata a dire:
"Non si può amare Dio e non amare la Chiesa,perchè la missione di Cristo è la Chiesa. Essere Chiesa è molto più difficile però, perchè essere Chiesa vuol dire anche essere casa,conforto,aiuto,perdono,condivisione….fratelli. Qui qualcosa si inceppa,e sento che non riusciamo ad amarci,siamo malati di presupponenza e di egocentrismo e questo è la prova tangibile che non riusciamo ad amare neanche Dio, perchè le nostre promesse si infrangono nella nostra incapacità. Allora mi dico che la Chiesa sembra più una famiglia di separati che una santa famiglia, ma credo che valga sempre la pena di continuare a credere che si può rinsaldare qualcosa, che ci si può voler bene anche se in maniera imperfetta, anche sbagliando tutto, anche se a tratti sembriamo veramente troppo lontani… anche se a volte non ci sopportiamo proprio."
Restiamo quindi attaccati a questa Chiesa, e lasciamo a Dio il giudizio e la potatura dei tralci, lui sa quello che è giusto, noi non sappiamo vedere più in là del nostro naso, se vogliamo essere un tralcio e non d’intralcio, affidiamoci alla parola di Dio e abbracciamo con fiducia Cristo Gesù.
Aggiungiamo una nota che mi sembra molto importante cogliere, Gesù dice molto chiaramente che senza di lui, cercando di fare le cose a modo nostro, non potremo fare nulla , questo non vuol dire che da soli non sappiamo fare niente, ma che da soli, non sappiamo fare niente di buono, ma posso dire anche di più, noi da soli, non sappiamo neanche riconoscere quello che è buono e quello che non lo è.
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lunedì 25 aprile 2016

(Gv 14,27-31) Vi do la mia pace.

VANGELO DI MARTEDì 26 APRILE 2016
(Gv 14,27-31) Vi do la mia pace.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di scendere su di me, e illuminarmi con la tua sapienza per comprendere le letture della parola di Dio, per andare dal Figlio al Padre, attraverso di Te. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Dagli atti degli apostoli apprendiamo che già da 2000 anni la chiesa è perseguitata, all’ epoca erano i giudei che non volevano riconoscere Gesù come il Messia, poi c’ erano i pagani che non credettero e quelli che adoravano altri dei. In tutto questo marasma, Gesù ci parla di pace e, specifica che la pace di cui parla, non è come quella che si può cercare in questo mondo, ma è la pace che nasce dall’anima, che ha chi vive in pace con se stesso e con i fratelli.
Gesù dovrà tornare dal Padre, così com’è venuto dal Padre, lo dice prima che avvenga, perché gli apostoli credano a quello che sentono e che vedono, profeta di se stesso. In questa terra ci sarà il male, creato e provocato dal principe di questa terra, e spesso ci domandiamo perché? Chi lo ha eletto principe di questa terra?…Siamo stati noi uomini, che per vanità, per orgoglio, per brama di potere, per superbia, per voglia d’avere tutto, lo abbiamo ascoltato e lo ascoltiamo ancora.
Dio ci guarda scegliere a chi appartenere e soffre perché ci ama, soffre tanto da decidere di mandare a salvarci un redentore, che con il suo sacrificio, ci redimerà dal peccato originale. Forse a qualcuno queste parole non piacciono, non riesce a comprendere come Dio, possa averci lasciato in balia di satana, e allora lo voglio dire più semplicemente.
Siamo noi che scegliamo se credere che tutto sia qui sulla terra ed allora accumulare tesori e beni materiali, oppure fidarci della parola di Gesù Cristo, e sperare, ma più che sperare direi avere certezza, di una vita spirituale da vivere già da qui e continuare a vivere dopo la fine inesorabile dei nostri giorni. Si parla di fine del mondo, io preferisco e v’invito, con molta umiltà, a pensare alla fine di quest’ordine di cose, alla fine di una vita materialistica, e al raggiungimento di una vita nella nuova Gerusalemme, imparando a leggere l’apocalisse di Giovanni, non più come una catastrofe annunciata, ma come la vittoria del bene sul male, la vittoria del regno di Dio su quello di satana; ma per fare questo, bisogna che la vittoria avvenga prima di tutto nel nostro cuore
QUANTO GIOVA ALL'UOMO FARE CHIACCHIERE? QUANTO GIOVA ALLA CHIESA? QUANTO GIOVA A DIO? QUANTO TEMPO PERDIAMO NEL CRITICARCI A VICENDA? Potrei andare avanti così con tante domande simili.
CHI CI SPINGE L'UNO CONTRO L'ALTRO? Paolo nella lettera ai romani cap.8 ci dice che quando lo Spirito opera in noi "non viviamo più nella debolezza,ma siamo fortificati dallo Spirito" e continua( 7 Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.) (9 Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui.)E ancora in Rom.12
"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda."
FRATELLI, SE NOI NON DECIDIAMO VERAMENTE PER CRISTO NELLA CHIESA E CERCHIAMO TUTTE LE COSE CHE DA SEMPRE HANNO CREATO LA DIVISIONE, SIAMO IN GRAVE PERICOLO, PERCHÉ SE È PUR VERO CHE LO SPIRITO SOFFIA DOVE VUOLE, È ANCHE VERO CHE NON SOFFIA SU CHI DECIDE PER IL SUO IO E NON PER DIO. SE I GIORNI CONTINUANO A SCORRERE E LEGGENDO IL VANGELO NIENTE CAMBIA NELLA NOSTRA VITA, SIAMO IN PERICOLO.
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domenica 24 aprile 2016

(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

VANGELO
(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego, o Spirito Santo, di penetrare con tutta la tua forza nel mio cuore e di portarmi ai piedi di Gesù. Fa che io possa ascoltare la sua parola che scalda il cuore ed accende la mente, che sappia trasmetterla e più di ogni cosa, che io sappia viverla.

Il Vangelo di Marco è un pochino più brusco letteralmente degli altri, ma è certamente così concreto da scoraggiare qualsiasi persona voglia trovare scuse ancora, prima di fidarsi di Gesù.
In ogni sua riga sembra dire: questo è Gesù, queste le parole che ha lasciato, questi i miracoli che ha fatto e questo è quello che ci ha comandato di fare: Andare in tutto il mondo ed annunciare il Vangelo. In eredità il regno di Dio, ma non solo in eredità futura. Essere in Cristo significa anche che Cristo è con noi. Ai suoi discepoli egli assicura la sua presenza in tutto e per tutto. Conferma sua assistenza nelle difficoltà loro e degli uomini, e chiede loro solo di credere. Nel suo nome scacceranno i demoni, riceveranno i doni dello Spirito Santo e guariranno i malati imponendo su loro le mani; parole fino a pochi anni fa restavano un poco nell' ombra, considerandole solo per i sacerdoti, o meglio ancora per i vescovi, ma oggi, con l' avvento dei vari movimenti carismatici, si è andati man mano alla riscoperta dei doni dello Spirito Santo.
Sono di questi tempi le parole di Papa Francesco che dice che si diventa apostoli per il solo fatto di ricevere il battesimo, quindi seguiamo le parole di Marco, che sono le parole che Gesù gli ha lasciato per testimoniare la sua fede; per trasmettercela e darci la forza di diventare apostoli pienamente perché la fede non è solo un vago sentimento, ma anche un impegno pratico a credere in un contenuto di verità, che il credente deve conoscere sempre meglio, attraverso il Vangelo e non solo leggendolo, ma vivendolo in primis.
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sabato 23 aprile 2016

(Gv 13,31-35) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

VANGELO DI DOMENICA 24 APRILE 2016
(Gv 13,31-35) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo a fare di me quello che vuoi!
Come comincia male questo brano, Giuda se n'è andato, è uscito dal cenacolo! Gesù sa che è andato a tradirlo, gli ha detto anche di fare in fretta a fare quello che doveva fare, ed allora perché parla di gloria?
Sembra assurdo, ma solo per la nostra mentalità umana, che la gloria di Cristo e della Chiesa stessa, passino attraverso la croce, eppure è proprio questo che afferma Gesù.
Dio si è compiaciuto di dare questo suo Figlio prediletto in riscatto dei nostri peccati, di vederlo soffrire e torturare pur di salvarci, ma quanto è grande l'amore di Dio? Quanto è amore? Che cosa intende Dio per AMORE?
Dobbiamo fare questo passo, dobbiamo comprendere la grandezza infinita di questo amore, per poter fare il passo successivo che ci viene chiesto: amarci tra di noi è il minimo che possiamo fare per chi ci ha dato tanto.
Certo possiamo anche scegliere di tradire le aspettative di Dio, di uscire dalla casa del Padre, da quella casa in cui Gesù è tornato a prepararci un posto, ma sappiamo che proprio per questo amore, ci saranno perdonate anche le nostre piccole infedeltà.
Non siamo perfetti, e non siamo capaci di amare in questo modo incondizionato, anzi sempre più il nostro modo di amare è egoistico e condizionato dal senso di possesso, proprio perché siamo impastati di peccato.
Vorrei usare la metafora dei chiodi della croce, con cui trafiggere il nostro amor proprio, il nostro egoismo, la nostra mediocrità per rendere anche il nostro corpo glorioso, un corpo vincente.
Sconfiggere con Gesù tutto quello che ci fa dire no a Dio, abbracciare quella croce per imparare che solo attraverso l' amore, si può superare ogni lotta, solo attraverso il desiderio di vivere sempre in pace e letizia, possiamo imparare a perdonare.
Essere cristiani è una grande sfida, non è una cosa facile, ma è una sfida meravigliosa, che se riusciamo a vincere può regalarci la pace vera.
Coeredi del regno di Dio, per amore e attraverso l' amore.
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venerdì 22 aprile 2016

(Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre.

VANGELO
(Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’ egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Vieni o Spirito Di Dio ad insegnarmi quello che è giusto che io oggi sappia,Tu che sai dosare per me la sapienza il dolore e l'amore, tu che sai quello che è giusto per me. Grazie di assistermi.


In questo brano, come negli ultimi che abbiamo letto, Gesù torna a sottolineare la sua unicità col Padre, quindi non ci soffermeremo a ripetere le stesse cose, ma voglio invece sottolineare come stare in comunione con Gesù significa stare in comunione col Padre.E’ Gesù stesso che lo afferma e ci dice che attraverso questa comunione il Padre compie le sue opere, ma quello che mi colpisce è che ci dice che chiunque entrerà in questa comunione, farà opere altrettanto grandi .Quindi Gesù ci spinge a considerarci importanti agli occhi di Dio, perché credendo in Lui, crederemo in colui che l’ha mandato, e qualunque cosa chiederemo nel suo nome ci verrà concessa.Sono parole importanti e poiché sappiamo che le parole di Gesù sono verità, non vedo perché dovremmo credere solo in parte alle sue parole…spesso infatti,siamo portati a credere che solo a Lui siano stati concessi certi privilegi, dimentichiamo forse che gli apostoli compivano miracoli nel suo nome…e i santi, ancora oggi persone che erano esattamente come noi, ma che da noi differenziavano per la grande fede e l’abbandono alla volontà di Dio. Abbiamo tanti esempi da imitare,tocca cominciare a fare sul serio,non credete?
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giovedì 21 aprile 2016

(Gv 14,1-6) Io sono la via, la verità e la vita.

VANGELO
(Gv 14,1-6) Io sono la via, la verità e la vita.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e portami alla Via che conduce alla Verità. Fammi essere nel cuore di Cristo, dove non farò domande e non ci sarà bisogno di parole.
"Non sia turbato il vostro cuore!" Facile a dirsi amore mio, turbato dalla paura di vederti soffrire, di vederti oltraggiato... I discepoli chiedevano sempre qualcosa che non riuscivano a comprendere e facevano bene a parlarne con Te, perchè solo Tu puoi rispondere la verità, ma per alcune cose, nessuno è mai pronto.
Io ti chiedo solo un dono: dammi la fede, perchè la mia non basta mai, perchè non riesco a lasciarmi andare, a farmi trasportare da Te.
Tu ci spingi a lasciare tutto ed a sentirci partecipi di questo grande progetto che è il progetto di Dio per noi, su di noi, con noi. Quanto vorrei Signore mio, saper volare con te, oltre la terra, oltre la mia piccola mente umana, ma non lo so fare, resto aggrappata a mille pesi, a tanta zavorra che mi trattiene, e ti chiedo con tutto il cuore, tu che puoi, rendimi libera!
Io credo che Tu hai parole vere, che sei venuto fin sulla terra, fin nella tua santa umanità, per insegnarci a vivere di Te, per insegnarci a morire a noi stessi e alle nostre identità terrene. Noi così convinti che per essere qualcuno dobbiamo avere un nome, essere unici, e cerchiamo ogni giorno di affermare noi stessi. Noi che probabilmente sbagliamo sempre tutto, perchè penso a quando cambiasti il nome di Simone in Cefa (pietra) gli indicasti la sua missione, la prima pietra della tua Chiesa, che ti riconobbe come "il Cristo, il figlio del Dio vivente" non per opera della carne, ma dello Spirito.
Chi vede Te vede il Padre ed io Credo che sia così per questo invoco il tuo aiuto,ti prego di non lasciarmi mai sola nella tentazione di seguire il mondo, ma di stringere forte la mia mano nella tua e di condurmi passo passo, verso casa, perchè so che i miei passi non potrebbero avere una guida migliore.
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mercoledì 20 aprile 2016

(Gv 13,16-20) Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

VANGELO
(Gv 13,16-20) Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Signore a comprendere le tue parole, perché io mai possa allontanarmi da te e dai tuoi insegnamenti, perché mai io possa far prevalere il mio io sul volere del mio Dio.
Gesù ha appena lavato i piedi ai suoi discepoli e questi ancora si sentono confusi da questo gesto.
C’ è tutta l’ umiltà di che non si pone al comando, ma al servizio, così difficile da attuare in un mondo come il nostro, in cui la voglia di prevalere la fa da padrona.
Ma Gesù rivela che tutto quello che Lui fa, lo fa per obbedire al Padre e che se veramente vogliamo seguirlo, dobbiamo seguirlo in tutto, anche in questa umiltà e fedeltà al disegno di Dio.
Troppo spesso vogliamo essere i protagonisti della storia che viviamo e cerchiamo di far prevalere le nostre idee e siamo talmente abituati a farlo che lo facciamo anche con Dio, mettendolo al nostro servizio e non servendolo.
Dio si rivela in Gesù e noi possiamo decidere liberamente se seguirlo o no, ma come si può resistere a un tale amore, di chi sa che sta per morire per noi e si preoccupa di amarci fino all’ultimo gesto.
- "Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica" -
Gesù aggiunge ancora questa beatitudine alle altre più conosciute ed in questa le racchiude tutte, perchè il senso di tutto il suo messaggio è che è pienamente beato chi fa della sua vita un cammino dentro alla volontà del Padre.
Questo cammino lui lo sta facendo e lava i loro piedi, anche se in mezzo a loro c'è anche Giuda, che di lì a poco lo avrebbe tradito.
Non prova rabbia, ma dolore, perchè non cerca vendetta, ma offre giustizia.
A volte mettiamo tanto impegno per convertirci e per convertire, ma come a Gesù è successo, può succedere anche a noi di restare delusi, di fallire, ma questi fallimenti, non devono scoraggiarci nè fermarci.
Un vecchio detto dice :"finchè c'è vita c'è speranza" e Gesù è il più grande e meraviglioso maestro in questo, perchè supera sempre i nostri limiti con il suo immenso amore.
Essere seguace di Cristo, comporta spesso delle scelte che sono messe in discussione da chi ci circonda, da chi si sente parte del mondo e tende a farci vivere come se un cristiano stesse fuori posto su questa terra.
D’ altra parte anche Gesù, non è che ha avuto la vita facile sulla terra, faceva del bene ed era odiato, tanto che lo hanno crocefisso; perché in un mondo dove c’è la gara al successo, alla ricchezza, uno che si definisce re e viene per servire, per gli emarginati, per gli ultimi, non è compreso.
Gesù ci dice di prepararci all’ ostilità della gente, e ci dice anche un’altra cosa molto importante, ci spiega il motivo per cui il mondo ci odia, perché Lui ci ha scelto dal mondo. Spesso avvertiamo anche noi piccoli discepoli senza alcuna preparazione teologica, la grande grazia che il Signore ci ha fatto, chiamandoci alla conversione, e ripensando a quando eravamo lontani da Dio ed alla sua parola, avvertiamo lo stesso senso di disprezzo che prima noi nutrivamo verso chi era più dentro di noi, nelle cose di Dio.
Quel disprezzo era molto simile alla rabbia, quella rabbia che provavamo verso chi secondo noi, era stupido a perdersi tante cose belle della vita, e visto che ci guardava compassionevoli, li attaccavamo e ne dicevamo di tutti i colori contro di loro.
La calunnia era la nostra forma preferita, poi c’erano tutta una serie di tentativi di sfuggire all’ amore puro e a cercare la trasgressione, e questo è bene ricordarlo, perché quando vediamo qualcuno che riteniamo un gran peccatore, o un blasfemo, dobbiamo ricordarci di quando anche noi eravamo lontani.
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martedì 19 aprile 2016

(Gv 12,44-50) Io sono venuto nel mondo come luce.

VANGELO
(Gv 12,44-50) Io sono venuto nel mondo come luce.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, luce per la mia anima, aiutami a capire, a leggere e seguire ogni virgola della parola del Signore Gesù - Dio mio, Signore e maestro della mia vita.
Gesù cerca di farci capire con parole semplici che è stato mandato da Dio stesso, con lo scopo, non di condannare, ma di illuminare la strada che porta alla salvezza, per non farci rimanere nelle tenebre.
Quante volte ci fermiamo a ringraziarlo per questo? Ben poche, dando per scontato che tutto questo era un nostro diritto forse? Anche nelle varie apparizioni sia di Gesù sia della Madonna, tanti sono quelli che si preoccupano di sapere, di parlare, di discutere sui veggenti…. ma qualcuno di noi, si ferma a ringraziare?
Ben pochi, anche in questo diamo tutto per scontato! Il mio non vuole essere un rimprovero, che farei prima di tutti a me stessa, ma una constatazione, e come tale vorrei che la leggessimo insieme.
Se diamo per scontato che tutto quello che è ed è stato, viene da Dio, ed è per il nostro bene, accettiamo con questo che Dio si riveli attraverso Gesù per amore, e con lo stesso amore Maria cerca di portarci a Gesù.
Ora sta a noi capire che non si può rimanere indifferenti a tutto questo amore meraviglioso, come si fa a pensare che i comandamenti di Dio siano stati dati per condannare. Se un padre ed una madre ci vedessero bambini giocare con il fuoco e non ci avvertissero che possiamo ustionarci e poi soffrire, o addirittura morire, quel padre e quella madre sarebbero due cattivi genitori, distratti da chissà cosa ed incoscienti.
Se invece ci amano con giudizio, sono attenti ai nostri bisogni e si preoccupano dei pericoli che possiamo incontrare, perché ci educano ad affrontare la nostra vita. Questo amore porta Dio a darci delle regole da seguire per il nostro bene, per non rovinare questo capolavoro che è la nostra vita, il nostro mondo, tutto questo ben di Dio che Lui ci ha donato. Cerchiamo di renderci conto veramente di quanto è grande il suo amore e ricambiamolo con tutto il cuore. Grazie Signore di amarci così!
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lunedì 18 aprile 2016

(Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.

VANGELO DI MARTEDì 19 APRILE 2016
(Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE


PREGHIERA


Vieni o Spirito Santo, assistimi, concedimi di comprendere, e di saper discernere la tua verità dalla mia mentalità terrena, fa che io sappia leggere solo le tue parole che scrivi nel mio cuore. Amen.


Nasce la prima chiesa dei “cristiani” ad Antiochia, in terra straniera e, invece, nella sua terra Gesù non era riconosciuto.
Perché? Forse perché non basta essere vicini a Gesù, ascoltarlo, bisogna credere in lui, riconoscerlo come mandato dal Padre e quindi accettare di farsi guidare da lui, proprio come pecore docili che seguono il buon pastore.
Quante volte ci avviciniamo a Gesù per stare con lui? Per seguirlo? E quante volte invece cerchiamo solo di farci belli alla sua ombra… di dire io sono una brava persona perché credo, perché vado in Chiesa, perché faccio parte di questa o quella comunità… e questo non fa di noi dei buoni cristiani, o almeno non solo questo.
Come riconosciamo che Gesù si distingue dagli altri pastori perché ha parole di verità e di vita eterna, noi dobbiamo distinguerci per come viviamo la nostra fede. Penso sempre a San (Padre) Pio, che dicevano, si confessasse tutti i giorni, e che si dichiarava umilmente peccatore, e poi vedo noi credenti, tutti presi ad evangelizzare gli altri (io per prima) tutti ad insegnare e troppo spesso ad apparire migliori di quello che siamo.
Papa Francesco ha detto il 16 aprile scorso: "Chi non sa dialogare non obbedisce a Dio e vuole far tacere quanti predicano la novità di Dio" .Questa frase urla l'amore del nostro pastore per le sue pecore, ma non per quanto può essere accettato lui o meno, la Chiesa è stata sempre divisa in se stessa, ma il Pastore ha paura che le sue pecore si perdano.Molti sono i sacerdoti e i laici che mal sopportano le continue riprese che il Papa fa, perchè certe verità bruciano, ma forse sarebbe meglio per tutti se ci facessimo un esame di coscienza in modo serio, chiediamo perdono di tutto quello che avremmo potuto fare meglio, di quello che abbiamo sbagliato, magari per distrazione, non per cattiveria, e ci sentiamo poi in pace con Dio, come quando dopo aver fatto involontariamente uno sgarbo ad un’amica, chiediamo scusa e facciamo pace, vincendo sulle incomprensioni e sullo stupido orgoglio, perchè ogni giorno dobbiamo convertirci.
A me succede spesso, perché non sono perfetta, e sono felice di saperlo, perché almeno ho qualcosa di serio su cui lavorare, per essere migliore e per rendere grazie al Signore di tutte le grazie che Lui mi ha concesso.
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domenica 17 aprile 2016

(Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.

VANGELO
(Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni O Spirito Santo, perché siamo stati battezzati nel nome di Cristo Gesù. Vieni fuoco d’amore e guida la nostra vita attraverso la porta che ci condurrà direttamente nella casa del Padre, perché noi seguiremo il pastore buono che ci ha inviato.
L’immagine che oggi ci si presenta è quella del pastore attraverso il quale si può entrare in Paradiso.
Molti sono quelli che vogliono guidare la nostra vita, ci danno ” consigli ” pronti ad emarginarci se non facciamo parte della maggioranza, se non ci allineiamo.
A Gesù non importa nulla di quelle che sono le nostre origini, ci conosce, sa che siamo nati dalle varie etnie e famiglie del mondo, sa che siamo umani, e solo umani, ed è per questo che si è fatto uomo, per essere come noi e mettersi al nostro livello, per dimostrare che anche se Lui è nato giudeo, la salvezza di cui è venuto a farci partecipi è per tutti quelli che crederanno in lui ed ascolteranno la sua parola.
Capiamoci bene, ascoltare la sua parola significa anche metterla in pratica, farla diventare parte integrante della nostra vita, non certo ascoltare e poi fare tutto il contrario. Seguiamo docilmente il pastore buono, perché solo andando dietro a lui, impareremo la docilità, l’ umiltà, la forza di arrivare fino in fondo nel nostro cammino, fino alla porta del regno di Dio, seguendo quello che è stato prima di noi agnello immolato per amore nostro, tanto da essere l’unico degno di essere il conduttore di tutti noi al Padre.
La prima scrittura è meravigliosa, ci sono tanti elementi in essa che nella mia mente quasi oscura il Vangelo, ed allora vorrei parlarne almeno un attimo.La visione di Pietro è chiara, è Dio stesso che gli comanda di portare la salvezza anche ai pagani, perché anche per essi Gesù è venuto.
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi... quante volte con le parole si vorrebbe impedire alla Parola di agire. Quello che è triste è che chi dovrebbe fare come Pietro, è talmente occupato a chiudere la porta a chi vuole ascoltare, che non si accorge che Gesù è uscito per andare loro incontro.
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sabato 16 aprile 2016

(Gv 10,27-30) Alle mie pecore io do la vita eterna.

VANGELO
(Gv 10,27-30) Alle mie pecore io do la vita eterna.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Gesù di stendere su di me la tua mano santa e di imporre lo Spirito di sapienza che mi darà la possibilità di capire tutto quello che Tu vuoi che io capisca, e di vivere in coerenza con la tua parola.
Spesso quando leggiamo l’ apocalisse, abbiamo un senso di smarrimento per le cose che troviamo che parlano della lotta tra il bene ed il male, ma nelle righe di oggi leggiamo solo amore, quell’ amore che ha riunito i figli col Padre e che attraverso la profezia dell’ apostolo che Gesù amava, Dio permette anche a noi di conoscere. Possiamo legare la lettura al vangelo, perché in ambedue si parla di Gesù come dell’ agnello che è messo sul trono da Dio e che sarà il pastore per tutti noi. E’ lui che per primo ha accettato di essere sacrificato, di donare la sua vita, con una rassegnazione che è tipica di questo animale, che va incontro alla morte senza neanche un lamento, con docile accettazione.
Gesù ha accettato di servire fino alla morte il progetto di Dio e per questo sarà ritenuto degno di diventare il pastore di tutti, quello che ci indicherà la via da seguire .
Dio ci chiama, ascoltiamo la sua voce prima che sia troppo tardi, seguiamo il buon pastore, e lui ci condurrà a casa.
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venerdì 15 aprile 2016

(Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

VANGELO
(Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’ era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE


PREGHIERA


Vieni o Santo Spirito, e degnami del tuo aiuto, vieni per dare un senso all’ amore di Dio, che si fa parola in Gesù Cristo nostro Signore, verbo incarnato, morto e risorto per noi, e fa che grazie al Tuo immenso aiuto, in noi possa morire l’uomo vecchio, pieno di difetti e attaccato alle cose terrene, e rinascere l’uomo nuovo, più conforme al figlio che Dio vorrebbe veder nascere in noi, che porta in se il seme di Dio.





Gesù è mandato da Dio, ed è Dio, per questo conosce il pensiero dei suoi discepoli, ed anche la sorte che lo attende; sa anche che l’ intelletto dei suoi uomini non riesce ancora a concepire un pensiero basato sulla fede nello Spirito Santo, è come chiedere qualcosa a qualcuno che non è ancora pronto, ne è stato dotato dei mezzi necessari. Eppure Pietro, con tutti i suoi dubbi e le sue indecisioni, capisce che è quella di Cristo la strada da seguire, che non ce ne sono altre … Possiamo insieme con lui dire: - Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi ti riconosciamo come il Signore della nostra vita, tu sei colui che Dio ci ha mandato per la nostra salvezza, colui le cui orme devono ripercorrere se vogliamo salvarci, se vogliamo che la nostra vita sulla terra abbia un senso e non sia abbandonata all’ effimero piacere che è dettato solo da cose terrene e carnali, che allontana dalla fonte dello Spirito Divino.


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giovedì 14 aprile 2016

(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.



VANGELO
(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ascolta Signore la mia preghiera, fammi conoscere il tuo volere, fa che attraverso il tuo Santo Spirito, io sappia come agire, per essere in perfetta comunione con te, come sentirmi carne della tua carne, sangue del tuo sangue.

Gesù continua a parlare con i Giudei, e rincara la dose, - chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non ha in se la vita…-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…- chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui - … Lo dice in tutti i modi, ma i Giudei si mettono a discutere aspramente tra di loro.
Eppure Gesù era lì, insieme a loro, non potevano mettersi ai suoi piedi e parlare con Lui, chiedere a Lui stesso di fargli capire quello che non riuscivano interpretare? Perché stavano lì a discutere tra di loro? Perché non volevano capire, ma solo contestare e rifiutare.
Quante volte non capiamo i progetti di Dio su di noi, ed ecco che subito ci mettiamo a dire tutto quello che non va, perché proprio a noi, che cosa abbiamo fatto di male, e parliamo… continuiamo a discutere, ma non ci mettiamo ai suoi piedi per parlare con Lui.
Io non so Signore cosa vuoi da me, aiutami a capire, manda su di me il tuo Spirito e fammi trascinare dove tu vuoi che vada, fammi capire la tua parola, quella che oggi tu hai per me. Io sono qui, voglio fare un unico corpo con te, voglio amarti come tu mi ami, voglio sentirti carne della mia carne ed essere così unita a te da sentirmi al sicuro tra le tue braccia, dal sentire che sei tu che vivi la mia vita, perché solo a te io la voglio affidare. Tu unica via che porta al Padre nostro che è nei cieli dammi la tua mano, ed io ti seguirò?

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mercoledì 13 aprile 2016

(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

VANGELO
(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Prendiamo la bellissima preghiera di Colletta
O Dio, che in questi giorni pasquali ci hai rivelato la grandezza del tuo amore, fa’ che accogliamo pienamente il tuo dono, perché, liberi da ogni errore, aderiamo sempre più alla tua parola di verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Mettendo in relazione la prima lettura ed il vangelo di oggi, vediamo come è Dio che ci si fa incontro, per farsi conoscere. L’etiope può essere ognuno di noi, che va in Chiesa, aderisce alla lettura della parola, ma non sa riconoscere Gesù, perché non basta leggere, ma bisogna farsi coinvolgere nell’ amore di Dio.
Io spesso parto dalla preghiera di colletta per capire il senso della parola del Signore,oggi l’ ho scelta come invocazione iniziale, perché in essa è contenuto tutto quello che possiamo e dobbiamo fare.
La fede è un dono di Dio, fatto a chi sceglie di accoglierlo, ma credere in Dio, non basta,non possiamo dire di credere in Dio, se non riconosciamo il figlio che Lui ha mandato. Qui sta il nocciolo della questione, accettare il Figlio perché si ascolta la parola del Padre, che con Gesù si compie, trasformando questo Figlio in amore che nutre la nostra fame di verità.
Anche i giudei onorano Dio, ne conoscono le letture, se le tramandano ancora, ma non hanno adempiuto pienamente la sua parola, perché non hanno riconosciuto in Gesù il Messia promesso. Non lo hanno accettato perché non era quello che loro speravano, non era un vincitore, un re ricco e potente, non veniva a portare gloria sulla terra, ma diceva che il suo regno non era di questo mondo…è difficile accettare di conoscere qualcuno, quando quello che ci propone non ci interessa, quando quello che cerchiamo è solo terreno.
Noi Signore invece ti vogliamo conoscere, vogliamo che tu ci parli, che c’ indichi la via da percorrere, perché ci fidiamo di Dio e di Te, Signore nostro Gesù Cristo, perché solo attraverso di te, potremo entrare nel progetto di Dio per la nostra salvezza.
Continua il discorso del pane di vita e penso che noi siamo il seme di Dio sparso sulla terra, per quanto tempo non importa, ma in ognuno di noi c'è un seme di Dio.
Quello che vediamo sulla terra è il risultato di quello che da noi è germogliato e, stando a quello che si vede oggi nel mondo, non sembra proprio che il risultato sia ottimale; c'è molta gramigna e zizzania che soffoca anche i germogli più buoni, ma verrà il giorno che la gramigna sarà strappata ed il seme buono, potrà crescere rigoglioso.
Nessuno può uccidere il seme buono in noi se non noi stessi, ricordiamolo sempre; gli altri ci fanno quello che ci lasciamo fare!
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martedì 12 aprile 2016

(Gv 6,35-40) Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.

VANGELO
(Gv 6,35-40) Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».


Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di assistermi nella lettura della parola da Te ispirata, perché mi possa giungere in tutta la sua verità, per Cristo nostro Signore.
Mentre i cristiani sono perseguitati, ed uno dei loro persecutori è Saulo,( che poi diventerà l'apostolo Paolo) gli apostoli, pieni di Spirito Santo, continuano ad operare prodigi nel nome di Gesù. Quando Gesù parla, come vediamo nel vangelo di oggi, non parla per conto suo ma perché mandato dal Padre, e quello che ci dice non cede spazio agli equivoci. Dio ci ama e ha scelto di farci partecipi del progetto di salvezza per noi attraverso il suo inviato, il suo figlio prediletto Gesù Cristo, il quale è morto in croce per noi, per dimostrare che con la sua morte e resurrezione, ci coinvolgeva tutti nel progetto di salvezza del Padre. Eppure nelle parole di Gesù c' è un campanello d'allarme che suona come una condanna, chi non riconosce Gesù come figlio di Dio, non si inserisce nel progetto di salvezza del Padre. Il fatto che persino Paolo, che abbiamo visto, assistere all' esecuzione del diacono Stefano, primo martire tra i discepoli a seguire Gesù nella persecuzione, ci deve far sperare per ogni uomo, anche per quello che sembra più crudele, perciò vi prego, non giudichiamo nessuno, ma mettiamo tutti nelle nostre preghiere. Sempre più vedo persone che giudicano anche per molto meno, sentendosi migliori di altri , e tremo al pensiero di come potremmo essere giudicati da Dio, visto la poca misericordia che abbiamo verso gli altri.
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lunedì 11 aprile 2016

(Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

VANGELO
(Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».


Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito di verità Forma in me un' anima innamorata della verità, di tutta la verità, della verità infinita.
Leggendo la pagina di oggi vedo che ancora i giudei cercavano segni, come quelli dati da Mosè, e non si rendevano conto che la loro ottusità gli impediva di capire che dovevano andare oltre quello che vedevano, quello che era tangibile. Vedevano Mosè e si fermavano a lui, non come strumento di Dio, ma come autore delle opere di Dio.
Mosè, ispirato patriarca li aveva salvati e portati fuori dall’ Egitto, dove erano tenuti schiavi, e saziati con la manna caduta dal cielo, e come allora dovevano rendere grazie a Dio, oggi devono vedere a Gesù come il pane vivo mandato da Dio, quel pane che è verità e che sazierà la loro fame e sete di salvezza, ma neanche questo gli riesce bene, e come meravigliarsi, se neanche gli apostoli, che pur avevano vissuto in stretto contatto con Gesù, avevano compreso!
Dacci Signore questo pane … diciamolo anche noi, ma non facciamo come loro, ascoltiamo la parola che Lui ci dà, perché la sua parola è verità e per noi è l’unica possibilità di vita eterna. Ascoltiamo e non facciamo che appena usciti dalla chiesa, ce ne siamo già dimenticati. Alla mensa del Signore, non andiamo come pavoni che fanno la ruota, in fretta, pensando agli impegni di dopo, ma mettiamoci davanti al Signore, desiderosi di essere sfamati, non con la presunzione di sapere, perché altrimenti non saremo capaci di ascoltare quello che Gesù ci dice e continueremmo a parlargli sopra.
La celebrazione Eucaristica è un momento in cui ci si riunisce intorno a Gesù, che si fa pane per noi, che spezza il pane con noi.Questa è la cosa più grande, non si va a messa per il sacerdote, che come Mosè, è soltanto un mezzo di Dio. C'è un segno più grande di tutti sull'altare, un miracolo Eucaristico che si celebra sugli altari di tutto il mondo, c'è Dio che nelle specie del pane viene per dare nutrimento duraturo alla nostra anima, come venne nella specie di uomo per dare a tutti gli uomini la salvezza eterna!
Se smettessimo di chiedere segni e cominciassimo a dargli i segni della nostra fede, come sarebbe felice il nostro povero Gesù!
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